La Prevalenza del Cretino

«È stato grazie al progresso che il contenibile “stolto” dell’antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a mortalità bassissima la cui forza è dunque in primo luogo brutalmente numerica; ma una società ch’egli si compiace di chiamare “molto complessa” gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumerevoli poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per “realizzarsi”.
Sconfiggerlo è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non scalfiscono le sue cotte d’inconsapevolezza, le sue impavide autoassoluzioni (per lui, il cretino è sempre “un altro”); e comunque il riso gli appare a priori sospetto, sconveniente, «inferiore», anche quando − agghiacciante fenomeno − vi si abbandona egli stesso

Carlo Fruttero e Franco Lucentini,
 “La prevalenza del cretino
 Mondadori, 1985.

La folgorante descrizione del Cretino, ritratto in tutta la sua imperturbabilità, è opera della premiata ditta Fruttero & Lucentini, che alla tipologia hanno dedicato un’apposita trilogia: La prevalenza del cretino (1985); Il ritorno del cretino (1992); Il cretino in sintesi (2003).
 Universalmente diffuso, il cretino è spesso uno stupido di successo.
La rilevanza sociale del fenomeno viene investigata dal Carlo M. Cipolla, che arriva ad elaborare un vero teorema, nella vana speranza di identificare il cretino per tempo e arginarne i danni, ben consapevole che:

Quando la maggior parte di una società è stupida allora la prevalenza del cretino diventa dominante ed inguaribile

Il cretino (e/o lo stupido) nella sua prevalenza risponde a criteri assolutamente ‘democratici’: non ha età; è equamente distribuito tra maschi e femmine; non risponde a determinati requisiti professionali; non è classista; non risente del livello di istruzione; non ha prerogative etniche o razziali…
Definirne la percentuale a livello statistico è impossibile, poiché qualsiasi numero risulterà sempre troppo piccolo rispetto all’insieme della devastante moltitudine degli stupidi (e/o cretini).
Inoltre, con la loro pervasività destabilizzante, sono impermeabili ai condizionamenti sociali. E, peggio ancora, nella loro ubiquità sono presenti ovunque. Si mimetizzano tra gli insospettabili (persone che reputiamo razionali ed intelligenti all’improvviso risultano essere stupide senza ombra di dubbio), manifestandosi nei tempi e nei luoghi meno opportuni.
Nel delineare la sua Teoria della Stupidità, il prof. Cipolla prende in esame il cretino allo stato puro:

«È un gruppo non organizzato, non facente parte di alcun ordinamento, che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l’efficacia dell’attività di tutti gli altri membri

Evidentemente, il prof. Cipolla non aveva preso in considerazione la potenza dirompente di una struttura organizzata, gerarchizzata, e attiva livello politico, reputando non misurabili gli effetti devastanti di una simile sciagura, rapportata su scala di massa. In caso contrario, avrebbe forse illustrato come la stupidità, elevata ai massimi livelli, possa portare al tracollo un intero continente…
Il prof. Cipolla, che si aggiunge una M. al cognome per distinguersi dall’omonimo storico veronese, preoccupato dalla nefasta influenza che lo stupido/cretino esercita nel mondo, durante la sua permanenza all’Università di Berkeley nel 1976 formula pertanto le cinque “Leggi fondamentali della stupidità umana”:

Prima Legge
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi in circolazione.

 Quando ciò avviene, è sempre troppo tardi: il danno è generalmente compiuto… Nella categoria si potrebbero annoverare quei gran volponi, che si fanno intestare mega-appartamenti; a loro insaputa…

Seconda Legge
La probabilità che una certa persona sia stupida é indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona, spesso ha l’aspetto innocuo/ingenuo e ciò fa abbassare la guardia.

 É il caso del superministro dell’economia, impegnato a presenziare la fondamentale “Festa della Zucca”, con un mentecatto che discetta di gabbie previdenziali, mentre le borse vacillano all’attacco della speculazione internazionale, i titoli del nostro sistema creditizio vengono sospesi per eccesso di ribasso, e le nostre finanze rischiano di crollare sotto i rendimenti impazziti dei buoni del tesoro.
 O del segretario del principale partito al governo che nello stesso frangente, mentre si studiano inefficaci soluzioni tampone per fronteggiare il rischio default, si presenta tutto giulivo, sventolando un milione di nuovi (presunti) tesserati al partito.

Terza Legge
Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

Sono i milioni di italioti che questi deficienti li votano sistematicamente ad ogni elezione, imperturbabilmente, salvo poi dimenticarsene un secondo dopo l’uscita dal seggio e lamentarsene da mane a sera, concionando sui costi della “casta”.

Quarta Legge
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Dimenticano costantemente che in qualsiasi momento, e in qualsiasi circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.

 È il tipico caso di quanti, credendosi intelligenti (o incredibilmente furbi), pensano di poter sfruttare la stupidità altrui per conseguire vantaggi o posizioni di rendita, convinti di riuscire gestire ai propri fini l’utile idiota di turno, ma restandone inesorabilmente fregati.
In questo, è evidente la proprietà transitiva della “Quinta Legge”…

Quinta Legge
La persona stupida é il tipo di persona più pericolosa che esista.
Gli stupidi sono imprevedibili; seguono percorsi logici diversi dalle persone intelligenti che sfuggono alla comprensione immediata e dunque risultano vincenti, perché sfruttano l’effetto sorpresa.

Per ricapitolare, come ebbe a scrivere direttamente Carlo M. Cipolla:

1. Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.

2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona.

3. Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.

5. La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista. Non è difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare e capire cosa essenzialmente rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste il potere della stupidità.

«Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido. Una persona intelligente può capire la logica di un bandito. Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità. Il bandito vuole un “più” sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per escogitare metodi con cui ottenere un “più” per sé procurando allo stesso tempo un “più” anche ad altri, egli otterrà il suo “più” causando un “meno” al suo prossimo. Tutto ciò non è giusto, ma è razionale, e se si è razionali lo si può prevedere. Si possono insomma prevedere le azioni di un bandito, le sue sporche manovre e le sue deplorevoli aspirazioni e spesso si possono approntare le difese opportune.
Con una persona stupida tutto ciò è assolutamente impossibile. Come è implicito nella Terza Legge Fondamentale, una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e impensabili.
Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco.
Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé. Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che:
a) generalmente si viene colti di sorpresa dall’attacco;
b) anche quando si acquista consapevolezza dell’attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l’attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale.
Il fatto che l’attività e di movimenti di una creatura stupida siano assolutamente erratici ed irrazionali, non solo rende la difesa problematica, ma rende anche estremamente difficile qualunque contrattacco – come cercare di sparare ad un oggetto capace dei più improbabili e inimmaginabili movimenti.
Questo è ciò che Dickens e Schiller avevano in mente quando l’uno affermò che “con la stupidità e la buona digestione l’uomo può affrontare molte cose” e l’altro che “contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano”.
Occorre tener conto anche di un’altra circostanza. La persona intelligente sa di essere intelligente.
Il bandito è cosciente di essere un bandito.
Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.
Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività – e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e senza ragione. Stupidamente.»

Il corollario di base, speculare alle leggi sulla stupidità risiede nella consapevolezza che: “Una persona stupida è più pericolosa di un bandito”
Immaginate quando i due requisiti vivono in una stessa persona…

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15 Risposte to “La Prevalenza del Cretino”

  1. dicksick Says:

    Quando ho letto del prof. Cipolla mi è venuto un sussulto. Analisi purtroppo molto contemporanea.
    “In una società stupida, il cretino primeggia”. Quoto.

  2. Una chiosa memorabile.
    Dunque non c’è modo di far capire allo stupido che è stupido?
    E’ un circolo vizioso abbastanza frustrante direi…
    Che suggerisce di fare Cipolla?
    Una tortura tipo “Arancia Meccanica” dove allo stupido vengono fatte rivedere tutte le sue “stupidate” (si, mi sono trattenuto…) in loop potrebbe funzionare?

    Ps: alla foto della regina sono scoppiato a ridere come uno stupido. 😉

  3. Il cretino è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé. Colpito dalle lance nostre o dei pochi altri ostinati partecipanti alla giostra, non cadrà mai dal palo, girerà su se stesso all’infinito svelando per un istante rotatorio il ghigno del delirio, della follia.”
    (Carlo Fruttero – “Il cretino in sintesi”)

    Temo non ci sia alcuna speranza di cura.

  4. vahrokh Says:

    L’autore di questo blog porta esempi politici in una sola direzione, quasi come se l’essere cretini sia una cosa di partito e non una cosa completamente agnostica ed equamente distribuita.

    Questo è un tipico segno dell’esser un cretino.

    • Un tipico segno di intelligenza critica invece è la divagazione evasiva di colui che, dinanzi ad una scomoda (e lapalissiana) evidenza, onde non dover confutare un fatto per lui oggettivamente imbarazzante, tenta di relativizzare l’evento nella ricerca di un’improbabile “par condicio”. E lo fa col folgorante acume di colui che guarda il dito di chi gli indica la Luna. Così facendo, finge di ignorare che i casi citati sono talmente abnormi da essere fuori scala ed oltre ogni altro termine di paragone.
      Ad ogni modo, grazie Maestro per averci mostrato l’imperturbabile fenomeno in tutta la sua prevalenza.

  5. Anonimo Says:

    Il cretino e’ un grande furbo capace di fare sempre del male agli
    Altri ma mai o poco a se stesso. Noi lo seguiamo lo idolatriamo
    Sappiamo che è un grande cretino ma continuiamo a votarlo.
    Ma allora anche noi siamo dei cretini ,ma di quale razza……………

    • A dire il vero, il “Cretino” non è quasi mai furbo. Sostanzialmente, agisce di istinto, in estrema (catastrofica) naturalezza.
      Ovviamente, esistono i “cretini” di successo e in questo si distinguono dagli anonimi cretini (noi) che li votano.

  6. Tutto perfetto. Adoro il prof. Cipolla e la formidabile coppia costituita da Fruttero & Lucentini.
    Pertinenti anche le icone. Ma trovo che neppure le facce di Prodi e Monti, Bersani e Grillo, Boldrini e Ingroia avrebbero fatto cattiva figura. O no?

  7. Anonimo Says:

    Aggiornate l’elenco dei cretini che finiscono per prevalere: dopo il 4 marzo 2018 il primo posto della lunga lista spetta di diritto a Di Maio, il bellimbusto dal sorriso ebete ma di gran successo. Onore quindi al merito del vincitore ed a chi ha avuto l’intelligenza sopraffina di votarlo!
    POVERA ITALIA!!,

    • Hai perfettamente ragione.
      In effetti la casistica andrebbe aggiornata, insieme alla mutazione del fenomeno sempre prevalente, ancorché variabile nelle forme, pur nell’immutabilità delle leggi che ne regolano l’esistenza.
      Sull’argomento ci dovremo ritornare…

  8. Anonimo Says:

    cretino è anche chi mette solo una parte politica tra il top dei top.

    • All’epoca, quello avevamo a disposizione… E francamente era inarrivabile.
      Poi il fenomeno è dilagato e ora c’è l’imbarazzo della scelta.
      Ma per te saranno sicuramente “statisti”..!

      • Anonimo Says:

        No, è questione di logica e di applicazione appropriata della teoria.
        Inserire i cretini in un solo colore politico viola i principi 1 e 2 di Cipolla e questa unilateralità, presente nell’articolo, in realtà smentisce i principi citati nell’articolo stesso.
        Oltretutto, dal 1994 (anno di discesa del cdx berlusconiano) a novembre 2011 (epoca dell’articolo) il cdx aveva governato circa 8 anni su 17: per la seconda legge, l’uniformità statistica porta ad attenderci numerosità degli stupidi pressoché uguale nei due schieramenti.
        Abbiamo allora due possibili casi: l’articolo parte dal presupposto che il cdx è roba da cretini ma usa un procedimento logico che lo smentisce (i cretini sono bilaterali) oppure parte dal presupposto che Cipolla abbia ragione ma giunge alla conclusione sbagliata (all’epoca i cretini erano solo da una parte).
        Ultimo elemento: la risposta al mio commento “la butta in politica” quando io uso la “semplice” logica tanto decantata nell’articolo. Secondo la quale anche gli “statisti” stanno da ambo le parti. Avevo dunque ragione?
        Con simpatia.

        • Nella sua Dielettica Eristica, Schopenhauer individuava 38 “stratagemmi” per avere sempre ragione.
          Ora io non la butterò troppo per le lunghe, perché si avrà benissimo modo di poter verificare da sé. Ad ogni modo, nella confutazione in oggetto direi, a mio sindacabilissimo giudizio, ne ricorrano diversi…
          Cito nel merito:
          L’argumentum ad rem.
          Il metodo erotematico.
          La generalizzazione dell’inferenza.
          La reductio ad absurdum.
          La Retorsio argumenti.

          Ritorno dunque al quesito originale del contendere: gli esempi riportati (peraltro del tutto marginali rispetto ai contenuti dell’articolo) sono falsi? Contrastano apertamente con le leggi del Prof. Cipolla (in quanto presuppongono un comportamento non-stupido)? Oppure le inferenze logiche devono essere sempre uniformate ad un imprescindibile principio di evidenza, per interpretazione estensiva di una “par condicio” allargata?
          Io mi limito a riportare tre situazioni (sempre a mio sindacabilissimo giudizio) ‘esemplari’. La scelta iconografica non inficia il senso dell’articolo (credo). E peraltro è del tutto secondaria.
          “Buttarla in politica” presuppone un’associazione estensiva di idee a tutto il cdx, su processo deduttivo. Ma questo io non l’ho scritto. Non ho fatto nemmeno i nomi dei diretti interessati, se per questo, pur essendo il messaggio allusivo. Ogni implicazione logica scaturisce da un’interpretazione successiva. E questa rientra nella totale libertà del Lettore, che può dolersene o meno. Perciò, mio simpatico amico, lascio a te il piacere di ritenere di avere ragione, nell’opinabilità della stessa.

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