L’illusione populista

Grillini si connettono al webbé

Noi parliamo alla pancia della gente. Siamo populisti veri. Non dobbiamo mica vergognarci. Quelli che ci giudicano hanno bisogno di situazioni chiare. Ad esempio prendete l’impeachment di Napolitano. Molti di voi forse non sono d’accordo, lo capisco. Ma è una finzione politica. E basta. Non possiamo dire che ha tradito la Costituzione. Però diamo una direttiva precisa contro una persona che non rappresenta più la totalità degli italiani. Noi siamo la pancia della gente. Abbiamo raddrizzato la situazione, siamo stati violenti per far capire alla gente.
Se andiamo verso una deriva a sinistra siamo rovinati.

  Beppe Grillo
  (30/10/13)

POPULIST PARTY Circoscritto alla sua dimensione premoderna, il “populismo” propriamente detto è stato un fenomeno limitato, ancorché velleitario, tipico di realtà preminentemente rurali: i narodniki della Russia zarista nella seconda metà del XIX secolo e, alle sue propaggini opposte, il People’s Party negli Stati Uniti di fine ‘800. Entrambi furono pervasi da confuse istanze progressiste, nella loro forma ibrida ancora in evoluzione.
Sostanzialmente, il populismo si configura come una forma di primitivismo politico, che si alimenta di suggestioni e pulsioni emotive.
Come reazione alla modernità, nel trionfo dell’irrazionalismo e nel culto dell’azione nutrito dal mito per la “rivoluzione”, si confonde spesso e volentieri col nazionalismo, contribuendo non poco a concimare il substrato ideologico dei fascismi europei.
In Sudamerica, il populismo si contraddistinguerà come il tratto distintivo dei vari caudillos latinoamericani, dal Brasile di Getulio Vargas al “Partito Giustizialista” nell’Argentina di Juan Domingo Peron. E, con tutte le sue varianti nazional-popolari, fornisce a tutt’oggi la forma di governo predominante nel continente.
Southpark peopleNei sistemi politici maturi, il “populismo” ha sempre costituito un fenomeno marginale, alimentato da insofferenze piccolo-borghesi e ribellismo fiscale. Con ondate regolari, si manifesta ad ogni vento di crisi, spinto dalla marea di un malcontento diffuso ma propositivamente effimero. Nella sua forma ricorrente, rappresenta una cesura polemica tra la rappresentanza elettorale ed il corpo votante, in cerca di rassicurazioni e soluzioni semplificate a problemi complessi. Si muove su una piattaforma trasversale, attingendo tra i delusi della politica tradizionale; oscilla a sinistra, ma quasi sempre finisce per collocarsi a destra lambendone le estreme.
Nell’Europa della post-democrazia, con la crisi della rappresentanza e lo svuotamento progressivo delle libertà costituzionali, il populismo è rapidamente assurto dalla sua posizione irrilevante, confinato com’era nella periferia del tribalismo protestatario, a espressione prevalente ed in rapida ascesa nell’asfittico panorama della politica tradizionale.

«Nati spesso dal nulla come movimenti di protesta, privi di strutture, di quadri e di organizzazione, mossi da un imprenditore politico, i partiti populisti – ma non solo – si identificano innanzi tutto con il loro leader. E nonostante la loro estrema varietà, tutti i populismi hanno almeno un elemento in comune: l’importanza della leadership, al punto che molti di questi movimenti mantengono la loro unità e sopravvivono solo finché perdura il carisma del fondatore.
[…] Il populismo non si riferisce al capo solo come incarnazione dell’autorità: il leader è anche colui che esprime attraverso la sua persona i valori di cui il “popolo” è portatore. Grazie al suo carisma è in grado di mobilitare le energie al servizio del popolo e della nazione.»

 Yves MENY e Yves SUREL
 “Populismo e Democrazia”
 Il Mulino (Bologna, 2001)

Per i limiti congeniti alla carica anti-sistemica, solitamente i movimenti populisti non riescono quasi mai ad “istituzionalizzarsi”, finendo con l’esaurire la loro spinta propulsiva per l’impossibilità intrinseca di realizzare la “missione” prefissata. Incentrati esclusivamente sulla figura carismatica del “capo politico”, al quale legano le sorti in un rapporto esclusivo, si dissolvono in fretta con l’eclisse politica del fondatore per difetto di organizzazione.
NSDAP poster - Free Saxony from Marxist trash In una comunità carismatica, l’unico ruolo riconosciuto è quello del leader, che individua e quindi distribuisce le mansioni all’interno del gruppo, avocando a sé la sostanza degli aspetti decisionali ed il controllo delle reti di finanziamento, decidendone le forme e l’indirizzo secondo propria discrezione.
La concentrazione dei poteri in un’unica figura, legittimata dal fascino totalizzante del suo carisma, presuppone una debolezza intrinseca delle strutture organizzative del movimento, funzionali all’esercizio del potere carismatico e non alla creazione di una struttura permanente. L’assenza di ruoli formali distinti da quelli del “Capo”, l’irregolarità del finanziamento, la mancata strutturazione di regole e procedure, con organismi interni di garanzia per la corretta applicazione delle norme, ne costituiscono una conseguenza endemica.
D’altronde un’organizzazione strutturata in forme più complesse è rifiutata a priori, in quanto identificata con l’aborrita forma-partito, e sostituita quindi con la leadership padronale ed il rapporto diretto, quasi messianico, tra il “capo politico” ed il “popolo”, inteso più che altro come collettore omogeneo di messaggi “contro”.
A partire dagli anni ’90 del XX secolo, le nuove paure legate all’immigrazione di massa ed alla globalizzazione selvaggia, hanno gonfiato il bacino elettorale di “movimenti” e partiti populisti, facendoli tracimare dal loro alveo tradizionale, tanto che la loro espansione sembra diventata una peculiarità nei Paesi dell’area mediterranea. In questo, ha trovato fertile terreno soprattutto in Italia, da sempre laboratorio ideale di tutte le degenerazioni politiche e gli avventurismi personalistici…
Nella sua Psicologia della folla (1895), Gustave Le Bon attribuiva la tendenza ad una naturale eccitabilità delle folle latine.

“Non essendo la folla impressionata che da sentimenti eccessivi, l’oratore che vuole sedurla deve abusare delle affermazioni violente. Esagerare, affermare, ripetere, e non mai tentare di nulla dimostrare con un ragionamento, sono i procedimenti di argomentazione familiari agli oratori di riunioni popolari.”

Un secolo dopo, in tempi non sospetti, dinanzi al preponderante affermarsi del fenomeno, il Taguieffsociologo francese Pierre-André Taguieff concentrò le sue attenzioni sull’insorgenza capillare dell’illusione populista, utilizzando come termine di riferimento per il suo studio: il Front National della famiglia Le Pen ed il FPO” austriaco del prematuramente scomparso Jörg Haider, nel rapporto tra nazional-populismo e nuova destra.
Nella sua ricerca, Taguieff distingue due tipi di populismo politico: il Protestario e l’Identitario.
E su questi delinea i tratti salienti del fenomeno analizzato nella sua complessità:

«Il populismo politico presuppone una dimensione polemica (essere populista significa innanzitutto “essere contro”). Occorre precisare che entrambe le forme di populismo possono collocarsi a destra o a sinistra, abbinarsi ad un orientamento liberale o ad una posizione conservatrice, mascherare un’ostentata posizione anticapitalista o un appello alla “libertà economica”, al “capitalismo popolare” ecc.
La retorica dei movimenti populisti di destra si caratterizza in particolare per il fatto di sfruttare quelli che alcuni politologi hanno chiamato i “sentimenti antipartitici”, tramite la denuncia del programma e dell’azione di altri partiti – dei “partiti di governo” prima di tutto – o dalla condanna del comportamento di questi ultimi. Questi partiti populisti, collocati a destra o all’estrema destra, si presentano non senza paradosso come “partiti antipartiti”. La traduzione in slogan di questa posizione paradossale è la denuncia del “sistema”, dell’establishment, della “classe politica”, del “sistema dei partiti”, e della “burocrazia”.»

 Pierre-André Taguieff
 “L’illusione populista”
 Mondadori, 2003

Il segreto intrinseco per sciogliere la dicotomia di “partito-antipartito” sta nella scelta volksgemeinschaftsemantica del nome, declinato col termine di “movimento”. L’anti-parlamentarismo si traduce come critica alla “democrazia rappresentativa”, a favore di una democrazia “diretta”. Ovvero una democrazia plebiscitaria, dove di “diretto” c’è solo il costante appello al “popolo”, enumerato nel suo insieme come massa anonima ed omogenea.
Secondo Taguieff, la forma decisionale per eccellenza della democrazia populista è il referendum:

«..e più particolarmente il referendum di iniziativa popolare, che permette di aggirare le mediazioni politiche o amministrative, di scavalcare cioè il sistema rappresentativo, dato che sono gli stessi elettori, a certe condizioni, a prendere l’iniziativa della legge. Questa prima forma di populismo politico ha quindi la principale caratteristica di essere incentrata sulla contestazione o sulla critica del sistema di rappresentanza politica e sociale. Un tale tipo di populismo lo si incontra negli atteggiamenti, nei movimenti, o nelle ideologie protestatarie che mettono in atto una funzione “tribunizia”.
[…] L’appello al popolo implica la denuncia del sistema costituito della rappresentanza politica, simbolizzato nel discorso di Jorg Haider dai “vecchi partiti”…. La sua forma di legittimazione più efficace consiste nell’esigere una sempre maggior democrazia. Il 31/08/1994, Haider può così dichiarare: “Non ricostituiremo lo stato di diritto se prima non la faremo finita con il regno dei partiti costituiti. La democrazia rappresentativa è superata”.
[…] A questa domanda talvolta iperbolica di “democratizzazione” si aggiungono altre caratteristiche del discorso populista, che permettono globalmente di collocarlo a destra.
1) L’antintellettualismo, che implica l’esaltazione del sapere spontaneo o della saggezza ancestrale del popolo, il quale sa meglio dei suoi lontani dirigenti che cosa gli conviene.
2) L’iperpersonalizzazione del movimento, attraverso la figura carismatica del leader: Haider in Austria, Le Pen in Francia, Bossi nel Nord Italia, senza dimenticare Berlusconi. Nella maggior parte dei casi viene diffusa una leggenda oleografica ed edificante, che mette in evidenza la vita esemplare e la virilità del leader, il suo successo sociale e perfino la sua “onestà” o “sincerità”…. Del leader viene anche messa in rilievo l’esemplare capacità di contatto o di comunicazione con il popolo, qualità che gli permette di mostrarlo vicino “a chi sta in basso” e di distinguerlo dagli altri uomini politici, trattati come esemplari di un’unica e identica casta lontana dal popolo.
3) La difesa dei “valori del liberalismo economico”, indistinguibile da quella della piccola impresa e della proprietà privata; di qui anche la preferenza per certe categorie sociali: professioni liberali, piccoli e medi imprenditori, contadini ecc. (in realtà le classi definite medie a esclusione dei lavoratori dipendenti). Le altre categorie sociali tendono ad essere stigmatizzate come parassiti (gli impiegati pubblici in primo luogo) o come pericolosi deviati (gli artisti, tendenzialmente drogati e/o omosessuali). Si riconosce qui la tematica del “capitalismo popolare” (presente nel poujadismo ma anche nel lepenismo delle origini), che più o meno si avvicina al protezionismo economico ed è accompagnato da dichiarazioni antimondialiste o antiliberoscambiste. Questo populismo di difesa dei privilegiati specula sulla paura del declassamento sociale e si presenta, secondo l’espressione consueta, come “sciovinismo del benessere”, se non addirittura un “razzismo dei ricchi”.
[…] Un nuovo tipo ibrido è nato: il tribuno-proletario-miliardario.»

A maggior ragione, l’appello diretto al “popolo” del capo carismatico..

«implica non solo la sua intenzione di fare a meno delle mediazioni istituzionali e delle elite intermedie, ma anche di guarirlo contro queste ultime. In tale atto, che è anche l’espressione di un desiderio, si riconosce la dimensione anti-establishment, che può tradursi in una posizione anti-parititica, se non addirittura anti-politica. Di qui l’autodefinizione di una simile forza politica come “movimento”, come raggruppamento popolare incarnato dal leader carismatico e orientato contro il sistema politico, preso di mira nel suo insieme o solo in certe figure. Il Front National si colloca così sia tra i partiti antipartitici che in quelli antisistema.
[…] L’appello diretto al popolo corrisponde a due orientamenti: da una parte, il sogno di un ordine politico privo di mediazioni, liberato dagli astratti e complessi sistemi di rappresentanza, che apre uno spazio utopico in cui il principio della sovranità del popolo si ritraduce in un suo puro autogoverno (la “democrazia diretta”); dall’altra, la cristallizzazione dei sogni di fiducia, trasparenza, purezza e unità fusionale del faccia a faccia idealizzato tra il “capo” ed il “suo” popolo (la democrazia diretta illustra allora il tipo di autorità carismatica, diventando indistinguibile da una democrazia plebiscitaria). L’autenticità del popolo è così costruita attraverso una duplice denuncia di potenze ostili, più o meno invisibili…. Il sogno di trasparenza reso evidente dall’appello alla democrazia diretta (che si riduce a referendum di iniziativa popolare) ha come rovescio il ricorso alla “teoria del complotto”

 Pierre-André Taguieff
 “L’illusione populista”
 Mondadori, 2003

A soggetti inversi il prodotto non cambia. Si parla dei fascisti del Fronte Nazionale (ed altre deiezioni sparse), ma sembra la descrizione di qualcun altro…

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28 Risposte a “L’illusione populista”

  1. Sintesi perfetta, da divulgare. Dopo la lezioncina del Caro Leader ai suoi dipendenti, sarà difficile ai cosiddetti “dissidenti” e ai poveri “sinistrati” che hanno votato m5s continuare ad arrampicarsi sugli specchi.

  2. Descrizione perfetta. E’ come un’immagine riflessa in uno specchio.

  3. ti informo che il blogger Bortocal, che si spaccia per uno di “sinistra”, mi ha praticamente bannato dal suo blog, impedendomi di rieplicare alle sue demenziali posizioni pro-M5S sul cosiddetto “reddito di cittdinanza”, quindi o è uno molto confuso o è un altro troll grullista

    • Il c.d. “reddito di cittadinanza” è una false flag, da agitare a intervalli regolari, per distogliere l’attenzione sulla totale inconcludenza parlamentare (con emendamenti demenziali tipo l’annullamento dei contratti di locazione, senza certificazione di risparmio energetico) e le continue baggianate, con le quali i bimbiminkia pentastellati si rendono ridicoli a cadenza praticamente giornaliera: le scie chimiche; i microchip sottocutanei; le sirene esistono ma i men in black ci nascondono la verità… e via delirando!

      Il reddito di cittadinanza (RdC) è uno di quei tipici argomenti generati per creare confusione ed attirare l’ampia fronda dei delusi a sinistra (soffiando sul fuocherello fatuo della “questione sociale”), rimasta orfana di ogni attenzione politica da parte delle indecenti oligarchie post-socialedemocratiche del fu partito comunista.
      A chi non piacerebbe ricevere 400.. 600..800..1000 euro al mese (la cifra varia a seconda della sparata del momento), senza far nulla?!?
      Come trovata ad effetto funziona; serve a catturare consensi, specialmente se si è in crisi elettorale…. Attira sinistrati di ogni latitudine come le falene, salvo rimanere poi bruciati dalla dura realtà.
      In teoria, il RdC è assolutamente condivisibile, ma l’enunciato si perde nella assoluta fumosità e vaghezza nella sua applicazione pratica con copertura fiscale dei costi.
      Io credo che sia anche un “problema” generazionale, legato all’assenza di una “cultura” di tipo economico… Non comprendere la differenza che intercorre tra fondi in conto capitale e spesa corrente, credendo che si possano usare i primi per finanziare la seconda, mi pare un limite evidente.
      Per quello che vale la mia impressione su base empirica, ho notato che i più entusiasti sono gli over 60 (o quasi): spesso ex sessantottini, ancora legati al mito della immaginazione al potere, magari con un’ottima cultura umanistica (molti sono prof. liceali), ma totalmente privi di una visione economica che non sia quella marxiana.

      Hanno tutti gli strumenti dialettici e critici per comprendere il grande fake insito nel M5S. tuttavia, per parafrasare una celebre serie TV, they want to believe! E in questo si ostinano, in totale buonafede, a credere che il sedicente “movimento” (che evidentemente ricorda loro altro movimentismo della loro giovinezza) sia diverso da ciò che con ogni evidenza appare.

  4. -:) azzeccatissima immagine! e ottima anche la riflessione sull’immaginazione al potere! in ogni caso proposte legislative sul “reddito garantito” sono state depositate anche da SEL e PD in ottobre, senza che ovviamente i media se ne siano occupati e che nessuno se ne sia lamentato e abbia baccaiato come fanno questi, per questo a me pare che il post di bortocal, dai toni enfatici palesemente filo-grillini puzzi un po’ di fake, ma forse hai ragione tu, si tratta soltanto di un prof ’68ino andato a male

    • Non credo ci fosse malizia alcuna nel post del nostro amico Bortocal, che ha il dono di riuscire ancora ad entusiasmarsi dinanzi ad una idea platonicamente assoluta, ma ben distante dalla “ragione pratica”.
      Forse il problema è nostro: siamo molto più cinici e smaliziati dei padri. E forse per questo vediamo più lontano…
      O più semplicemente siamo solo più miopi..:)

      • il fatto è che, in termini di bolla mediatica, come direbbe quitthe doner, paga di più lo strombazzamento di un “reddito di cittadinanza” (definizione peraltro errata) che non “reddito minimo garantito” proposto da SEL o dal PD; poi si vedrà in Parlamento come andrà, i costi, le coperture, etc. ma questo frega assai poco al grullo e alle sue capre (http://ilmerdone.wordpress.com/2013/11/09/giorno-301-2-movimento-5-ovini/); quanto a un “amico” che mi chiude l’IP per evitare repliche (senza insulti) lo considero grossolano e segno di colpevolezza e leggerezza

        • In altra epoca, per spiegare l’aura di fideismo messianico che contraddistingueva il fenomeno che nulla aveva di sacrale, qualcuno ebbe a definire il leninismo una “religione”. La definizione viene attribuita a Nikita Kruscev, ma l’autore originario pare fosse in realtà J.M.Keynes.
          Tutto questo preambolo per dire che il “grillismo” si configura appunto come una sorta di comunità religiosa, anche se personalmente preferisco chiamarla setta.
          C’è l’entusiasta fanatico, il devoto assertivo, l’apostata sincretico in cerca di una nuova fede… E può capitare di coltivare un’illusione, così come si alimenta un sogno, nella speranza possa diventare realtà. Di solito, non si ama chi cerca di destarci bruscamente, perché la dimensione onirica sembra migliore della realtà tanto da preferire la finzione…

          Più prosaicamente, complice un certo conformismo mediatico finto-antagonista, ci troviamo sempre più a che fare, nella peggiore delle ipotesi, con dei circoli di fangirls, secondo la folgorante definizione di Alessandra Daniele [QUI].

        • Il Ribelle Says:

          “quanto a un “amico” che mi chiude l’IP per evitare repliche (senza insulti) lo considero grossolano e segno di colpevolezza e leggerezza”

          Condivido con te al 100%. Se ha fatto una cosa del genere, deve, come minimo, delle spiegazioni.

          Anche perchè mi viene in mente il Blog del Grillo Merdoso che ha provveduto più volte a bannarmi quando lo sputtanavo su minchiate che scriveva sul suo Blog.

  5. Il Ribelle Says:

    “ti informo che il blogger Bortocal, che si spaccia per uno di “sinistra”, mi ha praticamente bannato dal suo blog, impedendomi di rieplicare alle sue demenziali posizioni pro-M5S sul cosiddetto “reddito di cittdinanza”, quindi o è uno molto confuso o è un altro troll grullista”

    Anche perchè…come insegna il nostro amico Sendivogius…mai bannare un post “scomodo”, eppure ci siamo pizzicati svariate volte io e lui…ci fosse una volta che non mi avesse pubblicato una risposta!!!

    Se dovessi essere in un blog dove sento solo lontanamente la puzza di Bann, sparirei prima di subito….le censure che ho subito sulò blog di quei Nazisti Pentastellati del Movimento 5 Svastiche….ancora mi bruciano….

  6. @ Il Ribelle
    grazie della solidarietà! è una cosa da nulla, e non vorrei occupare più di tanto lo spazio dell’amico Sendivogius per questa faccenduola, volevo soltanto segnalare quello che a me pare un atteggiamento quantomeno grossolano, un conto è cancellare commenti contenenti insulti o minacce, altro è addirittura bannare l’account; da uno che si definisce prof “di sinistra” mi aspetterei un altro atteggiamento

  7. 🙂 Be’ nei limiti del possibile qui si è sempre cercato di dare spazio e cittadinanza a qualunque opinione, senza filtri o censure preventive. L’unica condizione è che siano circostanziate.
    A volte capita che wordpress agisca motu proprio, stornando automaticamente parte dei commenti direttamente nello spam (ciò in genere avviene quando si allegano più link al commento). E magari è proprio ciò che potrebbe essere accaduto nel caso di Bortocal, senza che nemmeno se ne accorgesse.
    Per questo controllo sempre ogni singolo invio, prima di ripulire la sezione.
    Credo che in questi anni di attività abbia rimosso sì e no una dozzina di “commenti”… Sono talmente pochi che me li ricordo pure:
    a) un leghista che per il fatto di avergli tollerato un paio di “interventi”, pensava di potermi ammorbare con lezioni di razzismo biologico in padania..!
    b) Raffinate cesure tipo: “vaffanculo!”… o “tutte cazzate!”
    c) Congetture sulla mia presunta vita sessuale, e discettazioni razziali sul complotto giudaico, da parte degli affezionatissimi nazi-dementi di stronzfront.

    Per il resto, in genere pubblico tutto: offese personali, insulti (purché sofisticati), deliri assortiti, minacce di morte e diffide legali… Arricchiscono la mia collezione di tipi sociologici applicati all’antropologia culturale.
    Ma nel complesso mi reputo estremamente fortunato, perché nella stragrande maggioranza dei casi sono sempre stato onorato dell’attenzione di interlocutori d’eccezione e ottimi interventi con commenti di notevolissimo livello.

    • dopo 2 giorni pare che l'”amico” bortocal abbia ripescato secondo lui dallo spam, su segnalazione (?) uno dei miei due commenti bannati; l’altro non conteneva link se non ricordo male, tutto molto strano, comunque per quel che mi riguarda è evidente che si tratta di un 5stelle che tenta di camuffarsi, un blog civetta che poi pubblica i post della casa madre col solito trucco “non sempre mi piace grillo ma io lo voto”; la faccenda si chiude qui

  8. Il Ribelle Says:

    Ho il brutto vizio di andare a fondo sulle cose, ho letto questo post:

    http://bortocal.wordpress.com/2013/11/09/redditodicittadinanza-5stelle-le-balledisquassina-e-le-pallediletta-563/

    Un’accozzaglia di cazzate indegne, in malafede e piene di dati palesemente sbagliati. Non perderò tempo a ribattere punto su punto.

    Quando il livello è così basso non mi ci spreco neanche. Come stile e livello infimo, che fa il paio con la ciarlataneria meschina dei pentastellati, mi ricorda Claudio Messora….Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!

  9. Non entro, volutamente, nella polemica legata al “reddito di cittadinanza” (o “garantito” che sia)…
    In linea di principio, la proposta non mi entusiasma molto: uno Stato mi ‘deve’ garantire opportunità di lavoro in un contesto dignitoso, con servizi pubblici efficienti (Sanità-Istruzione-Trasporti). Deve tutelare e ampliare la sfera dei diritti, parallelamente all’ottemperamento dei DOVERI del singolo nei confronti della comunità sociale di cui si fa parte.
    Per questo credo anche che i sostegni al reddito dovrebbero essere progressivi, legati alle singole situazioni, e non distribuiti a pioggia. E dovrebbero altresì presupporre una qualche forma di responsabilizzazione sociale, con un minino di contribuzione da parte dei beneficiati.
    Le ‘elemosine’ pubbliche non mi piacciono; mi ricordano molto le largitiones frumentarie dell’antica Roma, mentre io voglio poter lavorare e NON essere mantenuto a carico pubblico. Anche questa è una questione di dignità. E di orgoglio!
    A scanso di equivoci, in base ai requisiti prospettati, preciso che rientrerei ampiamente nelle condizioni per poter ottenere l’ipotetico sussidio. Questo per far intendere che il “disagio economico” non è per me un concetto aleatorio, ma una situazione vissuta.

    Il c.d. reddito di cittadinanza mi sembra una semplificazione estrema, quando ad essere rivisto dovrebbe essere tutto il sistema degli “ammortizzatori sociali”, a partire dagli abusi non più tollerabili della “cassa integrazione” (specie quella in deroga), a margine di “sussidi di disoccupazione” da fame, passando per una riforma generale dei sedicenti “Centri per l’impiego” che, in tutta evidenza, non funzionano. Senza dimenticare una revisione generale del sistema pensionistico di reversibilità o del cumulo previdenziale, che drena risorse immense a vantaggio di un ristretto 5% della popolazione, ma a scapito di tutti gli altri.

    Invece a me sembra che questa faccenda del reddito garantito sia in realtà solo una riproposizione (molto ideologica) del vecchio “salario garantito”, che andava di gran voga nello spontaneismo movimentista degli anni ’70 e soprattutto nel Movimento del 1977, da cui non per niente provengono gran parte dei maturi sostenitori dell’attuale proposta (opportunisticamente plagiata dagli Ensiferi).
    E’ bene precisare come la rivendicazione del salario garantito per tutti, rientrasse in una più vasta polemica utopistica (e totalmente strampalata) contro lo sfruttamento salariale in nome del “rifiuto del lavoro”, compensato dalla pretesa di un reddito di base incondizionato e quindi sganciato dalle “dinamiche dello sfruttamento capitalistico“. Dinamiche che saranno pure bieche, ma non compensabili con (appunto) “l’immaginazione al potere“, come si diceva allora.

    Quindi, così come concepito da certo grillismo, il “reddito di cittadinanza” è una falsa soluzione dinanzi ad un problema vero.
    Ma, nella sua riproposizione idealistica di un preciso precedente storico, riscuote il sicuro successo presso una generazione da almeno 30 anni in polemica con la “sinistra istituzionale”. Si tratta di un bacino di potenziali elettori, che infatti guardano all’attuale MoVimento con simpatia ed una certa indulgenza, pur senza farne formalmente parte e mantenendo più di una riserva critica. Ciò avviene nella speranza (o nell’illusione) che questo possa col tempo strutturarsi in una vera alternativa antagonista nettamente caratterizzata a Sinistra.
    Cosa che per me (per noi) evidentemente non è possibile. Ma in questo caso credo conti molto anche il divario generazionale, connotato da esperienze politiche totalmente diverse.

    Per questo non mi sento assolutamente di polemizzare con l’amico Bortocal, che certamente non è un ciarlatano cripto-grillino, né un replicante pentastellato, né il furbo gestore di un blog-civetta, con critiche che mi sembrano (a dir poco) alquanto ingenerose.
    Il successo del grillismo è anche questo: seminare confusione e zizzania a sinistra, nell’ambiguità ammiccante delle sue (non) proposte. Direi di non cadere nella sua trappola, imparando a riconoscere gli amici, rispettarne le idee (anche quando non si condividono o sembrano infondate) e combattere i nemici veri senza alimentare ulteriori divisioni (che dalle nostre parti non mancano mai).

  10. si vede che è il tuo turno di fare l'”aperturista” nei confronti di 5s e affini, auguri! -:)
    ad ogni modo il mio (terzo) commento (coi link) poi alfine ripescato si riferiva a frasi come questa: “si facciano avanti gli altri con le loro proposte; ma se nessun altro lo farà, il merito resterà di Grillo”, frase evidentemente falsa e/o ignorante, visto che ci sono altre proposte già depositate (da discutere, certo), e che già da tempo SEL le avanza (ricordo i manifesti in campagna elettorale, per esempio); però se lo dice il grullo…Tralascio per misericordia il resto, è evidente che Messora ha fatto scuola;
    poi noto che i “sinistrati” per te sono ex 68 delusi che rifiutano il lavoro, per lui sono “ultrasinistri di rito che vedono” nel sussidio alla fascia di popolazione più povera una congiura del capitale per tenerla meglio sotto controllo e impedirle di ribellarsi sotto la loro guida.”, insomma vengono tirati in ballo per qualsiasi cosa e il contrario di essa si possa scaricare su di loro; non sarà pure questo un comodo scaricabarile? un ennesimo capro espiatorio a seconda delle vulgate? un ennesimo folk devil? il reddito garantito era certamente propugnato dai movimenti degli anni ’70, esisteva già in altri paesi europei, e la responsabilità per cui non venne adottato è unicamente del PCI e della farsa del compromesso storico, con i bei risultati che oggi abbiamo sotto gli occhi;
    secondo me, e su questo concordo con te, è possibile oggi ottenere una legge sul “reddito garantito” anche soltanto riformando tutti gli ammortizzatori sociali, assistenze e regalie varie; non c’è alcun bisogno di sparare cifre da 9 a 20 miliardi di euro, che significa spararle grosse per non ottenere niente, e poi fare le vittime

    • “..si vede che è il tuo turno di fare l’”aperturista” nei confronti di 5s e affini..”

      Sì, in effetti m’ero reso conto del paradosso… ed ero sicuro che me lo avresti fatto notare..:D

      “..poi noto che i “sinistrati” per te sono ex 68 delusi che rifiutano il lavoro..”

      Mhmm no, diciamo che ho una concezione un po’ più complessa di coloro che ironicamente chiamo “sinistrati”… Né ho alcun astio nei confronti dei sessantottini (solo per i rinnegati).. E Riguardo al “lavoro”.. be’! Così com’è strutturato oggi, mi rimetto al giudizio di Cesare Pavese: “il lavoro offende anche l’anima!”
      Tornando ai “sinistrati”, semplifico la categoria in sintesi per chiarezza:
      a) i preti spretati pronti al salto della quaglia (infatti sono pronti ad entrare al buio nella tana del Grillo);
      b) gli irriducibili del marxismo-leninismo di stretta osservanza, fermi nel tempo e con la mente alla Rivoluzione d’Ottobre;
      c) gli orfanelli di Berlinguer e del vecchio PCI, quelli che hanno digerito tutto, ingoiando qualsiasi cosa, dal “compromesso storico”, al “consociativismo”, alle “larghe intese”, in nome di una ‘causa’ che non saprebbero nemmeno spiegare e nel ricordo (sempre più labile) di un’ideale tradito e sepolto da tempo, per mano di un ibrido democristiano che tutto è tranne che un partito di ‘sinistra’. Quelli che ora votano PD, nonostante l’overdose di anti-emetici, e continuerebbero a votarlo anche se dovesse allearsi con l’Anticristo ed Hitler redivivo, perché ce lo chiede l’Europa e perché bisogna garantire la stabilità dei mercati, è ovvio!

      “..per lui sono “ultrasinistri di rito che vedono” nel sussidio alla fascia di popolazione più povera una congiura del capitale per tenerla meglio sotto controllo e impedirle di ribellarsi..”

      Ora che me lo fai notare in maniera così incisiva, lo sai che l’idea mi solletica alquanto!? Sì, in effetti come “ultrasinistro” potrei quasi essere d’accordo…:)

      “..non c’è alcun bisogno di sparare cifre da 9 a 20 miliardi di euro, che significa spararle grosse per non ottenere niente, e poi fare le vittime..”

      Naturalmente condivido. D’altra parte, la tecnica di propaganda elettorale dei pentastellati è quella.
      Detto tra noi, facendo due conti, la cifra effettiva potrebbe addirittura superare (e di parecchio pure!) i 30 miliardi ipotizzati dal turco Fassina.

      P.S. Il tuo commento era finito in ‘moderazione’ in automatico… Non mi chiedere il motivo perché non ne ho la minima idea, ma mai vorrei privarmi delle tue osservazioni.

  11. Può essere che WordPress si sia messo a fare i capricci? Cmq ho pensato che avevi inserito la moderazione per evitare guerre sanguinose fra me, Bortocal e Il Ribelle, il quale in ogni caso avrebbe rivoltato il “reddito di cittadinanza” come un calzino, anzi l’avrebbe impallinato al tiro a segno olimpionico -:) Io, poi, preferisco la moderazione per una questione di tempo, per evitare orde di strunzfront o krillini o spam assortito, ma non so se poi alla fin dei conti ne valga la pena, sicuramente dissuade anche qualche onesto commentatore che però non ha voglia di lasciare la mail;
    molto brevemente, mi pare che “sinistrati” sia l’ennesima parolina da usare mediaticamente che non significa nulla per la sua estrema vaghezza e banalità, e quindi la lascio volentieri a LaRepubblica e al Giornale di famiglia;
    non sono contrario al reddito garantito,bisogna articolarlo bene, ma bisogna considerare anche che nell’insieme la spesa sociale italiana non è inferiore a quella degli altri paesi europei, e che esistono di fatto forme camuffate di reddito garantito, profuse spesso alla cazzodicane, ed è questo il vero inciampo; basta guardarsi intorno, faccio 2-3 esempi empirici:
    a) I finti matti che vanno al CIM e prendono 2-300 euro mensili, poi finisce che ogni tanto, per default, finiscono davvero in qualche TSO;
    b) I falsi invalidi, che non sono “diversamente abili”, si spacciano per cecati, si tagliano una mano, un braccio che penzola come nei film di zombie; svantaggi: spesso non possono guidare un auto, passeggiare senza bastone, e col tempo finiscono per diventare davvero invalidi nel ramo in cui si sono specializzati, e con tutti gli effetti collaterali che cascano insieme come una maledizione divina;
    c) I falsi lavori (Forestale, Protezione Civile, Croce Rossa, socialmente inutili, etc.);
    d) I prepensionati, dopo 10 anni di lavoro “alle Ferrovie” o all’ILVA, vengono mandati in pensione per 40 anni; molti rinunciano a trovare altri lavori (giustamente, chi cazzo glielo fa fare), altri lavoricchiano in nero in agricoltura o edilizia;
    e) I contadini, che ne sanno una più del diavolo su che cos’è l’assistenzialismo…
    Etc etc etc Senza moralismo, per carità. Ci sarà sempre un 10-20 % della popolazione, in qualsiasi regime sociale, che non ne vorrà sapere nulla delle regole dominanti. E gli antichi rimedi dei gulag, dei campi di lavoro, dei campi di concentramento, delle pesti bubboniche e delle guerre sembra terminato (ma non nell’immaginario) e sono diventati obsoleti e grossolani, così allo stesso tempo il progresso tecnologico e scientifico, la competizione economica, la distruzione creatrice distruggono ciclicamente milioni di posti di lavoro, o li trasferiscono in altre parti del globo. Un esempio banale: quando l’ILVA si chiamava Italsider, a Taranto lavoravano circa 40.000 operai (compreso mio padre!), la metà dei quali di ditte sub-appaltatrici che facevano i comodi propri (uno lavora, 10 ammirano l’avanzamento dei lavori); con i RIVA l’occupazione scese fino agli attuali 17000 (inclusi subappalti e indotto); con un vero risanamento ambientale e l’aggiornamento degli impianti si passerebbe a 8-9000 mila. Gli espulsi che faranno? Ah già, possono tornare ad allevare cozze e pascolare pecore (oltre i pre-pensionamenti, ovvio). Possono far aprire alla moglie l’ennesimo negozietto di oggettistica o di “acqua e sapone” che chiude nel giro di 1-2 anni…
    Ci vorrebbe un Gogol a raccontarci, davanti al caminetto, di quando trafficava in “anime morte”…

  12. Il Ribelle Says:

    Voglio inoltre segnalare un aspetto che forse è sfuggito. Tralasciando gli aspetti economici, pratici e realizzativi dove non vale neanche la pena approfondire oltre, io mi soffermerei sul fatto che, come riportato dai Fascisti Pentastellati, il reddito deve essere di “cittadinanza”, ovvero se sei italiano, magari evasore fiscale totale che dichiara zero euro annui, mafioso che opera nell’illegalità più assoluta allora ne hai diritto, se sei un lavoratore regolare immigrato che paga le tasse e viene licenziato puoi anche crepare di fame. Da qui viene fuori, ancora una volta, il razzismo ultra-nazionalista e becero del Grullo Parlante, che si alleerebbe con tutti, casapound in primis (lui stesso dichiarò: “mi sembra di parlare con un delegato M5S” rivolgendosi ad un fascista di CazzoPound) , pur di non fare accordi con la sinistra.

    Qualcuno mi dovrebbe spiegare la differenza tra Casapound ed il M5S, portano gli stessi temi, io non la riesco a vedere.

    Fra un pò quei cazzari pentastellati se ne usciranno con “il Mutuo Sociale”.

    Pure la tanto criticata Germania, fornisce la disoccupazione (e ci puoi vivere!) agli immigrati regolari, (altro che reddito di cittadinanza, tutte Stronzate!!! inventate in malafede…)

  13. @ Deadwarhols

    “..ho pensato che avevi inserito la moderazione per evitare guerre sanguinose fra me, Bortocal e Il Ribelle..”

    🙂 Scherzi?!? Io sono un esteta del conflitto… Mai ricorrerei a forme di moderazione preventiva.
    Finora non ho ricevuto bombardamenti massicci di spam, o scorrerie di orde di invasati; perciò, fintanto che dura, lascio le comunicazioni aperte.

    In linea di massima, come sempre capita con te, concordo con le tue riflessioni. Mi permetto solo un piccolo appunto per dire che, forse, per certe categorie le cose sono un pochino cambiate… Una cospicua fetta del personale della Protezione Civile e della Croce Rossa è reclutato su base volontaria; spesso si deve pagare anche la tutina di servizio. Negli attuali CIM (dei quali conosco molti operatori per amicizia e – 🙂 sarà bene precisare – non per questioni terapeutiche) è ormai piuttosto difficile farsi rilasciare perizie compiacenti e, per quello che ho visto, sono frequentati da psicotici veri…
    Ma queste mie pignolerie non inficiano la sostanza del tuo ragionamento che è drammaticamente veritiero, con nodi difficilmente risolvibili.

    @ Il Ribelle
    Qui purtroppo devo “correggere” la tua obiezione…
    Secondo la bozza di legge presentata dai pentastellati, il “reddito di cittadinanza” è esteso praticamente a chiunque.
    Basta leggere l’Art.2 del ddl attualmente depositato al Senato:

    Ai fini dell’accesso al reddito di cittadinanza di cui alla presente legge si intende per:
    a) reddito di cittadinanza: l’insieme delle misure volte al sostegno al reddito per tutti i soggetti residenti sul territorio nazionale che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà come definita alla lettera d) al fine di garantire la pari dignità sociale e la partecipazione al progresso della nazione;
    b) beneficiario: qualunque soggetto in possesso dei requisiti previsti dalla presente legge per il diritto del reddito di cittadinanza;

    Nonché all’Art.4 circa i “beneficiari e requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso al reddito di cittadinanza”:

    Hanno diritto a richiedere e percepire il reddito di cittadinanza tutti i soggetti che alla data di entrata in vigore della presente legge hanno compiuto i diciotto anni di età, sono residenti sul territorio nazionale, percepiscono un reddito netto annuo inferiore ad euro 7200 netti ovvero appartengono ad un nucleo familiare il cui reddito è inferiore ai valori indicati nella tabella di cui all’allegato 1 della presente legge e che sono compresi in una delle seguenti categorie:

    a) soggetti in possesso di cittadinanza italiana;

    b) soggetti aventi cittadinanza estera, residenti da almeno due anni in territorio italiano, che dimostrano di aver lavorato in Italia nell’ultimo biennio per un numero di ore pari o superiore a 1000 ovvero essere stati titolari di un reddito netto pari o superiore a 6000 euro complessivi percepiti nei due anni precedenti a quello della fruizione dei benefici di cui alla presente legge;

    c) il Governo è delegato all’emanazione di un decreto che preveda la stipula di convenzioni con altri Stati al fine di verificare se i richiedenti siano attualmente beneficiari di altri redditi nei paesi di origine o, qualora di cittadinanza italiana, in paesi esteri.

    Il problema non sono affatto le limitazioni all’accesso, ma un’estensione praticamente illimitata ed universale del sussidio.
    E questa è demagogia da tribuni della plebe nella tarda Respublica.

    • Il Ribelle Says:

      Ottimo. Grazie della precisazione.

      “Il problema ………un’estensione praticamente illimitata ed universale del sussidio.
      E questa è demagogia da tribuni della plebe nella tarda Respublica.”

      E su questo già convenivamo.

      Mi domando se il Guru Cazzaro sia al corrente che il “Reddito Di Cittadinanza”, viene esteso secondo il DDL dei suoi scagnozzi, anche agli odiati extracomunitari.

      Quando faceva i comizietti da Bar ha sempre parlato di cittadini italiani…e basta….

      Ma avendo fatto esperienza dei diverbi circa “il Reato di Clandestinità”….mi torna che qualche eletto abbia idee diverse dal Capo.

      E sarei pronto a scommettere…che se mai dovessse concretizzarsi….il Guru Cazzaro sarebbe pronto a correggere il tiro….

      Per adesso gli va bene così no….altrimenti farebbe scappare qualche sinistrato…

  14. fra l’altro a febbraio Grillo (o Casaleggio, vabbe’) scrisse:
    “Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch’essi dalle tasse. È una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.”
    (http://www.beppegrillo.it/2013/02/gli_italiani_non_votano_mai_a_caso.html#commenti);
    qui un commento divertente (e allarmato) ; http://www.valigiablu.it/grilloeconomics-e-i-conti-della-serva-che-non-tornano-mai/

    Ormai siamo nel regno della fuffo-economia -:) , che giustamente fa il paio con scie chimiche e biowashball!

  15. Il Ribelle Says:

    La premiata ditta Grillo-Casaleggio, dovrebbe spiegarci dove va a prendere i soldi del Reddito di Cittadinanza (che nessuno mi toglierà dalla testa che nella testa dei due merdosi, “di cittadinanza” è legato all’italianità altrimenti non avrebbe senso chiamarlo così….) se non dalle tasse o da tagli di spesa pubblica (gli F-35 non centrano nulla, per intenderci).

    Inoltre:

    http://www.huffingtonpost.it/2013/11/13/reddito-di-cittadinanza-m5s-malumore-casaleggio-attivisti-elevare-soglia-mille-euro_n_4265197.html?utm_hp_ref=italy&ir=Italy

    Riporto un passaggio:

    “Perché a molti attivisti non piace affatto che la proposta riguardi anche i cittadini stranieri residenti da due anni nel nostro paese.
    …È netto Luigi Vigliotta: “Se è reddito di cittadinanza, non vedo perché stranieri residenti in italia da 2 anni lo possono avere, ritengo che debba essere rivolto ai soli cittadini italiani….”

    E’ un movimento pieno di fascisti: non accetterebbero mai di farne beneficiare anche gli stranieri.

    Divertente senitre i parlamentari M5S che dicono: “se la rete lo vorrà portare a 1000 euro …lo porteremo”.

    Sembra di vedere un puntata di Star Trek (TOS) dove si incontravano le specie primitive che veneravano le macchine come fossero dei…

    Questi vivono sulla luna ci porteranno allo sfascio, quello vero, quello dove quando andrai negli ospedali li troverai chiusi….

  16. Bah… Grillo dice tutto ed il contrario di tutto; ciò che afferma categoricamente oggi, smentisce nettamente domani, per ripeterlo dopodomani. Siamo in pieno delirio schizofrenico di personalità… E’ merce avariata, che ha abbondantemente superato la data di scadenza. Altri sei mesi e il tanfo sarà inconfondibile.

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