Se questo è un uomo…

Considerate se questo è un uomo, che rimesta nel fango più nero di una nazione infetta; plasmata a sua immagine e somiglianza, nelle latrine della fogna sovrana. Ci sguazza con gusto, mentre grufola compiaciuto, spargendo in giro i suoi liquami, additando al lurido ludibrio di una plebaglia incanaglita i propri ‘nemici’ da bullizzare in pubblico.

Considerate se questo è un uomo: la tigre da tastiera, che si fa scrivere i tweet da un algoritmo chiamato “La Bestia”, e che usa al posto di manganello ed olio di ricino, mentre si fa forte della più totale impunità, spalleggiato dai suoi bravacci (meglio se attorniato da una gendarmeria ossequiente), come si conviene ad ogni vigliacco che discetta di “onore” e “madonne”, tra bacioni e citazioni mussoliniane, in un’overdose di ‘faccine’ ridenti ed emoticon da bimbominkia fuori tempo massimo.
Considerate se questo è un uomo: un becero gaglioffo in camicia nera, col faccione sformato dai bagordi, strabordante nel ventre sfatto, che si permette di dileggiare un ragazzo dislessico, denigrandone la condizione; come se LVI possedesse il ‘fisico’ per azzardare un qualsivoglia paragone, dal fondo del suo aspetto di bolso grassone perennemente sudaticcio che ne rivela l’afrore sotto la felpa, lì ad evocare un sudiciume rappreso di antico sozzume. Il dramma dei dittatorelli da repubblica bananiera è che si credono di essere belli (!), intanto che tutto declina in farsa. È questa la vera tragedia degli uomini ridicoli.
Considerate se questo è un uomo: il cyberbullo che imperversa nelle cloache a-social, come uno squaletto da basso cabotaggio; uno squallido figuro di quasi 47 anni, che circuisce bambini su TikTok con mossette improbabili. È il fenomeno digitale (a carico pubblico), senatore per caso, che si sente in dovere di dare in pasto ai propri squadristi da tastiera, per il consueto stupro virtuale, chiunque osi contestare le mefitiche sorti progressive del duce di ghisa, stimolando l’orgasmo dei suoi manipoli in deliquio.
Considerate se questo è un uomo: il gran sacerdote, ovvero il Grand Wizard, che officia sacrifici umani in effigie, per solleticare gli umori degli “amici” immaginari di Facebook, ed altri spurghi di fogna molto reali, in un frullato di rancori, odio ed infamità, montati a dismisura come una maionese impazzita, che condisce le orgiastiche abbuffate del Capitone: il piccolo caporale di Pontida, con la passione per i travestimenti e le mostrine finte a gallonare il suo feticismo per la divisa.
Considerate se questo è un uomo: uno stolido citrullo analfabeta, grasso e truce, che si bea dell’ignoranza propria ed altrui, nell’inconsistenza del suo non-essere; un barile di arroganza e cibo spazzatura, ingurgitato con voluttuosa bulimia compulsiva, tra scrosci di selfie ad immortalare il dimenticabile evento. Magno ergo sum, come brand promozionale, tanta è l’identificazione dei fan adoranti con lo sozzo gargarozzone a tempo pieno.
Considerate se questo è un uomo: un tronfio cialtrone intriso di razzismo da bar, attorniato da vecchi arnesi del nazifascismo di ritorno (il nuovo che avanza), mentre abbraccia prosciutti e se ne va a spasso con un sockpuppet per candidata nella tasca, da tirare fuori in una Emilia Romagna prescelta a diventare il suo Alabama personale…

E siccome ogni Fattoria degli Animali (fossilizzata all’anno di grazia 1984) ha il ‘maiale’ che si merita, noi abbiamo questo tracotante grassone in orbace, che tra folle di didimi si erge turgido ed unto ad alfiere della ritrovata “italianità”, ridotta ad una sagra strapeasana di abbacchi a scottadito e coratella. Evidentemente, lo pagano al chilo per mangiare ed ingozzarsi come un’oca al foie gras!
Una volta l’Emilia Romagna era considerata una delle regioni più civili e sviluppate d’Italia… ora pare un frutto troppo maturo (e marcio), pronto per essere trasformato in un luna park sovranista, a consumo dei prepuzietti bianchi dell’italico Ku Klux Klan; sconvolti come sono dall’immaginaria invasione di ferocissimi negri cannibali, per una di quelle ossessioni paranoiche che sempre ricorrono nei deliri senili del popolo che le produce.
E allora ti viene il sospetto che questo stia davvero diventando un Paese di Merda, montante ed oscena nel fetore che emana.

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2 Risposte a “Se questo è un uomo…”

  1. Non ho ancora letto l’articolo, ma il titolo dice tutto in tutti i “modi” che conosciamo e ti dico che uno così, non è un uomo ma solo un ragazzino che ancora non sa vivere nella società moderna. Si un bimbo stronzo.

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