Le parole di questo video sono straordinariamente profonde, per quanto possano suonare inaccettabili a tutti coloro che sono credenti. Mi sembra un dato di fatto da non trascurare: nel mondo (ma anche nella storia, per quello che le mie limitate cognizioni mi permettono di pensare) i credenti o fedeli di una Chiesa sono molti di più dei non credenti. Come mai?
Il riferimento alla responsabilità personale mi sembra l’elemento determinante: chi rinuncia a una divinità si trova solo davanti al mondo, senza alibi, senza nessuno da accusare o ringraziare per quello che gli capita.
la religione è l’antidoto alle grandi domande e paure dell’umanità. In primis la Grande Domanda A Cui Non Si Risponde: cosa c’è dopo la morte? Poi chi ha creato il mondo, perché esiste l’uomo etc…
Ognuno è libero di rispondersi come vuole, secondo me. Io sto lentamente prendendo la via dell’agnosticismo, ma sono tuttora in una grande confusione.
L’agnosticismo è in fondo un sospensione di giudizio, in nome del buonsenso: non potendo dare una risposta certa e definitiva, si rimanda la soluzione del problema… generalmente al momento della ‘dipartita’..:)
Al contrario, sembra proprio che la tua testolina sia invece frastornata da una miriade di domande senza facile risposta, coerentemente con una innata curiosità e desiderio vitale di conoscenza. Ed è fortissima la tua ricerca di una sorta di soluzione ottimale, nella definizione soggettiva di una qualche rassicurante certezza, che sappia armonizzare la tua razionalità con la tua spiritualità.
So che il tema in questione ti è piuttosto caro, così come è grande la tua sensibilità sull’argomento. Purtroppo, per certe risposte non basta una vita e spesso, quando il dubbio si accompagna a un bisogno di Fede altrettanto forte, si ripiega in una sorta di compromesso ideologico:
1) le persone più intelligenti e brillanti elaborano un proprio originalissimo sistema di idee, mutuato da un sincretismo filosofico e religioso, frutto delle proprie speculazioni eterodosse nel solco di un personale percorso di ricerca interiore.
2) Il grosso della massa, per praticità, pigrizia, limiti oggettivi, tende ad accontentarsi di ciò “che passa il convento” con l’accettazione acritica del Dogma o nell’abbraccio conformista e rassicurante della religione dominante, magari scacciando gli eventuali dubbi con esercizi spirituali.
Mi sembra che tu appartenga decisamente alla prima categoria… Cerca le risposte possibili dentro di te; diffida dei profeti (specialmente se falsi) e dubita sempre di quei mentori improvvisati che pensano di fornirti la (loro) soluzione o, peggio ancora, pretendono di guidarti in un percorso che appartiene solo a te. Sii il demiurgo di te stessa.
ma tu in questo senso come la vivi? Cioè, non per farmi gli affaracci tuoi, ma la “filosofia di vita” o comunque la spiritualità di una persona intelligente e a mio parere molto colta come te potrebbe darmi spunti e riflessioni interessanti.
Quello che appunto mi disgusta è l’accettazione di dogmi e di pensieri, magari dominanti, senza nemmeno porsi i dovuti problemi. Se poi dovessi soffermarmi sulle varie categorie di credenti, concernendo tutte le religioni ma in particolare quella cristiana (perché la più diffusa attorno a me), ne uscirebbe un trattato e peraltro nemmeno di eccellente qualità.
Non so nemmeno se Dio esiste, ma se dovesse esserci, rifiuterei qualsiasi religione per onorarlo/pregarlo/trovarlo, anzi cercherei un rapporto esclusivo con Lui. Nessuno dovrebbe interporsi fra l’Assoluto e l’umanità, nessuno dovrebbe arrogarsi caratteristiche divine…
Questa è la mia modesta impressione.
@Semplice
E infatti parliamo di un problema di impossibile soluzione..:)
@Lady Lindy
…Una “modesta impressione” (che in realtà costituisce una profondissima riflessione) che personalmente condivido e rispetto appieno. Questo tipo di rapporto esclusivo, ai limiti dell’eresia, ha un’antichissima tradizione con nobilissimi esponenti ed è alla base del misticismo.
Come vivo poi il problema religioso?!?
Be’ è molto semplice..:) Io non sono credente; non ho ricevuto alcun tipo di educazione religiosa (e l’influenza culturale conta eccome!) né mi sono mai posto interrogativi sull’esistenza divina o dilemmi sul mio rapporto col sacro. Semplicemente, gli dei (se esistono) ignorano me ed io con altrettanta cordialità ignoro loro, poiché lo spiritualismo esula dai miei interessi. Poi, siccome sono una persona molto curiosa, tendo ad appassionarmi a ciò che per natura non condivido o mi è intrinsecamente estraneo: per questo la teologia rientra tra le mie letture preferite, trovando l’argomento incredibilmente divertente… Questo perché ho uno spirito irriverente..:)
Naturalmente, ho il massimo rispetto per chi una Fede invece ce l’ha e la pratica, disinteressatamente e con convinzione. Ad una condizione però: le sue scelte non devono influire sulle mie, né limitare la mia libertà o, se si preferisce, interferire col mio “libero arbitrio”. Soprattutto non mi si deve rompere i coglioni (perdona il francesismo, ma credo renda bene il fastidio) con dogmi ed anatemi, che io non ho mai sottoscritto né accettato. Le religioni monoteiste, ed istituzionalizzate, hanno invece la pessima prerogativa di considerarsi “universali” e vincolanti anche per i non credenti, con tutti i conflitti esistenziali, e soprattutto sociali, che ne derivano.
Se mi perdoni l’auto-citazionismo, ciò costituisce parte di una tematica che ho cercato di circostanziare QUI.
Probabilmente ti sembrerà assurdo o, nel caso peggiore, un’esibizione narcisistica di superomismo, ma per quel che mi riguarda mi sono impegnato a rimuovere la questione fondamentale da cui scaturisce sostanzialmente il bisogno di Dio: ovvero la paura della morte.
Se tale, terrifico, timore viene meno.. e non si ha un indole volta alla contemplazione spirituale del sacro, viene meno anche il condizionamento religioso, come qualcosa di superfluo.
Questo tipo di posizione non rende una persona migliore o peggiore, rispetto alle sue potenzialità; un modello da seguire o disprezzare. Semplicemente, è conforme al mio equilibrio personale, coerente con la mia indole. Per questo vivo determinate scelte senza conflitto.
Nel tuo caso, penso che dovresti vivere la tua ricerca nella piena libertà del tuo essere e scorgere la presenza dell’Assoluto in ogni aspetto della tua esistenza, a partire dalle cose più semplici (ed in apparenza ordinarie) che costituiscono la tua quotidianità, abbracciano il tutto nella sua universalità.
Questo perché la spiritualità scaturisce innanzitutto da dentro di te, per irradiare la realtà circostante che definisce il tuo essere nel microcosmo nel quale sei iscritta a pieno titolo.
Se è vero che in ognuno di noi c’è una scintilla divina riconducibile all’elemento creatore originale, allora cogli l’intima essenza di quell’atomo divino presente in te. Attraverso la piena conoscenza di te stessa, nella consapevolezza delle tue scelte e nella naturalezza dei tuoi gesti, sarai più vicina a Dio nella realizzazione di quel sacro rapporto esclusivo al quale aneli..
🙂 E ora però basta giocare a fare il guru, altrimenti c’è il rischio di passare pure per un santone. Peggio ancora, se non stai già ridendo a crepapelle, potresti persino prendermi sul serio!
4 aprile 2011 a 19:09
Le parole di questo video sono straordinariamente profonde, per quanto possano suonare inaccettabili a tutti coloro che sono credenti. Mi sembra un dato di fatto da non trascurare: nel mondo (ma anche nella storia, per quello che le mie limitate cognizioni mi permettono di pensare) i credenti o fedeli di una Chiesa sono molti di più dei non credenti. Come mai?
Il riferimento alla responsabilità personale mi sembra l’elemento determinante: chi rinuncia a una divinità si trova solo davanti al mondo, senza alibi, senza nessuno da accusare o ringraziare per quello che gli capita.
5 aprile 2011 a 11:48
..Ed io considero ciò il sommo Principio di Libertà
6 aprile 2011 a 17:14
la religione è l’antidoto alle grandi domande e paure dell’umanità. In primis la Grande Domanda A Cui Non Si Risponde: cosa c’è dopo la morte? Poi chi ha creato il mondo, perché esiste l’uomo etc…
Ognuno è libero di rispondersi come vuole, secondo me. Io sto lentamente prendendo la via dell’agnosticismo, ma sono tuttora in una grande confusione.
7 aprile 2011 a 01:56
L’agnosticismo è in fondo un sospensione di giudizio, in nome del buonsenso: non potendo dare una risposta certa e definitiva, si rimanda la soluzione del problema… generalmente al momento della ‘dipartita’..:)
Al contrario, sembra proprio che la tua testolina sia invece frastornata da una miriade di domande senza facile risposta, coerentemente con una innata curiosità e desiderio vitale di conoscenza. Ed è fortissima la tua ricerca di una sorta di soluzione ottimale, nella definizione soggettiva di una qualche rassicurante certezza, che sappia armonizzare la tua razionalità con la tua spiritualità.
So che il tema in questione ti è piuttosto caro, così come è grande la tua sensibilità sull’argomento. Purtroppo, per certe risposte non basta una vita e spesso, quando il dubbio si accompagna a un bisogno di Fede altrettanto forte, si ripiega in una sorta di compromesso ideologico:
1) le persone più intelligenti e brillanti elaborano un proprio originalissimo sistema di idee, mutuato da un sincretismo filosofico e religioso, frutto delle proprie speculazioni eterodosse nel solco di un personale percorso di ricerca interiore.
2) Il grosso della massa, per praticità, pigrizia, limiti oggettivi, tende ad accontentarsi di ciò “che passa il convento” con l’accettazione acritica del Dogma o nell’abbraccio conformista e rassicurante della religione dominante, magari scacciando gli eventuali dubbi con esercizi spirituali.
Mi sembra che tu appartenga decisamente alla prima categoria… Cerca le risposte possibili dentro di te; diffida dei profeti (specialmente se falsi) e dubita sempre di quei mentori improvvisati che pensano di fornirti la (loro) soluzione o, peggio ancora, pretendono di guidarti in un percorso che appartiene solo a te. Sii il demiurgo di te stessa.
7 aprile 2011 a 09:13
😉 Io sono confusissima!!
7 aprile 2011 a 17:21
ma tu in questo senso come la vivi? Cioè, non per farmi gli affaracci tuoi, ma la “filosofia di vita” o comunque la spiritualità di una persona intelligente e a mio parere molto colta come te potrebbe darmi spunti e riflessioni interessanti.
Quello che appunto mi disgusta è l’accettazione di dogmi e di pensieri, magari dominanti, senza nemmeno porsi i dovuti problemi. Se poi dovessi soffermarmi sulle varie categorie di credenti, concernendo tutte le religioni ma in particolare quella cristiana (perché la più diffusa attorno a me), ne uscirebbe un trattato e peraltro nemmeno di eccellente qualità.
Non so nemmeno se Dio esiste, ma se dovesse esserci, rifiuterei qualsiasi religione per onorarlo/pregarlo/trovarlo, anzi cercherei un rapporto esclusivo con Lui. Nessuno dovrebbe interporsi fra l’Assoluto e l’umanità, nessuno dovrebbe arrogarsi caratteristiche divine…
Questa è la mia modesta impressione.
7 aprile 2011 a 22:53
@Semplice
E infatti parliamo di un problema di impossibile soluzione..:)
@Lady Lindy
…Una “modesta impressione” (che in realtà costituisce una profondissima riflessione) che personalmente condivido e rispetto appieno. Questo tipo di rapporto esclusivo, ai limiti dell’eresia, ha un’antichissima tradizione con nobilissimi esponenti ed è alla base del misticismo.
Come vivo poi il problema religioso?!?
Be’ è molto semplice..:) Io non sono credente; non ho ricevuto alcun tipo di educazione religiosa (e l’influenza culturale conta eccome!) né mi sono mai posto interrogativi sull’esistenza divina o dilemmi sul mio rapporto col sacro. Semplicemente, gli dei (se esistono) ignorano me ed io con altrettanta cordialità ignoro loro, poiché lo spiritualismo esula dai miei interessi. Poi, siccome sono una persona molto curiosa, tendo ad appassionarmi a ciò che per natura non condivido o mi è intrinsecamente estraneo: per questo la teologia rientra tra le mie letture preferite, trovando l’argomento incredibilmente divertente… Questo perché ho uno spirito irriverente..:)
Naturalmente, ho il massimo rispetto per chi una Fede invece ce l’ha e la pratica, disinteressatamente e con convinzione. Ad una condizione però: le sue scelte non devono influire sulle mie, né limitare la mia libertà o, se si preferisce, interferire col mio “libero arbitrio”. Soprattutto non mi si deve rompere i coglioni (perdona il francesismo, ma credo renda bene il fastidio) con dogmi ed anatemi, che io non ho mai sottoscritto né accettato. Le religioni monoteiste, ed istituzionalizzate, hanno invece la pessima prerogativa di considerarsi “universali” e vincolanti anche per i non credenti, con tutti i conflitti esistenziali, e soprattutto sociali, che ne derivano.
Se mi perdoni l’auto-citazionismo, ciò costituisce parte di una tematica che ho cercato di circostanziare QUI.
Probabilmente ti sembrerà assurdo o, nel caso peggiore, un’esibizione narcisistica di superomismo, ma per quel che mi riguarda mi sono impegnato a rimuovere la questione fondamentale da cui scaturisce sostanzialmente il bisogno di Dio: ovvero la paura della morte.
Se tale, terrifico, timore viene meno.. e non si ha un indole volta alla contemplazione spirituale del sacro, viene meno anche il condizionamento religioso, come qualcosa di superfluo.
Questo tipo di posizione non rende una persona migliore o peggiore, rispetto alle sue potenzialità; un modello da seguire o disprezzare. Semplicemente, è conforme al mio equilibrio personale, coerente con la mia indole. Per questo vivo determinate scelte senza conflitto.
Nel tuo caso, penso che dovresti vivere la tua ricerca nella piena libertà del tuo essere e scorgere la presenza dell’Assoluto in ogni aspetto della tua esistenza, a partire dalle cose più semplici (ed in apparenza ordinarie) che costituiscono la tua quotidianità, abbracciano il tutto nella sua universalità.
Questo perché la spiritualità scaturisce innanzitutto da dentro di te, per irradiare la realtà circostante che definisce il tuo essere nel microcosmo nel quale sei iscritta a pieno titolo.
Se è vero che in ognuno di noi c’è una scintilla divina riconducibile all’elemento creatore originale, allora cogli l’intima essenza di quell’atomo divino presente in te. Attraverso la piena conoscenza di te stessa, nella consapevolezza delle tue scelte e nella naturalezza dei tuoi gesti, sarai più vicina a Dio nella realizzazione di quel sacro rapporto esclusivo al quale aneli..
🙂 E ora però basta giocare a fare il guru, altrimenti c’è il rischio di passare pure per un santone. Peggio ancora, se non stai già ridendo a crepapelle, potresti persino prendermi sul serio!
8 aprile 2011 a 10:44
non sia mai che si corra il rischio 🙂