PAROLA DI SBIRRO…


Roma, 5 Maggio 2009. Durante i soliti tafferugli domenicali fuori dallo stadio, al termine della partita Roma-Inter per la Coppa Italia, non mancano gli ultrà in divisa che, non sapendo bene che pesci prendere, dispensano manganellate a casaccio come d’abitudine, secondo il collaudato modulo di gioco del 10 contro 1;  al solito, pessimamente coordinati.
Nei pestaggi legalizzati, proprio davanti al portone della propria abitazione, viene arrestato Stefano Gugliotta: una ragazzone di 25 anni che si guadagna da vivere come facchino e  che con la sua forza bruta avrebbe travolto gli operanti col manganello, procurando loro misteriose contusioni (ottime  però  per marcar visita).

Per lui, la Questura confeziona un pacchetto speciale di accuse per oltraggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, con custodia cautelare in carcere, inventando non meglio specificati “precedenti penali” per aggravare la posizione del fermato.
Per la bisogna si scomoda addirittura il Vice Questore Aggiunto di Roma, il dott.
Massimo Improta, dirigente del commissariato di Castro Pretorio. L’alto funzionario di Polizia, che pare trovi il tempo di arrotondare il suo stipendio con consulenze private per i vigilantes del C.L.S.T.V. (Centro Logistico Sicurezza e Trasporto Valori), evidentemente non ha di meglio da fare… Per difendere i suoi squadristi in uniforme, Improta sforna un rapporto auto-assolutorio, costruito su misura per le improprie esigenze di servizio:

«In Via Pinturicchio, ove poco prima erano stati fermati altri facinorosi, veniva individuato un giovane vestito con felpa di colore rosso, pantaloni scuri tipo tuta da ginnastica, il quale alla vista degli operanti saliva a bordo di ciclomotore, unitamente ad un altro giovane, entrambi senza casco, con il chiaro intento di dileguarsi e staccarsi dal gruppo di tifosi sopra descritti.
All’intimazione dell’alt, si ingaggiava una violenta colluttazione. Si rappresenta che il Gugliotta ha reagito con estrema violenza e concitazione a tutte le richieste del personale operante, il quale si vedeva costretto ad immobilizzarlo per poi condurlo presso il posto di polizia alla stadio Olimpico.»

Le esaltazioni machiste di gruppo ed i deliri individuali di onnipotenza di molti “operanti” sfociano spesso nel ridicolo. A mancare è la percezione del medesimo.
E fortuna che (almeno in questo caso) esiste un video!

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4 Risposte a “PAROLA DI SBIRRO…”

  1. Midhriel Says:

    Mi chiedo: se verrà approvato il DDL sulle intercettazioni, filmare senza chiedere il consenso dell’interessato diventerà reato, vero?

  2. Nella stesura originaria predisposta dagli ultragarantisti ‘paladini della libertà’ alla corte del Re, per tutti coloro che divulgano “immagini mediante riprese visive”, senza previa autorizzazione degli interessati (anche se si tratta di luogo pubblico) è previsto l’arresto fino a 30 giorni e multe variabili dai 2.000 fino ai 10.000 euro. Ma lo stesso discorso vale anche per chi registra conversazioni, comunicazioni personali, ed il suo stesso traffico telefonico…
    E’ questa una variante interessante, presente nel DDL Alfano-Ghedini-Centaro, che di certo piacerà molto a molestatori telefonici, stalker, e maniaci sessuali di ogni risma, finalmente liberi (se sei una donna, preferibilmente sola) di seguirti ovunque e tempestarti di simpatiche telefonate notturne, con ricca profusione di profferte sessuali ed oscenità variamente assortite.
    Fare riprese dell’energumeno che ti tampina quotidianamente fin sotto casa, registrare le sue molestie telefoniche, controllare i tabulati delle chiamate ricevute… tutte cose indispensabili per poter dimostrare l’effettivo reato di stalking… comporterebbero un’immediata denuncia con arresto e multa non del molestatore, ma della vittima oggetto della persecuzione.
    Altro meraviglioso paradosso, riguarderebbe coloro che denunciano il “pizzo” o pratiche usuraie. Qualora dovessero registrare le richieste dei propri estorsori o riprendere la transazione illecita all’interno del proprio locale, per documentare il reato, incorrerebbero nei medisimi rigori previsti dalla legge. Questo perché bisognerebbe avvertire prima i propri estorsori, cravattari, o potenziali stupratori, che poverini potrebbero sentirsi lesi nel loro diritto alla privacy.

  3. tiziano Says:

    Vorrei contattare la redazione.

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