
Durante la trasmissione “Vieni via con me”, tra un elenco e l’altro, ci mancava proprio la lista promozionale del leghista Roberto Maroni, in arte ministro, che da una settimana e passa imperversa in ogni possibile angolo dell’etere, lamentando la mancanza di pluralismo.
In previsione di possibili elezioni, si è trattato di un ottimo spot elettorale confezionato su misura, a consumo personale, e naturalmente a costo zero per l’interessato: cinque minuti di auto-promozione, in prime-time, durante un programma televisivo di massimo ascolto. Niente male.
In fin dei conti, le marchette (specialmente quelle politiche) sono una costante delle trasmissioni RAI…
Di conseguenza, perché mai si dovrebbe negare al superministro padăo il suo momento di gloria mentre illustra i successi, naturalmente “epocali”, contro Mafia e Camorra, da parte di una compagine governativa dove (tra le varie dozzine di inquisiti) siedono pure Dell’Utri e Cosentino?!?
È rassicurante ascoltarlo mentre rivendica la tracciabilità dei pagamenti: istituita da Prodi; abolita (e poi reintrodotta) da Tremonti.
Gagliardo mentre sostiene la confisca dei patrimoni mafiosi, salvo omettere il mancato utilizzo degli stessi e, nei casi più estremi, le assegnazioni date in gestione ai familiari dei boss medesimi… Per non parlare poi dell’ipotesi di vendita all’asta dei beni, avanzata dal suo collega Roberto Centauro, già presidente della Commissione parlamentare Antimafia e attualmente vicepresidente della Commissione Giustizia.
Tuttavia, il Maroni da Varese il pezzo migliore ce l’ha riservato per la lettura conclusiva delle celebrazioni padane:
«È stato affermato che la ‘ndrangheta al Nord interloquisce con la Lega. Affermazione ingiusta e offensiva per i tanti che come me contrastano da sempre ogni forma di illegalità. Ed è soprattutto smentita dalle recenti operazioni fatte in Lombardia contro la ‘ndrangheta, che hanno portato al coinvolgimento e persino all’arresto di esponenti politici di altri partiti, ma non della Lega. Mi chiedo allora perché indicare proprio e solo la Lega?
Infine, le mafie si combattono eliminando gli storici e strutturali squilibri tra Nord e Sud. Dopo tanti inutili interventi statali che hanno sperperato interi patrimoni, bisogna cambiare le regole che governano la spesa pubblica e gli investimenti sui territori. I meccanismi ci sono: sono quelli propri dei moderni sistemi federali. Lo aveva già intuito, con sorprendente lucidità, un grande meridionalista, Gaetano Salvemini: “il federalismo è l’unica via per la soluzione della questione meridionale”. Disse Salvemini in un saggio, e concluse: “Date all’Italia meridionale una costituzione federale”.»
Quando si cita un autore, correttezza vuole che si riporti anche il nome dell’opera da cui la citazione proviene. Specialmente se parliamo di un personaggio del calibro di Salvemini.
Tuttavia, è probabile che l’estroso ministro abbia letto più che altro le dispense formato Bignami, appositamente preparategli da Gaetano Quagliarello: ennesimo prete spretato del radicalismo italiano, transitato alla corte di Re Silvio.
Perciò l’aiutiamo noi…

E certo se Maroni avesse letto davvero gli scritti di Gaetano Salvemini sul federalismo, se ne guarderebbe bene dal riproporli a sostegno della devolution secessionista in salsa leghista.
Poiché, in tal caso, il nostro ministro della polizia saprebbe che la proposta federalista di Salvemini ha una fortissima impronta marxista e trae i suoi valori fondanti nel movimento socialista, contro i regionalismi e gli egoismi locali:
«Salvemini individua tre classi sociali portanti e cioè latifondisti, piccola borghesia e proletariato rurale. L’analisi di Salvemini collega il conflitto di classe all’interno del Meridione alla dinamica di classe relativa all’intero territorio italiano: infatti l’alleanza tra borghesia industriale del Nord e latifondisti agrari del Sud si riverbera nell’alleanza all’interno della società meridionale tra latifondisti (che si assicurano posti di potere nelle istituzioni nazionali) e piccola borghesia impiegatizia che combatte per occupare i posti nelle istituzioni locali al quasi esclusivo fine di arricchirsi. Lo Stato, in questo sistema di alleanze, non può svolgere una funzione riformatrice (come sognano i meridionalisti liberali accecati dall’interclassismo) ma garantisce alle classi dominanti una redistribuzione fiscale a loro esclusivo vantaggio ed ai latifondisti meridionali la repressione di ogni istanza di ribellione delle classi subalterne.
Salvemini a tale proposito individua la possibilità di un’alleanza tra proletariato industriale del Settentrione e proletariato rurale meridionale, alleanza necessaria in quanto il destino dell’uno era comunque legato a quello dell’altro, giacché il parassitismo meridionale comprometteva la possibilità delle riforme in tutto il paese.»
[Italo Nobile]
Nella visione politica di Salvemini, il federalismo sarebbe diventato l’elemento di rottura col quale le masse rurali del proletariato meridionale avrebbero potuto travolgere la struttura del conservatorismo borghese, spezzando l’alleanza tra le camarille comorristiche del Sud ed il blocco militare-industriale del Nord, rafforzando invece la rappresentatività democratica e la partecipazione diretta in tutto il Paese.
«I moderati del Nord hanno bisogno dei camorristi del Sud per opprimere i partiti democratici del Nord, i camorristi del Sud hanno bisogno dei moderati del Nord per opprimere le plebi del Sud.»
Gaetano Salvemini
Opere IV, Il Mezzogiorno e la democrazia italiana (vol. II)
Movimento socialista e questione meridionale
a cura di G. Arfè
Feltrinelli; Milano 1978, pp. 86-91
L’idea federalista di Salvemini è anche, e soprattutto, un rifiuto netto contro ogni forma di legislazione speciale ed una critica esplicita all’istituzione di Commissari straordinari con poteri attuativi, per la risoluzione delle emergenze. Una prassi che sembra invece costituire la costante politica dell’attuale governo di cui la LEGA detiene le quotazioni di maggioranza.
Soprattutto, il federalismo propugnato dal socialista Salvemini non presuppone certamente la declinazione di ogni responsabilità. E, se non indulge affatto in vittimismi e populismi meridionalisti, d’altra parte denuncia con forza un certo ‘settentrionalismo’.
L’attualità di certe riflessioni lascia supporre che la supponenza razzistoide di certa “Padania”, depurata dalla matrice colonialista post-unitaria, non sia un frutto dei tempi ma la costante di una psicologia e di un pregiudizio di massa, presente fin dai primi anni dell’unificazione d’Italia:
«Perché è un fatto innegabile che, se i meridionali detestano i settentrionali, questi ripagano di eguale ed anche miglior moneta gli altri. È opinione diffusa del Nord che il Sud paga molte meno tasse del Nord e gode dei favori del governo: è un parassita che dà poco e prende molto. Lo sfruttamento economico è accompagnato dalla corruzione politica, della quale il Sud è inesauribile sentina.
…anche i meridionali onesti e sinceri, i quali pur riconoscendo l’inferiorità del loro paese, di fronte al disprezzo umiliante e irritante che traspira da ogni riga scritta dal Nord, finiscono spesso col perdere la pazienza e si sentono fervere il sangue nelle vene e provano una gran voglia di dar ragione ai rettili della stampa latifondista a camorrista. Fra i giornalisti e gli uomini politici settentrionali, poi, non credo che arrivino a due quelli che conoscono bene le condizioni del Mezzogiorno e le giudichino serenamente senza pregiudizi
…E mentre i partiti democratici non sanno affrontare risolutamente il problema e sviscerarlo, quali che debbano essere le conseguenze, i partiti reazionari hanno cominciato nel Meridione una lenta ed abilissima propaganda contro il Nord, dalla quale hanno molto da temere i partiti democratici del Settentrione.»
G.Salvemini
La Questione meridionale e il Federalismo
Pubblicata sulla “Critica Sociale”
Milano, 1900
Il federalismo propugnato da Salvemini nasce per unire e per emancipare l’Italia intesa come un’unica comunità democratica e solidale.
Non si capisce cosa c’entri con Maroni e con i suoi etno-nazisti verdecamiciati.
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This entry was posted on 23 novembre 2010 at 21:42 and is filed under Kulturkampf with tags "Vieni via con me", Camorra, Federalismo, Gaetano Salvemini, Lega Nord, Liberthalia, Mafia, Meridione, Padania, Questione meridionale, RAI, Roberto Maroni, Sud, TV. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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24 novembre 2010 a 04:45
[…] via https://liberthalia.wordpress.com/2010/11/23/il-tempo-dei-maroni/ AKPC_IDS += "22552,";Popularity: unranked [?] Posted by admin on novembre 24th, 2010 Tags: Elezioni Share | […]
24 novembre 2010 a 11:10
«I moderati del Nord hanno bisogno dei camorristi del Sud per opprimere i partiti democratici del Nord, i camorristi del Sud hanno bisogno dei moderati del Nord per opprimere le plebi del Sud.»
Questo spiega egregiamente la situazione: una guerra tra bande che si azzannano a vicenda per poter sfruttare a loro piacimento i lpopolo-bue.
24 novembre 2010 a 17:20
…che felicissimo di partecipare all’inganno ci sguazza con tutte le scarpe
25 novembre 2010 a 10:30
non conoscevo bene il testo di Salvemini citato da Maroni, ma avevo la certezza che si trattasse di una citazione estrapolata da un contesto più ampio e non avesse nulla a che fare con l’idea di federalismo della lega…
chiarezza è fatta!
25 novembre 2010 a 12:21
E’ sempre un piacere leggerti e sono felice di poter tornare a frequentare il tuo blog 🙂
25 novembre 2010 a 16:53
@ Midhriel
Il piacere più grande è il mio, che continuo ad essere onorato dalle tue graditissime visite.
@ Effeferro
Sarò prevenuto, ma credo che le letture leghiste non vadano oltre i fumetti di Goscinny e Uderzo. Di certo, non contemplano gli astrusi deliri medioevali di Gianfranco Miglio.
Quando i raffinati think tank del partito si spingono oltre le “Avventure di Asterix”, ciò che scaturisce è un guazzabuglio di letture maldigerite e confuse (da Polibio a Carlo Cattaneo) con effetti a dir poco esilaranti..
Coerentemente, hanno promosso un odontotecnico del varesotto, perennemente in bermuda e già sposato con ‘rito celtico’, a indispensabile “ministro della semplificazione”.
Del resto, l’immaginifico leghista sembra coincidere appieno con la cultura völkisch pre-nazista, da cui sembra mutuare miti e rituali con inquietante analogia.
29 novembre 2010 a 13:31
SENZA PAROLE!!!—APPELLO URGENTE A TUTTI I PARLAMENTARI ITALIANI! CERSASI ART.3 DELLA COSTITUZIONE “SMARRITO. (RUBATO!!) IN CASO DI RITROVAMENTO SI PREGA DI CONSEGNARLO IMMEDIATAMENTE AL LEGITTIMO PROPRIETARIO: IL POPOLO ITALIANO. Signori ministri vi date da fare, per favore!! in modo particolare lei, Sig. ministro della giustizia, il……… Presidente del Consiglio, il popolo ITALIANO é disperato!!! la corruzione REGNA ed é ogni presente!!!, non se ne può più!!! vogliamo il art.3 SUBITòòòò!! senza se, senza ma!! ( art.3 ci é DOVUTO!!).