
Incappando in un vecchio cliché di sicuro successo a cui i
tedeschi (e non solo loro..) sono parecchio sensibili, con conseguenze quasi sempre nefaste (che poi certe cose si sa come vanno a finire..), c’è da scommettere che l’assalto sessuale di massa contro donne preferibilmente sole, braccate in gruppo da mute arrapate di maschi in calore, non si esaurirà nelle notti brave di capodanno, tra le piazze di una Germania trasformata in serraglio esotico delle bianche per la caccia selvaggia alle “femmine” da montare, come sfacciato gesto di sfida e di dominio, ma anche di disprezzo e sottomissione sessista, nell’esercizio di un improbabile diritto di preda per chi sembra marcare il territorio come un animale.
Colonia… Amburgo… Stoccarda… il rituale si è ripetuto con modalità più o meno identiche, attraverso una violenza generalizzata nella molestia indiscriminata a sfondo sessuale, che certo non sarà organizzata, ma sembra comunque conformata ad un agire comune contraddistinto da una certa consuetudine nella pratica. Dinanzi alla viralità dello swarming di fine anno, le sbalordite autorità di polizia hanno farfugliato qualcosa a proposito di “reati di una dimensione completamente nuova”. In realtà si tratta di una tattica mutuata direttamente dalle tecniche della guerra asimmetrica; o quanto meno la ricorda parecchio… Invece, noterete la reticente ipocrisia, il peloso imbarazzo, con cui media e funzionarini pubblici hanno dovuto ammettere che nella quasi totalità si trattava di giovani uomini “dall’aspetto originari di regioni arabe o nordafricane”, che evidentemente hanno inteso il pacchetto accoglienza come all-inclusive. Ovviamente, il dato è tutto da vagliare, estrapolare, ponderare, sminuzzare, ridimensionare. Perché naturalmente certe evidenze generano correlazioni pericolose, e magari sollevano qualche interrogativo di troppo, mettendo in discussione questa variante melensa e auto-colpevolizzante, costruita attorno al “mito del buon selvaggio” che poi è quanto di più ipocritamente razzista (questo sì!) ha prodotto l’illuminismo settecentesco.
Che gli “arabi e nordafricani” queste cose non le fanno, tanto costituiscono appannaggio esclusivo del corrotto degrado dell’edonismo occidentale. E razzista sarebbe soltanto formulare il dubbio. In fondo, durante le strombazzate “primavere arabe” trasformatesi presto nell’inverno profondo
della civiltà, certe cose non avvenivano mica. Piazza Tahrir, coi suoi stupri di massa, rimane un modello tuttora insuperato di emancipazione femminile da diventare un caso internazionale.
Nel nostro piccolo, in Italia, avevamo già avuto un piccolo assaggino durante il Capodanno del 2008 nella centralissima Piazza Castello a Milano. Il fattaccio fu archiviato in fretta, senza troppi clamori e rimosso dagli archivi dei quotidiani on line, tanto che oggi la notizia (per chi non ha buona memoria) si riesce a reperire a fatica.. per esempio QUI. Perché non bisogna generare facili “allarmismi”. E chi si allarma?!?
In Svezia, pare che la cosa rientri quasi nella normalità… ma non si può dire, altrimenti si passa per “xenofobi” e dozzine di siti specializzati in bufale vi spiegheranno con dovizia di sofismi al posto delle statistiche che il fatto non sussiste, finendo però col convincervi del contrario e che la cosa, nonostante tutto, qualche fondamento ce l’abbia.
C’è da chiedersi se non dovremo abituarci a questa riedizione soft delle “marocchinate”; o almeno un tempo le chiamavano così…
Oggi magari verranno definite “goliardate”, più o meno simpatiche.

E per fortuna troverete sicuramente qualche “buonpensante” che correrà a spiegarvi come l’atto non sia di per se stesso
esecrabile, relativizzerà la gravità dello stupro in quanto tale, perché certi fenomeni sono giustamente inammissibili, se riferiti al singolo molestatore e/o stupratore ‘autoctono’, quale espressione di intollerabile sopraffazione di genere. Ma qualora riguardi una di queste irrinunciabili “risorse umane” di importazione venute a pagarci le pensioni e fare i lavori che “noi non vogliamo fare più”,
allora le violenze vanno estrapolate dal contesto per essere inserite in una più ampia cornice ‘interpretativa’ che tenga in debita considerazione le diverse “sensibilità culturali”, espresse (come dire?!) in una dimensione collettiva. E non mancherà tra i “giustificazionisti” chi paragonerà la sordida “mano morta” del maniaco solitario nei bus affollati, alla stessa stregua di una gangbang in pieno centro città e che certamente è da considerarsi meno grave. Vuoi mettere la differenza?!?
A proposito, per gli esemplari menzionati della categoria di cui sopra, moralisti della parrocchietta bella… troll in missione suicida… il primo stronzo che mi dà del “para-salviniano”… flamer riscaldati ed altri tarzanelli rimasti attaccati in coda, sono pregati di astenersi dai commenti: semplicemente verranno ignorati, o rimossi, o smerdati a piacere. E non ci guadagnate nulla.
Anno nuovo, policy nuova.
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This entry was posted on 6 gennaio 2016 at 03:27 and is filed under Kulturkampf with tags Buonisti, Capodanno, Colonia, Costume, Criminalità, Europa, Germania, Goumiers, Immigrazione, Italia, Liberthalia, Società, Stupro, Svezia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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6 gennaio 2016 a 12:24
FINALMENTE!!!!
Qualcuno che ha la luciditá e anche il coraggio di rompere questa gabbia di ipocrisia, e dire finalmente come stanno le cose senza moralistumi preteschi che non se ne puó più!!
12 gennaio 2016 a 18:54
…se prima eri solo a ballare l’alligalli, adesso siete in due a ballare l’alligalli….
12 gennaio 2016 a 19:10
Spiritosissimo!!!
Che roba è?!?
Una battuta?
Devo ridere?
P.S.
Te invece sempre da solo,
impagliato sul trespolo,
nevvero Cornacchia?!?
12 gennaio 2016 a 20:07
…nemmeno più i quattro amici al bar… Ridere? Forse, se non venisse prima da piangere!!!
18 febbraio 2016 a 14:53
L’ha ribloggato su Me Ne Frego!e ha commentato:
Condivido con voi questo articolo.
Riguarda una riflessione su evento già caduto nel dimenticatoio: quello delle molestie sessuali di Capodanno a Colonia.
Leggete, perché merita davvero. E CONDIVIDETE!