IL NEMICO ALLE PORTE

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , on 25 aprile 2024 by Sendivogius

Un noto scrittore, autore di una tetralogia in fieri su M capo del governo, in arte “duce”, a distanza di un secolo dall’ascesa del Mascellone in orbace, scrive un monologo (piuttosto basico), su un’altra M, presidente bonsai del consiglio, e sull’avvento al potere (evidentemente inteso come totalizzante) del partito che ne raccoglie il testimone in più che ideale continuità con l’originale, quale feticcio protettore ed ispiratore per eredità diretta e con ostentato orgoglio rivendicata. In fondo, è molto più di una biografia di famiglia…
Va da sé che il monologo impertinente non poteva che essere prontamente censurato, per lesa maestà dalla nuova EIAR; quindi svillaneggiato dalle azzimate squadracce di famigli e bastonatori in livrea al seguito, ai tempi cupi della Nazione ribollita nel brodo nero della reazione, a consumo di un pecoreccio revival fascio-sovranista di parodie mussoliniane e sagre strapaesane alla fiera nostalgica di Borgo Citrullo.
Il ché non risolve né esaurisce il problema, vista la naturale inclinazione genetica verso un passato che non passa. Sono “identitari”: ci tengono alle origini. Tutto il resto è a loro estraneo, perché ostile e al contempo incompatibile. Forse, molto ‘forse’, non saranno “nazisti nell’anima” (né una querela cambia la sostanza), ma di sicuro riesce loro impossibile pronunciare la parola “antifascista” e riconoscersi tali, con tutto quello che ne consegue per appartenenza su ovvia associazione, nell’esclusione di ciò che non si è.
Puoi anche provare a spiegarglielo in PILLOLE… non è che non capiscono. È che nel loro intimo, nel profondo delle appartenenze inconfessabili, resta più che concreto il sospetto siano proprio quella roba lì.
Cosa resta dunque della Festa di Liberazione (dal nazifascismo) in questo oscuro 2024 sconquassato da venti di guerra sempre più forti. A mal vedere, NIENTE!
È tutto da rifare; tutto da ricostruire. Più che mai Resistere. Oggi come allora, a mani nude in condizioni difficilissime. C’è tantissimo da lavorare… nel pessimismo della ragione, ma sostenuti dall’ottimismo della volontà.

P.S. Un piccolo contributo for dumbies e finti tonti di regime, per ricordare (senza veli) il biennio nero dell’ennesima variante del fronte dei patrioti al governo della Nazzzione, quale sia l’ideologia che ne sottende la concezione del potere, e cosa cuoce dietro la crosta formale di facciata democratica sempre più friabile, con opportune correzioni per rendere l’impasto digeribile, senza inficiarne la sostanza…

«È in voga l’opinione abbastanza mainstream che non è il caso di rievocare il Fascismo nelle attuali contingenze politiche in Italia, perché quel movimento politico è nato e morto con Benito Mussolini. Fra i più solerti sostenitori di questa tesi si segnalano, fra gli altri, giornalisti insigni come Paolo Mieli e Marco Travaglio, i quali negano l’esistenza di una minaccia di stampo fascista alla democrazia italiana. Occorre chiarire alcuni punti e dissipare equivoci più o meno volontari.
È ovvio che non si ripresenteranno le adunate oceaniche in camicia nera, i discorsi littori dal balcone, le chiamate alle armi che contraddistinsero il Ventennio. In un secolo il mondo è stato stravolto dall’accelerazione portentosa delle scoperte scientifiche che hanno cambiato radicalmente il comune sentire e le sensibilità della gente.
Due guerre mondiali hanno segnato irrimediabilmente la sorte del pianeta, alle prese oggi con emergenze sconosciute – e purtroppo anche con drammi storici ben noti come le guerre – all’epoca in cui il fascismo mussoliniano arrivò al potere.
Nessuno sano di mente immagina di rivedere nelle strade una seconda marcia su Roma o di veder spuntare Giorgia Meloni in camicia nera che arringa le folle dal balcone di palazzo Chigi. Le vuote coreografie del fascismo storico, funzionali al messaggio imposto dal duce, sono consegnate definitivamente alla Storia.
Non lo è altrettanto purtroppo il complesso di disvalori e di pratiche antidemocratiche, né l’armamentario ideologico – nutrito di riti e sermoni, cerimonie e commemorazioni – sul quale Mussolini costruì il consenso attorno al regime e dentro il quale generazioni di italiani erano cresciute.
Populismo (Mussolini ne fu l’inventore e il massimo interprete), nazionalismo, sovranismo mescolati a pulsioni autoritarie e aggressive e alla violenza come pratica di governo unita alla repressione organizzata del dissenso (con corollario di migliaia di epurazioni, condanne al carcere e al confino inflitte agli oppositori politici) connotarono il regime. Di tutto questo arsenale antidemocratico cosa resta oggi nell’Italia a guida Giorgia Meloni?
Le tracce mi sembrano chiare ed evidenti. Pur nel quadro storico-politico che non assomiglia a quello che frantumò la fragile democrazia italiana liberale del primo Dopoguerra, persistono elementi distintivi di quello che fu il fascismo.
Il caso freschissimo della censura imposta allo scrittore Antoni Scurati, colpevole agli occhi della maggioranza di governo di difendere i valori dell’antifascismo e di aver osato inchiodare la premier Meloni al suo consolidato rifiuto di proclamarsi antifascista, è l’ultimo di molti soprassalti reazionari che hanno connotato il governo dell’ultradestra italiana.
Berlusconi col suo decreto bulgaro mise alla porta della Rai Santoro, Luttazzi e Biagi. Gli accoliti meloniani, inciampando in una pietra assai aguzza, hanno cancellato l’intervento di Scurati su Rai3 costringendo una Meloni furiosa per la loro grossolana gaffe ad una frettolosa e goffa retromarcia.
“Ma quale censura – ha dettato Giorgia – noi che le censure le abbiamo subite per decenni non censuriamo nessuno, neppure gli avversari politici”.
Falsi a parte – non c’è stata alcuna disputa sul compenso di Scurati, come sostenuto dal governo; è stata la stessa azienda, in un documento interno che sarebbe dovuto restare riservato, a parlare di “ragioni editoriali” alla base del siluro allo scrittore napoletano – l’effetto ottenuto è stato esattamente l’opposto di quello sperato dal governo.
Anziché silenziare l’intervento di Scurati, le parole nette dell’autore di “M. L’uomo del secolo” sono dilagate sulle emittenti televisive concorrenti della Rai, hanno riempito le pagine dei giornali e sono rimbalzate al di là dei confini patrii, incendiando polemiche roventi e provocando l’intervento di Bruxelles. Una Caporetto politico-mediatica che ha avuto se non altro il merito di riportare al centro dell’attenzione il tema del fascismo “che non esiste più”.
Sotto mentite spoglie, pudicamente ammantato di politically correct, il fascismo esiste ancora, eccome! L’occupazione manu militari della Rai, ossia del servizio pubblico, avviata dalla legge Gasparri, rafforzata dalla riforma dell’allora segretario del Pd e premier Matteo Renzi, trova nell’esecutivo Meloni il suo punto più alto e perfetto.
Non più lottizzazione fra i partiti ma sottomissione diretta all’esecutivo, senza neppure la mediazione (imperfetta ma meglio che nulla) del Parlamento. Neppure Berlusconi, proprietario di tre reti televisive ed occupante abusivo delle tre reti Rai, era arrivato a tanto.
Il progetto è chiaro. Chi controlla i media controlla gli elettori, già fiaccati da una legge elettorale che di fatto li priva della possibilità reale di scegliere i suoi rappresentanti. Non potendo immaginare un golpe, il pensiero unico è essenziale per la conservazione del potere. Meloni ne ha preso buona nota.
Ribadisco. Il fascismo è stato un coacervo violenza, fisica e spirituale, che ha costruito sé stesso sulla negazione dei diritti civili fondamentali (libertà di parola, di pensiero, di espressione, di voto), della libertà di associazione politica. Si è nutrito di un sovranismo spinto all’eccesso, di prevaricazione istituzionalizzata a danno di chiunque osteggiasse la dottrina mussoliniana, di repressione sistematica di ogni voce ostile al regime, di disprezzo conclamato per la democrazia, di ostracismo verso i diversi, si trattasse degli oppositori politici – marchiati come nemici dello Stato – e più tardi degli ebrei e degli antifascisti tout court.
Sintomi di un fascismo reviviscente si sono manifestati con sempre maggiore evidenza nell’anno e mezzo di governo meloniano. Malintesa italianità da difendere ad ogni costo e su qualunque fronte, talvolta incappando in ridicoli strafalcioni: la campagna del formaggio inaugurata da quel brillante intellettuale del ministro dell’agricoltura, il quale si è appena spinto a denunciare l’antifascismo come fabbrica di morte.
I manganelli adoperati con il plauso della premier contro inermi giovanissimi studenti di Pisa e de La Sapienza romana che avevano osato scendere in strada per protestare come la Costituzione consente: pacificamente e senz’armi.

Demolizione sistematica delle guarentigie di legge (un inedito assoluto da parte di un partito erede del MSI che ebbe la sua parola d‘ordine nello slogan: legge ed ordine) affidata ad un ex pm rivestito dei panni del Guardasigilli, preoccupato di sottrarre quanti più strumenti investigativi possibili e di coartare la libertà di azione delle procure.
Ancor più allarmante, il progetto di legge sul premierato svuoterebbe di contenuti la Costituzione repubblicana e antifascista e consegnerebbe al governo (nella speranza dei promotori, a Giorgia Meloni) il controllo sul Parlamento evirato e dunque sul Paese. Relegando il presidente della Repubblica al ruolo di notaio.
Via via che trascorrono i mesi il progetto potenzialmente eversivo della destra antidemocratica si precisa. Il corrivo ammiccare ai movimenti di estrema destra, lasciati liberi di manifestare col braccio teso nel saluto romano, indisturbati da parte delle forze dell’ordine così solerti nel bastonare gli studenti. La tolleranza verso il proliferare degli episodi di intolleranza e di violenza gratuita ai danni di omosessuali, homeless, militanti di sinistra; gli stupri di gruppo. Sono segnali di imbarbarimento che richiedono, questi sì, risposte ferme che viceversa il governo esita a dare.
Il governo viceversa piazza una bomba ad orologeria sotto la legge 194 (autorizzando le associazioni pro vita a mettere il naso nella libera determinazione della donna di interrompere la gravidanza), dimostrando una volta di più il suo disprezzo per il genere femminile.
È questo tutto ciò che Meloni, una donna, sa proporre per incentivare le nascite?’ Non sentite puzza di fascismo? Del fascismo 2.0, comunque ideologicamente e romanticamente legato al regime mussoliniano: o perlomeno dell’inedita (per l’Italia) produzione di un regime autoritario stile Ungheria di Orban.
La sempre ribadita fedeltà di Meloni al verbo atlantista a trazione Usa (vedi Ucraina) la garantisce da sgambetti di matrice internazionale ma non ne altera la vocazione autoritaria negli affari domestici. E infine, se davvero il fascismo è morto con Mussolini che senso ha invocare l’antifascismo? Forse è proprio ciò che vuole Meloni. Svuotare la parola antifascista del suo significato più vero e profondo. Attenti dunque a sostenere che il fascismo è morto

(Renzo Parodi – TPI)

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(181) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , on 30 marzo 2024 by Sendivogius

Classifica MARZO 2024”

E niente! Proprio non ce la fa ad elevarsi sopra il livello del Bagaglino: la dimensione culturale è quella; lo spessore pure. Al massimo, la pesciarola di Colle Oppio può aspirare alla sofisticata comicità di Pio e Amedeo, nell’Asilo Cretinetti riconvertito ad Opera Nazionale Balilla di ricollocamento camerati.
In pratica, ci troviamo dinanzi ad una sconcertante parodia post-papi-patriae, a mezzo tra un Gollum in tailleur ed un sorcio ossigenato, mentre ci trascina nella terza guerra mondiale con l’allegra brigata di incursori da divano (gentaglia che ha scoperto i soldatini a oltre 50 anni suonati), reggendo lo strascico della Contessa Von der Kulen: le gemelle diverse in libera uscita dal giardino dei nani. Almeno bruceremo ghignando.
E ci immoleranno per la photo opportunity con questo pagliaccio qua!
Che poi chi se lo aspettava che ci saremmo prostrati a prendere ordini pure da un guitto fallito in versione palestrata, che si è reinventato ‘condottiero’ (duce?) e caracolla con la lista della spesa per le cancellerie occidentali, pretendendo armi e miliardi come fossero un obolo dovuto, in perenne costume di scena per simulare il physique du rôle, mentre recita la parte su copione scritto da altri…
Perciò, in attesa di giocare alla guerra per davvero, continua la caccia dei nostri guerrieri della domenica e degli instancabili Cavalieri GEDI (i gazzettieri di Casa Agnelli, per la premiata ditta Stampa/Repubblica), alle famigerate infiltrazioni della propaganda russa, con qualche perdita illustre sul campo… Missing in action è Johnny l’Amerikano, il bombastico piazzista siculo di Little Italy, che per mesi ha cercato invano di lanciare l’impronunciabile neologismo di sua fresca invenzione “Putinversteher” (il contorcimento semantico di una mente disturbata), col quale riverniciare un’antica passione italica: le liste di proscrizione. Nella prassi diffusa, si può ritrovare tutto lo squallore, che circonfonde il malvezzo servile dei negri da cortile, con l’istituzione di agenzie governative per la sicurezza cognitiva (!), allo scopo di scovare le quinte colonne putiniane celate ovunque.
In pratica gli zombies atlantici di “Italia Viva” hanno ri-scoperto l’Inquisizione. E devono aver ritenuto che sia stata un’istituzione molto buona, tanto da essere riproposta in tutta la sua capillarità.
Ormai siamo all’istituzione del Ministero della Verità, in piena distopia orwelliana.
E come si conviene in ogni buon regime in fieri, ora è il turno dei libri di testo scolastici, che sarebbero anch’essi infettati dalle ingerenze putiniane, “con azioni di influenza e destabilizzazione politica e psicologica, per impiantare il seme anti-democratico attraverso organizzazioni non governative e sedicenti pacifisti”, perché adesso l’onnipotente e presente Putin, assurto ormai ad entità trascendente, scrive pure i manualetti didattici delle scuole medie. A questo la Spectre gli fa una sega!
E se a dirlo è l’ennesimo espertone (mitomane?) di turno, stavolta pescato dal pleonastico “Istituto Gino Germani”, ente privato di studi strategici, specializzato in corsi di formazione per presunti agenti segreti ed aspiranti tali, su segnalazione di un fantomatico gruppo di attiviste ucraine in Italia (a be’ allora!), si può ben esser certi su chi sia ad esercitare operazioni palesi e occulte di propaganda, reclutamento di agenti di influenza, inseriti in politica, media, università, aziende (leggi SBU), dopo l’annessione dell’Europa all’Ucraina.
Giusto a proposito di oggettività e spirito imparziale, il sedicente Istituto Gino Germani di Scienze Sociali si presenta così nelle pagine dedicate alla sua promozione…
Traete voi le conclusioni.
Del resto, questo è il paesucolo in cui un pugno di invasati paranoici e di zelanti imbecilli è stato capace di chiedere la messa al bando di Dostoevskij, quindi figuriamoci!
 Dinanzi all’Europa dei Sonnambuli e dei fanatici con lo scolapasta in testa, nel coma profondo della ragione, siamo ormai oltre il grottesco per entrare nel dramma surrealista, presi in ostaggio da un grumo infimo ed infame di gazzettieri in piena foia bellica, per spacciare qualche copia in più dei loro sordidi giornaletti padronali, dove ogni nano diventa uno statista ed ogni guerrafondaio prezzolato una “fonte autorevole”, mentre le voci critiche vengono silenziate su intimidazione e repressione (non siamo mica la Russia di Putin!), soffocate nella poltiglia indistinta dei tank-show, perché nulla deve disturbare la splendida corsa verso l’apocalisse dei troppi Dottor Strangelove in circolazione, mentre veniamo intossicati dai fumi di un crogiuolo dove cuocere a fuoco lento.

«Non fu solo la nascita del maccartismo a provocarmi, ma qualcosa che appariva molto più fatale e misterioso. Era il fatto che una campagna politica, obiettiva e riconoscibile fosse in grado di creare non soltanto terrore, ma una nuova realtà soggettiva, una vera mistica che stava assumendo a poco a poco addirittura una colorazione sacra. Che una causa così futile e meschina, asserita da uomini così palesemente ridicoli, potesse paralizzare la capacità di pensare, anzi di suscitare un tal cumulo di sentimenti ‘misteriosi’ mi colpì. Era come se il Paese fosse tornato in fasce, senza ricordare nemmeno certe elementari convenienze che uno o due anni prima nessuno avrebbe immaginato potessero modificarsi, non diciamo dimenticasi

Arthur Miller
“Il Crogiuolo “
Einaudi, 2015

Intanto a Gaza va tutto benissimo, dove la mitica Corte internazionale di Giustizia dell’Aia dinanzi alle reiterate violazioni dei diritti umani ed alle pratiche generalizzate di pulizia etnica, sfacciatamente consumate alla luce del sole in diretta streaming, affida al principale artefice di tali crimini la raccomandazione di prevenire eventuali atti di genocidio (!). Immaginatevi se un simile auspicio fosse stato riposto in personcine ragionevoli come Reinhard Heydrich, perché l’effetto è più o meno lo stesso.
Dunque che cosa potrebbe mancare all’unica democrazia in Medio Oriente, giusto a proposito di pratiche genocidarie?!?
Pulizia etnica, con deportazioni forzate, espropri, confisca e distruzione di beni privati, ce l’ho!
Negazione di ogni diritto di cittadinanza o tutela civile, in uno stato persistente di apartheid su costante minorazione giuridica, ce l’ho!
Arresti arbitrari, con detenzione illegale su negazione del diritto di difesa, nella formulazione aleatoria di capi di accusa generici e non dimostrati, ce l’ho!
Istituzioni di veri e propri ghetti sui quali esercitare il tiro a segno, con enclave separate e cinturate militarmente, sottoposte a legge marziale, ce l’ho!
Omicidi extragiudiziali e rappresaglie indiscriminate su punizione collettiva, ce h’ho!
Negazione del diritto alla salute, con sistematica distruzione delle infrastrutture sanitarie ed ospedaliere ce l’ho!
Disumanizzazione di un intero popolo, attraverso la negazione di ogni identità culturale, con la cancellazione dei siti e dei luoghi atti a tramandarne la memoria, insieme al ricorso a sistematiche politiche di sradicamento, ce lo!
Affamamento collettivo, ed uso della carestia indotta come arma di guerra e strumento di eradicazione, ce l’ho!
Cosa potrebbe ancora mancare?!? Le camere a gas, forse. Ma col tempo ci si può lavorare… Cosa non si tollera per certe “democrazie”.

Hit Parade del mese:

01. L’EIAR AI TEMPI DELLA NAZIONE

[11 Marzo.]

(ANONIMO, Coglione del mese)

02. L’ORDINE NUOVO

[13 Mar.] «Gli studenti minorenni che manifestano sono normalmente le avanguardie di quelli che facevano come i vostri nonni con le spranghe in mano. Così come Hamas mette donne e bambini davanti agli spari degli israeliani dicendo poi che hanno ucciso donne e bambini, lo stesso fate e avete sempre fatto voi!»
 (Romano La Russa, il fratello di Ignazio)

03. LEI È ANTIFASCISTA?

[23 Mar.] «Il concetto di ‘anti’ è un concetto che non mi ha mai convinto molto..»
 (Francesco Lollobrigida, una garanzia!)

04. DA ZERO A MITO!

[29 Mar.] «Io sono testosteronico da quando sono nato. Giocavo con le pistole a due anni. Ero molto “maschio”. Come le mie figlie sono molto “femmine”.»
 (Roberto Vannacci, il Supermaschione)

05. LA PERFETTA PADRONANZA DELLA LINGUA ITALIANA

[29 Mar.] «Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate.»
 (Giuseppe Valditara, ministro leghista della Pubblica Istruzione)

06. BLACK OPS

[24 Mar.] «In questi due anni e mezzo Kiev è stata e resta estranea a ogni logica terroristica.»
 (Marco Minniti, il Noske de ‘noantri)

07. FUORI COME UN CAVALLO

[29 Mar.] «Faccio uso di ketamanina nell’interesse degli investitori.»
 (Elon Musk, un tossico)

08. FACCIAMO CABARET

[23 Mar.] «Perché è cominciata così, l’antimafia di Decaro, sentite, questa è l’origine vera… bussa alla porta, entra bianco come un cencio, e mi dice: ‘Vedi che sono stato a Piazza San Pietro, e uno mi ha messo una pistola dietro la schiena’… non abbiamo mai saputo se era una pistola, o un dito molto duro.»
 (Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia)

09. LA FARSA LUCANA

[18 Mar.] «C’è proprio un’azione a far male, a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono uno che deve morire.»
 (Marcello Pittella, il fratello di Gianni)

10. OSTE PORTACI DA BERE!

[28 Mar.] «Quello antidroga sono pronto a farlo anche domani. Ma sull’alcol andiamoci piano. Una cosa è guidare ubriachi, una cosa è concederci uno spritz. Vengo dalla terra del prosecco. Mi fosse vietato potrei dimettermi: Churchill salvò l’Europa pasteggiando a champagne e con brandy come dopocena.»
 (Carlo Nordio, il Churchill di Grazia e Giustizia)

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LORDS OF WAR

Posted in Masters of Universe, Risiko! with tags , , , , on 11 marzo 2024 by Sendivogius

“La guerra a Gaza ha inflitto terribili sofferenze al popolo palestinese. Sono stati uccisi più di 30.000 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini. La sofferenza dei palestinesi è in cima ai miei pensieri.”

(Joseph R. Biden. 10/03/24)

Sarà per questo che da quando è cominciata l’invasione della Striscia di Gaza, con appunto la campagna di bombardamenti indiscriminati e devastazioni di massa su eccidio sistematico della popolazione (i famosi “animali umani” da sterminare), gli USA sotto la presidenza Biden abbiano rimpinguato gli arsenali di Tsahal con oltre 10.000 tonnellate di forniture militari, senza le quali sarebbe impossibile continuare la campagna di distruzione in atto. E lo hanno fatto stanziando svariate centinaia di milioni di dollari, pescati da 3,3 miliardi che gli USA versano annualmente ad Israele in termini di “assistenza militare”. Ma il pacchetto potrebbe essere innalzato a 21 miliardi di denaro pubblico da spendere in “aiuti”, come preannunciato dallo speaker repubblicano alla Camera: l’ultraconservatore iper-trumpiano Mike Johnson (al peggio non c’è mai fine). Le forniture comprendono un migliaio di bombe a caduta libera MK-82 da 500 libbre, insieme alle MK-84 da una tonnellata, 50.000 munizioni da 120 mm per i tank Merkawa e decine di migliaia di proiettili da 155 mm per obici d’artiglieria (compreso il munizionamento al fosforo bianco), che poi sono gli stessi piovuti sulla testa e nelle case dei palestinesi (quelli delle terribili sofferenze inflitte dalla “guerra”, assurta ad entità anonima), per i quali Potus tanto si strugge di dolore. Ne è talmente afflitto, che finora l’Amministrazione Biden, per assicurare il pronto trasferimento di armamenti con un costante ponte aereo di 45 aerei cargo, si è sentito in dovere di scavalcare lo stesso Congresso degli Stati Uniti, vista l’impellenza. Per questo ha secretato le transazioni di vendita (Foreign Military Sales), in deroga alla normativa di controllo prevista dall’Arms Export Control Act, senza alcun dibattito parlamentare e senza che il Congresso ne venisse informato; nonostante questi avesse già approvato un pubblico stanziamento di 260 milioni di dollari, in aggiunta all’accordo decennale da 38 miliardi di sovvenzioni per l’acquisto di attrezzature militari ed un ulteriore stanziamento di 5 miliardi di dollari per la difesa missilistica, stipulato nel 2016 da Obama presidente (il premio Nobel per la pace) e Biden come vice, col grazioso invio di dieci batterie a lanciatore multiplo e 800 missili intercettori con relative ricariche di scorta.
Evidentemente all’Afflitto l’abbuffata non sembrava ancora sufficiente. E infatti gli USA hanno sistematicamente posto il loro veto contro qualunque risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, per porre un argine al conflitto o condannare la ripetuta reiterazione delle stragi di civili e violazioni del diritto internazionale, salvo dolersene in pubblico secondo la collaudata pantomima del poliziotto buono e poliziotto cattivo. Con oltre il 70% di vendite, gli USA sono infatti il primo fornitore di armamenti ad Israele, nonché il più munifico trafficante di armi al mondo, ci sarebbe da aggiungere; a dimostrazione che le guerre fanno bene all’economia americana. Giusto a proposito di come nascono e di chi le alimenta…

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(180) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , on 25 febbraio 2024 by Sendivogius

Classifica FEBBRAIO 2024”

“O tu santo Manganello
tu patrono saggio e austero,
più che bomba e che coltello
coi nemici sei severo.
O tu santo Manganello
di nodosa quercia figlio
ver miracolo opri ognor,
se nell’ora del periglio
batti i vili e gli impostor.
Manganello, Manganello,
che rischiari ogni cervello,
sempre tu sarai sol quello
che il fascista adorerà.”

53.833.736 persone identificate durante il solo 2023, nell’ambito delle ordinarie operazioni di “controllo del territorio”; schedatura di massa di comuni cittadini e fotosegnalamento in occasione di manifestazioni o raduni (che siano la deposizione di un mazzo di fiori in luogo pubblico, l’esposizione di uno striscione di protesta sul proprio terrazzo, o esclamare “Viva l’Italia antifascista”), con inserimento delle generalità personali nel database dei Ministero dell’Interno, in assenza di qualsiasi azione penale o fattispecie concreta di reato.
Estensione della custodia cautelare negli istituti minorili per violazione della legge sugli stupefacenti, inserita tra le “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”.
10.000 persone detenute in più, oltre la capienza regolamentare delle carceri, con gravi carenze igienico-sanitarie delle strutture per sovraffollamento.
157 detenuti deceduti in regime detentivo durante il 2023 (dall’inizio del 2024 sono già 48 le morti in carcere), per non meglio specificate “cause naturali”, che vanno dal generico “malore” al “collasso” per arresto cardiocircolatorio, con l’ingiunzione del massimo riserbo per ragioni giudiziarie da parte dell’Autorità competente.
Revisione del reato di tortura, limitando le responsabilità di chi commette atti violenti ai soli casi nei quali vi sarebbe una intenzionalità specifica e reiterata nella condotta.
Contrazione della partecipanza attiva e pesanti limitazioni al diritto di sciopero, con estensione della precettazione d’urgenza a discrezione governativa.
Pestaggio legalizzato di studenti e repressione generalizzata delle proteste, con inasprimento delle sanzioni (contro gli studenti) e l’introduzione di “corsi di manifestazione per i ragazzi” a cura del Governo (!).
Divieto di manifestazione per “ragioni di moralità”.
Introduzione del DASPO interdittivo per quanti dovessero rilasciare dichiarazioni ritenute “politiche”, senza esplicita autorizzazione concordata, in trasmissioni del “servizio pubblico”, che non dovessero essere gradite alla maggioranza di governo (o a qualche ambasciatore straniero, che pretende di comandare a casa altrui).
Criminalizzazione sistematica di ogni forma di dissenso.
Per fortuna siamo nell’Italia della Meloni, mica nella Russia di Putin!

Hit Parade del mese:

01. STOP GENOCIDE!

[17 Feb.] «La Rai deve adeguatamente punire Ghali e vedremo come lo farà. Se potrà partecipare o no a Sanremo l’anno prossimo, lo deciderà la Rai, che comunque deve fare qualcosa. Quello che ha compiuto Ghali è l’atto più illiberale che ci sia perché ha fatto una cosa del genere senza alcun contraddittorio.
Che coraggiosi ‘sti partigiani: dicono la loro a 15 milioni di persone e poi se ne vanno. Così vediamo le sede Rai massacrate e l’ad Sergio sotto scorta. Se avessimo evitato quel cammeo di Ghali, probabilmente qualcosa di meno sarebbe successo e questi dei centri sociali non se la sarebbero presa così tanto con la Rai. Ghali dica quello che vuole dire in una canzone, come lo diremmo tutti. Visto che sono così bravi questi artisti, che lo dicano nelle canzoni..»
(Alessandro Morelli, immancabile nazi-leghista)

02. LA FUNZIONE DELL’INTELLETTUALE

[14 Feb.] «Non dedicherei mai una via alla scrittrice Michela Murgia, perché voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare.»
(Paolo Truzzu, un altro fascista)

03. SCHERZI A PARTE

[08 Feb.] «A Sanremo invitino Umberto Smaila per parlare delle foibe.»
(Ignazio La Russa, una garanzia!)

04. ECCO APPUNTO!

[09 Feb.] «Se ogni cinque anni dobbiamo avere un duce allora voglio essere io.»
(Stefano Bandecchi, Macchietta fascista)

05. MEGLIO LE CATENE CHE A CENA CON BOCCHINO!

[01 Feb.] «Di certo io con Ilaria Salis non ci andrei mai a cena insieme, è una che gira con il manganello retrattile nella borsa, va nelle manifestazioni a fare casino, è un’esagitata!»
(Italo Bocchino, il pacato garantista)

06. CARENZA D’AFFETTO

[10 Feb.] «Io registro molto consenso per il lavoro svolto e penso che le polemiche arrivino più da pezzettini di Parlamento in cerca di notorietà che dagli agricoltori. A Berlino, alla fiera più importante dell’ortofrutta mondiale, c’erano 493 imprenditori italiani e tanti volevano farsi la foto con me.»
(Francesco Lollobrigida, il Cognato d’Italia)

07. LO STATO DEL GIORNALISMO IN ITALIA (I)
L’ALTRA OPPOSIZIONE

[03 Feb.] «In quello spazio di sopravvivenza morale che rimane Rai3 intorno all’ora di cena, è tornato Pif.»
(Antonio Dipollina, fuori catalogo)

08. LO STATO DEL GIORNALISMO IN ITALIA (II)
LA NOTTE DEI MORTI DEMENTI

[13 Feb.] «Non è affatto vero che Biden è rimbambito.»
(Francesco Merlo, Lucidissimo pure lui)

09. LO STATO DEL GIORNALISMO IN ITALIA (III)
LA SPECTRE PUTINIANA

[13 Feb.] «Una convergenza di interessi fra Trump e Putin si salda a chi soffia sul fuoco della protesta dei trattori.»
(Massimo Franco, altro giornalaio)

10. COSE DELL’ALTRO MONDO

[15 Feb.] «Il dialogo tra Meloni e Schlein sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre, sembra incredibile, ma lo dobbiamo in gran parte al dibattito generato dalle dichiarazioni di Ghali e Dargen D’Amico.»
(Roberto Saviano, Prezzemolino)

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GENOCIDE

Posted in Kulturkampf, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , on 12 febbraio 2024 by Sendivogius

“Genocidio” è una gran brutta parola: non si usa, non si dice; né si nomina, se non quando conviene.
Al massimo lo si fa, ma poi lo si nega, contando sul silenzio-assenso dei volenterosi carnefici e degli ipocriti famuli al seguito con randello al fianco. Soprattutto, lo si definisce come altro, allontanando l’onta da sé, perché l’intenzione genocidiaria è sempre animata da solidissime motivazioni e granitiche certezze su principio di necessità presunta, per praticare ciò che il potenziale genocida sperticatamente nega ed in coscienza rimuove, nell’evidenza dell’atto che convintamente realizza.
Per questo esistono i custodi della neolingua, esperti nell’esercizio del bispensiero con cui ammansire le masse riottose, per ribaltamento di ciò che è “morale” e di ciò che con ogni evidenza non lo è. Funzionale all’elaborazione del processo cognitivo è la costante deformazione della realtà: quando è troppo aberrante da accettare, semplicemente la si rimuove, sostituendola con una narrazione più tollerabile per la propria coscienza.
Come ci si può infatti sentire responsabili, verso qualcosa di cui non si ammette nemmeno l’esistenza?

“Non è mai esistito qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti qui, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano.”
(Golda Meir, 15/06/1969)

Va da sé che il vero problema è costituito da coloro che il genocidio lo vedono, lo indicano, e magari lo denunciano pure! Il ché nel vero mondo alla rovescia è una cosa vergognosa. Perché non è carino, né educato, mostrare le nudità dei re. È irriguardoso, crea fastidiosi imbarazzi, e qualcuno potrebbe offendersi. E bisogna sempre guardarsi dal risentimento dei carnefici, soprattutto quando hanno l’esercito più morale del mondo e sono in missione per conto di Dio su contratto esclusivo; quindi si reputano sospesi da ogni altro giudizio umano, per diritto di elezione su privilegio divino.

David Ovadia, tiratore scelto dell’esercito più morale del mondo

Pertanto, non serve prevenire i genocidi. Meno che mai fermarli. Basta negarli e al contempo mazzolare chi, nonostante tutto, dinanzi al genocidio (potenziale o incrementale che sia) inorridisce, ricorrendo all’intimidazione sistematica, perché è assai più conveniente ingraziarsi chi il genocidio lo compie, piuttosto che coloro che lo subiscono. Soprattutto quando il genocida conta e può contraccambiare con golose prebende tanto zelo assolutorio…

“In merito a un’affermazione su Israele e Palestina fatta da un artista [l’Innominabile!] durante il Festival di Sanremo, l’Amministratore Delegato Roberto Sergio ha dichiarato questo: Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta. Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro Amministratore Delegato.”
(Mara Venier, 11/02/24)

E per i 30.000 abitanti di Gaza allegramente macellati no-stop, in quel mattatoio a cielo aperto che è diventata la Palestina, ‘sti GRANDISSIMI CAZZI!
Va da sé che i bambini non sono mica tutti uguali. Per questi non ci sarà mai (per loro fortuna!) un Gramellini con le sue smielate elegie pro-nazi, né una Carla Del Ponte sempre così solerte in ogni altra occasione col suo tribunale a corrente alternata. Evidentemente, per i palestinesi non ci sono giudici all’Aia.
Che poi i bambini (quelli che non esistono) venissero ammazzati a dozzine, meglio se nella più totale indifferenza, anche prima del fatidico 7 Ottobre, è qualcosa che non sfiora minimamente il nostro amministratore delegato. E che ciò rimanga impresso a fulgido esempio di come i loro telegiornali non diano la notizia, o semplicemente la ‘interpretino’ secondo discrezione; onde non disturbare la magnifica narrazione, che circonfonde le gloriose operazioni dell’esercito più morale del mondo. NOTA BENE: la visione delle immagini (oscurate a buon motivo) è vivamente raccomandata agli esportatori di democrazia, nonché ai bombardieri di libertà alla Parenzo. Restano invece categoricamente sconsigliate (molto più che ‘sconsigliate’) per chiunque altro!

Passare da servi compiacenti a complici, è stato un attimo!

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(179) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , on 31 gennaio 2024 by Sendivogius

Classifica GENNAIO 2024”

“Le sinistre e alcuni giornalisti cresciuti a champagne ci deridono, perché non perdiamo occasione per promuovere i nostri prodotti e ringraziare i nostri agricoltori, pescatori, artigiani e imprenditori. Del resto, nei loro salotti e nelle loro redazioni l’odore di letame non arriva.”

(Francesco Lollobrigida, 28/01/2024)

 Se non ci fosse già (non ci fa), bisognerebbe assolutamente crearlo. È il caso (umano) del mitico Lollo da Subiaco, il Cognato d’Italia che fa tenerezza, perché tutti in famiglia hanno almeno un parente così, non di rado acquisito, che svolge una fondamentale funzione sociale. Nella sua dimensione icastica costituisce infatti un rassicurante modello di paragone, fungendo da naturale misuratore di imbecillità interna al nucleo famigliare; agisce beneficamente sull’autostima di ciascun membro, poiché al confronto anche il più coglione dell’intero parentado potrà sentirsi intrinsecamente migliore. Certo a nessuno verrebbe mai in mente di affidare ad un tale campione qualsivoglia ruolo di rilievo. Ma si sa, quando il materiale a disposizione scarseggia, le vie della provvidenza sono infinite.
E il nostro imperturbabile eroe, nonostante l’agguerritissima concorrenza, possiede quel quid in più che fa la differenza, offrendo una straordinaria confutazione pratica delle tre tipologie inferenziali, a suo tempo postulate dall’immenso Umberto Eco, per illustrare la categoria:

«Dunque. Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti.
Essere imbecille è più complesso. È un comportamento sociale. L’imbecille è quello che parla sempre fuori del bicchiere….
Lui vuole parlare di quello che c’è nel bicchiere, ma com’è come non è, parla fuori. Se vuole, in termini comuni, è quello che fa la gaffe, che domanda come sta la sua bella signora al tipo che è stato appena abbandonato dalla moglie….
L’imbecille è molto richiesto, specie nelle occasioni mondane. Mette tutti in imbarazzo, ma poi offre occasioni di commento. Nella sua forma positiva, diventa diplomatico. Parla fuori del bicchiere quando la gaffe l’hanno fatta gli altri, fa deviare i discorsi.
L’imbecille non dice che il gatto abbaia, parla del gatto quando gli altri parlano del cane. Sbaglia le regole di conversazione e quando sbaglia bene è sublime. Credo che sia una razza in via di estinzione, è un portatore di virtù eminentemente borghesi….
L’imbecille è Gioacchino Murat che passa in rassegna i suoi ufficiali e ne vede uno, decoratissimo, della Martinica. “Vous étes nègre?” gli domanda. E quello: “Oui mon général!” E Murat: “Bravò, bravò, continuez!” E via

Notoriamente, prima di essere promosso a ministro per imperscrutabili meriti di famiglia (ha sposato la sorella dell’altra Piccola Fiammiferaia cresciuta a pane e cicoria), il mitologico Lollo, laurea telematica conseguita alla tenera età di 42 anni nell’università privata di Bandecchi (l’energumeno facenti feci di sindaco a Terni), una vita da “consigliere” e neanche un giorno di lavoro, sopravviveva vendendo fazzoletti usati ai semafori dei bassifondi della città, conducendo una vita di stenti e miseria, laggiù nella fogna eletta a proprio domicilio. Da lì l’inconfondibile profumo, che accompagna il nostro eroe e tutti gli altri miserabili da romanzo (noir) come lui.
E poverino non è neanche il peggiore della compagnia. Lui è quello che dinanzi ad una donna incatenata mani e piedi (manco fosse Hannibal Lecter!), mentre viene trascinata a guinzaglio in un aula di tribunale, attorniata da unità speciali in tenuta d’assalto, non esprime giudizi perché deve guardare meglio le immagini per farsi un’idea sua. Non gli era chiaro il concetto.
Sempre meglio del Presidente del Senato della Repubblica, per il quale (e non solo lui) l’incatenamento dei “prigionieri” con la messa a guinzaglio sono prassi ordinaria anche in Italia, sfuggendogli il fondamentale dettaglio che no, viene considerato dal nostro ordinamento una grave violazione di diritto (succede nelle democrazie), e che la mancata denuncia costituisce un’omissione di reato (ancor più grave se l’omissione è di un esponente istituzionale). Ma questa è gente che reintrodurrebbe la tortura e dunque rientra perfettamente nella loro visione (fascista?!) della società.
Parliamo degli stessi tizi che ce l’hanno menato fino allo sfinimento con i “Due Marò”: i due fanti di Marina, affittati alla stregua di contractors (si può dire “mercenari”?) ad una compagnia armatoriale privata, che si sono messi a sparare addosso ad un barchino di pescatori, scambiato per un vascello pirata, al largo delle coste del Kerala, giusto ammazzando un paio di pescatori indiani a casa loro. Tecnicamente sarebbe duplice omicidio. Di fatto l’Italia comprò l’impunità dei due fucilieri, trattati con tutti gli onori e coccolati come eroi nazionali, innocenti a prescindere per lo straordinario atto di valore. E pazienza per l’ammazzatina. In quel caso infatti si chiama “immunità funzionale”, con licenca di uccidere, sparando ad cazzum (un must destronzo sempre di grande successo). Per non parlare di quell’inconfondibile aria da cazzo, che rende subito la caratura del personaggio…
Ilaria Salis è invece colpevole a prescindere, perché nel mondo al contrario che piace tanto ai patrioti di ogni manipolo e grado, l’antifascismo è reato, il nazismo no.
Comunque su una cosa hanno perfettamente ragione, a questi la puzza di merda non gliela toglie nessuno.

Hit Parade del mese:

01. BOTTI DI CAPODANNO

[03 Gen.] «So di aver fatto una leggerezza. Ma, ve lo giuro, non ho sparato io.»
 (Emanuele PozzoloEr Pistola)

02. LA DIETA

[15 Gen.] «Prima mangiavo il salmone e la bresaola, ora non riesco a permettermi il tonno.»
 (Danilo Toninelli, denutrito)

03. SOLO SU “LIBERO”!

[14 Gen.] «Come mai la Cortellesi  non ha detto che il femminicidio di Biancaneve, ordinato da una donna (matrigna), è stato sventato dal buon cuore di un maschio (cacciatore)? Forse perché sconfessa la narrazione mainstream femminarda (uomo sempre cattivo/donna sempre buona?)»
 (Hoara Borsellibasta il nome)

04. INTANTO, NEL MAGICO MONDO DI ELLY…

[22 Gen.] «Non ero presente al seminario del PD, perché sono andata al cinema a vedere Kripton: un film bellissimo sul disagio mentale.»
 (Elly SchleinMeravigliosa)

05. LA SUPERCAZZOLA

[08 Gen.] « Con più taxi aumenterebbe il traffico! Il fatto che non ci siano taxi disponibili non è solo dovuto alla scarsità dei taxi, ma anche ai tempi di percorrenza: se aumentiamo i taxi, aumentano i tempi di percorrenza; aumenta il traffico, e quindi il taxi invece che metterci 5 minuti da un punto all’altro, ce ne mette sette»
 (Raffaele Nevi, talento incompreso)

06. DOPPIA FATICA

[04 Gen.] «Sulla ‘conduzione familiare’ di Fratelli d’Italia però mi ci faccia tornare, questa accusa continua di familismo comincia a stufarmi.»
 (Giorgia Meloni, una di famiglia)

07. DOMINE, NON SUM DIGNUS!

[14 Giu.] «In tanti non se lo meritano, ma sto lavorando anche per loro.»
 (Claudio Borghi, Infaticabile)

08. ORA ME LO SEGNO!

[03 Gen.] «Mi è apparsa la Madonna al Parco di Roma Golf Club. Mi ha detto che a breve tornerà Gesù.»
 (Flavia Vento, la Pastorella del Golf Club)

09. NON SIAMO FASCISTI. È CHE CI DISEGNANO COSÌ (I)

[07 Gen.] «Noi di Forza Italia siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti.»
(Antonio Tajani, il Ferruccio Parri di Arcore)

10. NON SIAMO FASCISTI. È CHE CI DISEGNANO COSÌ (II)

[04 Gen.] «I saluti romani non c’entrano con noi.»
(Fabio Rampelli, L’uomo che non c’era)

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IL POPOLO DELLE SCIMMIE

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , on 21 gennaio 2024 by Sendivogius

Tra gli ex balilla della peggio gioventù missina, quella genia rancorosa e vendicativa di capimanipolo, stagionata a lungo nelle catacombe della più nera reazione e percolata dai borghi putridi della provincia profonda agli onori di governo, una menzione speciale la merita il guitto partenopeo prestato al ricostituito Min.Cul.Pop; ovvero, un bombastico concentrato di grandioso senso del Sé, atto a tappare più la voragine di un evidente complesso di inferiorità, per chissà quali traumi subiti, che ad illustrare i meriti presunti di una carriera tutta da gregario all’ombra dei potentati locali, e che come un’aurea alimentata dai fumi del soffritto circonfonde i piccoli omini di burro, avidi di onori e di riconoscimenti. Sono gli stessi che, nella icarica ascesa dei palloncini gonfiati, mancano di ogni ironia per assenza di ridicolo, con le loro grandi velleità di intellettuale incompreso. Infatti fanno i giornalisti, in attesa di riciclarsi in politica o viceversa, come per il miracolo di Sangennaro elevato in tutta la sua altezza.
Di sicuro è colpa dell’egemonia culturale della solita Sinistra, che ne ignora le fatiche letterarie (per invidia, s’intende!), mentre la Destra non le legge proprio. Ma in fondo, parecchio in fondo, il tutto si riduce ad una questione di vanità (peccato di per sé veniale).
E un Gustave Le Bon, che dell’argomento se ne intendeva, avrebbe liquidato in fretta la faccenda:

“La vanità è per gli imbecilli una potente fonte di soddisfazione. Essa permette loro di sostituire alle qualità che non acquisteranno mai, la convinzione di averle sempre possedute.”

Ma il suscettibile tapino non se ne capacita; è così piccolino da infestare le enciclopedie digitali, con agiografie talmente bombate dai suoi zelanti ghost-writers, al punto di sembrare una flagrante presa per il culo autoprodotta, tanto risultano grottesche nella loro mitomania adulatoria, tra esperienze “mitiche” ed una profusione a pioggia di misconosciuti “premi letterari” (da Sulmona ad Arpino, circumnavigando Ischia e Procida) per opere dimenticabilissime, che richiamano subito alla mente il fantasmagorico Premio Petruzzellis della Gattina (per chi ha letto il “Pendolo di Foucault”):

«Il lancio sarebbe stato satrapico. Comunicato stampa di dieci cartelle, con biografia e saggio critico. Nessun pudore, tanto nelle redazioni dei giornali sarebbe stato cestinato. Stampa effettiva: mille copie in fogli stesi di cui solo trecentocinquanta rilegati. Duecento all’autore, una cinquantina a librerie secondarie e consorziate, cinquanta alle riviste di provincia, una trentina per scaramanzia ai giornali, nel caso gli avanzasse una riga tra i libri ricevuti. La copia l’avrebbero mandata in dono agli ospedali o alle carceri e si capisce perché i primi non guariscano e le seconde non redimano. Nell’estate sarebbe arrivato il premio Petruzzellis della Gattina….
Costo totale: vitto e alloggio per la giuria, due giorni, e Nike di Samotracia in vermiglione. Telegrammi di felicitazione

(Umberto Eco, “Il Pendolo di Foucault”. Bompiani; 1988)

Del pattuglione fascista (niente affatto post) che ha incatramato le stanze ministeriali, è il miles gloriosus della vagheggiata “rivoluzione conservatrice”; il soldatino in-gessato che vorrebbe farsi alfiere di una presunta “ideologia italiana” in salsa nazionale: una ribollita raffazzonata dove tutto fa brodo, dal Dante padre del pensiero di destra, al Gramsci puntellatore del popolo-nazione. Il fatto è che colleziona autori come santini, per opere che evidentemente non ha letto o non ha capito il riassuntino sul Bignami intanto che cerca di reclutare Antonio Gramsci (antica ossessione destronza dai tempi di Pino Rauti) tra i “conservatori”, mentre non gli riesce di andare oltre quella corte dei miracoli che ha incistato al ministero, tra i famelici famigli d’Italia che si credono istituzione.
C’è pure da dire che vista l’abbondanza della materia, di questi tempi è difficile abbozzare anche un mezzo straccio di satira; i diretti interessati fanno tutto da soli e l’originale è molto meglio della copia, che ne risulta essere solo una pallida imitazione. Ma si parva licet componere magnis

“Il partigiano Sangiuliano sui monti della Egemonia”
(di Daniela Ranieri. 20/01/2024)

«Le imprese del ministro della cosiddetta Cultura Sangiuliano per imporre l’egemonia culturale di destra non conoscono soste. Dopo l’investitura di Dante quale progenitore di Rampelli e Lollobrigida, l’outing di Gramsci come patrocinatore ante litteram della Nazione meloniana, l’occupazione di tutti i gangli del potere con esegeti di Tolkien (perché piace a Giorgia e a sua sorella) e il tentativo di vendere il Colosseo, Pompei o a scelta l’Arena di Verona ai due miliardari americani Elon Musk e Mark Zuckerberg che erano in cerca di una location a tema antico-romano per battersi a duello, nuovi perigli affronta il prode al fine di edificare la nuova Italia.
Fermato dai cronisti di “Piazzapulita”, che lui chiama come la piazza de “I fatti vostri” di Magalli, e richiesto di esprimersi sul suo eventuale antifascismo, il ministro s’è messo tutto impettito davanti ai microfoni e con la consueta prosopopea ha esternato quanto segue: “Se lei avesse un po’ di memoria storica, che non ha, c’è una puntata di Piazza Italia (sic, ndr), in cui Formigli mi domandava che cosa avessi fatto se fossi vissuto in quegli anni”, come se uno che gli fa una domanda dovesse conoscere l’opera omnia delle uscite di Sangiuliano e soprattutto come se questo volesse dire avere “cultura storica”. Ebbene, “io risposi che avrei fatto il partigiano con le brigate di Edgardo Sogno”. Edgardo Sogno, combattente in Spagna coi franchisti, vero partigiano monarchico e anticomunista, ma poi anche massone e piduista, innamorato di fantomatici “golpe bianchi”, come quello del 1974 di cui si vantò (vedi il libro-intervista di Aldo Cazzullo); altro che Gramsci.
Ad abundantiam, il partigiano Gennaro ha aggiunto: “Lei se avesse studiato un po’, dovrebbe sapere che il Parlamento europeo nel 2019 ha approvato una mozione nella quale si dice che il comunismo è pari al nazismo; quindi io dico di essere antifascista, ma lei si sente anticomunista?”. Scacco matto! Tutta l’argomentazione del ministro si regge sulla insensata risoluzione votata in Europa da Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega insieme (garanzia di fregatura) con cui si esortavano gli Stati membri a condannare alla pari nazismo e comunismo, chiamato anche disinvoltamente “stalinismo”.
Naturalmente per Sangiuliano il Parlamento europeo è la Cassazione della Storia, come se non vi avesse seduto anche gente come Borghezio, Salvini e Iva Zanicchi. La risoluzione, pretenziosamente intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, scaturì nei cuori dei nostri euroignoranti dal terrore di veder risorgere copie del comunismo (chissà dove le vedono: la cosa più comunista degli ultimi anni è stata la banda dell’Armata Rossa portata a Sanremo da Toto Cutugno) e un po’ anche del nazifascismo (ma i nazisti ucraini del battaglione Azov sono esentati, anzi, ben vengano). Prova ne è il bando al comunismo che vige nei Paesi dell’Est, che però hanno tutt’altra storia rispetto all’Italia, dove i comunisti, insieme alle altre forze antifasciste, hanno scritto la Costituzione su cui Sangiuliano ha giurato.
Da allora – e per Gennaro ciò è la Bibbia – falce e martello sono equivalenti alla svastica, il pugno chiuso dei proletari all’“heil Hitler!” delle camicie nere, il Manifesto di Marx e Engels al Mein Kampf di Hitler, Terracini a Goebbels, Lenin al dottor Mengele. Ergo, prima di stigmatizzare La Russa che venera busti di Mussolini, auto-denunciatevi se in casa avete una foto di Togliatti.
Comunque, tanto per fugare ogni dubbio sul fatto che egli sia il preclaro esponente di questa destra vanagloriosa e buffa (per dire: anche Lollobrigida lo è, ma non ha la pretesa di essere il nuovo Giovanni Gentile), Sangiuliano, dopo aver diffidato Un giorno da pecora dal prenderlo in giro perché persino “laureato”, avrebbe chiesto alla Commissione di Vigilanza Rai di bastonare i capi struttura che hanno permesso a Virginia Raffaele di fare l’imitazione dell’intoccabile direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, da lui pomposamente nominata “Consigliere per la musica del governo” e della quale non si può dire nemmeno per scherzo che è giunta all’apice della carriera perché di destra e quindi raccomandata, ma è obbligatorio credere che lo sia in quanto incrocio tra Wagner e Clara Schumann.
Tutto per stracciare l’egemonia di sinistra soprattutto nella tv pubblica, dove Sangiuliano era talmente ostracizzato che dirigeva un Tg nazionale; possiamo solo immaginare lo sforzo diuturno di un ministro che, oltre a votare i libri candidati allo Strega senza leggerli, deve inventarsi ogni giorno un’uscita epicamente dannunziana stando in un governo neoliberista la cui capa Meloni taglia la Sanità, toglie il pane di bocca ai poveri, compulsa lo spread e riverisce l’austerità. Poveri arditi intellettuali revanscisti, che vitaccia

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