“Ci stiamo avvicinando alla fine della crisi, vedo la luce in fondo al tunnel”
Mario Monti
(12/09/12)
Evidentemente ci siamo persi qualche passaggio…
Eravamo il Paese più virtuoso d’Europa: il modello a cui il resto del mondo guardava con invidia; il campione che aveva stroncato le reni alla crisi sul nascere, avviato verso un radioso avvenire di prosperità e sviluppo, coi ristoranti pieni ed i biglietti aerei esauriti… E il meglio della nostra elite economica e produttiva non smetteva di ripetercelo [QUI]. Fior di editorialisti ce lo gridavano fin sopra ai tetti delle redazioni, scrivendolo sugli autorevoli giornali della sana borghesia moderata e (ovviamente!) liberale. Per esempio, QUI. Fior di economisti si complimentavano di cotanto successo, congratulandosi con lo “statista” di Arcore… Insomma, sarebbe stata una gran festa, se non fosse stato per il solito grumo di disfattisti che alimentavano “percezioni psicologiche” negative.
Poi, improvvisamente, tutti hanno cambiato idea. Scaricato il Pornocrate e la sua corte, hanno cominciato a raccontarci che eravamo sull’orlo del fallimento, prossimi all’apocalisse finanziaria e
che, senza la cura dei biodroidi tecnocratici, l’Italia entro la fine dell’anno (uno vale l’altro) non sarebbe più riuscita nemmeno a pagare gli stipendi né le pensioni. Che non c’era alternativa e che i politici son tutti uguali, salvo poi lamentarsi dell’esplodere dell’anti-politica.
Ma come?!? Senza accorgercene, eravamo passati dalle virtuose stars (di latta) alle stalle dei Pigs?
Poi per fortuna è arrivato direttorio tecnico, addetto al recupero crediti bancari, sponsorizzato dagli stessi che la “crisi la non esiste”. E per mesi ci hanno terrorizzato con la favoletta cattiva della Cenerentola porcellosa, che faceva preoccupare tutta la UE.
L’ottava potenza economica mondiale, la seconda potenza industriale in Europa dopo la Germania, a rischio default! Volete finire come la Greeeeciiia?!?
E il bello è che gli italiani ci hanno creduto, mentre il governo truffa dei sedicenti ‘tecnici’ smantellava a colpi di decreto 50 anni di conquiste sociali, in nome dell’austerità e del più rigido rigorismo monetarista.
La situazione era talmente disperata che.. puff!! dopo 18 mesi la ‘crisi’ è già svanita, la fine del tunnel vicina e la ripresa timidamente in corso, grazie alle riforme epocali del provvidenziale Governo Monti: aumento della benzina; aumento dell’IVA; blocco dei contratti; tagli indiscriminati a Istruzione e Sanità. Come dimenticare poi la fondamentale riforma del lavoro che non cancella nemmeno una delle oltre cinquanta forme di contratto atipico o precario, ma modifica al ribasso le indennità di disoccupazione? O la fondamentale riforma pensionistica, che lascia senza reddito e lavoro oltre 200.000 persone, ribattezzate esodati?
Per rilanciare la crescita e combattere la disoccupazione giovanile ci sono poi provvedimenti straordinari come la possibilità di fondare società a responsabilità limitata, con un solo euro di capitale sociale. Immaginiamo con un simile capitale di garanzia, l’eccezionale accesso al credito e la straordinaria disponibilità degli eventuali fornitori, nei confronti di tali realtà imprenditoriali.
Sono soltanto alcuni dei successi propagandati dal governo truffa che, proprio come il suo autorevole predecessore, ha decretato: “la crisi è finita!”
Il Governo Monti ha svolto con diligenza i compiti a casa, sotto l’interessata dettatura di Berlino. E i risultati si vedono!
Crollo dei consumi interni, con l’esplosione della più grande recessione economica degli ultimi 20 anni, con una contrazione congiunturale che si appresta ormai a superare i sei trimestri consecutivi. Flessione degli investimenti ed un incidenza della crisi, che viene arginata dagli italiani soprattutto attraverso l’erosione del risparmio privato.
Abbiamo una disoccupazione (ufficiale) oltre il 10%, alla quale non vengono computati però i lavoratori in cassa-integrazione, in mobilità, ed i cosiddetti “inoccupati”. Si tratta di un’anomalia tutta italiana, che però permette di mantenere le statistiche (truccate al ribasso) sotto la media europea.
Ma andiamo per ordine, seguendo le “Prospettive per l’economia italiana” per gli anni 2012-2013, pubblicate dall’ISTAT:
PIL. Per l’anno 2012, si prevede una riduzione del prodotto interno lordo a meno 2,3% ulteriormente aggravato da un 0,5% per il 2013. Ciò vuol dire che per raggiungere il saldo zero dovremo recuperare almeno il 2,8%!
Domanda. “La domanda estera netta risulterebbe, in entrambi gli anni, la principale fonte di sostegno alla crescita, con un contributo rispettivamente pari a 2,8 e a 0,5 punti percentuali nei due anni considerati, mentre il contributo della domanda interna al netto delle scorte è previsto rimanere negativo sia nel 2012 (-3,6 punti percentuali) sia nel 2013 (-0,9 punti percentuali)”.
Consumi. “La spesa privata per consumi registrerebbe nell’anno in corso una contrazione del 3,2%. Nel 2013, la spesa dei consumatori risulterebbe ancora in calo (-0,7%), a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali.”
Investimenti. “Gli investimenti fissi lordi diminuirebbero del 7,2% nel 2012, per effetto di una forte riduzione da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche. Nel 2013, le prospettive di una ripresa del ciclo produttivo e il graduale miglioramento delle condizioni di accesso al credito porterebbero ad un rallentamento della caduta (-0,9%).”
Occupazione. “La maggiore partecipazione al mercato del lavoro osservata a partire dalla fine del 2011 è alla base del rilevante incremento del tasso di disoccupazione previsto per quest’anno (10,6%). Nel 2013 il tasso di disoccupazione continuerebbe a salire (11,4%) a causa del contrarsi dell’occupazione, fenomeno cui si dovrebbe accompagnare un aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata.”

La situazione è ulteriormente esasperata dal progressivo peggioramento del quadro economico internazionale, in decisa decelerazione, che sta investendo anche i cosiddetti mercati emergenti (Cina e Brasile) i quali non sono in grado di sostenere la crescita degli scambi e di assorbire le esportazioni europee.
“La geografia degli scambi continuerà a operare in senso avverso all’export del nostro Paese: i mercati di sbocco dell’Italia, infatti, sono attesi crescere meno del commercio complessivo, il che determinerebbe una nuova flessione della quota di mercato in volume delle esportazioni italiane sul commercio mondiale.”
Le previsioni per l’economia italiana sono pessime:
“Nel biennio di previsione le famiglie continuerebbero a sperimentare significative riduzioni del reddito, con conseguenze negative sul tasso di risparmio, come evidenziato dal netto rialzo dell’indicatore sull’utilizzo del risparmio tratto dalle inchieste congiunturali condotte dall’Istat sui consumatori. La probabilità di un ritorno agli investimenti da parte delle imprese risulterebbe ancora bassa a causa della caduta dei margini di profitto, dei bassi livelli di capacità utilizzata e delle difficoltà dal lato della domanda. Proseguirebbe il deterioramento sul mercato del lavoro. L’unico contributo positivo alla crescita deriverebbe dalle esportazioni nette.”
E nell’insieme avrebbe pesanti ripercussioni sulle famiglie italiane e sul loro stesso benessere, con un progressivo abbassamento del tenore di vita e la creazione di drastiche sacche di impoverimento, con inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro:
“La caduta del reddito disponibile, il clima di incertezza percepito dai consumatori e l’attuazione di misure di politica economica volte al consolidamento dei conti pubblici penalizzerebbero la spesa per consumi. La crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie porterebbe, in un primo tempo, ad un proseguimento nell’utilizzo del risparmio, cui potrebbe seguire una evoluzione in negativo dei modelli di consumo.
La spesa privata per consumi registrerebbe nell’anno in corso una contrazione del 3,2% e anche nel 2013 la spesa dei consumatori risulterebbe in calo (-0,7%), a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza del reddito disponibile.
[…] Le difficoltà finanziarie delle famiglie e la crescita della disoccupazione associate alla lunghezza della fase recessiva potrebbero amplificare i rischi al ribasso della previsione.”
Al Governo Monti piace stilare pagelle di merito… Se questo fosse l’esito di una prova d’esame, il giudizio potrebbe essere uno solo: BOCCIATI!
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This entry was posted on 6 novembre 2012 at 01:45 and is filed under Business is Business, Muro del Pianto with tags Crescita, Crisi economica, Disoccupazione, Economia, Export, Governo tecnico, Impoverimento, ISTAT, Italia, Liberthalia, Mario Monti, Pil, Prospettive di previsione economica, Recessione, Reddito, Tunnel. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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9 novembre 2012 a 14:13
Da notare poi come tutto sia peggiorato tranne dove lo zio Mario è intervenuto con le rotative. Pagliacci, mille volte pagliacci.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-11-08/fate-presto-anno-dopo-202326.shtml?grafici&uuid=Aby0wH1G
11 novembre 2012 a 01:09
Io sono ancora sotto choc dopo aver appreso della proposta di tassare le macchinette acchiappa-peluche: le vecchie claw machine del Luna Park..!!!
Non m’ero ancora ripreso dall’operazione “cieli bui”, che ecco un’altra memorabile stronzata tecnica da far impallidire ogni classifica!