LORDS OF WAR

“La guerra a Gaza ha inflitto terribili sofferenze al popolo palestinese. Sono stati uccisi più di 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini. La sofferenza dei palestinesi è in cima ai miei pensieri.”

(Joseph R. Biden. 10/03/24)

Sarà per questo che da quando è cominciata l’invasione della Striscia di Gaza, con appunto la campagna di bombardamenti indiscriminati e devastazioni di massa su eccidio sistematico della popolazione (i famosi “animali umani” da sterminare), gli USA sotto la presidenza Biden abbiano rimpinguato gli arsenali di Tsahal con oltre 10.000 tonnellate di forniture militari, senza le quali sarebbe impossibile continuare la campagna di distruzione in atto. E lo hanno fatto stanziando svariate centinaia di milioni di dollari, pescati da 3,3 miliardi che gli USA versano annualmente ad Israele in termini di “assistenza militare”. Ma il pacchetto potrebbe essere innalzato a 21 miliardi di denaro pubblico da spendere in “aiuti”, come preannunciato dallo speaker repubblicano alla Camera: l’ultraconservatore iper-trumpiano Mike Johnson (al peggio non c’è mai fine). Le forniture comprendono un migliaio di bombe a caduta libera MK-82 da 500 libbre, insieme alle MK-84 da una tonnellata, 50.000 munizioni da 120 mm per i tank Merkawa e decine di migliaia di proiettili da 155 mm per obici d’artiglieria (compreso il munizionamento al fosforo bianco), che poi sono gli stessi piovuti sulla testa e nelle case dei palestinesi (quelli delle terribili sofferenze inflitte dalla “guerra”, assurta ad entità anonima), per i quali Potus tanto si strugge di dolore. Ne è talmente afflitto, che finora l’Amministrazione Biden, per assicurare il pronto trasferimento di armamenti con un costante ponte aereo di 45 aerei cargo, si è sentito in dovere di scavalcare lo stesso Congresso degli Stati Uniti, vista l’impellenza. Per questo ha secretato le transazioni di vendita (Foreign Military Sales), in deroga alla normativa di controllo prevista dall’Arms Export Control Act, senza alcun dibattito parlamentare e senza che il Congresso ne venisse informato; nonostante questi avesse già approvato un pubblico stanziamento di 260 milioni di dollari, in aggiunta all’accordo decennale da 38 miliardi di sovvenzioni per l’acquisto di attrezzature militari ed un ulteriore stanziamento di 5 miliardi di dollari per la difesa missilistica, stipulato nel 2016 da Obama presidente (il premio Nobel per la pace) e Biden come vice, col grazioso invio di dieci batterie a lanciatore multiplo e 800 missili intercettori con relative ricariche di scorta.
Evidentemente all’Afflitto l’abbuffata non sembrava ancora sufficiente. E infatti gli USA hanno sistematicamente posto il loro veto contro qualunque risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, per porre un argine al conflitto o condannare la ripetuta reiterazione delle stragi di civili e violazioni del diritto internazionale, salvo dolersene in pubblico secondo la collaudata pantomima del poliziotto buono e poliziotto cattivo. Con oltre il 70% di vendite, gli USA sono infatti il primo fornitore di armamenti ad Israele, nonché il più munifico trafficante di armi al mondo, ci sarebbe da aggiungere; a dimostrazione che le guerre fanno bene all’economia americana. Giusto a proposito di come nascono e di chi le alimenta…

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