LA FARAONA

Solo un paese intrinsecamente reazionario come l’Italia poteva passare dal fascismo populista dell’oclocrazia berlusconiana al direttorio tecnocratico di una destra elitaria da fine ‘800, con la benedizione di un ex comunista alla Presidenza della Repubblica e l’avvallo incondizionato dei principali partiti della (ex) opposizione: dai dorotei della UDC, a quello zombie in decomposizione chiamato PD… Sulla perniciosa inutilità del partito bestemmia è inutile infierire ancora, poiché l’operazione rasenterebbe la necrofilia, con vilipendio di cadavere. Di questo non-morto politico in passato avevamo già abbozzato una diagnosi terminale [QUI]; bisogna dire che col tempo la prognosi si è ulteriormente aggravata. Aggiungiamo che la dipartita di questo ibrido senza identità sarebbe la naturale conclusione di una imbarazzante agonia.

D’altro lato, come in un ingiallito album di figurine d’antan, l’esecutivo Monti non si fa mancare nulla: banchieri, ammiragli, arcigni funzionari di polizia, un’agguerrita delegazione di baroni accademici, qualche arnese clericale e una folta rappresentanza di blasonati aristocratici dal sangue blu. Definirlo governo di “classe” è quasi un eufemismo e nella sua evidenza farebbe impallidire anche il più irriducibile dei marxisti.
Eppur tuttavia, le compassate cariatidi che affiancano il prof. Monti nella sua neo-giunta di salvezza nazionale sono in realtà figure opache, sostanzialmente irrilevanti. Oltre i temi economici, le iniziative dei singoli dicasteri sono praticamente inesistenti. E, nei fatti, il Governissimo sembra non andare oltre la soglia delle istituzioni bancarie e dei grandi interessi privati che apertamente rappresenta. La sua azione consiste nello svolgere diligentemente i compitini dettati dalle tecno-oligarchie di Strasburgo; proseguire come un rullo compressore nella demolizione delle politiche sociali, in atto da almeno trenta anni; correre ad incassare i complimenti degli euro-burocrati. Le eventuali voci critiche vanno ammutolite con lo spettro dell’apocalisse economica, opportunamente evocato e pompato da una stampa sostanzialmente omologata. Quando ciò non basta, il nuovo ‘messia’ può sempre fornire il calamaio alla penna giusta e, in alternanza con l’altro golden boy della finanza globalizzata prestato alla BCE, dettare il prossimo editoriale ai redattori del WSJ.
Parliamo naturalmente del ‘Wall Street Journal’:

«…ovvero TWMIP, “the world’s most important pubblication”, come si autodefinisce, beatamente ignaro di quanto sconosciuto questo allegro quotidiano neofascista sia alla maggioranza degli americani, per tacere degli svariati miliardi di persone che vivono nelle tenebre dove i bagliori sulfurei del giornalino di Wall Street non sono che vapori acquitrinosi dalle più remote marche del folle impero

Gore Vidal: “I nuovi teocrati”; pubblicato su The Nation il 21/07/1997.

Lungi dall’essere una struttura collegiale, il Governo Monti agisce però in splendida solitudine, con l’eccezione dell’intraprendente ministro Elsa Fornero: la spocchiosa professorina sabauda che pensa di “rieducare” il popolino dai suo vizi, per ricondurlo all’ortodossia dei mercati (finanziari).
Come il professorone, esperto in aumento dell’IVA e delle accise sui carburanti, abbia scoperto questo inquietante incrocio tra la Fata Turchina e Mary Poppins con l’elmetto resta un mistero. Si ha l’impressione di trovarsi dinanzi a personaggi surreali, usciti da un film di fantascienza degli anni ’50… o da una sessione di esami universitari… con la ministra che dispensa pagelline di merito, bacchetta gli alunni indisciplinati, e non ammette repliche ai suoi piani di battaglia. Più che un direttivo tecnico, sembra una giunta militare.
Impersonali, ingessati, ieratici, i ministri tecnici assomigliano ad una cucciolata aliena, particolarmente stagionata, da “invasione degli ultracorpi”. Conducono le trattative con le aborrite ‘parti sociali’, sfoggiando la stessa grazia diplomatica di un Klaatu in “Ultimatum alla Terra”.
 La trattativa sulla riforma del lavoro va chiusa in fretta, non oltre il 23 Marzo.
È già partito il countdown. Così Marione potrà bullarsi del risultato nella prossima trasferta asiatica.
 O mangiate questa minestra o saltate dalla finestra.
Evidentemente, la Fornero è convinta di parlare ancora dalla cattedra al ricevimento studenti.

«Noi proponiamo qualcosa e mi sono impegnata a che le risorse non vengano tolte dall’assistenza. Mi sembra che questo sia un buon impegno. Anzi avrei voluto sentire anche una piccola parola di apprezzamento per questo impegno, che vuol dire non togliere, non sottrarre risorse all’assistenza. Mi sembra una buona cosa. Ma non ho sentito neanche mezza parola di apprezzamento»

La ministra non spiega dove reperirà i fondi, per finanziare la riforma. Da pessima economista, si guarda bene dal fornire la copertura fiscale. Ma diamine! Ha dato la sua parola e mica vorrete metterla in dubbio?!? Firmate il contratto in bianco. E arriverà una paccata di soldi. Quanti e come non è dato saperlo. Un po’ come è avvenuto con la riforma delle pensioni: i risparmi dovevano servire a sostenere l’occupazione giovanile e consolidare la “solidarietà generazionale” (era da egoisti opporsi!)… Poi però i soldi sono andati a rifinanziare il fondo salva-banca e il pagamento degli interessi, alla faccia delle promesse originarie!
Ma la professoressa Fornero lamenta:

non ho sentito neanche una mezza parola di apprezzamento

Ehm.. signora Ministro?!?
Con licenza parlando….
Ma VAFFANCULO!!!

Per chi ha amato le serie animate dei robottoni giapponesi, questo artificiale ‘governo dei tecnici’ ricorda vagamente i Meganoidi [QUI] del mitico Daitarn 3.
In particolare, la strana coppia Monti-Fornero presenta inquietanti analogie con i due principali cattivoni della serie: Koros e Don Zauker.
 Koros, il glaciale comandante supremo dei meganoidi, che interpreta il volere dell’incomprensibile Don Zaucker e agisce per suo tramite.
Elsa Fornero, il ministro zelante che ci mette la faccia e porta avanti i piani segreti dell’imperscrutabile robo-Monti.
O, forse, più funzionale alla dimensione cibernetica del nuovo ministro allo smantellamento sociale, che rischia di far rimpiangere persino il suo predecessore Maurizio Sacconi e che è riuscito a stizzire persino il Gatto e la Volpe dei due sindacati gialli, è la figura del faraone. Per l’esattezza, la FARAONA.

«Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l’Egitto e farò così uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo degli Israeliti, con l’intervento di grandi castighi. Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!»

  Esodo 7,4-5

E il Faraone, com’è noto, dovette piegare la sua intransigenza a più miti consigli, dopo lo scatenamento delle bibliche “dieci piaghe”.
Bisogna dire che, per una compagine governativa che ha in orrore e demonizza le tensioni sociali, il risultato di certe iniziative sembra abbastanza scontato…

 «Il popolo italiano non è ancora un branco di schiavi, non è materia morta. Ma non è neppure un popolo uso a libertà e di libertà geloso. Non è l’asino paziente, ma non è il leone incatenato. La rivolta non sarà morale. Sarà lo scoppio di un generale malcontento egoistico, di un’esasperazione di ventri vuoti.»

  Camillo Berneri
  (1929)

Fedelmente al nuovo corso liberale, dobbiamo attenderci le cannonate di un prossimo Bava Beccaris?

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2 Risposte to “LA FARAONA”

  1. Francesco Di Bartolo Says:

    Riflessione semplicemnte deliziosa!

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