LA LOTTA PER LA LIBERTÀ
Nel magma convulso di letture disordinate capita di imbattersi nelle pagine di “Socialismo liberale”, opera cardine di Carlo Rosselli: eretico socialista, antifascista militante, e fondatore dei comitati resistenti di ‘Giustizia e Libertà’.
Senza soffermarci sugli aspetti teorici del revisionismo in polemica anti-marxista, non si può fare a meno di constatare, nella conferma di un eterno presente, come l’Italia sia un Paese sostanzialmente immobile, paralizzato nei suoi vizi sedimentati sotto uno spesso strato di mediocrità dal retaggio atavico.
Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una entità incompiuta, perennemente in bilico nel suo abulico non essere, scosso da facili entusiasmi estemporanei e dai riti furbeschi di un esasperante conformismo sensibile alle seduzioni autoritarie.
È desolante constatare come negli ultimi 80 anni di storia unitaria (dalla pubblicazione del libro) non sia cambiato assolutamente nulla e notare come certe considerazioni conservino intatte tutta la loro attualità.
Inoltre, fatti i dovuti distinguo, è interessante confermare come la disamina che Carlo Rosselli fa del fascismo mussoliniano sia perfettamente sovrapponibile all’attuale berlusconismo, in una ideale comunanza identitaria nel solco della continuità genetica, come se la storia fosse ridotta ad una scadente riproduzione degli originali…
«Il problema italiano è, essenzialmente, problema di libertà. Ma problema di libertà nel suo significato integrale: cioè di autonomia spirituale, di emancipazione della coscienza, nella sfera individuale; e di organizzazione della libertà nella sfera sociale, cioè nella costruzione dello Stato e nei rapporti tra i gruppi e le classi. Senza uomini liberi, nessuna possibilità di Stato libero. Senza coscienze emancipate, nessuna possibilità di emancipazione di classi.
[…] L’educazione cattolica – pagana nel culto e dogmatica nella sostanza – e la lunga serie dei paterni governi hanno esentato per secoli gli italiani dal pensare in persona prima. La miseria ha fatto il resto. Ancor oggi l’italiano medio abbandona alla Chiesa la sua autonomia spirituale; ed ora si vede costretto ad abbandonare allo Stato, elevato al rango di fine, anche la sua dignità di uomo, degradato a semplice mezzo.
Disposto alla servitú nel dominio della coscienza, lo si forza ora alla servitú nel dominio sociale e politico. Logica conclusione di un processo di passive rinunzie.
Il dolce far niente degli italiani – leggenda insultante nell’ordine materiale – ha purtroppo qualche fondamento nell’ordine morale. Gli italiani sono pigri moralmente, c’è in loro un fondo di scetticismo e di machiavellismo di basso rango che li induce a contaminare, irridendoli, tutti i valori, e a trasformare in commedia le piú cupe tragedie. Abituati a ragionare per intermediari nei grandi problemi della coscienza – un vero appalto spirituale – è naturale che si rassegnino facilmente all’appalto anche nei grandi problemi della vita politica. L’intervento del Deus ex machina, del duce, del domatore – si chiami esso papa, re, Mussolini – risponde sovente ad una loro necessità psicologica. Da questo punto di vista il governo mussoliniano è tutt’altro che rivoluzionario. Si riallaccia alla tradizione e procede sulla linea del minimo sforzo. Il fascismo è, contro tutte le apparenze, il piú passivo risultato della storia italiana. Gigantesco rigurgito di secoli e abbietto fenomeno di adattamento e di rinunzia. Mussolini trionfò per la quasi universale diserzione, attraverso una lunga rete di sapienti compromessi. Solo alcune ristrette minoranze di proletari e di intellettuali ebbero l’ardire di affrontarlo con radicale intransigenza sin dagli inizi.
[…] La nostra storia non offre sinora nessuna vera rivoluzione di popolo. In tutte le epoche della sua storia il popolo italiano ha sprigionato dal suo seno punte altissime, solitarie, inaccessibili; minoranze eroiche, ferrei caratteri; ma non ha saputo mai realizzare se stesso. L’Italia fu la grande assente nelle lotte di religione, lievito massimo del liberalismo, atto di nascita dell’uomo moderno. Il cattolicesimo italico, ammorbato dalla corte romana e dalla passiva unanimità, rimase estraneo anche al processo di purificazione che seguí la Riforma. Il cattolicesimo in terra di monopolio non ha nulla a che fare col cattolico in terra di concorrenza. Per secoli vivemmo, nel mondo della politica, di luce riflessa e stanche e frastagliate ci arrivarono le grandi ondate della vita europea.
La stessa lotta per l’indipendenza fu opera di una minoranza, non passione di popolo. Solo alcuni centri urbani del settentrione parteciparono attivamente alla rivolta contro lo straniero. Nel centro e nel meridione i Savoia, passato il primo periodo di entusiasmo, equivalsero al Lorena e al Borbone.
La burocrazia piemontese avvolse nelle sue spire ordinate ma soffocatrici tutta quanta l’Italia, spegnendo gli estremi aneliti di autonomia. Il trionfo della corrente monarchica e diplomatica valse, come in Germania, a separare violentemente il mito unitario da quello libertario. Mazzini e Cattaneo furono i grandi battuti del Risorgimento. La stessa libertà politica, che verrà lentamente col passare dei decenni, sarà figlia di transazioni e taciti accomodamenti. La conquista della libertà non è legata in Italia a nessun moto di masse capace di adempiere ruolo mitico e ammonitore. La massa fu assente. Il proletariato non si conquistò le sue specifiche libertà di organizzazione, sciopero, voto, a prezzo di prolungati sforzi e sacrifici. Il suo tirocinio, attorno al ’900, fu troppo breve; e il suffragio universale apparve, e fu, calcolata elargizione paternalista. La regola secondo cui non si ama e non si difende se non ciò per cui molto si è lottato e sacrificato, ha avuto la sua riprova piú tipica nella esperienza fascista. L’edificio liberale crollò come cosa morta al suo primo urto e le classi lavoratrici assistettero inerti alla negazione di valori estranei ancora alla loro coscienza.
[…] Il fascismo va innestato sul sottosuolo italico, e allora si vede che esso esprime vizi profondi, debolezze latenti, miserie ahimè del nostro popolo, di tutto il nostro popolo.
Non bisogna credere che Mussolini abbia trionfato solo per la forza bruta. La forza bruta, da sola, non trionfa mai. Ha trionfato perché ha toccato sapientemente certi tasti ai quali la psicologia media degli italiani era straordinariamente sensibile. Il fascismo è stato in certo senso l’autobiografia di una nazione che rinuncia alla lotta politica, che ha il culto dell’unanimità, che rifugge dall’eresia, che sogna il trionfo della facilità, della fiducia, dell’entusiasmo.
Lottare contro il fascismo non significa dunque solo lottare contro una feroce e cieca reazione di classe, ma lottare contro un certo tipo di mentalità, di sensibilità, di tradizione italiana che sono proprie, purtroppo, inconsapevolmente proprie, di larghe correnti di popolo. Perciò la lotta è difficile e non può consistere in un semplice problema di meccanico rovesciamento del regime. È innanzitutto problema di educazione morale e politica nostra e altrui, dei nostri avversari soprattutto, in ogni caso di tutti gli italiani, indipendentemente da ogni divisione di classe.»
Carlo Rosselli
“Socialismo Liberale”
(CAP VII – La lotta per la libertà)
Einaudi; Torino, 1997
This entry was posted on 11 aprile 2011 at 02:49 and is filed under Kulturkampf with tags ANTIFASCISMO, Berlusconismo, Carlo Rosselli, Fascismo, Giustizia e Libertà, Italia, Libertà, Liberthalia, Socialismo liberale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
11 aprile 2011 a 09:10
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (Noam Chomsky)
11 aprile 2011 a 18:44
Incredibile la sintonia che ci accomuna nel trattare più o meno contemporaneamente, e naturalmente in maniera diversa, gli stessi argomenti.
11 aprile 2011 a 20:55
dovrebbe essere estesa..speriamo nei referendum.
c’è poco altro in cui sperare, in questa terra amara
(amara terra mia) D. Modugno
11 aprile 2011 a 22:33
Che strano popolo siamo! Ci indigniamo ferocemente solo in pochi, altri tiepidamente, altri riescono perfino a ridere, altri ancora soggiornano nel girone degli ignavi. Eppure, sono molte le famiglie che non arrivano a fine mese..sono tante le famiglie con figli disoccupati in casa..sono tante le rinunce..sono tante le cose che non funzionano, giustizia, sanità,servizi etc etc ., siamo perfino in guerra. La classe politica si trastulla con giochi propri e gli italiani non riescono a mandare a casa un governo vergognoso e…nel frattempo si lasciano distrarre. :(((
11 aprile 2011 a 23:24
@ Dodo Reale
Purtroppo, ho motivo di ritenere che il testo oggetto della citazione in realtà non sia mai stato scritto dal famosissimo sociolinguista, ma oggetto di una bufala complottista piuttosto diffusa in rete…
Per maggiori dettagli: QUI
@ Dodo Reale – @ Semplice
Comunque stiano le cose, temo che nella fattispecie italica venga meno persino la premessa iniziale dell’analisi, apparentemente attribuita a Chomsky, a fronte di una desolante constatazione: l’italiano medio non ha bisogno di essere “distratto” con un eccesso di informazioni a costante disturbo della sua concentrazione, con la defocalizzazione dei problemi essenziali.
L’italiano medio semplicemente non pensa; non ragiona; è incapace di pensieri complessi, ai quali sostituisce associazioni di immagini, evocazioni seduttive, stereotipi di riferimento, per il pronto uso.
Costruisce le sue opinioni sui pregiudizi mutuati dal ‘sentir comune’ sulla base dei conformismi di appartenenza, senza mai deviare dall’ortodossia della consuetudine (tradizione) e della clientela, fedele unicamente al proprio “particulare”.
L’italiano medio, semplicemente, non elabora pensieri ma calcola il servaggio più conveniente alla perenne ricerca di un protettore… un patronus… a cui delegare diritti e doveri, perseguendo unicamente la propria convenienza personale e clanica.
D’altra parte, il vero Chomsky ignora quanto infima sia la coscienza sociale dell’italiano medio, quanto primitivo sia il suo livello di relazioni civiche e di interazione pubblica, quanto grettamente familistica la sua concezione di “bene comune”.
Ciò detto, i vostri commenti mi hanno suggerito l’idea per il prossimo post e l’occasione di riprendere (e approfondire) un argomento che mi interessa particolarmente… GRAZIE!!!
@ Dicksick
Se questa non è sintonia, potrebbe essere amore..:)))
Naturalmente scherzo! Ho comunque notato anch’io la singolare identità di vedute che ci porta ad agire in una sorta di istintiva sinergia.. Si potrebbe quasi dire che marciamo divisi per colpire uniti.
12 aprile 2011 a 08:04
La televisiun la g’ha na forsa de leun
la televisiun la g’ha paura de nisun
la televisiun la t’endormenta cume un cuiun
(G. Gaber)
8 ottobre 2011 a 16:16
In un paese nel quale la mobilità sociale è rovinosamente in discesa per i ceti medio-bassi, e il merito travolto dalla mediocrità e bassezza dei servi del potere la cui funzione è solo quella di eseguire, in un paese nel quale un’ eccellente preparazione culturale è accessibile solo nel ristretto recinto delle caste, e gli interessi sono sempre più rivolti alla sopravvivenza fisica, occorre il generoso dono di uomini superiori alla media ,disposti ad informare e organizzare gli esclusi. Purtroppo il tradimento delle sinistre impone la riorganizzazione dal basso guidata da questi intellettali progressisti sopravvissuti.Carmela Piano
25 novembre 2013 a 19:14
secondo me avete tutti ragione
25 novembre 2013 a 19:14
oppure noooo
25 novembre 2013 a 19:15
hihaha mi sto divertendo hihahia
25 novembre 2013 a 19:17
a prendervi x quello lii
25 novembre 2013 a 21:06
Oh che simpatia!!
2 dicembre 2013 a 11:13
“in un paese nel quale un’ eccellente preparazione culturale è accessibile solo nel ristretto recinto delle caste”
Mi trovo in india e non me ne ero accorto…ho passsato la vita a studiare…mi sono laureato….ho continuato a studiare….che sia tutto finto? I complottisti mi hanno fatto credere di studiare in realtà era tutto finto?? Ecco perchè il Grillino mio compagno universitario non si è laureato…non perche non faceva un cazzo non studiava mai e perdeva sempre tempo….aveva capito che era tutto un complotto!!! Lo devo ringraziare…lui mi aveva avvertito!
oppure…oppure…faccio parte anche io della Casta e non me ne sono accorto…Mi bagnerò nelle acque sacre del fiume Gange sperando di avere delle risposte. Cazzo ma allora è vero, sono in India!!!
2 dicembre 2013 a 15:23
Gustati in ogni modo possibile il tuo soggiorno indiano, facendo immenso tesoro di questa rigenerazione catartica… perché l’impatto con le miserie italiote al tuo ritorno potrebbe essere devastante..!
Per prepararti psicologicamente, sull’alluvione in Sardegna e signoraggio bancario e NWO (trova te la ‘relazione’), mi sono imbattuto per esempio su questa roba qui:
“Guerre climatiche e disastro della Sardegna: ecco le prove dell’accordo Bush-Berlusconi per la sperimentazione tecnologica dei mutamenti climatici (…) Quindi ci appare ormai una realtà inconfutabile il fatto che il clima mondiale possa essere modificato artificialmente attraverso una nuova generazione di sofisticate armi tecnologiche chiamate ipocritamente “not-lethal-weapons”. Sia gli Stati Uniti che altre nazioni hanno ormai da anni sviluppato le capacità di manipolare a loro piacimento il clima, operando sia su scala mondiale che su aree mirate e delimitate. E stanno emergendo continue prove e conferme della non naturalità di molti altri eventi catastrofici verificatisi negli ultimi anni, come lo tsunami che ha devastato l’Oceano Indiano e la catastrofe di Fukushima.”
Io non ce la faccio! Anche il mio spirito zen comincia a vacillare..!!
2 dicembre 2013 a 16:13
Ma tutte te le vai a trovare….questa è fantastica!!!!
Quasi meglio del Grillino Dottor Vanoli, che dichiara che i Vaccini sono stati generati da un complotto giudaico-alieno….e che gli ebrei sono un ibrido tra gli alieni e gli esseri umani….A questi Hitler gli fa un baffo!
Anche questa non è male no?
Se mi trovi un Grillino che dichiara che le scorregge sono un complotto dei banchieri Alieno-Ebrei per appestare la razza Ariana pura e provocare la diaspora in modo che gli Alieno-Ebrei conquistino la terra….
….TI OFFFRO UNA CENA!!!
2 dicembre 2013 a 17:18
Sssstt!! Per carità, non dar loro altri suggerimenti che potrebbero prenderti sul serio!
2 dicembre 2013 a 16:36
Mamma mia, mamma mia….che mi hai fatto trovare….il sito sul signoraggio!! Non ce la faccio….non ce la faccio a leggere…..mai letto un articolo con una densità di cazzate così elevate….Ma vermante esiste qualche normodotato che crede a simile roba….
Scava che ti scava….guarda un pò qui:
http://www.signoraggio.it/la-nuova-rivoluzione-ungherese-viktor-orban-dopo-essersi-liberato-dal-fondo-monetario-internazionale-taglia-liva-e-aumenta-le-pensioni/
Pure l’eslatazione del neo-nazista Viktor Orban….non ci posso credere….ma come mai alla fine dove trovi complotti e cazzate varie sempre lì si va a finire??
Ma…pensandoci bene….per credere alle cazzate sul clima non si può essere normodotati….ma a quanto pare non esistono nazisti e fascisti normodotati….secondo me è una malattia….oscura… tenuta nascosta da un complotto nazi-fascistoide!
2 dicembre 2013 a 17:12
Viktor Orban ha più estimatori di quanto non si creda e nei posti più impensati: dagli “anarco-capitalisti” agli “Austriaci” (gli idolatri di vecchie mummie aristocratiche come Mises-Rothbard-Hayek); dai classici “nazional-popolari” (leggi “nazifascisti”), al popolarismo democristiano (passando per Angelona Merkel). Pochi sanno infatti che Orban è vicepresidente (!) del Partito Popolare europeo, che del resto in passato ha accolto anche Jörg Haider (oltre ovviamente il Sig. B.)
Insomma, provenienze variegate per la medesima secchia di merda!
Poi, certo, signoraggisti, ensiferi, complottisti, e Vanoli (che ne costituisce una sintesi e di cui avevamo già parlato) sono tutto un altro paio di maniche… o di chiaviche!