
«L’effetto è a valanga, il fascismo si diffonde con la progressione di un contagio. È gente nuova, gente ignota, gente che con Lui fino a un anno prima non avrebbe preso nemmeno un caffé, una folla di impiegati e bottegai che assisteva indifferente alla politica, né di destra né di sinistra, e nemmeno di centro, né rossi né neri, gente che si muove sempre e per sempre nella zona grigia.
[…] Che cosa meravigliosa il panico, questa levatrice della Storia! Proprio questo potrà essere il loro meraviglioso baratto: odio in cambio di paura. I nuovi fascisti sono tutta gente che fino a ieri tremava per la paura della rivoluzione socialista, gente che viveva di paura, mangiava paura, beveva paura. Uomini che frignavano nel sonno come bambini…. Adesso alla borsa valori dei pezzenti stanno scambiando il metallo pesante dell’angoscia con la valuta pregiata dell’odio mortale.
Dei piccolo-borghesi odiatori: di questa gente sarà formato il loro esercito. I ceti medi declassati a causa della speculazione del grande capitale, gli ufficialetti che non si rassegnano a perdere un comando per tornare alla mediocrità della vita quotidiana, i travet che più di ogni altra cosa si sentono insultati dalle scarpe nuove della figlia del contadino, i mezzadri che hanno comprato un pezzetto di terra e adesso sono pronti a uccidere pur di mantenerla; tutte brave persone prese dal panico, cadute in ansietà. Tutta gente scossa nella propria fibra più intima da un desiderio incontenibile di sottomissione a un uomo forte e, al tempo stesso, di dominio sugli inermi. Sono pronti a baciare le scarpe di qualsiasi nuovo padrone, purché venga dato anche a loro qualcuno da calpestare.
[…] Ma chi è davvero questa gente? Dov’erano rintanati fino a ieri? Non è possibile che sia stato lui a far nascere questa folla di pantofolai che all’improvviso impugnano il bastone. E nemmeno la guerra…. Il virus deve essere stato incubato in tempo di pace. Non può essere altrimenti. Nella guerra non sono rinati, la guerra li ha soltanto restituiti a se stessi, li ha fatti diventare ciò che già erano. Il fascismo, forse, non è l’ospite di questo virus che si propaga, ma l’ospitato.»
Antonio Scurati
“M il figlio del secolo”
Bompiani, 2018
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This entry was posted on 29 novembre 2018 at 20:23 and is filed under A volte ritornano with tags Antonio Scurati, Ceto medio, Fascismo, Italia, Liberthalia, M, M5S, Matteo Salvini, Paura, Società. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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30 novembre 2018 a 11:31
No, non è lui o l’altro il vero Deus ex machina è l’ignoranza.
30 novembre 2018 a 23:55
“Bisognerà però che l’Italia cominci col persuadersi che v’è nel seno della nazione stessa un nemico più potente dell’Austria, ed è la nostra colossale ignoranza, sono le moltitudini analfabete, i burocrati macchina, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l’operaio inesperto, l’agricoltore patriarcale e la rettorica che ci rode le ossa. Non è il quadrilatero di Mantova e Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino, ma è il quadrilatero di 17 milioni di analfabeti e di 5 milioni di Arcadi”
Pasquale Villari
“Di che è la colpa?”
1866