Archivio per Walther Funk

SEPTEMBER-PROGRAMM

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 luglio 2015 by Sendivogius

Germany wallpaper by Vortigauntdpr

Nel 1961, con la pubblicazione del suo Assalto al potere mondiale, lo storico Fritz Fischer sollevava un putiferio negli ambienti accademici tedeschi, mettendo in discussione uno dei totem nazionali, che vuole la Germania come una vittima delle circostanze, nella declinazione di ogni responsabilità per costante auto-assoluzione, sottolineando invece l’esistenza di un filo conduttore che accomunerebbe la politica estera ed economica del Reich guglielmino con lo stato nazionalsocialista, il quale nella sua eccezionalità pure agì in sostanziale continuità ereditandone molte delle linee guida.
GermanysaimsinthefirstworldwarSecondo l’analisi di Fischer, al principio del XX secolo il Reich perseguiva con lucidità il consolidamento di una posizione egemonica a livello continentale, tramite la creazione di una grande sfera di influenza su scala globalizzata, col suo “power-core” in una Mittleuropa sotto la diretta direzione tedesca, ed al contempo con la costituzione di una serie di stati-vassalli a sovranità limitata, posti sotto il controllo germanico. E ciò sarebbe dovuto avvenire, attraverso la costituzione di una specifica area economica di scambio, a garanzia delle industrie tedesche ed a vantaggio esclusivo della propria bilancia commerciale.
Cover Contro rivoluzioniLa supremazia teutonica, garantita dalla preponderanza dell’elemento militare, sarebbe stata ulteriormente puntellata da una serie di annessioni ai propri confini, con la creazione di una cintura di stati-cuscinetto nell’Europa Orientale e l’annessione di ampie porzioni di territorio francese e belga ad Occidente.
Bundesarchiv_Bild_183-R52907,_Mannschaft_mit_Gasmasken_am_Fla-MGIl progetto di natura geopolitica a trazione economica avrebbe contato sul convinto appoggio della cancelleria imperiale e dei principali gruppi finanziari ed industriali del paese, potendo altresì contare sulla sponda di gran parte del mondo intellettuale tedesco. Lo scoppio della prima guerra mondiale sarebbe stato dunque solo la diretta conseguenza di una simile impostazione, costituendo a suo modo una “opportunità” per la realizzazione di un tale progetto.
Theobald von Bethmann-HollwegNel 1914, dopo l’offensiva della Marna, gli obiettivi di guerra tedeschi vengono condensati e ricapitolati in un controverso documento conosciuto come il “Programma di Settembre” (Septemberprogramm). Il capitolato, che costituiva una sorta di “lista della spesa” con le pretese e la raccolta di proposte informali, da parte dei vari gruppi di potere che si muovevano all’ombra dell’apparato politico-industriale e militare tedesco, raggiunge la sua stesura definitiva il 9 Settembre del 1914 (da lì il nome), ad opera del cancelliere Theobald von Bethmann-Hollweg. A compilare la stesura del programma provvede però Kurt Riezler, segretario generale del cancelliere.
septemberprogramA livello strettamente economico, una peculiarità piuttosto curiosa del piano consisteva nella creazione di una grande unione doganale, con la creazione di un’area di ‘libero’ scambio. Si tratta della “Mitteleuropäischer Wirtschaftsverband” (associazione economica mitteleuropea), che avrebbe dovuto comprendere la Francia, il Benelux (Belgio, Olanda e Lussumburgo), , l’Austria, l’Ungheria, l’Italia, i paesi Nazisti in Ucrainascandinavi (Danimarca, Svezia, Norvegia) ed i futuri stati cuscinetto dell’Europa Orientale: dai paesi baltici (Lituania, Lettonia, Estonia), passando per la Polonia e l’Ucraina, in funzione anti-russa.
In particolare, Kurt Riezler ipotizzava la creazione di una confederazione di stati, concepita come una società per azioni nelle quali l’azionista di maggioranza sarebbe stata la Germania, in grado di condizionare e determinare col suo peso egemonico le scelte e le condizioni di tutti gli altri.
NeinSilhouetteBLUEglassLo scopo di questa sorta di unione economica europea allo stato embrionale era quello di stabilizzare il dominio economico tedesco sull’Europa centrale. I partecipanti all’unione mittleuropea, nominalmente uguali sarebbero stati in realtà subordinati agli interessi tedeschi.
manifesto-propaganda-tedesco Nel caso della Francia era prevista poi l’annessione dei distretti minerari di Brey e della Lotaringia, la totale chiusura degli scambi commerciali con la Gran Bretagna e la trasformazione del territorio francese in un immenso mercato per le merci e gli investimenti tedeschi. Il Belgio sarebbe stato ridotto ad un protettorato tedesco, da tenere sotto occupazione militare.
È interessante notare come alcuni dei propositi contenuti all’interno del sedicente “programma” costituiscano una variabile costante della politica germanica: dalla creazione di una unione doganale per lo smercio delle proprie manifatture, alla creazione di un’area egemonica a trazione tedesca su base mitteleuropea, che abbia il suo punto di forza nell’area Baltica, puntando sul sostegno di Lituania ed Estonia per sottrarre l’Ucraina dalla sfera di influenza russa. In pratica è esattamente quanto sta accadendo oggi, col conflitto ucraino che oppone Berlino (e Washington) a Mosca per interposti contendenti.
Ucraina democraticaPertanto, Fritz Fischer individuava nelle aspirazioni egemoniche dell’espansionismo teutonico le cause che condussero l’Europa alla catastrofe della “Grande Guerra”, suscitando la stizzita reazione dei conservatori. Soprattutto, riaccendeva l’attenzione sull’anomalia tedesca, che nella sua specificità corre lungo le vie tortuose del “Sonderweg”, che in passato sono confluite in quel cocktail venefico ad alta gradazione tossica di intransigenza luterana ed ipocrisia moralista, autoritarismo prussiano ed elitismo reazionario, nazionalismo estremo e darwinismo sociale, che sono alle origini dello stato tedesco ed alla base di uno sviluppo patologico, di cui il nazismo non sarebbe che una “variante”; a tal punto da costituire un risultato storico inevitabile riflesso nei difetti unici del “carattere nazionale tedesco”, secondo l’analisi alquanto impietosa di certa storiografia britannica.
WW-I soldiersC’è da dire che il progetto economico di una Mitteleuropäischer Wirtschaftsverband non viene abbandonato con la fine della guerra, ma viene fatto proprio dai nazisti che riprendono l’idea conferendogli una dimensione prevalentemente economica, attraverso la costituzione di una “comunità europea” (Europäische Wirtschaftsgemeinschaft) d’impronta tedesca, attraverso l’istituzione di una moneta unica e la creazione di un grande spazio economico (Großwirtschaftsraums), da costruire sotto la guida della GEWG (Società per la programmazione economica europea).
Second_world_war_europe_1941-1942Nel Luglio del 1940, Walther Funk, ministro dell’Economia e presidente della Reichsbank, presenta il suo progetto per la “riorganizzazione economica dell’Europa”, meglio conosciuto come Piano Funk, finché nel Settembre del 1942 le fatiche di Funk confluiranno in un articolato documento dal titolo assai evocativo: “Comunità economica europea” (Europäische Wirtschaftsgemeinschaft). Alla stesura oltre allo stesso Walther Funk, partecipano: Gustav Koenigs, segretario di Stato; Philipp Beisiegel, ministro del Lavoro; Heinrich Hunke, presidente della Camera di commercio e industria di Berlino… Ma ci sono anche esponenti del mondo economico tedesco come Anton Reithinger, direttore del dipartimento economico della IG Farben, e Bernhard Benning, direttore del Reichs-Kredit-Gesellschaft.
Tedeschi ad AteneIn quanto circoscritti ad un periodo oscuro della storia recente, alla luce delle vicende del tempo presente, ci sarebbe da chiedersi quanto il “percorso solitario” dei popoli tedeschi verso la cosiddetta integrazione europea, sempre in bilico tra Est ed Ovest, pulsioni isolazioniste e sindrome da accerchiamento, sia davvero compiuto. E quanto il ritrovato orgoglio nazionale che sembra degenerato in una nuova arroganza totalitaria, che ha nell’ordoliberismo tedesco il suo punto di forza, sia del tutto scevro da pretese di superiorità culturale ed etnica, mentre pretende di dare lezioni di etica ad un intero continente.
NEU_GE2_01La differenza che intercorre tra una Germania europea ad un’Europa tedesca risiede nell’allucinante abnormità dello sciagurato caso ellenico, con l’imposizione di una serie di diktat che lungi dall’assomigliare ad una “trattativa” si configurano piuttosto come un ultimatum, fissato in 72 ore, finalizzato più che altro all’annientamento della Grecia a scopo intimidatorio, concepito come una sorta di atto di guerra attraverso la “conventrizzazione” di un intero paese per la sua capitolazione incondizionata.

Massacro di Distomo

L’ultimatum dell’Austria-Ungheria alla Serbia, che determinò lo scoppio della prima guerra mondiale, si reggeva su condizioni lungamente più sostenibili e meno umilianti di quelle che la Germania ‘democratica’ sta imponendo alla Grecia nell’ignavia del resto d’Europa, a vergogna perenne di una “Unione” utilizzata come arma di distruzione di massa e che ha interamente smarrito le ragioni del suo essere.

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Il Piano Funk

Posted in Business is Business, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 15 ottobre 2014 by Sendivogius

MIMIC

«Le discussioni sulla struttura e sull’organizzazione dell’economia tedesca ed europea dopo la guerra, compresi gli effetti che la guerra avrà sull’economia mondiale, negli ultimi tempi stanno riempiendo le colonne della stampa tedesca e straniera, in misura crescente.
Tanto gli uomini d’affari che gli analisti stanno dando una particolare attenzione a questi problemi, mentre alcune idee e piani più o meno fantastici hanno causato una notevole confusione.
Anche il grande filosofo Hegel è stato tirato in ballo, come fonte di prova a sostegno di certe opinioni. Abbondano le frasi fatte di tutti i tipi, tra le quali la più abusata è che l’Europa deve diventare uno spazio economico più grande.
Qualunque sia la verità contenuta in questa affermazione, prima di tutto si deve ammettere che questa Grande Europa attualmente non esiste, che questa deve prima essere creata e che all’interno della sua area ci sono ancora molte frizioni.
In queste circostanze, sento il dovere di fare una affermazione chiara e obiettiva che condurrà la discussione fuori dal regno della fantasia e della speculazioni, verso il mondo della realtà e dei fatti.
[…] Mi limiterò dunque ad indicare semplicemente i mezzi che possono essere utilizzati per raggiungere il nostro obiettivo. Principalmente, la nuova economia europea deve crescere in modo organico.
[…] Il nuovo ordine economico in Europa si svilupperà al di fuori delle circostanze esistenti, in special modo finché esisteranno le condizioni naturali per una stretta cooperazione economica tra la Germania e gli altri paesi europei.
germania_europa[…] La questione del futuro assetto generale dell’Europa deve perciò rispondere a quanto segue: dopo la conclusione vittoriosa della guerra, applicheremo tali metodi nella politica economica, che ci hanno permesso di conseguire i nostri grandi successi economici prima della guerra e soprattutto in tempo di guerra, al contempo escludiamo di consentire ancora una volta l’azione di forze non controllate che hanno coinvolto l’economia tedesca in grandissime difficoltà.
Siamo convinti che i nostri metodi si riveleranno di gran utilità non solo per la grande economia tedesca, ma anche per tutte le economie europee che per loro natura si troveranno ad essere in stretti rapporti commerciali con la Germania.
Per quanto riguarda la questione inerente le basi di una nuova moneta, che è stata recentemente oggetto di un dibattito particolarmente vivace, dovrebbe essere detto quanto segue:
La valuta è sempre secondaria alla politica economica generale. Quando l’economia è malata non ci può essere una moneta stabile. In una sana economia europea, con una divisione razionale del lavoro tra le economie dei paesi europei, la domanda di valuta si risolverà da sé, perché sarà solo un problema tecnico di gestione monetaria. In ciò risiede la ragione per cui il marco tedesco avrà un ruolo dominante. L’enorme incremento della potenza del Grande Stato Tedesco, porterà inevitabilmente nella sua scia la stabilizzazione del marco.
L’area valutaria del marco, che sarà liberata dall’assorbimento del debito esterno non saldato e dalle pratiche del cambio monetario, deve essere incrementata.
Partendo dai metodi di negoziazione bilaterale già applicati ci sarà un ulteriore sviluppo in direzione di uno scambio commerciale multilaterale e dell’aggiustamento delle bilance commerciali dei singoli paesi, così che i singoli paesi possono impegnarsi in relazioni commerciali regolamentate tra di loro, tramite una compensazione tra importazioni ed esportazioni.
Naturalmente non ci saranno problemi ad abolire il controllo dei cambi e di compensazione obbligatoria tutto in una volta. Né costituisce un problema una certa quota di libero scambio in valuta estera contro una unione monetaria europea, ma il prossimo passo sarà quello di sviluppare una ulteriore tecnica di compensazione, in modo tale che i pagamenti possano essere attivati agevolmente tra i paesi collegati tramite il Clearing House.
The House Of Spikes by JonasDeRoA maggior ragione che i presupposti per un tale sviluppo esistono già per quasi tutti i paesi, adeguatamente predisposti per l’inclusione in un centro di compensazione (clearing) europeo, che abbia una qualche forma di controllo sugli scambi esteri.
I prerequisiti per un soddisfacente funzionamento del sistema di compensazione tra esportazioni ed importazioni risiede nel fatto che la disposizione dovrebbe prevedere tassi di cambio fissi per tutti i pagamenti, che i tassi dovrebbero rimanere stabili per un lungo periodo di tempo, e che gli importi assegnati per la compensazione devono sempre essere pagati immediatamente.
Il pagamento di trasferimenti scoperti, non garantiti dal clearing, pone un problema monetario interno ai singoli paesi. Il timore ovunque prevalente che possano esserci bilanci scoperti, tuttavia, sparirà; la ripresa economica generale, che dove essere messa al primo posto dopo la guerra, causerà un incremento della circolazione monetaria anche in quei paesi che finora hanno aderito ad una politica economica delle banche centrali, basata sul sistema aureo e le operazioni automatiche del gold-standard e, in secondo luogo, col dovuto controllo del governo sulla bilancia dei pagamenti, il problema dei saldi di compensazione scomparirà gradualmente.

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Il livello dei prezzi dovrà essere adeguato a quello della Germania. Ma una unione monetaria porterà a un graduale livellamento dello standard di vita, che anche per il futuro non sarà e non dovrà essere la stesso per tutti i paesi collegati al sistema di clearing europeo, poiché i presupposti economici e sociali per esso mancano, e sarebbe assurdo regolare l’economia europea su questa base nel prossimo futuro. In Europa, ogni paese dovrebbe sviluppare e ampliare le proprie forze economiche e ogni paese dovrebbe essere in grado di operare con qualsiasi altro, ma i principi ed i metodi che disciplinano questo commercio devono essere, generalmente parlando, gli stessi.
Questo ha il vantaggio che le misure di controllo economico e di vincolo sotto una valuta ed un sistema di pagamenti in comune possono essere ridotte in larga misura; perché questi controlli e regole dettagliate, proprie di un sistema burocratico che può ostacolare notevolmente le transazioni individuali, non sarà più necessario.

[…] Daremo una particolare importanza al commercio dei nostri prodotti industriali di alta qualità, in cambio di materie prime sui mercati mondiali. Ma qui è necessaria una premessa. Dobbiamo verificare se sussiste un approvvigionamento sufficiente nell’area economica europea di tutti quei beni che rendono quest’area economicamente indipendente da tutte le altre. Quindi dobbiamo garantire la sua libertà economica.

hands[…] In sintesi:

1. Attraverso la conclusione di accordi economici a lungo termine con i paesi europei, sarà possibile assegnare un posto per il mercato tedesco nella pianificazione della produzione di lungo periodo di questi paesi, che saranno considerati alla stregua di uno sbocco commerciale a salvaguardia delle esportazioni, per le merci tedesche sui mercati europei.

2. Attraverso la creazione di uno stabile sistema di cambio, dovrà essere garantito un sistema uniforme dei pagamenti per il proseguimento degli scambi commerciali tra i singoli paesi. Così facendo, ci collegheremo agli accordi di pagamento esistenti che saranno ampliati per includere un maggiore volume commerciale sulla base di tassi di cambio fissi.
Attraverso uno scambio di esperienze nel campo dell’industria e dell’agricoltura, l’incremento della produzione di generi alimentari e l’accaparramento di materie prime deve essere il nostro scopo, mentre in Europa deve essere portata a termine una divisione economica razionale del lavoro….

3. Tra le nazioni europee deve essere stimolato un forte senso di comunità economica, attraverso la collaborazione in tutte le sfere economiche e politiche (moneta, credito, produzione, commercio, etc.). Il consolidamento economico dei paesi europei dovrebbe migliorare la loro posizione negoziale nelle relazioni con gli altri soggetti economici in una economia globale.
Questa Europa unita non si sottometterà a termini politici ed economici, che siano dettati da un qualsiasi organismo extra-europeo.
Sarà il commercio sulla base dell’uguaglianza economica a determinarne in qualsiasi momento la consapevolezza del suo peso negli affari economici.

reichsmark[…] Alla Grande Germania deve essere assicurato il massimo della sicurezza economica e per il popolo tedesco il massimo consumo di beni per incrementare il livello di benessere della nazione. L’economia europea deve essere adattata per rispondere a questo obiettivo. Lo sviluppo procederà a tappe differenti per i diversi paesi

 Walther Funk
 “La riorganizzazione economica dell’Europa”
(25 Luglio 1940)

Walther FunkPer la cronaca, il previdente Walther Funk è stato editorialista ed analista finanziario, governatore della Banca Centrale tedesca (all’epoca si chiamava Reichsbank), plenipotenziario per la pianificazione economica (Wirtschaftsbeauftragter), ministro dell’Economia… e fervente nazista.
Il cosiddetto “Piano Funk” rientrava nell’ambito delle analisi previsionali di pianificazione economica, che costituivano parte organica dell’azione di governo dei funzionari delegati agli Affari economici, in un sistema sostanzialmente accentrato come il Reich nazionalsocialista. E non contiene niente di così eclatante: un po’ di keynesismo militare (mutuato da Hjalmar Schacht), molto bilateralismo commerciale su trattati separati e impostato sul primato delle esportazioni, a fronte di un’autosufficienza autarchica all’interno del sistema economico tedesco; ingenti trasferimenti di valuta pregiata a saldo della compensazione sugli scambi commerciali; superamento del gold-standard.
The Motivator - Nazi Super ScienceIl suo “Piano” è curioso, perché è il primo documento organico di politica ‘economica’ a parlare apertamente di “area economica europea” e mercato condiviso a livello continentale, introduzione di una moneta unica (che abbia a modello il marco) e tassi di cambio fissi (per favorire le esportazioni W.Funktedesche). Il Piano Funk è altresì interessante, perché la nuova area commerciale e valutaria è funzionale a garantire il saldo in attivo della bilancia commerciale della Germania, favorendone le esportazioni su scala continentale. Serve inoltre ad assicurare il primato dell’economia tedesca, che diventa il sistema drenante delle risorse europee, tramite la stipula e l’osservanza ferrea di trattati inderogabili, in virtù della nota flessibilità che contraddistingue i connazionali di Hegel.
C’è anche un abbozzo embrionale alla ben nota retorica dei “compiti a casa”, da svolgere con diligenza se si vuole sperare di ottenere qualche briciola in Commissione:

“Il consolidamento economico dei paesi europei dovrebbe migliorare la loro posizione negoziale nelle relazioni con gli altri soggetti economici in una economia globale.”

E si può notare come la politica egemonica di Berlino, depurata delle sue componenti razziali e militariste, non sia poi troppo diversa dagli obiettivi economici, coi quali sostanzialmente viene esplicata sullo scacchiere europeo, sempre più ridotto ad una macroarea valutaria a penetrazione commerciale tedesca, con ben poche contropartite per i suoi partner subordinati all’espiazione del Debito.

Leggendo il Piano Funk, c’è da chiedersi se ci fosse qualcosa di inconcepibilmente ‘giusto’ nel nazionalsocialismo, oppure troppi elementi profondamente sbagliati nella struttura dell’attuale “Unione Europea”, così come è stata finora concepita.

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