Repressione è Civiltà
Passano gli anni, ma certe abitudini proprio non cambiano… Incapaci di gestire le tensioni sociali, impermeabili alla discussione, sono allergici all’idea stessa che possa esistere una qualche forma di dissenso. Disagio giovanile, disoccupazione cronica, nuove povertà, immobilismo sociale, crisi di rappresentatività, emarginazione e questione generazionale… tutto si riduce ad un problema di ordine pubblico, circoscritta ad emergenza securitaria, nella negazione ostinata e boriosa di ogni altra ragione o riconoscimento; ben attenti a non diffondere il contagio. La società, fuori dai mutualismi clientelari del potere, è potenzialmente qualcosa di criminale e dunque da controllare. Il dialogo è debolezza. Il confronto è sempre qualcosa di meramente muscolare, funzionale a rinsaldare i rapporti di forza.
Dinanzi agli effetti devastanti di una crisi (questa sì) davvero epocale, non conoscono altre parole che non siano: censura; leggi speciali; schedature di massa; rastrellamenti; arresti preventivi…
Dai tempi di Bava Beccaris, ripropongono sempre la stessa ricetta: REPRESSIONE.
L’avevamo già allegato in passato [QUI] ma la visione meritava di essere riproposta.
20 dicembre 2010 a 04:33
Hai dubbi?
Eccezionale Gian Maria Volontè!
20 dicembre 2010 a 13:20
Sì è proprio puzza di fascismo. La si sente da lontano un miglio!
20 dicembre 2010 a 16:48
Mai avuto alcun dubbio sulla questione.
21 dicembre 2010 a 02:39
Ciao, dopo aver letto questo post di Beppe Grillo, mi è parso che calzasse a pennello col tema in discussione:
Il blog è entrato in possesso del contenuto di una seduta spiritica (vera o presunta) tenuta dal medium Marcello Dell’Utri in cui è stato evocato lo spirito di Benito Mussolini.
“Che cosa è questo nuovo fascismo contro il quale si accaniscono, dico io giustamente, i nemici vecchi e nuovi? Sia concesso a me che ho l’orgoglio di averlo lanciato nel mondo di rispondere a questa domanda. Parliamo schietto: il mio fascismo con questo nulla ha a che vedere, come un originale con la sua caricatura. Il mio governo ebbe Gentile e questo la Gelmini, Bottai e questo l’efebo e molliccio Bondi, più larva che uomo, un verme che mai avrebbe affrontato un cerchio di fuoco. Balbo fu magnifico ministro dell’aviazione a trentatrè anni, realizzò la prima trasvolata atlantica con una squadra aerea, gli è dedicata una strada a New York. Oggi sarebbe precario o commesso in un grande magazzino. I morti in camicia nera non possono difendersi da Fini, detto fascisticamente “er caghetta” per lo spirito pugnace che ha sempre dimostrato o dalla rappresentazione immonda e ciarlatanesca di un La Russa. I miei errori non giustificano questo ludibrio. Il fascismo è stato meglio e peggio di tutto questo. Il fascismo con i suoi errori e orrori è morto con me. Io sono stato appeso in una piazza di Milano, non lontano dalla sala di Piazza San Sepolcro dove gettai le basi della mia costruzione ideale. Lasciatemi in pace. Chi mi rappresenta in questi tempi è un traditore, un millantatore, un mafioso, un massone. Il prefetto Mori sparò ai mafiosi che siedono adesso con Berlusconi in Parlamento. Quale differenza esiste tra una dittatura palese, quella fascista, e una occulta, ma solo per chi non vuol vedere, quella plutomafiomassonica in cui vivete? Non cadde dalle mie tasche neppure un soldo mentre ero a testa in giù a piazzale Loreto insieme a Claretta Petacci, che era la mia favorita, ma in virtù di questo non divenne mai ministro. L’uomo più ricco d’Italia è diventato il vostro padrone. Fui socialista avanti di essere fascista e con il socialista Pietro Nenni divisi la galera prima di diventare Duce e far uccidere Matteotti. Se fossi vivo ora, comprerei ogni socialista, e tutti a un buon prezzo. Al posto di Matteotti dovrei fronteggiare Gianni De Michelis e Claudio Martelli. Le leggi razziali sono state il mio dono a Hitler, le basi ideologiche di un’alleanza infame. La xenofobia delle camice verdi ha sostituito il razzismo delle camice nere. La Storia si ripete. Era destino che l’Italia vivesse, dopo la tragedia della mia epoca, la farsa della vostra.”
21 dicembre 2010 a 16:05
Ad essere sincero, lo trovo un po’ troppo ammiccante, e molto più “mussoliniano” rispetto alle esigenze di ‘copione’, con tutta l’ambiguità di fondo che sembra caratterizzare il suo Autore, nell’autoreferenzialità del suo trasversalismo populista.
Ciò detto, alcuni passaggi sono quanto meno discutibili… il messaggio ha qualcosa di ibrido… Non so, ma non mi convince appieno.
21 dicembre 2010 a 19:53
Ciao, concordo in pieno con la tua analisi.
Con calza a pennello, mi riferivo principalmente al tema, perché il tuo post finisce col “dubbio” che si tratti di fascismo e la prima cosa che ho letto dopo il tuo post, è stato quello di Beppe, che guarda caso aveva lo stesso tema…
In merito al contenuto, ovviamente si addice più ad una pièce teatrale, che non ad un post di politica. Ma comunque, per quanto il risultato sia discutibile, l’idea certamente non è nuova e ci siano degli errori grossolani, che sconfinano nello sdoganamento, l’ho trovata una lettura divertente.
21 dicembre 2010 a 15:56
carissimo, il video ci calza a pennello (a parte che amo Volontè), pensavo di riproporlo anche nel mio blog. Sono davvero curiosa di vedere cosa succederà in questi due giorni, fra manganelli e botte.
21 dicembre 2010 a 16:11
Io una certa idea sugli sviluppi ce l’avrei… ma la tengo per me..:) Anche perché di sedicenti guru e apprendisti profeti in giro ce ne sono già troppi. Perciò è molto meglio partecipare, osservare, valutare e contribuire. D’altra parte penso ci sia moltissimo da imparare.