RIFORMATORIO

Deviation'98 by Mike Deodato jr

Tempo addietro (era il 28/05/13), mentre si accingeva a patteggiare col Dipartimento di Giustizia statunitense la modica cifra di tredici miliardi di dollari, per aver provocato con le sue speculazioni finanziarie la più grave recessione ad impatto globale come non si vedeva dal 1929, l’ispirato management della JP Morgan Bank si preoccupava di stabilire in un accorato rapporto quali fossero le vere cause della crisi sociale ed economica in atto, con un occhio di riguardo alla realtà europea.
Con formidabile acume, gli analisti della “London Branch” individuarono nelle costituzioni anti-fasciste e nell’assetto parlamentare delle istituzioni democratiche la vera causa di tutti i problemi.
Ovviamente, le attività speculative della JP Morgan Chase ed il suo ruolo nella crisi europea, per tacere della raffica di multe da cui la banca di investimenti è stata investita per la violazione sistematica di ogni possibile legge sull’antiriciclaggio e sulla regolazione della transazioni, non costituiscono certo argomento di valutazione strategica.
Il lungimirante rapporto, tutto dedicato agli aggiustamenti necessari (secondo JP Morgan) nell’Area Euro, dedicano un occhio di riguardo alla condizione italiana, tanto da costituire un “test chiave” nella politica di svolta…

“The key test in the coming year [ovvero il 2014] will be in Italy, where the new government clearly has an opportunity to engage in meaningful political reform. But, in terms of the idea of a journey, the process of political reform has barely begun.”

E se ne comprende anche il perché, visto che tra il 2012 ed il 2013 la banca di investimenti ci ha infatti rimesso una decina di miliardi di dollari, mentre cercava in tutti i modi di determinare il default dell’Italia (peraltro in insospettabile compagnia).
Trovate le cause (Costituzione e parlamenti forti), bisognava dunque trovare la soluzione, che prontamente la banca individua in una impellente riforma del “burocrazia” (leggi: “revisione costituzionale”) e soprattutto nella “riforma della giustizia”.

“It is also about changing the bureaucracy and the judicial system”

Come pronosticato, il 2014 è arrivato: l’Italia ha un nuovo premier e con esso una nuova stagione riformista, all’insegna di un blairismo italianizzato con un tuffo nell’Arno. Il Tony Blair originale nel frattempo è diventato consulente della JP Morgan Chase, in qualità di senior advisor.
Doppia disgraziaCon l’irruenza di un Berlusconi ringiovanito (dopo essersi subito preoccupato, come primo atto, di riportare in vita l’originale) e la naturale propensione alla discussione che lo contraddistingue (“fatevene una ragione!”), insieme alla sua cucciolata di giovani democristiani in fuga dall’oratorio, il Bambino Matteo ha finalmente individuato gli scabrosi problemi che paralizzano il Paese, aprendo una sorta di fronte tutto personale contro:
Sindacati e massimamente contro la CGIL, che proprio si ostina a non apprezzare la nuova “riforma del lavoro” che istituzionalizza il precariato a vita.
Soprintendenze per i beni architettonici e paesaggistici; colpevoli di cercare di tutelare quello che ancora resta del nostro patrimonio artistico, e contro le quali Renzi ebbe un lungo contenzioso durante il suo mandato di sindaco (evidentemente il ragazzo è rancoroso e non dimentica).
Assemblee elettive; perché nominare i rappresentanti è molto meglio che farli eleggere. Per ora si comincia con Senato e Province, che non è “riduzione dei costi della politica” (per quelli bastava contenere emolumenti e diarie) ma riduzione del pluralismo, tramite l’eliminazione della rappresentatività elettorale.
Costituzionalisti; ma solo quelli che osano sollevare critiche sulla “riforma costituzionale” e che ovviamente sono tutti “vecchi”, “ka$ta”, “conservatori”, e ovviamente attaccati ai “privilegi”. Che è poi un metodo fascista per non entrare mai nel merito della critica, denigrando l’interlocutore e sfuggendo alla confutazione. Non per niente, le espressioni care alla retorica mussoliniana quando ci si riferiva al Senato era “gerontocomio” e “camera dei vecchioni”. Questo perché Matteo Renzi ha giurato sulla Costituzione, che sta facendo a pezzi con colpi di decreto e voti di fiducia, procedendo come un buldozer. Non per niente, come ama dire, mica “ho giurato su Zagrebelsky e Rodotà”: due notori delinquenti sovversivi. Infatti le riforme è molto meglio farle col Papi di Arcore, condannato all’interdizione dai pubblici uffici ed elevato a “padre costituente della Terza Repubblica” (che visti gli auspici sarà una merda peggiore delle prime due messe assieme).
SilvioneSembrava impossibile, ma finalmente anche la destra italiana ha trovato un vero leader dinamico ed europeo: Matteo Renzi.
Il Bambino MatteoPer il momento a giudicare dalle bozze in circolazione sull’impianto della riforma del Senato, il Bambino Matteo si accinge a superare la SavoiaCostituzione repubblicana per ritornare sostanzialmente allo “Statuto Albertino”, col suo Senato nominativo (e rigorosamente non elettivo) di membri designati dal Capo dello Stato (il Re) e informalmente dal Governo. Rigorosamente senza indennità. A tanto ci con-Duce il nuovo che avanza, con in cantiere il rilancio della figura del premier benedetto da nuovi e più cogenti poteri, con funzioni di governo adattate alle esigenze dei tempi…

“I ministri sono alle dipendenze del capo del Governo o Primo Ministro, il quale ne coordina e ne dirige l’azione. Il Primo Ministro è responsabile soltanto verso il Re. In tal modo il potere esecutivo ha l’autorità e la stabilità necessarie al governo di una grande nazione: esso non è più soggetto alle mutevoli volontà del Parlamento.”

L’illuminante esemplificazione è tratta da ilduce.net, a sottolineare la straordinaria modernità della ‘nuova’ riforma costituzionale in corso.
Trattasi di quello che un tempo, in riferimento ai sistemi monarchici, veniva chiamato governo costituzionale, nel senso che il potere esecutivo è rimesso nelle mani del sovrano che ne esercita le funzioni in presenza di uno Statuto, in contrapposizione ai governi parlamentari che rimettono la centralità dell’azione politica al potere legislativo.
Il giurista di mussolini Il 19/12/1925, Alfredo Rocco (apprezzatissimo da quel faro -spento- di democrazia che fu Montanelli!), insigne giurista e guardasigilli del Governo Mussolini a cui si deve la riforma del codice penale, in merito alle nuove attribuzioni e prerogative del Presidente del Consiglio, durante il varo di quelle che passeranno alla storia come le leggi fascistissime, ebbe a rassicurare i senatori più scettici:

«Questo disegno di legge non consacra il governo parlamentare nel senso stretto e tradizionale della parola, il governo cioè in cui la sovranità sia tutta quanta concentrata nella Camera elettiva, ma neanche il governo costituzionale puro, in cui il potere esecutivo sia tutto nelle mani del capo dello Stato, che l’esercita direttamente, con l’aiuto di ministri da lui liberamente scelti, salvo il controllo della Camera; e meno che mai un governo assoluto, in cui il sovrano concentra in sé tutti i poteri e li esercita senza controlli di sorta. Io non sono amico delle definizioni e credo pericolosissimo darne in questa materia. Non definirò pertanto il regime che uscirà dalla nuova legislazione fascista. È un tipo di governo creato dal nostro spirito, dalle nostre esigenze, dalla nostra pratica. Altri paesi l’imiteranno forse, perché la decadenza del regime parlamentare, come puro dominio della Camera elettiva, è un fenomeno generale in Europa

Alfredo Rocco: Scritti e discorsi politici (Vol.III). La formazione dello Stato fascista (1925-1934)”

Certo poi le cose presero ben altra piega… ma vuoi mettere!?! Le intenzioni erano così nobili.
Gaetano MoscaIn tale circostanza, con lucidità preveggente, un campione della conservazione come Gaetano Mosca, cogliendo appieno lo stravolgimento dell’intera architettura istituzionale che la “riforma” comportava, in riferimento al ruolo del Presidente del Consiglio e del Capo dello Stato (il Re), ebbe ad obiettare in aula:

«Finora il governo monarchico rappresentativo si è svolto in Europa secondo due tipi diversi; quello cosiddetto parlamentare e quello costituzionale.
Quale è la differenza capitale, fondamentale tra queste due forme? Nel governo parlamentare il gabinetto è collettivamente responsabile davanti al Parlamento e davanti al re, e, una volta perduta la fiducia del Parlamento, in generale, suole presentare le sue dimissioni.

Parlamento

Nel governo costituzionale invece basta che il capo del potere esecutivo abbia la fiducia del sovrano: se il capo del governo propone una legge e il Parlamento la respinge, la proposta non diventa legge, ma egli resta al governo lo stesso fino a quando gode la fiducia del capo dello Stato.
Ora, se oggi ci si dicesse chiaramente che al governo parlamentare viene surrogato il governo costituzionale, ammetto che si potrebbe discutere seriamente la proposta. Ma invece è detto espressamente nella relazione che accompagna il disegno di legge, che il capo del governo non corrisponde all’antico cancelliere germanico e che non resta perciò al potere finché piaccia al re di farcelo restare. Ed è detto pure che il capo dello Stato lo manterrà al potere finché quel complesso di forze economiche politiche e morali che lo hanno portato al governo non lo abbandonerà. Ora fino a quando questo complesso di forze economiche politiche e morali che sosteneva il gabinetto, e che qualche volta lo disfaceva, si manifestava coi voti del Parlamento, la cosa era chiara. Ma se questo complesso di forze non è più rappresentato dal Parlamento, allora si domanda da chi è rappresentato?
In fondo non si vuole accordare al re la libera scelta del suo governo e non si vuole che questa scelta sia influenzata dai voti del Parlamento. Tutto questo sarebbe un rebus indecifrabile se non si sapesse leggere attraverso le righe della relazione e del disegno di legge

Altri tempi… oppure no?!?

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47 Risposte a “RIFORMATORIO”

  1. Evviva… è tornato il fascismo… eja eja alalà!!! Renzi è il nuovo duce con un bel consigliere economico ebreo (Itzhak Yoram Gutgeld).
    Mah… a dirla tutta vedo pochissime attinenze tra Renzi e il pensiero espresso nella Carta di Verona… o con il sansepolcrismo degli inizi, ma tant’è… è sempre divertente leggerti e potrei lanciarmi in un esercizio interessante facendo paragoni azzardati e motivatissimi tra Renzi e Saloth Sar o tra Renzi e Bakunin oppure potrei trovare punti di contatto tra il minchione di Rignano sull’Arno ed Engels dipingendo un quadro a tinte rosso fuoco dell’attuale governicchio… ma non lo voglio fare, offenderei le suddette persone paragonandole ad un peracottaro.
    Comunque… intervengo solo per farti notare che i veri dittatori, quelli che controllano le sorti del mondo e dell’Italia, non sono certo le mezze tacche nostrane come Renzi, Napolitano o il “papi” o i burattini come il venditore di aeroplani da guerra a cui hanno dato il nobel per la pace… i veri controllori globali delle nostre povere chiappe appartengono ad una setta di banchieri ben conosciuti.
    Renzi, come Letta, Monti e tutti gli altri nell’agenda dei pupari, sono solo i leccasputi, le marionette, i lacchè, i camerieri (o trova tu il termine più adatto) dei loro “superiori” che nemmeno l’abbronzato Obama e la Federal Reserve riescono a controllare… mi riferisco a J.P. Morgan Chase (che hai citato), Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley… i maggiori responsabili della crisi economica internazionale… ognuno di loro ha più soldi del governo degli stati uniti, insomma… quella gente tiene per i coglioni il mondo (Italia compresa), altro che Mussolini, Stalin, Adolf Hitler…………….. o il nanerottolo (rapportato ai tre giganti) Matteo Renzi.
    Sorvolo sulla “razza” degli amministratori delegati e dei padroni delle banche d’affari citate………………… perché non voglio farti suonare le trombe dell’antisemitismo e farti fare il pistolotto sulla casualità della loro origine ebraica 🙂
    ….un saluto.

  2. Lo so che ti piacerebbe… ma nemmeno sotto un trip di acido lisergico e tiobarbiturici potrei mai paragonare Renzi ad un novello duce; per quanto, dalla luce sempre accesa la notte (mentre trombava con la Petacci) al tweet delle 7,00 mattutine (della serie: ‘sto già lavorando per voi’)… condividono una cialtroneria intrinseca non indifferente..!
    D’altronde, nel post non si faceva menzione al programma di San Sepolcro e tantomeno alla repubblichetta fantoccio di Salò.
    Si parlava di una certa architettura istituzionale (e costituzionale), con un impianto molto autoritario e ben poco democratico, che oggi viene riscoperto e propagandato come “decisionismo” in nome della “governabilità”.
    In quanto ai “tre giganti”, io vedo soltanto un istrionico minchione (Mussolini), cialtronesco leccasputi dei nazisti, e due macellai psicopatici (Hitler e Stalin).

  3. la democrazia…. che bella parola, mi ha sempre affascinato, ma mai convinto perchè quand’anche funzionasse davvero secondo i criteri e i meccanismi che i media hanno cercato di fissare nelle nostre coscienze…. sarebbe comunque una pessima ed inauspicabile forma di governo…. origine di guasti e arbitrarietà senza fine. Consentire ad un popolo di governare per via diretta o rappresentativa lo Stato che lo ospita è una buona idea solo se quel popolo possiede le qualità di moralità, cultura e consapevolezza delle modalità con cui la politica opera sul piano nazionale e internazionale che sono necessarie a questo scopo.
    Affidare un compito così delicato a masse di individui composte…. per la stragrande maggioranza… da semianalfabeti, lettori di rotocalchi e fruitori di bestialità televisive, sarebbe un’opzione suicida per ogni nazione che… per esistere… abbia bisogno di essere governata con stabilità e criterio.
    Se la tua beneamata democrazia esistesse davvero, l’inettitudine dei popoli sovrani che pretendono di starne alla base ci avrebbe, già da tempo, condotti alla rovina.
    Fortunatamente la democrazia non è mai esistita… se non come diabolico feticcio di controllo e gestione delle masse messo a punto dalle èlite del potere borghese ad inizio Novecento per ottimizzare e rendere inattaccabile la propria posizione.
    Ciò che siamo abituati a chiamare “democrazia” è una peculiare modalità di gestione del potere che i pupari (o èlite) hanno sviluppato nel momento in cui i mezzi di controllo di massa (giornali, radio, TV, tecniche di indottrinamento psicologico collettivo) hanno raggiunto un livello di raffinatezza e di sviluppo tali da consentire ai dominanti di sfruttare le piene potenzialità della nuova architettura politica…. senza correre il rischio di perdere quello stretto controllo sui sudditi che sta alla base della loro permanenza al vertice, quindi la democrazia garantisce a “lorsignori” il vantaggio di una pressoché totale deresponsabilizzazione.
    Una volta se il re – o chi per lui – sbagliava, la “plebe” rispoverava il forcone e lo destituiva… adesso se i governanti sbagliano il popolo accusa la parte avversa di aver votato male… non è mai “colpa loro”… ma di chi li ha votati.
    …in fondo l’attuale democrazia è solo un modo per metterlo nel culo al popolo con il suo consenso…
    ……………………te la infiocchetto e te la regalo!!! 🙂

    • Invece la dittatura che gran prospettiva, signora mia! O devo trovare qualche altro surrogato al termine? Giacché il fascista è diventato mussoliniano, il nazista è un socialista nazionalpopolare, il razzista è diventato razzialista, il segregazionista è suprematista, il negazionista si chiama revisionista, e l’antisemita è identitario o giù di lì…
      Sicuramente converrai che “tirannia”, “dispotismo”, “autocrazia”, “totalitarismo”.. non sono sinonimi adeguati per descrivere cotanta grandezza.
      Ah ma tu credi alle elite guerriere di spiriti (razzialmente) superiori.. gli “aristoi”, quelli vagheggiati da misantropi dall’omosessualità repressa come Evola e Romualdi.. E io credo alla rinascita di Gesù Bambino, mentre aspetto l’arrivo di San Nicola alla vigilia di Natale!
      Del resto, li abbiamo giù visti all’opera questi esseri superiori in quel tripudio alla libertà che fu il III Reich: un morfinomane obeso con problemi di erezione, un nevrastenico paranoico e incestuoso che praticava l’ondinismo, un satiro deforme e libidinoso dal piede caprino, un rachitico disadattato che si credeva la reincarnazione di Enrico l’Uccellatore… Insomma, gli esemplari scelti della razza eletta.

      Bello davvero lo Stato assoluto e nazionalfascista, dove l’arbitrarietà del potere (appannaggio esclusivo ed incondizionato di un Capo unico e indiscutibile) certamente non esiste, e le “masse”.. le “plebi”.. ovviamente coltissime e civilmente formate all’ombra del Minculpop, possono al massimo fornire le coreografie di massa alle parate di regime, per marziali pagliacciate su fondale di cartapesta.

      Fortunatamente, le dittature prima o poi finiscono (male). Nei migliori dei casi, coi duci appesi a stagionare come salami.

  4. che succede Sendivogius??? hai mangiato pesante??? ti ha morsicato un ragno??? le piattole non ti fanno dormire??? tranquillo… i tizi che disturbano i tuoi sonni sono morti tutti… nessuno ti vuole mettere addosso la camicia nera o farti marciare al passo dell’oca… a che serve buttare merda addosso a quelle persone??? sono passati settant’anni… orsù… stacca la spina, che non serve dar la caccia ai fantasmi, ormai il “nazismo” che eccita la tua fantasia è deceduto, morto e sepolto… non tornerà più… gli psicopatologici raffronti che continui a proporre sono stupidaggini avulse dalla realtà e dimostrano che sei più uniformato di un’uniforme. 🙂
    Come tanti ovini belanti amanti della “democrazia” proprio non vuoi renderti conto che per poter funzionare secondo gli schemi previsti, l’attuale sistema necessita di cittadini che siano capaci di contare al massimo fino a due…. non di più… i mezzi di comunicazione si occupano di costruire intorno alle loro vittime una realtà binaria, in cui il pensiero e la percezione del mondo vengono indirizzati su una categorizzazione fatta di dualità antitetiche… in mezzo alle quali c’è il nulla.
    Ad esempio, un cittadino potrà essere “di destra” o “di sinistra”, “fascista” o “comunista”, “berlusconiano” o “antiberlusconiano”, “pacifista” o “guerrafondaio”…. ma in mezzo a questi opposti non è consentita (perché non prevista dalla logica mediatica) nessun tipo di riflessione critica.
    Non è possibile rifiutare i concetti di “destra” e “sinistra”… di “fascismo” e “comunismo”… come categorie insulse e decedute ormai sessant’anni or sono, per ragionare su forme inedite di approccio ai problemi sociali…. nel tuo piccolo tu segui l’onda, chi non è sintonizzato sulle tue lunghezze d’onda è sicuramente un emulo di Hitler o di Mussolini, ma in questa stronzata sei in buona compagnia: i media si preoccupano di ribadire incessantemente il pericolo di un ritorno del “nazismo” o del fascismo, o del comunismo…. per tenere in vita artificialmente l’universo rarefatto a cui ogni buon cittadino è chiamato ad adeguarsi, se vuole rendersi comprensibile ai propri simili.
    Esulare dalla dicotomia istituzionale significa violare il perimetro delle categorie di ragionamento definite dal potere e dunque condannarsi all’oscurità dialettica, ponendosi ai margini di qualunque dibattito.
    Un soggetto – ad esempio – che non inveisca rabbiosamente contro Berlusconi… o non dichiari piangendo la propria adorazione nei suoi confronti, ma si limiti ad analizzare il ruolo che ha svolto nello scenario geostrategico per tentare di comprenderne i lineamenti e definire possibili dinamiche d’intervento, verrà spicciamente ricondotto al binomio “pro” e “anti” da moltitudini di bovini muggenti che lo accuseranno di tradimento.
    Tutti i media si occuperanno anche qui… attraverso gli sguaiati battibecchi politici appositamente predisposti per i talk-show…. di tenere viva questa impostazione binomiale, sollecitando i sentimenti più istintivi dello spettatore inebetito verso l’uno o l’altro dei due estremi, ma inibendogli allo stesso tempo ogni forma di elaborazione più complessa…. non cadere in questa trappola anche tu – cazzo – cerca di superare questi steccati creati appositamente per i beoti craniolesi.
    …ma, ammettiamolo, contare fino a due a volte è davvero troppo… in alcuni casi particolarmente delicati, attinenti alla religione di Stato, la tua beneamata democrazia richiede che i sudditi siano in grado di contare al massimo fino a uno…. ad esempio il termine “antisemita” – che tu usi nei miei confronti come un Ussaro con la sciabola – è lemma che non ammette contrari, ma solo sinonimi, questo perché a nessuno è concesso di essere antisemita…. tutti siamo colpevoli, (tu compreso) per azione o per inazione, del mitico massacro “nazista” degli ebrei, tutti siamo chiamati a risponderne, tutti siamo chiamati a batterci il petto ogni 27 gennaio per chiedere perdono di colpe di cui siamo considerati oggettivamente responsabili, senza possibilità di controdimostrazione…. guai ad essere “negazionisti”… la tua beneamata democrazia non lo permette!!!
    …ma – tralasciando il “negazionismo” – la cosa più importante è il fatto che la democrazia ha emancipato l’élite dominante da ogni residuo senso di colpa e di conseguenza da ogni restante potere che le masse potevano esercitare su di essa…. agevolando anzi un rovesciamento dei ruoli. Ormai è normalissimo ascoltare le recriminazioni flatulenzesche di ministri incapaci e nullafacenti contro l’indolenza congenita degli insegnanti, degli operai, dei disoccupati, della pubblica amministrazione e di molte altre categorie sociali a cui viene imputata la responsabilità dello sfacelo repubblicano, dovuto… figuriamoci…. non allo squallore infinito dei funzionari di governo…. ma alle pessime scelte compiute nel passato dal corpo elettorale.
    Questa strategia – ovviamente – produce risultati di spettacolare magnitudine: gli operai si accusano l’un l’altro di scarsa produttività, gli insegnanti si guardano in cagnesco, i dipendenti pubblici controllano malignamente l’operato dei colleghi, inondando la società civile di agnelli sacrificali e affrancando, nel contempo, la classe dirigente dalla necessità di rivestire questo ruolo.
    Tutta questa festante leggerezza istituzionale…. conquistata dai dominanti dopo secoli di rovello… potrebbe subire un brusco arresto nel caso in cui il termine “democrazia” finisse per perdere il suo charme e per acquisire un’accezione deteriore e mortifera come il già citato “nazismo”, il “fascismo” e – per alcuni, ma non di certo per il sottoscritto – il “comunismo”, la realtà… come certo ben saprai… si costruisce sulle parole e muore insieme alle parole…. il decesso dell’accezione virtuosa della parola “democrazia” rappresenterebbe la fine di un mondo… un rischio che l’attuale regime democratico (che tu inconsapevolmente difendi a spada tratta) considera vitale scongiurare con ogni mezzo a sua disposizione…. anche con la repressione violenta di chi ha pensieri difformi da quelli che il sistema ammette.
    Comunque credo fermamente che la tua democrazia abbia realmente liberato l’umanità, su questo non ho il minimo dubbio.
    Ha liberato i vertici del potere dalla fastidiosa incombenza di rispondere delle proprie prerogative di fronte ai governati…. senza peraltro dover condividere il dominio sull’esistente nei fatti, ma solo nei fumosi e inattendibili falansteri teorici della filosofia politica.
    Ha liberato i popoli dal mito e dall’insostenibile paura della mancanza di libertà, però la libertà – quella vera – obbliga a prendere decisioni, costringe a informarsi, comporta rischi, esige la selezione di criteri su cui fondare le proprie decisioni.
    Nessun popolo sano di mente è mai stato veramente disposto ad accollarsi tanti fastidi… se non a parole.
    Gli uomini comuni non vogliono queste noie… vogliono che venga loro ordinato, senza troppi fronzoli, cosa devono pensare, per poi potersi dire sinceramente convinti di ciò che pensano…. questo è ciò che vogliono, ma non hanno mai osato ammetterlo, poiché accettare la propria passività, pavidità e povertà di pensiero sarebbe un’onta intollerabile con cui nessun uomo riuscirebbe a convivere. La democrazia ha offerto una pregevole e furbesca scappatoia: garantire all’uomo della strada la permanenza di fatto nell’antica e irrinunciabile servitù, ma con il titolo formale di “sovrano”, di padrone e amministratore dello Stato…. la democrazia che tanto ami accarezza il narcisismo dello schiavo, che vuole sentir decantare le sue virtù di comando, ma non vorrebbe mai doverle dimostrare per paura di rivelare al mondo la sua inettitudine.
    Se la democrazia dovesse morire…. per senescenza inarrestabile della semantica di riferimento…. ci troveremmo tutti all’improvviso, in un universo destituito del suo significato, sarebbe un mondo spaventosamente vuoto, terribilmente privo di punti cardinali, deliziosamente foriero di nuove e inaudite concettualizzazioni dei rapporti di potere e della vita collettiva….. e magari piacerebbe anche a te…. quindi – “compagno” Sendivogius (oh… ma come ti chiami in realtà???) – abbandona gli stereotipi che tanto piacciono a chi ti vuole schiavo e cerca di pensare oltre gli schemi tracciati da questo democraticissimo sistema….. marcio fino al midollo.

  5. 🙂 Wow! Che notevole spremuta dialettica, con acrobatici contorcimenti semantici per aggirare, e sostanzialmente eludere senza risposta, la questione prevalente (che peraltro non ho sollevato nemmeno io)…
    Se disprezzi tanto la democrazia, ed il sistema rappresentativo che questa implica (che certo non sarà perfetto ma sempre meglio di niente), con cosa pensi di sostituirla?!?
    Domanda retorica perché entrambi conosciamo benissimo la risposta, anche se a te piace manipolarla con un calembour di immagini distorte per lanciare un messaggio ibridato…
    Perché forse sarò “più uniformato di un’uniforme” (strano, quand’ero nell’Esercito i miei ufficiali la pensavano mooolto diversamente..), però non sono certo io quello che milita da anni in “Forza Nuova”: formazione politica di cui non devo certo spiegare natura, intenti, collocazione, ideologia e miti fondativi.
    😉 Nevvero “camerata”?!?

    Perché certe categorie sono sicuramente “insulse” e “psicopatologiche”, ma hanno riferimenti inconfondibili e a quanto pare sono ben dure a morire…!
    A tal proposito, la retorica del né destra né sinistra (che poi è la traduzione di “ni droite ni gauche” del lepeniano Front National) può funzionare forse con le intelligenze bovine dei muggenti balilla di Lotta Studentesca, ma certamente non con me. Per noi ultimi irriducibili, il senso della furbesca litote è in realtà chiarissimo [QUI], ed indica un’appartenenza in realtà nettissima nei fatti, ma volutamente ambigua nel messaggio che si vuole veicolare all’esterno, per la circuizione dei proseliti…

    Ciò detto, tutte le arzigogolate elucubrazioni su una ipotetica “comunità di popolo”, rigorosamente etnica (direi “razziale”) e nazionale (perché questo è il messaggio che vuoi veicolare), dove le differenze si elidono per tendere gli sforzi verso un’unica missione unidimensionale, senza troppi giri di parole, mirano in sostanza all’instaurazione di uno stato corporativo. E ad altro non si ispira se non al corporativismo fascista e massimamente alla Repubblica sociale di Salò.
    Ma il modello originale e di riferimento ideale resta sicuramente la Volksgemeinschaft di hitleriana memoria, tanto vagheggiata nella Germania degli anni ’20 e fatta propria dai nazisti dello NSDAP.

    😉 Mirko, concedo sempre ai miei interlocutori l’illusione di menarmi per l’aia fintanto che trovo la finzione divertente, a patto però che questi non pensino io possa essere davvero il loro cagnolino da irretire ed addomesticare.

  6. non ti voglio né irretire… né – figuriamoci – addomesticare… hai sbagliato indirizzo con il pistolotto su Forza Nuova e Lotta Studentesca, non milito più in FN… come vedi anche l’avatar è cambiato… adesso ho il triangolo nero riservato agli internati asociali 🙂 … sono quello che sono, un rabbioso e ringhiante cane sciolto, in Forza Nuova – ovviamente – ho tantissimi amici, quindi non sputerò nel piatto che ho condiviso con loro per tanti anni, ma mi sono staccato da quel movimento politico di mangiaostie.
    Quale dovrebbe essere l’alternativa a questa partitocrazia univoca sull’orlo del baratro???
    haaaaaaaaaaaahahahahahahahahahahaha… io sono una minoranza, il mio pensiero politico conta nulla, quindi me ne fotto di quest’italietta puttana e dei suoi arcilobotomizzati servi della gleba che si fanno chiamare cittadini, me ne fotto della patria e della sua merdosissima bandiera massonica tricolore, anzi… a dirla tutta faccio il tifo per il fallimento istituzionale, spero con tutto il cuore che l’implosione del debito arriverà quanto prima, voglio un’italia (una volta scrivevo Italia) come la Grecia, senza identità, senza orgoglio nazionale, un’immensa sala parto per tutti i disperati africani a caccia di cittadinanza europea, una terra invasa da allogeni africani, sudamericani, est-europei… sempre più violenti, sempre più determinati a richiedere e invocare a gran voce diritti che per gli italiani diventeranno solo un sogno… insomma spero che si materializzino gli incubi di Hieronymus Bosch, quel grandissimo pittore fiammingo che dipingeva mondi alla rvescia dove tutti i valori venivano ribaltati e credo che grazie a questa meravigliosa e corrotta (proprio nel senso letterale del termine) democrazia non dovrò aspettare molto.
    ….però forse, col passare del tempo, anche il termine “democrazia” andrà via via acquistando un significato negativo e deteriore che preluderà ad una sua futura messa al bando dal novero delle locuzioni sfruttabili dai media a scopo di controllo delle coscienze…. perché a questo serveil termine “democrazia”, perché l’attuale democrazia – secondo te il male minore – di democratico ha solo l’illusione.
    Il declino dell’identificazione della “democrazia” come un valore è iniziato con le guerre americane successive all’11 settembre 2001…. quando l’opinione pubblica mondiale si è resa conto che l’intento affermato dagli Stati Uniti – portare la “democrazia” alle popolazioni invase dall’esercito americano – corrispondeva ad un progetto stragista di occupazione, destabilizzazione e appropriazione di risorse di nazioni straniere, rispetto al quale la “democrazia” era una semplice foglia di fico ideologica posta a copertura morale di mire geostrategiche ben più complesse e inconfessabili.
    Un simile processo di svuotamento e ribaltamento semantico avevano subito…. a metà del Novecento…. termini come “razzista” e “razziale”… che un tempo erano identificativi di un’ideologia diffusa, accettata e connotata da valori positivi: l’idea coloniale del “fardello” dell’uomo bianco, entità antropologicamente ed intellettualmente superiore, investito da Dio della missione di portare la luce della scienza e del progresso alle popolazioni “barbare” dell’Africa e dell’Asia…. un inganno pregno di “interessi” ben identificati.
    Dopo la II Guerra Mondiale…. la natura pretestuosa di questa ideologia e la funzione di copertura che essa svolgeva a favore delle mire di controllo geopolitico delle nazioni dominanti ed ex-dominanti divenne così evidente da rendere necessaria una sua sostituzione con nuove parole d’ordine…. adesso non siamo più razzisti, siamo “democratici”… e bombardiamo quelli che non vogliono proprio accettare il dominio della democrazia a fini di sfruttamento delle risorse (anche umane)…. uno sfruttamento democratico, s’intende!!!
    Spero che la “democrazia” in un futuro prossimo venga espulsa dal novero dei pretesti “nobili” con cui giustificare, di fronte all’opinione pubblica, l’eterna partita delle grandi potenze per il consolidamento e l’estensione della propria influenza militare e commerciale…. solo un ovino o uno in malafede non si accorgerebbe che la democrazia è sempre stata (prima ancora di diventare l’arma ideologica delle atrocità imperiali compiute in suo nome) una forma di governo puramente fittizia…. il costrutto teorico più perverso e dannoso che il potere abbia mai dato in pasto ai popoli per giustificare e rafforzare il proprio controllo su di essi.
    Mi hai chiesto quale dovrebbe essere secondo me l’alternativa… beh… l’inizio di una vera rivoluzione dovrebbe iniziare dal disinnesco della sacralità semantica di questo lemma, questo rappresenterebbe il primo importante passo verso la liberazione da quella perversione del pensiero che le parole, se non tenute sotto controllo e fatte oggetto di periodica e disincantata riflessione, disastrosamente portano con sé.
    ….ma questo popolo di stronzi non è pronto per una rivoluzione di tale portata, quindi che si tengano pure guinzaglio e museruola, io me ne sono liberato da tempo.

  7. Carla Marini Says:

    biomirko sarà anche un nazista di Forza Nuova, ma il suo pensiero sulla democrazia è condivisibile sotto moltissimi punti di vista, il suo intervento è da antologia, condito anche da notevole e amara ironia.
    In effetti mi lascia molto interdetta il fatto che sia un nazi, di solito quella gente non ha questa capacità dialettica e questo spirito critico, oltre alla testa si sono rasati anche il cervello.

  8. @ Biomirko
    Doppio v-o-v! In effetti non percepivo in te il tanfo di sagrestia, che contraddistingue i clericofascisti di FN. E questo mi lasciava un po’ perplesso circa la natura della tua militanza in tale formazione. Adesso mi è tutto chiaro, ma lo sfogo nichilista in salsa identitario-grillista davvero non me l’aspettavo. Anche tu convertito alla setta degli ensiferi?!?
    Detto in tutta sincerità, a me piacciono i prodotti originali alle loro squallide imitazioni; perciò, ti preferisco di gran lunga “nazista” (perdona la semplificazione semantica) che grillino.
    😉 Ma ora lascia che te lo faccia io un “pistolotto”: uno di quelli veri…

    Quella che tu chiami “democrazia” è in fondo una semplificazione lessicale: il termine ha una necessaria valenza onnicomprensiva, per una miriade di variabili potenzialmente infinite. E che per te sono assolutamente ininfluenti, dal momento che liquidi il concetto in blocco senza alcuna attenuante.
    Per una questione meramente etimologica, tutte le associazioni politiche o comunitarie, che prevedono una qualche compartecipazione di gruppo, con la cooptazione di rappresentanze paritarie, ed il coinvolgimento del “popolo” (altra astrazione), si possono almeno in teoria definire ‘democratiche’. Ma l’espressione non implica che siano necessariamente, giuste, eque, perfette… La sua valenza ‘positiva’ non è un dato a prescindere.
    Poi la democrazia può essere popolare, diretta (con tutta l’ambiguità che il termine non spiega), consiliare, rappresentativa, parlamentare, liberale (ovvero un’oligarchia timocratica di notabili), referendaria… Chi più ne ha ne metta. E nonostante la dicitura, può non avere niente di democratico.
    La democrazia può essere perfino “razziale”: la società boera nel regime dell’Apartheid, a suo modo, era ‘democratica’ (purché si trattasse di bianchi). Stessa cosa potrebbe dirsi per la struttura del KKK americano. E il caso degli USA è in questo l’ossimoro più evidente, giacché le strutture politiche e la stessa forma mentis delle sue istituzioni sono profondamente impregnate (e orientate) dal pensiero giuridico di Carl Schmitt: per esistere, legittimarsi, e configurarsi come tali, hanno bisogno della fondamentale ed imprescindibile esistenza di un Nemico. In questo, gli ideali ‘democratici’ USA si configurano come valori distintivi della “Nazione”: valgono cioè per gli “americani”, ma sono violabili ed eludibili fuori dal suolo patrio, in ogni parte del mondo e ovunque non riguardino “cittadini americani”. Essendo l’interesse di questi prevalente su ogni altro diritto o scelta altrui.
    La democrazia per eccellenza era l’Atene di Pericle: uno stato proto-imperialista, che praticava un colonialismo brutale e selvaggio, tramite una politica aggressiva che preconizzava la guerra totale.
    In confronto, il dominio della severa, elitaria, e militarista Sparta sembrava un paradiso. Ed è superfluo dire che i rozzi Lacedemoni nella Guerra Peloponnesiaca facciano la figura dei giganti.
    Del resto, senza citarti ora Polibio e Aristotele, agli antichi Greci avevano chiarissime le differenze che intercorrevano tra le varie forme di potere politico e le loro degenerazioni. Non per niente distinguevano nettamente tra “democrazia” ed “oclocrazia”, che ne era la sua involuzione (ovvero il suo esito naturale) più evidente.
    Tutti i sistemi di potere (perché di “Potere” si parla) presuppongono un meccanismo di controllo al proprio interno, per gestire il conflitto ed incrementare il consenso. La “democrazia” è uno di quelli; financo è tra i migliori. Probabilmente, per tutta una serie di contraddizioni e opportunismi demagogici, è anche il più ipocrita. Ma questo è un altro aspetto, che secondo me rientra più propriamente nella sfera del “potere” (che è entità oligarchica nelle disponibilità di pochi) e del suo esercizio in una dimensione di massa. Giacché è la struttura di potere che cambia forma, per adattarsi alle mutate circostanze, elastica e dinamica ma al contempo ferrea nella legge che regola l’avvicendarsi delle oligarchie, che attualmente usano la copertura “democratica” come il vestito più adatto alle circostanze storiche. Non per niente, per denominare l’assetto di interessi dominanti e la loro preponderanza sulla struttura sociale e partecipativa delle cosiddette “democrazie mature”, e descriverne lo stato di crisi, è stato coniato un ulteriore neologismo, tanto che oggi si parla di “Post-Democrazia”. Ma a questo punto, della Democrazia, si studiano le distorsioni e le manipolazioni, peraltro evidentissime da tempo a chi voglia coglierne le dinamiche e descritte con ampio anticipo da Charles Wright Mills, giusto a proposito di quella che è considerata la democrazia per eccellenza (gli USA). A me interessano i meccanismi che regolano il potere, nelle sue apparenti trasformazioni, pur nella continuità di interessi (che poi sono prevalentemente economici). Tu ti concetri soprattutto sulla forma, che identifichi tout court con la “democrazia”, e che individui fisicamente con categorie ben circostanziate: “ebrei” e “massoni”… E questo, lasciatelo rammentare, oltre ad essere assai riduttivo, è molto, molto, ma molto, di destra e decisamente “nazi”. Alla faccia della scomparsa delle categorizzazioni politiche.
    Democrazia è un termine che va vivificato; costantemente riempito di significato e allargato a livello inclusivo. Diversamente, si può continuare a giocare agli apostoli dell’apocalisse.
    Pensare che l’alternativa sia una sorta di ritrovata concordia ordinum, dove ognuno ha il suo ruolo predefinito (per volontà divina?) e sta al suo posto (per classe, ordine, gerarchia, razza), ordinati per corporazione e selezionati da una elite dello spirito (gli iperborei?!), è attuale quanto il ripristino del feudalesimo medioevale e della signoria fondiaria, o un romanzo fantasy.

    @ Carla
    È questa una delle abilità più notevoli del nostro Mirko, che sa giocare bene con l’uso delle parole soffiate in turbinii vorticosi con cui avvolge e conquista a sé il lettore, assemblando il doppio messaggio (esoterico ed essoterico), diluito in un insieme accattivante e sfumato dove l’invettiva revanchista si mescola all’ironia, oltre i canoni consueti dell’apologia, in un processo di immunizzazione previo mitridaismo.
    Ma la dimensione ideale di riferimento non muta. E in certi suoi passaggi dialettici più che mai si potrebbe parlare di fasci-in-azione..;)
    Perché le parole, per chi le sa usare bene (e Mirko quando ci si mette è un ottimo affabulatore), sono un’arma potentissima, che bisogna sapere però cogliere nei suoi molteplici ingranaggi e finalità.

  9. Lucky Luke Says:

    L’equazione di Lucky Luke:

    @Sendivogius sta a @ Biomirko come la democrazia sta al totalitarismo.

    I’m a poor lonesome cowboy… far away from home.

  10. La vera tragedia delle democrazie moderne è che non sono ancora riuscite a realizzare la democrazia 🙂
    …vabbè… come al solito restiamo su due piani contrastanti di pensiero… buonanotte.

  11. @ Lucky Luke….
    “Lo stato totalitario fa di tutto per controllare i pensieri e le emozioni dei propri sudditi in modo persino più completo di come ne controlla le azioni”
    (George Orwell)
    Io – da incensurato – sono stato detenuto per 455 giorni (passati in parte in una cella d’isolamento) per un reato ideologico, un reato – come dire – di “pensiero”…. nessun reato violento ascritto, nessun “crimine” messo in atto o progettato… nulla di nulla è emerso in più di due anni di intercettazioni telefoniche e appostamenti degli agenti della Digos…. ma i giudici considerano ciò che penso un crimine: “il reato di opinione esiste, le opinioni di Mirko Viola sono un reato” (cit. Pubblico Ministero Luca Tescaroli, processo “Stormfront” – primo grado di giudizio, 28 aprile 2013).
    Quindi questo stato che voi chiamate democratico punisce e imbriglia i miei pensieri e le mie emozioni con l’intento – nemmeno troppo velato – di controllarli…. domanda: consideri questo stato uno stato democratico?
    L’ebrea Hannah Arendt ha scritto: “il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l’individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più”…… esattamente quello che l’attuale regime democratico richiede e impone ai suoi sudditi.
    Le oligarchie economiche hanno in mano le redini del potere…. ma i cittadini credono di essere “sovrani”… in realtà la democrazia non realizza nemmeno la volontà della maggioranza, tale volontà viene annullata, distrutta, piegata ai voleri delle èlite…. ma l’illusione resta, anzi… viene amplificata!!!
    Apri un giornale qualsiasi e prova a contare quante volte la parola “democrazia” viene nominata… è ripetuta come un mantra ipnotico, di continuo… ma la realtà è che tutti noi siamo solo sudditi e guai a pisciare fuori dal vasino… guai a pensare oltre gli schemi imposti dal regime… guai alla pecora che vuole uscire dal gregge.
    …..la tua equazione – Lucky Luke – è in realtà una disequazione… non esistendo la democrazia, ma solo l’illusione della stessa… il risultato non può che essere una disuguaglianza.
    🙂
    un saluto

  12. Lucky Luke Says:

    Alla tua domanda rispondo con un motto:

    ” La peggior democrazia è preferibile alla migliore delle dittature. “

    Alla tua disequazione… senza valore assoluto 😉 con un altro…

    ” Acquisire un’immunità all’eloquenza è della massima importanza per i cittadini di una democrazia. “

    Per quanto mi riguarda con umiltà dico solo…

    se io agisco con la gente sfruttando l’istinto, valutandole popolo bue facilmente influenzabile e non come persone capaci di bontà, di bellezza, di un proprio pensiero, muniti di personalità, allora è presente in me un totalitarismo, non una democrazia. Una conseguenza è che se io non sono capace di ricevere Dio, ovvero mi escludo dalla comunione trascendente con l’assoluto, sono il futuro obiettivo per il tiranno di turno.

    Lassù la ricompensa, qui il lavoro.

  13. al tuo motto… un famoso aforisma di Ruy Barbosa de Oliveira (citato in Lettere dall’Inghilterra, 1896) rispondo con un altro aforisma, di Winston Churchill: “L’argomento migliore contro la democrazia è una conversazione di soli cinque minuti con l’elettore medio.”
    Se poi credi di essere “sovrano” perché ti permettono di mettere una “X” con una matita su un foglio di carta… beh… non voglio rovinarti questa pia illusione, ma vorrei semplicemente ricordarti che se votare servisse davvero a cambiare le cose, puoi scommetterci i coglioni che non ce lo lascerebbero fare.
    ……………………….e adesso bela… pecora!!!!
    🙂
    io preferisco restare fuori dal gregge ed essere considerato – dal sistema – un “lupo cattivo”… ma sono certo di una cosa: non mi sono venduto né l’anima, né il culo… la tua “democrazia” mi ha messo in gabbia per più di un anno perché – da uomo libero – esprimevo opinioni invise ai pupari del sistema….. il sistema dei tanto decantati e antifascisti “diritti dell’uomo”… della costituzione più bella del mondo… del vietato vietare… della libertà di parola… l’ho visto morire…. VIETANDO!!!
    Applicando il “dogma” e la censura ideologica… come un qualsiasi regime dittatoriale o teocratico… quindi – Lucky Luke – la favoletta sul “bene assoluto” valla a raccontare a qualcun altro, vallo a dire alle anime candide, ai gigli di campo, ai lobotomizzati minchioni pseudolibertari, che questa democrazia è foriera di alti valori umani…. con me non attacca.

    • No, Mirko dai!
      A parte qualche sbavatura, ‘sta mano te l’eri giocata pure abbastanza bene… non mi svaccare così proprio ora!!
      O almeno non dopo Barbosa de Oliveira vs Churchill, che per inciso era un fior di reazionario prestato alla democrazia, possibilmente ‘minima’. Quando W.C. la definiva il “male minore”, e suo malgrado era costretto a subirla denigrandola nella sopportazione, era assolutamente sincero.

      D’altra parte, trascorrere 5 minuti con l’uomo medio di qualsiasi regime sono più che sufficienti per far maturare una profonda repulsione per qualsiasi sistema di governo in vigore, che si fondi sull’insipienza disarmante di simili sudditi.
      A me basta parlare 50 secondi con un grillino, per rimettere in discussione tutti i miei principi ecologici, incrementare in me una voglia matta di boicottare scientificamente la differenziata, sgasare per ore con l’auto ferma a motore acceso in mezzo ad una pista ciclabile, e farmi una pelliccia formato maxi di cuccioli di foca, tanto mi fanno cascare le palle…

      P.S. Forse sarebbe il caso di soffermarsi soprattutto sulla seconda citazione postata da Lucky Luke…

      Acquisire un’immunità all’eloquenza è della massima importanza per i cittadini di una democrazia.“

      E’ tratta da un opera di Bertrand Russell del 1938. Ed ha un titolo quantomai indicativo: “POTERE”
      In esso si parla di libertà ed essenza della democrazia, contrapposta ad i suoi simulacri formali.
      Nella fattispecie, la citazione è tratta da una più ampia disamina sulle manipolazioni dell’opinione pubblica e su come il ricorso alla “propaganda” costituisca la condizione ottimale per l’addomesticamento delle coscienze.

      La democrazia potrebbe sopravvivere a livello puramente formale, ma non sarebbe più reale di quanto lo fossero le forme di coinvolgimento del popolo al governo, che perdurarono sotto l’Impero Romano.

      Per Russell, il successo di un sistema propriamente democratico risiede nella costante coltivazione di una sana dose di scetticismo, una solida formazione culturale, ed una educazione improntata al pensiero critico.

      Il maestro dovrebbe insegnare ai ragazzi a compendiare gli argomenti usati, e dovrebbe gentilmente insinuare l’idea che l’eloquenza è inversamente proporzionale ad una solida ragione. Acquisire un’immunità all’eloquenza è della massima importanza per i cittadini di una democrazia.”

      Con ogni evidenza, Russell si riferisce a quella facondia tribunizia alla base della demagogia oratoriadi cui parlava Camillo Berneri (in “Mussolini grande attore“), tipica di ogni sistema politico immaturo, di democrazia non compiuta, di dittatura incipiente nell’intorpidimento delle coscienze.

  14. @ Lucky Luke… ti cito: “Alla tua domanda rispondo con un motto”
    quale domanda ti avrei fatto??? non credo di aver bisogno di risposte, al limite posso accettare un confronto, anche su posizioni differenti…. ma – di solito – faccio domande ironiche la cui risposta è scontata.
    Ho 45 anni, vissuti intensamente, inizio ad invecchiare… certo… qualche domanda potrei ancora farla, ma dubito che tu possa rispondermi, ma forse…. chissà 🙂

  15. Lucky Luke Says:

    Stai calmino… ti rassicuro sulle mie condizioni psichiche non ho nulla di grave, a detta del mio medico quindi non mi serve quel tipo di intervento.

    ” De gustibus non est disputandum ”

    sono sicuro che @Sendivogius ti spiegherà come fa sempre l’antefatto e le conseguenze di questo motto.

    “……………. e adesso bela… pecora!!!! ”

    dillo a tutti i martiri della chiesa cattolica, quelli che hanno perso e perdono la vita per quello in cui credono, questi si hanno dimostrato la vera forza!

    Hai ragione, non sono in grado di darti delle risposte che tu possa gradire, permettimi solo un consiglio:

    – Il Maledetto si insinua come sempre fa, da prima gradevolmente, quasi un sovrappiù di gaudio, ma lo si riconosce per l’amarezza con cui vi inonda subito dopo e per il senso di totale vuoto di cui avvizzisce il cuore. –

  16. Sendivogius… le alte teorie, le divagazioni sociologiche su “come dovrebbe essere”, i contorcimenti giustificativi di un sistema ideale, vanno brutalmente ad impattare contro il muro della realtà… una realtà impietosa, lontana anni luce dal concetto di democrazia espresso – per esempio – dal tuo beneamato Bertrand Russell, un antinazista moderato, un “pacifista” che ha giustificato come “male necessario”, il massacro della seconda guerra mondiale scatenato dall’usucrazia apolide mondialista che vedeva venir meno i suoi privilegi con il propagarsi in Europa del “virus” nazionalsocialista…. ma non divaghiamo 🙂
    Parliamoci chiaro… l’attuale repubblichetta antifascista delle banane non è una democrazia, rispetto profondamente chi crede che sia così… ma così non è… il sistema democratico è un completo fallimento.
    Anch’io rido dei grillini… credono di cambiare questo sistema dall’interno, sono degli illusi… patetici idealisti o semplici opportunisti… questo sistema non si cambia, è blindato, refrattario a qualsiasi cambiamento che possa minare le basi del potere reale basato sullo sfruttamento di un popolo (odi ciò che ne resta).
    L’attuale regime – ahimè – non ci vuole informati e dotati di una capacità critica… vogliono delle pecore…. e pecore siano allora.
    Chi ha capitali dovrebbe andarsene da questa nazione indegna e morente… chi ha bisogno di soldi per vivere faccia il meno possibile, approfitti delle smagliature in questo welfare d’accatto e si dimostri bisognoso di quell’aiuto che a volte concedono… anche se è sempre più difficile perché per gli italiani non è ammessa la povertà.
    Però bisognerebbe provarci…. o almeno bisognerebbe lavorare il meno possibile…. questa è l’unica resistenza passiva che ci resta, quando obbligheranno la gente al lavoro come schiavi, allora sarà davvero finita, la maschera verrà definitivamente gettata.
    Forse – solo quando toccheremo davvero il fondo – ci sarà una vera rivoluzione nazionale, oppure sarà meglio cancellarci dalla cartina geografica, proprio come piacerebbe a chi tiene le redini del potere che ci preferisce consumatori prima che cittadini… la nostra ultima soddisfazione sarà quella di essere studiati ancora per qualche secolo o millennio, forse… da quelli che verranno, con altre lingue, altri credi, altre facce, altro sangue.
    Un popolo senza più valori e moralità è destinato a soccombere… gli italioti sono avidi di bestialità televisive, programmi pruriginosi e “spiegazioni” tecniche sulla perversione sdoganata come “cosa normale”… l’ignoranza è diventata un “must”, se “il successo di un sistema propriamente democratico risiede nella costante coltivazione di una sana dose di scetticismo, una solida formazione culturale, ed una educazione improntata al pensiero critico”… allora questo sistema ha fallito miseramente…. ovviamente il costante scivolamento del nostro popolo sul piano inclinato del relativismo morale e dell’ignoranza più aberrante è fortemente voluto da chi controlla le masse inebetite da programmi come il Grande Fratello, dal calcio o dalle tette della mignottella televisiva del momento.
    La disgregazione dei valori tradizionali, l’appiattimento degli ideali, il trionfo di una presunta libertà, ecc… sono considerati “valori” aggiunti… per me sono pure e semplici involuzioni sociali: un popolo appagato (ma solo in apparenza) grazie ad una pseudolibertà indotta dai mass-media e dai programmi per imbecilli, è un popolo facile da controllare… un popolo fiero, identitario (soprattutto1 nel senso di avere un’identità), con valori solidi e ideali di ferro è un popolo che difficilmente verrà piegato dai falsi profeti…. ovviamente quest’ultima opzione non può essere applicata al popolo italiano, ne prendo atto e faccio il tifo per la definitiva disgregazione di questo paesello della minchia, anzi… spero che il fallimento arrivi il prima possibile, vorrei vedere l’apocalisse , l’armageddon, la distruzione vera….. tanto quelli come me saranno sempre in piedi in mezzo alle macerie, degli altri italiani – italioti – me ne sbatto i coglioni.

  17. @ Lucky Luke… sono un “maledetto”… su questo non c’è il minimo dubbio, ma stai tranquillo… io – a differenza dei detentori del potere democratico – non ho intenzione di farti cambiare idea, ho sempre odiato il proselitismo anche se adoro il confronto dialettico, sinceramente non me ne frega un cazzo di quello che pensi e di quello che fai… e sono felicissimo di vederti correre a perdifiato verso il baratro che ti hanno preparato con molta cura… se posso farò di tutto per darti una spintarella…. la vuoi??? 🙂

  18. Ehh bouumm!!!
    Mirko hai mai pensato di darti alla sceneggiatura apocalittica e dismettere i panni da personaggio beat per fumetti pulp?!?

    Diario di Rorschach: Questa città ha paura di me. Io ho visto il suo vero volto. Le fogne si estendono nelle strade e sono piene di sangue e quando un giorno traboccheranno, i parassiti affogheranno tutti. La lordura accumulata per tutto il sesso e i delitti salirà schiumando fino alla loro cintola e tutte le puttane e i politici leveranno lo sguardo gridando “salvaci!”… e io dall’alto gli sussurrerò: “no”. Potevano scegliere. Tutti. Potevano seguire le orme di brave persone come mio padre o il presidente Truman. Uomini decorosi che credevano nel lavoro e in una giusta paga. Invece hanno seguito lo sterco di pervertiti e comunisti, e solo troppo tardi si sono accorti che quella strada conduceva a un precipizio. Non ditemi che non avevano scelta. Ora il mondo intero è sul bordo del baratro. Tutti i progressisti e gli intellettuali e i sapientoni… tutt’a un tratto non sanno più cosa dire.

    Il “lupo cattivo”… il “Maledetto”… il Reduce sopravvissuto alla guerra (persa) contro il sistema… la Germania nazista buona che viene attaccata dai demoplutomassonici giudei a tradimento… Dai, basta con ‘ste puttanate, che alla fine ti rendi ridicolo. E non è bello a vedersi in un uomo di 45 anni.

  19. hahahahahahahahaha…. tu sei disilluso e disincatato quanto me, ma credi ancora nella gente… in quella massa ameboide di untermenschen lobotomizzati.
    Per chiarezza: non ho mai preteso di combattere il “sistema”, me ne frego del sistema… ho combattuto e combatto solo una piccolissima, insignificante, “inesistente” parte di esso… e ti assicuro che non ho perso, anzi… “lorsignori” – i tiranni, gli antidemocratici padroni del vapore – hanno agito come da copione, dimostrando la loro arroganza e la loro paura… e quando verranno a prendere anche te, ti manderò una cartolina per farti coraggio. 🙂

  20. Sì, ma la cartolina la voglio rigorosamente in distici elegiaci… possibilmente di Properzio.

    😉 Così posso chiedere un regime detentivo di favore, in conseguenza della terribile intimidazione ricevuta.

    • quando ho letto il termine Untermensch non ce l’ho più fatta.

      • Il dramma dei piccoli uomini consiste nel credersi immensamente superiori alla folla dei loro simili.

        Se il nostro Biomirko non vuole rischiare di essere considerato tale, forse dovrebbe appassionarsi un po’ meno ai revisionismi di Mattogno e leggere un po’ più Primo Levi.

  21. @ LadyLindy… ok… hai ragione, avrei dovuto scrivere “Goyim”… tanto “talmudicamente” è uguale
    🙂

  22. Anonimo Says:

    Un mano guantata anonima si avvicina alla bacheca e appone una prece con dedica:

    A biomirko…

    -Via, vane gioie illusorie, prole della follia, generate dal trionfatore della paranoia della storia… il principio del suo parlare è sciocchezza, la fine del suo discorso pazzia funesta.

  23. @ Sendivogius:
    Primo Levi… il mio autore revisionista… anzi… “negazionista” preferito, l’ho letto e studiato con molta attenzione… copio quello che avevo già scritto in un altro post:
    “(…) Oggi compri e leggi i libri che vuoi, senza pericolo di venire incriminato di attività anti-italiane o di tirarti in casa una perquisizione della polizia politica. Certo non è facile sottrarsi a tutti i condizionamenti, ma si può almeno scegliere il condizionamento che si preferisce. In uno stato autoritario non è così. La verità è una sola, proclamata dall’alto (…)”.
    Primo Levi ha scritto questo “inno alla libertà” nel 1976, nell’appendice di un’edizione di “Se questo è un uomo” (Einaudi, 1976 – Pag. 221), ovviamente si riferiva alla repressione del “male assoluto” fascista… ebbene, io sono stato incriminato per aver letto libri, fatto ricerche storiche e diffuso “ideologie negazioniste”… mi hanno sequestrato i libri definendoli “corpo del reato”… nel cuore della notte sono stato perquisito e arrestato dalla polizia politica proprio perchè… la verità è una sola, proclamata dall’alto…. oggi… non nel 1943!!!
    Domanda… di quale “stato autoritario” parlava Primo Levi?
    Ah… se la gente leggesse di più Primo Levi… soprattutto il suo capolavoro…. sono d’accordo con te, bisogna leggerli tutti i libri dei “sopravvissuti” al “delirio nazista”.
    L’ebreo “negazionista” Primo Levi ci illumina con le seguenti affermazioni… davvero interessanti. 🙂
    1) ero “debole e maldestro” (pag.20)… tanto maldestro che si ferisce al piede sinistro durante il lavoro (pag 53) e viene ricoverato in infermeria e non “selezionato” e gasato (come avrebbe dovuto essere… secondo la storiografia sterminazionista) quale inabile al lavoro…. la sopravvissuta professionista sedicente internata e miliardaria olocaustica Elisa Springer sosteneva che “bastava un foruncolo” per essere inviati seduta stante alla camera a gas…. UN FORUNCOLO!!!! figuriamoci una ferita.
    2) Inviato nell’infermeria denominata Ka-Be, costituita da 8 baracche che “contengono permanentemente un decimo della popolazione del campo” (pag. 55)… considerata la popolazione degli internati in 60-80.000 persone (numeri in difetto), se ne desume che erano ricoverati in infermeria mediamente 6.000-8.000 internati!
    In base a quello che ci hanno raccontato i sopravvissuti gli INABILI al lavoro venivano SUBITO GASATI… non si capisce perché i Tedeschi avrebbero dovuto approntare così tante “infermerie”… soprattutto ad Auschwitz, il lager di “STERMINIO” per antonomasia.
    3) “La vita del Ka-Be (infermeria) è vita di limbo… non fa freddo, non si lavora” (pag 60)… quindi le infermerie erano riscaldate… molto strano, soprattutto in un lager di “puro sterminio”!
    4) Dopo un altro periodo di internamento il Levi viene selezionato ed inviato al laboratorio chimico (pag.174)… dove “sto al coperto e al caldo e nessuno mi picchia; rubo e vendo (a chi?) sapone e benzina, senza serio rischio, sto seduto tutto il giorno, ho un quaderno e una matita… e perfino un libro sui metodi analitici… e quando voglio uscire basta che avvisi” (pag.178).
    Quindi l’ebreo Primo Levi viene messo in un laboratorio chimico, al caldo, dove RUBA sapone e RUBA benzina tranquillamente…. sta SEDUTO tutto il giorno e può USCIRE…. basta che avvisi!
    Domanda, ma gli “aguzzini” e i “gasatori” dov’erano?
    5) L’11 gennaio 1945 si ammala di scarlattina e viene nuovamente ricoverato al Ka-Be, una “cameretta molto pulita”, dove sapeva “di avere diritto a quaranta (40!!!!) giorni di isolamento e quindi di riposo” (pag.190)
    Quindi a Primo Levi (ebreo) i nazidemoni hanno concesso QUARANTA giorni di riposo… da evidenziare ciò che scrive l’ebreo: “di avere diritto”, l’ebreo aveva DIRITTO… ad Auschwitz??? in un campo di “puro sterminio”… un ebreo, comunista, partigiano, arrestato per attività sovversive, insomma… un NEMICO EBREO inabile al lavoro aveva DIRITTO??? notare la data: 11 gennaio 1945, in pieno collasso militare, nella totale disfatta pochi giorni prima di abbandonare il campo, i malvagi tedeschi gasatori di ebrei concedevano all’ebreo Levi…………………………….. 40 fottutissimi giorni di riposo!!!
    …..Revisionismo!!!! Negazionismo!!!! arrestiamo chi legge e diffonde certe FALSE notizie…. :-)haaaaaaaaaaaaahahahahahahahahaha
    Sendi, proprio Primo Levi mi devi tirare fuori dal cilindro??? rilancia con Eli Wiesel… Shomo Venezia… oppure sceglilo tu l’ebreo che dovrebbe farmi capire quant’è bello vivere in questa pseudo-democrazia della minchia!!!
    🙂
    «Non sono nato per le genufles­sioni, né per fare anticamera, per mangiare alla tavola dei principi… o per farmi raccontare sciocchezze»
    Apollon Aleksandrovič Grigorev – poeta e critico letterario russo
    (Mosca 1822 – Pietroburgo 1864).

    un saluto…. anche all’anonimo con la mano guantata!

  24. 😀 Mirko sei formidabile! Non appena ti si nominano le parole d’ordine (“ebrei”; “campi di sterminio”; “Auschwitz”..) scatti sull’attenti come i cagnetti di Pavlov all’ora della pappa.
    Comunque qui ti volevo… hic Rhodus, hic salta!

    «Per mia fortuna, sono stato deportato ad Auschwitz solo nel 1944, e cioè dopo che il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi, concedendo sensibili miglioramenti nel tenor di vita e sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli.
    Perciò questo mio libro, in fatto di particolari atroci, non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietante argomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano
    .
    […] Anch’io ho attraversato la grande selezione dell’ottobre 1944…. La notizia è giunta, come sempre, circondata da un alone di particolari contraddittori e sospetti: stamattina stessa c’è stata selezione in infermeria; la percentuale è stata del sette per cento del totale, del trenta, del cinquanta per cento dei malati. A Birkenau il camino del Crematorio fuma da dieci giorni. Deve essere fatto posto per un enorme trasporto in arrivo dal ghetto di Posen. I giovani dicono ai giovani che saranno scelti tutti i vecchi. I sani dicono ai sani che saranno scelti solo i malati. Saranno esclusi gli specialisti. Saranno esclusi gli ebrei tedeschi. Saranno esclusi i Piccoli Numeri. Sarai scelto tu. Sarò escluso io.
    Regolarmente, a partire dalle tredici in punto, il cantiere si svuota e la schiera grigia interminabile sfila perdue ore davanti alle due stazioni di controllo, dove come ogni giorno veniamo contati e ricontati, e davanti all’orchestra che, per due ore senza interruzione, suona come ogni giorno le marce sulle quali dobbiamo, all’entrata e all’uscita, sincronizzare i nostri passi.
    Sembra che tutto vada come ogni giorno, il camino delle cucine fuma come di consueto, già si comincia la distribuzione della zuppa. Ma poi si è udita la campana, e allora si è capito che ci siamo. Perché questa campana suona sempre all’alba, e allora è la sveglia, ma quando suona a metà giornata vuol dire “Blocksperre”, clausura in baracca, e questo avviene quando c’è selezione, perché nessuno vi si sottragga, e quando i selezionati partono per il gas, perché nessuno
    li veda partire. Il nostro Blockältester conosce il suo mestiere. Si è accertato che tutti siano rientrati, ha fatto chiudere la porta a chiave, ha distribuito a ciascuno la scheda che porta la matricola, il nome, la professione, l’età e la nazionalità, e ha dato ordine che ognuno si spogli completamente, conservando solo le scarpe. In questo modo, nudi e con la scheda in mano, attenderemo che la commissione arrivi alla nostra baracca. Noi siamo la baracca 48, ma non si può prevedere se si comincerà dalla baracca 1 o dalla 60. In ogni modo, per almeno un’ora possiamo stare tranquilli, e non c’è ragione che non ci mettiamo sotto le coperte delle cuccette per riscaldarci.
    Già molti sonnecchiano, quando uno scatenarsi di comandi, di bestemmie e di colpi indica che la commissione è in arrivo. Il Blockältester e i suoi aiutanti, a pugni e a urli, a partire dal fondo del dormitorio, si cacciano davanti la turba dei nudi spaventati, e li stipano dentro il Tagesraum, che è la Direzione-Fureria. Il Tagesraum è una cameretta di sette metri per quattro: quando la caccia è finita, dentro il Tagesraum è compressa una compagine umana calda e compatta, che invade e riempie perfettamente tutti gli angoli ed esercita sulle pareti di legno una pressione tale da farle scricchiolare.
    Ora siamo tutti nel Tagesraum, e, oltre che non esserci tempo, non c’è neppure posto per avere paura. La sensazione della carne calda che preme tutto intorno è singolare e non spiacevole. Bisogna aver cura di tener alto il naso per trovare aria, e di non spiegazzare o perdere la scheda che teniamo in mano.
    Il Blockältester ha chiuso la porta Tagesraum-dormitorio e ha aperto le altre due che dal Tagesraum e dal dormitorio dànno all’esterno. Qui, davanti alle due porte, sta l’arbitro del nostro destino, che è un sottufficiale delle SS. Ha a destra il Blockältester, a sinistra il furiere della baracca. Ognuno di noi, che esce nudo dal Tagesraum nel freddo dell’aria di ottobre, deve fare di corsa i pochi passi fra le due porte davanti ai tre, consegnare la scheda alla SS e rientrare per la porta del dormitorio. La SS, nella frazione di secondo fra due passaggi successivi, con uno sguardo di faccia e di schiena giudica della sorte di ognuno, e consegna a sua volta la scheda all’uomo alla sua destra o all’uomo alla sua sinistra, e questo è la vita o la morte di ciascuno di noi. In tre o quattro minuti i una baracca di duecento uomini è “fatta”, e nel pomeriggio l’intero campo di dodicimila uomini.
    Io confitto nel carnaio del Tagesraum ho sentito gradualmente allentarsi la pressione umana intorno a me, e in breve è stata la mia volta. Come tutti, sono passato con passo energico ed elastico, cercando di tenere la testa alta, il petto in fuori e i muscoli contratti e rilevati.
    Con la coda dell’occhio ho cercato di vedere alle mie spalle, e mi è parso che la mia scheda sia finita a destra. A mano a mano che rientriamo nel dormitorio, possiamo rivestirci. Nessuno conosce ancora con sicurezza il proprio destino, bisogna anzitutto stabilire se le schede condannate sono quelle passate a destra o a sinistra. Ormai non è piú il caso di risparmiarsi l’un l’altro e di avere scrupoli superstiziosi. Tutti si accalcano intorno ai piú vecchi, ai piú denutriti, ai piú “mussulmani”; se le loro schede sono andate a sinistra, la sinistra è certamente il lato dei condannati.
    Prima ancora che la selezione sia terminata, tutti già sanno che la sinistra è stata effettivamente la “schlechte Seite”, il lato infausto.
    Ci sono naturalmente delle irregolarità: René per esempio, cosí giovane e robusto, è finito a sinistra: forse perché ha gli occhiali, forse perché cammina un po’ curvo come i miopi, ma piú probabilmente per una semplice svista: René è passato davanti alla commissione immediatamente prima di me, e potrebbe essere avvenuto uno scambio di schede. Ci ripenso, ne parlo con Alberto, e conveniamo che l’ipotesi è verosimile: non so cosa ne penserò domani e poi; oggi essa non desta in me alcuna emozione precisa.
    Parimenti di un errore deve essersi trattato per Sattler, un massiccio contadino transilvano che venti giorni fa era ancora a casa sua; Sattler non capisce il tedesco, non ha compreso nulla di quel che è successo e sta in un angolo a rattopparsi la camicia. Devo andargli a dire che
    non gli servirà piú la camicia?
    Non c’è da stupirsi di queste sviste: l’esame è molto rapido e sommario, e d’altronde, per l’amministrazione del Lager, l’importante non è tanto che vengano eliminati proprio i piú inutili, quanto che si rendano speditamente liberi posti in una certa percentuale prestabilita

    (Edizione Einaudi del 1989; pagg. 133-137)

    Magari prima di citarlo, Se questo è un uomo andrebbe letto tutto.

  25. che dovrei fare adesso Sendivogius??? smontare pezzo per pezzo l’intera mitologia delle “selezioni” a fini di sterminio??? vuoi davvero ricominciare a parlare di “quelli che partono per il gas”??? iniziamo di nuovo??? per me non ci sono problemi… Primo Levi è facilmente confutabile NEL MERITO… anche senza disturbare Carlo Mattogno o Germar Rudolf, ma – come già detto – io mi baso sui fatti, tu sulla “fede olocaustica” e quando c’è di mezzo la fede qualsiasi ragionamento perde di significato…. ergo: sarebbe solo una gran perdita di tempo.
    Per chiarezza, la prof. Donatella Di Cesare sostiene – nel suo libro e nelle conferenze – che ad Auschwitz TUTTI gli inabili al lavoro venivano mandati nelle camere a gas, TUTTI quelli ricoverati nelle infermerie erano oggetti di oscuri esperimenti o erano in semplice attesa di essere gasati… Sami Modiano ha sostenuto che suo padre – non sopportando più il dolore – si è fatto volontariamente ricoverare per “andare a morire”, questo è quello che ci dicono i professori della Shoah.
    Quindi…. o mente Levi o mentono tutti gli altri, la versione “ufficiale” non è certo quella di Levi: ripeti con me “TUTTI GLI INABILI AL LAVORO VENIVANO GASATI” … oppure facciamo uno “strappo” e diciamo: “TUTTI GLI INABILI VENIVANO GASATI…. TUTTI MENO L’INABILE EBREO PRIMO LEVI”???
    Levi “romanza” delle semplici dicerie, delle sensazioni, delle fantasie… certo, si potrebbe obiettare che – considerato l’alto numero di “memorie” sulle camere a gas – la storia deve contenere un minimo di verità…. questo ragionamento porterebbe alla conseguenza che poichè moltissimi in passato concordavano nelle testimonianze sulle streghe, allora le streghe sono esistite.
    Fattene una ragione Sendivogius: gli storici sterminazionisti non sono riusciti ancora a dimostrare attraverso la scienza l’effettivo uso delle camere a gas, sui cadaveri trovati nei campi furono eseguite – dagli alleati – migliaia di autopsie, nessuna delle quali provò il decesso per spostamento dell’atomo di Ferro nell’emoglobina da parte dello ione CN- …quindi nessuna “gasazione” per tutti quei morti….. NESSUNA!!!! Le uniche “prove” del funzionamento di questi mirabolanti strumenti di morte sono le testimonianze dei sopravvissuti che si sono rivelate inconsistenti o apertamente false, dal 1985 i guru dello sterminazionismo olocaustico hanno delegato alla violenza della repressione giudiziaria il compito di rispondere alle legittime domande dei ricercatori storici revisionisti… CREDERE AL DOGMA o…… CARCERE!!!
    Come ben sai sono pronto ad analizzare qualsiasi testimonianza, quella che ti pare, quella che ti sembra più vera (ce ne sono di ben più consistenti delle supposizioni di Primo Levi) ma servirebbe a ben poco, probabilmente a nulla…. la “fede” va oltre la scienza…. c’è gente che crede alle vergini che partoriscono, agli hippy che camminano sull’acqua, che resuscitano i morti (e se stessi), che moltiplicano pani e pesci e che trasformano l’acqua in vino 🙂 ………..e se gli dici che sono tutte cazzate ti prendono per matto (ma non almeno non ti sbattono in galera).
    Buonanotte…

  26. “…vuoi davvero ricominciare a parlare di “quelli che partono per il gas”??? iniziamo di nuovo??? per me non ci sono problemi…”

    No, per carità! Ne ho abbastanza di questo pastone riscaldato con le zuppe revisioniste di Mattogno, Graf, Faurisson, Rassinier, Bardéche… e camerata assortita.
    Mi limitavo ad osservare, e tu me ne dai conferma, come (al solito) le testimanianze dirette, e Levi non fa eccezione, valgono fintanto vengono considerate funzionali alla tesi “revisionista”. E in tal caso sono da citare alla lettera, come modelli di prova.
    Improvvisamente, le loro memorie divenentano “romanzi delle semplici dicerie, delle sensazioni, delle fantasie“, ogniqualvolta presentano invece elementi in contrasto col fine unico e primario del negazionista.
    Insomma funzionano un po’ come le targhe alterne: quelle che vale oggi non è più tale domani.
    Ma tant’è… per l’appunto ho già chiarito la mia posizione in merito e le mie perplessità sulla tecnica negazionista (revisionista?). E’ davvero superfluo e tedioso ritornarci sopra.

    P.S. Le “streghe” sono esistite ed hanno costituito un fenomeno reale a livello sociale ed antropologico. A meno che, sull’argomento, in epoca moderna, non si vogliano buttare al macero i monumentali studi di Carlo Ginzburg (sì, è un giudeo!!) o quelli di Alfonso Di Nola (sinceramente non ho indagato sulla sua appartenenza “razziale”), Franco Cardini e Jacques Le Goff, ma anche James Frazer e Brian Levack… Tanto per citare gli studiosi più famosi.
    Da lì a sostenere che le streghe volassero sulle scope e si accoppiassero davvero con Satana durante i sabba ce ne corre.
    Ma nessuno ha mai negato l’esistenza della stregoneria, pur “revisionandone” forme, contenuti, sostanza del fenomeno.

  27. sei tu che mi tiri dentro…. adesso non ti lamentare 🙂
    ” le testimanianze dirette, e Levi non fa eccezione, valgono fintanto vengono considerate funzionali alla tesi “revisionista”. E in tal caso sono da citare alla lettera, come modelli di prova.
    Improvvisamente, le loro memorie diventano “romanzi delle semplici dicerie, delle sensazioni, delle fantasie“, ogniqualvolta presentano invece elementi in contrasto col fine unico e primario del negazionista.”
    ….non è corretto, la citazione di Primo Levi è funzionale ad un solo scopo: dimostrare il pantano olocaustico in cui si dibattono gli storici, olosalariati e non.
    Nel 1946, Primo Levi e un medico ebreo internato insieme a lui (Leonardo De Benedetti), scrissero il “Rapporto sull’organizzazione igienico-sanitaria del campo di concentramento per Ebrei di Monowitz(Auschwitz-Alta Slesia)“, che nel 1946 venne pubblicato sulla rivista “Minerva Medica”.
    Dal rapporto dei due internati…. e dagli studi effettuati negli archivi di Auschwitz (vedi: “Auschwitz: assistenza sanitaria, ”selezione” e “sonderbehandlung” dei detenuti immatricolati.“ Carlo Mattogno – Effepi Edizioni, 2010) risulta che nel campo di “puro sterninio” di Auschwitz, i detenuti malati e inabili al lavoro venivano curati…. le citazioni che seguono sono tratte proprio dal rapporto di Primo Levi e Leonardo De Benedetti, ovviamente NESSUNO vuole che tu legga questo scritto di Primo Levi, ma io sono un iconoclasta e me ne frego di tutto…. anche se a gente come Marcello Pezzetti o Anna Foa certi testi (inaccettabili) provocano violenti attacchi d’ira e travasi di bile 🙂

    “Malattie dell’apparato gastro-intestinale.
    […]
    La cura standardizzata, era duplice: alimentare e medicamentosa. Entrati in ospedale, gli ammalati erano sottoposti a digiuno assoluto per la durata di 24 ore, dopo le quali ricevevano un vitto speciale, fino a che le loro condizioni non fossero decisamente migliorate e cioè fino a quando, diminuito il numero delle scariche e fattesi le feci poltacee, la prognosi della malattia non si fosse chiaramente fatta decisamente favorevole. Quel regime alimentare consisteva nella soppressione della razione di salame e della zuppa del mezzogiorno;il pane nero era sostituito dal pane bianco e la zuppa della sera sostituita dal semolino dolce, abbastanza consistente. Inoltre i medici consigliavano gli ammalati di bere poco liquido, meglio, di non bere affatto, benchè la quantità del caffè della mattina e della sera non venisse ridotta d’autorità. La cura medicamentosa era fondata sull’uso di tre o quattro compresse di tannalbina e di altrettante di carbone; nei casi più gravi, gli ammalati ricevevano anche 5 gocce(!)di tintura di oppio pro die unitamente a poche gocce di “Cardiazol”[…]

    Malattie infettive

    Di fronte alla diffusione sempre maggiore di queste dermatosi si finì da un lato di adottare delle misure profilattiche, come la proibizione agli ammalati di farsi radere la barba per evitare la trasmissione a mezzo dei rasoi e dei pennelli, e dall’altra si provvide a intensificare le cure, sottoponendo gli ammalati a radiazioni ultraviolette. I casi più gravi di sicosi poi venivano trasferiti temporaneamente all’ospedale di Auschwitz per essere sottoposti a Roentgen-terapia[…]

    Malattie chirurgiche

    Anche qui non vogliamo intrattenerci su quelle affezioni che richiedevano interventi chirurgici ma che non erano in relazione di dipendenza con la vita del campo. Riferiamo soltanto che venivano praticate correttamente operazioni anche di alta chirurgia, prevalentemente addominale, come gastroenteroanastomosi per ulcere gastroduodenali, appendicectomia, resezioni costali per empiemi, ecc. ecc. e interventi ortopedici per fratture e lussazioni. Se le condizioni generali del paziente non davano sufficienti garanzie per la sua resistenza al trauma operatorio, gli si praticava,prima dell’intervento, una trasfusione di sangue: queste venivano eseguite anche per combattere anemie secondarie e emorragie gravi da ulcera o da traumi accidentali. Come datore, si ricorreva a qualche deportato, giunto di recente e ancora in buone condizioni generali; l’offerta del sangue era volontaria e il donatore veniva premiato con 15 giorni di riposo in ospedale, durante i quali riceveva un vitto speciale, perciò le offerte di sangue erano sempre più numerose.[…]

    La sala chirugica era discretamente fornita di strumentario, almeno quanto era sufficiente per gli interventi che si eseguivano; le sue pareti erano rivestite di mattonelle bianche lavabili; c’era un lettino chirurgico snodabile, di modello un pò vecchio ma tuttavia in buono stato e che consentiva di mettere il paziente nelle posizioni operatorie; una stufa elettrica per la sterilizzazione dei ferri; e l’illuminazione era data da alcuni riflettori mobili e da un grande lampadario centrale fisso. In una parete, dietro un paravento in legno, erano infissi lavandini ad acqua corrente calda e fredda per la pulizia delle mani dell’operatore e dei suoi assistenti.

    In tema di chirurgia asettica, ricordiamo che anche le ernie venivano regolarmente operate su richiesta degli ammalati, almeno fin verso la metà della primavera del ’44;a partire da quest’epoca tali interventi furono sospesi se non per casi rarissimi di ernie voluminose e veramente di imbarazzo per il lavoro; e ciò nell’ipotesi che gli ammalati si sottoponessero all’intervento con lo scopo di procurarsi un mese di riposo in ospedale.
    Gli interventi più frequenti erano rappresentati dai flemmoni, che venivano operati nell’apposito padiglione della chirurgia settica. I flemmoni costituivano ,accanto alla diarrea, uno dei capitoli più importanti della particolare patologia del campo di concentramento.[…]
    Gli ammalati venivano precocemente operati con molteplici generose incisioni; ma l’evoluzione successiva delle lesioni era sempre molto lunga e le incisioni ,anche quando la supporazione volgeva al termine, non mostravano tendenza alla cicatrizzazione. Le cure post-operatorie consistevano in semplici drenaggi della ferita chirugica; nessuna terapia era attuata per stimolare le difese organiche. Erano perciò assai facili le ricadute e quindi frequenti gli interventi “in serie” sullo stesso individuo per aprire e drenare le sacche di pus che si formavano alla periferia delle incisioni precedenti; quando finalmente il processo di guarigione mostrava di essere giunto a buon punto, gli ammalati venivano dimessi dall’ospedale, benchè le ferite non fossero ancora completamente saldate, e avviati al lavoro; le ulteriori medicazioni erano eseguite ambulatoriamente. E’ logico che la maggior parte dei dimessi in simili condizioni dovesse,dopo pochi giorni, rientrare in ospedale o per ricadute locali o per la formazione di nuovi flemmoni in altre sedi.
    Erano assai frequenti anche le otiti acute, che davano con una percentuale singolarmente alta delle complicazioni mastoidee; anche queste venivano regolarmente operate dallo specialista otorinolaringoiatra.
    La cura delle infezioni cutanee era fondata sull’uso di quattro pomate, che venivano usate successivamente in modo standardizzato secondo lo stadio delle lesioni. In un primo tempo nello stadio dell’infiltrazione, la lesione e la regione circostante venivano ricoperte con una pomata all’ittiolo a scopo risolvente;in seguito ,sopravvenuta la fusione e aperto il focolaio, se ne ricopriva il fondo con una pomata al collargolo, a scopo disinfettante; finchè, cessata e [o] grandemente diminuita la suppurazione, si adoperava una pomata al pellidolo come cicatrizzante a infine un’altra all’ossido di zinco ,come epitelizzante.[…]
    “In seguito, fu creato il primo nucleo di un servizio medico con l’istruzione di un Ambulatorio, dove chiunque poteva presentarsi alla visita se si fosse sentito ammalato; se però qualcuno non fosse stato riconosciuto dai medici come ammalato, egli veniva immediatamente punito dalle SS, con severe punizioni corporali. Altrimenti, se l’affezione fosse stata giudicata tale da impedire il lavoro, si potevano ottenete alcuni giorni di riposo. Più tardi ancora, alcuni blocchi furono adibiti ad infermeria, che poco per volta andò ingrandendosi con la istituzione di nuovi servizi, cosicchè , durante la nostra permanenza nel campo, funzionavano regolarmente i seguenti:
    Ambulatorio di Medicina Generale; Ambulatorio di Chirurgia Generale; Ambulatorio di Otorinolaringoiatria; Ambulatorio Dermatologico; Gabinetto Odontoiatrici (nel quale si eseguivano anche otturazioni e più elementari lavori di protesi); Padiglione di Chirurgia Asettica, con annessa sezione Otorinolaringoiatria; Padiglione di Chirurgia Settica; Padiglione di Medicina Generale con una sezione per le Malattie Nervose e Mentali (questa era dotata perfino di un piccolo apparecchio per elettroshokterapia); Padiglione per le Malattie Infettive e per le Diarrea e un Padiglione detto “Schonungs-Block” nel quale erano ricoverati i distrofici, gli edematosi e certi convalescenti.
    L’ospedale inoltre era dotato di un Gabinetto Fisico-terapico con lampada al quarzo per irradiazioni ultraviolette e lampada per irradiazioni infrarosse e di un Gabinetto per ricerche chimiche, batteriologiche e sierologiche.
    Non esisteva un impianto Roentgen e qualora un esame radiologico si fosse reso necessario, gli ammalati erano inviati ad Auschwitz, dove esistevano buoni impianti e donde rientravano con la diagnosi radiologica.
    Da questa descrizione, si potrebbe ritenere che si trattasse di un ospedale, piccolo si, ma completo quasi in ogni servizio e ben funzionante; in realtà vi erano delle deficienze, alcune forse insormontabili, come la mancanza di medicinali e la scarsità di materiali di medicazione, data la grave situazione in cui già fin da allora si trovava la Germania, premuta da una parte dall’infrenabile marcia delle truppe russe e dall’altra quotidianamente bombardata dall’aviazione anglo-americana; ma ad altre si sarebbe potuto ovviare con un po’ di buona volontà organizzando meglio i servizi.[…]
    “C’era una discreta quantità di Evipan sodico per via endovenosa e di fiale di cloruro di etile per narcosi: quest’ultimo veniva largamente adoperato anche per interventi di poco conto, come l’incisione di un brufolo”
    “L’affluenza degli ammalati era sempre grandissima e superiore alla capacità dei diversi reparti; perciò, per far posto ai nuovi giunti, un certo numero di ammalati veniva giornalmente dimesso ancorchè incompletamente guariti e sempre in condizioni di grave debolezza generale; ciò nonostante, essi dovevano riprendere il lavoro il giorno seguente”.
    […]

    QUESTO L’HA SCRITTO PRIMO LEVI…. NON UN “NEGAZIONISTA”!!!!

    ora… Il racconto orrorifico (OPPORTUNAMENTE MAI CODIFICATO UFFICIALMENTE, sono mica scemi!) sulla vita degli internati nei lager tedeschi dice che gli ammalati, gli inabili al lavoro venissero “selezionati” per la “camera a gas” e immediatamente gasati… l’Industria della Lacrima e dell’Olocausto lo ripete da quasi settant’anni come un mantra.
    Dalla lettura di questo brano di Primo Levi si può affermare che:
    1) Il trattamento sanitario era previsto ed organizzato sia ad Auschwitz I, sia a Birkenau (Auschwitz II), sia a Monowitz (Auschwitz III)
    2) I due autori, ebrei, Levi e De Benedetti, nel 1946 erano già dei REVISIONISTI, anzi… di più… dei veri e propri “NEGAZIONISTI” in quanto negavano lo sterminio degli ammalati ANCHE di LUNGHISSIMA DEGENZA.
    3) Le affermazioni dell’ebrea, internata ad Auschwitz Birkenau, la miliardaria testimone professionista, Elisa Springer, contenute nelle pagine 79-80 del suo libro “Il silenzio dei vivi” (Marsilio Editore, 1997), che trattando di “SELEZIONI” degli internati, afferma quanto segue:
    “(…) era sufficiente una minima imperfezione, un foruncolo o una macchia sul corpo…ed il destino era segnato! (…)“ (ovvero era pronto l’”aerosol” a base di acido cianidrico), sono destituite di ogni attendibilità…a meno che a Birkenau non esistesse un altro regolamento, ma gli sterminazionisti OLOSALARIATI, che vanno 20 volte all’anno ad Auschwitz, non l’hanno MAI prodotto.
    4) Le degenze potevano, tranquillamente, durare mesi! Inaccettabile per la liturgia olocaustica.

    Quindi… per concludere e lasciando perdere i “negazionisti”…. chi ha mentito riguardo alle “selezioni” degli inabili al lavoro???
    Primo Levi oppure gli storici ufficiali della Shoah che affermano che tutti gli inabili “venivano mandati al gas”???? dimmelo tu chi ha ragione e chi ha mentito perchè i “negazionisti” a ‘sto giro c’entrano nulla…. dicono tutto e il contrario di tutto proprio “lorsignori”.
    Il partigiano, comunista, ebreo, malato e inabile al lavoro Primo Levi è stato curato (con DIRITTO a quaranta giorni di convalescenza) nel campo di “puro sterminio di Auschwitz??? perché non è stato gasato come TUTTI gli altri??? perché era simpatico???? oppure è stato…………………….. un miracolo!!!

    P.S: mi hai consigliato di leggere più Primo Levi e meno Carlo Mattogno, vorrei ricordarti che io ho letto TUTTO quanto scritto da Primo Levi…. anche quello che “lorsignori” non vogliono che tu legga in quanto non coincide con quello a cui DEVI credere!!!

    Saluti

    • No, vabbé… L’ora è tarda e non ho la lucidità necessaria, né la voglia di mettermi a confutare un simile papier..!
      Una sola osservazione:

      “..perché (Primo Levi) non è stato gasato come tutti gli altri?

      Perché era un chimico, quindi un tecnico altamente specializzato (aveva una sua utilità d’uso); perché possedeva molto più di qualche rudimento di medicina, quindi un luminare medico per il tipo di trattamento sanitario dispensato nei campi. Perché, come lui stesso si preoccupa di precisare, fu internato verso la fine del 1944 quando la disfatta del Reich era ormai certa. E, con i Russi alle porte, non tutte le Totenkopf a guardia dei lager (spesso riservisti avanti con gli anni o reclute raccomandate) erano tanto fanatiche da essere fermamente intenzionate a farsi fucilare come criminali di guerra o linciare dagli ex internati. E dunque, vuoi per opportunismo, vuoi per un barlume di ritrovata empatia, il regime detentivo andava “ammorbidito” per acquisire una qualche minima forma di attenuante.
      Ciò detto, le “selezioni” ci furono comunque. E Levi le descrive bene in ogni loro modalità, non per sentito dire ma per esperienza diretta.
      Secondo qualcuno “romanza” il racconto…
      La citazione e la trascrizione dei brani in oggetto (la selezione dell’Ottobre 1944) aveva per l’appunto questa finalità probatoria (e propedeutica). Ed a questo solo ci si richiamava.
      😉 Poi tu come sempre hai voluto strafare, passando a tutt’altro… ma ormai ci sono abituato.

  28. nel rapporto del 1946 che ho citato, scritto a quattro mani con un medico ebreo internato ad Auschwitz, non cita le “selezioni” e non le descrive nelle sue fantasiose modalità (un foruncolo, uno sguardo basso, una macchia sul corpo, un tremolio di troppo, uno sbadiglio, ecc… ecc…)… lo fa nelle edizioni successive del suo “capolavoro” letterario, ma soprattutto citando il “sentito dire”.
    Comunque… mi stai dicendo che i tecnici specializzati come Levi, anche se ebrei, anche se malati e inabili al lavoro, venivano curati, ciccolati e guariti ad Auschwitz???
    Mi stai dicendo che l’affermazione del Levi riguardo alle infermerie e agli ospedali del campo di Auschwitz che ““contengono permanentemente un decimo della popolazione del campo” è riferita SOLO ai “tecnici superspecializzati” come Primo Levi???
    Gli ospedali costruiti ad Auschwitz, gli ambulatori medici erano costruiti SOLO per questa fantomatica “casta” di persone internate e inabili al lavoro???? è questo che sostieni??? il muratore e il panettiere venivano “gasati”, il chimico specializzato e l’ingegnere venivano curati e avevano diritto a lunghe convalescenze…. è così???
    Occhio Sendi che stai per infilarti in un altro ginepraio… su queste “cosette” io sono molto preciso…. meglio lasciar perdere…. che ne dici???
    🙂

  29. Concludendo… se le tue affermazioni fossero vere, cioè che si “sterminavano” solo gli inabili “inutili”… diventa oltremodo imbarazzante dare un senso al rapporto trimestrale del medico del campo di Auschwitz datato 16 dicembre 1943, in cui si evidenzia il fatto che tutti i malati di malaria (non solo i malati ingegneri, chimici o cervelloni vari… TUTTI significa TUTTI) nel 1943 furono trasferiti al campo di Lublino perché esso si trovava in una zona priva di zanzara anofele.
    Tra il gennaio e il marzo 1944 al campo di Lublino furono trasferiti circa 20.800 detenuti malati provenienti dai campi di Buchenwald, Flossenbürg, Neuengamme, Ravensbrück e Sachsenhausen, tra i quali circa 2.700 invalidi da Sachsenhausen e 300 ciechi da Flossenbürg….. secondo te li trasferivano a Lublino da Auschwitz e da altri campi considerati di “sterminio” per fargli fare un viaggetto a spese del Reich prima di “gasarli”??? oppure i 20.800 detenuti malati erano tutti plurilaureati supercervelloni da “salvare”???
    Inspiegabile dal punto di vista sterminazionista… non trovi???
    ………e infatti NESSUNO ha MAI spiegato queste discrepanze… si preferisce evitare qualsiasi spiegazione, gli “storici” olocaustici e i “testimoni” sono falsari, mica scemi…. quindi tagliano corto con la lacrima sempre pronta sul ciglio e la voce rotta dall’emozione e – ovviamente – fanno mettere le manette a chi solleva certi “dubbi antisemiti”.

    Fonti:
    – GARF (Archivio di Stato della Federazione Russa, Mosca), 7121-108-32, p. 97.
    – Zofia Leszczyńska, Transporty więźniów do obozu na Majdanku (Trasporti di detenuti al campo di Majdanek), in: Zeszyty Majdanka, IV,1969, pp. 206-207.
    – Transporty i stany liczbowe obozu (Trasporti e forza numerica), in: Tadeusz Mencel Ed., Majdanek 1941-1944. Wydawnictwo Lubelskie, Lublin 1991, p. 117.
    – Danuta Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945, per l’anno 1943 (in cui si evidenzia il trasferimento di 800 malati di malaria da Auschwitz al campo di Lublino)

  30. 😉 Io non sto dicendo nulla. Mi sono limitato a riportare una citazione, tratta da una testimonianza precisa: Primo Levi.
    E siccome Mirko sembra soppessare col bilancino ogni mia singola parola (virgole incluse), per poterci poi fare le pulci sopra e cogliere l’occassione per riportare ogni conversazione su ciò che più gli preme, finisce con l’attribuirmi affermazioni che io non ho esplicitato, cercando di infilarmi con suo sommo piacere nel ginepraio “revisionista”. Cosa che a me, “olocredente”, tange poco o per nulla.
    Già detto: 1.000 o 10 milioni, un omicidio di massa resta tale.
    Ci sono delle discrepanze, delle incongruenze nella raccolta dei dati, delle testimonianze non sempre attendibili?!? Io non l’ho mica escluso a priori: non vivo di dogmi di fede. Ma non è che per questo nego l’atto in blocco.

    Che ad Auschwitz esistesse una “casta”… che gli internati fossero “coccolati”… ed altre provocatorie amenità del genere, lo stai dicendo tu Mirko. Ripeto, perché qui si fa finta di non capire e si rigira la frittata: io riporto un brano di Primo Levi sulle “selezioni”, a quello mi attengo. Tutto il resto sono esercizi dialettici.

    Poi mi puoi citare centinaia di volte la storiella del trasferimento al lager di Lublin, con rimando dei presunti documenti ritrovati negli ex archivi sovietici. Documentazione che costituisce il pezzo forte delle ricerche di Carlo Mattogno e teorema imprescindibile per ogni ‘negazionista’.
    Quando avrò una traduzione attendibile, e confutata da terzi, dei documenti in questione (con tanto di riscontro oggettivo sul ‘campo’,(perché la prova empirica non è a carico esclusivo degli “olocredenti”), allora mi farò una mia idea precisa.

    Per il momento posso solo muovere congetture e supposizioni…
    Devo ripetere?!?
    1) Necessità di crearsi un alibi con la fine della guerra imminente e sconfitta certa dei nazisti.
    2) Opportunismo e costruzione di attenuanti in vista del ribaltamento dei ruoli.
    3) Persino (ma ci credo poco) una forma tardiva e ‘pelosa’ di pentimento.

    Per quel che penso, l’ipotesi che le modalità di sterminio e di “selezione” non fosero univoche e presentassero delle eccezioni, per quanto tu lo possa detestare, sarebbe una ulteriore conferma dell’esattezza dell’analisi di Raul Hilberg, quando afferma che nell’assenza di direttive univoche e centralizzate l’iniziativa eliminazionista fu spesso e volentieri rimessa allo zelo delle gerarchie intermedie, o all’intraprendenza di singoli reparti e comandanti più o meno fanatizzati, senza che peraltro nessuno si preoccupasse di censurarne l’opera. Quindi, se ne potrebbe dedurre che un singolo comando poteva decidere o meno di cosa fare degli internati; “mitigare” o rendere impossibili le condizioni di prigionia dei prigionieri.
    TUTTI i prigionieri, e non solamente gli internati di religione “ebraica”. Internati che potevano essere delinquenti comuni, “asociali”, “devianti”, “politici”, “prigionieri di guerra”, “testimoni di Geova”… e tutte le categorie che di fatto segnavano l’esistenza di una gerarchia ben delineata all’interno dei campi, con evidente diversità di trattamento (e possibilità di sopravvivenza).
    Raggiungere 20.000 ricoveri, escludendo i reclusi ebrei, è cifra facile da ragiungere nella vastità concentrazionaria del III° Reich.

    Ma nei fatti le cose sono molto più lineari ed i “clamorosi” documenti sul campo di Lublino in realtà non svelano assolutamente nulla di eclatante.
    Sull’ordine di trasferimento per motivi di “profilassi sanitaria”, preso per oro colato, non so… Che t’aspettavi che il comando delle SS scrivesse esplicitamene nell’ordine di deportazione “eliminazione e sterminio di tutti gli inabili”?!? Esattamente come le deportazioni nei KL venivano chiamate “reinsediamento e ripopolamento”.
    Alla fine del 1943, i nazisti concludevano l’anno col grosso degli stermini su scala industriale. Ma non li chiamavano mica massacri di massa… Goebbels s’era raccomandato di non essere troppo espliciti a riguardo: certe cose si fanno, ma non si publicizzano troppo.
    Il termine preferito è “AKTION”: Aktion Reinhard; Aktion Erntefest
    In particolare, della sorte degli ebrei di Lublino parla Hilberg… ah ma dimenticavo che ovviamente non si tratta di uno studioso attendibile.
    Non dubito seguirà ampio citazionismo delle “confutazioni” critiche di Jürgen Graf e Carlo Mattogno.
    Che alla fine del 1943 il grosso delle operazioni di sterminio fossero già state portate a compimento e che contemporaneamente fossero attive le operazioni della Sonderaktion 1005, per la riesumazione dei corpi e distruzione delle evidenze, naturalmente è un’altra invenzione della propaganda alleata per screditare la sensibilità e l’impegno umanitario del nazionalsocialismo.

    Per l’appunto, Mirko, molto meglio lasciar perdere.
    Per me l’argomento è bello che chiuso e sinceramente non ho alcuna intenzione di soffermarmici oltre.

  31. no dai… se sei ancora al livello della Sonderaktion 1005 con le minchiate di Blobel… lo sbriciolamento delle ossa… le fantomatiche riesumazioni con tonnellate di legna bruciata allo scopo su griglie fatte con le rotaie… allora sei messo davvero male, l’infezione del dogma ti ha permeato in maniera irreversibile.
    Potrei rispondere tranquillamente a tutto… portandoti dati, numeri, riscontri….. ma stasera no… lo farò – forse – dopo aver festeggiato il compleanno di Adolf Hitler 🙂 … ti lascio per qualche giorno a gongolare credendo di aver scritto delle grandi verità, che ne dici…. mi concederai una replica???
    un saluto

    P.S: il trasferimento da Auschwitz dei malati di malaria è citato anche da Danuta Czech nel “Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945”.
    Per chiarezza: il “Calendario” di D. Czech è una cronaca che riporta giorno per giorno gli avvenimenti principali della storia del campo di Auschwitz….. è uno strumento storico utile per quanto riguarda i fatti documentati, nel caso specifico dei trasferimenti a scopo curativo dei malati di malaria, quanto scritto nel Kalendarium è supportato da innumerevoli prove documentali (ordini di trasferimento, elenchi, cartelle mediche, ecc…)……. purtroppo per gli olocreduloni il “Kalendarium” è uno strumento puramente propagandistico per quanto attiene alle asserzioni non documentate, che sono quelle più importanti, in quanto riguardano le presunte gasazioni omicide per le quali non esiste alcun riscontro documentale, materiale, autoptico, tecnico e progettuale….. solo alcune testimonianze fumose e contraddittorie quando non decisamente ridicole e surreali… tutte, ma proprio tutte, confutate nel merito.

  32. Riporto …”il governo tedesco… aveva stabilito di allungare la vita media dei prigionieri da eliminarsi…sospendendo temporaneamente le uccisioni ad arbitrio dei singoli”.
    Primo Levi si è dimenticato di dirci dove aveva letto che i prigionieri dovevano essere, indistintamente, eliminati …e se dovevano essere eliminati perchè spendere tanti soldi per e se dovevano essere eliminati perchè spendere tanti soldi per mantenere il 10% FISSO di inabili al lavoro nelle baracche ospedale?
    Teniamo presente che il 10% di 80.000 internati è 8.000 “bocche inutili” perennemente ricoverate, uno dei più grandi ospedali della Lombardia – il Niguarda – ha una “capienza” di 1.326 degenti, immagina che organizzazione sanitaria quella di Auschwitz (gli ottomila fissi sono riferiti solo a quel KL), durante la guerra e sotto i bombardamenti… domanda: secondo te li curavano per gasarli sani?

    “sarebbe una ulteriore conferma dell’esattezza dell’analisi di Raul Hilberg, quando afferma che nell’assenza di direttive univoche e centralizzate l’iniziativa eliminazionista fu spesso e volentieri rimessa allo zelo delle gerarchie intermedie, o all’intraprendenza di singoli reparti e comandanti più o meno fanatizzati, senza che peraltro nessuno si preoccupasse di censurarne l’opera. Quindi, se ne potrebbe dedurre che un singolo comando poteva decidere o meno di cosa fare degli internati; “mitigare” o rendere impossibili le condizioni di prigionia dei prigionieri.”
    Affermazione azzardata e non corretta… le pretese uccisioni “ad arbitrio dei singoli” che consideri ammesse o tollerate, non trovano conferme nei documenti, di contro nel regolamento del “campo” si vieta espressamente il maltrattamento dei prigionieri.
    A tale proposito leggi pure la trascrizione di tale regolamento (del 1943) fatta dal giudice polacco Jan Sehn, riportato al punto 1.3. “Il trattamento dei detenuti secondo il regolamento dei campi di concentramento” del post http://olodogma.com/wordpress/2013/01/07/0110-auschwitz-assistenza-sanitaria-selezione-e-sonderbehandlung-dei-detenuti-immatricolati/
    …aggiungo che i giudici delle SS condannavano pesantemente le guardie dei KL che si macchiavano di crimini come la violenza sui detenuti o le uccisioni degli stessi, arrivando a condannare a morte anche direttori di campi di concentramento rei di aver ordinato uccisioni arbitrarie, insomma… ogni singola uccisione (il regolamento le prevedeva per svariati motivi) doveva essere RIGOROSAMENTE approvata e firmata… e infatti negli archivi ci sono ordini firmati da Himmler per l’uccisione di prigionieri che avevano commesso crimini all’interno del campo… per “par condicio”: i campi alleati… quelli buoni… avevano più o meno gli stessi regolamenti.
    Quindi… la tua “deduzione” sull’intraprendenza ucciusoria delle gerarchie medie è sbagliata e non trova conferma.

    Concludo per non tediarti ulteriormente… come già scritto in un altro post, dal punto di vista storiografico una testimonianza perde di valore se confutata da prove materiali o documentali, le testimonianze valgono solo se alla stessa si giustappone un documento o un manufatto…. in mancanza di documentazione o di confutazione critica la testimonianza ritenuta dubbia è sempre accettata con riserva.
    Per intenderci: se un testimone sostiene che ad Auschwitz le SS ammazzavano la gente per sport, per divertimento, per sadismo o per “zelo antisemita”… la sua testimonianza perde di valore di fronte all’esibizione del regolamento del campo e alle condanne che sono state comminate alle singole guardie che – individualmente – hanno commesso crimini.
    Se poi si vuole sostenere che ad Auschwitz ed in generale nei KL nazionalsocialisti c’era un “doppio regolamento”… uno ufficiale ed uno – mai trovato – fatto apposta per gli sterminatori, ebbene… una affermazione del genere dimostra l’assoluta NON conoscenza delle complesse procedure concentrazionarie… siamo nel campo della fantasia, delle sensazioni… oppure… delle semplici e illogiche deduzioni dettate dall’ideologia e dal fanatismo.

    P.S: la differenza fra mille e dieci milioni è 9.999.000… per uno storico una differenza del genere è rilevante, soprattutto per le modalità di esecuzuone e di organizzazione…. per un fanatico olocredulone con la mente annebbiata dai racconti horror-fantasy è solo un cliché… una sparata tra le tante.

  33. Oddìo Mirko che palle!!!
    Ma non stacchi mai?!? Sempre in servizio attivo permanente???
    Le ossessioni sono una patologia grave; se non terapeutizzate nel modo giusto, degenerano in paranoia.

    Mi concederai una replica?

    Una sola?!? Mi pare che fino ad ora te ne siano state concesse a iosa, insieme all’incremento delle provocazioni, onde riuscire ad ottenere finalmente la tagliola del “filtraggio”. Cose a cui mi pare di capire aneli parecchio..;)
    Altre spiritosaggini di egual tenore e temo proprio la prossima volta rimarrai a gongolare da solo, con il tuo simpatico commentino apologetico opportunamente rimosso dalla pubblicazione.

    Rilassati ogni tanto, passa ad altro! Se vuoi, te la racconto io la favoletta della buonanotte…

    C’era una volta in un mondo tanto cattivo, il regno fatato dei nazisti buoni, che si opponevano alla tirannia degli uomini malvagi soggiogati dai perfidi nasoni giudei, che occultamente controllano il pianeta, tramite i tentacoli della più disumana forma di controllo e schiavitù sia mai esistita: la democrazia.
    Circondati da ogni dove, dall’invidia e l’ostilità dei Goyim e dei massoni al soldo del capitale ebraico, i pacifici nazisti buoni vennero attaccati dalle plutocrazie, resistendo eroicamente fino a quando nell’inverno 1941 vennero invasi a tradimento dal bolscevico nemico d’Oriente.
    E per questo si preoccuparono di trasferire e reinsediare tutta la popolazione non belligerante e non ariana in zone sicure e appositamente protette, fornendo cure e servizi e assistenza medica all’avanguardia a tutti gli internati, nonostante collaborassero col nemico invasore, in cambio di un piccolo contributo in lavoro volontario, peraltro opportunamente retribuito.
    Ma tanta fu la malvagità e l’ingratitudine del Nemico, a cui i nazisti buoni avevano garantito libertà e diritti mai visti prima, che l’eroica resistenza fu travolta ed i “grand’uomini” ingiustamente calunniati e disonorati con false accuse
    .

    Fortuna che un gruppo di irriducibili si ostina a voler ripristinare la giusta verità storica e riabilitare la meravigliosa esperienza del nazionalsocialismo con i suoi ideali di universali.

    “..il trasferimento da Auschwitz dei malati di malaria è citato anche da Danuta Czech..”

    E abbiamo capito! Ce l’avrai nominata una mezza dozzina di volte.
    Solita storia: prendo solo l’estratto che più mi piace, perché funzionale alla mitologia negazionista, e butto via tutto il resto del pacchetto perché “non attendibile”. E be’ certo come dubitarne se la confutazione è rimessa ad un manipolo di nostalgici neo-nazisti che celebrano il compleanno di Hitler?!?

    Mò però basta: argomento chiuso, finito, closed, cerrado, enfermé, erledigt!

  34. Ti cito: “Solita storia: prendo solo l’estratto che più mi piace, perché funzionale alla mitologia negazionista, e butto via tutto il resto del pacchetto perché “non attendibile”.
    ………………..certo che hai la testa più dura dell’acciaio forgiato, ma è così difficile da capire??? è un semplice metodo di ricerca storiografica e non c’è nulla di funzionale al “negazionismo”…. si analizzano e si reputano vere solo le AFFERMAZIONI DOCUMENTATE ovvero i FATTI CHE SI POSSONO PROVARE…. non c’è nulla di ideologico in tutto questo… anzi… la malafede è SOLO ed ESCLUSIVAMENTE in chi continua a diffondere balle clamorose SMENTITE DAI FATTI!!!
    insomma…. per concludere un dibattito che non suscita il tuo interesse: ti lascio nel tuo mondo fatto di camere a gas omicide mai esistite e asini che volano.

  35. P.S: riguardo al compleanno di Hitler… il 20 faccio una bella foto della torta e la posto qua… così potrai farti due risate con gli urletti scandalizzati dei tuoi amichetti che mi vorrebbero bastonare (vedi vignetta pubblicata) nell’altro 3d dal compagno Dun Hill http://www.wumingfoundation.com/suoni/images/antifa.png …. a proposito… io non sono mai scappato in vita mia, sono abituato a spernacchiare i violenti non ad averne paura, quella caricatura di svastica che fugge non mi rappresenta.
    🙂

    • Ohh, già mi immagino quale virile squadrone di maschioni..!

      • naaaaaaaaaaaaaaa… non saremo così tanti, quest’anno festeggeremo in privato, a casa mia… ci saranno anche due signore e il mio piccolo Ettore che compirà un anno il 24 aprile (se fosse nato il 25 non l’avrei riconosciuto haaaaaaaaaaahahahahahaha) … insomma, festeggiare un 125enne sempre più giovane, sempre più arzillo e più vivo dei tanti morti che mi tocca vedere ogni giorno, sarà – come ogni anno – una vera soddisfazione, leggeremo qualche passo del Mein Kampf e parleremo di Lui…. insomma, una serata tranquilla tra pochi veri camerati, vuoi venire??? 🙂


  36. 1944. Gli internati del salutare lager di Lublino (Majdanek), dopo essere stati amorevolmente assistiti dal premuroso personale sanitario delle SS

    Ehh sì, ma quanto sono prevenuto!
    A tal proposito, cito a casaccio dal “Kalendarium” di Danuta Czech, anche se a giudicare dai contenuti credo si tratti di una omonimia.
    Scelgo il Dicembre 1943, il mese interessato dai trasferimenti umanitari al salubre campo di Lublino, che nessun “olocredente” riesce proprio a spiegarsi:

    05 Dicembre 1943
    1.200 detenuti e prigionieri di guerra, per lo più malati e invalidi, sono trasferiti dal KL Flossenburg. Durante il trasporto muoiono 258 detenuti. Del trasporto fanno parte 38 prigionieri di guerra russi, che ricevono i numeri da RKG-11041 a RKG-11074. 827 detenuti ricevono i numeri da 166040 a 166866. 81 detenuti ricevono nuovamente il loro numero precedente, in quanto erano già stati rinchiusi nel KL Auschwitz da dove sono stati poi trasferiti nel KL Flossenburg, il 12 marzo 1943.
    Il trasporto deve essere mandato alle camere a gas, ma è invece internato nel campo di quarantena BIIa di Birkenau. Qui gli 80 più sfiniti sono lasciati, per ordine del Lagerfuhrer, nel ghiaccio e nella neve nel deposito di legname e quindi bagnati con acqua fredda.
    Durante la notte, gli infermieri riescono a portare in una baracca 47 dei detenuti che giacciono nel deposito di legna. 32 detenuti invece muoiono; uno, sepolto sotto i cadaveri degli altri, muore la mattina
    , quando viene portato via.

    10 dicembre
    Con il 64.mo trasporto del RSHA dalla Francia sono giunti 1000 uomini, donne e bambini ebrei provenienti dal campo di Drancy. Nel trasporto si trovano 350 ebrei italiani che da Nizza sono stati mandati a Drancy. Dopo la selezione, 267 uomini, che ricevono i numeri da 167442 a 167708, e 72 donne, che ricevono i numeri da 70184 a 70255, sono internati nel campo come detenuti. Le altre 661 persone sono uccise nelle camere a gas.
    […]
    A tarda sera, 334 prigionieri di guerra russi sono scelti dal campo di quarantena BIIa di Birkenau; si tratta degli invalidi di guerra trasferiti il 28 novembre da Viljandi, che sono portati alle camere a gas e uccisi. Per nascondere l’uccisione dei prigionieri di guerra, l’amministrazione del campo fa circolare la voce che i prigionieri sono stati trasferiti nel campo di concentramento di Lublino (Majdanek)

    11 Dicembre
    Con un trasporto del RSHA dall’Italia sono giunti 600 ebrei arrestati a Milano e Verona. Dopo la selezione, 61 uomini, che ricevono i numeri da 167969 a 168029, e 35 donne, che ricevono i numeri da 70397 a 70431, sono internati nel campo come detenuti. Gli altri 504 deportati sono uccisi nelle camere a gas.

    12 Dicembre

    Nel campo femminile di Birkenau si trovano 9.324 detenute malate o inabili al lavoro. Un medico SS del campo, insieme a uomini delle SS e a sorveglianti donne, conduce una selezione, nel corso della quale sceglie 2.106 detenute. Il giorno stesso sono uccise nelle camere a gas.

    E infine arriva il gran giorno! Riporto le tue parole: “il 16 dicembre 1943, in cui si evidenzia il fatto che tutti i malati di malaria (non solo i malati ingegneri, chimici o cervelloni vari… TUTTI significa TUTTI) nel 1943 furono trasferiti al campo di Lublino perché esso si trovava in una zona priva di zanzara anofele”.
    A parte il fatto che era in corso un’epidemia di tifo petecchiale e sul lager di Birkenau vigeva il regime di quarantena… Comunque, non ho trovato traccia del trasferimento di massa, in compenso si parla di questo:

    16 Dicembre
    41 detenuti sono trasferiti dal campo di concentramento di Auschwitz in quello di Lublino (Majdanek).
    Il direttore del reparto chirurgico dell’infermeria per detenuti del KL Auschwitz I stende un rapporto per il periodo dal 15 settembre al 15 dicembre [il mitico “rapporto trimestrale del medico del campo di Auschwitz”!] in cui riferisce che nell’infermeria sono state effettuate 101 castrazioni e sterilizzazioni per mezzo di amputazione di testicoli, interventi genitali, asportazione delle ovaie, asportazione delle trombe ovariche.

    Evirazioni, escissione dei genitali, e se andava bene la chiusura delle tube di Falloppio.. una ‘terapia’ alquanto curiosa per la cura del tifo e massimamente della “malaria” (in Volinia?!? E per giunta a dicembre, durante il rigidissimo inverno polacco!)

    17 Dicembre
    Con un trasporto del RSHA sono giunti 800 uomini e donne ebrei provenienti da Bendsburg. Dopo la selezione, 92 uomini, che sono contrassegnati con i numeri da 169139 a 169330, e 169 donne, che ricevono i numeri da 72060 a 72228, sono internati nel campo come detenuti. Gli altri 539 uomini e donne sono uccisi nelle camere a gas.
    […]
    60 detenuti ebrei sono trasferiti dal KL Auschwitz nel KL Lublino (Majdanek).

    19 Dicembre
    Un medico SS del campo conduce una selezione nel campo di quarantena BIIa di Birkenau, nel corso della quale sceglie 338 detenuti che il giorno stesso sono uccisi nelle camere a gas.

    20 Dicembre
    Con il 63.mo trasporto dalla Francia sono arrivati 850 uomini, donne e bambini ebrei provenienti dal campo di Drancy.
    Dopo la selezione, 233 uomini, che ricevono i numeri da 169735 a 169967, e 112 donne, che ricevono i numeri da 72323 a 72434, sono internati nel campo come detenuti. Le altre 505 persone sono uccise nelle camere a gas.
    […]
    Con i numeri da 171150 a 171160 sono contrassegnati 11 ebrei e da 73804 a 73818 15 ebree, che sono stati selezionati da un trasporto di trasferimento giunto il 18 dicembre dal KL Stutthof.
    Circa 600 persone facenti parte di questo trasporto sono uccise nelle camere a gas
    .

    Ah già! Dimenticavo che io sono quello che crede agli asini che volano.

  37. ….dal punto di vista storiografico, se non si porta alcun riferimento documentale, scrivere:
    “Circa 600 persone facenti parte di questo trasporto sono uccise nelle camere a gas”
    …. oppure ….
    “Circa 600 persone facenti parte di questo trasporto sono state mandate su Marte”
    …. ha lo stesso identico valore, anche se per gli olocredenti fa più effetto leggere “camere a gas” perchè si attiva l’area “antinazista” nella corteccia cerebrale con lo scopo di ingenerare un riflesso condizionato (o pavloviano).
    Sendy è un bel nome per un cane di Pavlov… sai anche abbaiare??? 🙂

    -10 dicembre…”Le altre 661 persone sono uccise nelle camere a gas.”…
    -11 Dicembre…”Gli altri 504 deportati sono uccisi nelle camere a gas.”…
    -12 Dicembre…”2.106 detenute. Il giorno stesso sono uccise nelle camere a gas.”…
    -17 Dicembre…”Gli altri 539 uomini e donne sono uccisi nelle camere a gas.”…
    -18 dicembre…”Circa 600 persone facenti parte di questo trasporto sono uccise nelle camere a gas.”…
    -19 Dicembre…”sceglie 338 detenuti che il giorno stesso sono uccisi nelle camere a gas.”…
    -20 Dicembre…”Le altre 505 persone sono uccise nelle camere a gas.”…

    Mi sapresti dire su quale base verificabile la dirigente comunista Danuta Czech ha potuto stabilire che quella gente è stata uccisa “nelle camere a gas”?
    …………………..adesso non mi venire a dire che le citazioni sulle camere a gas sono funzionali al negazionismo

  38. Riguardo a Majdanek… interessante la pila di scarpe che hai postato, cosa dovrebbe dimostrare quella pila di scape scacagnate??? l’omicidio di migliaia di ebrei attraverso la fantasmagorica camera a gas???
    Ecco una foto dell’interno di quella che ci spacciano per “camera a gas omicida di Majdanek”

    [IMG]http://i62.tinypic.com/4j7wo4.jpg[/IMG]

    La camera a gas ha una finestra – caso unico al mondo – con vista panoramica sull’esterno… una finestra che i detenuti avrebbero immediatamente fracassato prima di morire asfissiati, le macchie di ferro-cianuro blu sul telaio di legno dimostrano che questa finestra esisteva all’epoca in questione e che la camera è stata utilizzata per disinfestazioni con acido cianidrico….. ma se ti dicono che lì dentro ci hanno gasato esseri umani, DEVI crederci per forza.
    … ma nella mitologia di Majdanek si parla anche di uccisioni con il monossido di carbonio (CO)… nella foto due bombole che – ai visitatori in transumanza olocaustica – sono presentate come “originali” approntate per lo sterminio degli ebrei.

    [IMG]http://i58.tinypic.com/23kc2fb.jpg[/IMG]

    solo che ad un controllo accurato – che stranamente nessuno ha mai compiuto – si nota che sul corpo delle bombole è inciso CO2 (anidride carbonica!)

    [IMG]http://i57.tinypic.com/muuyva.jpg[/IMG]

    misteri olocaustici, probabilmente quei furboni dei “nazisti” l’hanno fatto incidere apposta per cercare di nascondere le prove dello sterminio, sarà certamente così 🙂

    Questo è solo un piccolissimo “antipasto” sul campo di “sterminio” di Majdanek… se vuoi possiamo continuare con le portate, siamo solo all’inizio… la cena è ancora lunga.
    🙂

  39. Che enorme spreco di parole per non dire sostanzialmente NULLA.
    La finestrella nella camera a gas… le bombole di CO2…
    E cosa mai dovrebbero dimostrare?!?
    Se i muri sono alti 2,50 metri (e la finestrella è posta a filo radente col soffitto) nemmeno un Watusso riuscirebbe a raggiungerla.
    Le bombole di anidride carbonica… sostanza notoriamente atossica e assolutamente non asfissiante, normalmente usata per le inalazioni termali. Perché l’anidride carbonica certamente non è un gas. E meno che mai mortale.
    Ma nella fantasia malata e distorta del negazionista tutto diventa elemento di “prova”, per confutare chissà quale complotto.
    A proposito, le scarpe di solito hanno anche chi le indossa. Ad ogni paio di calzature andrebbe associata una persona, con la sua storia e la sua identità. Si chiama empatia. Lo so che è un concetto difficile da capire dalle parti della svastica.

    Sai anche abbaiare?

    No, ma all’occorrenza mordo.

    Mi sapresti dire su quale base verificabile la dirigente comunista Danuta Czech ha potuto stabilire che quella gente è stata uccisa nelle camere a gas?

    Forse, documento alla mano, qualcun altro dovrebbe spiegare dove mai ha trovato gli 800 trasferimenti per motivi sanitari (epidemia di “malaria”.. ma per favore!) nel lager di Lublino. E per quale motivo dovrei prendere l’affermazione (senza alcun riscontro) per oro colato, ovvimanete senza chiarire come il bravo negazionista abbia potuto stabilire che quella gente è stata davvero trasferita e “curata”.
    Perché stando alle fonti, con ogni evidenza parliamo di due diverse Danute Czech.
    Repetita iuvant:

    16 Dicembre
    41 detenuti sono trasferiti dal campo di concentramento di Auschwitz in quello di Lublino (Majdanek).
    Il direttore del reparto chirurgico dell’infermeria per detenuti del KL Auschwitz I stende un rapporto per il periodo dal 15 settembre al 15 dicembre
    [il mitico “rapporto trimestrale del medico del campo di Auschwitz”!] in cui riferisce che nell’infermeria sono state effettuate 101 castrazioni e sterilizzazioni per mezzo di amputazione di testicoli, interventi genitali, asportazione delle ovaie, asportazione delle trombe ovariche.

    Il Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau 1939-1945”, l’hai tirato in ballo tu, mica io. E come al solito, davanti al testo vero ed alla clamorosa smentita, rigiriamo la frittata con l’ennesima cortina fumogena.

    “…sono un disinfestatore professionista, uso l’anidride carbonica da anni… nella disinfestazione del riso contro l’oryzophilus, il bubble deve restare sotto anidride carbonica per almeno una settimana… uccidere le persone in un locale NON perfettamente sigillato utilizzando esclusivamente anidride carbonica è assolutamente impossibile, non basterebbero cento bombole e infatti nei sistemi di sterminio non si parla di CO2… ma di CO che è ben diverso…. quelle bombole non avevano uno scopo omicida e non contengono CO… perché – secondo te – scrivono che si tratta di monossido di carbonio??? cos’è??? la favoletta del lupo cattivo???

    Non sapevo che i disinfestatori professionisti si occupassero anche di gasazioni umane, potendo vantare specifiche esperienze e competenza in materia.
    Comunque sì, bravo, hai ragione tu, mi hai convinto su tutto. Perciò mi inchino a cotanta scienza, e domani accendo un cero in memoria della carcassa carbonizzata dello psicopatico di Braunau.
    Soddisfatto?!? Contento?
    Spero di sì, perché la “revisione” si chiude qui.
    E stavolta niente più eccezioni davvero.

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