TREDICI

XIII

No, non è il titolo della (bellissima!) graphic novel belga di Van Hamme e Vance, bensì il numero esatto della nuove assunzioni certificate dall’INPS [QUI] dall’entrata in vigore dello strombazzato Jobs-Act.
A tanto ammonta la differenza di saldo, rispetto al primo bimestre del 2014, certificando un’evidenza: le nuove ‘assunzioni’ altro non sono se non la conversione dei precedenti contratti di lavoro, per incassare la pioggia di agevolazioni fiscali che monetarizza le prestazioni al ribasso, azzera le tutele, e grava sulla sostenibilità dei pubblici bilanci, senza comportare alcun valore aggiunto in termini di stabilità occupazionale e reddito garantito.
dado13 is the magic number nella lotteria ribassista della fuffa renziana; la (in)degna quadratura del cerchio magico fiorentino, nel venerdì nerissimo dei diritti e della democrazia, attraverso il percorso inverso delle lancette della storia.
13Tredici, il numero di epitaffio da apporre alla scomparsa della ‘sinistra’ italiana, permutabile nella sua repellente variabile “riformista”, travolta nella sua personale Caporetto nella trincea del lavoro, e immolata sulla via per la Leopolda ed i catering graziosamente offerti da Confindustria, per il più classico piatto di lenticchie. Per giunta rancide.
Riccardo III di Richard Loncraine Se il deforme Riccardo III, dinanzi alla disperata solitudine della disfatta, era pronto a cedere il suo regno per un cavallo, si può ben dire che il partito bestemmia abbia svenduto il suo culo per un contratto! E, quel che è peggio, abbia impegnato nello scambio soprattutto quello di milioni di lavoratori, addebitandogli pure il costo della spesa, drammaticamente a corto di coperture contabili e contributive.
Tredici! A questo si riducono mesi di retorica governativa e decreti blindati, che hanno trovato la loro sintesi perfetta nelle elucubrazioni agiografiche del paffuto ministro cooperativo Poletti e le curve burrose di Nostra Madonna dei Boschi dai vaporosi sensi.
Virginia Raffaele in Maria Elena BoschiÈ il rilancia e raddoppia della stronzata universale, in un crescendo compulsivo di numeri sparati in libertà, infiocchettati con un lessico da III elementare che per i bimbetti di governo si riconosce ne #la-volta-buona

bullshit

«800 mila nuovi posti di lavoro in tre anni»
Pier Carlo Padoan
(19/10/2014)

Dajè!«I dati istat di oggi segnalano che il tasso di occupazione sale al 55,8% con 131.000 occupati in più rispetto a gennaio 2014»
Debora Serracchiani
(02/03/2015)

renzi«È un giorno importante. Tra qualche ora saranno diffusi i dati dei contratti a tempo indeterminato siglati nei primi due mesi dell’anno: sono davvero sorprendenti, mostrano una crescita a doppia cifra. È il segnale che l’Italia riparte»
Matteo Renzi
(27/03/2015)

Poletti«Quest’anno per le assunzioni ci sono 1,9 miliardi di sgravi e questo potrebbe portare fino a un milione di posti di lavoro»
Giuliano Poletti
(30/03/2015)

Stando ai dati delle statistiche ufficiali, è davvero cominciata la (ri)presa… per il culo!
La sagra del cazzaroUn simile condensato di millanterie e smargiassate assortite, nella fragrante crosta di arroganza che contraddistingue i clowns tragici e cinguettanti di questo circo ambulante, segna in modo drammatico la misura della mitomania di questo esecutivo dalle grandi misure, infinite ambizioni, e risultati miserabili, nell’ansia di prestazioni artificiali.
Crescita - by LiberthaliaSe per definire il fenomeno corrente dovessimo rimetterci agli stilemi di un linguaggio più aulico, si potrebbe parlare di pseudologia fantastica della retorica renziana, che poi è la tendenza dei bugiardi patologici a mentire e deformare incessantemente fatti e situazioni, nell’elaborazione di una realtà fantastica e parossistica dove tutto è funzionale all’auto-esaltazione di una personalità narcisistica.
Di solito, il concetto viene sintetizzato con un’espressione ‘cumulativa’ e dall’inconfondibile efficacia pratica…
CazzariLo stesso principio dominante si ritrova nelle alchimie contabili delle antiche “revisioni di spesa”, diventate spending review a dimostrazione che ormai, nell’anglicizzante linguaggio tecnocratico (onde essere meglio inteso dai committenti), le manovre finanziarie vengono scritte altrove: ovunque ma non in Italia, il cui governo è solo un mero esecutore testamentario di sentenze di morte redatte in qualche board internazionale.
Per questo, nel paese della crescita incombente, delle “misure impressionanti” e delle “dodici riforme in due anni” (ovvero: stupro continuato e aggravato dalla circonvenzione di incapace), da una parte si procede ad una manovra aggiuntiva da dieci miliardi di euro (che guarda un po’ è esattamente il costo dell’operazione “80 euri”) di tagli alla “spesa corrente” (leggi: Istruzione-Sanità-Pensioni), mentre dall’altra si millanta di un nuovo tesoretto da 1,6 miliardi di euro da redistribuire.

Cazzaro

Ovviamente, dopo la sportula delle “europee”, si tratta di una nuova mancetta elettorale da elargire in concomitanza con le elezioni regionali, secondo le dinamiche tutte democristiane del più sfacciato e indecente voto di scambio. È una compravendita elettorale di cui pagheremo un prezzo salato e con tanto di interessi, ma per adesso ciò che conta è portare a casa il risultato.
aikkbvA proposito della manovra correttiva, perché di questo si tratta, da inserire nel DEF (stavolta ci hanno risparmiato le slide), si tratta dello stesso “aggiustamento” fino a ieri sempre negato [QUI] e che (im)modestamente noi avevamo già anticipato QUI (e pure QUI) con ovvie motivazioni. A dimostrazione che nel renzismo di fuffa e di truffa tutto è fin troppo prevedibile nella sua inclinazione costante al peggio…!

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3 Risposte a “TREDICI”

  1. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    Forse così cala l’area del precariato…

    • 😉 Vuoi infatti mettere la stabilità, nonché la sicurezza, di essere licenziabile in qualunque momento, singolarmente e collettivamente, senza altro motivo che non sia la totale discrezionalità di nostra sacra “impresa”, a monetarizzazione crescente ed indennizzi nettamente più bassi di quanto già prevedeva la normativa Fornero?
      Come nel bispensiero di Orwell, è una questione di uso semantico degli slogan: si può sostenere tutto e il suo contrario…

      la guerra è pace,
      la libertà è schiavitù,
      l’ignoranza è forza

      In tal modo, precarietà si evolve a tutele crescenti.
      La licenziabilità senza giusta causa diventa la fine delle disparità.
      Il livellamento dei salari al ribasso, inversamente proporzionale agli emolumenti del manageriato, è un adeguamento al merito.

      Alla fine, la somma è 13.

  2. Buon modo di spiegare e piacevole pezzo di scrittura
    ottenere i dati relativi alla mia presentazione oggetto, che
    intendo comunicare in istituto di istruzione superiore.

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