Gli eterni bambini

 «Che cos’è il populismo, il male eterno della politica italiana?
In una formula, consiste nel trattare come bambini cittadini adulti e teoricamente responsabili. A molti italiani il populismo piace ed è sempre piaciuto proprio per questo, perché non li fa crescere e li monda dai peccati del mondo. La minoranza di italiani adulti, invece, lo trova insopportabile. Come trova insopportabile che il Paese più vecchio del mondo, per storia e per anagrafe, sia al tempo stesso il più infantile. Abbiamo inventato il fascismo, ma un minuto dopo la fine della guerra, anzi già mesi prima la colpa era tutta dei tedeschi. Mussolini era un dittatore bonario, i fascisti dei ragazzini esibizionisti, le leggi razziali un’imposizione dell’alleato. La migliore rappresentazione dell’eterna fanciullezza italiota è l’Amarcord di Fellini. Il fascismo visto con gli occhi di un adolescente, cioè di tutti gli italiani fascisti. I pochi antifascisti, infatti, erano in galera dove tocca crescere alla svelta.
Vent’anni fa gli eterni infanti si sono accorti di colpo d’essere stati governati da una classe dirigente di corrotti, manigoldi e incapaci. Che sorpresa! Chi l’avrebbe mai detto?!? Per fortuna hanno votato in massa il nuovo, l’onesto, il competente: Silvio Berlusconi.
L’hanno voluto ad ogni costo, passando sopra al conflitto d’interessi, al ridicolo e alla vergogna. A dispetto dello stesso Berlusconi, della sua evidente inadeguatezza di fronte alla missione dichiarata di creare “un nuovo miracolo italiano”. Gli avevano raccontato in tutti i modi che Berlusconi “scendeva in campo” per salvare le sue aziende che, orfane di favori e sodali politici, da Craxi ad Andreotti, sarebbero fallite. Ma i piccoli italiani che non crescono mai gli credevano. È andata male. Berlusconi non solo non ha fatto il miracolo, ma ha preso un Paese comunque ricco e produttivo e l’ha ridotto sull’orlo della bancarotta. Ora chiedono a Monti, che è arrivato l’altro giorno, di far crescere l’economia. Ma l’economia italiana non cresce da 12 anni. Non se n’era accorto nessuno? No, neppur il superministro, Giulio Tremonti, che ancora va in giro nei salotti tv di sinistra, da Ballarò a Santoro, per spiegare quanto è stato profetico.
I piccoli italiani ora scoprono d’essere stati ancora truffati. Ma non è colpa loro. È colpa della politica trasformista, come spiega Beppe Grillo. Un trasformista coi fiocchi, uno che a dicembre saluta il governo Monti come “la salvezza dell’Italia” e oggi scrive che è frutto di un “golpe ordito da Napolitano e dalle banche”. Piace Grillo perché è un bambino anche lui, non deve rendere conto di quello che ha detto cinque mesi fa. Era tanto piccolo, aveva soltanto 64 anni.
Padre nostro rimetti a noi i nostri debiti anche se col cavolo che noi li rimettiamo ai nostri debitori. Amen

  Curzio Maltese
  Il Venerdì – (22/06/2012)

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