NOLI ME TANGERE


«Non mi dimetterò mai! Se questi faranno il governo tecnico noi gli scateneremo contro la guerra civile. Avranno una reazione come nemmeno s’immaginano… »
(Silvio Berlusconi – 12/11/10)

Après moi le déluge! 
 Come una cozza aggrappata sugli scogli, come una tenia nell’intestino, lo scalpitante Sardanapalo brianzolo vacilla ma non molla.
Incollato alla poltrona come il più squallido dei vecchi politicanti, attaccato al potere come il peggiore degli antichi democristiani di scuola dorotea, l’Unto minaccia il diluvio universale contro chi dovesse privarlo della corona.
Ci sarebbe da preoccuparsi, se non ci fosse da ridere… È difficile immaginare questa sottospecie di nano da giardino, trincerato in armi sotto i littori di una ricostituita “repubblica sociale”: parodia estrema di un ducetto al capolinea, pressato da reggimenti di concubine mercenarie, e sempre più somigliante ad un festone di cartapesta… uno spauracchio da halloween istituzionale, sopravvissuto ai carnasciali orgiastici del bunga-bunga.
È stato già scritto tutto. Persino il finale è noto…

Era difficile credere che la realtà potesse trascendere la farsa ben oltre i confini della finzione!
Il tramonto del patriarca sarà lento e travagliato. Soprattutto sarà un percorso solitario, poiché (com’è noto) i pretoriani abbandonano sempre il proprio imperatore in prossimità della fine. Tuttavia, ci vorranno anni per disintossicarsi dai frutti avvelenati del berlusconismo… 

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2 Risposte a “NOLI ME TANGERE”

  1. Dovrà pagarli i mercenari per fare una guerra indestina, mai nella storia gli italiani hanno fatto una rivoluzione, se iniziano per il signor B. mi si gira Cavour nella tomba come una trottola.

    • Notoriamente, a prescindere dalle motivazioni ‘ideologiche’, le rivoluzioni non le fa chi ha la pancia piena, il mutuo del villino a schiera da pagare, ed il SUV parcheggiato nel box sotto casa.
      Di conseguenza, e specialmente in Italia, in assenza di armate, i generali e loro sponsor politici si sono sempre organizzati diversamente: qualche bomba sui treni dei pendolari.. valigie esplosive nella sala d’aspetto di una stazione.. in una banca.. o tra la folla durante una manifestazione sindacale…
      Nella sua tensione ideale, è una strategia che premia: nessun colpevole; indagini insabbiate fin dal principio; promulgazione di leggi speciali; ordinarietà dell’emergenza; desiderio di “ordine” (che in Italia coincide sempre con la ricerca di un “Uomo della Provvidenza”)… e, se tutto va bene, si vincono le elezioni portando al governo quanto di meglio il fascismo contemporaneo ha da offrire, con l’immancabile benedizione di Santa Romana Chiesa.
      Tuttavia, il Signor B. è un caso disperato (oltre che clinico), ostaggio della sua stessa maggioranza di governo: in cambio dell’immunità totale, tutti lo tengono per le palle e tirano i poveri didimi da Nord (Bossi e Tremonti) a Sud (Cosentino; Dell’Utri; Micciché; Lombardo..) passando per il Centro (gli emiliani Fini e Casini), fino all’insanabile strappo del real scroto imperiale.
      Sorvolando sulla terrificante trimurti Etnonazismo-Clero-Mafia, il personaggio è ormai pronto per la rottamazione, a meno di non chiedere in prestito all’amico Putin i resti delle vecchie Spetsnaz o qualche sopravvissuto delle GRU. D’altra parte, i suoi camerati delle libertà certe cose le percepiscono a fiuto e di sicuro non si immolerebbero per il papi nazionale, pronto anche all’ammucchiata istituzionale pur di rimanere a galla ancora un anno o poco più…

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