Sbrinati di fresco dal surgelatore nel quale s’erano barricati in attesa di raggiungere il 100%, dopo essere rimasti scottati alle elezioni europee, gli adepti della Setta del Grullo si aprono al mondo, ansiosi più che mai di rivelare ai profani gli incredibili livelli di minchioneria raggiunti durante i mesi di clausura.
Costretti a pietire un nuovo incontro col disprezzatissimo Matteo Renzi (ma non era quello “debolissimo”, già morto, destinato alla “lupara bianca”..?!), per mostrare la loro ultima spremuta di reni nella riscrittura della legge elettorale, ricordano più che altro quei bambini che corrono ad esibire la cacchina appena fatta nel vasino, tanto ne sono orgogliosi.
Appurato che esistono concrete probabilità che una nuova legge elettorale si possa promulgare anche senza il loro inutile contributo, e che le maggioranze per cambiare la normativa all’occorrenza si trovano, gli ensiferi corrono ai ripari con una proposta da “condividere con la rete” (mica in Parlamento!). La bozza integrale la trovate QUI.
Vediamo dunque su che cosa dovrebbero ragionare Camere e Governo insieme, per restituire un po’ di visibilità a due vecchi fricchettoni in ansia da prestazione, abusivamente riciclatisi nel webbé…
Infatti, se sull’Italicum in lavorazione è stato detto tutto il (male) possibile, il Grillicum è ancora tutto da scoprire!
La proposta del MoVimento, pur “contestando il cattivo funzionamento dell’attuale sistema politico”, nella sua indubbia coerenza logica:
“potrà anche rappresentare la prova della sua effettiva realizzabilità in concreto. […] I risultati migliori sembrano potersi produrre con un sistema proporzionale fortemente corretto che combina alcune caratteristiche del modello spagnolo con altre del modello svizzero.”
E ovviamente è “in netto contrasto con tutte quelle delle altre forze
politiche”, come si conviene ai detentori della Verità suprema. Pertanto, preso atto degli aspetti fondamentali della legge elettorale, in formato Bignami, segue allucinato pippone sulla “governabilità dal basso” e sulla “omogeneità interna dei partiti e dei movimenti” a prova di eresie e ‘contaminazioni’.
“Il MoVimento si è posto il problema di dare al Paese una legge elettorale che favorisca la governabilità e non incentivi la frammentazione del sistema politico.”
Ovvero: introduzione del proporzionale puro, eliminazione di qualsiasi premio di maggioranza, assoluto divieto di costituire una qualunque forma di coalizione elettorale.
Eventuali limiti verranno ovviati dalla “possibilità per gli elettori di condizionare gli eletti durante il mandato parlamentare nonché di indirizzare le scelte politiche fondamentali attraverso il Parlamento.
[…] Un Parlamento rappresentativo e responsivo nei confronti degli elettori è il presupposto essenziale non solo della democrazia, ma anche della governabilità: non si può governare un Paese complesso senza che vi sia un Parlamento realmente rappresentativo della popolazione.”
Perché fino ad oggi chissà mai quale è stata la funzione dei parlamenti nelle democrazie rappresentative ed i loro requisiti minimi per potersi definire tali!?!?
“La governabilità che si ottiene col premio, però, è imposta dall’alto ed è dunque, innanzitutto, antidemocratica.”
Quindi ne consegue che la quasi totalità dei sistemi democratici in realtà tale non è, perché la governabilità è assicurata da un premio di maggioranza o dal ripescaggio degli ‘scorpori’ elettorali.
È infatti stato svelato come le democrazie siano in realtà una finzione, abilmente manipolata dai tentacoli occulti delle logge massoniche e dei perfidi giudei, celati all’interno della Matrice simbionte del Bilderberg.
“Infatti, attraverso il premio, le elezioni parlamentari sono completamente sradicate dal loro rapporto con gli elettori e le comunità territoriali.”
Per contro, è noto quanto fosse profondo e partecipativo il rapporto con il Cittadino informato e gli Eletti ai tempi felici della grande polis democristiana. E quanto radicato fosse il “coinvolgimento collettivo” nel processo legislativo. Basta ripensare con nostalgia ai trasparenti governi Tambroni, Scelba, Fanfani, Moro, Andreotti, Forlani, Craxi… fulgidi esempi di democrazia diretta, mai rimpianti abbastanza, perché immuni dagli influssi nefasti del “premio”, che invece trasforma le elezioni: “in un grande plebiscito mediatico per il Leader”.
Per fortuna, all’interno del M5S accade esattamente il contrario.
“È infatti il premio di maggioranza che determina l’esito reale delle elezioni, perché chi vince il premio prende la maggioranza e dunque governa. In questo modo il mandato elettorale conferisce forza politica soltanto ad un capo e l’elezione instaura un rapporto esclusivamente fra un capo ed il popolo, mentre i parlamentari e le forze politiche ne restano largamente esclusi. È di fatto una sorta di elezione diretta dell’Esecutivo cui consegue meccanicamente la composizione del Parlamento, realizzando una forma di governo antidemocratica.”
Tuttavia, come ci tengono a puntualizzare i relatori del testo, nel caso italiano, il problema si pone esclusivamente alla Camera dei deputati. Il Senato infatti funziona benissimo, costituendo un modello di stabilità politica e di governabilità ottimale, come la tenuta degli ultimi esecutivi dimostra.
“Per queste ragioni, il gruppo di lavoro ha ritenuto che una buona legge elettorale debba procedere in senso radicalmente opposto, cercando di costruire la governabilità non dall’alto (plebiscito per il Capo che si impone a parlamentari privi di forza e progettualità politica) ma dal basso. In questa ottica si è guardato con più attenzione a quei sistemi elettorali che favoriscano la sintesi delle istanze politiche della società tramite il Parlamento che è il cuore del funzionamento di ogni sistema democratico.”
“Boia chi molla, presidente Boldrini, boia chi molla! E noi non molleremo fino alla fine.”
29/01/2014. Angelo Tofalo (M5S) nel suo intervento parlamentare, rivolgendosi alla Presidente della Camera.
Finalmente, dopo il pletorico condensato di fuffa sui massimi sistemi, è tempo di passare alle proposte concrete. E gli “esperti” parcheggiati alla Commissione Affari costituzionali sembrano procedere innanzitutto per esclusione:
1) No, alle “primarie”, meno che mai se “istituzionalizzate e imposte per legge”, perché anche se sembrerebbero fornire ai cittadini l’opportunità di selezionare i propri eletti in Parlamento, comportano:
«l’inconveniente di dover imporre una disciplina obbligatoria dei partiti politici rispetto alla quale il MoVimento 5 Stelle è contrario, per i rischi che tale disciplina implicherebbe rispetto alla libertà dei cittadini di dar vita a formazioni politiche nuove. Inoltre, l’introduzione delle primarie è assai difficile – e rischia di diventare una “farsa”.»
Invece le “parlamentarie” on line, sul Sacro Blog del Capo Politico, riservate esclusivamente alle poche migliaia di attiVisti selezionati e certificati dalla Casaleggio Associati, costituiscono a tutt’oggi un ineguagliabile esperimento, perfettamente riuscito, di democrazia diretta. Alla riprova, basta guardare il cottolengo di indegni citrulli transumati in parlamento, con una manciata di click rastrellata tra parenti e amichetti del condominio.
2) No, ai collegi uninominali maggioritari; no al doppio turno e anche al turno unico all’inglese.
3) No, a tutti i sistemi proporzionali con circoscrizioni medio-grandi.
Questo perché impedirebbero ai ‘cittadini’ di scegliere i parlamentari e condizionarne il mandato (?) qualunque cosa ciò voglia dire.
4) No, a tutti i sistemi proporzionali con premio di maggioranza, perché sono “anti-democratici” (!?) e soprattutto perché non garantiscono la “governabilità dal basso” (Oh Signore!).
Per questo il “gruppo di lavoro” che ha scambiato la Commissione Affari Costituzionali per un gigantesco gioco di ruolo (profumatamente pagato dai contribuenti), dove ogni cazzone certificato a 5 stelle può depositare qualsiasi fumante stronzata gli passa per la testa, ha elaborato una “proposta totalmente innovativa e alternativa”; ovverosia:
“un sistema proporzionale, fortemente corretto che combina alcune caratteristiche del modello spagnolo con altre del modello svizzero […] Le correzioni previste sono ricalcate sul modello spagnolo e consistono essenzialmente nella individuazione di circoscrizioni su base provinciale e nella scelta del metodo D’Hondt per la trasformazione dei voti in seggi.”
Con una soglia di sbarramento minima (2%), i collegi elettorali, su base uninominale, saranno ritagliati su misura delle Circoscrizioni provinciali, ripartite in medie, grandi, “molto-grandi”, e soprattutto piccole (che sarebbero la maggior parte); eventualmente da ridisegnare “sulla base di valutazioni demografiche, geografiche e sociologiche”. ‘Sociologiche’?!?
Secondo gli ostensori della proposta, un simile sistema fondato sul proporzionale puro, senza soglie e senza coalizioni, presupporrebbe un “elevato sbarramento naturale”.
Se non ché, con un ultimo barlume di lucidità residua, gli stessi sono costretti ad ammettere che:
“Il sistema non assicura a priori una maggioranza di seggi in Parlamento ad un partito che possa poi governare da solo e, quindi, non esclude la necessità di dover dare vita ad un Governo di coalizione fra forze politiche che si accordano dopo il voto.”
Fortunatamente, l’esperienza spagnola ci insegna che formare un esecutivo e governare da soli è possibile con un unico partito (moVimento). Anche senza prendere il 100%.
Peccato però che la più concreta esperienza italiana ci dimostri nella pratica esattamente il contrario. E fintanto che le elezioni si terranno in Italia, della sua realtà politica e “sociologica” si dovrà tenere conto eccome! Se poi in Spagna, Svizzera, o Marte… le cose vanno diversamente, poco importa. E se mio nonno avesse avuto le ali, sarebbe stato un aeroplano.
Epperò, a ben vedere, manco il sistema elettorale iberico va troppo bene agli originaloni a 5 stelle… C’è infatti il rischio che in assenza di una maggioranza certificata, ne venga comunque fuori un governo di coalizione. E dunque bisogna sottrarsi a due nuove ed insidiose minacce della Ka$ta:
1) Il rischio di “contaminarsi”. E i pentastellati ci tengono a preservare la loro purezza.
Non per niente, in Europa sono alleati con un razzista che strizza l’occhio alla separazione etnica.
2) La possibilità di continuare a paralizzare i lavori parlamentari ad oltranza, impedendo la formazione di un governo. Come pensavano di fare all’indomani delle ultime elezioni politiche nel 2013.
Non per niente, in quel sistema politico perfetto con cui si trastullano pensando al magico reame chiamato Spagna è perfino accaduto che:
“l’elettorato spagnolo non abbia garantito ad un unico partito la maggioranza assoluta dei seggi e si sono avuti Governi retti in Parlamento da una maggioranza composta dai parlamentari di quel partito e da qualche forza politica minore.”
E questo darebbe troppo potere ai “partiti”, a discapito dei “cittadini”; ovvero di Beppe che a quel punto dovrebbe cercarsi una nuova occupazione, divenendo totalmente ininfluente in un paese dotato di un esecutivo stabile ed un Parlamento che funziona.
Per scampare ad un simile pericolo,
“la proposta elaborata innesta nell’impianto adottato componenti fondamentali che si ispirano al sistema svizzero, che invece si contraddistingue per massimizzare la libertà di scelta dell’elettore e la sua capacità di determinare la politica perseguita dagli eletti.”
Ed inoltre ha il pregio di sventare il potenziale uso clientelare del voto di preferenza.
Nel dettaglio, vale la pena lasciare la parola direttamente ai relatori del testo, perché la versione originale è insuperabile per sintassi, chiarezza, e capacità espositiva:
“Il sistema che si propone sembra però neutralizzare tali effetti negativi. Eccola in sintesi:
a. l’elettore deve scegliere una lista;
b. l’elettore può anche cancellare un certo numero di candidati inseriti nella lista che ha prescelto;
c. per ogni candidato cancellato l’elettore può esprimere una preferenza a favore di un candidato della lista o anche di un candidato di altra lista.
[…] In una circoscrizione con 5 seggi ciascun elettore può esprimere al massimo due cancellazioni e aggiungere fino a due preferenze. Queste sono le possibilità di voto:
a. Se l’elettore ha votato solo la lista, la cifra elettorale di quella lista si incrementa di 5 voti e quella personale di ciascun candidato nella lista di un’unità: è il voto dell’elettore che non vuole incidere sui candidati della sua lista e li vota tutti in blocco;
b. Se l’elettore ha espresso alcune cancellazioni, per ogni candidato cancellato la cifra elettorale della lista diminuisce di un’unità (5 voti meno 1 o 2 a seconda delle cancellazioni fatte). Se l’elettore non esprime ulteriori preferenze, astenendosi così parzialmente, significa che vuole punire la lista che presceglie per il fatto di aver presentato cattive candidature;
c. Se l’elettore ha espresso ulteriori preferenze (nel limite delle cancellazioni che ha effettuato), per ogni preferenza aggiuntiva, la cifra elettorale personale del candidato prescelto e quella della lista cui questo appartiene si incrementano di un’unità: è il voto dell’elettore che desidera esprimere un voto maggiormente articolato, incidendo ancor di più sulla graduatoria dei candidati della lista votata o anche ripartendo il suo voto tra più liste.”
Semplice, no? Lineare come la mente degli Ensiferi.
Qui siamo ben oltre la mitica supercazzola prematurata a sinistra con doppio scappellamento a destra!
Se abbiamo capito bene, proviamo a tradurre in termini comprensibili…
La grande novità riVoluzionaria della proposta a 5 stelle sembra infatti consistere in una sorta di contro-preferenza ad esclusione, che come una panacea tutela “l’elettore pulito” (si lava regolarmente?) dal voto di scambio, clientelismi, lobbies e “cacicchi locali”. Soprattutto lo salvaguarda dalla “parte malata della società” (sic!), che presumibilmente è quella parte di elettorato che vota altro rispetto al MoVimento.
In pratica, l’elettore non si limita ad apporre una o più preferenze al candidato/a che più l’aggrada, come per esempio avviene nelle elezioni europee. Bensì può “fare pulizia” e cancellare dall’elenco della lista prescelta i nomi dei candidati sgraditi. Per ogni nome cancellato, l’elettore guadagna una specie di credito da spendere in voti aggiuntivi (e disgiunti su più liste) per altrettanti candidati.
È la lista fantasia! Ognuno si personalizza le elezioni come meglio crede, pasticciando sulla scheda elettorale, tra cancellature e nomi segnati un po’ alla cazzo, tanto per complicare le operazioni di spoglio e semplificare la vita dell’elettore medio.
In Svizzera fanno così. E a noi basta adottarne le modalità di voto per sentirci un po’ più elvetici.
«Quando l’elettore cancella uno o più candidati dalla lista prescelta, ha la possibilità di esprimere altre preferenze a favore dei candidati di quella stessa lista, nel limite del numero delle cancellature effettuate: in questo caso egli gradua le preferenze all’interno della lista prescelta cancellando i candidati che non gradisce e attribuendo una preferenza aggiuntiva ai candidati che preferisce. In questo modo assegna il suo intero “pacchetto” di voti (pari al numero dei seggi attribuiti alla circoscrizione in cui vota) alla forza politica prescelta, ma seleziona al suoi interno i candidati, scartandone alcuni (ai quali vanno zero preferenze), lasciando inalterata la posizione di altri (ai quali va automaticamente una preferenza) e premiandone altri ancora (ai quali vanno due preferenze).»
E all’occorrenza il Cittadino-elettore si può anche creare la sua coalizione personale:
«Come in Svizzera, si consegna all’elettore il potere di votare anche il candidato (anche più d’uno) di altra lista. In questo caso, “un pezzo” del suo voto viene utilizzato anche per l’altra lista. Così, come previsto in Svizzera, si evita che l’elettore di una lista si ingerisca nella scelta dei candidati di altra lista senza contropartita, perché quando egli vota un candidato in una lista diversa dalla sua, sottrae una frazione di voto a questa e lo attribuisce all’altra. Egli può spartire dunque il proprio voto tra più liste: è lui che si fa la sua coalizione.»
In concreto, dietro al groviglio contorto di parole in cui la logica annaspa e la mente si perde, stanno semplicemente parlando della possibilità di inserire il “voto disgiunto”, cioè la possibilità di votare candidati di liste diverse. Come invece si spacchetta il singolo voto in “pezzi” evitando “ingerimenti” di elettori tra una lista e l’altra… be’ fatevelo spiegare dagli svizzeri!
In fondo, volete mettere?!? Un simile sistema elettorale “ha l’ulteriore beneficio di responsabilizzare l’elettore. Ad esso è data una libertà di scelta che non ha mai avuto”.
Come non averci mai pensato prima? Che si sia trattato dell’ennesimo complotto del Bilderberg?
E questo è un ipotetico fac-simile della nuova scheda elettorale, sul modello dei forum on line e falsariga della piattaforma di hosting “Disqus”, in attesa di aggiungere emoticons, smile, ed altre faccine, oltre all’opzione like-dislike.
«L’adozione di tale sistema di preferenze sembra produrre poi un ulteriore beneficio. Con la preferenza tradizionale, i candidati di una lista che hanno posizioni “eccentriche” rispetto alla linea di quella forza politica sono spesso premiati: sono infatti candidati che si “distinguono” e che dunque hanno maggiore rilievo mediatico. Il sistema della preferenza, pertanto, ha effetti “divisivi”, perché incentiva la distinzione, piuttosto che la collaborazione dentro una lista.»
Di “eccentrico” c’è soprattutto l’arzigogolatissimo sistema di voto. Per il resto, l’obiettivo sembra abbastanza chiaro: eleggere solo soldatini inquadrati e fedeli alla linea (del Capo), con lo scopo di eliminare quelle poche teste pensanti che agiscano secondo coscienza o abbiano un minimo di personalità. Il M5S, coi suoi 19 eretici tra fuoriusciti ed espulsi, ne sa bene qualcosa. Ed ha trovato la soluzione con la quadratura del cerchio.
“La principale critica al sistema proposto che finora è stata sollevata è rappresentata dalla sua maggiore complessità rispetto a quello in vigore. A questo proposito, occorre rilevare come tutti i sistemi che consentono un grado di scelta elevato presentino inevitabilmente un certo tasso di complessità. […] Il sistema proposto è un po’ più complicato, ma non eccessivamente.”
No, no per carità! È tutto chiarissimo! La complessità è solo “apparente”…
Persino un babbuino con una penna nel culo sarebbe riuscito a fare di meglio.

P.S. Ma davvero Matteo Renzi, o chi per lui, pensa che da simili rape si possa spremere qualcosa di buono, a parte strappare a noi una smorfia divertita con riedizione della farsa di un altro confronto streaming?
Un antico proverbio ebraico dice che:
“È meglio imbattersi in un’orsa alla quale siano stati rubati i suoi cuccioli piuttosto che in un matto che confida nella sua follia.”
Lo citiamo in omaggio a Gad Lerner, “Gad Vermer” secondo i vezzeggiativi del Capo politico, recentemente attenzionato dagli squadristi digitali della Setta in servizio permanente, a causa di un suo innocuo articolo in cui ricordava ciò che tutti, ad eccezione degli ensiferi, sanno: Nigel Farage è di destra.
E, d’altra parte, è così fondamentale per i “Democratici” al governo parlare con questi ‘signori’ qui?!?
“Voi del Pd (menoelle, ndr) siete solo poveri e piccoli ominidi, marci fino al midollo. Morti di burocratica politicità, insulsi e venduti; visionari. Ho più rispetto di uno del Pdl. Voi del Pd (menoelle, ndr) fate uno schifo che mai: pretendete di essere puri, ma siete più sporchi del bastone del pollaio. Siete coperti di merda. Quello che ci aspetta è solo colpa vostra. Ha ragione Berlusconi: è solo colpa VOSTRA.”
Si tratta del dialogante post del giorno (02/09/13) pubblicato in evidenza su Beppegrillo.it (e dov’altro, sennò?!?).
La deiezione integrale la trovate QUI, nel blog del Vate®, a firma di tal “Maurizio Fontana” (attiVista): classico espediente, con utilizzo di pseudonimo qualunque, che il Capo politico usa ogniqualvolta organizza le sue spedizioni punitive, credendo di immunizzarsi da eventuali addebiti penali.
Noi non entriamo nel merito delle decisioni della dirigenza PD e del Bambino Matteo. Non ci interessa né ci riguarda. Ma una domanda desideriamo rivolgerla loro: siete davvero sicuri di voler “scongelare” ‘sta merda?!? Forse sarebbe molto più salutare lasciarla lì dov’è, controllata a vista in ibernazione criogenica.
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This entry was posted on 16 giugno 2014 at 03:32 and is filed under Muro del Pianto with tags Affari costituzionali, Beppe Grillo, Delirio, Democrazia, Follia, Gad Lerner, Governabilità dal basso, Governo, Idioti, Italia, Legge elettorale, Liberthalia, M5S, Maggioritario, Matteo Renzi, Maurizio Fontana, Metodo d'Hondt, MoVimento 5 stelle, Nigel Farage, Parlamento, PD, Politica, Proporzionale, Sistemi elettorali, Spagna, Svizzera. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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16 giugno 2014 a 13:42
L’ha ribloggato su Beppe Grillo re-blogging.
16 giugno 2014 a 19:02
Siamo ormai nella fase pluri-orgasmica, con eiaculazioni mentali che si susseguono l’una all’altra in modo inverecondo. E non mi riferisco al solo M5S: magari fosse l’unica parte politica a sclerare! L’impressione è che siano tutti talmente presi nel propalare soluzioni che a nessuno rimane il tempo per chiedersi qual è il problema.
A questo punto non rimane che confidare in quella che ritengo, oggi, la migliore qualità di questa classe politica: l’inconcludenza. Con u po’ di fortuna alla fine potrebbero riuscire a non combinare nulla. Il che – visto i precedenti – ci eviterebbe perlomeno di trovarci ancora una volta con rattoppi peggiori del buco.
16 giugno 2014 a 20:52
Questi meno toccano e meglio è per tutti…
Ogni volta che sento certi personaggi parlare di “riforme”, il gelo mi stringe il cuore.
16 giugno 2014 a 22:10
La proposta grillina di leggere elettorale è qualcosa di indicibilmente folle. L’idea della preferenza negativa è di un’idiozia indescribile!
17 giugno 2014 a 15:53
Ne ho conosciuti di idioti, ma come questi mai!
Senza alcun dubbio sono “oltre”, su livelli assolutamente fuori competizione.
17 giugno 2014 a 16:38
Il M5S è riuscito a convincere i peggiori idioti a strisciare fuori dalle proprie tane e a non vergognarsi più della propria demenza.
17 giugno 2014 a 20:08
” Tranne alcune fantasie”, quella del M5S “è un’ottima legge” Lo afferma il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli, conversando con i cronisti al Senato. ” Alla fine quello proposto dal M5S è un modello spagnolo ma con le preferenze. Sono sempre stato a favore del modello spagnolo, perciò, se c’è chi lo propone, non posso che approvarlo “.
L’esponente leghista esprime dubbi, invece, sull’introduzione della preferenza negativa che – sottolinea ancora Calderoli – ” raddoppia il potenziale di voto scambio e di strumentalizzazioni insito nel meccanismo “.
Defecatio meridiana neque bona neque sana.
19 giugno 2014 a 01:59
@ Octopus
E certo che il Grillicum (o democratellum) non poteva ottenere miglior sigillo di garanzia: quello di un odontotecnico del varesotto, esperto in matrimoni di rito celtico, che vagheggia di uno stato immaginario chiamato “Padania”, e per la sventura di noi tutti si occupa di affari costituzionali. Sfugge all’abominevole Verro della Padania, ed ai suoi amichetti di strada, che la legge elettorale che da lui prende il nome (Porcellum) e bocciata dalla Consulta per manifesta incostituzionalità è la causa unica e primaria per cui attualmente non abbiamo un sistema elettorale ratificato.
@ Voce Idealista
In proposito, già il berlusconismo (per non parlare dei citrulli della pedemontana) aveno dato un contributo fondamentale in proposito…
Il problema è che gli idioti non si estinguono. Si riciclano sotto altre stelle. Ed il dramma è che ne spuntano fuori sempre di nuovi.
Non per niente, la madre dei cretini è sempre incinta.
21 giugno 2014 a 15:31
OT: volevo segnalarti questo straordinario post: http://dewsbury.noblogs.org/post/2014/06/21/la-sovranita-grillina/
Bella. 🙂
22 giugno 2014 a 17:33
Ho letto l’articolo..:) E pure buona parte degli altri post precedenti…
Taglio dialettico molto “militante“, parecchio “antagonista“… nel complesso, notevole!
Il “Breve commento post-elettorale”, riletto col senno di poi, ha qualcosa di profetico. Ma “il compromesso storico va all’inferno”, oggettivamente, rientra tra le mie tipologie preferite.
26 giugno 2014 a 13:37
“Ma una domanda desideriamo rivolgerla loro: siete davvero sicuri di voler “scongelare” ‘sta merda?!? Forse sarebbe molto più salutare lasciarla lì dov’è, controllata a vista in ibernazione criogenica.”
Secondo me il PD sta solo fingendo di dare credito agli ottusi a 5 stelle. E’ tutta una strategia politica per poi affermare, che loro parlano con tutti.
La legge elettorale è gia decisa, finchè esisterà Renzi a capo del PD, non ci sarà nessun accordo con gli invasati a cinque buchi.
E non posso che essere d’accordo constatando che l’affidabilità di Grillo è pari a quella di una mozzarella cinese a lunga conservazione.
L’unica opportunità per il M5S di fare un accordo con il PD se la sono bevuta umiliando il povero Bersani.
26 giugno 2014 a 16:10
A me pare che, con buona pace dei vari Scanzi e Becchi, nel confronto (più screaming che streaming) i biscottini pan di stelle il “Renzie” se li sia mangiati e ricacati (tanto per rendere bene l’idea). Li ha pubblicamente ridicolizzati (peraltro senza nemmeno infierire) e contenuto senza sforzi lo strafottente Di Maio che, a corto di argomenti, cercava di buttarla in caciara, facendo ciò che da bravo napoletano (senza offese!) gli riesce meglio: ammuina.
In compenso, la (finta) apertura agli ensiferi è servita a ridimensionare le pretese del Pornonano.
Oggettivamente, Renzi se le sa giocare bene le carte: ha capito che a poker non si vince coi punti ma coi bluff. Sarà anche fortunato, ma davvero i suoi “competitors” non valgono mezza cicca!
27 giugno 2014 a 14:04
“In compenso, la (finta) apertura agli ensiferi è servita a ridimensionare le pretese del Pornonano.”
Bravissimo!
Un altro punto chiave era questo: se non la piantate di rompere i coglioni (riferito al Berlu) le riforme ce le facciamo con i Grulloidi!
E pare che il bluff sia andato a buon fine.
PRRRRRR!enzi è un grandissimo paraculo e devo riconoscore, ha una scaltrezza politica non indifferente.
Ora però voglio vedere la scaltrezza di PRRRRRR!enzi all’opera con i falchi irremovibili nord-europei. Vediamo se è un altro quaquaraqua che fa il duro con le pecore, e si cala i pantaloni nel momento in cui viene silenziato da quanche burocrate un pò troppo rigido…..
28 giugno 2014 a 01:29
E infatti anch’io sono molto curioso di vedere cosa davvero porterà all’incasso dal piatto europeo…
Per il momento, al di là di molti buoni propositi ed auspici più che condivisibili, mi pare che in concreto ci sia molto poco: le promesse di revisione del patto di stabilità, con una maggior flessibilità d’azione orientata al rilancio di crescita e occupazione, mi sembra che all’atto pratico non si siano concretizzate in un impegno chiaro ed esplicito contenuto in un testo preciso.
Insomma non si va molto al di là delle promesse, con una serie di rassicurazioni vaghissime e ondivighe di una Merkel insolitamente conciliante… “Timeo Danaos et dona ferentes“, direbbero gli antichi!
Oltre alla mancata sottoscrizione di garanzie precise, la vacuità delle presunte aperture teutoniche si prestano ad ogni interpretazione, revisione, e rinnegamento possibile a posteriori.
In pratica, Renzi stringe tra le mani un’impegnativa con parole tracciate nell’aria: poco o nulla.
E’ vero: ha rintuzzato i non più tollerabili ricatti di quel patetico coglione di Cameron (che ne è uscito a pezzi); ha contenuto, in apparenza, l’intransigenza tedesca, rinfacciandogli (FINALMENTE!!) l’ipocrisia e l’opportunismo con cui la Germania viola candidamente i trattati (per altri rigidissimi) ogni volta non li trova convenienti per sé.
Ma poi?!? Qual’è il risultato capitalizzato? La nomina del liberista Junker, trasformatosi da conservatore democristiano a candidato ideale dei socialisti europei? Che soddisfazione!!
E non vorrei che l’unica vera contropartita sia la nomina della Mogherini come commissario agli Esteri della UE, e non certo per la sua straordinaria esperienza nel settore… Requisito fondamentale: è una donna. Come se il contenuto nelle mutande bastasse a fare la differenza, compensando le competenze!
Ho l’impressione che, come il peggiore dei ras democristiani, Renzi (che a me pare un incrocio ibridato tra Moro e Fanfani in tempi di post-berlusconismo) sia più che altro impegnato a occupare quante più poltrone possibili, piazzando i suoi pretoriani in posti chiave… Se continua così, tra poco investirà di cariche istituzionali anche i peluches dei figli o il cane se ce l’ha, in cambio di cieca fedeltà e obbedienza.
Di riflesso concreto in Italia, avremo Angelino Alfano agli Esteri (e allora cazzo io posso anche fare il presidente degli USA!!) e la rottamazione di chiunque nel governo non sia abbastanza “renziano”, previa rimozione.
In quanto alla flessibilità sul patto di stabilità, mi pare di aver capito che ci verrà concessa a discrezione, forse, in futuro, lontano nel tempo, se faremo le non meglio specificate “riforme”. Quanto il Senato e la sua distruzione incidano sulla crescita economica, l’occupazione, e la ripresa dei consumi, non è dato sapere.
Forse devo chiedere a noti esperti come Luca Lotti.
30 giugno 2014 a 14:40
“Ma poi?!? Qual’è il risultato capitalizzato? La nomina del liberista Junker, trasformatosi da conservatore democristiano a candidato ideale dei socialisti europei?”
La nomina di Junker (buona per fare l’acqua calda con le caldaie di casa…nulla di più….) ha fatto storcere il naso anche a me.
Qualche apertura ‘anomala’ da parte dei tedeschi però l’ho vista.
Nei prossimi mesi ci capiremo di più.
1 luglio 2014 a 15:37
😉 E fosse solo quello il problema…
25 settembre 2018 a 13:25
gli incredibili 2 streaming
La Supercazzola | Liberthalia