UNITED BOMBER

Hellblazer - Pandemonium

Qualcuno di voi si ricorda del sig. Iyad Allawi?
Fondatore della Intesa Nazionale Irachena, sedicente capo dell’opposizione democratica in esilio, è stato l’inutile idiota pescato dalla CIA e sponsorizzato dal Dipartimento di Stato statunitense, per rappresentare quella solida democrazia che è l’Iraq pacificato dal dopo-invasione.
Peraltro si trattava di un uomo di paglia di seconda scelta, giacché inizialmente tutte le preferenze erano state accordate a tale Ahmed Chalabi ed al suo fantomatico Congresso Nazionale Iracheno (INC), la cui influenza e radicamento nella realtà irachena era tale quanto un pinguino può essere rappresentativo della fauna sub-sahariana.
Ahmed Chalabi Accreditatissimo presso l’amministrazione Bush, viene presentato come un eroe della democrazia (secondo il modello petrolifero-coloniale dei neocon) e definito contro ogni sprezzo del ridicolo il “George Washington dell’Iraq”, aggiungendo la farsa alla tragedia. Chalabi è in realtà un noto bancarottiere, truffatore internazionale, nonché mitomane conclamato, doppiogiochista e sospetto spione al soldo degli ayatollah iraniani, senza alcun seguito politico o legame con l’opposizione anti-saddamita in Iraq. Al contempo, l’INC è una protuberanza personale del furbo avventuriero levantino, che la usa per rastrellare (e mettersi in tasca) le decine di milioni di dollari destinati alla ricostruzione nel dopoguerra iracheno. Verrà subito nominato Ministro del Petrolio dai “Liberatori”, nel nuovo Iraq trasformato in colonia da estrazione.
IraqiFreedom-XD’altronde, Ahmed Chalabi è stato anche colui che ha prodotto le prove ‘inoppugnabili’ sui legami del regime laico ed ultra-nazionalista dei baathisti di Bagdhad con gli integralisti transnazionali di Al-Quaeda. Più facile che un cobra e una mangusta convivano insieme nella stessa tana. Altresì, sempre Chalabi è la fonte ‘incontrovertibile’ che a suo tempo fornì le Colin Powellcartucce esplosive alla famosa “smoking gun”, creando la strampalata favoletta sui laboratori mobili per la produzione delle “armi di distruzione di massa”, montati dagli iracheni su tir in movimento, ed esposta al Consiglio di sicurezza dell’ONU con dovizia di particolari (05/02/93) da un Colin Powell senza alcuna ombra di imbarazzo.
Adesso, con dieci anni di distanza e di guerre infinite che dallo scacchiere mediorientale si trascinano senza soluzione di causa tra gli altipiani dell’Afghanistan e le valli dello Swat pakistano, la nuova amministrazione USA si prepara a trascinare nell’ennesimo conflitto una nazione che, con ogni evidenza, non riesce proprio a stare lontano dalla guerra.
Obiettivo di turno è la Siria dello stralunato Bashar al-Assad, nella convinzione che per alleviare le sofferenze della popolazione civile non ci sia niente di meglio che innaffiarla con una pioggia di bombe.
if you don't come to democracySe le motivazioni e le manovre che nel 2003 portarono alla seconda Guerra del Golfo furono oggetto di critiche serrate, l’operazione condotta all’epoca dall’amministrazione Bush rischia di apparire addirittura un capolavoro politico e diplomatico, a paragone della raffazzonatissima strategia messa frettolosamente in piedi da O’Banana e dai bravi ragazzi del suo groupthink, dopo i conclamati successi in Libia ed Egitto.
Il mio amico GheddafiIl contestatissimo Bush jr, in flagrante violazione delle disposizioni ONU, riuscì comunque a mettere insieme una “coalizione di volenterosi” con una cinquantina di paesi compiacenti.
O'BananaIl presidente “Hope & Change”, premio Nobel alle intenzioni per la pace, e attuale commander in chief della nazione più guerrafondaia del pianeta si accinge ad attaccare la Siria, ovviamente senza mandato ONU, con l’apporto delle due principali ex potenze coloniali della regione: una recalcitrante Gran Bretagna e la fanfaronesca Francia del ‘socialista’ Hollande.
Inoltre, l’intervento militare è fortissimamente caldeggiato da noti baluardi democratici, oltremodo famosi per la difesa dei diritti umani, come quel campione della laicità e della libertà religiosa che è l’Arabia Saudita. All’atto pratico, i diretti beneficiari dell’attacco saranno i simpatici tagliagole barbuti delle formazioni salafite: gli affidabili “ribelli” che combattono per l’instaurazione della sharia e si dedicano alla caccia delle minoranze (a partire dai cristiani) in tutti i territori ‘liberati’, che finora ci hanno deliziato col solito corollario di decapitazioni, mutilazione dei prigionieri, e (davvero ci mancavano!) atti di cannibalismo immortalati nei loro filmini amatoriali orgogliosamente caricati su internet.
L’America dei neocon, traumatizzata dagli attentati del 9/11, pensò comunque di dover fornire le “prove” a legittimazione del proprio intervento armato, spendendosi nella pantomima dei mobile production facilities for WMD all’ONU.
O’Banana ed il suo staff invece si guardano bene dal presentare, e tanto meno dall’esporre pubblicamente, le indiscutibili informazioni sull’uso indiscriminato di armi chimiche da parte del famigerato regime siriano. In tal modo non si corre il rischio di venire smentiti, o di fare incresciose figure come quella fatta all’epoca dallo zelante Colin Powell.
Nel 2013 come nel 2003, il referente naturale dell’amministrazione USA è un evanescente “Consiglio” dell’opposizione in esilio, di cui non si sa assolutamente nulla e di cui si ignorano totalmente gli interlocutori e le reali influenze.
democracy coming soonSarà meglio invece sorvolare sulle ipocrite giustificazioni all’ennesima “guerra umanitaria”. La motivazione ufficiale con la quale O’Banana sta cercando di ammansire un’opinione pubblica sempre più scettica, in soldoni, è: “in Siria è stata violata la linea rossa con l’uso delle armi chimiche”. A dire il vero, finora l’uso conclamato dei gas asfissianti è stato attribuito con una certa soglia di sicurezza ai sedicenti “ribelli”, che in Afghanistan ed in Iraq vengono chiamati “terroristi” ma che in Siria tornano utili come i talebani nella guerra contro i sovietici. La cosiddetta “linea rossa” era già stata violata a maggio, senza che l’amministrazione USA si sia impensierita troppo: non era il sanguinario regime di Assad ad aver premuto il bottone e dunque tanto valeva fare finta di nulla. Del resto, era già avvenuto nel 2009, quando Tsahal non si faceva certo remore ad usare il fosforo bianco su Gaza (la città più densamente affollata al mondo); tra gli obiettivi, la scuola dove aveva sede l’agenzia ONU per i rifugiati ed il principale ospedale della città. All’epoca gli USA intervennero eccome, con assoluta prontezza, per mettere il veto ad ogni risoluzione di condanna per i crimini di guerra perpetrati dal comando militare israeliano.
D’altra parte, armi chimiche sono state utilizzate dallo USArmy durante la cosiddetta battaglia di Falluja. Proiettili all’uranio impoverito (il miglior modo per liberarsi delle scorie radioattive) sono stati sparacchiati senza riserva un po’ ovunque: dalla Bosnia al Kosovo, e per tutto l’Iraq.
Su quali presupposti etici, il Paese che detiene il più grande arsenale di armi chimiche e batteriologiche del pianeta; l’unico che abbia mai usato la bomba atomica, nuclearizzando un paio di città; lo stesso che ha scaricato tonnellate di Napalm sui villaggi vietnamiti, inondando le campagne con il famigerato Agente Orange… si permetta di ergersi a giudice morale è cosa ben curiosa. In quanto a crimini di guerra, la più grande democrazia del mondo li ha perpetrati praticamente tutti, nella più assoluta impunità.
VietnamI tentennamenti di Obama, che si è infilato da solo in un cul-de-sac coi controfiocchi, sono stati sprezzantemente liquidati da un certo Bill Clinton come “vigliaccheria”. È certo prova di grande coraggio invece lanciare missili dal largo delle coste siriane, in acque internazionali, mentre si sta al sicuro a migliaia di chilometri dal teatro delle operazioni. Mr Clinton è lo stesso presidente (“democratico”) che nel 1998 i missili li lanciò su un deposito di medicinali in Sudan, scambiato per una fabbrica di armi chimiche, a dimostrazione di una politica particolarmente intelligente e coraggiosa.
Attualmente il problema si chiama Iran, divenuto senza colpo ferire una macropotenza regionale, dopo la scomparsa dei suoi principali nemici alle frontiere: l’Iraq di Saddam Hussein ad ovest ed il regime feudale dei talebani in Afghanistan, per provvidenziale intervento USA su entrambe i fronti di guerra. Abbattere il regime degli Assad in Siria, priverebbe Teheran di un prezioso alleato e ne ridimensionerebbe l’influenza nella regione, rassicurando i falchi della destra israeliana.
Insomma, parlare a nuora (Siria) affinché suocera (Iran) intenda . In fondo è da oltre un decennio che al Pentagono si studia una possibile guerra con gli eredi di Serse… Oramai non se ne fa mistero neppure nell’industria dell’intrattenimento: da film come “300” a videogame come “Battlefield”.
Battlefield 3La scomparsa di uno dei pochi stati laici del Medio Oriente, con la creazione dell’ennesima ierocrazia di ispirazione wahabita, dove scorrazzano indisturbati gruppi di jihadisti armati fino ai denti che premono contro il fragilissimo Libano, e si incuneano nel bel mezzo di Stati amici come la Giordania ed Israele, con l’Egitto ridotto ad una polveriera pronta ad esplodere, denota invece una lungimiranza fuori dal comune. Straordinaria se si pensa che per ottenere l’eccezionale risultato, si vanno a pestare i piedi pure a superpotenze come la Russia e la Cina, irrompendo a suon di bombe in un paese da sempre sotto la loro influenza geopolitica.
Ma oramai Mr President mica può perdere la faccia. E dunque comincino i fuochi d’artificio!

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11 Risposte a “UNITED BOMBER”

  1. in un certo senso, Mr.President O’Banana ha un budget da spendere, un complesso militare-industriale da accontentare, delle armi da sperimentare e rinnovare, una geopolitica traballante da tener in piedi, e da qualche parte ogni due anni deve pur sparacchiare – le dure responsabilità dell’Impero!

  2. Il Ribelle Says:

    Giusto per dare un contributo su questioni talmente tanto complesse dove non mi permetto di commentare ma solo di ascoltare con estemo interesse,

    Sottolineo:

    “Proiettili all’uranio impoverito (il miglior modo per liberarsi delle scorie radioattive)”

    E tutti coloro che sostengono il contrario, o sono ignoranti o sono in malafede. Un crimine ambientale ed un motivo in più per essere contrario alle tecnologie nucleari a fissione.

    • …e un crimine di guerra: che senso ha impiegare il “depleted uranium” contro vecchi T-62 (come in Iraq) o APC dalla corazzatura leggera come i BTR-70 ed i BMP (Kosovo e Iraq), quando per forarne la blindatura basta un convenzionale calibro 50 o il normale munizionamento anti-carro a punta cava?!? Non parliamo poi quando questo viene usato direttamente sulla truppa.

      • Il Ribelle Says:

        “…e un crimine di guerra”

        Assolutamente si.

        “che senso ha impiegare il “depleted uranium” contro vecchi T-62 (come in Iraq) o APC dalla corazzatura leggera come i BTR-70 ed i BMP (Kosovo e Iraq), quando per forarne la blindatura basta un convenzionale calibro 50 o il normale munizionamento anti-carro a punta cava?!?”

        Caspita…ma da dove ti viene tutta ‘sta conoscenza bellica? Non è roba che si impara negli studi convinzionali

        • Sono persona dagli infiniti interessi..:)
          Diciamo che qualcosina nell’Esercito ho imparato… E poi ogni tanto gioco anch’io con la playstation..:D

          • Il Ribelle Says:

            “E poi ogni tanto gioco anch’io con la playstation..:D”

            Non me ne volere…io ho la XBox-360…a suo tempo “Fallout 3” stava solo su X-Box (non c’era la PS3). E il gusto artistico di vagare per le lande desolate di Washington DC devastate dalle esplosioni nucleari non ha prezzo…a proposito…secondo me anche a Casal-Taleggio piace ammirare l’eccitante panorama marziano di terre annientate dall’atomica….il Dr. Stranamore è un dilettante al confronto di Casal-Taleggio….

  3. @ RIBELLE

    Fallout New Vegas” era incluso nella PS3 (che mi hanno regalato)…
    Sinceramente, per i miei gusti, l’ho trovato molto deludente: di una lentezza esasperante; più potenzi l’equipaggiamento e le armi, più i movimenti del personaggio rallentano: i movimenti si fanno legnosi, il protagonista non può correre. E per raggiungere un punto e l’altro dell’infinita mappa, ti tocca… camminare! poiché non hai alcun mezzo a disposizione: 20 minuti di passeggiata su un’autostrada deserta a sparare contro scorpioni mutanti, scoglionano anche un tipo paziente come me..:)
    Deludente è soprattutto l’A.I. degli avversari: nessuna strategia di combattimento, nessuna logica negli attacchi… ti vengono addosso ad ondate, completamente allo scoperto e senza risentire dei colpi: il che va bene con gli zombies di Resident Evil (che a me manco piace), ma sono frustranti se cerchi di abbozzare uno straccio di strategia.

    D’altronde io sono affezionato agli “sparatutto”: devoto alle serie adrenaliniche ed alle simulazioni belliche iper-realiste come “Call of Duty” (con la straordinaria saga fascistoide di “Modern Warfare”) e “Battlefield”. In secondo luogo, le mie preferenze vanno ad “Hitman” e “Max Payne”, con i loro percorsi e missioni meno dispersive di giochi come “Assassin’s Creed” o “GTA”. Perché avere a disposizione spazi immensi da esplorare e dove interagire, può essere divertente ma fino ad un certo punto.

    😉 Per la grafica, i fondali, ed i paesaggi post-atomici, a parte la ripetitività del gioco, “Hokuto Musou” merita, ma solo se si è dei fanatici di Ken il Guerriero..!

    • Il Ribelle Says:

      “Per la grafica, i fondali, ed i paesaggi post-atomici, a parte la ripetitività del gioco, “Hokuto Musou” merita, ma solo se si è dei fanatici di Ken il Guerriero..!”

      Me lo compro! Dove c’è devastazione nuclare e contaminazione radioattiva non posso mancare…

      Però aspetta un attimo…“Fallout New Vegas” è una porcata l’ho buttato al secchio dopo 5 minuti di gioco…hai provato “Fallout 3” su PS3? secondo me è fantastico…e solo la prima volta “cammini” appena arrivi su un posto, poi ci puoi tornare quando vuoi senza camminare…non potrei mai dimenticare “Megaton” la città post-atomica dove al centro trovi un ordigno atomico inesploso (che io ho provveduto a far detonare) con tanto di Grillini post-atomici che venerano la bomba come fosse un Beppe Grillo (come fosse un Dio).

  4. Il Ribelle Says:

    A proposito hai visto il capolavoro di Nicholas Meyer “The Day After” (secondo me è un capolavoro, anche se molti critici non sono d’accordo). La procedura e la sequenza di lancio degli ICBM americani è rigorosa. Le immagini con gli ICBM che escono dai silos sono reali, di lanci reali.

    L’inquietudine che ti lascia alla fine è allucinante, ti devasta, se si pensa che lo scenario proposto dal film è assolutamente possibile…basterebbe solo qualche matto che arrivasse al potere in qualche nazione armata con l’atomica…

    • “..hai provato “Fallout 3″ su PS3? secondo me è fantastico..”

      Colgo il suggerimento al volo e appena finisco di accoppare orde di confederati fanatici in “Call of Juarez” me lo procuro!

      Ti confesso invece che non amo troppo il filone apocalittico: il mondo fa già abbastanza schifo al naturale, per dovermi immaginare qualcosa di gran lunga peggiore…!
      Per dire, dei filoni post-atomici apprezzo opere come il ciclo di “Mad Max” (di cui dovrebbe uscire il videogame il prox anno!), ma le distruzioni di massa mi intristiscono… Figurati quindi quanto posso apprezzare le apocalissi annunciate da Grillo e la sua setta di invasati!
      Comunque sì, ho visto “The day after”, che secondo me resta uno dei più riusciti manifesti contro la follia nucleare.

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