Archivio per Corruzione

LA GENTE BRUTTA

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , on 16 dicembre 2022 by Sendivogius

Nel suo compiuto rango di colonia atlantica all’estrema periferia dell’Impero, preso atto degli stratosferici livelli di corruzione oramai sudamericani dell’Italietta ladra e supina, è difficile farsi meraviglia della miseria innanzitutto morale di questa repubblichetta bananiera, che si crogiola narcisisticamente nel suo sfascio sovrano.
E ci si chiede quanto estrema sia la pulsione suicidaria di quel contenitore vuoto, ma aperto a tutte le più ridicole suggestioni d’importazione (non avendo niente che la definisca di suo), che impropriamente si fa chiamare “sinistra” e più che altro percola nella poltiglia in decomposizione di un centro-sinistrato, massimamente monopolizzato dal terremotato partito bestemmia e dai suoi ancor più imbarazzanti satelliti alla deriva nel vuoto dello spazio cosmico, nello schifo generale che ne definisce il non-essere.

Nel suo stato di catatonica impotenza che ne anticipa la destinazione finale, dall’aurea mediocritas delle origini al cupio dissolvi di un desiderio di morte da psicanalisi freudiana applicata alla (sotto) politica, per un trionfo della più falsa ipocrisia, sconcerta il collasso terminale tra sacchi di monnezza e bustoni ricolmi di banconote a portar via pronto cash, come un narco-corriere messicano.

E’ l’indegna conclusione della parabola progressista deflagrata nel più avido e becero accumulo capitalistico, su compulsione bulimica dell’accattone in vendita ed il parassita a scrocco e rimorchio degli sceicchi. Da camerieri del potere a turisti in cerca di “regali”, per la questua itinerante. Il deserto del Sahara e le sabbie dell’Arabia, quale meta terminale di un suicidio a trapasso lento e doloroso, con un’agonia infinita, nelle mille morti che ne segnano la dipartita indecorosa e senza onore, per uno sputtanamento (questo sì!) senza frontiere nella sua estensione globalizzata.

Mancano le parole e ancor di più la pietà, per gentucola che fu niente, non divenne mai razza padrona, e si riciclò predona alla corte di Alì Baba. Che fine miserabile!

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LEGALICUM

Posted in Roma mon amour with tags , , , , , on 26 gennaio 2017 by Sendivogius

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Proprio come accadeva nella fattoria di George Orwell: “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Forcaioli ad oltranza e tutti i colpevoli fino a prova contraria gli Enragés del Grullo sbraitante hanno scoperto il “garantismo” ad oltranza… quello peloso però, praticato a targhe alterne ed interpretabile secondo convenienza, pro domo sua. Che quando riguarda gli adepti della Setta, inopportunamente portati sugli scranni del potere (hic manebimus optime!) a colpi di click sul Sacro Blog del V@te®, allora quelle stesse non-regole, che si vorrebbero così stringenti per gli ‘Altri’ su imposizione eterodiretta, diventano improvvisamente interpretabili… flessibili… e dunque ovviabili, perché i reati contestati vengono degradati a quisquiglie di poco o nessun conto, nella derubricazione degli stessi. E peccato si tratti delle stesse contestazioni (a rilevanza penale), che tanto interessato clamore hanno suscitato nel caso di Buzzi & Co. quando addirittura si parlò di “Mafia Capitale”, con un gusto per l’iperbole che poco o nulla tiene conto del principio di realtà. Ma se gli stessi addebiti riguardano la fatina a 5 stelle, dall’imperturbabile faccia di tolla che ne contraddistingue il ricorso reiterato alla menzogna patologica nell’incompetenza conclamata, allora l’eccezione è sempre possibile con l’avvitamento in triplo salto carpiale e arrampicamento sugli specchi per sostenere l’indifendile. Allora il ditino inquisitore si affloscia ed i sedicenti tribunali rivoluzionari del “popolo” tacciono imbarazzati, nella fogna della Storia che li ha rivomitati alla ribalta. Com’era quella lagna di piazza sull’Onestà, quale appannaggio esclusivo di ogni moralizzatore da operetta, che si erge a giudice e carnefice negli autodafé collettivi della setta digitale?!?

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(86) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 30 aprile 2016 by Sendivogius

Classifica APRILE 2016”

Partito della Nazione - by Edo Baraldi Il Bambino Matteo ha un problema: è talmente abbacinato dai fuochi fatui di un potere effimero, da non riuscire più a riconoscere la differenza che intercorre tra corruzione e integrità. A quanto pare, per lui la distinzione tra corrotti e onesti sembra essere tutt’altro che ovvia, tanto è abituato ormai a frequentare i primi a discapito dei secondi (che non portano pacchetti di voti in dote).
Proprio non riesce a vederli i ladroni (è più concentrato sulla refurtiva da spartire)… Per questo chiede aiuto, affinché qualcuno glieli indichi; che lui poverino proprio non riesce a trovarli, nascosti come sono nell’oscena ammucchiata delle Laide Intese
Attualmente, i parlamentari indagati, prescritti, rinviati a giudizio, condannati con sentenza non definitiva e passati in giudicato, superano abbondantemente il centinaio (e la cifra viene data in rialzo). Erano ‘solo’ 42 nella precedente legislatura dell’interdetto papi della patria, quando si arrivò a parlare di “cleptocrazia berlusconiana”: la situazione allora era grave, ma non ancora seria come oggi. Per i reati, si va dall’inevitabile abuso d’ufficio, fino alla cessione di stupefacenti; ma non manca l’appropriazione indebita, il traffico di influenze e la turbativa d’asta, per passare alla truffa, il peculato (tra cui troneggia lo scandalo dei rimborsi regionali) e la corruzione aggravata, fino all’associazione a delinquere. A guidare la classifica è il Partito Democratico della rottamazione renziana, che evidentemente segue requisiti imperscrutabili per la selezione della sua nuova “classe dirigente” di vecchissimo corso e pessime abitudini…

Ugly-childrens

Francesca Barracciu, ex sottosegretario alla Cultura.
Richiesta di rinvio a giudizio: accusa di peculato per l’utilizzo di 78.000 euro di fondi da consigliere regionale sardo.
Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute ed ex presidente della Regione Basilicata.
Imputato nel processo “Rimborsopoli” che ha coinvolto oltre 40 consiglieri uscenti della Regione Basilicata.
Luisa Bossa, deputata.
Indagata per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti di Ercolano, dove è stata sindaco per dieci anni.
Matteo Richetti, deputato.
Indagato per peculato nel processo sui rimborsi spese in Emilia-Romagna. Ha chiesto il rito abbreviato.
Daniela Valentini, senatrice.
Indagata nell’inchiesta che coinvolge ex consiglieri della Regione Lazio riguardo la gestione dei fondi dei gruppi.
Francesco Scalia, senatore.
Nella stessa inchiesta della Valentini sui fondi regionali, compare il nome dell’ex presidente della Provincia di Frosinone.
Claudio Moscardelli, senatore.
Spese pazze in Regione Lazio, indagato il politico di Latina. L’inchiesta di Rieti è passata per competenza a Roma.
Carlo Lucherini, senatore.
Nel fascicolo sulle spese pazze in Regione, adesso nelle mani dei pm di Roma, c’è anche il politico di Monterotondo.
Marco Di Stefano, deputato.
Indagato per corruzione nell’inchiesta su una presunta tangente da 1,8 milioni. Coinvolto pure nelle spese pazze laziali.
Francesco Sanna, deputato.
Coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi pubblici ai gruppi durante la scorsa legislatura regionale sarda.
Giuseppe Luigi Cucca, senatore.
Capogruppo PD in Giunta per le autorizzazioni a procedere, è indagato per peculato.
Paolo Fadda, deputato.
L’ex sottosegretario del governo Letta è indagato nell’inchiesta sui rimborsi  dei consiglieri regionali sardi.
Francantonio Genovese, deputato.
Dopo un periodo in carcere, è da poco ai domiciliari. È accusato di associazione a delinquere, truffa e frode fiscale.
Maria Tindara Gullo, deputato.
A processo per falso ideologico nell’inchiesta messinese “Fake”. Vicina a Genovese, cercò di salvarlo dagli arresti.
Claudio Broglia, senatore.
È accusato di non aver denunciato truffe di famiglie che hanno ricevuto illegittimamente contributi per il sisma del 2012.
Nicodemo Oliverio, deputato.
Imputato per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale aggravata nell’ambito della gestione fondi della disciolta DC.
Andrea Rigoni, deputato.
Condannato in primo grado a 8 mesi e poi prescritto in appello per lavori abusivi nella sua villa.
Salvatore Margiotta, deputato.
Condannato in appello a 18 mesi per turbativa d’asta e corruzione: appalto per la costruzione del Centro Oli della Total.
Paola Bragantini, deputata.
Indagata per truffa aggravata per i gettoni percepiti per le “giunte fantasma” della Circoscrizione 5 di Torino.
Bruno Astorre, senatore.
Coinvolto, con l’accusa di peculato, nell’inchiesta sui rimborsi spese della Regione Lazio.
Demetrio Battaglia, deputato.
Coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi pubblici relativa alla scorsa consiliatura nella Regione Calabria.
Bruno Censore, deputato.
Indagato per peculato in concorso con il suo ex capogruppo in Calabria. Gli hanno sequestrato 10.000 euro.
Ferdinando Aiello, deputato.
Eletto con Sel e poi passato al PD, è indagato per peculato nell’inchiesta sui rimborsi calabresi “erga omnes”.

Guidano la classifica fenomeni come Fracantonio Genovese (associazione a delinquere, peculato e truffa aggravata) e l’incredibile caso di Marco Di Stefano. Ma in percentuale, il record spetta sicuramente ai fondamentali alleati di governo: il Nuovo Centro-Destra di Angelino Alfano (un partito con “più guai giudiziari che voti”), che con il suo 35% di inquisiti (e quasi altrettante negazioni a procedere grazie al soccorso rosso dei compari del PD) detiene il primato assoluto, tra galantuomini quali Antonio Azzolini, Giovanni Bilardi, Roberto Formigoni, Antonio Angelucci… Per un elenco (in)completo, potete cliccare QUI e anche QUI, con una campionatura da guinness dei primati, o galleria degli orrori. Fate voi

verdini

Poi ci sarebbero pure gli amichetti frammassoni, guidati dal mitologico Denis Verdini (corruzione, associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita e finanziamento illecito, truffa ai danni dello Stato), nonché il Lucio Baranisempiterno Lucio Barani (corruzione, peculato, finanziamento illecito, abuso d’ufficio, disastro e omicidio colposo plurimo). Sono questi i principali puntelli esterni del fantomatico “governo del cambiamento”, che si regge sui voti di fiducia di simili personaggi da horror, nonché i padri costituenti (!!) della nuova Carta (da culo?!) boschiana, ai tempi flessibili della Rottamazione a targhe alterne… 
RottamazioneOvviamente c’è poi l’inesauribile pletora di amministratori locali e consiglieri regionali (quelli che dovrebbero eleggere il nuovo senato riformato), ma in questo caso la lista rischia di essere potenzialmente infinita…
Antonio BonafedeQualora volesse, Matteo Renzi, invece di sparare minchiate a raffica nei suoi tweet, ad eterna memoria di una cialtroneria che non avrebbe bisogno di così ripetute conferme, potrebbe spulciare gli elenchi che con dovizia di particolari circolano copiosi in ‘rete’… L’inchiattonito bulletto di Pontassieve, che ora ha scoperto la gelatina come un quindicenne e gira coi capelli impomatati come un guappo alla festa del rione, scoprirebbe un intero sottobosco malavitoso cooptato al governo del Paese, se non fosse troppo impegnato a rimirarsi nell’obiettivo e cercare l’inquadratura giusta per i suoi Cinegiornali Luce

Culo che non vide mai pantalone si fece per cent'anni meraviglia“Culo che non vide mai pantalone si fece per cent’anni meraviglia”

Al di là dei moralismi d’accatto, la corruzione è una componente fisiologica di qualsiasi civiltà mediamente complessa, purché costituisca una deplorevole eccezione e non la regola che condiziona un intero sistema. Peccato che nell’attuale maggioranza di governo sembri essere diventata il minimo comune denominatore al massimo ribasso, per garantire la sopravvivenza di un esecutivo che diversamente non avrebbe nulla da spartire all’infuori degli appalti e delle poltrone che tengono insieme le composite cosche confluite alla generosa greppia di governo, in quella che assomiglia sempre più ad una grande associazione a delinquere, per una giustizia fondata sulla prescrizione per presunzione di impunità.
Fintanto che le inchieste della magistratura potevano tornare utili agli ipocriti cacicchi di un centrosinistra all’opposizione, nella lotta politica per l’investitura al governo, allora la strumentalizzazione interessata delle indagini e la divulgazione delle intercettazioni andavano benissimo.
Ora invece che il partito sedicente “democratico”, passato dalla scalata al cielo a quella assai più accessibile alle poltrone, ha incistato il suo nuovo politburo di innesti neo-dorotei sulla seggiola giusta, ma quanto mai scricchiolante sulle gambe sghembe di un equilibrio sempre più precario, la magistratura non è più un “potere sovrano” ma un problema. O per meglio dire, costituisce una fastidiosa congrega di rompicoglioni con troppe ferie retribuite. A questo si riducono i problemi della giustizia italiana nella “grande narrazione” renziana. Insomma, è gente che disturba gli affari privati (ma in conto pubblico: la chiamano “ripresa”) degli amici; ovvero si tratta di fannulloni (altrimenti arriverebbero a sentenza), da ricondurre a cuccia sotto la cappella di un governo che mal sopporta le regole, a corto com’è di legittimazioni che non scaturiscano dalla luce riflessa dell’aspirante e ben pasciuto principino, il quale può così parlare senza pudore alcuno di “barbarie giustizialista”, in perfetta osmosi coi suoi predecessori, rivendicando il primato ritrovato di una politica non più “subalterna” alla magistratura. A certificare la trasparenza delle scelte, basta infatti il bollino di garanzia apposto dal Cantone nazionale: la foglia di fico messa a coprire le vergogne del partito bestemmia.
Renzi e CantoneÈ il nuovo corso del PD, o come si fa chiamare questo comitato d’affari raccolto attorno alla corte di un cafone di provincia, ripulito per la bisogna e già prossimo alla scadenza, per raggiunti limiti di schifo e di usura precoce su consunzione della materia di infimo livello.

Hit Parade del mese:

01 - Coglione del mese01. LA MORTE TI FA BELLO

[14 Apr.] «Cosa c’è di più bello al mondo che il giorno del tuo funerale, mentre esce dalla chiesa il tuo corpo, una folla di cittadini inizia a cantare ‘onestà, onestà’?»
 (Alessandro Di Battista, the walking dead)

etruria02. POTERE DEBOLE

[02 Apr.] «Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti»
 (Maria Elena Boschi, la Padrona)

Giampaolo Galli03. ITALIA BENE COMUNE
LO CHIAMAVANO “CENTROSINISTRA” (I)

[15 Apr.] «Come possiamo farci rispettare nel mondo se rinunciamo alla nostra piccola riserva strategica di gas? Asteniamoci per Regeni e per i Marò»
 (Giampaolo Galli, flatulenza piddina)

Cristina Bargero04. ITALIA BENE COMUNE
LO CHIAMAVANO “CENTROSINISTRA” (II)

[22 Apr.] «L’acqua pubblica che arriva nelle nostre case non può essere considerata un bene pubblico»
 (Cristina Bargero, piddina acquatica)

Gianna Sigona05. IL 25 APRILE A 5 STELLE

[25 Apr.] «Noi eravamo fascisti, poi siamo rimasti fascisti e saremo sempre fascisti»
 (Gianna Sigona, consigliera 5 stelle a Ragusa)

Chimienti06. VIVA IL DUCE CHE CI CONDUCE

[08 Apr.] «Grazie Beppe, di aver urlato così forte perché, se non lo avessi fatto, non mi sarei mai svegliata. Grazie Beppe, perché ogni volta che hai urlato, io ho potuto tacere e, nel silenzio, riflettere su quello che accadeva intorno a me. Grazie Beppe, perché il tuo urlo è stato il mio sfogo e io, oggi, posso riprendermi, pacificamente, il mio futuro.»
 (Silvia Chimienti, zerbino a 5 stelle)

bonzo07. BOLLENTI SPIRITI

[06 Apr.] «Se a Roma la Raggi non vince, mi do fuoco in piazza.»
 (Beppe Grillo, il Bonzo)

grillo08. LA PENNA CHE UCCIDE

[27 Apr.] «Casaleggio è morto a causa degli articoli dei giornalisti che poi aveva querelato»
 (Beppe Grillo, il culo parlante)

parabola09. PARABOLE WI-FI

[23 Apr.] «Care ragazze e cari ragazzi, ricordate che se nella vostra vita non c’è Gesù, è come se non ci fosse campo per il cellulare!»
 (Francesco Bergoglio, il papa teenager)

Razzi10. COLONIE FELINE

[11 Apr.] «Uno dei punti principali del mio programma da sindaco di Roma è liberare la città dai ratti che ormai l’hanno praticamente invasa. Ho già preso contatti per far arrivare a Roma qualcosa come 500mila gatti asiatici»
 (Antonio Razzi, il Gattaro coreano)

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VUOTO DI COSCIENZA

Posted in Business is Business, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 29 luglio 2015 by Sendivogius

Senator Roark

«Il potere non deriva da un distintivo o da una pistola. Il potere deriva dalle bugie, e bisogna dirle grosse, finché non avrai il maledetto mondo intero che sta al tuo gioco. Li avrai in pugno non appena sarai riuscito a mettere tutti d’accordo su quello che in cuor loro sanno bene non essere vero. Allora sei il capo. Puoi falsificare la realtà sotto i loro occhi e loro ti sorrideranno

Senatore Roark
(Sin City“The yellow bastard”)

In un parlamento ridotto a bivacco di manipoli renziani, che si accinge a ‘votare’ il taglio di dieci miliardi alla Sanità pubblica, per dare i soldi ‘risparmiati’ agli insaziabili negrieri di Confindustria e ridistribuire il resto del malloppo tra i più ricchi, fa davvero senso (per non dire ribrezzo!) vedere cosa il “partito della nazione” intende per efficientamento delle spese sanitarie.
Opera Don UvaÈ il caso del crack finanziario della Casa della Divina Provvidenza, la clinica vaticana a carico però dello Stato italiano, che col suo sprofondo da mezzo miliardo di euro costituisce un tipico esempio di quella sussidiarietà in tema di servizi pubblici appaltati a profitto privato (meglio se in mano ad enti religiosi), in nome della quale si vorrebbe smantellare (efficientare) il Servizio Sanitario nazionale, soprattutto considerando la comprovata competenza e oculata gestione del settore privato.
FormigoniDall’IDI di Roma al San Raffaele di Milano, dalla sanitopoli” abruzzese a quella laziale e romana, da nord a sud della Penisola… è la formula perfetta dell’alternativa privata tutta in conto pubblico delle cure mediche, all’insegna del ‘risparmio’ contro gli sprechi dell’amministrazione statale. Ovvero: come fornire servizi scadenti a costi triplicati e anche più, gonfiando i rimborsi o inventando prestazioni inesistenti; sottrarre gli enti privati al controllo pubblico, affidandone la gestione contabile ed economica ad ambigui faccendieri e prestanomi politici, o direttamente a senatori della Repubblica (da Azzollini agli Angelucci, passando per Roberto Formigoni) potendo contare sull’immunità parlamentare e possibilmente mettersi in affari con intriganti prelati, per garantirsi entrature e coperture ‘curiali’ soprattutto dalle parti dello IOR vaticano per il riciclaggio del bottino.
Black LagoonIn assoluta coerenza con la sua vocazione poltronara ancor prima che maggioritaria, compatto come raramente si era visto, il partito bestemmia (che si crede ‘democratico’) vota in coscienza “secondo il proprio convincimento” per la salvezza del senatore Antonio Azzollini: sen. Antonio Azzolliniennesimo esponente di spicco di quella sorta di associazione a delinquere su immunità parlamentare, a cui assomiglia sempre più il Nuovo Centro Destra alfaniano col suo record assoluto di inquisiti per i reati più disparati, preferibilmente contro quella stessa Repubblica che ambiscono a rappresentare (o, per meglio dire, occupare) e che non cessano mai di saccheggiare.
Angelino Alfano by Edoardo BaraldiEx sindaco di Molfetta, il senatore Azzollini (NCD) era già stato indagato per il vorticoso giro di malversazioni che aveva investito la realizzazione del porto commerciale della cittadina pugliese. Indagato dalla Procura di Trani per associazione a delinquere, appropriazione indebita di beni pubblici, abuso d’ufficio, falso, rifiuto di atti d’ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, violazioni ambientali e paesaggistiche, minaccia a pubblico ufficiale e concussione per induzione, allora come oggi Azzollini era stato salvato dal munifico PD che aveva votato contro l’utilizzo delle “intercettazioni ambientali” le quali comprovavano gli illeciti del ruspante senatore. Si tratta di quelle stesse intercettazioni telefoniche (e non solo) attualmente oggetto di una ulteriore revisione legislativa da parte del governo del cambiamento, per renderne sempre più stringente l’utilizzo in sede probatoria e quindi impossibile la determinazione del reato.
Mimì e CocòNé sono andate perdute le competenze contabili opportunamente dimostrate dal prode Azzollini nelle sue trasparenti gestioni di bilancio. Infatti, è stato subito riconfermato alla presidenza della Commissione Bilancio al Senato.
Antonio AzzolliniCapita l’antifona, il senatore Azzollini rilancia e raddoppia perché qualche anno dopo i fatti di Molfetta riesce a Antonio Azzollini in processionemettere le zampe pure sulla Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza che gestisce le case di cura e le cliniche convenzionate tra Bisceglie e Andria, trasformate in centrale di potere personale per l’assunzione di parenti e famigli, insieme allo storno di risorse pubbliche che portano presto la struttura al collasso, col licenziamento in blocco di un migliaio tra medici e operatori sanitari operanti nelle cliniche del gruppo.
Adijana VasiljevicIn compenso, tra i nuovi assunti, per la sua straordinaria competenza, c’è la 29enne serba Adrijana Vasiljevic, con un passato da prostituta e una candidatura alle elezioni amministrative di Foggia tra le fila di Forza Italia, che il direttore generale della struttura ospedaliera, Dario Rizzi, si premura di promuovere a responsabile dell’Ufficio stampa e relazioni della Casa della Divina Provvidenza allo scopo abietto di ottenere prestazioni sessuali dalla Vasiljevic, anche sodomitiche, come specificato dalla Procura di Trani negli atti dell’inchiesta.
SODOMATra le altre assunzioni “sine titulo”, spicca poi quella di Silvia Di Gioia, figlia dell’onorevole Raffaele “Lello” Di Gioia, parlamentare del Psi-Gruppo misto, che papà si preoccupa di rifornire con uno stipendio di 119 mila euro lordi all’anno. Lello Di Gioia è uno di quelli che non perde tempo. Eletto nelle fila PD in quota socialista, viene nominato presidente della commissione bicamerale di vigilanza sugli “Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale”, che ENPAMdeve aver scambiato come una specie di ente di beneficienza esclusivo, utilizzando ad uso familiare un bell’appartamento dell’ENPAM (già al centro dello scandalo degli enti previdenziali in cui compare anche il nuovo ‘compagno’ Verdini) a Roma e facendo assumere (il 03/02/14) la solita Silvia a “Poste Vita” (la compagnia assicurativa di Poste Italiane) come specialist di previdenza e assistenza dopo l’esplosione del bubbone della Divina Provvidenza.
Poste VitaDal canto suo, il senatore Azzolini, disceso con rara grazia tra le suorine della Divina Provvidenza, provvede subito nel Manneken Pisribattere alle (poche) rimostranze interne, onde ribadire il nuovo corso: Qui adesso comando io! Se non ubbidite vi piscio in bocca.
L’incontinente senatore, con l’apporto formidabile dei suoi tirapiedi, porta l’ente ecclesiastico ad un buco di bilancio da 500 milioni di euro, dei quali 350 milioni sono costituiti da debiti nei confronti dello Stato italiano, in una girandola perversa di “assunzioni clientelari, bilanci falsificati, stipendi e consulenze d’oro, utilizzo di risorse non finalizzate alla cura dei degenti”, che la Procura di Trani definisce un “Progetto criminoso in danno dei malati”.
Vi piscio in boccaTra i reati contestati al senatore ci sono altresì l’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, corruzione per induzione, concorso in bancarotta fraudolenta

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Nel loro insieme, e in aggiunta ai precedenti capi di imputazione, non sono stati ritenuti sufficienti per votare l’autorizzazione a procedere da parte del Senato, con l’apporto determinante di quel Partito Democratico che nonostante il Cuor di Leonevoto favorevole espresso nella Giunta delle Immunità di Palazzo Madama, in uno di quei vorticosi giri di valzer che ne contraddistinguono la linea, ha repentinamente cambiato idea oramai pienamente convertito alle ragioni della cleptocrazia secondo osmosi berlusconiana. Ma la banda preferisce farfugliare qualcosa a proposito di “voto di coscienza”, con la ‘Ditta’ bersaniana subito intruppata al seguito, ovviamente per “senso di responsabilità”.
Renzi il Cazzarone È la “questione morale” ai tempi del renzismo: come verniciare una merda di giallo e venderla per oro. Il Partito (sedicente) Democratico costituisce uno di quei rari casi in cui il rigetto politico per repulsione costante viene alimentato ogni volta da livelli di degrado francamente inaspettati, tanto è profondo l’abisso di liquami in cui ogni giorno sprofonda sempre più giù, nell’aberrazione miserabile di se medesimo.
Ormai è qualcosa di osceno che sguazza felice nelle proprie deiezioni.

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Amici Miei – Atto I

Posted in Business is Business, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 24 giugno 2015 by Sendivogius

The Sopranos Wallpaper by Millsy96

“C’avrei da parlare di Mineo, dottore, però Mineo non è competenza vostra. Mineo è competenza di Catania. Mi ci dovete far pensare un attimo perché su Mineo casca il governo.”

Salvatore Buzzi
(31/03/2014)

Renzi il bidone

“Mineo”, che prende il nome dall’omonima località siciliana nella provincia di Catania, sarebbe l’ex complesso residenziale per i militari statunitensi della base di Sigonella, e trasformato in C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo), per fronteggiare l’emergenza immigrazione sotto il Governo Berlusconi.
Berlusconi - Bunga-Bunga Per la gestione della struttura d’accoglienza, e dei fondi regionali per l’amministrazione coordinata, derogando a quella che è la procedura ordinaria, viene costituita un’aggregazione tra i comuni del comprensorio, riuniti nel Consorzio calatino terre di accoglienza che per la bisogna si avvale degli offici di Anna Aloisio (NCD), sindaco di Mineo e presidente del Consorzio calatino, Giovanni Ferrera (direttore generale), Marco Sinatra (sindaco di Vizzini). Come “soggetto attuatore” per l’affidamento dei servizi di assistenza in appalto, nel Giugno 2011 viene nominato Giuseppe Castiglione (su indicazione di Roberto Maroni, allora ministro degli Interni): ex presidente della Provincia di Catania e attualmente sottosegretario all’Agricoltura per il Governo Renzi in quota NCD. Tutti sono indagati per turbativa d’asta e reati correlati.
Giuseppe CastiglioneMa della partita fanno parte pure Paolo Ragusa (NCD), in qualità di presidente del Consorzio Sol Calatino che raggruppa un cartello di cooperative della zona, interessate alle commesse del CARA, e Paolo Limoli (NCD) che si occupa delle assunzioni Un contadino al Senatoin pianta clientelare. Entrambi sono considerati dai malevoli, come gli spicciafaccende isolani di Giuseppe Castiglione e prima di lui legati a Pino Firrarello, democristiano ed ex senatore PDL, sospettato di legami con la cosca mafiosa dei Santapaola e già condannato per corruzione e turbativa d’asta.
Giuseppe FirrarelloIn qualità di “soggetto attuatore”, il sottosegretario Castiglione nomina Luca Odevaine, già vicegabinetto di Veltroni a Roma e capo della polizia provinciale, prima consulente al CARA di Mineo e poi lo raccomanda per un posto al tavolo nazionale Luca Odevainesull’immigrazione. Per il disturbo, Odevaine, che è parte organica del patto criminale di Buzzi e Carminati, ai vertici della cupola fascio-mafiosa che ha spolpato la Capitale, si ritaglia una stecca personale da diecimila euro al mese e col resto del Consorzio calatino costruisce un bando pubblico per l’assegnazione dei fondi di gestione, ritagliato su misura delle cooperative ‘amiche’ che partecipano alla spartizione.
Del resto, su quale sia la natura di quello che viene chiamato il “Sistema Odevaine” la Procura di Roma non ha dubbi:

Il panorama economico e istituzionale che caratterizza la commissione di tali fatti è quello consueto in simili casi, costellato da conflitti di interesse, da connivenze istituzionali, dall’esistenza di cartelli d’imprese, che gestiscono il settore dei lavori pubblici impedendo la crescita di altri soggetti economici, dall’utilizzazione dello strumento classico delle frodi fiscali, dalla curvatura eminentemente criminale che assume l’attività d’impresa, dettata dalla possibilità di trarre immensi, illeciti profitti.
Conflitti d’interesse come quelli espressi da Odevaine, che siede al “Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale”, in virtù della sua carica quale rappresentante dell’Unione delle Province Italiane, e al contempo è «esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza”», ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo, nelle materie dell’immigrazione e nel settore della protezione civile. Cartelli d’imprese, come quello che emerge evidente da una serie di conversazioni telefoniche, che evidenziano come il “sistema Odevaine”, in questo settore, si fondi su una attribuzione di favori a imprese amiche, che si dividono il mercato.
Schema che viene riproposto intatto, a Roma come in Sicilia, ovunque la banda è operativa.

Ad aggiudicarsi l’appalto per 100 milioni di euro è un’ATI (associazione temporanea d’imprese), in cui confluisce la cordata delle cooperative che in parte già gestiva i servizi d’accoglienza.
Ne fanno parte il “Consorzio Sol Calatino”, giocattolo politico a trazione NCD; la lucana Senis Hospes con sede amministrativa a Bari; il consorzio “Sisifo” che invece fa riferimento alla Lega Coop.
Dio Ma ad assicurarsi il grosso delle assegnazioni sono soprattutto “La Cascina” (considerata un’emanazione di Comunione e Liberazione) a cui è strettamente collegata la Casa della solidarietà dell’Arciconfraternita di San Trifone di Tiziano Zuccolo che insieme alla cooperativa ERICHES 29 di Salvatore Buzzi si spartisce i fondi sociali di Roma Capitale e gestisce quasi in esclusiva le attività correlate allo S.P.R.A.R. (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) della Regione Lazio.
CLLuca Odevaine spiega così la strategia della cosca romana dei Buzzi-Carminati venuti ad importare la mafia in Sicilia:

“Noi dobbiamo creare un gruppo, poi facciamo la gara, però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte che sta roba qua vince, per cui gli presento questi dell’Arciconfraternita a Roma… e poi è nato questo, peraltro è nato e si è sviluppato poi per altri aspetti, perché Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra e Castiglione è il loro principale referente in Sicilia, cioè quello che poi gli porta i voti.”

Comunione e Liberazione

A sentire l’intraprendente Odevaine, il Nuovo Centro Destra viene descritto come una specie di associazione a delinquere, organizzata in cosca clientelare ad uso elettorale, che ha il suo baricentro politico nel Meridione più profondo, dove buona amministrazione e virtuosità contabile si alternano alla comprovata efficienza asburgica, di cui da la Sicilia è da sempre lo specchiato modello da esportare su scala nazionale.
angelinoSoprattutto, lo NCD di Angelino Alfano, coi suoi capibastone e le sue baronie feudali, è il principale alleato del Governo Renzi (il governo del cambiamento!) che permette al suo esecutivo di galleggiare tra decreti e voti di fiducia a oltranza.
Angelino Alfano al truccoPertanto, dinanzi alla scelta di rimuovere un Ignazio Marino, attuale sindaco di Roma, che delle commistioni diffuse tra PD romano e il sodalizio criminale di Buzzi-Carminati non s’è mai reso complice, denunciandone al contrario l’aberrazione, ed un Giuseppe Castiglione che del “sistema” parrebbe essere parte integrante, indiziato com’è di responsabilità più che sospette, il ‘Partito di Renzi’ scarica il pur onesto Marino (perché incompetente) e salva invece Castiglione che nella fattispecie sembra difettare anche in onestà.
CambiamoDetto fatto: il sottosegretario non si tocca e rimane al suo posto, per continuare la sua fondamentale opera nell’ambito delle “riforme strutturali”.
Notizia ovviamente passata in sordina dalla maggior parte dei Il volto del deficientemedia mainstream, tutti o quasi preoccupati di non disturbare il piccolo Manovratore in caduta libera nei consensi e non mettere troppo in imbarazzo la “Ditta” a sinistra del partito bestemmia, liquidata ormai da tempo per fallimento strutturale e ridotta a deposito per scarti post-ideologici in rottamazione. Un contenitore vuoto, frequentato dalle meretrici stanche delle minoranza interna; di solito così garrule nella loro pavidità e che sul caso Castiglione improvvisamente restano mute, pensando che basti il silenzio per nascondere l’imbarazzo.
la DittaAlla fine, nella reiterazione estrema della pratica che ogni volta sposta un po’ più in alto l’asticella della decenza, questo continuo riallinearsi al sempre peggio è come spalmare merda al posto della Nutella, perché tanto il colore è uguale, su una fetta di pane raffermo. E perché grattate via le croste di muffa, in fondo è la stessa pagnotta che si è sempre mangiato. Peccato che ormai non sia più buona nemmeno per i porci.

Pane e merda

Ma qui ci avventuriamo nel mondo oscuro delle perversioni coprofile che, al pari della necrofilia, si credevano a torto una prerogativa distintiva dei papiminkia raccolti al capezzale dall’Unto dal Cerone, mentre si tratta piuttosto di una pratica diffusa e condivisa a dimensione trasversale.

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Balla con Lupi

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 marzo 2015 by Sendivogius

Balla coi Lupi - di Edoardo BaraldiFinalmente, a dodici mesi dall’insediamento abusivo del Bullo di Firenze tra gli arazzi di Palazzo Chigi, è diventato chiarissimo cosa questi intendesse per “rottamazione”… Finché era funzionale alla sua guerra di potere, per scalare i vertici del partito bestemmia, FUORI DAI COGLIONI‘asfaltare’ i rivali interni, e distribuire il maggior numero possibile di poltrone tra gli amichetti belli della parrocchietta, la rottamazione (o meglio: la rappresentazione mediatica della stessa) andava benissimo. Era il feticcio scenico del nuovo che avanzava a colpi di tweet, affinché il Bambino Matteo potesse ottenere il suo balocco di governo e giocare al grande statista. Ovviamente, il processo di demolizione selettiva non riguardava le legioni di cacicchi democristiani, i ras locali del vecchio craxismo rampante, le gang dei boiardi parastatali… tutti confluiti in massa alla corte del piccolo principe rignanese, dopo aver pagato il biglietto di ingresso a palazzo, versando l’obolo alla Leopolda.
Matteo Renzi a Leopolda 13Come uno spurgo fognario intasato per eccesso di riflussi solidi, certi avanzi di nuovo ritornano sempre a galla in tutta la loro inconfondibile fragranza (pura eau de merde). Si tratta dello stesso percolato tossico a prova di smaltimento, che cola fuori dai “salotti che contano” ed olia da sempre gli ingranaggi che muovono gli appalti all’ombra della peggiore politica di cosca e di governo.
In fondo bisognava “stabilizzare” il Paese all’insegna della continuità, in una repubblica fondata sul latrocinio e rassicurare Insaccato fiorentinogli azionisti di riferimento del nuovo esecutivo. Specialmente adesso che Renzi il Secco ha imbullonato il suo trasbordante deretano tra gli scranni di governo su mandato confindustriale, riportando il mondo del lavoro all’anno zero dei diritti con la riduzione crescente delle tutele; ha riabilitato il papi della patria ed insieme stuprato la Costituzione; ha umiliato la magistratura e varato norme ridicole sulla corruzione. Era il sogno proibito di una generazione di giovani vecchi cresciuti all’ombra del berlusconismo, che scalpitava per avere il suo posto a tavola.
AngelinoSarà per questo che l’abominevole “governo del cambiamento”, tra le nullità assortite della sua incompetenza, nel nome del più rivoluzionario ricambio generazionale, si regge su solidi pilastri dalla dirompente novità, come Angelino Alfano (il collezionista di figure di merda), Gaetano Quagliariello (integralista clericale del pensiero reazionario) Fabrizio Cicchitto (tessera P2 n.2232) Liberthalia - Suor CarlaMaurizio Sacconi, Carlo Giovanardi e tutti gli altri papiminkia trasmigrati in cerca di uno stabile ricollocamento, insieme alle bande assortite di ex-socialisti passati dal PSI di Bettino Craxi ai voraci elemosieri di CL (Corruzione e Lottizzazione) folgorati sulla via del capitale. E, dopo decenni di attività, tutti conservano la stessa freschezza di una mutanda usata, ma indossata come nuova. ToiletteA riguardo, deve rientrare nel processo di rinnovamento, all’insegna della più severa meritocrazia, affidare ad un Maurizio Lupi il ministero delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici.
mariangela-lupiIl fatto poi che il gemello brutto di Mariangela Fantozzi basti da solo ad inceppare il grande gioco della house of cards renziana, la dice lunga sulla caratura politica del Bambinello di Rignano e sull’insipienza dei suoi presunti avversari.house-of-cards
Alitalia: Lupi, novità? 'C'è posta per te' La nomina di Lupi a ministro delle Infrastrutture è stata di sicuro una scelta tra le più felici: come affidare il pollaio ad un branco di faine, specialmente quando ci si avvale dell’indubbia esperienza di un Ercole Incalza (14 procedimenti penali a carico e una sequela di assoluzioni o archiviazioni per “intervenuta prescrizione”), che per la bisogna ricorre ad uno staff collaudato di La lobby di diofigli d’arte (Giovanni Paolo Gasperi, Pasquale Trane, Giovanni Li Calzi, Stefano Perotti), i genitori dei quali hanno fatto la storia della tangente nella Prima Repubblica, dalle Autostrade alla mitologica Cassa del Mezzogiorno. Per questo, come in una successione dinastica, hanno potuto continuare l’attività avita a carico delle casse erariali, potendo contare su una apposita “struttura di missione” confezionata alla scopo, in un connubio trasversale che unisce i compagni di merende agli integralisti del catto-capitalismo della Cosa Loro - Manifestolibrifamelica Compagnia delle Opere. Come ai bei tempi del Pentapartito, proprio come avveniva nella tradizione felice di democristiana memoria, dalle mazzette della TAV alla spartizione degli appalti gonfiati all’EXPO milanese, dallo scempio del Mose di Venezia agli scandali di “Mafia Capitale”, il partito bestemmia ha sempre un posto in prima fila, da condividere insieme ai suoi più navigati compari di greppia e di governo, raccattati alla propria destra per un pugno di voti al senato. Il processo di “normalizzazione” istituzionale può dunque definirsi completo. Rubano esattamente come e più degli altri, ma in grazia di dio.

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Er CECIO

Posted in Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 8 dicembre 2014 by Sendivogius

ceci

Carminati: “C’hai parlato? Ma sta tranquillo, si?”
Pucci: “Per me non ci sta col cervello… non ci sta, non ci sta con la capoccia!”
Carminati: “Ce la fa? Ce la fa a tenersi il cecio al culo secondo te? No! Non ce la fa…”
Pucci: “Lo so, lo so, lo so, lo so”
Carminati: “Eh, è quello il problema”
Pucci: “È quella la fregatura”
Carminati: “Allora tocca fa’ il male minore, amico mio, perché se io fossi sicuro di quello, ma che pensi che stiamo ancora a parla’ di questa cosa?”

 Massimo Carminati e Carlo Pucci, ex dirigente EUR SpA
 (30/01/2013)

Il Porcone Il convitato di lardo di cui l’Amici si danno tanto pena è Riccardo Mancini (detto Er Porcone), l’ex camerata di Avanguardia Nazionale catapultato da Gianni Alemanno ai vertici della EUR S.p.A. (la società pubblica che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare della Capitale), sotto inchiesta per un tangente da 700.000 euro e forse più, versati nel 2009 dalla Breda-Menarini, Gruppo Finmeccanica, per la consegna di 45 filobus (peraltro mai entrati in servizio) al Comune di Roma, al costo di 37 milioni di euro. Ne avevamo già parlato in dettaglio [QUI].
FilobusMa ad interessarsi dell’acquisto è un po’ tutta la dirigenza Finmeccanica, che più che altro considera la commessa come una testa di ponte, per entrare nei ben più lucrosi appalti per la costruzione della nuova metropolitana di Roma.
Per l’operazione si mobilitano l’allora sindaco Alemanno; Pierfrancesco Guarguaglini, amministratore delegato di Finmeccanica; Lorenzo Borgogni, capo delle relazioni esterne di Finmeccanica; Vincenzo Piso, coordinatore regionale del PdL, e Vincenzo Pisotrascorsi politici spesi tra Terza Posizione ed Ordine Nuovo, prima di approdare al NCD di Angelino Alfano. Soprannominato il Federale, è considerato da Borgogni il “referente politico di Mancini”, presso il quale ha raccomandato il suo assistente personale di fiducia. Ovvero, quel Carlo Pucci, promosso a dirigente commerciale e responsabile dei servizi generali presso l’EUR S.p.A, nonché esponente di spicco del sodalizio criminale Buzzi-Carminati, nell’ambito della cupola fascio-mafiosa.
Lorenzo Cola Ad occuparsi della fornitura per conto di Finmeccanica, c’è Lorenzo Cola, il consulente economico dell’ex presidente Pierfrancesco Guarguaglini, che per la transazione si accompagna a Marco Iannilli commercialista e uomo di fiducia di Massimo Carminati. Insieme a Lorenzo Cola, il commercialista Iannilli gestisce la società ArcTrade, tramite la quale si sono ritagliati una quota consistente degli appalti ENAV (società nazionale per l’assistenza al volo), presieduta da Luigi Martini (diploma da perito tecnico e soprattutto ex deputato di AN, in quota Matteoli); commesse nell’ambito della TechnoSky (Logistica e supporti informatici), con presidente Fabrizio Testa (ex AN pure lui, in quota Alemanno, e considerato il “facilitatore” dei rapporti di Carminati con la P.A.); e ulteriori lavori per conto della SELEX (sistemi integrati), amministrata direttamente dalla moglie di Guarguaglini. Tuttavia, il commercialista Iannilli è in affari anche col gruppo di Gennaro Mokbel, per il quale cura l’ingresso in Finmeccanica, attraverso la DIGINT che è il loro cavallo di troia per entrare nel giro di commesse della holding pubblica. Per la Carmine Fascianibisogna, Gennaro Mokbel, che è in solidi rapporti con Carmine Fasciani (ex Banda della Magliana e ras indiscusso del Litorale Pugliese e Mokbelromano, con la gestione esclusiva dello spaccio) e con le ‘ndrine calabresi dei Nicoscia-Pugliese-Arena, affida a Iannilli la cifra di 8 milioni di euro per il buon fine dell’intrapresa. E dovrà intervenire Massimo Carminati in persona, e metterci tutto il suo peso, per salvare Noi TPIannilli dalle ire di Mokbel, una volta sfumata l’intrapresa e spariti i soldi dell’Affaire Digint. Carminati, Iannilli, Mokbel, Cola, Piso, Mancini… sono tutti accomunati dalla medesima militanza nell’estrema destra eversiva e, a quanto pare, godono di un accesso libero e riverito nelle stanze del potere.
Faber BeachDella maxi-tangente ritagliata attorno all’acquisto dei nuovi filobus che dovrebbero collegare le nuove unità residenziali di Tor Pagnotta alla Laurentina, Mancini trattiene per sé il 10% mentre il resto della somma sembrerebbe perdersi nei rigagnoli che colano fuori dal “gabinetto di Alemanno”, come dichiarerà alla magistratura uno degli imprenditori (Edoardo D’Inca Levis) Gianni Alemannocoinvolti per la liquidazione della pratica. È curioso notare come fiumi di denaro continuino a sgorgare direttamente sotto il naso di Alemanno, scorrendo a sua insaputa in tasche fidatissime dei camerati a lui più vicini. È davvero il colmo per un uomo che ad ogni circostanza mantiene sempre la stessa faccia, ogni volta pronto a “cadere dalla nuvole” (QUI una lettura molto istruttiva sui pagamenti Enav).
fave di fucaPer il gigantesco danno alle casse comunali ed a quelle della EUR SpA, che sotto l’oculata gestione Mancini chiude, per la prima volta dalla sua fondazione, presenta bilanci pesantemente in perdita, l’allora sindaco Alemanno si costituisce parte civile contro il manager che lui stesso ha nominato. E che per inciso ha gestito per suo  conto, tanto i fondi della campagnia elettorale, tanto la tesoreria della sua fondazione “Nuova Italia”.
Mancini ed AlemannoLa cosa risulta così sfacciata, da far sussultare pure Massimo Carminati, che pure è uomo con ben più di un pelo sullo stomaco:

“A tutto c’è un limite… Alemanno che ieri sul giornale ha scritto che …la merda!…che si costituirà parte civile contro Mancini…ma Mancini è un uomo tuo! Ma che sia o non sia una merda…ma quello è uomo tuo…tu non ti puoi comportà così!”

 Massimo Carminati
 (20/03/2013)

In data 25 marzo 2013, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma, Riccardo Mancini viene arrestato per i reati di concussione, corruzione ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti, ed estorsione, suscitando più di qualche preoccupazione nel mondo di mezzo

“Questo se deve tappà la bocca. Aspettare che passi…se facesse la cosa…stattene tranquillo zitto muto tanto fino a quando ce stanno le elezioni”

 Massimo Carminati al telefono con l’avv. Dell’Anno
 (25/03/2013)

A Mancini viene affiancato l’avv. Pierpaolo Dell’Anno, che tra i suoi assistiti, oltre all’immancabile Carminati, annovera anche Ernesto Diotallevi: ex usuraio, in passato legato al ‘faccendiere’ Flavio Carboni ed agli ambienti piduisti, ex tesoriere del Clan dei Testaccini di Enrico De Pedis e referente di Cosa nostra a Roma.
Omicidio di Roberto CalviEvidentemente la strategia difensiva funziona, perché l’ex manager esce dalla galera a velocità della luce, ottenendo quasi subito gli arresti domiciliari.

“Mancini è stato arrestato per una cazzata! E poi i soldi non se l’è presi lui, lui veramente i soldi non se l’è presi lui, l’ha dati ad un deputato noi lo sappiamo a chi l’ha dati.. sa tutta Roma a chi l’ha dati però hanno arrestato a lui. E vedemo se ce lo dice.”

 Salvatore Buzzi
 (25/03/2013)

fave-di-fucaEbbene, chi mai sarà il misterioso cecio al culo da tenersi stretto? L’Onorevole al quale il Porcone avrebbe rigirato la sostanziosa mazzetta della Breda-Menarini e la cui identità tutta Roma conoscerebbe?!?
In proposito, noi una mezza ideuccia ce l’avremmo pure…

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