The Italian Watchmen

 

“Ti regalerò una ronda…”

 

severed-arm L’Italia è un paese strano. È allergico a qualsiasi norma; è insofferente a qualunque regola civica. Ha una considerazione del “bene comune” prettamente familiare, che non va oltre la dimensione clanica della non-società italiota: perché sperperarlo in pubblico? Se non è mio, che bene è?!? Molto meglio che venga spartito in famiglia, come se fosse una Cosa nostra.

Vota in massa per i suoi pregiudicati preferiti. Adora i condoni. Ammira il furbo e denigra l’onesto. Non vuole noie e pensa sempre ai fatti propri. Nel senso più (ri)stretto del termine. Come a Bologna, dove ad una ragazzina di 15 anni che chiede aiuto, mentre viene stuprata in mezzo alla strada, il bravo passante risponde: ‘non mi interessa’. Mica m’è parente! O come a Roma, quartiere Quartaccio, dove nessuno si affaccia alle finestre, perché in TV danno la partita della “Magica”. Però vuole più “sicurezza”.

Un paese spaventato, che agita la forca e predica la “tolleranza zero” (per gli altri), ma non s’impiccia. Non interviene, non previene, se non a fuochi spenti (come tutti i vigliacchi), che invoca e cerca il linciaggio, assicurandosi prima che il delinquente sia ammanettato.

Un brutto Paese di mala gente che, tuttavia, come il brigadiere Pasquale Zagaria, ama la mamma e la polizia. Ma non disdegna il “fai da te”.

Dalla recente promulgazione del DL 11/2009 che autorizza la costituzione delle “ronde” (Art. 6. Commi 3;4;5;6), è tutto un gran proliferare di pettorine colorate, prese in prestito dalla cantieristica stradale, del volontario tuttofare che gioca a guardie e ladri. Patetici Van Helsing in guerra contro le ‘creature della notte’. L’iniziativa ha suscitato grande entusiasmo al Nord, rispetto al più smaliziato Meridione dove le “onorate società” di galantuomini controllano ormai da tempo il territorio, con pieno successo. Si registrano ingolfi a Padova dove, con leggero ritardo sul carnevale, si è festeggiato Arlecchino: ronde ‘di sinistra’ che controllano le ronde ‘di destra’, divise per colori tra militanti (post)fascisti di A.N e puri fascisti storaciani. Nel mezzo, ronde di quartiere autoctone, controbilanciate da ronde di immigrati extracomunitari e le neo-ronde di romeni contro i romeni che delinquono. Tutti, a loro volta, sono stati seguiti dalla Polizia di Stato, ridotta a fare la badante di un nutrito stuolo di deficienti massimamente assortito.

Come questi bolsi pattuglioni di casalinghe (più o meno disperate) fresche di coiffeur; attempati “benemeriti” in congedo, acciaccati vegliardi in fuga dai centri anziani, rachitici travet dal fisico temprato nel lancio dei coriandoli, pensano di contrastare la ‘criminalità predatoria’ di gente indurita dalla vita di strada, svelta di mano, e abile di coltello, resta un mistero.

In compenso, esaltati, spostati e frustrati di ogni ordine e grado, potranno costituire la loro ‘brava’ compagnia privata (di pirla al posto dell’anello) e improvvisarsi cavaliere di ventura. Tutto ciò, in attesa che il ministro Maroni si degni di istituire un registro per questi rambo della domenica, specificando i “requisiti di appartenenza” e “gli ambiti operativi”.

Per il momento abbiamo rifondato le milizie di partito. Per le crociate ci siamo già organizzati. Un duce e re ce l’abbiamo già. Per il feudalesimo invece bisogna ancora aspettare… Non per molto.

 

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