Disturbi tecnici

È rassicurante ascoltare gli ukase del direttorio tecnocratico che, con la scusa della crisi e del “ce lo chiede l’Europa”, ha stabilito una sorta di reggenza geriatrica sull’Italia: la finta malata d’Europa affidata ai ‘medici della peste’ (finanziaria) e trasformata in cavia sperimentale, per l’elaborazione di futuri modelli neo-oligarchici di democrazia a rappresentatività limitata.
È commovente vedere un governo di septuagenari disquisire così appassionatamente di centralità dei Gggiovani e di flessibilità occupazionale da parte di un’elite di privilegiati che sembra uscita direttamente da un cda bancario e agisce per conto-terzi, indossando sopra il gessato padronale la tunica immacolata dei ‘redentori’.
A sentire le gorgoni di ghiaccio che accompagnano il robotico prof. Monti, giunto a salvare le banche dall’insolvenza impegnando il culo degli altri, sembra che il più grande problema di questo Paese sia non la disoccupazione dilagante, ma i lavoratori con impiego garantito. Il rilancio dell’occupazione passa infatti attraverso la libertà di licenziamento; la lotta al lavoro para-subordinato scaturisce dalla cancellazione di quelle garanzie occupazionali, che tutelano il lavoratore dalla ricattabilità contrattuale e dagli abusi di una precarietà diffusa. Si capisce bene che a fronte di 230.000 nuovi disoccupati preventivati per il 2012, la priorità è estendere i licenziamenti e restringere le indennità.
Oggi il bersaglio privilegiato delle invettive governative è il famigerato Art.18, ma il vero obiettivo è l’eliminazione di tutto il pacchetto attraverso l’abrogazione dell’intero ‘Statuto dei Lavoratori’. In nome della “modernità”, s’intende! E del “riformismo” che la sottende.
Si tratta di un’operazione di marketing strategico, basata sulla reiterazione concentrica di messaggi provocatori ma destabilizzanti se ripetuti con determinazione. Per certi versi, ricorda le tecniche del False-flag, applicate all’ambito socio-economico nel nome di interessi che, lungi dall’essere universali, sono particolarissimi…
Mario Monti lancia la granata a frammentazione oltre la trincea del lavoro e dei diritti, guidando l’assalto del padronato ringalluzzito come non mai. Il resto del governo con le due ministre pasdaran apre il fuoco di copertura, aspettando che giungano i rinforzi dagli ascari presenti nei partiti e nei sindacati gialli, a consolidare la breccia nel corpo sociale col supporto dei media embedded.
D’altronde, questo è un Governo all’insegna dell’eccellenza e composto da intelligenze geniali. Non per niente, tra la ventina scarsa di docenti universitari in Italia diventati titolari di cattedra prima dei 32 anni di età, abbiamo il rampante Michel Martone (un figlio d’arte) e la figliola prodigio dell’inflessibile ministra Elsa Fornero. Per nulla annoiata dalla “monotonia del posto fisso” (meglio se pubblico) e conquistata dalle sue “facili illusioni”, come tutti ormai sanno, la brillante Silvia Deaglio è professoressa a Torino nella stessa università del papi economista e mammà Elsa, inseparabili in facoltà. La giovane oncologa deve costituire un caso veramente aggravato di mammismo acuto, tanto da ottenere nel 2010 un ulteriore posto fisso nella ‘Human Gentics Foundation’, finanziata e sponsorizzata dalla Compagnia San Paolo di cui mamma Elsa è stata vice-presidente. La fondazione HuGeF è altresì una creatura organica al gruppo BancaIntesa del ministro Corrado Passera, e cofinanziata dal Politecnico di Torino del quale il ministro Francesco Profumo è stato rettore. È un caso che da quando la dottoressa Deaglio è diventata responsabile per la ricerca della Fondazione, siano piovuti finanziamenti a pioggia per i progetti affidati alla promettente ricercatrice. Cuore di mamma!
Evidentemente, deve avere ragione il ministro Anna Maria Cancellieri, quando sostiene che:

Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale

Ma una funzionaria prefettizia, con un posto fisso nel pubblico impiego e rigorosamente a tempo indeterminato, andata in pensione con il vecchio sistema retributivo, con una laurea in Scienze politiche conseguita dopo i 28 anni (ma con la metà degli esami rispetto ad un neo-laureato di oggi) e quindi tecnicamente una “sfigata”, richiamata dal suo dorato ritiro per fare il Ministro degli Interni, non dovrebbe occuparsi unicamente di pubblica sicurezza e politiche interne?!?
Non si capisce dunque perché la ministra tecnica, già prefetto, parli allora di lavoro e dinamiche occupazionali.
 Comunque, in quanto a flessibilità e “salti culturali”, questa specie di caricatura di Jimmy il Fenomeno deve essere una vera esperta… Infatti, in virtù della sua elasticissima “struttura mentale”, è stata impiegata per la durata di soli 23 anni consecutivi come capoufficio stampa della Prefettura di Milano, ancor prima di conseguire la laurea. Prima ancora però, the iron lady Cancellieri ha dovuto confrontarsi col duro mondo del lavoro, affrontando il dramma dell’instabilità occupazionale. Infatti a 19 anni, freschissima di diploma, entra subito a lavorare per la Presidenza del Consiglio, occupandosi di questioni relative alla diffusione della cultura in Italia.
È talmente brava che rimane congelata in sonno criogenico a Milano fino al 1993, quando alla fresca età di 50 anni comincia la sua ascesa come prefetto e commissario straordinario, in giro per l’Italia con appartamento di servizio, macchina con autista, e indennità varie di missione. Cose che solitamente ai forzati del lavoro pendolare sono negate.
D’altra parte, mamma Cancellieri, quando discetta di “flessibilità” e “precarietà”, sa bene di cosa parla. Suo figlio, Piergiorgio Peluso, con i suoi 500.000 euro annui di stipendio, nel Giugno 2011 è diventato direttore generale del Gruppo FONSAI, la Fondiaria della famiglia Ligresti: fulgido esempio di solidità finanziaria e gestione cristallina, attualmente sull’orlo del fallimento ed in disperata ricapitalizzazione.
Evidentemente, quando si parla di mobilità e lavoro, i nostri ministri tecnici sono convinti che tutti siano multi-lingue, con una dozzina di lauree nel cassetto, una buona cerchia di amici che contano, e svariate decine di migliaia di euro come stipendio mensile. Altre opzioni non sono contemplate e certo tutti gli altri devono adattarsi.
Del resto, lo sapevano bene anche i tedeschi che non per niente sono maestri in organizzazione e gestione produttiva delle maestranze, nel massimo risparmio attraverso la contrazione dei costi. A tal proposito, la storia germanica ci fornisce i modelli migliori per il ricollocamento ottimale della manodopera in eccesso, scarsamente specializzata o semplicemente troppo stagionata per le sacre esigenze del “mercato”…

Certamente noi non vogliamo mettere in discussione le capacità professionali del super manager di mamma. Immancabile laurea alla Bocconi, con master in corporate finance alla “London School of Economics”, Piergiorgio si è fatto le ossa come revisore contabile alla “Andersen”, entrando successivamente in Mediobanca senza mai uscirne, passando per le varie partecipate che gravitano nella galassia del Gruppo: GeminaCapitalia… e soprattutto UNICREDIT, occupandosi in prevalenza del Corporate & Investment Banking.
Sono noti gli strepitosi successi conseguiti dall’ex banca di Profumo, nell’ambito della politica di investimenti internazionali.
C’è da chiedersi, dopo lo smantellamento delle tutele del lavoro dipendente, a quali banche verranno affidate (e regalate) le nuove dismissioni immobiliari previste dal Governo Monti…

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8 Risposte a “Disturbi tecnici”

  1. Carmela Piano Says:

    Quale comunione di pensiero!. Sono totalmente d’accordo. La spudoratezza, la tracotanza, l’empietà di certi soggetti non ha limiti. Mi vergogno d’un paese che tollera simili sconcezze. Dov’è la sinistra?

  2. Grande post! Monti & comitiva hanno abbastanza rotto con il loro farneticare. Sapevamo fin da subito che avrebbero avuto carta bianca nel manovrare a NOSTRE spese,ora pero’ si rivelano giorno dopo giorno sempre piu’ rozzi e stupidi. Il Premier facesse a meno di ringraziare e ossequiare in continuazione il suo predecessore, è semplicemente ridicolo. Visto che non siamo rappresentati da nessuno,o nessuno in parlamento e’ in grado di agire, tocca a noi farlo, tocca ai giovani, tocca a noi.

  3. La pornocrazia berlusconiana ha fornito la discutibile opportunità di far comprendere, nelle sue varianti pratiche, a chi per ragioni anagrafiche non aveva vissuto il periodo, cosa sia il fascismo.
    Rispetto ai suoi predecessori, il Governo Monti ha invece l’indubbio merito di averci fatto riscoprire il concetto di “classe” nell’accezione più ottocentesca e ‘marxiana’ del termine… Riscopriamo così l’intimo significato di parole censurate come “classe” e “padroni”, che in nome della concordia ordinum per la conquista del voto ‘moderato’ (che alla prova dei fatti sceglie sempre i fascisti) l’informe melassa piddina ha seppellito frettolosamente in cantina nell’ansia di sembrare abbastanza “riformista”, compiacere i “mercati” e ottenere un invito nei salotti confindustriali, finendo a reggere la sputacchiera e versare cognac a vecchi aristocratici che hanno convertito i latifondi in officine meccaniche ed hedge funds.

  4. Eppure questo governo, nonostante tutte ste misure lacrime e sangue, ad oggi galleggia stabilmente ben sopra il 50% in tutti i sondaggi. Basta il brainwashing mediatico a spiegarlo? mah…

    • Il “brain-washing” è una tecnica assai sopravvalutata… Sostanzialmente, si tende a porre fiducia e aspettative in ciò che è più prossimo al proprio sentire; i media possono influire nel costruire consenso verso determinate convinzioni, ma difficilmente radicano una opinione.
      Ciò detto, la popolarità dell’esecutivo Monti si regge anche sull’improponibilità delle eventuali alternative in termini di paragoni: la pornocrazia del bunga-bunga; gli etno-nazisti della Lega; una classe politica largamente screditata e logorata dagli scandali, che si attiva unicamente per i propri interessi di casta e difesa ad oltranza dei privilegi. Si aggiunga una (ex) opposizione che sembra letteralmente terrorizzata all’idea di poter vincere le elezioni ed essere chiamata ad assumere responsabilità di governo. D’altronde resta assolutamente oscuro il programma del PD, che tra ‘tesi’ e ‘antitesi’ manca totalmente di una ‘sintesi’.
      Ovvio che il Governo Monti, faccia la parte del gigante negli indici di gradimento. Io stesso, nonostante tutto, se dovessi scegliere, lo preferirei di gran lunga ai suoi epigoni passati ed eventuali.
      In merito invece ai sondaggi, sarà bene precisare che, al contrario di quanto si crede, non costituiscono affatto una scienza esatta. Un campione indicativo di 1.000 persone spalmate su non più di 8 regioni, che non tiene statisticamente conto delle risposte false, dei “non so”, o “non risponde”, (né della fascia di età, reddito, formazione culturale, e residenza) non so quale validità possa davvero avere.
      Personalmente, mi è capitato di sentire critiche terrificanti, con le più strampalate tesi complottiste, su Monti e Co. …dinanzi ad un commento positivo, incasso almeno 20 giudizi feroci. E posso rapportare il dato spalmato su più di 300 individui diversi, ascoltati nei luoghi più disparati di svago o lavoro. Sarà solo un caso, oppure ad essere falsato è il presunto dato originario, considerato scontato ed enfatizzato da media e quotidiani (allineati per natura e sensibili al “governissimo” per proprietà editoriale)?!?

  5. dal 1989 ad oggi è in atto un esproprio senza precedenti (paragonabile a quello delle società comuniste).
    Le piccole e medie attività vengono fatte fallire dagli usurai e il loro posto viene occupato dalla grande impresa emanazione della finanza…. basta pensare ai salumieri e agli ipermercati o alle ferramenta e a Leroy Merlin per capire…. o al destino dei tassisti.
    Il potere passa a una nomenklatura bancaria mentre il popolo è destinato a fare il proletario per un tozzo di pane.
    Nulla di diverso da quello che accadeva in URSS: lì nomenklatura di partito, qui nomenklatura bancaria…. ma almeno i comunisti si erano dati l’obbligo di assicurare pane, casa e lavoro a tutti.
    Oggi, invece, ci dicono che la disoccupazione è normale e che se non troviamo lavoro è colpa nostra!
    …………………..una gran bella società quella che avete creato voi “democratici”, non c’è che dire…
    cordiali saluti

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