ROSE BIANCHE

RosaBianca

«Il vero danno deriva da coloro che vogliono “sopravvivere”. Gli uomini dabbene che vogliono soltanto essere lasciati in pace. Coloro che non vogliono le loro piccole vite disturbate da qualcosa di più grande di loro. Quelli che non prendono parti o cause. Quelli che non prendono le misure della propria forza, per paura di contrapporsi alle proprie debolezze. quelli che non amano fare onde o farsi nemici. Quelli per cui i principi di libertà, onore, verità sono solo letteratura. Quelli che vivono in piccolo, si accomunano in piccolo e muoiono in piccolo. È l’approccio riduzionista alla vita: se la mantieni in piccolo, la mantieni sotto controllo. Se non fai rumore, il fantasma non ti troverà. Ma è tutta un’illusione, perché anche costoro muoiono, queste persone che raggomitolano la loro anima in piccole palline in modo da essere al sicuro. Al sicuro? da cosa? la vita è sempre sull’orlo della morte; le strette stradine portano allo stesso luogo degli ampi viali, e una piccola candela si consuma bruciando allo stesso modo di una torcia infiammata. Io scelgo il mio modo di bruciare.»

Il testo, universalmente attribuito a Sophie Scholl, è probabilmente un ‘apocrifo’ rielaborato dal cristianista Richard Dahlstrom e pubblicato in apertura del quarto capitolo di “O2: Breathing New Life Into Faith” (2008), che tratta di tutt’altre questioni.
Ma meritava di essere condiviso a prescindere. Un ringraziamento speciale alla persona speciale, che ha voluto segnalarmi il brano, cogliendone l’essenza più profonda.

Sophie Scholl

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6 Risposte a “ROSE BIANCHE”

  1. L’ha ribloggato su Opinionista per caso Violae ha commentato:
    Rose Bianche

  2. Daniele Cerva Says:

    Già, e ne abbiamo davvero tanti ultimamente…purtroppo

  3. Grazie a te, di tutto, carissimo.
    Un mio punto di riferimento, Sophie Scholl, per quanto possa sembrare presuntuoso sostenerlo. Quanta grandezza, quanta purezza d’animo si possono pur trovare in una persona!
    [consiglio anche il film “Sophie Scholl : die letzten Tage”, che dovrebbe essere stato tradotto “La Rosa Bianca” in italiano.]

    Con il pensiero alla definizione di Ur – Fascimo data da Umberto Eco, scrivo qui quanto ho già espresso altrove a chi mi chiedeva del 25 aprile: la festa della Liberazione è una giornata che sento particolarmente – nelle mie zone la Resistenza è stata particolarmente agguerrita, e nulla in quel periodo era diverso da una vera e propria guerra civile. Il mio bisnonno inoltre fu internato in un campo di concentramento; fortunatamente la sua prigionia iniziò negli ultimi periodi della guerra quindi riuscì a sopravvivere fino a quando non vennero liberati tutti gli internati. Tornò a casa facendosi dare dei passaggi lungo la strada, con il numerino tatuato al braccio, denutrito, uno scheletro. Nel paesino dove viveva, una donna aveva appena avuto un bambino e quindi aveva anche il latte. Questo fatto fu la salvezza del mio bisnonno al suo ritorno, dato che aveva lo stomaco talmente rivoltato da potersi nutrire solo con quel latte. Per quanto mi riguarda, e a prescindere da ogni esperienza familiare vicina o lontana, io sono e sarò sempre antifascista, semplicemente perché essere antifascisti significa essere contro qualsiasi prevaricazione del forte contro il debole, contro la violenza che vuole zittire le idee a forza di olio di ricino, contro l’omologazione e contro i soprusi e le discriminazioni al diverso. Essere antifascisti significa anche e soprattutto ricordarsi che il fascismo non è soltanto quello delle foto a Piazza Venezia con le “adunate oceaniche”, ma è un principio, un virus strisciante e vivo più che mai. Io sono la prima persona che debbo controllare, la prima che non deve cedere, gli altri poi potrò osservarli di conseguenza, vivendo sempre nel ricordo di quanto è successo:

    Ricorda, o cittadino, questa data
    e spiegala ai tuoi figli
    e ai figli dei tuoi figli
    racconta loro
    come un popolo in rivolta
    si liberasse un giorno
    dall’oppressore
    e narra loro
    le mille e mille gesta di quei prodi
    che sui monti, nei borghi e in ogni luogo
    sbarrarono il passo all’invasore
    né ti scordar dei morti
    né ti scordar di raccontare
    cos’è stato il fascismo
    e il nazismo
    e la guerra ricorda
    le rovine, le stragi, la fame e la miseria
    lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri
    ricordati di Buchenwald
    delle camere a gas, dei forni crematori
    e tutto questo
    spiega ai tuoi figli
    e ai figli dei tuoi figli
    non perché l’odio e la vendetta duri
    ma perchè sappian quale immenso bene
    sia la libertà
    e imparino ad amarla
    e la conservino intatta
    e la difendano sempre.

    • A volte, una rosa di anime elette è sufficiente a riscattare la dignità di un intero paese, elevandosi ben al di sopra delle sue miserie umane e morali. Finché ci saranno persone come te, la speranza di un mondo migliore non sarà mai utopia. Finché esisteranno simili anticorpi sociali, per quante forme sempre nuove possa assumere, il fascismo continuerà ad essere perdente anche se dovesse essere eterno. In ogni caso sarà stata una lotta degna di essere combattuta.

      «Se pensiamo ancora ai governi totalitari che dominarono l’Europa prima della seconda guerra mondiale, possiamo dire con tranquillità che sarebbe difficile vederli ritornare nella stessa forma in circostanze storiche diverse.
      […] Tuttavia, anche se i regimi politici possono venire rovesciati, e le ideologie criticate e delegittimate, dietro un regime e la sua ideologia c’è sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri e di insondabili pulsioni.
      […] L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo. Do ancora la parola a Roosevelt: “Oso dire che se la democrazia americana cessasse di progredire come una forza viva, cercando giorno e notte con mezzi pacifici, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, la forza del fascismo crescerà nel nostro paese” (4 novembre 1938). Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: “Non dimenticate”

      Umberto Eco
      “Il fascismo eterno”
      (24/04/1995)

  4. L’ha ribloggato su Mauro Poggie ha commentato:
    Credo che questo post di Liberthalia sia un buon modo per ricordare quel 25 aprile di tanti anni fa. Dopotutto, se siamo qui oggi a celebrarlo, è perché allora ci fu chi decise che prima che più importante del sopravvivere era vivere, anche se per vivere occorreva essere pronti a morire.

  5. Il Ribelle Says:

    E perchè l’antifascismo non è solo una idea politica ma è una idea di società, un vivere insieme, senza soprusi e senza violenze.

    Chi è antifascista lo è per sempre, non si può cambiare idea.

    Un buon 25 aprile a tutti gli antifascisti! (anche se il mio augurio arriva con ritardo)

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