
Oggi parliamo del “Nulla”, inteso come assenza di senso, nel non-essere di una qualsiasi consistenza. Epicuro sosteneva che “nulla si genera da ciò che non è”. Per paradosso, ignorava la vacuità che permea i mondi trascendenti della “politica”, da cui la cosiddetta “minoranza piddì”, il vuoto alla ‘sinistra’ del partito bestemmia, trae i suoi processi di reificazione nell’inconsistenza ciarlona ed inconcludente, che ne contraddistingue il nonnihil (il non niente) della sua inessenza.
Seguire le evoluzioni cognitive coi contorcimenti sofistici ed i volteggi rasoterra di un Gianni Cuperlo (“Io penso”), di uno Stefano Fassina (il Doppelgänger), insieme a tutti gli altri patetici compagnucci della ‘Ditta’, nella disarmata aleatorietà dei loro rigurgiti volitivi, significa addentrarsi nell’insieme vuoto che ha nello zero la misura della propria astrazione.
Bisognerebbe scomodare il genio letterario e sprezzante di Sciascia, applicato alle categorie del politico, per trarne una catalogazione tutta al ribasso:
«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.»
Leonardo Sciascia
“Il giorno della civetta”
Einaudi, 1961
A metà strada tra i “pigliainculo” ed i “quaquaraquà”, sono i comprimari falliti di una congrega parrocchiale di “ominicchi”. Nel piccolo gioco della politica consumata nella sacrestia di partito, costituiscono le spalle tragicomiche di una vecchia pantomima di successo: poliziotto buono vs poliziotto cattivo.

Sono quelli che si sono fatti scippare il partito da un pugno di giovani portaborse democristiani senza colpo ferire. Sono gli
amleti dell’eterno distinguo, irresoluti su tutto, perennemente indecisi sul da farsi. Quelli che non sono d’accordo su nulla; minacciano fronde e fracassi, ma al momento decisivo si ritrovano sempre allineati e coperti nel nome di una “ditta” in liquidazione fallimentare. Sono quelli che al momento del voto, dopo aver agitato fuoco e fiamme di vibrante sdegno, nella migliore delle ipotesi, si astengono.. escono dall’aula.. si fanno spedire in missione. Sono quelli che daremo battaglia alla camera… eppoi al senato… eppoi in commissione (salvo chiedere di essere sostituiti per non dover decidere)… e poi correggeremo la norma coi decreti
attuativi… Ma alla fine approvano tutto, perché ogni volta è la (pen)ultima volta. E un istante dopo corrono ad esternare tutto il proprio dissenso dinanzi alla prima telecamera disponibile, ansiosi più che mai di rendere partecipe l’etere dell’incredibile livello di minchioneria esibito a più e pubbliche riprese, in dissociazione permanente tra il dire ed il fare. Perché l’ipocrisia costituisce da sempre la prudenza dei pusillanimi.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Correlati
This entry was posted on 11 marzo 2015 at 19:22 and is filed under Stupor Mundi with tags Gianni Cuperlo, Italia, La Ditta, Leonardo Sciascia, Liberthalia, Minoranza Pd, Niente, Non-Essere, Nonnihil, Nulla, Parlamento, PD, Pierluigi Bersani, Pippo Civati, Politica, Rosi Bindi, Stefano Fassina. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can leave a response, or trackback from your own site.
12 marzo 2015 a 20:21
E cosa dire degli elettori/spettatori? Cosa dire di noi? Del nostro non dissenso, vero, spontaneo. Non quello organizzato a tavolino, dove il banco mischia il mazzo e ridistribuisce le carte.
Siamo figli del nulla…..anche noi. Questo è il problema. Ci si aggrappa poi a un movimento qualsiasi….con modalità apparentemente diverse, che fa sentire il cittadino parte integrante della vita politica, seduto comodamente davanti al suo PC….neeee abbiamo solo cambiato croupier.
13 marzo 2015 a 00:48
Sarà per questo che non gioco mai a carte, men che mai d’azzardo..;)
Alla dinamica del caso, rimessa ai trucchi del croupier, ho sempre preferito di gran lunga la logica degli scacchi.