
La propaganda è una macchina complessa che, in apparenza, si avvale di procedimenti assai semplici, basati sulla ripetizione ad oltranza di concetti minimi il cui scopo non è tanto quello di comunicare un fatto (spesso aleatorio), bensì diffondere una serie di suggestioni in grado di radicarsi nella coscienza collettiva, indirizzandone le percezioni col ricorso a surrogati che possano stimolarne l’immaginario.
La propaganda non interpreta la realtà; la manipola a tal punto da re-inventarla in una sorta di processo di “reificazione”, fornendo un’immagine virtuale della stessa. Nel suo rapporto privilegiato con le folle, meglio se omologate nell’anomia che contraddistingue le grandi masse, la capacità di persuasione della propaganda si basa sul potere seduttivo del messaggio a veicolazione virale. La semplificazione estrema del messaggio, a maggior ragione se questo risulta totalmente svuotato di ogni contenuto, richiede però anche una certa abilità nel dosare le componenti, se davvero si vuole dare gusto e rendere appetibile sul mercato dei consensi un prodotto sostanzialmente artificiale. Per questo bisognerebbe avere ben presente il labile confine che spesso e volentieri intercorre tra imbecillità e propaganda, specialmente quando quest’ultima è rimessa all’intraprendenza troppo zelante di idioti in ansia da prestazione. A meno che non si voglia incorrere in un’overdose di cretinerie con inevitabile crisi di rigetto…
Tipico esempio di “parlamentare inutile”, l’onorevole Picierno è solo una delle imbarazzanti cheerleaders che si agitano a vuoto, tra le coreografie colorate e gli sfondi di cartapesta del ‘renzismo’ esibito in processione all’esposizione universale. Perché dietro i fondali di scena si nasconde una fucina di propaganda a schizzo continuo, in una esplosione pirotecnica di deflagrazioni incontrollate.
Dove non arrivano i cinegiornale Luce e le veline ministeriali, arriva Lui: il Bomba!
È il grande solista della cazzata espansiva, nell’immanente persistenza del proprio non-essere, per un concentrato intensivo di fuffa sparata a mitraglia lungo un flusso ininterrotto di slogan e annunci roboanti, degni di un piazzista impazzito nel suo mondo immaginario di pentole e svendite promozionali…
Peggio di un martello pneumatico, resta il rumore di sottofondo in una indistinguibile cacofonia di sbrodolamenti narcisistici a misura di un Ego profondamente disturbato….
È la sciolta di un solo giorno, ristretta al 15 Ottobre!
Questa variante estrema di Wanna Marchi su clonazione berlusconiana, ovviamente non poteva mancare di un coro complementare di replicanti, in servizio organico permanente con la funzione di megafono per l’eco di ritorno. Difficile dire se sia peggio l’originale, o i suoi pappagalli ammaestrati…

Sono gli aedi di palazzo; i cantori di un mondo perfetto, dove non tramonta mai il sole…
È il nuovo cretinismo democratico: degenerazione clinica ancor prima che sociale di un’alienazione persistente.
Dinanzi alla devastante prevalenza del fenomeno in politica, Franz Kafka (che di situazioni paradossali se ne intedeva!) pare abbia affermato come un cretino fosse un cretino.. due ci potessero anche stare.. ma diecimila cretini costituivano sicuramente un partito politico.
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This entry was posted on 4 novembre 2015 at 01:12 and is filed under Masters of Universe, Stupor Mundi with tags Cretini, Idiozia, Italia, Liberthalia, Matteo Renzi, Partito Democratico, PD, Pina Picierno, Politica, Propaganda, Società. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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4 novembre 2015 a 09:47
È deprimente costatare da quanta gaglioffaggine – politica, culturale e morale – siamo circondati. Ultimamente evito di occuparmene, cercando respiro altrove. Purtroppo anche all’estero il panorama non è consolante. La cifra di questo presente sono mediocrità e presunzione, un binomio indissolubile.
4 novembre 2015 a 19:31
“Lui” è solo un bambino viziato; per l’appunto un arrogante gaglioffo senz’arte né parte, miracolato dalla ‘politica’ come tanti altri falliti di successo. Ed è questo ciò che lo contraddistingue, rispetto a quell’anonima pletora di bulletti da bar, che i romani conoscono bene e chiamano “sboroni”.
Ma al di là delle apparenze è anche un bambino terribilmente spaventato dalle troppe cambiali che deve pagare ai suoi protettori e favori da ricambiare ai suoi padroni, per essere stato messo là dov’è.
Quello che mi disgusta profondamente è invece il livello di prostituzione intellettuale e morale, raggiunto dalla sua corte di rinnegati e scendiletto. Gentucola che per reggere il moccolo ad un simile personaggio, per giunta con così salivante entusiasmo, deve davvero essere più disperata di Lui…