“Classifica APRILE 2015”

Un paio di secoli addietro, il Principe di Metternich era solito definire l’Italia un’espressione geografica in forma di penisola, non riuscendo a scorgervi altro.
Ovviamente si sbagliava, a maggior ragione che le considerazioni del cancelliere austriaco erano più che interessate, e tutte pro domo sua.
Per contro, l’Italia unita ha fatto della prevalenza dei cretini in politica una propria costante, divenendo il palcoscenico per le esibizioni istrioniche dei suoi figli minori ancorché maggioritari… Dal Re Sciaboletta di una monarchia da operetta, dai feroci pagliacci in orbace del fascismo, alle voraci oligarchie della prima repubblica, fino allo strabordare dei poteri concentrati a misura personale, “Italia” ormai è un’accezione di riferimento, un termine di contenimento che racchiude realtà trasversali nell’immanenza dell’idealtipo dominante di un’intera nazione: il cialtrone decisionista.
Siamo così passati in fretta dal Sultanato di Berlusconistan, col suo codazzo di ruffiani e bagasce al seguito per l’utilizzo finale, al mondo fatato di Renzilandia dove i sogni diventano tweet, nella pseudologia fantastica ad usum principis tra i bivacchi dei suoi indisciplinati manipoli parlamentari. Perché l’importante non è mai la realtà, ma la proiezione immaginifica della stessa, nell’uso strumentale delle cifre ad cazzum canis, di cui la “ripresa” costituisce parte fondamentale della propaganda di governo ed è funzionale alla promozione del medesimo. In tale prospettiva, basta leggere i dati sulla sedicente ripresa occupazionale, sbandierati a ciclo regolare dalla salamella emiliana lasciata stagionare al “ministero del lavoro”, trasformato in una specie di versione aggiornata del Min.Cul.pop. ai tempi di facebook. Solo in tale prospettiva, ci si può permettere di sparare 92.000 nuove assunzioni nel solo mese di Marzo, con l’indefesso candore di un Giuliano Poletti, ministro cooperativo prestato al “welfare”. E peccato che le rilevazioni INPS sui nuovi “rapporti lavorativi” richiedano un’elaborazione statitistica, con dettaglio su base trimestrale, rapportata al medesimo periodo dell’anno precedente. Se la matematica non è ancora un’opinione, secondo i primi rilievi, nel Marzo 2015 sono stati firmati 641.572 contratti di lavoro (attivazioni) a fronte di 549.273 dismissioni (cessazioni). Saldo attivo: 92.299 unità.
Nello stesso periodo, Marzo 2014 (quando l’Italia era nella sua fase più acuta di recessione), le “attivazioni” sono state 620.032 contro 558.366 “cessazioni”. Saldo attivo: 61.666 unità.
Pertanto, la differenza tra il 2014 ed il 2015 ammonta a 30.633 nuove attivazioni di contratto.
Le cifre in questione le abbiamo prese dal Sole 24 Ore, house organ di Confindustria. Liberissimi di verificare da voi.
I rapporti del ministero però non tengono conto del numero dei messi in cassaintegrazione e tanto meno si preoccupano di specificare se si tratta di nuove assunzioni, rinnovi contrattuali, o conversioni di contratti già in essere per incassare le laute agevolazioni fiscali messe in conto a tutti i lavoratori e non. Da qui il magico numero di 92.000 nuovi assunti, che fa il paio coi 13 del bimestre precedente, secondo la contabilità creativa in voga al parco fuffa di Renzilandia.
Attualmente, lo strafottente bimbetto rignanese è troppo impegnato a farsi incoronare re con una legge elettorale costruita su misura, ed annientare le ultime (mosce) riserve, per preoccuparsi troppo di certi riscontri pratici, con i media al gran completo a reggergli il moccolo. C’è però da dire che pure noi seguiamo con gusto perverso l’obeso bulletto, sempre più simile al macellaio puzzone di un mercato rionale, che gigioneggia e giganteggia sugli esuberi in mobilità della vecchia “Ditta”, in liquidazione fallimentare per il più plastico partito della nazione. Le patetiche recriminazioni della minoranza interna per ordine sparso sono più inutili, e non meno imbarazzanti, di quanto possano esserlo gli scrosci dello sciacquone di un cesso rotto. Smuovono i liquami senza sbarazzarsi mai del corposo contenuto a fondo tazza, nell’impossibilità di distinguere le differenze nella coprolitica identità del partito bestemmia.
Hit Parade del mese:
01. DONNA, TU PARTORIRAI CON DOLORE
[09 Apr.] «Prego i ricercatori che usufruiranno dei prossimi finanziamenti renziani di rispondere a questa domanda: un nome adespoto come Samantha, la cui fortuna è in buona parte dovuta alla serie televisiva americana “Bewitched” (“Vita da strega”), socialmente parlando produce gli stessi effetti di un nome presente in calendario, con santo patrono e tradizione onomastica famigliare capace di collegare le diverse generazioni? Seconda domanda: portare ad esempio un’astronauta, ossia una donna che per lungo tempo vive lontana anzi lontanissima dal proprio uomo, è utile nel momento in cui sappiamo che la causa principale del presente declino economico è il declino demografico?»
(Camillo Langone, Editorialista coglione)
02. L’INUTILITÀ DELLA SPECIE
[01 Apr.] «Mettiamo in carcere chi mangia coniglio!»
(Michela Vittoria Brambilla, la Coniglietta)
03. RAZZISMO È CIVILTÀ
[20 Apr.] «In un Paese civile e democratico tutti devono avere la possibilità di essere razzisti.»
(Mimmo Moranco, Fratello d’Italia)
04. RENZI HORROR SHOW (I): Playstation
[17 Apr.] «Questa mattina ho corso 12 chilometri in un’ora»
(Matteo Renzi, Podista da salotto)
04.bis RENZI HORROR SHOW (II): Elezioni regionali
[10 Apr.] «Abbiamo un tesoretto di 1,6 miliardi da ridistribuire.»
(Matteo Renzi, Dispensatore di mance elettorali)
04.ter RENZI HORROR SHOW (III): Attraversamenti pedonali
[10 Apr.] «Questo governo ha messo sul piatto 11 miliardi di euro, per risolvere il problema dell’attraversamento della città la mattina»
(Matteo Renzi, il Traghettatore)
04.quater RENZI HORROR SHOW (IV): Più IVA per tutti!
[08 Apr.] «Nel 2015 le tasse vanno giù con gli 80 euro per 10 milioni italiani e incentivi su lavoro»
(Matteo Renzi, Incentivatore)
04.quinquies RENZI HORROR SHOW (V): Vertice Ué su immigrazione
[28 Apr.] «Un grande successo per l’Europa prima ancora che per l’Italia.»
(Matteo Renzi, Miracle Man)
04.sexties RENZI HORROR SHOW (VI): Vista cantiere
[27 Apr.] «Expo. Siamo a quota dieci milioni di biglietti venduti. I padiglioni sono molto belli. Che forte l’Italia che non si rassegna #lavoltabuona.»
(Matteo Renzi, il Bagarino)
05. RIABILITAZIONI POSTUME
[23 Apr.] «Sono certo che sarò reintegrato nella piena innocenza dalla sentenza della Corte Europea di Strasburgo»
(Silvio Berlusconi, il Reintegrato)
06. AMORE CIECO
[20 Apr.] «Si nomini Silvio Berlusconi a commissario straordinario per l’immigrazione. Sono certa che con una tale decisione che farebbe grande e sorprendentemente unita l’Italia innanzi al mondo – il dramma innanzitutto umanitario che tutta la politica dovrebbe portare nella coscienza, troverebbe in pochi mesi – come in passato, soluzione. L’unico capo di governo che è riuscito in un recente passato a debellare la piaga umana, sociale, politica delle ondate immigratorie – specie dalla Libia, è stato Berlusconi grazie all’esperienza, alle capacità di mediazione, alla conoscenza dei dossier e alla facilità di relazioni internazionali basate sulla credibilità personale. Questo patrimonio di know how italiano non può essere sprecato tanto più in un momento di emergenza nazionale come quello che stiamo tristemente vivendo.»
(Micaela Biancofiore, Monomaniaca)
07. FAMMI ENTRARE
[28 Apr.] «Io non ho mai cacciato nessuno»
(Beppe Grillo, l’Epuratore)
08. GENOCIDIO ARMENO MA ANCHE NO
[13 Apr.] « Per evitare le divisioni (…) è meglio, ma noi facciamo politica, non ci occupiamo di politica, è meglio guardare i problemi di oggi della Turchia (…) un governo non ha il dovere di prendere posizione. E io credo che non sia mai opportuno che prenda posizione.»
(Sandro Gozi, il facente politica)
09. INSEGNANTI ABULICI, INERTI (e SQUADRISTI)
[26 Apr.] «Ho certezza che tra i docenti ci sia un’inerzia diffusa e avverto il rischio che non vogliano partecipare al cambiamento. Li comprendo: sono stati traditi tante volte e pensano “non lo farete mai”. Ma ora i soldi sono lì, sette miliardi tra edilizia e riforma, i 500 euro da spendere in libri e teatro sono nero su bianco. E ci sono 100 milioni per i laboratori. (…) Andiamo avanti, ma da una parte abbiamo una maggioranza di docenti abulica e dall’altra una minoranza aggressiva che strilla.»
(Stefania Giannini, la Venditrice)
10. LA DIGNITÀ DEL LETAME
[27 Apr.] «Sull’Italicum è in ballo la dignità del PD»
(Matteo Renzi, il Dignitario)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati
This entry was posted on 28 aprile 2015 at 21:13 and is filed under Zì Baldone with tags Assunzioni, Camillo Langone, Giuliano Poletti, Italia, Lavoro, Liberthalia, Matteo Renzi, Occupazione, Partito Democratico, PD, Politica, Ripresa, Sandro Gozi, Stefania Giannini. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can leave a response, or trackback from your own site.
1 Maggio 2015 a 11:44
Tutte cose dette alle primarie, è così che ha vinto quello che tu chiami “il cialtrone decisionista”. Le tue critiche porteranno sicuramente le serpi pornocratiche e stellate, nella peggiore delle ipotesi, a non sbriciolarsi ulteriormente. Prendere, nella migliore delle ipotesi riguardo l’italicum, 100 deputati su 300, un terzo, non mi sembra così ad cazzum canis, anche nell’attualità delle ” realtà trasversali “, quindi, , nel mio orizzonte, non vedo pseudo re da incoronare. Ora le carte le danno altri, i ” beautiful losers ” segnano il passo…
” La politica non è l’arte del possibile. Consiste nello scegliere tra il disastroso e lo sgradevole. “
1 Maggio 2015 a 17:06
😉 Amico mio, tu mi sopravvaluti (e di molto anche!) se pensi davvero che questi miei pensierini estemporanei possano portare qualche freccia nella faretra delle “serpi pornocratiche e stellate”. Per assurdo, se anche così fosse e qualora, per incredibile possa sembrare, così grande è il potere delle mia parola, sai bene che ho armi ancor migliori da spendere contro il resto del serpaio.
Invece, a proposito del “giovane caudillo Renzi“ (la definizione è di Ferruccio De Bertoli), mi duole contraddirti ma nel programmino delle “Primarie 2012” [che puoi leggere QUI], non v’era nulla o quasi di quanto il Principino è andato portando avanti nel corso dell’ultimo anno tra decreti-leggi, voti di fiducia, e “ghigliottine” parlamentari. Di esplicito c’era solo la sua volontà di cancellare il Senato: problema annosissimo, vissuto come priorità assoluta da milioni di italiani, e massimamente da quelli travolti dalla recessione o alla disperata ricerca di un lavoro.
Su ben altri punti infatti il nostro piccolo porcellino rignanese aveva chiesto l’investitura a segretario PD. E non a presidente del consiglio (Enrico stai sereno). D’altronde, coerenza e lealtà non sono i suoi pezzi forti.
Ci sarebbe da aggiungere che ben altro era il programma di governo, con cui il sedicente “partito democratico” si era presentato agli elettori chiedendone il voto. E questo non contemplava certo la cancellazione dell’Art.18, la delegittimazione dei corpi sociali intermedi, la concentrazione dei poteri, lo smantellamento del Senato, l’alleanza coi berlusconiani rinnegati di Alfano (con il formidabile apporto dei vari Cicchitto, Formigoni, Sacconi, Buttiglione, Casini..) e tanti altri orrori che ora sarebbe troppo lungo elencare…
Invero, ritornando all’amerikanata delle “primarie” del 2012, il programmino for dummies consisteva di una serie di stronzatine minimaliste, che sembrano ricopiate da una convention, a metà strada tra la più stucchevole propaganda obamiana e Frank Underwood. Ad essere crudeli, nello stile c’è pure un pizzico di “non-programma” grillista. Insomma, un mezzo plagio confezionato da spin doctors a contratto, con le solite frasette fatte:
“A proposito di diritti delle idee: è chiaro che questo è solo l’inizio. Viviamo in un’era nella quale perfino il Pentagono affida ai social network il compito di riscrivere imanuali di procedura militare. Figuriamoci se, in un contesto del genere, può avere un senso che una o più teste pretendano di stilare un programma per il futuro dell’Italia. Per quante persone in gamba si riescano a mettere intorno a un tavolo, le idee migliori stanno sempre al di fuori. È questa la logica della Rete, ed è anche la logica alla quale saranno improntate le nostre scelte.
Scaturito dai Cento Punti della Stazione Leopolda, dal Big Bang degli amministratori locali, da una miriade di incontri e di scambi di informazioni, questo documento ritorna in rete per un mese per aprirsi ai commenti, alle critiche e, soprattutto, ai suggerimenti di tutti: online sul sito http://www.matteorenzi.it e offline attraverso i Comitati Adesso! Per Matteo Renzi.”
Questo che ho citato è il 12° punto del “Programma Renzi” e costituisce “la proposta più importante” (!!) a dimostrazione della caratura politica e grandezza intellettuale del personaggio. Puoi immaginare il resto!
Sull’uso strumentale delle cifre (ad cazzum canis!), basta vedere la farsa legata al “boom” dei 92.000 nuovi assunti, strombazzato da tutti i media, finché non sono usciti i primi dati dell’ISTAT con doccia fredda incorporata. Sarebbe bastato incrociare i numeri in oggetto, come ho fatto io, e come i nostri pennivendoli si guardano bene dal verificare.
Figuriamoci quando verranno pubblicate le elaborazioni dell’INPS!
Sulla legge elettorale, quella porcata senza eguali a nome di “Italicum”, ti dico tranquillamente che al di là dell’opposizione di bandiera, la legge va bene a tutti. E massimamente alla setta del Grullo: il Capo sceglie le candidature e blinda con collegi bloccati l’elezione dei nominati, mentre il premio di maggioranza va unicamente alla lista e non alla coalizione. Proprio come Grillo ha sempre chiesto; infatti, sceneggiate a parte, non è che poi s’agiti troppo.
C’è persino una clausola “Salva-Lega”.
Ma questo sarebbe il minimo…
Il problema è un altro: un sistema elettorale che disincentiva le coalizioni e premia il singolo partito, favorisce il proliferare delle liste e la frammentazione del voto. Questo vuol dire che il partito più votato col 25-28% dei consensi si prende il 53% dei seggi in Parlamento grazie ad un premio di maggioranza abnorme. E disporrebbe altresì dei numeri per cambiare unilateralmente l’intera architettura istituzionale (e costituzionale) della Repubblica.
Renzi dice che la legge elettorale serve ad eleggere il “Sindaco d’Italia” ed è ricalcata sul modello delle elezioni comunali. Peccato che il Sindaco non accentra su di sé tutti i poteri; non controlla prefetture e questure; e deve comunque rispondere del suo operato ad organismi istituzionali terzi, in primo luogo al Governo che può anche decretarne il commissariamento.
Il Sindaco d’Italia invece controllerebbe tutto, non riconoscendo altro potere al di sopra del proprio (se si eccettua la blanda moral suasion quirinalizia). E in virtù di una maggioranza parlamentare amplissima, nominerebbe i vertici degli organi di vigilanza giurisdizionali (Corte dei Conti, CSM, e persino la Corte Costituzionale). Al contempo, non avrebbe alcun bilanciamento (il famoso check & balance angolosassone) dei poteri, a partire dalla funzione propria del Senato, che si ritroverebbe svuotato di ogni possibilità di indirizzo e controllo.
Ora, se si esclude il passaggio dalla “Respublica” romana al “Principato” imperiale, una simile concentrazione di poteri ha pochi precedenti nella storia italiana: forse ai tempi delle Signorie, sicuramente sotto il fascismo (e ce da dire che nessuno di questi arrivò mai ad abolire il Senato!).
In genere, si definisce un tale sistema politico come “dittatoriale”. Attualmente in Europa abbiamo un solo esempio compiutamente realizzato in tal senso: l’Ungheria di Viktor Orban.
1 Maggio 2015 a 19:32
Ho una grande stima di “te/voi”
— Il problema è un altro: un sistema elettorale che disincentiva le coalizioni e premia il singolo partito, favorisce il proliferare delle liste e la frammentazione del voto. —
c’è la soglia di sbarramento al 3%.
— C’è persino una clausola “Salva-Lega”. —
Non mi risulta.
–Chi vince prende il 54% dei seggi totali è basta il 25 30 % dei voti totali disponibili—
bene, è giusto che chi vinca comandi… il problema è andare a votare tutti, oggi il partito del non voto è il primo partito in Italia… ed a questi non frega nulla se c’è il porcellum, mattarellum o italicum che sia…
1 Maggio 2015 a 20:52
Ops!! E’ vero, ho controllato: la clausola Salva-Lega contenuta in prima stesura è saltata. Del resto, se fossero veri i sondaggi, la Lega sembrerebbe superare abbondantemente il 3% su scala nazionale.
Intendiamoci: rispetto alla prima presentazione della legge elettorale, quella concordata originariamente col Pornocrate, il testo è notevolmente “migliorato”. Delle mie rimostranze già sai…
Mettiamola così: personalmente non rimpiango il c.d. “Mattarellum”, il maggioritario secco coi suoi collegi uninominali ed i candidati sconosciuti, planati dall’alto, con vacui o nessun legame col territorio da rappresentare.
La legge elettorale è un mezzo fondamentale per poter garantire la rappresentanza in un sistema democratico e parlamentare. Come tutti gli strumenti, la sua valenza in positivo o negativa è data dall’uso che se ne fa. Di conseguenza, la legge perfetta non esiste.
Personalmente trovo che nell’elaborazione dell’Italicum si è privilegiato molto l’aspetto della “governabilità” a scapito della “rappresentatività”; premesso che trovo quantomeno discutibile il fatto che un partito possa vedersi attribuito il doppio dei seggi, in riferimento alle proprie percentuali di voti ottenuti.
E’ giusto che chi vince ‘comandi’. A patto però che sia davvero rappresentativo e non si imponga contro il restante 70%. Per questo bisogna mediare e smussare. Altrimenti il giocattolo democratico si spacca. Oppure finisce con lo smarrire il suo senso, se diventa lo strumento esclusivo di una oligarchia, parzialmente legittimata da un sistema elettorale con gli anabolizzanti.
E, per ipotesi ancor peggiore, mi chiedo cosa accadrebbe se, con una simile concentrazione di potere nell’esautorazione dei controlli, al governo arrivasse una forza assai meno ‘democratica’ o quantomeno ‘inadeguata’. Riesci ad immaginarti un Salvini premier o un “governo cinque stelle” con Grillo PdC, uno Scibilia alla Cultura e Di Battista agli Esteri..!?!?
“…il problema è andare a votare tutti, oggi il partito del non voto è il primo partito in Italia… ed a questi non frega nulla se c’è il porcellum, mattarellum o italicum che sia…”
Be’ devo dire che, per una serie di scelte più che meditate, personalmente appartengo a pieno titolo al “partito del non voto” (e non da oggi). E posso assicurarti, per quel che riguarda certe mie scelte, che questo dipende molto dal sistema di voto (se mi garantisce rappresentatività o meno) e dalla qualità dei candidati proposti (imposti). Sono tutti aspetti dei quali a me ‘frega’ molto (moltissimo) ed è il principale motivo per cui, venendo meno i requisiti minimi in rapporto alla mia sensibilità politica, spesso e volentieri mi risparmio il tedio di votare per certi figuri. Non sono tipo da concedere deleghe in bianco in nome del meno peggio, meno che mai per fedeltà di partito.
1 Maggio 2015 a 21:51
Il suffragio universale è la forma più nobile di democrazia… mi viene in mente quel famoso ’48 dove tutto ebbe inizio…
Lasciare “il campo” alle serpi ed ai partiti più o meno corrotti, ai “ciceroni” di turno, ai trasformisti di ogni epoca… per una questione di principio vuol dire, a mio avviso, fare il loro gioco.
Non ritengo sia consolatorio e nemmeno gratificante metterli in berlina qui in questa pubblica teca virtuale a volte in modo narcisistico ed autoreferenziale.
Talvolta il bene non è amico del meglio. 😉
2 Maggio 2015 a 00:50
😉 E chi ha mai detto che voglia lasciare campo libero, facendo il loro gioco?!?
In una democrazia parlamentare, cominciare a non votarli e selezionare bene il proprio voto, nell’attenta valutazione dei candidati è già qualcosa. Per una questione di etica civica, prima ancora che di principio (e di questi tempi è già molto averne di principi).
Ciò detto, non è che poi si abbiano molte opzioni….
In tutta sincerità, non mi pare che la situazione sia così grave da dover prendere le armi e salire in montagna.
Quindi ci si rimette ai più pacifici strumenti della satira, sempre ammesso si sia all’altezza delle aspettative. Et ridendo castigat mores.
Si può tentare una costante opera di debunking, smontando pezzo per pezzo la macchina della propaganda e le bufale di una disinformazione tanto diffusa quanto capillare.
Si può provare ad argomentare con attenzione e serietà le proprie opinioni, tramite una serrata critica dialettica e focalizzando l’attenzione su dettagli e osservazioni alternative, rispetto a certo conformismo vigente.
Si possono intavolare analisi e valutazioni più o meno affidabili, fornendo dati, informazioni, notizie, prospettive, magari creando input che poi il Lettore è liberissimo di controllare, verificare, sviluppare o approfondire da sé. Ma anche no.
E fare tutto quanto è in proprio potere per stimolare la curiosità, l’interesse, il dubbio, la ricerca…
Non si è mai certi del risultato e delle proprie capacità in questione, ma intanto ci si prova. E se si riesce nell’intento, tanto meglio.
In quanto alla rubrica in oggetto, non v’è davvero nulla di “consolatorio” e ancor meno “gratificante”, nel riportare su base mensile in un apposito zibaldone questa nostra piccola selezione delle miserie morali, della pochezza intellettuale, dello squallore umano, della cialtroneria congenita di una abominevole classe di parassiti politicamente assistiti con pretese dirigenziali.
Non v’è nulla di “autoreferenziale” o di “narcisistico”, nell’incastonare in una teca virtuale una simile galleria degli orrori. A maggior ragione che i referenti sono riportati con nome, cognome, e data di produzione. La referenzialità è tutta loro. Sono i soli e veri protagonisti.
Noi ne incorniciamo unicamente le perle, scegliendo un titolo ma risparmiandoci ogni commento tanto grande è la loro miseria, registrata a imperitura memoria di tanto squallore.
2 Maggio 2015 a 10:50
😉 La miglior cosa, continuando il mio ragionamento, è scendere in campo, nel senso di impegno concreto, quando non si vuole esercitare il diritto al suffragio universale perchè gli uomini e le proposte politiche attuali non ci soddisfano, con un proprio progetto o partito e non salire in montagna, tra l’altro la montagna non mi piace nè d’inverno nè d’estate =:).
Il metodo dell’accusa circostanziata e generalizzata non porta a nulla… o meglio porta solo ad ingrossare quel partito del non voto, primo in Italia, che ahimè non ha seggi in nessun parlamento.
L’esercizio della politica qui o nelle torri d’avorio raggiunge solo in minima parte le persone, marginalizzando quella funzione di socializzazione politica, di fatto non corroborando l’educazione degli elettori, e non solo, alla democrazia.
” I cattivi rappresentanti sono eletti dai bravi cittadini che non votano. “
2 Maggio 2015 a 14:49
A me la montagna piace, o quantomeno la preferisco al mare. Ma non ho più il fiato di una volta..;)
Scherzi a parte, credo che di partitini, listine, movimentini, tutti piccolini (e quelli sì assolutamente auto-referenziali) ce ne siano in abbondanza. E tutti o quasi sono assolutamente ininfluenti o irrilevanti. Si aggiunga che per carattere, io sono allergico ad ogni forma di “leaderismo”: detesto i personalismi e amo ancor meno le luci della ribalta. Qualcuno direbbe che sono i limiti di una personalità “introversa”.
Poi diciamo che nel mondo reale dispongo di buone doti organizzative e diplomatiche. E, se voglio, non mi risulta difficile prendere il controllo delle situazioni. Mio malgrado, perché a me il ruolo dell’Alphadog proprio non piace e mi risulta presto insopportabile. E’ una pelle che non mi appartiene. Per dirla con Hermann Hesse, io sono il classico “Lupo della steppa”.
Giusto per rendere l’idea:
“Non fare di me un idolo mi brucerò,
se divento un megafono m’incepperò“
Ciò detto, non sono un asociale né un eremita, quando posso mi attivo anche sul piano concreto. Diciamo che con gli anni sono diventato più selettivo e soprattutto smaliziato. Quindi pondero meglio e con più severità il tipo di mobilitazione…
Dei partiti conosco bene le strutture e le dinamiche interne, per esperienza più o meno indiretta, abbastanza per tenermene alla larga. Dei “movimenti”, più estemporanei e più vicini alla mia indole, posso dirti che col tempo si sgonfiano come palloncini per consunzione interna, o peggio… Molti degli “attivisti” con cui in passato si era pure condiviso progetti e ‘battaglie’ comuni, un bel giorno si sono quasi tutti svegliati ‘grillini’ e pure dei più fanatici: pronti a mettersi anima, mente (e culo), nelle mani di “Beppe”. Allora capisci di aver sprecato il tuo tempo e che no, dal letame non sempre nascono fiori.
A maggior ragione che attivarsi “con un proprio progetto o partito” comporta degli oneri (economici) molto concreti con ritorno minimo.
Organizzare i famigerati “dibattiti” tematici? Vanno praticamente deserti. Le “cene sociali”? Ti circondi di mandrie di scrocconi e casi umani. Le “petizioni” con le “raccolte firme”? Inutili e superate. Il “volantinaggio”? Ai tempi di internet è davvero roba da pre-cambriano! E sorvoliamo sulla tristezza intrinseca dei banchetti informativi nei mercatini rionali.
“..L’esercizio della politica qui o nelle torri d’avorio raggiunge solo in minima parte le persone, marginalizzando quella funzione di socializzazione politica, di fatto non corroborando l’educazione degli elettori, e non solo, alla democrazia..”
Be’ per essere una “torre d’avorio” questa piccola ridotta ha più porte del Colosseo. E tutte aperte. Qui spazio e attenzioni non vengono negate a nessuno. A prescindere.
Coi suoi 800.000 accessi in crescita costante, i messaggi veicolati da queste paginette hanno raggiunto più persone ed ambienti diversi, di quanto abbia potuto fare qualsivoglia attività precedente sul territorio, secondo me incrementando proprio quella “funzione della socializzazione politica”, che non ne esce affatto marginalizzata, tramite la continua argomentazione delle idee, la condivisione dei contenuti, ed un dialogo costante con i Lettori (senza discriminazioni). Lettori che molto spesso interagiscono con contributi particolarmente sofisticati ed interessanti. Cosa non comune né scontata.
Ovvio poi che io abbia un “progetto politico”, che perseguo con coerenza da una vita. Ma questo non implica “l’educazione degli elettori” (non ho nulla da insegnare), né l’indirizzo elettorale. Per questo, pur nella critica serrata e nelle prese di posizione, qui non troverai mai indicazioni di voto, giochi di sponda, o un preciso indirizzo politico. Qui si invitano i Lettori alla libera riflessione, nell’esercizio del pensiero indipendente e delle proprie capacità critiche.
Le eventuali scelte che ne conseguono sono una questione di libero arbitrio. Proprio perché un bravo cittadino resta vigile tutto l’anno.
2 Maggio 2015 a 16:13
A questa…
“Non fare di me un idolo mi brucerò,
se divento un megafono m’incepperò“
preferisco:
Ti lusinga forse il plauso con cui il popolo accoglie i tuoi discorsi? Ma è il Cielo che ti dà il dono dell’eloquenza.
Nota: da ripetere spesso per mettere, soprattutto, un puntello all’umiltà.
Ah già è vero sei un miscredente ed anche disilluso :).
Così come un gioco dell’oca si torna alla casella 1, ovvero in campo a giocare ( male ) rimangono altri :(.
Un raggio di sole consolatorio fa capolino illuminando una parte della teca virtuale – 813.303 accessi -.
A se v’dràn!