
“Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola… Devi toccarti con una certa frequenza.”
(Silvio Berlusconi. Unto sì, Santo no)
Se questa è la Testa del ‘Paese’, figuriamoci lo Stomaco che la sostiene e che tutto digerisce.
Ma per sapere che cosa sia il Papi nazionale, intimamente, non serve andar a sbirciare tra le sue lenzuola… La mente creatrice dell’Unto è uno schermo trasparente nel quale scorrono le immagini di un palinsesto, studiato a immagine e somiglianza del Re, nudo nel suo lettone. Lascivo nel suo turgore. La massima espressione di sé, la rappresentazione dell’Ego, va in onda tutti i giorni a reti unificate. Perché l’identità sepolta sotto i gessati istituzionali resta sempre la stessa… Così, col ‘Presidente’ di governo convivono felicemente le contraddizioni interessate dell’Uomo votato al potere: Pornomane in privato, Moralista in pubblico. È infatti il nuovo ‘Uomo della Provvidenza’: il Bigamo che il Vaticano ama; il Pluridivorziato ammesso alla Comunione; il Fedigrafo che al family day pontifica sull’indissolubilità della “Famiglia fondata sul matrimonio”.
Coerentemente, è il super-puttaniere che sanziona la prostituzione povera, colpendo ‘peripatetiche’ e “utilizzatori finali” da strada; il porno-impresario che elimina la concorrenza con l’introduzione della porno-tax.
Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più ipocrita del reame?
È Silvio il Grande Illusionista, il Venditore di sogni a buon mercato in confezioni formato famiglia. È Lui lo Spacciatore di una TV per guardoni-dipendenti che, come vampiri, si nutrono delle esistenze altrui, attingendo nuova linfa per non-vite spese all’ombra del piccolo schermo.
E ciò che l’Imperatore consuma ‘dal vivo’ nelle sue alcove istituzionali, al popolino dispensa in versione soft, per sogni hot, celebrando il trionfo del meretricio virtuale, fatto di ammiccamenti erotici in prime time, di allusioni sessuali, di esibizionismo da peep show.
Stelline, veline, letterine, meteorine, tutte così carine, si avvitano in contorsioni feline, senza calore, con una sensualità frigida da adescamento postribolare; pronte a immolarsi nel talamo di una gloria effimera, durevole quanto un orgasmo nelle masturbazioni degli italiani. È l’elogio della ‘sveltina’ da consumare in fretta, a colpi di zapping, senza mai alzarsi dalla poltrona.
È la libbra di carne, geneticamente modificata, gettata ad alimentare la bulimia cannibale dello spettatore passivo, vittima della sua dipendenza. Razione quotidiana di spazzatura catodica, per un pubblico-elettore in transumanza da un reality all’altro.
Tempo d’estate. Tempo di selezioni per i live show della prossima stagione televisiva. Una folla eterogenea, sudata, numerata, si accalca speranzosa, cercando di accaparrarsi un posto all’ombra, fuori da un centro commerciale di provincia o davanti improvvisati studi di casting: i moderni recinti del desiderio collettivo di massa.
Sono le selezioni per “Il Grande Fratello”, prodotto di punta di quell’inesauribile letamaio globale targato Endemol. E loro sono i nuovi, chiassosi, Eroi del Nulla: un’intera generazione allevata come polli in batteria.
Carne da voto elettorale. Ali tarpate che non spiccheranno mai il volo. Soltanto anonimo pollame in cerca di un istante di notorietà. Da scartare, afferrare, divorare. Sempre con più voracità. E disperazione.
Non è richiesta alcuna qualità. Nessun requisito è necessario. Il processo evolutivo della razza umana si ferma nell’anonima piazzola di un centro commerciale. E lì muore, nel grande crogiolo dei piccoli desideri a portata di scaffale, dove l’individuo si annulla per diventare consumatore. Da persona a immagine. Da possessore a posseduto.
In fila alla cassa. Avanti il prossimo!
“Gli autori ti scelgono e ti buttano nell’arena. Dove devi essere più o meno te stesso e commentare, discutere, parlare. Parlare anche se il congiuntivo non hai mai imparato ad usarlo. Tanto il pubblico non ci fa caso (…) L’importante è diventare un ‘personaggio’, il che vuol dire sopraffare gli altri nell’arena delle personalità vere o fittizie messe in scena, riuscire più simpatico o attirare di più l’attenzione del pubblico. Dopo, se vinci, devi giocarti bene la partita decisiva. Perché diventare un vip vuol dire accedere ad una miriade di serate, comparsate, ospitate. Se proprio ti va male, riesci almeno a saltare la fila davanti alle discoteche e ad entrare gratis. Ti diverti un po’ e a un certo punto decidi di tornare a casa. Magari ci prendi gusto. Inizi a sognare che tutta la vita sia una festa ben remunerata. E allora provi il salto di qualità, a entrare nel giro che conta, nella scuderia vincente. Qualcuno ce la fa, gli altri resistono per qualche anno incarnando la patetica maschera del personaggio che furono, altri ancora scompaiono subito, dimenticati perché non sono più personaggi.”
(Serenella Mattera; A.Caporale. “MEDIOCRI”. BCD Editore, Milano 2008)
Ad immortalare il loro vacuo debutto televisivo esiste una nutrita raccolta di video amatoriali… Sono tutti reperibili su YouTube, assemblati insieme in una sorta di Blob annichilente. Naturalmente, il materiale ha i suoi estimatori anche se noi prediligiamo certi giudizi tranchant di alcuni feroci commentatori:
“Non capisco il motivo di ‘sociologizzare’ questa porcata immonda. Questo tentativo di intellettualizzare questa zozzeria per menti derelitte è sì segno di brutti tempi. Chi si presenta a questi provini è un poveraccio, ignorante, esibizionista, che fa una vita deprimente. E chi guarda ‘ste cose con attenzione andrebbe curato alla pari. Il GF è la prova che Dio non esiste, altrimenti come potrebbe creare queste persone che non hanno nessun talento e nessuno scopo?”
Perciò eviteremo con cura ogni analisi sociologica.
Soprattutto perché la visione delle interviste non ha prezzo: un’immersione nelle profondità dell’umana insipienza, dove l’ignoranza non è una giustificazione ma un’aggravante.
Qualche perla strappata ai porci?!? Eccovela!
[Intervistatore] “Perché dovremmo scegliere proprio te per il G.F?”
[Candidato] “Perché sono un personaggio”
[Intervistatore] “Che vuol dire essere un personaggio?”
[Candidato] “Ehm.. adesso mi fai una domanda troppo complicata”
Non mancano le persone giuste nel posto giusto:
“Lavoro come attricetta. L’ultimo film è uscito pochi giorni fa. Come ruolo facevo la malata di mente”
Ma ci sono anche quelli che hanno le idee chiarissime e le vogliono condividere col resto del mondo. C’è il 50enne fermamente intenzionato a:
“Rappresentare una categoria di persone, il ceto medio”
Come se non fosse già abbondantemente sovrarappresentato.
C’è poi quello che è uscito dal C.I.M. sperando di trovare il biglietto per un viaggio nel passato, ai tempi del Papa-Re:
“Salve, sono monarchico. Anzi mi definirei ‘teocratico’. Quando vado alla Scala indosso abiti dell’Ottocento”
Ci sono i “Tipi ACCOLLATIVI” che fanno della propria professione una virtù di vita:
“Sarei molto utile perché sono portato a metter pace, a unire le persone. Non a caso di mestiere faccio il saldatore”
Ma pure gli autodidatti…
“Ciao, sono Lillo. Leggo pochissimo. Nel caso, solo storie di Lager”
…e gli spiriti liberi:
“Mi sono fermato alla licenza media perché sono un tipo indipendente”
Quelli che strada facendo si sono persi qualcosa…
“Facevo il catechista. Ma ho abbandonato la Fede perché la mia famiglia ha traslocato”
Esistono inoltre gli ‘originaloni’ dalla chioma fluente e la mente imperscrutabile. Notate la linearità di pensiero con i suoi accostamenti logici:
“Mi reputo ‘stra-perbene’. Famiglia e amici dicono che sono un personaggio incredibile. Da piccolo ero un prodigio: non facevo nulla di talentuoso, ma si intuiva la grande personalità. Col tempo divenni trasgressivo. Rubavo l’auto a mio padre per andare a Jesolo. Con lui non vado d’accordo. È un campione di scacchi, mentre io sono mancino. Mi muovo sempre in orizzontale, capite? [NO] Dai miei capelli e da come mi muovo si dovrebbe intuire che non mi sono fatto mancare niente, quanto ad esperienze. Se non altro, vorrei che la TV rispettasse le mie dimensioni”.
A dimostrazione che le anfetamine fanno male.
C’è anche chi alla fatidica domanda “Perché dovremmo scegliere proprio te?” risponde con sincerità, come la quarantenne romana che, onestamente, confessa:
“Perché nun so’ capace a fa gnente”
Un viaggio allucinante nella giungla della provincia italiana, esplorando le profondità del suo cuore di tenebra.
“Ho udito le sue ultime parole…”
“Le ripeta”, mormorò con voce spaventata. “Voglio, voglio qualcosa. Qualcosa con cui vivere”.
Stavo per gridarle: “Ma non le sente?” L’oscurità attorno a noi le stava ripetendo in un sussurro ostinato, in un sussurro che sembrava gonfiarsi minaccioso, come il primo mormorio del vento che si alza: “Che Orrore! Che Orrore!”
(Joseph Conrad. “Cuore di Tenebra” Garzanti, 1999)
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This entry was posted on 26 luglio 2009 at 22:29 and is filed under Muro del Pianto with tags Cuore di Tenebra, Family Day, Grande Fratello, Italia, Joseph Conrad, Liberthalia, Live show, Mediocrazia, Palinsesti, Personaggio, Prostituzione, Reality, Selezioni GF, Serenella Mattera, Sesso, Silvio Berlusconi, Televisioni, TV. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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