ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

«Noi vorremmo avere un sindacato che lotta, anche fortemente, per tutelare i propri lavoratori, ma vorremmo avere un sindacato che non protegge gli assenteisti cronici, i ladri, quelli che non fanno il proprio mestiere»

  Emma Marcegaglia Presidente uscente di Confindustria
(21/02/2012)

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Vorremmo una Confindustria che non protegga le imprese che frodano sistematicamente il Fisco, evadendo le tasse; che falsificano i bilanci; che organizzano truffe sui falsi rimborsi dei crediti IVA; che costituiscono provviste in nero su conti off-shore nei paradisi fiscali; che ingannano i risparmiatori vendendo loro bonds senza alcun valore.

Vorremmo una Confindustria che non difenda chi delocalizza la produzione all’estero, come la OMSA o la Sigma-Tau o la FIAT, chiudendo gli stabilimenti dopo aver intascato milioni di finanziamenti pubblici, esenzioni fiscali dallo Stato ed “incentivi” alla vendita, magari dopo aver saccheggiato la vecchia “Cassa del Mezzogiorno”.

Vorremmo una Confindustria che non tuteli quegli ‘imprenditori’, che abusano della cassa integrazione, accollando i costi d’impresa alla collettività; che cercano di liberarsi dei lavoratori ultra-cinquantenni attraverso la “cessione dei rami d’azienda”.

Vorremmo una Confindustria che denunci quegli ‘imprenditori’ che discriminano le donne; che minacciano di licenziamento le ragazze che dovessero restare incinta; che molestano sessualmente le proprie dipendenti; che costringono i neo-assunti a firmare dimissioni in bianco; che ricattano i giovani con contratto a tempo minacciandoli col mancato rinnovo; che abusano del ricorso agli stage per non pagare il personale più qualificato e laureato.

Vorremmo una Confindustria che intervenga contro quelle imprese che truccano le gare d’appalto; che ricorrono alla corruzione per addomesticare le concessioni pubbliche; che gonfiano artificialmente i costi dell’opera; che realizzano manufatti con materiale scadente; che non rispettano gli standard sulla sicurezza; che falsificano i dati sui collaudi; che riciclano capitali illeciti e di origine mafiosa.

Vorremmo una Confindustria che non protegga chi mette in serio pericolo la salute dei propri lavoratori. Vorremmo che non giustifichi chi lascia bruciare vivi i propri operai in fonderia; chi li avvelena fino alla morte con l’esposizione prolungata a sostanze tossiche come a Porto Marghera, come a Casale Monferrato, come all’ILVA di Taranto, come nelle miniere del Sulcis, perché risparmia sui sistemi di sicurezza.

Vorremmo una Confindustria che non nasconda chi viola le norme di salvaguardia ambientale; che si disfa illegalmente delle scorie tossiche di produzione; che avvelena la terra e contamina le falde acquifere, per liberarsi dei rifiuti chimici e risparmiare sui costi di smaltimento.

Vorremmo una Confindustria che si preoccupi della salvaguardia del capitale investito, ma anche della qualità de lavoro; che sia socialmente responsabile verso quelle comunità che ospitano i suoi impianti; che investa sullo sviluppo per il lungo periodo e non sulla mera speculazione predatoria, volta al massimo profitto attraverso lo sfruttamento delle maestranze, approfittando della disperazione dei popoli o della legislazione favorevole di regimi semi-dittatoriali.

Vorremmo una Confindustria che non fosse composta in massima parte da figli di papà, che giocano al grande imprenditore con la fabbrichetta di famiglia; di vecchi latifondisti e contesse che hanno convertito i fondachi feudali in industrie; di amministratori delegati che incassano milioni di euro di bonus e stock option, mentre comprimono i salari delle maestranze da 1200 euro al mese ed esternalizzano gli oneri delle crisi cicliche di sistema.

Vorremmo una Confindustria che lotti, anche fortemente, per tutelare i propri interessi privati (diventare sempre più ricchi fino a scoppiare), ma che non protegga sempre e comunque i grandi ladri, i bancarottieri professionisti, i puttanieri in politica, i truffatori cronici, che magari rifilano al Pubblico aziende ormai decotte dopo averle spolpate rivendicando la privatizzazione di quelle sane, e tutti coloro che fanno della propria inclinazione padronale una coazione a delinquere.

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Una Risposta a “ASSOCIAZIONE A DELINQUERE”

  1. Vorremmo che ci fossero ancora quelli a farvelo capire con i fatti,
    che la pazienza ha un limite.Come lo capi’ Hanns Martin Schleyer.
    Oh,si,quanto lo vorrei….

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