Anche la ‘politica’ ha i suoi Bambinelli… più o meno prodigiosi e tutti ben pasciuti.
Magari il loro avvento non viene annunciato da una stella cometa, ma il legame con la mangiatoia in genere dura tutta la vita, tanto deve essere comoda ed accogliente la greppia del potere. Hic manebimus optime.
Il Bomba, lo si sapeva già, è fatto così. Più lievita e più le spara grosse.
Dev’essere un problema di concentrazione gassosa: l’accumulo compulsivo di stronzate deve poter sfiatare in qualche modo; non importa attraverso quale orifizio usato a sproposito ciò avvenga…
Il problema dei cazzari è che non possiedono il senso del limite. Mancano di misura. Se dai loro un minimo di confidenza, ti avvolgeranno nelle spire di un vortice di fanfaronate commensurate al proprio ego, che quasi sempre è smisurato nella grandissima considerazione che hanno di se stessi. Solitamente perché nessuno, nella benevolenza che in genere si accorda a questi fenomeni da bar sport, li manda mai affanculo per tempo, sottovalutando quasi sempre la minaccia intrinseca che la frequentazione prolungata di simili cialtroni comporta. La rassegnata accondiscendenza, con la quale tolleriamo la categoria, peggiora la situazione ed instilla nel cazzaro l’intrinseca convinzione di essere irresistibilmente simpatico; col risultato di esasperare la sua già copiosa produzione di bubbole, che costituisce il segno più tangibile (se non unico) delle loro parassitarie esistenze di bugiardi cronici. D’altronde, lo spaccio all’ingrosso di panzane sempre più grandi costituisce il modo più semplice per darsi importanza, non avendo il cazzaro alcuna qualità di cui potersi vantare. Per questo la pratica non va assolutamente incentivata. Perché il cazzaro vive delle attenzioni altrui: sono la linfa che ne alimenta le gesta e gli permette di conquistare le luci della ribalta. E siccome, nonostante tutto, la categoria ha i suoi estimatori, ogni cacciaballe di rispetto quasi sempre è anche un politico di successo.
Certo poi per un connaturato riflesso psicologico, l’opprimente complesso di inferiorità, la consapevolezza di essere sempre stato considerato unanimemente un coglione fuori dai contesti sfigati di provenienza, ritorna sempre. E riesce fuori nei momenti meno opportuni, ricordandogli quanto effimeri siano i suoi successi. Il sospetto ed il senso di inadeguatezza lo riportano agli anni della sua pubertà, quando veniva vessato nei cessi della scuola e gli altri bambini gli fregavano la merendina. Tale è il complesso che opprime il cazzaro, da
indurlo a vedere anche nelle più perfette ed insignificanti nullità una minaccia concreta al suo potere illusorio e così faticosamente raggiunto. Perché niente terrorizza di più il cazzaro, che vedersi restituito alla condizione di nullità assoluta che in fondo è sempre stato.
Ora, vedere un Matteo Renzi che, in un profluvio di metafore calcistiche a riprova della sua levatura culturale di statista per caso, parla di “derby contro la vecchia guardia” a proposito del plebiscito referendario ad personam da lui fortissimamente voluto e quindi rinnegato, è francamente troppo persino per un cazzaro da televendita come lui, con tanto di campionario riciclato su plagio berlusconiano. A dispetto del fattore anagrafico, quei quarant’anni che in ogni altro paese indicano un uomo bello che fatto, ma che in Italia sono considerati invece una specie di prolungamento dell’adolescenza per eterni ‘ragazzi’ afflitti dalla sindrome di Peter Pan, il bambino Matteo, il nerd col risvoltino sui calzoni, è quanto di più vecchio ed inesorabilmente antico abbia mai prodotto l’italica mediocrità cronicamente malata di nuovismo, che pur ci aveva già abituato a standard di infimo livello.
Uno che a dodici anni già era organico alla Democrazia Cristiana. E che per tutta la vita ha fatto il portaborse scodinzolando dietro al notabile di turno prima di spiccare il grande balzo, riadattando ogni volta idee e copione da recitare secondo convenienza, nel riciclaggio costante di aria fritta, per un condensato di banalità desolanti dalla coglioneria siderale immortalata nella sua copiosa produzione libraria di pataccaro seriale.
Per capire origini e sostanza del personaggio, basta in fondo (molto in fondo..!) sfogliare il suo album fotografico di appartenenza, per ritrovarsi immersi in una collezione di fossili che risalgono direttamente all’era giurassica, con la sua galleria di dinosauri ormai estinti.


Adottato da un centrosinistra sputtanato ben oltre il suicidio, il putto poteva benissimo fare il leader del centrodestra, tanto è intercambiabile nei ruoli, anche se politicamente nasce democristiano; ovvero la morte dei sensi nella totale assenza di una qualunque tensione ideale che non sia mero opportunismo.
Passano gli anni, ma niente sembra togliergli da dosso quell’aria furbastra da scolaretto ruffiano di provincia (e mai bullizzato abbastanza!) che sembra uscito direttamente da uno sceneggiato degli Anni ’50, ora strizzato nel completino della cresima riutilizzato per gli eventi di partito al ballo delle debuttanti, adesso invece infagottato in improbabili giacche color cammello morto, con un guardaroba che sembra uscito da una svendita dell’usato ai grandi magazzini M.A.S. L’immagine dominante è quella di un citrullo ripulito di paese che né i
servizi sui giornaletti parrocchiali, né le riviste del gossip patinato al servizio del padrone, sono riuscite a migliorare; nonostante i tentativi disperati nel dare una parvenza di stile al flaccido bamboccio rivestito a festa.
Il vero dramma è che Lui si crede davvero un gran figo (anche se post-datato)..!

E peccato che a ben vedere si tratti di una specie di ibrido, nato da un incrocio tra Pinotto e Mr.Bean, su clonazione berlusconiana, per un concentrato di presunzione illimitata, ignoranza abissale ed arrogante strafottenza, con il grasso intorno, mentre si accompagna a chiunque sia in grado di garantirgli una qualche protezione.
Non per niente questo avanzo di nuovo, può contare dell’appoggio quasi illimitato di vecchie cariatidi della politica come il presidente emerito, e tuttora decidente, Giorgio Napolitano (91 anni dei quali 61 trascorsi in politica); nonché del supporto più che interessato di un
intero complesso bancario-industriale-politico che si è messo in testa di riscrivere la Costituzione degli italiani, decidendo ciò che è bene per loro direttamente al posto della cittadinanza. In un intreccio sempre più inquietante di interessi inconfessabili, commistioni massoniche e servizi segreti esteri, commesse legate alle agenzie private di cyber-security, si ritrovano nel mazzo degli sponsor: Goldman Sachs, JP-Morgan, Fondo Monetario Internazionale, la Commissione UE, il cancelliere tedesco Angela Merkel, l’ambasciatore USA e l’immarcescibile Michael Ledeen, il Wall Street Journal… noterete come la nuova Costituzione sia stata voluta (e scritta) da organismi stranieri o di natura strettamente padronale (Confindustria) e quindi imposta all’Italia. È la più onerosa delle cambiali che l’utile idiota di Pontassieve ha dovuto pagare ai suoi padrini internazionali, da abusivo della democrazia quale è, per continuare a godere delle protezioni fondamentali e rimanere al governo con una maggioranza tenuta assieme a colpi di fiducia.
Nella sua furbesca contrapposizione in bianco e nero tra ‘nuovo’ e ‘vecchio’, il piccolissimo principe ignora che in un’epoca dove l’immagine è tutto bisogna avere un minimo di physique du rôle con la prossemica giusta…
E non è proprio il suo caso!
Con quello sguardo acquoso da cernia lessata, le labbra pendule, l’espressione ebete perennemente arricciata in smorfie improbabili, al massimo può essere credibile come pizzicagnolo alla sagra paesana. Uno con una faccia così farebbe bene a farsi vedere in giro il meno possibile.

Ma il problema di tutte le prime donne avviate ad un precoce tramonto è che innanzitutto non sanno comprendere quando giunge il momento di uscire dignitosamente di scena, incapaci come sono di capire che non è imponendo la propria presenza in ogni dove o trasmissione, che si riconquista la ribalta perduta. Per giunta, mettendo in scena sempre lo stesso campionario da rivendita dell’usato per piazzisti ambulanti, l’effetto saturazione si trasforma in rigetto per repulsione da sovraesposizione.
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This entry was posted on 9 ottobre 2016 at 20:52 and is filed under Stupor Mundi with tags Cazzari, DC, Democrazia Cristiana, Italia, Liberthalia, Lobby, Matteo Renzi, Politica, Potere, Società. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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10 ottobre 2016 a 10:04
avevo iniziato a ridere già dalla bella citazione del titolo, poi siamo andati ancora migliorando 🙂
che idea ti sei fatto sui possibili scenari del post referendum?
10 ottobre 2016 a 23:33
Carissima!! Che piacere ritrovarti ancora!
Non potevo sapere se avresti letto l’articolo, ma ero sicuro che avresti apprezzato la ‘citazione’..;)
Provo dunque a rispondere alla tua domanda, anche se non ho la sfera di cristallo…
A meno che non si inventi qualche altra marchetta ad effetto, confezionando una legge finanziaria tutta mance e bonus in deroga ai vincoli di bilancio (la UE mi sembra propensa, perché i trattati si interpretano a seconda degli “amici”), e se gli italiani non si lasceranno ingannare dalla formulazione del quesito furbamente truccato, esiste la concreta possibilità che Renzi perda il referendum (il plebiscito su di lui). In tal caso puoi star certa che NON si dimetterà. Da baro incallito qual’è, cambierà le carte in tavola, improvvisamente si appellerà alla “centralità del parlamento nella pienezza della sua sovranità”, e che dunque si dimetterà solo se sfiduciato dalle Camere. E in tal caso pretenderà di indicare lui l’eventuale premier di un possibilissimo governo tecnico di transizione (l’ennesimo).
Ovviamente si aprirà la resa dei conti finale con l’ectoplasmatica “minoranza piddì”, che non gli farà mancare la fiducia come premier, ma in cambio pretenderà le sue dimissioni da segretario, per de-renzizzare il partito e poterlo meglio rosolare dopo a fuoco lento. O almeno così piacerebbe credere alla patetica banda di qua-quara-quà.
Qualora invece dovesse prevalere il Sì al referendum… be’ mia cara temo che dovrai prendere in seria considerazione la possibilità di trasferirti in Germania, perché a quel punto non lo ferma davvero più nessuno.
Disperato qual’è, non avendo niente con cui riciclarsi e non sapendo fare nulla, il Bambino Matteo è terrorizzato soltanto all’idea di dover tornare umiliato e bastonato in quel buco di provincia da cui proviene. E siccome stavolta s’è preso davvero tanta paura, scampato il pericolo, maligno e meschino qual’è, vorrà vendicarsi… Ha già pronta la lista di proscrizione coi brutti e cattivi che non l’hanno sostenuto abbastanza nella campagna referendaria, o non si sono rivelati supinamente devoti a lui. Farà certamente un rimpasto di governo, eliminando i suoi nemici o presunti tali; andrà allo scontro aperto con la minoranza interna al partito (con la certezza della scissione), e procederà ad una occupazione manu militari di tutti gli organismi di garanzia e controllo istituzionale non ancora completamente asserviti ai suoi voleri. E siccome l’individuo è arrogante di suo, lo farà con una tracotanza ed una strafottenza così esasperata oltre i limiti del tollerabile, con un crescendo di provocazioni e di eccessi che finiranno per renderlo inviso anche ai suoi sponsor extraparlamentari, che a quel punto si vedranno costretti a cercare un nuovo bamboccio meglio controllabile, non appena si renderanno conto di avere a che fare con una specie di Chucky impazzito. Saranno mesi difficili, in cui il governo sarà uno strumento funzionale alla sopravvivenza di Renzi e funzionerà come una emanazione personale del suo ego, per puntellare il consenso in vista delle elezioni anticipate. Perché a quel punto sarà ferma volontà del ducetto andare al voto prima della scadenza naturale della legislatura, sfruttando l’onda lunga dell’eventuale successo referendario nella sua presunzione di onnipotenza.
Durerà? Vincerà? Non credo. Comunque vada, brucerà in fretta, consumato dalle sue stesse ambizioni.
10 ottobre 2016 a 18:25
Eccellente “parodia” del bonzo toscano!
10 ottobre 2016 a 22:44
Grazie!!
10 ottobre 2016 a 18:35
[…] via Neon Genesis Oversize — Liberthalia […]