Il Grande Bluff

Most evil

Nell’eterno carnevale italiano si alternano le maschere, ma il canovaccio sembra essere sempre lo stesso… Si recita a soggetto, inseguendo gli umori del pubblico. È teatro interattivo, dove la platea partecipa alla finzione, tramite la commistione dei generi e delle parti, con una spiccata propensione alla farsa.
Del resto, il nostro è il Paese che ha inventato la Commedia dell’arte, esportandola in tutto il mondo. Con la sua predilezione per le maschere di scena, la “Commedia italiana” fonda il suo successo sugli Zanni, i Pulcinella, Brighella, Rugantino, Meo Patacca… che costituiscono i personaggi ricorrenti in una galleria di stolidi crapuloni e imbroglioni incalliti, servi zelanti e infidi, impenitenti fanfaroni e spacconi da quattro soldi, talmente prevalenti da essere declinati su scala regionale. E ora ci tocca viverla la Commedia, nella sua variante “ridicolosa”, convogliata nei teatrini di avanspettacolo ai quali è ridotta la rappresentazione politica, sancendo il trionfo dei guitti innalzati a padroni indiscussi del palcoscenico.
Attualmente, siamo passati dalle macchiette di cabaret, col loro repertorio obsoleto da guerra fredda e scorte industriali di fondotinta, ad una figura completamente sperimentale, nella riproposizione aggiornata di vecchi classici… Signore e Signori, abbiamo un nuovo protagonista: il Cazzaro 2.0.

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Nella sua versione completamente revisionata e potenziata a livello digitale, è destinata a sostituire in fretta i vecchi modelli ancora in circolazione di cacciaballe professionisti, destinati a rapida rottamazione per superati limiti di età; specialmente dopo il disastroso lancio (prontamente ritirato del mercato) del prototipo Monti9000 classe Teknocrat-UE ed ulteriori emuli scadenti (Letta DC/2000).
La preghierina Sopravvive, in edizione fortunatamente limitata e solo per i nostalgici più irriducibili, la proiezione olografica dell’oramai marcescente biodroide sintetico P.A.P.I. (Pelato Automatico a Pompetta Ibrida). Ridotto com’è ad un incrocio tra una palla da bowling ed un pinguino obeso, è il fossile precambriano che conserva intatta tutta la fragranza di un grumo di feci riverniciate di fresco. Al momento, la salma in soluzione ceronata è ostaggio del Clan delle Bella Napoli e si teme per il suo rilascio, per quanto sia prossimo alla discarica più vicina per rifiuti altamente tossici.
Francesca PascaleAl contrario, il Cazzaro 2.0 è intraprendente, dinamico, e soprattutto “giovane”: quindi un ragazzo inesperto a cui tutto si perdona ed al quale molti aspiranti cortigiani vorrebbero far da ‘consigliere’. Poco importa se a quarant’anni e con tre figli, nel resto del pianeta si è considerati uomini belli che fatti. Ammantato di “nuovismo” ma non troppo, si innesta nel solco della tradizione (che poi gli italioti si spaventano!), rinverdendone i fasti con qualche innesto sbarazzino e pescato ad cazzum canis ovunque sia disponibile. Per questo ha riesumato il blairismo con 20 anni di ritardo (ormai un cadavere putrescente), innestato su un iperattivismo molto fanfaniano in crosta tutta democristiana: arte secolare che gli permette di far proprie le tesi più diverse, purché funzionali alla sua sopravvivenza e dare sempre ragione all’interlocutore del momento, qualunque cosa dica, salvo ripensarci strada facendo.
Utilizza le nuove tecnologie, in prevalenza F/B e soprattutto Twitter, che con le sue battute razionate richiede uno sforzo cognitivo minimo, sostanzialmente per sparare cazzate senza posa da mane a sera.
Nella faciloneria fanfarona che lo contraddistingue è avvezzo alle sparate: più grandi sono e meglio è. L’importante è che siano ad effetto, nella fiammata pirotecnica del fuoco fatuo. Dell’antico modello P.A.P.I. possiede più capelli e qualche chilo in meno; sicuramente ha ripreso l’incredibile faccia di tolla ed il cipiglio decisionista, che tanto piace ad un elettorato perennemente alla ricerca di un condottiero.
Fiuta il vento del momento e ovviamente è “anti-casta” e contro i “privilegi della politica”… Semplice tra i semplici, usa il machete al posto dei bisturi, muovendosi con la grazia di un elefante in cristalleria. In un Paese in deficit permanente, dissanguato dalle manovre correttive e dalle politiche monetariste (che permangono intatte) per cercare di mettere i conti in ordine, crede che i soldi crescano sugli alberi, proprio come gli zecchini d’oro di Pinocchio, e che per reperire le risorse indispensabili per una spesa di circa 83 miliardi di euro (a tanto ammontano i costi delle sue promesse lanciate durante la televendita promozionale) è convinto bastino svendere su e_Bay le autoblu e saccheggiare la Cassa Depositi e Prestiti.
maschereCome tutti i decisionisti da operetta, ha un’idiosincrasia naturale per le assemblee rappresentative e le formule consultive… Per questo si prepara a vagliare una legge elettorale che con uno sbarramento dell’8% negherà ogni rappresentanza parlamentare alla metà del corpo votante. Pensa che il precariato di massa si sconfigga riducendo ancor di più le garanzie contrattuali e che il problema siano i sindacati. Volendo contenere i costi della politica ed eliminare il “bicameralismo perfetto”, si prepara ad abolire il Senato e l’elezione dei senatori, per sostituirli con cacicchi di nomina oligarchica, tanto gli pareva strano ridurre eventualmente il numero degli eletti, rivedendone gli emolumenti, e differenziare le funzioni rispetto a quelle del Parlamento. Abolisce per decreto pure le Province, senza ovviamente comprenderne che i costi sono strutturali e che pertanto permangono intatti. In compenso, cancella l’elezione delle assemblee provinciali, per sostituire le medesime con organismi di nominati senza alcun riconoscimento elettorale. E ancora non ha capito il Bambino Matteo che tali riforme richiedono un radicale stravolgimento della Carta costituzionale, che a qual punto andrebbe stralciata e riscritta daccapo senza passare per improbabili “saggi” su indicazione presidenziale.
Il Merdone urlanteAlternativa attiva sull’altro versante della peggiore demagogia populista abbiamo invece la Setta degli Incontaminati, col suo barbuto botolo ringhioso che per le prossime elezioni europee si prepara ad imbarcare la compagnia di giro del suo following, in transumanza per l’Italia con tutto il carrozzone al seguito. Qui siamo invece dalle parti del teatro dei burattini, col puparo ed i pupazzi al seguito. Cercarne un filo logico è cosa pressoché assurda oltreché inutile: siamo infatti dinanzi ad un istrione patologico che si nutre dei propri deliri, ma che ha capito perfettamente la sostanziale identità tra politica e varietà.
grillotour_te_la_do_io_l_europaCaso unico nel suo genere, è il primo “capo politico” che si fa pagare per assistere ai suoi comizi elettorali, venduti (insieme ai biglietti) per spettacolo. Perché alla fine il cuore batte sempre là dove pulsa il denaro…

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4 Risposte a “Il Grande Bluff”

  1. non capisco come ci si meravigli che uno, che è arrivato lì senza che lo abbia votato nessuno per fare quel mestiere, poi cancelli elezioni ogni volta che può.

  2. Keynesiano Says:

    ” L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari “

  3. Keynesiano Says:

    Oh yes!
    In poche parole ha sintetizzato l’inganno quasi globalizzato degli sparaballe con disinvolto cipiglio di turno e il candore furbesco dei beoti scodinzolanti che continuano ostinatamente a bersele acriticamente.

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