Archive for the A volte ritornano Category

LA TUTELA DELLA STIRPE

Posted in A volte ritornano, Kulturkampf with tags , , , , , on 14 Maggio 2023 by Sendivogius

Che i cosiddetti “Stati generali della natalità” si risolvessero in una kermesse di attempati maschioni (42 uomini e per contro 9 donne tra gli ospiti; non che la cosa faccia differenza), che discettano di maternità e gravidanza a difesa (neanche troppo implicita) della cosiddetta “famiglia tradizionale” contro il disordine morale di un mondo secolarizzato, era parte integrante del copione di questa farsa revanchista di sanfedismo 2.0 aggiornata allo zeitgeist dello spirito del capitalismo, dove l’inverno demografico (del tutto presuntivo) è un accidente connesso alla crisi del mercato, col dramma sociale dei mancati introiti delle categorie commerciali interessate, nonché principali sponsor dell’evento, preoccupati per le fabbriche di biberon (rigorosamente made in China).

«Avete mai immaginato un mondo senza bambini? Senza bambini significa, tanto per fare degli esempi che diano concretezza alla visione, senza la necessità di biberon, di prodotti per l’infanzia

Ecco la “visione” si traduce in un carrello degli acquisti vuoto. L’apocalisse demografica è quantificabile nelle perdite economiche di settore. E non si capisce dove finisca l’orrore e cominci invece la farsa, nella tragedia di un popolo di dementi a cui la cosa migliore che possa capitare è l’estinzione di massa, se davvero si vuole dare un futuro alle prossime generazioni.
Va da sé che la kermesse neo-catecumenale non è altro che una riedizione degli imbarazzanti “Family Day” dietro mentite spoglie, elevata a passerella di governo per la celebrazione identitaria dell’etnia italiana, col cognato d’Italia al posto di Povia come intermezzo comico, e la vice papessa in abbinamento armocromatico al posto del papa emerito accanto ad un imbarazzato Bergoglio, che troppo tardi s’è reso conto in quale ennesima pagliacciata sovranista s’è infilato, per fare da comparsa al nuovo corso di rinascita nazionale. E siamo sempre dalle parti della fantomatica “sostituzione etnica” ed altri trip kalergici, sotto diverso nome.

Perché di quello si tratta, nell’immarcescibile trimurti Dio-Patria-Famiglia che anima l’immaginario ristretto di una destra sospesa tra Augusto imperatore ed il sacrario di Predappio, poiché:

“È di una importanza eccezionale nella vita di un popolo che Stato e Chiesa siano riconciliati nella coscienza dell’individuo e nella coscienza collettiva dell’intera Nazione.”

E non per niente la “Nazione” è il ritrovato feticcio archeologico, che riempie la bocca di ministri e sottopanza della nuova destra di greppia e di governo per definire il suo non essere, mentre immagina culle piene di italici bambini bianchi, borghesi e cristiani, non infanti qualunque, a rimpinguare i ranghi di otto milioni di baionette spuntate, in un mondo sovrappopolato di pezzenti.
La preoccupazione è per il futuro, tuttavia il modello è antico e trapassato, nell’innato talento tutto al naturale che il destronzo ha nel convertire ogni questione seria in una farsa da operetta.
Chiamatelo come vi pare, ma sempre di quella merda lì si tratta…

VI – La difesa della stirpe
Art. 71
La Repubblica considera l’incremento demografico come condizione per l’ascesa della Nazione e per lo sviluppo della sua potenza militare, economica, civile.

Art. 72
La politica demografica della Repubblica si svolge con tre finalità essenziali: numero, sanità morale e fisica, purità della stirpe.

Art. 73
Presupposto della politica demografica è la difesa della famiglia, nucleo essenziale della struttura sociale dello Stato. La Repubblica la attua proteggendo e consolidando tutti i valori religiosi e morali che cementano la famiglia, e in particolare:

col favore accordato al matrimonio, considerato anche quale dovere nazionale e fonte di diritti, perché esso possa raggiungere tutte le sue alte finalità, prima: la procreazione di prole sana e numerosa;
col riconoscimento degli effetti civili al sacramento del matrimonio, disciplinato nel diritto canonico;
col divieto di matrimonio di cittadini italiani con sudditi di razza ebraica, e con la speciale disciplina del matrimonio di cittadini italiani con sudditi di altre razze o con stranieri;
con la tutela della maternità;
con la prestazione di aiuti e assistenza per il sostenimento degli oneri familiari. Speciali agevolazioni spettano alle famiglie numerose.

(Costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, 1944)

Quello è il loro mondo di riferimento. E, nonostante tutti i restauri per renderlo più presentabile e appetibile, sempre lì si va a parare, tra cippi littori e salme in orbace.
Il loro immaginario non riesce a spingersi oltre la difesa della razza, o dell’etnia che dir si voglia.

Homepage

La Costituzione for dummies (e per Ignazio)…

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , on 23 aprile 2023 by Sendivogius

“Guardate che nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo.”
Ignazio Benito Maria La Russa  (23/04/23)

In quella della cosiddetta Repubblica Sociale di Salò sicuramente riferimenti non ve ne sono. Peccato solo che il camerata Benito (Ignazio) abbia fatto (finta?) di giurare solennemente su quella sbagliata, che con ogni evidenza non ha mai letto e ancor meno conosce. Benito Maria è fatto così: inutile aspettarsi altro dal personaggio, più che altro noto al grande pubblico per l’inconfondibile pizzetto luciferino e per le epiche risse televisive, durante le quali di solito insolentisce gli interlocutori, in spumeggianti profusioni di italianità e fascismo pecoreccio da macchietta missina. Meglio se in concomitanza con la Festa della Liberazione, che di solito dalle parti dei destronzi (al governo o meno) funziona come un repellente naturale. Ad ogni modo, Benito Maria fa colore e, come sembra, è quanto di meglio la destra (post?)fascista ha da esibire in ambito istituzionale; tale è la caratura dello ‘statista’ in orbace, che pure vanta un prodigioso cursus honorum, non nella Camera dei fasci e delle corporazioni di Salò ma nei palazzi del potere romano, anche se parla ancora come un picciotto delle campagne di Paternò.   Perché occuparci dunque di questo pittoresco cimelio vivente del Ventennio fascista, che pare fuggito da uno scaffale di chincaglierie di Predappio?!? Non sprecheremmo una sola riga in più sulle “sgrammaticature” (copyright della puffetta nera di Garbatella) dell’incontinente figlio d’arte, se non fosse pure l’attuale Presidente del Senato, a cui la carica imporrebbe un po’ più di contegno o quantomeno di silenzio. Già l’esperienza come Ministro della Guerra avrebbe dovuto richiedere maggior prudenza nella scelta, ma tant’è… la carriera dell’esilarante collezionista di statuine ducesche è più misteriosa del personaggio stesso di per sé prevedibilissimo, più imperscrutabile dell’immacolata concezione; perché solo un miracolo potrebbe spiegare come questo gran pezzo di Salò, buono per tutte le stagioni, abbia potuto assurgere alle massime cariche di quella Repubblica che si vorrebbe ‘democratica e antifascista’, mentre romanamente saluta dall’alto del suo scranno garantito nella distribuzione delle spoglie elettorali. Il camerata Ignazio Benito Maria è così… la Costituzione bisogna spiegargliela, anche se non la capirebbe neanche coi disegnini, Per lui, se non lo trova scritto nella Carta, l’antifascismo non c’è. Non leggendo la parola, gli sfugge l’essenza del testo. O più semplicemente è il modo furbesco per mistificare l’incompatibilità con la carica e col ruolo istituzionale, che a lui piace rivestire e a noi subire, in tutta l’insipienza e lo squallore di questo simulacro mussoliniano. Magari a Benito Maria non riesce di afferrare qualche piccola differenza superficiale…

 

Costituzione della Repubblica italiana

Art.1  L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Progetto di Costituzione della Repubblica Sociale (1944)

Art.10  La sovranità promana da tutta la Nazione.

Art.11  Sono organi supremi della Nazione: il Popolo e il Duce della Repubblica.

Art. 2  La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art.1  La Nazione Italiana è un organismo politico ed economico nel quale compiutamente si realizza la stirpe con i suoi caratteri civili, religiosi, linguistici, giuridici, etici e culturali. Ha vita, volontà, e fini superiori per potenza e durata a quelli degli individui, isolati o raggruppati, che in ogni momento ne fanno parte.

Art.3  Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4  La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

 Art. 89  La cittadinanza italiana si acquista e si perde alle condizioni e nei modi stabiliti dalla legge, sulla base del principio che essa è titolo d’onore da riconoscersi e concedersi soltanto agli appartenenti alla stirpe ariana italiana. In particolare la cittadinanza non può essere acquistata da appartenenti alla razza ebraica e a razze di colore.

Art. 90  I sudditi di razza non italiana non godono del diritto di servire l’Italia in armi, né, in genere, dei diritti politici: godono dei diritti civili entro i limiti segnati dalla legge, secondo il criterio della loro esclusione da ogni attività, culturale ed economica, che presenti un interesse pubblico, anche se svolgentesi nel campo del diritto privato. In quanto non particolarmente disposto vale per essi, in quanto applicabile, il trattamento riservato agli stranieri.

Art. 93  I diritti civili e politici sono attribuiti a tutti i cittadini. Ogni diritto soggettivo, pubblico e privato, importa il dovere dell’esercizio in conformità del fine nazionale per cui è concesso. A questo titolo lo Stato ne garantisce e tutela l’esercizio.

 Art.8  Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

 Art.6  La religione cattolica apostolica e romana è la sola religione della Repubblica Sociale Italiana.

Così, una assaggino tanto per gradire…

Homepage

SIPARIETTI

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , on 12 febbraio 2023 by Sendivogius

Per carità di patria ed amor proprio, NON parleremo del Festival di Sanremo. Apprendiamo però con sommo divertimento, che tra i fondali patinati e la melassa zuccherosa di ipocrisie assortite che da sempre contraddistinguono la kermesse canterina, è bastato anche solo un accenno all’esistenza del razzismo ed alla Costituzione, per provocare attacchi incontrollati di orticaria ai destronzi di fogna e di governo, fino alla crisi isterica finale dinanzi alle performance di un Fedez. L’affronto intollerabile infatti è lo scandalo di un rapper che strappa la foto di un coglione travestito da nazista, non il fatto che il coglione medesimo (che solitamente parla e si comporta da fascista) possa diventare vice-ministro di uno Stato che non sia il regno di Batalia!
Sempre da Batalia deve provenire pure l’esimio camerata, facente feci di sottosegretario alla Cultura, che trova la cosa più naturale del mondo, cambiare la narrazione del Paese, occupando ogni spazio pubblico disponibile, e farlo manu militari, imponendo i propri “modelli culturali”, meglio se a difesa dei “valori tradizionali”: la solita merda reazionaria, riscaldata per vecchi nostalgici, devoti alla necrofilia.

«E io non banalizzerei parlando di spoil system ma di modelli culturali che cambiano, quando una forza politica che è anche espressione di un’area culturale arriva al governo del Paese per volontà dei cittadini può esprimere dei propri dirigenti che proseguano un cammino facendo una loro proposta

(Gianmarco Mazzi, 12/02/23)

Sorvolando sull’area culturale di provenienza, giusto a proposito di modelli di riferimento, si chiama MinCulPop… Ma abbiamo anche il glorioso esempio del Volksaufklärung tedesco. E non perché non sia lecito fare proposte alternative (che mancherebbe altro!), se non fosse che quando si azzitta ogni altra voce dissonante, cacciando via chi non si allinea, allora si può tranquillamente parlare di propaganda su scelta autoritaria. Che poi è esattamente il modello di riferimento dei Fascisti d’Italia, dunque è inutile anche solo farglielo notare, perché proprio non ci arrivano, tanto pare loro naturale.

Homepage

Non fanno tutti così?

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , on 9 gennaio 2023 by Sendivogius

Mentre i fascisti fanno quello che gli riesce meglio da sempre: l’attacco squadrista alle istituzioni civili e rappresentative di una libera democrazia (intanto che il Capobanda lontano e vigliacco aspetta per vedere se la marcia golpista ha successo), meglio se con la protezione compiacente dell’apparato militare, dinanzi all’assalto delle squadracce bolsonariste contro l’insediamento del presidente Lula in Brasile, è sempre rivelatore assistere alle reazioni dei nostri “sovranisti” in orbace (quelli del dio-patria-famigghia).
Nelle condanne di rito che sempre si accompagnano dinanzi alle gesta dei “patrioti” di ogni latitudine, il Governo Meloni ed i suoi scagnozzi ripuliti riesce a NON pronunciare MAI, nemmeno per sbaglio il nome del presidente democraticamente eletto (Ignacio Lula da Silva); né l’ispiratore e mandante del tentativo di colpo di stato, ovvero il degno oriundo italico Jair Bolsonaro, grande amicone del Capitone padano; e solo a fatica la parola “Brasile”. Tanto che pare si tratti di un evento indefinito, su un pianeta lontano tra entità sconosciute. Niente nomi, niente mandanti, nessun riferimento all’oggetto eversivo ed alla sua intrinseca natura. Come da Tradizione.

Homepage

Sono tornati

Posted in A volte ritornano, Muro del Pianto with tags , , , , , , on 23 ottobre 2022 by Sendivogius

Ad un secolo dalla Marcia su Roma, per uno di quegli strani ricorsi vichiani, capita di assistere all’insediamento del governo più compiutamente fascista degli ultimi 100 anni, con l’aggiunta di una nutrita rappresentanza fondamentalista, per decise punte reazionarie… Di quelle che un tempo sarebbero state subito riconosciute come “clerico-fascismo” e che oggi vengono eufemisticamente chiamate “centrodestra”, per distorsione semantica, dove la componente ‘moderata’ sarebbe rappresentata dallo spettro caricaturale di un Silvione allo stato terminale (una garanzia!).
Perché gli italiani, non conoscendola affatto, hanno bisogno di rivivere la storia più e più volte, non assimilandola mai, sempre in bilico tra la tragedia e la farsa, con spiccata propensione per quest’ultima, nel limite sottile che separa l’una dall’altra.
In merito alle aspettative messianiche che circonfondono la statista della Garbatella, i nostri ineffabili pennivendoli d’accatto, in piena opera di riposizionamento, già parlano di “mamma al governo” (sic!).
A noi, più che altro viene in mente il Céline migliore…

“Perché nel cervello d’un coglione il pensiero faccia un giro, bisogna che gli capitino un sacco di cose e di molto crudeli.”

Louis-Ferdinand Céline
“Viaggio al termine della Notte”
(1932)

Il nostro viaggio nella notte più buia della Repubblica è appena cominciato. E sarà una lunga notte…
Poi, nella pratica, quello che la Mamma d’Italia potrà fare o meno è già scritto altrove: la politica economica la dettano UE e BCE; mentre la politica estera la impongono USA e NATO. L’unica libertà concessa alla ducia in pectore sarà quella di riportare l’Italia al medioevo dei diritti. Ma la regressione culturale era già in atto da tempo. Il pubblico non si accorgerà della differenza.
Buonanotte Italia

Homepage

 

NAZI-LIBERATI

Posted in A volte ritornano, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 24 aprile 2022 by Sendivogius

25 Aprile 2022. A cento anni dalla mussoliniana marcia su Roma, possiamo dire con cognizione di causa che non c’è proprio alcuna Liberazione da festeggiare, dal momento che il fascismo gode di ottima salute e lotta contro di noi, più longevo che mai nella mimesi delle sue infinite varianti mutogene, per congenita capacità di adattamento e riproduzione su brodo di cultura.
Altrimenti non dovremmo assistere tutti gli anni allo stesso schifoso teatrino revanchista, messo in piedi ad ogni ricorrenza dagli eredi di Salò, pienamente legittimati ed inseriti da sempre nelle stanze e stanzette dei bottoni, da dove poter condizionare il corso della repubblichetta eterodiretta e dettarne l’agenda. Non sono mai stati “sdoganati”; non ne hanno bisogno, semplicemente perché non se ne sono mai andati.
Ogni tanto, quando il merdone è troppo grosso per essere nascosto, costituendo in realtà più una fonte di imbarazzo che di sdegno, e senza che mai alle parole seguano i fatti, si sente pigolare qualche lamento dalle parti del partito bestemmia: quell’oscuro oggetto governistico subalterno a chiunque lo porti al potere, che infatti coi fascisti di ogni ordine e grado, raggrumati in quel cartello elettorale che si fa eufemisticamente chiamare “centrodestra”, ci si trova benissimo, scambiandosi poltrone e governandoci insieme senza ombra di turbamento. Rientra nel copione della recita condivisa. Giusto per fare un po’ di scena e tenere la parte, giacché nulla deve disturbare la splendida ammucchiata, a cui partecipare per “spirito di servizio” e per ovvio “senso di responsabilità”: la magica trovata semantica che rende possibile ogni porcata, senza che mai disagio alcuno cali ad offuscare la magnifica narrazione imbastita su mandato politico da nostri media, ormai espressione del peggior giornalismo giallo, in piena distopia orwelliana.
Ma ormai il fu “partitone”, completata la mutazione transgenica, in piena svolta atlantista su evoluzione guerrafondaia dopo l’americanizzazione coatta, è tutto preso nel definire la propria servile subordinazione coloniale agli interessi statunitensi, raccomandandosi a Washington per meno di un pugno di lenticchie.
Dunque, dicevamo: cosa festeggiamo in questo ultimo 25 Aprile? Certo non la Liberazione dal nazifascismo. E nemmeno celebriamo la Resistenza! Bisogna stare attenti a definire cosa si intende per “resistenza”, specificando bene quale e che uso se ne intenda fare, in consonanza col ritrovato spirito marziale…
Possiamo prendere lezione dai fascisti per questo, che con intraprendenza ci indicheranno l’interpretazione corretta. Che poi, mutato nomine, si facciano chiamare “patrioti”… “nazionalisti”… “sovranisti”… è sempre quella merda lì!
Si dissuade vivamente dal fare ogni riferimento alla lotta partigiana, ma è assai gradito legare la ricorrenza, in posizione ancillare fino all’annullamento per sovrapposizione, con la ‘resistenza’ ucraina contro i russi, intessendo le lodi e lanciando fiori in onore delle eroiche brigate nere di Azov.

Vietato ogni riferimento al nazifascismo: il pubblico potrebbe non cogliere la differenza e cadere in confusione.

I simpatici partigiani ucraini del ricostituito Battaglione Usignolo

Sarebbe inoltre bene interdire le piazze all’ANPI, l’Associazione Nazionale Putiniani d’Italia, secondo il brillante acronimo coniato durante un rigurgito d’ego da un patetico coglione glassato in crosta di zucchero, dopo le liste di proscrizione e la caccia agli eretici. E sfilare tutti uniti sotto i bandieroni munifici e salvifici della NATO. Questo perché l’ANPI non è abbastanza prona al nuovo corso guerrafondaio. C’è il rischio che ricordino come la Resistenza sia altro da ‘sta roba immonda…
È ovviamente vietato cantare “Bella Ciao”, in quanto faziosa e divisiva, ma in alternativa si può sostituire l’esecrato brano con l’inno ucraino (sic!), più consono alla ricorrenza liberamente reinterpretata. Oppure utilizzare la variante sempre ucraina del noto canto partigiano, musicato sulle note di “Bella Ciao”, ma completamente riscritto e riadattato alla bisogna dalla cantante folk Khristyna Soloviy, portata alla ribalta dalle ineffabili colonne de LaStampa-Repubblica-Corriere, ormai ridotte a carillon della nazi-fiabe ucraine, e che fa bagnare di lacrime il pannolone di qualche turgido coglione a sinistra che ne ignora il testo :

«Il vecchio Dnepr ruggì con rabbia. Nessuno lo so pensava, nessuno se lo aspettava. Quello che poteva essere la vera rabbia del popolo ucraino. I nemici maledetti senza pietà li distruggiamo. Quei nemici maledetti che la nostra terra invadono. Le nostre difese hanno i migliori ragazzi. Solo veri eroi combattono nell’esercito ucraino. E i Javelin ed i Bayractar combattono per l’Ucraina e uccidono i russi. E il nostro potente popolo, la gente dell’Ucraina, ha già unito il mondo contro i russi. E molto presto li sconfiggeremo. Presto li distruggeremo

Carina, vero?!? La Soloviy, alla quale si deve cotanto capolavoro artistico, è un’altra di quelle starlette dell’Est che ama farsi immortalare in pose da diva dei jet set, o a bordo di yacht in atteggiamenti ammiccanti, che più che altro fanno molto catalogo da escort di alto bordo. E che ovviamente non ha mancato di esternare tutta la sua devota ammirazione, per i nazisti dell’OUN (no, non sono le Nazioni Unite!) di Stepan Bandera, il santino nazionale dell’Ucraina ‘democratica’ (LOL!), nell’impossibilità di cogliere la contraddizione oscena. È che proprio non ce la fanno. Sono talmente imbevuti di nazifascismo, quasi a livello genetico, da esserne inconsapevoli, tanto riesce loro naturale.
Ecco, se questo è il nuovo 25 Aprile, tenetevelo!
La Liberazione è lontana, ma proprio oggi più che mai è necessario resistere. 

 Homepage

SCARAFAGGI

Posted in A volte ritornano, Kulturkampf, Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 10 ottobre 2021 by Sendivogius

Con tanto di disposizione nel dettato costituzionale che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” e con ben due leggi (Scelba/Mancino), che sanzionano chiunque promuova sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, e intendendo per tale ogni:

«associazione, movimento o comunque gruppo di persone non inferiore a cinque che persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista
  (Legge 645 del 1952)

Ovvero, con una legge (L.122 del 1993) contro “chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”, vietando ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi

Ci si chiede cos’altro serva ancora alla magistratura italiana, pur così solerte in altri frangenti, per sciogliere finalmente quelle organizzazioni dichiaratamente fasciste, che si esibiscono in apologia di reato permanente, e che di solito magistrati coccolosi e quanto mai comprensivi liquidano come “espressioni del pensiero, costituzionalmente garantite e prive di offensività”, come nel caso delle celebrazioni neo-naziste delle Waffen-SS a Milano.
Immaginate voi se una cosa del genere accadesse a Berlino, dove evidentemente ci sono giudici con maggior senso della decenza!
Che la c.d. Legge Scelba sia disattesa da 70 anni, fin dall’alba della sua promulgazione, è cosa nota, visto che di associazioni e partiti apertamente fascisti ne abbiamo avuti e ne abbiamo tuttora a iosa: tutti liberi di scorrazzare in parlamento e dintorni, a braccino sempre teso e molto più che ‘tollerati’.
Che ad un secolo di distanza i neo-nazisti di Forza Nuova (o Italia Libera, come amano farsi chiamare ora) intendano invece festeggiare i fasti del 1921 con gli assalti squadristi alle Camere del Lavoro, devastando praticamente indisturbati la sede del principale sindacato italiano in pieno centro a Roma, è qualcosa che (al di là delle solidarietà pelose e più o meno ipocrite) qualcuno dovrebbe spiegare… a partire forse dal Ministero dell’Interno, che da oltre un anno va consentendo il libero proliferare di manifestazioni non autorizzate dei sedicenti “no-vax” in flagranza di reato, insieme a bande di fascisti ringalluzziti più che mai dal clima di sostanziale impunità, fingendo di ignorare la saldatura eversiva che si va coagulando attorno ai gruppi più estremi. Questo perché nel mondo alla rovescia ci si laurea all’università virtuale di YouTube, dove l’ultimo coglione analfabeta che pubblica un video sulle virtù anti-covid della clorochina, ed altre cure miracolose, ha più credibilità di un premio Nobel per la medicina; perché i vaccini no, non sono sicuri, ma gli amuleti e le pozioni magiche suggeriti da sciamani e mitomani su F/B invece sì. Su questa distorsione sistematica della realtà per bias cognitivo, i fascisti ci sguazzano. Da sempre. E ci costruiscono sopra le loro narrazioni parallele…
Sono lontani i tempi in cui i solerti funzionarini della DIGOS piombavano nelle case di privati cittadini, senza alcun mandato o fattispecie concreta di reato, per strappare via dai balconi quei lenzuoli che potevano urtare la suscettibilità di un’indecente cialtrone travestito da sbirro, durante il passaggio del loro duce di ghisa.
Forse la stessa Questura di Roma dovrebbe spiegare perché mai un “sorvegliato speciale” (il pluripregiudicato e recidivo Giuliano Castellino) sia sempre presente dove non dovrebbe essere. E se ne vada tranquillamente in giro alla testa delle sue squadracce, a devastare il centro di Roma in una riedizione dell’omonima “marcia”, preannunciando con congruo anticipo il raid via social, onde chiamare i camerati all’adunata.
E più di qualcun altro in più alta sede dovrebbe finalmente chiarire perché mai due organizzazioni ostentamente fasciste, come Casa Pound e Forza Nuova, fondate da ex terroristi latitanti e nate come diretta filiazione di Terza Posizione, movimento eversivo ambiguamente collaterale ai NAR di Fioravanti, con una venerazione feticistica per il “Caccola” ed i suoi esteti del golpe militare, possano prodursi in aperta apologia, agendo sostanzialmente indisturbate e svincolate dalle leggi di quella Repubblica che pubblicamente  avversano…
Forse perché godono di una pubblicistica più che compiacente nella cosiddetta “stampa moderata”.
Non per niente, a leggere gli osceni giornaletti di sedicente corso ‘liberale’ infeudati dalla famiglia Feltri, grazie al rampollo Mattia, sappiamo che se in Italia abbiamo nella sua preponderanza una delle destre più fascista, antidemocratica ed eversiva dell’Europa occidentale, è ovviamente colpa della sinistra e dell’antifascismo che si ostinano contrastare la risacca nera.

E per spiegare meglio il concetto dalle colonne infami del suo giornalino on line, il figliol prodigo chiama direttamente qualche (post?)fascista di ritorno, in qualità di “esperto della materia”, l’incredibile Mario Landolfi, tale è il livello di indecenza raggiunto da un Mattia Feltri, a segnare la differenza con una passata direzione assai più seria della sua.

Forse, dicevamo, i reduci di Terza Posizione confluiti nelle scatole cinesi di Casa Pound e FN sono intoccabili, perché ai loro esponenti non viene mai negata una candidatura nazionale, con le quali inzeppano le liste della Lega salviniana ed i Fascisti d’Italia della ducia della Garbatella, tra saluti romani, fasci littori, busti del Mascellone, baroni neri e nazi-party della movida sovranista, per uno scrosciare di ammiccamenti, affinità tanto elettive quanto elettorali, e vicinanza ben più che ideale, con gli altri schizzi sparsi della destra già missina.

Cristian D’Adamo, candidato di “Fratelli d’Italia” a Fondi. Uno dei tanti (troppi)

Talmente vicini da condividere fino a poco tempo fa le stesse sedi e gli stessi uffici con gli intraprendenti nazisti di Forza Nuova, tanto da non capire bene la differenza che intercorre in questa sorta di millefoglie nero, perfettamente sovrapponibile secondo i casi e le circostanze. E intanto si continua a lisciare loro il pelo, in base alla convenienza del momento, salvo prendere le distanze (provvisorie) quando la convivenza rischia di diventare troppo compromettente e l’evidenza sfacciata, almeno fino al prossimo pellegrinaggio a Predappio, o le foto goliardiche in uniforme da gerarca.
In tal senso, si distingue Giorgia Meloni che raggiunge vette di puro Sublime, mentre il suo candidato sindaco al Campidoglio, tal Michetti, discetta di “banchieri giudei” e “lobby ebraica”. E Giorgina (vezzeggiata dai media compiacenti che manco fosse la Thatcher!) in questo è brava a sgusciar via, come un’anguilla impigliata all’amo che si accartoccia su se stessa: condanna (a chiacchiere) l’assalto squadrista di Roma, ma riesce a non pronunciare MAI in merito la parola “fascista”, fino al capolavoro finale di negazione per rimozione:

“E’ sicuramente violenza e squadrismo poi la matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione.”

E ci regala una simile perla di sofismo spicciolo, mentre si trova in Spagna, a raduno coi nostalgici falangisti di VOX..!

È evidente che la famigerata “matrice” continua proprio a sfuggirle. Perciò vedrete: esauriti i biasimi di rito e le ipocrisie di contorno, continuerà tutto come e peggio di prima, più di sempre.

Homepage