
Oggi parliamo di merda. E lo facciamo senza eufemismi né fronzoli, ritraendo l’informe materia nella cruda essenza che meglio di ogni altra immagine ricorda l’originale…
Gli esemplari che sguazzano infami e festosi nelle latrine leghiste sono molti e raggrumati in un indistinguibile solido fecale, ma un’eccezione di rilievo vogliamo dedicarla a Gianluca Buonanno, profondo conoscitore della materia in oggetto, a tal punto da rendersi indistinguibile dalla stessa.
Si tratta di un altro di quei vitelli tonnati della provincia piemontese, che dal nazifascismo militante sono scivolati per confluenza naturale in quel disgustoso concentrato di liquami tossici, sotto i vessilli verde-ramarro della Lega Nord.
Tra gli allucinati nazisti della padania, Gianluca Buonannno è oramai noto per le sue continue esibizioni scatologiche, che va schizzando in giro con un profluvio diarroico dall’inarrestabile crescendo. Tipico esemplare ariano di razza sub-alpina, dal basso della sua altezza (sarà alto mezzo cazzo e un barattolo), è un immigrato pugliese con la passione per le armi, che con ogni evidenza non sa nemmeno impugnare.
Si noti lo sguardo lubrico da borghese piccolo-piccolo, con cui il botolo ringhioso dai tratti anfibi stringe il giocattolo nelle mani cicciose e levigate di nullafacente professionista. Inutile cercare un barlume di intelligenza nell’espressione catatonica di questi profili lombrosiani, che sembrano trovare in un’arma la protuberanza surrogata a complemento di défaillance di ben altra natura.
E nell’ansia di assomigliare sempre più ai villici che rappresenta, ne solletica compiaciuto gli istinti più fetidi e ripugnanti. Non si tratta di folklore.. boutade.. provocazione goliardica… ma proprio di merda!
Quando non è troppo occupato a giocare con le pistole in diretta televisiva, questo idiota matricolato a pubblico mantenimento dedica ogni altra attenzione alle immonde congiure della “lobby omosessuale”, ossessionato com’è dalle orde di ‘froci’ che funestano la sua esistenza tormentata di paranoico compulsivo, visto che non parla d’altro, con continue evocazioni sodomitiche che tanto stuzzicano il suo immaginario perverso. In
alternativa, questo energumeno da esportazione, che nel frattempo è diventato pure europarlamentare, non nasconde il suo amore per le forche che invece eccitano le fantasie malate delle anonime Dogville pedemontane, dove improvvisati pistoleri dai ventri sfatti fantasticano di linciaggi e tornei di caccia ai negri camuffati da leprotti.
Per spiegare come un simile spurgo di fogna affetto da dissenteria cronica e la passione per il travestitismo (marziale come può esserlo un rospo imbalsamato!), abbia potuto conquistare gli scranni della ribalta nazionale dalle risaie del vercellese, non basta il cielo plumbeo delle Vandee valligiane sperdute nell’anomia psicotica delle “aree tristi” che puntellano la provincia più oscura del profondo nord, coi suoi analfabeti bifolchi di campagna alla destra del Ku Klux Klan e dalle passioni coprofile che ogni volta vengono appagate in ricche abbuffate di merda, ai banchetti elettorali di quella cloaca a cielo aperto che chiamano Lega per la raccolta indifferenziata di escrementi solidi suburbani. Qui siamo ben oltre le parafilie più estreme. E infatti bisognerebbe avventurarsi piuttosto negli abissi delle psicopatologie di massa.
Un reazionario coi contrifiocchi dagli allegri trascorsi fascisti, Leo Longanesi, parlava dell’unione di diecimila idioti come una “forza storica”. Noi, a forza di abituarci all’immanenza abnorme di un numero spropositato di coglioni a briglia sciolta, rischiamo invece di sottovalutarne la pericolosa carica eversiva di troppi imbecilli allo stato brado.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Correlati
This entry was posted on 23 ottobre 2015 at 17:42 and is filed under Muro del Pianto, Ossessioni Securitarie with tags Gianluca Buonanno, Idioti, Lega Nord, Merda, Nazismo, Squallore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can leave a response, or trackback from your own site.
23 ottobre 2015 a 20:12
“non ce l’ho con lui, ma con quelli che lo votano e non lo buttano di sotto, anzi”
più son bassi, più son tignosi
1. Affetto da tigna: un ragazzo t., animali t.; e in funzione di sost.: lo sfuggivano come un tignoso.
come quei cagnolini rabbiosi lunghi 20 cm che rompono i zebedei anche ai cavalli
24 ottobre 2015 a 02:08
Ci sono bestie per le quali alcuni nutrono un’attrazione fatale…
23 ottobre 2015 a 23:18
Questo e’ un altro che -perdente alla lotteria dell’intelligenza- s’e’ visto catapultato nell’olimpo politico da una combinazione di calci nel culo e assenza di avversari qualunque (un morto sarebbe andato benissimo, per dire). Si, comunque e’ lamMerda della mMerda.
24 ottobre 2015 a 01:52
Per una serie di imperscrutabili ragioni, in alcuni luoghi si creano affinità elettive più forti che altrove…
Certi legami sono più difficili da spezzare. Deve essere una questione di chimica.
23 ottobre 2015 a 23:22
[…] Sorgente: DEIEZIONI PADANE […]
24 ottobre 2015 a 22:51
chiedo scusa, ma tutto questo annuire alle deiezioni mi disgusta.
I CONCETTI NON HANNO BISOGNO DI PUZZA ,
PROFUMANO E VORREI TANTO PERCEPIRNE QUALCUNO
LA PREGO ,ALZI IL SUO LIVELLO E LA SMETTA CON
LE INUTILI IPERBOLI SECENTESCHE.
LA SUA PROSA E’ RETORICA.
COMUNQUE IL SITO MERITA ATTENZIONE .
GRAZIE
ANNA MARIA ANTONELLI EMIGRANTE AD INTERMITTENZA
25 ottobre 2015 a 01:45
Carissima Anna Maria,
In effetti l’intento era proprio quello di suscitare il disgusto del Lettore, meglio se attraverso il ricorso alle “inutili iperboli secentesche” in modalità Verfallen. Paradossalmente, la sua reazione dimostra che l’obiettivo è stato raggiunto. Il fatto che Lei abbia sentito il bisogno di esternare il suo disappunto ne è una ulteriore riprova.
Consideri che per Martin Heidegger la deiezione (Verfallenheit) costituiva lo strumento privilegiato col quale misurare il nostro rapporto con le cose del mondo, in quanto elemento essenziale e determinante dell’umana esistenza. Pensi un po’ che queste cose l’austero professore nazistoide le scriveva in quella che è universalmente considerata la sua opera più significativa: “Essere e Tempo” (1927); uno dei pilastri della moderna filosofia ermeneutica.
Certo convengo con lei che la materia in oggetto per sua natura puzza. E dunque va smossa con cura. Non fosse altro per una questione di profilassi.
In quanto allo stile utilizzato, ogni prosa è “retorica” se con essa intendiamo l’arte del discorso, tramite il ricorso ad una serie di artifici e paradossi, inseguendo quei meccanismi che si sviluppano sotto il nome di metalinguistica e tropologia.
L’artificio (retorico) sta nel provare a metterli in pratica, evitando se possibile ogni pedanteria accademica.
Ovviamente scriviamo e abbiamo scritto di meglio. E’ il soggetto della pubblicazione che non ispira definizioni migliori.
25 ottobre 2015 a 10:22
Quando si parla di cacca le cose puzzano e non c’è niente da fare, forse Lei mangia saponette ma quelli in camicia verde non ne hanno mai vista una cara signora anna-maria.
29 ottobre 2015 a 19:04
Salve,
ho dato una scorsa al blog. Sfortunatamente non vedo satira indirizzata verso la fogna di sinistra, nonostante di argomenti e personaggi su cui scherzare, ce ne siano in abbondanza…
29 ottobre 2015 a 19:23
Sarà che i letamai in fondo a destra sono di gran lunga più ricchi di deiezioni da smaltire…