Trilogy: “un cialtrone è per sempre”
Van der Kuul
Gustave Flaubert, che della categoria se ne intendeva tanto da dedicargli un “dizionario dei luoghi comuni”, riteneva che un perfetto cretino avesse in sé tutte le prerogative per essere felice. Pertanto, se uno spiccato egoismo ed una buona salute erano assolutamente importanti, l’imbecillità costituiva il requisito fondamentale. Certo, l’autore di “Madame Bovary” nella sua smielata lettera a Louise Colet (06/08/1846), parlando di stupidità, aveva ben altri pensieri per la testa…
Tuttavia l’idiota, nella sua inarrestabile discesa tra gli abissi dell’umana cretineria, trascende il tempo e travalica i limiti, attraverso il libero deflusso di parole e comportamenti reiterati in un crescendo ossessivo, trasformato in fenomeno prevalente del nostro tempo, nell’imperturbabilità della sua normalità priva di senso
Nei casi patologicamente rilevanti della dissonanza cognitiva, il cretino declina nella psicopatia; si prende maledettamente sul serio, nei toni come nei contenuti, smarrendo il senso delle proporzioni e finanche della logica. Delira. E nell’ossessione ripetuta rasenta la follia, facendo la faccia feroce per dissimulare l’impotenza…
“Siamo in guerra e ormai non è più un modo di dire. E’ necessario schierarsi. Riconoscere gli amici dai nemici e prepararsi ai materassi. E’ una lunga marcia quella che ci aspetta. Hanno troppi interessi, troppi scheletri, troppi collegamenti con la criminalità organizzata, con le lobby più o meno occulte per uscire di scena. […] Nessun compromesso…. Faremo dei nodi ai fazzoletti. Noi non dimenticheremo.”
Beppe Grillo
(06/10/13)
Davanti a simili perle di saggezza riVoluzionaria, Ennio Flaiano avrebbe senz’altro scorto il genio incompreso di un cretino illuminato da lampi di imbecillità.
Un provocatore professionista come Lenny Bruce diceva che la satira è tragedia più tempo. Smarrita la satira tra le flatulenze di un sonno senza ragione, ci troviamo più che altro dinanzi alla tragedia di vecchi ridicoli, con troppo tempo libero a disposizione e pessimamente impegnato.
Sempre più truce, livoroso, rigonfio di rancori gastrici mai digeriti, questa parodia bellica del Gabibbo assomiglia sempre più ad un villain (o un villano?) da fumetto pulp, mentre si trascina ancor più stancamente sulla scena con le sue scariche di anatemi a rilascio regolare.
E lo fa senza mai raggiungere, per dire, l’irriverenza dissacrante o il nichilismo caustico che pure Lenny Bruce non perse mai, nemmeno negli eccessi che lo condussero all’autodistruzione.
D’altronde, la caratura del personaggio è inconfondibile:
«Il matto lo riconosci subito. È uno stupido che non conosce i trucchi. Lo stupido la sua tesi cerca di dimostrarla, ha una logica sbilenca ma ce l’ha. Il matto invece non si preoccupa di avere una logica. Procede per cortocircuiti. Tutto per lui dimostra tutto. Il matto ha un’idea fissa, e tutto quel che trova gli va bene per confermarla. Il matto lo riconosci dalla libertà che si prende nei confronti del dovere di prova, dalla disponibilità a trovare illuminanzioni.»
Umberto Eco
”Il pendolo di Foucault”
Bompiani, 1988.
Col picchiatello, col vecchio zio un po’ tocco, però il Guy Fawkes dei carruggi ha ben poco da spartire… È piuttosto il classico pazzoide allucinato, che di tanto in tanto si ha la sventura di incontrare in metropolitana e nelle bettole di quart’ordine. Se lo conosci, lo eviti.

Eppur tuttavia in questa sfilata tragicomica di maschere tristi, all’ombra del berlusconismo morente, depotenziata dalla carica eversiva del Bagatto brianzolo, nella loro presunzione autoreferenziale, il duumvirato Grillo-Casaleggio ricorda “Bouvard e Pecuchet”. Tanto per tornare a Flaubert.
Li accomuna l’indefessa minchioneria d’antan di altre celebri coppie comiche: Gianni e Pinotto; Stanlio e Ollio…

Bouvard e Pecuchet sono “due fulgidi imbecilli, tragici e sinistri nella loro idiozia”:
«i due si dedicano con entusiasmo da neofiti allo studio e alla pratica delle più disparate discipline e tecniche. L’ambizione faustiana, la passione per ogni nuova branca dello scibile umano è in loro animata dalla speranza di attingere a verità assolute che guidino il comportamento e mettano ordine nel caos. Ma la loro fiducia nell’autorità dei testi è sistematicamente sottoposta alla critica inflessibile del principio di non-contraddizione, che li espone a una delusione dopo l’altra»
D’altro canto, la stupidità non discinta dall’idiozia politica costituisce da sempre un tema ricorrente di interminabili riflessioni, tanto risulta radicato e florido il fenomeno, declinato in tutte le sue infinite sfaccettature…
Robert Musil, drammaturgo ed antifascista austriaco, sul tema della stupidità e delle sue implicazioni dedicò una delle sue conferenze più famose:
«Evidentemente in situazioni ordinate sono bandite espressioni smodate e indisciplinate. E come prima si parlava della vanità di popoli e partiti che sopravvalutano il proprio stato di illuminazione, ora bisogna aggiungere che, quando si sfoga – proprio come il megalomane che sogna a occhi aperti – la maggioranza si crede non solo l’unica saggia ma anche l’unica virtuosa, coraggiosa, nobile, invincibile, pia e bella. Il mondo ha la peculiare tendenza per cui, quando gli uomini si trovano in tanti, si permettono tutto ciò che è proibito al singolo.
I privilegi del Noi ingigantito danno l’impressione che il crescente incivilimento e addomesticamento del singolo vada compensato dal parallelo imbarbarimento degli stati, delle nazioni e delle loro leghe ideologiche. Chiaramente si manifesta un disturbo dell’equilibrio affettivo che in sostanza precede la contrapposizione tra Io e Noi e ogni valutazione morale. Ma tutto ciò, dobbiamo chiederci, è ancora stupidità o ha con la stupidità una qualche connessione?
[…] La stupidità autentica è un po’ dura di comprendonio, come si dice. È povera di idee e parole, nonché maldestra nell’usarne. Preferisce le cose comuni, che continuamente ripetute le si imprimono bene in testa. Se afferra qualcosa, non se la fa scappare. Non analizza né sottilizza. Sue sono niente di meno che le rosee guance della vita! È vero che pensa in modo vago e basta una nuova esperienza a far tacere il suo pensiero, ma è anche vero che preferisce ciò che si può sperimentare con i sensi o contare sulle dita. In una parola, è la cara “limpida stupidità” che, se non fosse a volte così credulona, confusionaria e addirittura incorreggibile testona, da portare alla disperazione, sarebbe addirittura graziosa.
[…] In stridente contrasto con la stupidità autentica sta quella pretenziosa. Non è tanto mancanza di intelligenza, quanto il suo venir meno, quando si impegna in prestazioni che non sono alla sua portata. Può avere tutte le peggiori qualità dell’intelletto debole, con in più quelle derivanti da un’indole non equilibrata, immatura e incostante, in breve malsana.»
Robert Musil
“Discorso sulla Stupidità”
(Vienna, 11/03/1937)
Evidentemente, in piena epoca di totalitarismi, a Musil non sfuggivano le implicazioni della stupidità dilatata a fenomeno politico di massa.
In tempi più recenti, molto più prosaicamente, Quim Monzò, lo sferzante autore catalano di “1000 Cretini” (tanto per rimanere in tema), in una intervista rilasciata proprio a Il Giornale, così ha definito la questione:
«La stupidità è la qualità che gli stronzi hanno di infastidire e irritare quelli che non sono stupidi come loro. La dimostrano facendo le cose quando è chiaro che farle è una cretinata. O le fanno con una totale mancanza di discrezione. O con una faticosa presunzione».
(24/01/2013)
Comunque vada, resta la nostra irritante compagna di ogni epoca.
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7 ottobre 2013 a 00:13
L’ha ribloggato su Beppe Grillo re-blogging.
8 ottobre 2013 a 13:14
“Sempre più truce, livoroso, rigonfio di rancori gastrici mai digeriti, questa parodia bellica del Gabibbo assomiglia sempre più ad un villain (o un villano?) da fumetto pulp, mentre si trascina ancor più stancamente sulla scena con le sue scariche di anatemi a rilascio regolare.” ahahah!
la “parodia bellica del Gabibbo” è da spisciarsi dal ridere! figuriamoci i Crimi, i Dibba e le Taverne di che sono la parodia 🙂
8 ottobre 2013 a 15:14
“…figuriamoci i Crimi, i Dibba e le Taverne di che sono la parodia…”
Hai presente la Guerra dei Cloni?!?
8 ottobre 2013 a 22:10
non so se ridere o preoccuparmi dopo aver visto questo montaggio! più lo guardo più mi fa impressione!
PS stavo giusto riflettendo al modo con cui sono stati selezionati i cloni quando mi sono imbattuto in un tuo post dell’anno scorso (agosto) apparso su ControGrillo, che finora mi ero sfuggito:
“I cosiddetti “portavoce” di un movimento completamente privo di coordinamento, con cellule scalcinate alla ventura dell’improvvisazione, sono solo una proiezione olografica del Grillo-pensiero: fanno quasi tenerezza nelle loro continue profferte di fedeltà al Capo, coi loro incerti passetti eterodiretti dai consulting della Casaleggio. A vederli schierati in campagna elettorale, sorridenti e imbambolati, sopra il palco e alle spalle del Profeta invasato, sembrava di assistere ad una rassegna di marionette nel teatro dei pupi, in attesa che il Mangiafuoco ligure ravvivasse le sue creature tirandone i fili.”
Il post racchiude praticamente tutto quello che si è detto in seguito sul m5s. Quando si dice che la prima impressione è quella giusta!
8 ottobre 2013 a 22:48
🙂 Diciamo che gli ensiferi mi hanno suscitato da subito una diffidenza viscerale, un’antipatia a pelle… E’ una strana sensazione di fastidio e disgusto, che mi prende a livello fisico ogni volta ho a che fare con fanatici religiosi e nazifascisti.
Non saprei spiegarla razionalmente, ma tengo in gran conto il messaggio inconscio tutte le rare volte che si verifica.
Per dire, a me il Signor B. ha cominciato a stare sui coglioni all’età di 9 anni: lo trovavo insopportabilmente finto, ipocrita e falso; la visione del suo faccione ridente sul vecchio televisore in bianco e nero di famiglia mi irritava. E non capivo perché mai quella faccia da pupazzo mi facesse pure gli auguri di natale. Ed eravamo solo a metà degli anni ’80!
10 ottobre 2013 a 19:44
Sono completamente d’accordo. Quando si coglie subito l’essenza di un fenomeno, il resto sono solo adattamenti, cronaca, costruzione di regimi. Anch’io nel 1993 provai disgusto e fastidio quando Berlusclone Metavirus “scese in campo” con tutto lo strombazzo di Ive Zanicchi, Vianello e mi pare pure il Beppone! Poi arrivò il simpatico Mortadella e per qualche anno il Berlu apparve un po’ meno sul piccolo schermo, fino al disastroso 2001 e seguito. Poiché la storia italiana sembra composta di cicli ventennali, nel 2013 abbiamo “svoltato” nuovamente. Mi auguro che questa volta non andiamo a sbattere nei Balcani (mentre i Balcani entrano in Europa).
11 ottobre 2013 a 15:17
Nel contesto attuale, sembra di trovarsi dinanzi ad una variante del “dilemma del prigioniero”, intrappolati nella gabbia di una situazione paradossale: da una parte, gli osceni governicchi di coalizione imbalsamati nella preservazione di un esistente cloroformizzato dal “patto di stabilità“ neo-liberista; dall’altra, la carica revanchista e fascistoide dei nuovi Enragés dei populismi nazionali.
Se le “grandi coalizioni”, ormai spalmate su scala europea, sono francamente indigeribili e oggettivamente indifendibili, l’alternativa populista-oclocratica è un salto nel buio che dovrebbe preoccupare chiunque sia in grado di vedere oltre la sua superficiale crosta di democrazia (etero)diretta.
Se martelli troppo i primi rischi di rafforzare i secondi e viceversa.
In ogni caso, ti devi muovere con estrema prudenza, nel rischio di smarrirti tra le sottigliezze, pur di non favorire una scelta deleteria. Comunque costretti in una posizione minoritaria rispetto agli umori dominanti del momento.
Mala tempora currunt, sed peiora parantur…
11 ottobre 2013 a 21:51
in effetti siamo ostaggi di questa sorta di bipolarismo della paura, e ovviamente il rischio qual’è? al posto del dilemma “confessa/non confessa”, o dell’equilibrio del terrore URSS/USA, si sta forse instaurando un’equilibrio della paura (o della crisi)? e quindi la polarità è in fondo complementare? i due poli di uno stesso “governo”? (bipolarismo che potrebbe essere anche inteso come disturbo bipolare di massa, prima Berlu adesso Grillo, e siamo a posto! 🙂
12 ottobre 2013 a 14:54
Insomma, si tratterebbe di una specie di “depressione psicotica” di massa..!
12 ottobre 2013 a 19:00
La mia è “solo” una battuta, ma si rifà ad alcune considerazioni sociologiche sul ciclo euforia-depressione in una società dei consumi (Jean Baudrillard, che riprende l’anomia di Durkheim, o l’anomalia, in “La società dei consumi”, “Euforia sotto flebo”, “Lo scambio simbolico e la morte”, etc.). idem per quanto riguarda la sensazione di essere intrappolati in false alternative, di essere ostaggi (“Lo scambio simbolico e la morte”). Il “dilemma del prigioniero”, in senso stretto, appartiene alla “teoria dei giochi”, e può prevedere anche più di 2 giocatori, alcuni dei quali sono “cooperativi”, altri no. Non credo che ci sia un’alternativa secca fra “larghe intese” e “unica opposizione”, questo è quel che vorrebbe far credere il duo monnezza. Lo schema è più complesso. In secondo luogo, è più facile che il “dilemma del prigioniero” si applichi all’interno del M5S, (basti pensare alle ultime fibrillazioni su amnistia e clandestini), che non a quelle forze politiche che, pur nella loro litigiosità, condividono, almeno temporaneamente, obiettivi comuni (lo stesso PD, le “larghe intese”). Fra confessare/non confessare, i grillini scelgono “non confessare”, sistematicamente (perchè pensano così di prendersi tutto il piatto). Il che li porterà alla disintegrazione (forse qualcuno comincia ad accorgersene).
12 ottobre 2013 a 21:05
“..forse qualcuno comincia ad accorgersene..”
No, sono in piena dissonanza cognitiva; persi nella sistematica e continua distorsione schizofrenica dei fatti e della realtà.
Per spiegare il grillismo bisogna più che altro attingere alla psicologia clinica, con ampio ricorso alle psicopatologie.
Penso siano incurabili.
13 ottobre 2013 a 00:36
guarda, se è per questo io ho una cartella intitolata “Psicopatologia del grullino”, due file su tutti: “Ci mettono i microchip sottopelle” e “Sono stanco di essere gandhiano” !
13 ottobre 2013 a 01:09
Scopro or ora l’interessante esistenza del MEETUP 878, molto attivo nella zona dei Castelli Romani.
Si tratta di una specie di frangia estrema del grillismo, animata da tal Ernesto Leone, in arte “Tinazzi”, già assessore al bilancio nel comune di Albano Laziale, nonché animatore della Lista Liberali e Riformisti (ma non era proibito contaminarsi con i partiti?).
“Tinazzi” ultimamente si sta dando molto da fare sul blogghé del Vate(r), scatenando un putiferio tra il resto dei devoti che non riconoscono questo prediletto dal Profeta. E’ l’animatore dell’attuale campagna contro “Il Fatto Quotidiano”, reo di tradimento e lesa maestà, a causa delle timidissime critiche sollevata verso il M5S.
A leggere i commenti, sembra di assistere alla Notte dei Lunghi Coltelli!
13 ottobre 2013 a 11:31
Praticamente la strategia di casalgrullo sembra ispirata a quella di Hitler contro Strasser, eliminare qualsiasi idea di coalizione con altre forze politiche o che possano perfino esistere altre forze di opposizione; correre da soli fino alla vittoria, mantenere l’esclusivo controllo del “movimento”, con un ferreo controllo interno e senza ingerenze esterne, fossero pure quelle degli ex “amici” del Fatto (falsi, traditori e infidi, che pure tantissimo hanno contribuito alla causa); respingere qualsiasi tipo di critica e aggredire costantemente gli avversari; rafforzare la fedeltà (obbedienza) esclusiva al Capo e al suo spin doctor; promuovere sul campo i schutzenstaffeln Tinazzi; etc etc, per avere successo però ha bisogno che il Paese sia o sembri perennemente allo sfascio ed evidentemente ingovernabile; ma, per restare allo spirito del post, potrebbe trattarsi dell’ennesima “guerra dei cretini” e dei pagliacci
13 ottobre 2013 a 15:50
Ineccepibile!
A proposito della resa dei conti, tutta interna allo NSDAP redivivo, contro la ‘sinistra’ del M5S, mi stavo giusto chiedendo chi sarà il prossimo fortunato ad essere epurato e chi, in questo squallido teatrino a 5 stelle, interpreterà l’ingombrante ruolo di Ernst Röhm..
14 ottobre 2013 a 01:28
in questo caso, lo scomunicato è Marco Travaglio, Il Fatto e l’intera area politica che rappresenta (che non è poco), poi pare che alla radice di questi screzi ci sia la rottura fra l’agenzia di Casaleggio e il gruppo editoriale Mauri Spagnol, che controlla fra l’altro Chiarelettere e Cadoinpiedi, e tramite Chiarelettere è anche azionista del Fatto (http://www.vanityfair.it/news/italia/13/07/08/casaleggio-grillo-chiarelettere-fatto-quotidiano-cadoinpiedi); a questo punto è più facile che appunto la “sinistra” m5s torni a quell’area letteralmente rubata dal m5s (IDV, Verdi, Ingroia etc.), e che il m5s acceleri la sua corsa verso posizioni leghiste e lepeniste, non senza qualche spaccatura interna; ma forse bisogna aspettare le prossime invettive del duce contro i suoi “dr. stranamore” !
14 ottobre 2013 a 02:07
Dopo la lettura del tuo commento (notevolissimo come sempre), per curiosità sono subito corso a leggere le ultime esternazioni sul Sacro Blog, per attingere alla parola del Profeta…
E’ impazzito! Ormai è un caso da ricovero coatto previa segnalazione al CIM.
C’è un post meraviglioso, ben oltre i limiti del surrealismo, in cui il Capo-Grullo si lamenta del fatto che l’Italia non abbia dichiarato default, contravvenendo alla profezia (posticipata sine die) sull’inevitabile fallimento in Autunno con l’inizio della RiVoluzione sanculotta.
L’altro è la solita lagna ripetuta ormai fino allo sfinimento contro le tasse ed Equitalia, in piena deriva poujadista. Tanto per accelerare quella corsa verso le posizioni leghiste e lepeniste… ma il tutto declinato come “diritti della maggioranza” (assoluta) contro le minoranze, usando Lincoln (non aveva niente di meglio) per mistificare le sue pulsioni totalitarie.
Per il resto, sempre lo stesso copione trito e ritrito, con dati e citazioni buttate qua e là alla caxxo, le solite bordate ad personam e contro partiti, salvo atteggiarsi a vittima se qualcuno osa ricambiargli pan per focaccia.
Insomma, la solita merda con cui ‘sta insopportabile Cassandra barbuta ammorba il resto del Paese da oltre 6 mesi.
Spero che la costipazione grillista sia a rilascio rapido: 20 anni di questo bolo fecale sarebbero davvero troppi!
15 novembre 2013 a 23:20
[…] “Sempre più truce, livoroso, rigonfio di rancori gastrici mai digeriti, questa parodia bellica del Gabibbo assomiglia sempre più ad un villain (o un villano?) da fumetto pulp, mentre si trascina ancor più stancamente sulla scena con le sue scariche di anatemi a rilascio regolare”. (Liberthalia, La Guerra dei Cretini, https://liberthalia.wordpress.com/2013/10/06/la-guerra-dei-cretini/#like-6759) […]
12 ottobre 2014 a 10:59
ALLORA SE PER 60 ANNI SIAMO STATI GOVERNATI DA IMBECILLI UNO PIU’ UNO MENO …PROVIAMOLI….PAURA DI COSA?
12 ottobre 2014 a 15:59
Più che “paura”, è la consapevolezza nel saper distinguere tra un imbecille (per quanto pernicioso questo possa essere) ed un potenziale psicopatico.
Cosa che comporta una certa (caustica) diffidenza.