Che i cosiddetti “Stati generali della natalità” si risolvessero in una kermesse di attempati maschioni (42 uomini e per contro 9 donne tra gli ospiti; non che la cosa faccia differenza), che discettano di maternità e gravidanza a difesa (neanche troppo implicita) della cosiddetta “famiglia tradizionale” contro il disordine morale di un mondo secolarizzato, era parte integrante del copione di questa farsa revanchista di sanfedismo 2.0 aggiornata allo zeitgeist dello spirito del capitalismo, dove l’inverno demografico (del tutto presuntivo) è un accidente connesso alla crisi del mercato, col dramma sociale dei mancati introiti delle categorie commerciali interessate, nonché principali sponsor dell’evento, preoccupati per le fabbriche di biberon (rigorosamente made in China).
«Avete mai immaginato un mondo senza bambini? Senza bambini significa, tanto per fare degli esempi che diano concretezza alla visione, senza la necessità di biberon, di prodotti per l’infanzia.»
Ecco la “visione” si traduce in un carrello degli acquisti vuoto. L’apocalisse demografica è quantificabile nelle perdite economiche di settore. E non si capisce dove finisca l’orrore e cominci invece la farsa, nella tragedia di un popolo di dementi a cui la cosa migliore che possa capitare è l’estinzione di massa, se davvero si vuole dare un futuro alle prossime generazioni.
Va da sé che la kermesse neo-catecumenale non è altro che una riedizione degli imbarazzanti “Family Day” dietro mentite spoglie, elevata a passerella di governo per la celebrazione identitaria dell’etnia italiana, col cognato d’Italia al posto di Povia come intermezzo comico, e la vice papessa in abbinamento armocromatico al posto del papa emerito accanto ad un imbarazzato Bergoglio, che troppo tardi s’è reso conto in quale ennesima pagliacciata sovranista s’è infilato, per fare da comparsa al nuovo corso di rinascita nazionale. E siamo sempre dalle parti della fantomatica “sostituzione etnica” ed altri trip kalergici, sotto diverso nome.
Perché di quello si tratta, nell’immarcescibile trimurti Dio-Patria-Famiglia che anima l’immaginario ristretto di una destra sospesa tra Augusto imperatore ed il sacrario di Predappio, poiché:
“È di una importanza eccezionale nella vita di un popolo che Stato e Chiesa siano riconciliati nella coscienza dell’individuo e nella coscienza collettiva dell’intera Nazione.”
E non per niente la “Nazione” è il ritrovato feticcio archeologico, che riempie la bocca di ministri e sottopanza della nuova destra di greppia e di governo per definire il suo non essere, mentre immagina culle piene di italici bambini bianchi, borghesi e cristiani, non infanti qualunque, a rimpinguare i ranghi di otto milioni di baionette spuntate, in un mondo sovrappopolato di pezzenti.
La preoccupazione è per il futuro, tuttavia il modello è antico e trapassato, nell’innato talento tutto al naturale che il destronzo ha nel convertire ogni questione seria in una farsa da operetta.
Chiamatelo come vi pare, ma sempre di quella merda lì si tratta…
VI – La difesa della stirpe
Art. 71
La Repubblica considera l’incremento demografico come condizione per l’ascesa della Nazione e per lo sviluppo della sua potenza militare, economica, civile.Art. 72
La politica demografica della Repubblica si svolge con tre finalità essenziali: numero, sanità morale e fisica, purità della stirpe.Art. 73
Presupposto della politica demografica è la difesa della famiglia, nucleo essenziale della struttura sociale dello Stato. La Repubblica la attua proteggendo e consolidando tutti i valori religiosi e morali che cementano la famiglia, e in particolare:col favore accordato al matrimonio, considerato anche quale dovere nazionale e fonte di diritti, perché esso possa raggiungere tutte le sue alte finalità, prima: la procreazione di prole sana e numerosa;
col riconoscimento degli effetti civili al sacramento del matrimonio, disciplinato nel diritto canonico;
col divieto di matrimonio di cittadini italiani con sudditi di razza ebraica, e con la speciale disciplina del matrimonio di cittadini italiani con sudditi di altre razze o con stranieri;
con la tutela della maternità;
con la prestazione di aiuti e assistenza per il sostenimento degli oneri familiari. Speciali agevolazioni spettano alle famiglie numerose.(Costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, 1944)