Brucia Roma


In Italia esiste una generazione bella e dannata, vezzeggiata e umiliata, schiacciata dall’indifferenza…
Parliamo dei “Giovani”: i grandi assenti della cosiddetta narrazione collettiva. Gli esclusi per eccellenza in un Paese che certo non li ama, soprattutto non li degna della benché minima considerazione. Un’intera generazione, condannata al limbo perenne di un’esistenza sotterranea, fatta di lavoretti precari e scuole fatiscenti. Defraudata di tutto: dai diritti al lavoro, dal reddito alla pensione…
Una generazione alla quale è stato negato il Futuro ed alla quale viene ora rubata persino la Speranza.
Parliamo di milioni di ragazze e ragazzi, completamente privi di ogni rappresentanza istituzionale; confinati nell’invisibilità sociale; sospinti ai margini più estremi di un sistema che li esclude da tutto, ma non esita a consumarli, mortificandone senza ritegno le pur immense potenzialità.
Parliamo dei ‘famosi’ giovani: i pesci esotici dalle abitudini eccentriche, che fuori dagli acquari controllati del “Grande Fratello” e dal finto zoo della De Filippi nessuno vuole davvero. Parliamo di coloro che non trovano mai spazio nei grandi discorsi di quei nani politici, trincerati nei loro “sacri palazzi istituzionali”: un potere alieno e borioso, chiuso nel recinto blindato di un isolamento surreale, rigorosamente separato dai sudditi.

 Né ai giovani viene data alcuna possibilità di parola. Sono quelli ai quali, se fanno troppe domande, se si agitano troppo, ripetono sempre che: sei troppo giovane perdevi ancora fare esperienza… ai miei tempi IO al posto tuo… Tu cosa?!? Tu che cazzo avrai fatto mai?!? Dati gli attuali risultati, vista l’eredità in lascito… Non avete più titoli, né autorevolezza per darci lezioni. Solo l’autoritarismo dei parassiti che invocano la repressione come una benedizione: l’estrema unzione di un potere senza più alcuna legittimazione sociale. Leggete  [QUI]… dove un porco discetta di “onore”…

Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”
Dopo aver studiato, ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!” Lo imparammo.
Dopo averlo imparato, ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?” Ci convinsero e lasciammo perdere.
Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo.
Ricominciammo a sperare, disperati.
Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza, ma dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli.
Finalmente trovammo un lavoro, a contratto: ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro.
Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo.
Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ‘60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia!” E intanto, pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre.
Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza, né un lavoro con un contratto sicuro, fate figli? Siete degli irresponsabili!”
A quel punto, non potevamo mica ucciderli. 
Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. 
Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. 
Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”
A quel punto, non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”
 
 (Breve storia di una generazione)

Può allora capitare che il rancore così a lungo accumulato, diventi una risorsa per chi ormai ha poco o nulla da perdere… Può accadere che la rassegnazione si trasformi in rabbia… che l’indignazione travalichi la sopportazione… A volte succede persino che la pazienza finisca..!

Con la scusa della “Crisi”, della nuova “recessione globale”, abbiamo così assistito ad una interessante sperimentazione economica: socialismo reale per banche e grandi corporation, foraggiate con miliardi di euro dagli Stati (soldi coi quali continuano poi a speculare scommettendo sul default dei loro stessi salvatori); invece, macelleria sociale all’insegna dell’ultra-liberismo più estremo per quanto riguarda tutti gli altri.
In Italia poi, ci dicono che stiamo pagando l’enorme debito pubblico accumulato soprattutto durante la gestione allegra degli spensierati anni ’80.
I ragazzi che ieri protestavano nel centro della Capitale all’epoca non erano nemmeno nati; tutti gli altri frequentavano a malapena le scuole elementari. Però saranno gli unici a pagare: con lo smantellamento dell’Istruzione Pubblica; la mercificazione delle Università; con contratti infami, dagli stipendi e dai diritti dimezzati. Senza alcuna copertura in caso di perdita del lavoro, verseranno contributi per pensioni che non riceveranno.
Così, per gli errori del passato, pagano le generazioni future. Il salatissimo conto di chi si è abbuffato viene addebitato quasi interamente a  chi, lontanto dalla tavola, non ha toccato nemmeno una briciola! Sacrifici a senso unico: a chi tutto e a chi niente, in nome della salvaguardia dei “diritti acquisiti” non più condivisi ma esclusivi. Strano, perché a me hanno insegnato che i diritti sono universali; quando si differenziano per età, censo, o sesso, si chiamano “privilegi”. I diritti non si comprimono, semmai si estendono. Negare le stesse tutele, a parità di condizioni di lavoro e di obblighi, si chiama discriminazione. E le ingiustizie si combattono, non si avvallano con accordi separati!
Ieri questa rabbia troppo a lungo repressa si è incontrata con la freschezza coraggiosa e terribile dei vent’anni.
Ribellarsi è giusto.

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13 Risposte a “Brucia Roma”

    • Grazie Coire!!
      Erano anni che non ascoltavo gli “Assalti Frontali”.. sono loro vero?!?
      Giuro! Non conoscevo la canzone: la coincidenza di ‘titolo’ e ‘argomenti’ è del tutto casuale… ma la cosa mi fa molto piacere..:)
      E’ la migliore delle colonne sonore possibili!

      • mm non sono gli assalti frontali! io e un mio amico, siamo aquilani, la sera stessa dopo la manifestazione abbiamo scritto e inciso! 😛

        • ..OPS!! Si vede che sto cominciando ad invecchiare..:) Scusatemi!
          Comunque il pezzo è grandioso: perfetto il soundtrack; superlativo il testo.
          Bravi, veramente bravi!

  1. Carissimo Sendivogius,

    ribellarsi è più che giusto – nel contesto attuale – è un dovere!

    Ma come sempre, la maggioranza delle persone fugge dai propri doveri (partendo dai bambini che lasciano in giro i giocattoli, ai ragazzi che non mettono mai a posto la stanza, fino ad arrivare a papà che fa le corna alla mamma e viceversa).

    E perciò, purtroppo, gli unici che si ritrovano a combattere contro il ritorno al medioevo (in realtà secondo me, ci siamo già, perché non ci siamo mai mossi da là, salvo rare occasioni), sono i ragazzi, che oltre a vedersi negati i diritti più elementari, perdono ore di lezione, si prendono le manganellate e vengono pure offesi ed ingiuriati, da “una certa stampa” e da quella parte di popolazione, la cui età è progredita sì, ma le loro insensibili anime no e nella mentalità, sono ancorati ad inizio ‘900.

    Bello questo post (non che gli altri tuoi siano da meno, lo sai) mi è piaciuto molto; “sante parole”, è la prima cosa che ho pensato, quando sono giunto al termine della lettura.

    Riguardo a “Breve storia di una generazione” (che ho riletto con piacere, ed altrettanto piacere mi ha fatto il link al mio post), calza a pennello, in quanto descrive perfettamente, lo stato d’animo che si ritrovano a vivere troppi giovani, che senza colpa alcuna, si ritrovano sempre per un motivo o per l’altro, accusati di qualcosa, che ironia della sorte, è imputabile solo ai loro accusatori.

    Dopo averla pubblicata sul mio blog, cercai e trovai l’autore, Torto45 – col quale siamo in contatto – che nel frattempo ha aperto un suo blog (su WordPress), che ha chiamato proprio “Breve storia di una generazione“; se hai tempo e voglia, ti suggerisco di farci un giro e soprattutto, di leggere i commenti, che sono molto interessanti.

    Ti saluto con stima ed affetto, ciao…

  2. Cossiga a quanto pare appesta ancora il mondo dei viventi a quanto pare:

    http://video.corriere.it/roma-carica-polizia/139c4bc8-07c1-11e0-a25e-00144f02aabc

    (prestate attenzione a cosa dice il tizio fermato a 20 secondi dalla fine)

  3. @ Mario
    Ti ringrazio moltissimo per le tue lodi e per le tue parole, che condivido pienamente ed in tutto sottoscrivo. Gli italiani sono fermi all’Età dei Comuni; la loro mentalità è medioevale; i loro costumi sono feudali. Sono convinto che se fossero proiettati indietro di 600 anni, fatta eccezione per l’assenza di elettricità e TV, non si accorgerebbero minimamente della differenza.
    E grazie anche per il link che mi hai suggerito in allegato, ricco di ottimi spunti…

    @ Johnny
    Per quel che può contare la mia modestissima esperienza in materia, per parodossale che possa sembrare, gli interventi dei ‘Tutori dell’Ordine’, tutto sommato, sono stati persino morbidi, rispetto ad altre circostanze, con uno schieramento leggero mirato soprattutto al contenimento: l’obiettivo primario era infatti la difesa ad oltranza delle “fortezze del potere” (Montecitorio; Palazzo Grazioli; Palazzo Madama). La vera “repressione” deve ancora cominciare. E’ in fondo, come da te giustamente sottolineato, la riedizione aggiornata del metodo Cossiga:

    Lasciarli fare. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì… questa è la ricetta democratica.
    (24/08/08)

    Siamo in presenza di una violenza vergognosa che non ha la minima dignità politica. Una violenza comune che merita solo una parola: REPRESSIONE!

    Così parlò Maurizio Sacconi (15/12/10), ministro alla Politiche sociali ed al Lavoro. E’ lo stesso dicastero che i cazzoni anglofili chiamano Welfare: termine incomprensibile per i più, ma ottimo per definire un ministero ormai privo di senso che ha da tempo abdicato alla sua funzione originale.

    Poi chi sarebbe che aizza allo scontro e alza la “tensione sociale”?!?

  4. Ciao bella gente,

    vorrei segnalarvi un’interessante articolo “Scontri a Roma: manifestante pestato violentemente dagli agenti” (calci e manganellate ad un uomo inerme a terra; sono in 5 o 6 a pestarlo ed uno gli cammina letteralmente sopra – lo si vede nel video).

    Allucinanti i commenti di gente che non si arrende – ma continua a difendere l’operato della polizia – nemmeno davanti all’evidenza delle immagini!

    Personalmente scriverò una mail all’autore, Germano Milite, per esprimergli solidarietà contro quella massa di… (non mi viene una parola sola per definirli – stolti, cafoni, ignoranti, imbecilli, ottusi, deficienti, arroganti, codardi, vili, fascisti – eccola, mentre stavo scrivendo mi è venuta: berlusconiani), che lo hanno stressato con una serie di commenti assurdi, ai quali Germano ha risposto, ad uno ad uno, con grande dignità e contegno.

    Cordiali e civili saluti.

    • …La “pestatella” che tanto piace a nuovi squadristi del 2000 ed ai loro adoranti ammiratori in orgasmo da manganello.
      Uno spirito stoico questo povero Germano, che si è messo a controbbattere, delirio dopo delirio, con le armi spuntate della logica… davvero è un caso limite di perle gettate ai porci! Non si risponde usando il cervello con chi parla col culo, seguendo unicamente gli umori de’ panza.
      Devo essere più raffinato? Mi pare che l’aforisma sia di Mark Twain.. in ogni caso credo sia calzante:

      Non partecipare mai al contraddittorio con un imbecille; il pubblico potrebbe non cogliere la differenza

      Solitamente esiste un filtro anti-spam; ci sono occasioni in cui questo andrebbe usato.

  5. Mi prendo una piccola vacanza natalizia dal blog e dai blogger, ti auguro buone feste, soprattutto ti auguro di ricevere una piccola scossa dal mouse ogni volta che usi copia incolla! Scrivi cose interessanti ma devo spostare gli appuntamenti in agenda per leggerti! XD ahahahahahahaahhahahah

  6. accidenti! Questo post andrebbe stampato, fotocopiato milioni di volte e distribuito a tutte le scuole, università, enti pubblici, al mondo!!!!!

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