
Probabilmente, le elezioni del 2013 verranno ricordate per l’inquietante invasione delle Giulie Sofie di tutta Italia clonate in serie, nella più grande riedizione della Palude girondina dai tempi della “Convenzione nazionale”, passando direttamente per la restaurazione termidoriana.
Del resto, questo è un paese che ha istituito la Controriforma prima ancora che la Riforma luterana facesse sentire i suoi effetti. È il luogo dove le elite organizzavano la contro-rivoluzione, senza che prima vi fosse mai stata alcuna “rivoluzione”, sputtanata com’è dai nuovi Exagérés e dagli Enragés della setta digitale degli ensiferi… Questo perché a noi i ricorsi della Storia, opportunamente depurati dalla tragedia, tocca a viverli costantemente declinati in farsa.
Una campagna elettorale non è mai una cosa seria, costituendo più che altro una grande rappresentazione corale tra le finzioni condivise di una recita collettiva. Sostanzialmente, costituisce uno degli atti fondamentali della democrazia, ma non per questo presuppone uno dei suoi momenti migliori.
Raramente un’immagine è riuscita ad esprimere con poco le fumosità alchemiche di una sotto-classe che si crede ‘dirigente’, mentre evapora nella vacuità indefinita della propria inconsistenza. Le figure dai contorni soffusi ed eterei ricordano la fotografia spiritica di fine ‘800, con le apparizioni artefatte e impresse nel dagherrotipo di un’evocazione ectoplasmatica. In ogni caso, l’impressione prevalente è quella di aver a che fare con delle pretenziose patacche.
Più che protagonisti della “politica”, sembrano gli ospiti dell’Overlook Hotel, ormai trapassati ed inconsapevoli prigionieri tenuti in ostaggio dallo spettrale cameriere demoniaco, che ne sovrasta i profili dietro le loro spalle e ne controlla i destini, condizionandone l’agire con apparente compiacenza, come il demoniaco Lloyd… il barman fantasma già visto in Shining.
Ci scuserete dunque se proprio non riusciamo ad entusiasmarci all’incanto politico della fiera elettorale, mentre si disputano il voto delle anime morte.
E noi che non siamo né seri, né responsabili, e men che mai ci sentiamo moderati, decliniamo volentieri l’offerta dedicandoci ad altro…
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12 gennaio 2013 a 10:31
Carissimo, capisco l’amarezza davanti all’orrendo scenario…
12 gennaio 2013 a 14:33
PIù che l’amarezza, il sentimento prevalente è il disgusto diluito nelle forme prevalenti del disprezzo.
Sostanzialmente, mi è estranea la delusione perché nei confronti di questi ‘signori’ non ho mai nutrito alcuna aspettativa. Mi sconcerta invece la pervicacia con la quale, raggiunto il fondo, continuino a scavare parlando di risalita.
12 gennaio 2013 a 20:30
Ci sarà solo una ridiscesa all’inferno
16 gennaio 2013 a 21:32
condivido disgusto e franca ostilità, ma pur essendo ben lontana dal democracy is voting, stavolta vado. Bisognerà pure demolire il pd..
17 gennaio 2013 a 01:28
Temo che non abbia bisogno di particolari aiuti… Mi sembra che il vecchio “Partitone” faccia già tutto da solo…
Quello che invece non riesco del tutto a comprendere è il suicidio assistito di Vendola, il quale sottoscrive una “dichiarazione d’intenti” congiunta che è l’esatto contrario di quanto va dichiarando in giro. Né spiega come si concilia l’alleanza post-elettorale a prescindere con i Monti-boys e la sua permanenza nella coalizione di ‘centrosinistra’.
In fondo, il fine dichiarato nella sua apodittica certezza è: “Una legislatura nella quale dovrà rivivere l’orizzonte ideale degli Stati Uniti d’Europa. Qui vive la ragione che ci spinge a cercare un accordo di legislatura con le forze del centro moderato“.
E in ogni caso sarà davvero curioso vedere come il buon Nichi pensa di conciliare le sue politiche del lavoro con quelle del prof. Carlo Dell’Aringa, considerato il principale papabile al Ministero delle Politiche Sociali.
Come ha scritto Alessandro Gilioli nel suo blog (“Piovono Rane”):
«E’ la prima volta che vedo una coalizione proporsi agli elettori già con il proposito palese di non vincere in modo autosufficiente (seppur in testa nei sondaggi) e quindi decidendo di consegnarsi nelle mani di un partner che in temi di diritti sociali e civili vuole esattamente l’opposto, quindi costringerà all’immobilismo o a una continua mediazione al ribasso estremo. E comunque, visto che questa alleanza Pd-Sel-Psi è stata così onesta con me a dirmi che per votare alle primarie devo sottoscrivere la coalizione certa con Casini, Buttiglione, Cuffaro e Cesa (più Passera e forse Montezemolo), devo essere onesto anch’io con loro e rispondergli no grazie.»
Sinceramente, considerando tutte le variabili possibili nel loro insieme, da appassionato di Storia, non avrei mai immaginato di poter vivere di persona questa specie di versione parodistica della Repubblica di Weimar…
17 gennaio 2013 a 09:49
Non mi pare che l’assoluta mediocrità del partitone si stia traducendo in insuccesso elettorale. Il problema è che il loro dispositivo “realista” e “di mediazione” ancora regge presso gli elettori meno informati. D’alta parte, per quelli più esigenti c’è l’offerta Vendola, cioè la proposta di un illusorio posizionamento “critico” all’interno di uno schieramento che ha già chiarito le proprie priorità sui temi economici, sociali ed etici, un vero e proprio “specchietto per allodole” brandito da un politico che avrebbe tante cose da chiarire al proprio elettorato (ILVA, liste ..).
17 gennaio 2013 a 15:55
Una mistificazione di successo del ‘partitone’ è stato far credere al proprio elettorato di far parte di un livello superiore di auto-coscienza critica e morale, in grado di operare in ambito elettorale e politico le migliori delle scelte possibili…
Qui siamo nell’ambito della “razionalità olimpica”, postulata da Herbert Alexander Simon, e trasformata da chimera a (falsa) realtà.
Detto in termini più prosaici, credo che il PD sia un partito destinato alla consunzione, per esaurimento del proprio bacino elettorale di riferimento. La maggior parte dei suoi elettori lo vota più che altro per consuetudine e per una serie di tradizioni storiche che, nell’ignoranza delle medesime, sono destinate a scomparire. Il suo corpo elettorale sembra circoscritto ad una fascia anagrafica in prevalenza over 60… Non buca tra le giovani generazioni, e non ha mai attecchito più di tanto tra i 40/50 forgiati all’edonismo consumista degli orridi anni ’80.
Ha un radicamento sempre più piccolo borghese, impiegatizio, ‘mediano’ e terribilmente privo di qualsiasi appeal, a partire dalla mestizia e dall’aurea da sfigati cronici che sembra marchiare la sua dirigenza…
In altre parole, se non rinnova il suo bacino elettorale, è destinato a scomparire con esso nel tempo. O a diventare qualcosa di “altro”, vagamente progressista e rigorosamente “riformista” (con tutta la vaghezza implicita del termine).
Quando la Sinistra ancora si chiamava “comunista”, sventolava le bandiere rosse e si riempiva la bocca con Marx (senza aver mai letto nulla dei suoi scritti), prendeva circa il 35% dei voti. Da sola.
Oggi (nonostante tutte le svolte ‘riformiste’ e i compromessi e le convergenze centriste con larghe intese) la sommatoria di ex PCI ex DC ex PSI ex PRI ex Verdi e acquisti vari, con l’aggiunta dei vendoliani di SEL, stando ai sondaggi, difficilmente riesce a superare il 40% dei suffragi.
Il PD presenta inoltre inquietanti analogie, tutte al ribasso, con la SPD di Ebert e Noske: nel momento di massima emergenza della Repubblica e delle istituzioni democratiche, il partito a vocazione maggioritaria, dopo aver fatto terra bruciata alla sua sinistra, si sciolse come neve al sole, senza che il suo elettorato ed i suoi attivisti muovessero un dito a difesa.
17 gennaio 2013 a 16:50
osservazioni sacrosante, solo che io vorrei vedere in questa vita l’estinzione di un equivoco pernicioso che come terza via ha fatto danni più che consistenti in europa e in Italia aggiunge quel tocco di clericalismo che ne rende irresistibile l’appeal.
17 gennaio 2013 a 18:12
Vana e pia illusione… Questo è il Paese forgiato sulla doppia morale gesuitica che politicamente, alla sua sinistra, ha inventato il “trasformismo” ed il “compromesso storico”…
Ci troviamo di fronte a degli shapeshifter: lo stadio evolutivo più avanzato del mimetismo. Più che altro, assomigliano ai cefalopodi alieni della fantascienza anni ’50 ma le loro tecniche di sopravvivenza ricordano la filaria (una vecchia prerogativa democristiana).
17 gennaio 2013 a 20:05
forse, ma la storia procede per strappi e per rotture e l’Italia sta attraversando un momento potenzialmente fecondo (e altrettanto drammatico). Per questo mi spingo persino a confidare maoisticamente che il gatto-Grillo, indipendentemente dal suo colore, si mostri capace di mangiare questi topi.
18 gennaio 2013 a 15:09
A suo tempo, abbiamo già avuto l’Uomo della Provvidenza e ancora non ci siamo liberati dall’Unto del Signore… penso bastino e avanzino. Il Messia a 5 stelle che si crede il Signore (padrone) Iddio Tuo è decisamente troppo.
A proposito di emuli ‘piddini’, se mi passi la metafora storica, tra Carl Severing ed Hermann Göring metto da parte ogni divergenza e scelgo senza esitazioni Severing.
18 gennaio 2013 a 16:00
Capisco, tu li vedi in linea rettta, ma io comincerò ad averne paura solo quando comincerà ad avere buona stampa (quello è il segnale convenuto: chi comanda punta sul cavallo). Mi sembra il caso di avere un nemico per volta, prima di combattere i fantasmi, dobbiamo sconfiggere i vampiri, anche perché il fascismo non è mai stato solo un’aberrazione ideologica ma, come diceva Polanyi, una scelta sempre possibile per i sistemi di mercato.
18 gennaio 2013 a 17:40
🙂 Il nemico del mio nemico non è necessariamente un mio amico.
Diciamo che la setta digitale degli ensiferi si muove (per sua precisa scelta) su un canale parallelo ai media tradizionali.
Da questo punto di vista, l’azione è davvero “virale”: dozzine di comizi filmati del “Capo Politico” riproposti e postati centinaia di volte, insieme ai suoi “discorsi”, attraverso una distribuzione ossessiva e capillare, ma mai casuale, potendo contare su una solida struttura organizzativa: lo “Staff”, entità metafisica ma onnipresente, che tutto filtra e controlla.
E lo fa in modo assolutamente auto-referenziale, chiuso ad ogni confronto, con messaggi ossessivi riproposti ad libitum senza alcun filtro critico, bensì speculari ad una forma indiretta di indottrinamento. Perché nel sedicente MoVimento nulla avviene per caso.
La televisione, la stampa, funzionano da mera cassa di risonanza… sono il megafono di un delirio fideistico: i media tradizionali ne parlano e portano la “cattiva novella” laddove il web non può raggiungere i potenziali credenti, da ‘convertire’.
Riprova ne è che nel casermone in cui vivo, la popolazione più anziana (gente che non sa nemmeno accendere un pc) delle sparate e delle iniziative di Grillo sa praticamente tutto. Perché? Perché lo guarda in tv, durante i servizi dei tg e nei talk-show.
Grillo disprezza i giornalisti, ma guarda caso li ricerca ovunque. Sono i suoi adepti quelli che devono ubbidire alla consegna del silenzio, non certo lui che invece straparla.
Da questo punto di vista, Beppe Grillo è fascismo applicato al marketing d’impresa, ma strutturato in setta esclusiva.
Per spiegare il fenomeno serve la psicologia clinica… Personalmente ho la ventura di conoscere parecchi “convertiti” alla setta. E sto assistendo ad una involuzione inquietante: gente che si auto-infligge ore di lavaggio del cervello; che si auto-esclude da ogni interazione sociale.. perennemente incazzata in una sorta di guerra permanente contro il resto del mondo (percepito come “nemico” perché “complice”)… Soprattutto, sconcerta una carica di aggressività verbale, sempre più rabbiosa e persa in una sorta di delirio nichilista…
Per rendere l’idea, faccio un esempio pratico sulla degenerazione psichica in corso. Giorni fa, mi sono ritrovato a fare colazione con un paio di vecchi amici che non vedevo da tempo: uno notoriamente di destra, l’altro un ex sinistrato convertito al grillismo. Il patto implicito in queste circostanze è NON parlare MAI di politica.
Il ‘destro’ ha avuto la pessima idea di alludere alle difficoltà economiche che si respirano in azienda e le ripercussioni sui suoi colleghi di lavoro in termini peggiorativi… Non l’avesse mai fatto! L’ensifero è letteralmente esploso in una requisitoria apocalittica sul “Paese fallito” e sul tutto è “marcio”, per poi attaccarci personalmente perché noi due (ai suoi occhi ‘destra’ e ‘sinistra’) non votavamo il Profeta Grillo che ci avrebbe indicato la via della salvezza.
Provocato a dovere, è stato capace di dire che Grillo non ha mai fatto l’appello a CasaPound e che in realtà il video aveva un doppiaggio manipolato. Messo alle strette, si mette a urlare che comunque ben venga una dittatura come il nazismo che comunque lì si stava bene e tutti mangiavano.
Premetto che il tizio fino a qualche mese fa partecipava ai presidi antifascisti contro Casa Pound.
Che la “Salsi è una puttana” perché mai avrebbe dovuto partecipare ai talk-show. Da notare che il parabolano, era uno di quelli che se si perdeva una puntata di Santoro o Floris si andava a ricercare la differita in streaming. E guai a contestargli i due conduttori, da lui considerati alla stregua del Padre e dello Spirito Santo… Almeno finché il profeta stellato non ha lanciato la fatwa.
Aveva la bava alla bocca, con tutto il locale girato a guardarlo con imbarazzo e preoccupazione.
L’unico aspetto positivo è che l’amico ‘destro’, impietrito, mi ha sussurrato: “adesso capisco perché sei sempre stato anti-fascista; non sei contro qualcosa di sbagliato finché non la osservi da vicino”.
18 gennaio 2013 a 17:43
🙂 fenomenologie fasciste a confronto, i poveri cristi mi spaventano meno del professore in loden e del salumiere emiliano.
18 gennaio 2013 a 17:46
Grillo e Casaleggio non sono mica tanto “poveri”..:D
24 gennaio 2013 a 15:56
avevo deciso di commentare al tuo prossimo post sull’argomento ma poi ho letto questa discussione: ebbene anche io ho incominciato a notare una trasformazione antropologica negli adepti con i quali fino a qualche tempo fa riuscivo ad avere un dialogo pacato e ad enunciare le mie critiche. Ora, forse anche complice il passaggio del vate in città, vedo occhi invasati, una ferma intransigenza; è diventato impossibile confrontarsi, non vieni più ascoltato, ti viene risposto senza possibilità di replica o vieni sbeffeggiato. Questo si che è preoccupante. Slogan ed esaltazione, il peggio dell’uomo politico.
24 gennaio 2013 a 16:51
Per spiegare il fenomeno in atto credo ormai sia necessario scomodare la psicopatologia…
Solo così si riesce a comprendere meglio lo stato di sovreccitazione in risposta ad input ben precisi, con lo scatenarsi di fenomeni d’isteria collettiva all’appropinquarsi del Vate e del suo redde rationem.
Se mi passi la metafora, il grillino tipo sembra Renfield che va di matto (più di quanto già non sia) all’avvicinarsi del Maestro… sto alludendo a “Dracula” di Bram Stoker.
“Il gran potere del narcisista consiste nell’ipnotizzare le masse. La macchina narcisista crea un campo magnetico che funziona anche a distanza di tempo, lascia un segno nella mente di chi ascolta. Come nell’induzione ipnotica – spiegata da Hyppolite Bernheim (1840-1919) – la macchina narcisista produce una suggestione onirica nello stato di veglia, una dissociazione che si protrae nel tempo. Suscita la risata del pubblico assoggettato, attraverso la battuta, attraverso la barzelletta. Tutti ridono, cinicamente. Se reiterata l’induzione può diventare permanente, e addirittura restare impressa anche dopo la fine del suo periodo politico, dopo la devastazione, come nel caso del fenomeno del nostalgico.”
Prof. Pietro Barbetta
“Isteria e Narsismo a 5 stelle”
Il grillismo in fondo si manifesta come una apoteosi del deliro di tipo nichilista, che guarda caso si riscontra nelle “depressioni melanconiche ed è un ammasso incoerente di idee negative“. In fondo, gli stati di iper-eccitazione, con alterazione comportamentale e aggressività, sono un momento saliente dei disturbi bipolari della personalità.
La fissazione tutta grillina poi per i morti e le metafore necrofile sembrerebbe richiamare in parte la Sindrome di Cotard.
E qui il cerchio si chiude davvero.