Archivio per Vecchi
Il viale del tramonto
Posted in Muro del Pianto with tags Bacarozzo, Costume, Esequie funebri, Italia, Liberthalia, Scarrafone, Silvio Berlusconi, Società, Squallore, Vecchi on 17 Maggio 2015 by SendivogiusIl problema dei sogni, ancorché catodici, è che prima o poi ci si sveglia sempre…
Get the Power!
Posted in Masters of Universe with tags Abolizione delle Province, Art.138 della Costituzione, Beppe Grillo, Carta, Cialtroni, Corte costituzionale, Costituzione, Democrazia, Istituzioni, Italia, Leggi, Liberthalia, M5S, Movimento, MoVimento 5 stelle, Parlamento, Partiti politici, Potere, Rappresentanza, Suprema Corte, Totalitarismo, Vecchi on 28 luglio 2013 by Sendivogius
Diciamocelo con franchezza: un coglione così poteva nascere solo in Italia.
In un Paese ridotto all’impotenza, evirato com’è dei propri processi decisionali, tutto il peso politico pende nell’inutile sacca circoscritta alle sue propaggini inferiori.
Accade così che il principio e la fine di una copula dall’oscenità quanto mai imbarazzante, nell’impossibilità di concludere alcunché, sia mimata dalla sterile agitazione di due didimi in andropausa, infiammati come sono da un anomalo sovraccarico testosteronico.
Com’è noto, certi pendant vanno sempre associati in coppia, per loro intrinseca natura…
Cosa rende irresistibile la (saltuaria) lettura dei “comunicati” del Capo-Grullo, pompati proprio da quei media tanto detestati?!?
Ovviamente, l’irriducibile carica di minchioneria bissata ad ogni pubblicazione dall’abborracciato cabarettista (l’ennesimo!) improvvidamente eiettato in ‘politica’, con la grazia di un elefante in cristalleria e l’eleganza di un rutto ad un funerale.
Tra una vacanza a 5 stelle in Costa Smeralda ed i soggiorni in una delle sue otto ville sparse da Lugano a Malindi, in nome della “decrescita felice”, Capo-Grullo trascorre il resto del tempo ad annunciare la consumazione (a nostra insaputa) di “golpe bianchi”, più simili a colpi di sole che di Stato, e l’imminente tracollo economico dell’Italia.

Per la premiata serie Kazzenger a 5 Stelle, il prossimo appuntamento è fissato per l’Autunno (2013? 2014…2340?). E, se non daranno subito il potere (assoluto) ai suoi replicanti accampati in Parlamento, minaccia sommosse popolari e violenze di piazza, che fino ad ora non sono ancora esplose perché naturalmente c’è Lui a tenere a freno le folle più che mai frementi…
«Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»
Ah no! Si trattava di un altro pagliaccio, ma senza barba e capelli!
D’altronde questa parodia imbolsita di Savonarola, quando non è impegnato a pronosticare (peraltro più simile ad uno iettatore che ad un profeta) apocalissi prossime venture, piace occuparsi della nostra Carta costituzionale…
E lo fa con le competenze e la prudenza giuridica di un ragioniere semi-analfabeta di 65 anni: l’età fatidica, raggiunta la quale (secondo il Grullo-pensiero) si dovrebbe anticipare una sorta di morte civile, con cancellazione del diritto di voto, in attesa di raggiungere la tomba il prima possibile, in quanto inesorabilmente “vecchi”.
Tutti eccetto Lui, s’intende!
«Dopo i 60 anni non si dovrebbe più votare. Tra i 15 e i 60 anni il voto sia normale, ma dai 60 anni in poi non si voti più…. È importante che non siano i vecchi a fare le scelte.»
(ANSA – 11/10/10)
Altresì, è implicito che per i fortunati non ancora esautorati, i diritti elettorali valgano fintanto che daranno il voto al suo “moVimento” (unica scelta legittimata) altrimenti sono, in ordine sparso: “morti che camminano”; “zombies”; “salme”; “vecchi rincoglioniti”; “italiani di serie B”; “servi della Ka$ta”; “parassiti”; “larve ben pagate”; “naso adunco” (Gad Lerner); “vecchia puttana” (Rita Levi Montalcini); “buco senza ciambella“ (Nichi Vendola); “facce di merda”… dall’inconfondibile olezzo e da “cacciare via a calci nel culo”.
Naturalmente, si tratta di raffinate metafore dalla simpatia goliardica. Perciò, i medesimi attestati di stima e rispetto sono riservati a chiunque non sia organico al movimento del Messia pentastellato e non ubbidisca ciecamente ai suoi capricci. Va da sé che i “traditori”, amabilmente parlando, “sono un cancro da rimuovere subito”; prima che il virus del dissenso possa contagiare altri adepti della confraternita, attualmente impegnati (dicono) nella difesa ad oltranza della Costituzione contro la minaccia degli altri partiti politici (?). Loro sono un “movimento”.
Sarà per questo che, tra gli anatemi coi quali il Capo-Grullo ci delizia con cadenza giornaliera dal suo blog-balcone affacciato sulla piazza virtuale, la Costituzione repubblicana costituisce un bersaglio regolare, di cui si richiede a più riprese l’immediata revisione. Magari da affidare alla cura di raffinati costituzionalisti come Claudio Messora o alla neo-senatrice Enza Blundo che del Senato ignora persino la composizione numerica.
Dice il Grullo dall’alto della montagna:
“I colpi di Stato quasi mai ricorrono alla violenza, di solito avvengono in modo apparentemente legale, nel silenzio ovattato delle cosiddette istituzioni […] E i colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia.”
(25/07/2013)
E infatti fresco di giornata è l’attacco alla Corte costituzionale, che della Carta è massimo interprete e principale organo di garanzia. E come sempre lo fa con le solite allusioni raffinate sull’età dei togati, peraltro coetanei del Capo-Grullo, sorvolando invece sulla provenienza geografica alla quale s’era già dedicato in passato:
«La Corte Costituzionale, detta amichevolmente Consulta, un nome che ricorda l’oracolo di Delfi, ha dichiarato illegittima, in nome della Costituzione, l’abolizione delle Province previsto nel decreto Salva-Italia del dicembre 2011. Il linguaggio usato dalla Corte è sublime “il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. Cioè? Detto in parole povere le Province non si toccano.»
Saltando di palo in frasca, segue snocciolata di recriminazioni in un crescendo demagogico: cacciabombardieri F-35.. esodati.. precariato.. rimborsi elettorali… a dimostrazione che, nei fatti, il Capo-Grullo ed i suoi ghost-writers non sanno NULLA delle competenze della Corte.
“Fateci sapere, consultate le sudate carte.”
Al beota ligure ed alle sue isteriche fan-girls si potrebbe far notare (invano!) che le competenze e le funzioni delle Province sono esplicitamente contemplate nella Costituzione della Repubblica. Pertanto, non possono essere abolite per legge ordinaria e meno che mai per decreto-legge, in quanto oggetto di specifica revisione costituzionale le cui modalità sono disciplinate proprio da quell’Art.138, sul quale il Guru ed i suoi manipoli imbastiscono le loro ridicole ammuine in parlamento.
A quanto pare, se piace al Capo-Grullo, la decretazione d’urgenza in questo caso non è più un “attentato alla sovranità del popolo”.
Le “sudate carte”, che ci si guarda bene dal leggere (troppa fatica), non sono altro che il Titolo V della Costituzione. Per l’appunto, eliminare le Province vuol dire riformulare totalmente l’Art.114 e riscrivere i successivi, ovunque sia menzionata la parola “provincia”, previa modifica costituzionale e relativa procedura:
Revisione Della Costituzione, Leggi Costituzionali
[Art. 138] Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.
Tanto per chiarire di cosa parliamo e su cosa sproloquia invece il Capo-Grullo, insieme al resto della sarabanda attualmente in autogestione permanente al parlamento okkupato.
L’Abominevole Uomo della Rete
Per comprendere quanto agli ensiferi pentastellati stia a cuore la difesa della Carta costituzionale, basterebbe leggere alcuni dei post dedicati all’argomento, presi direttamente dal noto blog di merchandising e, all’occorrenza, di auto-promozione elettorale del capo politico e proprietario esclusivo del MoVimento. Questo perché nella rete si dimentica tutto e in fretta, ma si può ripescare e leggere qualsiasi castroneria strappata al sonno della ragione.
«La Costituzione non è il Vangelo, il Corano o il Talmud. Per qualcuno però lo è, rappresenta le tavole della Legge di Mosè e ne fa un uso religioso, fideistico. La agita in manifestazione come il libretto rosso di Mao. La Costituzione è un testo scritto da uomini in carne ed ossa, non da semidei, nel secondo dopoguerra. E’ entrata in vigore il 1° gennaio 1948, 63 anni fa […] è una Costituzione in parte “diversamente democratica”.
[…] La Costituzione prevede la possibilità per i cittadini di raccogliere le firme per una proposta di legge popolare. Non obbliga in alcun modo il Parlamento a discuterla, quindi è un diritto sulla carta, una solenne presa costituzionale per il culo.»“La Costituzione non è intoccabile”
(05/03/2011)
È più forte di Lui: se non ci infila almeno un “culo” o un “cazzo”, qualsiasi cosa dica o scriva, va in crisi epilettica. Da notare questa ossessiva pretesa nel considerare il Parlamento come la sua lussuosa cameretta a servizio personale, dove calendarizzare prima di subito e approvare seduta stante qualsiasi proposta, anche la più demenziale, il Capo-Grullo ed i suoi replicanti (i “cittadini”) decidano di presentare. Il fatto che in Parlamento ci siano svariate centinaia di leggi in lavorazione e altrettante proposte su iniziativa popolare non sembra minimamente sfiorare il Capo-Grullo, che evidentemente si reputa al centro di un universo in cui credersi dio. Null’altro esiste al di fuori di Lui e del suo movimento. In un mondo semplificato e condensato in pensierini elementari, le Camere sono una specie di ufficio protocolli per la rapida conversione in legge di qualsiasi fumigante stronzata, ivi depositata su iniziativa del Masaniello di turno.
Tale è il rispetto e la difesa della carta costituzionale, che il 07/10/2012 il duce pentastellato incitava pubblicamente i suoi manipoli ad un V-Day per la Costituzione:
«L’Italia è una dittatura partitocratica, della democrazia non ha neppure il profumo. Inutile girarci intorno, il cittadino non conta nulla. Da piazzale Loreto sono cambiate solo le forme del Potere, la sostanza è rimasta la stessa. I partiti si reggono su un tavolino a tre gambe. La prima gamba sono i cosiddetti “rimborsi elettorali” pari a un miliardo di euro, senza i quali i partiti cesserebbero di esistere dopo una settimana. La seconda gamba sono i media, i giornali foraggiati dal finanziamento pubblici, la Rai asservita ai partiti, Mediaset a cui sono state date in concessione le frequenze nazionali per un pugno di euro. La terza gamba è parte della Costituzione, disegnata per garantire l’egemonia dei partiti e l’esclusione dei cittadini dalla cosa pubblica. E’ opportuno fare un passo indietro. La Costituzione venne scritta nel dopoguerra dall’Assemblea Costituente dominata da esponenti di tre partiti: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e il Partito Comunista. I partiti hanno scritto la Costituzione come un abito su misura. La Costituzione entrò in vigore il primo gennaio del 1948. Non si tenne alcun referendum per confermarla ed è quasi impossibile cambiare un suo articolo senza la volontà del Parlamento, quindi dei partiti.
[…] Il primo Vday fu dedicato ai partiti, il secondo ai media, i loro cani da guardia, il prossimo Vday sarà dedicato alla Nuova Costituzione. Nel blog sarà avviato un pubblico dibattito, come sta avvenendo in Islanda, per discuterla punto per punto. Chi sventola in toto l’attuale Costituzione come un Vangelo e si indigna e si aggrappa ad essa come un naufrago, o non l’ha letta o l’ha capita troppo bene. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.»
Con ogni evidenza, il Capo-Grullo la Costituzione non l’ha mai letta. E qualora si cimentasse nell’ardua impresa non capirebbe una sola parola… non certo perché il testo sia di difficile comprensione.
Però pretende di riscriverla. Sul suo blog. In quanto al “pubblico dibattito”, abbiamo avuto modo di verificare fin troppo bene cosa il ragionier Giuseppe Grillo (classe 1948) intenda per dibattito e contradditorio: Io decido, voi ubbidite!
Ad ogni modo, nelle sue deliranti farneticazioni, l’aspirante Führer ha chiarissimo quali sono i nemici del popolo da abbatere… eliminati i partiti politici, chiusi i media, abrogata la Costituzione, nulla potrà finalmente impedirgli di avere l’agognato 100% e giocare (anche lui) al Grande Dittatore nella tirannide digitale di Gaia: un’allucinante distopia totalitaria, che farebbe raggelare il sangue a George Orwell.
Della Costituzione e della democrazia, al Capo-Grullo non frega assolutamente nulla. Nella migliore delle ipotesi, sono concetti a lui più estranei della vita su Giove.
Ed è il principale motivo per cui, tra i mali maggiori (ma meno peniciosi) ci è toccato in sorte un governo “PdL e Pd-meno-elle”. Per il giovanissimo rag. Grillo (1948), esperto in diritto costituzionale, è la migliore delle opzioni possibili.
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Il Marcio su Roma
Posted in Roma mon amour with tags Alfredo Antoniozzi, Alleanza Nazionale, AN, Antonio Lucarelli, Casamonica, Cesare Pambianchi, Claudio Cerasa, ConfCommercio Lazio, Corruzione, Degrado, Fascisti, Festa dei Nonni, Frode, Gianni Alemanno, Giorgio Ciardi, Liberthalia, Massimiliano Piccolo, PdL, Politica, Potere, Rimborsi d'oro, Roma, Samuele Piccolo, Tor Bella Monaca, Vecchi on 14 luglio 2012 by SendivogiusLa Roma di Alemanno non delude mai…
Sporca, corrotta, incattivita, abbrutita e incanaglita come non mai, la città fascistizzata del sindachetto barese sembra aver superato la fase del declino, per sprofondare in un degrado imbarazzante e senza soluzione, schiantata sotto il peso di un’incompetenza abissale e l’arroganza di un potere feudale. Era difficile condensare in un unico “gabinetto” (contiguo alle cloaca fascista e otturato per eccesso di deiezioni) il peggio del clientelismo democristiano, l’espressione più oscena del familismo allargato, il voto di scambio delle cosche elettorali, lo strapotere dei palazzinari romani con le varie cricche e camarille che prosperano nel sottobosco degli appalti pubblici, insieme al tronfio revanchismo di un nazifascismo di ritorno, impunito e coccolato da una destra istituzionalizzata che celebra i repubblichini di Salò nelle aule del Campidoglio, meglio se a braccetto coi rigurgiti clericali del nuovo sanfedismo.
È un campionario assortito del malaffare diffuso, che si accompagna ad una pletora insaziabile di praticoni senz’arte né parte, ma miracolati dalla giunta post-fascista. E ci sono pure i vecchi arnesi dello squadrismo missino coi reduci del terrorismo nero, opportunamente riciclati in cariche dirigenziali; i fascisti di Casa Pound, omaggiati con il regalo di interi palazzi e la
concessione di tenute agricole in pieno parco naturale [QUI]. L’Occupazione non conforme di un palazzetto di 5 piani nello storico rione Esquilino è stata gentilmente regolarizzata dalla giunta Alemanno, che ha preventivato 12 milioni di euro per l’acquisto dell’immobile da donare agli squadristi del terzo millennio. D’altronde si tratta di un’Amministrazione che non si fa mancare nulla: preti pedofili promossi a “garante per la famiglia”… camorristi all’antiracket… ambigui figuri in odor di ‘ndrangheta posti alla gestione del nuovo Polo Tecnologico della Capitale [QUI]…
Raramente si era visto un simile bestiario dell’inciviltà politica, così boriosamente proteso nel suo anelito al peggio, per una serie di scandali e ruberie che sembra senza fine, passando per incompetenze macroscopiche ed il saccheggio indiscriminato delle aziende municipalizzate, per non parlare dell’exploit criminale con il record di omicidi per il controllo delle piazze dello spaccio. Non male per uno che aveva fatto della “sicurezza” il suo cavallo di battaglia (elettorale).
Eppoi ci sono i famigli di Casa Alemanno, come quell’Antonio Lucarelli, ex portavoce di Forza Nuova, divenuto capo della segreteria del sindaco e invischiato nello scandalo dei cosiddetti “punti verdi” [QUI]: la creazione di aiuole e giardini pagati a peso d’oro dal Campidoglio e gestiti in combutta con l’intraprendente Famiglia Mokbel, attiva su più fronti e della quale avevamo parlato in dettaglio QUI.
E non manca Cesare Pambianchi, già presidente della Confcommercio di Roma e del Lazio, travolto in un vorticoso giro di truffe e false fatturazioni, per una gigantesca frode fiscale [QUI].
Alla grande abbuffata non si sottraggono nemmeno i vigili urbani, un nutrito contingente dei quali è stato recentemente coinvolto in un’indagine per estorsione e mazzette [QUI].
L’impressione è quella di una metropoli occupata, tenuta in ostaggio da una voracissima banda di predoni in camicia nera, calati sulla greppia romana da ogni antro d’Italia, sopportati con rassegnazione e cinismo dal grosso della cittadinanza che fa spallucce con sufficienza.
Il Piccolo Samuele
Ad ennesima riprova che l’età anagrafica non fa la differenza, l’ultimo scandalo dell’infinita serie è l’arresto del promettente Samuele Piccolo, misconosciuto recordman delle preferenze (12.000 voti alle elezioni amministrative del 2008), nonché vicepresidente dell’assemblea capitolina e “delegato alla sicurezza”.
Nella primavera del 2006, l’intera città viene tappezzata con migliaia di manifesti abusivi, col suo faccino pulito da putto sanfedista (è nato il 01/07/1981) con l’abitino stirato della prima comunione, mentre sorride dai piloni della tangenziale agli scoglionati quirites imbottigliati nel traffico.
Di lui non si sa praticamente nulla, a parte l’infinita minchioneria che trasuda dalle gigantografie nordcoreane che spuntano un po’ dovunque, rimandando al suo (pessimo) sito web attualmente offline. Nessuno lo conosce; nelle sezioni di AN (partito per il quale si candida) è un perfetto sconosciuto. Ma è ammanigliato con le parrocchie, bazzica il Vicariato, piace ai preti e tanto basta.
Diploma da ragioniere e nessuna esperienza, si presenta così:
“Cattolico praticante, impegnato da anni nel volontariato in favore delle persone senza tetto e con gravi problemi sociali, sono stato per questi altri meriti insignito Cavalierato dall’Ambasciata Somala presso la Santa Sede. Convinto difensore dei diritti spesso violati dei piccoli e medi commercianti, sono Coordinatore Nazionale del Settore Cooperativo del Sindacato Siale. Promotore, e primo firmatario, della mozione per la realizzazione della Formula1 a Roma.”
In concreto, a parte i titoli patacca, il giovanissimo Samuele è l’inventore della fondamentale “Festa dei Nonni”. Sempre sul tema, auto-pubblica la sua prima ed unica opera, “I Nonni”, con la casa editrice di famiglia: la misconosciuta Società Editrice Terzo Millennio che gestisce insieme al fratello Massimiliano (21/02/1976), grande regista della carriera di Samuele.
Quella dei nonni non è una semplice fissazione… I vecchi (che annoverano una vasta mandria di rincoglioniti sentimentali) costituiscono infatti il suo grande bacino elettorale. E il buon Samuele, col suo libricino e una partita a scopone, batte tutti i centri anziani della Capitale in cerca di voti e di consensi. In sostanza, Samuele Piccolo ripropone una variante aggiornata del “conservatore compassionevole” in salsa italica, insieme agli immarcescibili “Dio, Nazione e Famiglia”. Insomma il tipico prodotto confezionato in oratorio: merce vecchia, ma con una domanda costante da parte di consumatori in cerca di sapori antichi. Del resto, la “famiglia” (ed in particolare la sua) riveste un ruolo importante nell’ascesa politica del giovanissimo Samuele, al quale si attribuisce l’appoggio dell’Opus Dei, Comunione e Liberazione, fino alle “Dame di San Vicenzo”. Gli vengono pure attribuite fantomatiche parentele col democristiano Flaminio Piccoli, in un alone (costruito) di mistero che contribuisce alla creazione del personaggio…
Claudio Cerasa, editorialista de ‘Il Foglio’, ed autore di un’attenta analisi sull’avvento di Alemanno e dei suoi lanzichenecchi, lo descrive così:
Nel corso degli ultimi anni c’è un nome un po’ misterioso che rappresenta il più spregiudicato terminale offensivo dei rapporti tra Alemanno e alcune espressioni ecclesiali romane. Tra le decine di migliaia di manifesti che rivestirono per giorni e giorni i muri della Capitale, nella primavera del 2006 comparve in modo improvviso il nome di un politico di Alleanza nazionale di cui alcuni tra gli stessi militanti di AN ignoravano persino l’esistenza: Samuele Piccolo. All’inizio il suo volto sorridente campeggiava solo con il nome, il cognome e il sito web; poi anche con il simbolo del partito con cui si sarebbe presentato. Se l’obiettivo dell’oscuro candidato era quello di incuriosire i suoi elettori, colse nel segno. Ci si chiedeva: chi è questo Piccolo? Chi lo appoggia? Da dove viene? Quanti anni ha? La sua performance sarà strepitosa, ma nulla a che vedere con il successo di due anni dopo. Alle amministrative del 2008 risulterà essere il politico più votato in consiglio comunale (con 11.996 preferenze, seimila in più rispetto a quelle messe insieme nel 2006), superando di quattromila voti il secondo (ovvero Davide Boroni, 8332 preferenze) e ricevendo la nomina di vicepresidente del consiglio comunale e quella di responsabile alla Sicurezza. La macchina elettorale di Samuele Piccolo è molto organizzata: sia nel 2006 sia nel 2008 l’esponente di Alleanza nazionale ha dato vita a un comitato formato da centotrenta persone capace di affiggere migliaia di manifesti ogni notte, di distribuire alle fermate della metro centinaia di opuscoli con la storia della sua vita, di avere propri punti di riferimento diretti all’interno di moltissimi seggi romani, di portare diecimila persone in uno stadio della Capitale (il Palacavicchi: è successo nel corso di una manifestazione organizzata nell’aprile del 2006). Nel suo momento di massimo potere in consiglio comunale – e subito dopo aver formato una corrente ufficiale nel PdL romano (il Movimento popolare) – Piccolo, alla fine del 2008, ha attraversato una fase di forte tensione con il sindaco che, a seguito delle sue critiche per la gestione dell’AMA, gli ha ritirato la delega alla Sicurezza. Il bisticcio si è risolto qualche mese più tardi quando Alemanno ha offerto garanzie per il futuro a Piccolo (voleva un assessorato e non è escluso che al prossimo rimpasto lo ottenga) e quando il giovane consigliere ha accettato senza protestare un’altra delega: la promozione economica delle periferie. Il riappacificamento tra Piccolo e Alemanno è avvenuto però in coincidenza con un fatto preciso, ovvero l’assegnazione della selezione delle 544 persone che l’AMA avrebbe dovuto assumere a tempo indeterminato, a partire da metà maggio 2009, a una società di nome Centro Elis. L’associazione Centro Elis è famosa a Roma per la sua esperienza nel campo della formazione e della gestione delle risorse umane, ed è direttamente legata a un’istituzione fondata nel 1928 da san Josemaría Escrivá, alla quale Samuele Piccolo non ha mai smentito di essere vicino: l’Opus Dei. Tuttavia, la storia di Piccolo costituisce ancora oggi un mistero della politica romana: su di lui esiste un numero scarsissimo di informazioni, ma investigando un po’ qualcosa alla fine si scopre. Piccolo non ha mai fatto parte di alcuna corrente di Alleanza nazionale, non ha mai militato in alcun movimento giovanile (né di destra né di sinistra), professionalmente si occupa di marketing, è a capo del personale di un’azienda di consulenza romana (La Romanina Srl), è stato nominato cavaliere dall’ambasciata somala presso la Santa Sede, «per i meriti legati al suo impegno in ambito sociale», e gestisce con il fratello Massimiliano una casa editrice, Terzo millennio, che si occupa della diffusione della cultura popolare e di
libri dedicati agli anziani. Inoltre, Piccolo dà ogni anno un sostanziale contributo per realizzare una festa molto famosa in collaborazione con il Vicariato e più volte patrocinata dall’attore Lino Banfi. Si tratta della Festa dei nonni. Sui nonni, infine, Samuele ha scritto anche un libro, edito dalla casa editrice di cui è proprietario, il cui titolo è, manco a dirlo, Nonni. «Tutto questo però non basta a spiegare la sua incredibile performance elettorale» racconta il consigliere provinciale e tesoriere del Pd alla Provincia di Roma Marco Palumbo. «Non basta il profilo della sua biografia, non basta la sua solidarietà con il mondo degli anziani, non basta il suo ambizioso programma elettorale (sgombero dei campi nomadi irregolari, riordino di quelli a norma di legge, agevolazioni per le aziende che si spostano in periferia). E non basta anche perché Piccolo è nato il primo luglio del 1981, e ciò significa che alle elezioni del 2008 aveva appena ventisette anni e, con tutta la buona volontà, un simile potere non si costruisce dal nulla.»
Claudio Cerasa
“La Presa di Roma”
Rizzoli, 2009
Il prodigioso Samuele Piccolo è ambizioso. Troppo. E, ad onor del vero, non piace al sindaco Alemanno ed ai suoi fedelissimi, che diffidano della sue intraprendenza eccessiva e dell’ambiguità del personaggio, pur guardando con avidità alla sua fondamentale dote di voti. Di conseguenza, cercheranno di osteggiarne l’ascesa in tutti i modi [QUI].
È pur vero che, a ben cercare, all’indomani dello strepitoso successo elettorale di Samuele Piccolo la rete già pullulava di illazioni e di rumores, da parte di coloro che il personaggio sembravano invece conoscerlo piuttosto bene…
Originario della periferia di Torre Maura, i Piccolo hanno il proprio feudo nella ex Circoscrizione VIII (l’attuale “Municipio delle Torri”): una delle poche zone di Roma, tradizionalmente schierate a destra, che ricomprende alcuni dei quartieri più difficili della città, sui quali troneggia la pessima nomea di Tor Bella Monaca.
Secondo le malelingue, Piccolo si sarebbe assicurato cospicui pacchetti di voti regalando ricariche telefoniche ai pischelli di borgata e organizzando feste in discoteca, per concludere con l’assunzione di disperati nel call center di famiglia, o nelle loro cooperative di pulizie e facchinaggio.
Senza mezzi termini, c’è chi accusa (ed era il 2008) la famiglia Piccolo di comportarsi né più né meno come una “batteria” della mala romana e di ripulire i soldi per conto dell’inesauribile Clan dei Casamonica e dei loro omologhi Di Silvio. Prolifica famiglia di zingari stanziali di origine abruzzese, indissolubilmente alleati con il clan dei Di Silvio (al quale sono legati da un intreccio infinito di matrimoni), i Casamonica costituiscono un formidabile esercito di quasi mille persone, variamente imparentate tra di loro, più o meno impegnate in varie attività che vanno dall’usura alla ricettazione, dalle estorsioni al traffico di stupefacenti, dalle intimidazioni alle truffe. Si occupano inoltre di “recupero crediti” (chiamiamolo così)… un ‘servizio’ quest’ultimo che non disdegnano di mettere a disposizione per conto terzi, dietro congruo pagamento per il disturbo.
Dalle loro basi logistiche de La Romanina e del Tuscolano, di ‘Tor Bella’ e della Borghesiana, dopo l’atomizzazione della Banda della Magliana, controllano tutto il quadrante sud-orientale della città di Roma, spingendosi dai Castelli romani fino a Latina, senza mai pestare i piedi alle cosche calabresi e campane che operano sul Litorale.
Di concreto, a determinare l’indagine al gran completo sul clan Piccolo con l’arresto del patriarca Raffaele, insieme ai due fratelli Massimiliano e Samuele, c’é:
“Un flusso di denaro che confluisce in una gestione occulta. Si tratta di somme quantificabili in un importo mensile compreso tra 250mila e 350mila euro e che trovano una notevole corrispondenza con l’importo dell’IVA che le cooperative hanno nel tempo riaddebitato ai consorzi e alle società di livello superiore”
In pratica, è la classica ed amatissima frode sul recupero dei Crediti IVA, falsamente fatturati attraverso una lunga serie di triangolazioni fittizie tra società compiacenti (le famose “cartiere” della Truffa Carosello).
Secondo gli inquirenti che si occupano delle indagini, i Piccolo avrebbero organizzato un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ed alla compravendita di voti in campagna elettorale, attraverso la costituzione di una struttura organizzata su tre livelli:
“Il primo livello è costituito da cooperative, prevalentemente costituite da stranieri, che mettono a disposizione forza lavoro. Il secondo livello è costituito dai cosiddetti consorzio-filtro, e un terzo livello costituito dai consorzi capofila. Il terzo livello acquista i lavori dai clienti finali e li affida ai consorzi filtro, i quali, a loro volta, li affidano alle cooperative di primo livello”
A loro volta, le diverse cooperative confluivano nella gestione separata ad opera di due consorzi: il Gruppo Servizi Generale ed il Gruppo Servizi Globali, il tutto finalizzato al finanziamento occulto dell’attività politica del giovane Samuele, che all’inizio del 2011 era già incappato nell’inchiesta sui “rimborsi d’oro”, ovvero i rimborsi per permessi da incarico pubblico. In pratica, il datore di lavoro che annovera tra i suoi dipendenti un politico di professione ha diritto ad essere rimborsato dall’amministrazione comunale dello stipendio, comunque erogato al dipendente assente in virtù della sua attività politica. È abitudine diffusa, tra i consiglieri circoscrizionali (pomposamente chiamati ‘municipali’) e comunali, farsi stipulare contratti di assunzione fittizia con imprenditori compiacenti; ottenere il rimborso; e spartirsi infine il malloppo, illecitamente percepito grazie alla falsa documentazione prodotta.
Il “Gruppo Servizi Generali” di Massimiliano Piccolo, subito dopo l’elezione nel 2008, si preoccupa di assumere Samuele Piccolo e Giorgio Ciardi. Quest’ultimo è consigliere di AN, ma rientra tra i protetti di Alfredo Antoniozzi, altro calabrese trapiantato a Roma, ex democristiano, tra i ras PdL capitolino.
A partire dal Settembre 2008, in pochi mesi, l’on. Ciardi percepisce dal “Gruppo Servizi Generali” dei fratelli Piccolo la bellezza di oltre 100.000 euro (22.326 euro di “stipendio” percepiti soltanto nel mese di Marzo 2009): soldi pubblici che vanno a pesare sul disastrato bilancio comunale.
Samuele Piccolo viene invece assunto alla CONSULIT Unipersonale: fantomatica srl di consulenza amministrativa e fiscale, situata a due passi da casa (tra Torre Nova e Tor Bella Monaca). Per conto della Consulit, Piccolo produce richieste di rimborso al Comune per quasi 170.000 euro. Il riepilogo in dettaglio dei rimborsi lo trovate QUI (al punto 15).
Poi certo c’è la cronaca attuale, con le spese pazze per le cene elettorali, i computer lanciati giù dalle finestre all’arrivo della Guardia di Finanza, l’elenco con oltre 8.000 nominativi di elettori con relativi dati e le annotazioni di saldo (“pagato”), i buchi nel muro dell’Agenzie delle Entrate per portarsi via i documenti sequestrati…
Non sappiamo come si concluderà l’inchiesta sull’affaire Piccolo (né ci interessa più di tanto). Comunque vada, se questo è il nuovo che avanza e l’impegno dei giovani in politica… Prepariamoci al peggio!
(40) Cazzata o Stronzata?
Posted in Zì Baldone with tags Angela Merkel, Bruxelles, Elsa Fornero, Eugenio Scalfari, Europa, Germania, Italia, Liberthalia, Mario Monti, Silvio Berlusconi, UE, Vecchi on 1 luglio 2012 by Sendivogius“Classifica GIUGNO 2012”
Cosa rende dimenticabilissima una giornata di cottura nella canicola estiva?
Sicuramente, la lettura delle omelie domenicali di Eugenio Scalfari, ormai perso nell’estasi compulsiva di orgasmi multipli, ogniqualvolta senta pronunciare il nome di Mario Monti o del presidente Napolitano, con polluzioni politiche da threesome post-geriatrico.
Se c’è una cosa che il vertice brussellese del 28 Giugno ha reso evidente, è la dimostrazione provata che si possono e si devono ridimensionare le pretese rigoriste (a senso unico) imposte dalla Germania di Merkel, mettendo la museruola ai due ringhiosi chihuahua (Finlandia e Olanda) che fanno da tirapiedi alla spigolosa cancelliera… ovvero le due inutili pulci del molosso germanico.
E per quanto si possa soffiare nelle trombe del giubileo, spacciando per straordinario un risultato che in realtà tale non è, il successo del vertice rende ancor più evidente come la politica europea sia in mostruoso ritardo nell’affrontare la crisi e come semplici concessioni, di assoluto buonsenso, potevano essere ottenute con mesi di anticipo, se solo ci fosse stata un po’ più di determinazione da parte dei diretti interessati. Si sarebbero potuti calmierare gli spread, evitando di dover rifinanziare la spesa corrente a tassi spropositati, col rischio di imboccare il tunnel della depressione economica. Perché a questo ci stava portando lo stato di supina sudditanza ai diktat tedeschi, calibrati a tutto vantaggio di Berlino.
Il risultato di Bruxelles è stato un grande successo di Mario Monti?!? A leggere tra le righe, non ci voleva poi una scienza superiore… Bastava chiedere a frau Merkel, dietro la sua inesauribile cascata di nein, cosa fosse davvero disposta a concedere, sbattendo i pugni sul tavolo a brutto muso, e minacciare di non ratificare il fiscal compact, tenendosi flessibili nell’applicare le prescrizioni rigoriste di stretta osservanza teutonica.
Mario Monti è stato coraggioso?!? Con una Angela Merkel praticamente isolata e accerchiata a livello internazionale, il prof. Monti poteva contare sull’assist incondizionato del presidente francese Hollande e dello spagnolo Rajoy, dell’appoggio incondizionato di Barack Obama, della benevola neutralità del britannico Cameron, e dell’aiutino non da poco di Mario Draghi alla BCE…
E cos’altro aspettava per agire? Il sostegno dell’imperatore galattico Palpatine?
Se c’è una cosa che è mancata in questi ultimi mesi, a tutti i livelli, è stato proprio il coraggio!
Fermo restando che, se l’accordo pone un freno (ancora tutto da verificare) ai morsi della speculazione, non risolve i problemi congiunturali della spirale recessiva, rilanciando un vero piano di crescita. Certo non è una soluzione l’aumento dell’IVA o la svendita all’incanto, e sottocosto, del nostro patrimonio pubblico…
Hit Parade del mese:
01. PAZZA IDEA
[01 Giu.] «Dobbiamo andare in Europa a dire con forza che la Bce deve iniziare a stampare moneta; altrimenti cominciamo a stampare euro noi con la nostra Zecca».
(S.Berlusconi, mummia di cerone)
02. QUOTE RISERVATE
[06 Giu.] «Politica e competenza non sempre sono alternative, se uno ha un curriculum politico non per questo dev’essere escluso dalle nomine»
(Rosy Bindi, Pasionaria in pensione)
03. L’ETERNO RIFLUSSO
[15 Giu.] «Voglio dire a tutti che se mi sarete da canto riprendo il mio percorso politico»
(Clemente Mastella, analfabeta di ritorno?)
04. VUOI ANCHE UNA FETTA DI CULO?
[26 Giu.] «Il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio»
(Elsa Fornero, Caporale governativo)
05. BUONO PER TUTTE LE STAGIONI
[22 Giu.] «Dietro gli attacchi al Colle non penso ci siano partiti politici, ma schegge della magistratura»
(P.F.Casini, il Puttano responsabilizzato)
06. PERVERSIONI SESSUALI
[19 Giu.] «La Fornero è la mia morosa ideale… Quel ministro, quella donna, ha per me qualcosa di prodigioso. Esprime energia, bellezza e una infinita e seria buona coscienza nella fissità del corpo e nella voce»
(Giuliano Ferrara, il Coprofilo)
07. LA GRANDE COSTIPAZIONE
[15 Giu.] «Grillo potrebbe essere utilizzato per indebolire l’Europa e l’Italia. Svolgerebbe il ruolo di Syriza in Grecia. Una vittoria di Grillo aumenterebbe il consenso dei repubblicani e degli ambienti conservatori, svantaggiando Obama. Casaleggio non lo avevo mai sentito nominare, ho scoperto che conta molto di più di quello che sembra. Mi hanno detto che ha una società e degli interessi in America, potrebbe essere un elemento di questa teoria. Oggi Obama è quello che ha più interesse a tenere la situazione sotto controllo. I repubblicani credo siano disponibili a correre il rischio di indebolire la situazione americana, non solo quella mondiale, pur di vincere le elezioni»
(Gianni De Michelis, Avanzo di balera)
08. NO FUTURE
[14 Agosto] «Il voto in Grecia ci consente di avere una visione serena sul futuro dell’Europa e dell’euro»
(Mario Monti, il Tranquillo)
09. IL CANTO DEL CIGNO
[01 Giu.] «Stiamo facendo, credo, le cose giuste, con un senso di partecipazione da parte di tutti, con solidarietà. sono convinto che l’italia ce la farà e ce la stia facendo»
(Mario Monti, l’Equanime)
10. PETI DALL’OSPIZIO
[24 Agosto] «La mia minaccia di uscire dall’euro è stata la soluzione»
(S.Berlusconi, Demente senile)
LARGO AI GIOVANI
Posted in Masters of Universe with tags Gerontocrazia, Giorgio Napolitano, Giovani, Istituzioni, Italia, Liberthalia, Società, Vecchi on 24 Maggio 2012 by Sendivogius“Scendete al più presto in campo per rinnovare la politica, aprendo porte e finestre se vi si vuole tenere fuori.”
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolto ai ‘gggiovani’.
Palermo, 16/05/2012.
..87 anni e dimostrarli tutti…
Nel Paese dove si diventa maggiorenni a 50 anni e la vita comincia a fiorire verso i 70 e oltre, dalla riforma delle pensioni a quella lavoro, quando i ‘vecchi’ dicono interessarsi ai ‘giovani’ e parlano in nome delle “generazioni future” (ma guardandosi bene dall’interpellarle), agendo per loro cont(r)o senza procura, è il momento di cominciare a preoccuparsi davvero.
L’Ospizio
Posted in Muro del Pianto with tags Cerebrolesi, Governo, Italia, Lega, Liberthalia, Sbadigli, Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Vecchi on 14 ottobre 2011 by Sendivogius12 Sbadigli in 18 Minuti. Tanto è durato il discorsetto dell’altro fenomeno da ospizio e tale è stata l’accoglienza del suo fedele compagno di merende padane, reduce dalle scampagnate secessioniste di Pontida. Più eloquente di qualsiasi commento, più memorabile di qualunque parola. A questo è ridotta l’Italia e tale è il suo ectoplasmatico governo geriatrico, tra pannoloni e parrucchini, pitali e pompette, fondotinta e festini. Lo specchio di un Paese per Vecchi, fatto di vecchi. Inesorabilmente finito.
Ma lo avete visto l’agonizzante lumbard?!? Ci mancava solo che gli colasse il filo di bava dalla bocca semispalancata, incapace di articolare la mascella pendula! Si raspa… ciondola… sbadiglia… mentre l’altro citrullo pitturato, incipriato come un aristocratico da ancien regime prima della ghigliottina, gli allunga qualche carezza sul muso, come si fa col nonno un po’ tocco, o più spesso con l’ubbidiente cane da compagnia accucciato ai piedi del padrone. Pronto a votargli tutto, pur di piazzare la prole: Trota, Eridanio, e Libertà… La santissima Trinità di mammà Manuela e del nepotismo siculo-padano in salsa leghista.
Buonanotte Italia.
Immortal ad Vitam
Posted in Masters of Universe with tags Antichità, Dorian Gray, Italia, Liberthalia, Papi, Vecchi on 29 settembre 2011 by SendivogiusDifficile a credersi, oggi il papi nazionale festeggia la Venerabile età di 75 anni, raggiungendo i 3/4 di un secolo di vita.
In pratica, è nato nel XV° Anno dell’era fascista: l’Italia era ancora una monarchia non travestita da repubblica; il Cavalier Benito proclamava l’Impero e stringeva l’asse di ferro con la Germania nazista di Adolf Hitler. Il generalissimo Francisco Franco, sostenuto dai nazi-fascisti, scatenava le sue truppe coloniali contro il governo democratico di Spagna. In Etiopia, gli Abissini venivano gasati, con bombardamenti chimici dalle armate d’invasione dei generali Pietro Badoglio e Rodolfo Graziani… i soliti Italiani brava gente.
Nel Belpaese, un Giovanni Agnelli presenta la prima utilitaria FIAT… i ragazzi indossano pantaloni alla zuava… lo spettacolo più amato è il cabaret… il divo di Hollywood è Errol Flynn, mentre al cinema si celebrano le gesta della Guerra di Crimea (1854) con la premiatissima “Carica dei 600”…
Bisogna comprenderlo: appartiene ad un altra era geologica e certo l’età avanzata non l’aiuta. È cresciuto con la Guerra Fredda e i suoi rigori ideologici… La D.C. e le relative crociate… L’ossessione per i kommunisti ed il maccartismo… La formazione culturale è questa e quelli sono i suoi “referenti storici”. Seguono la passione per i grembiulini massonici; le smargiassate da bauscia di provincia, col mito della “patonza”… la Milano da bere e, soprattutto, da fottere!
E lì si è fermato, in una camera del tempo inesorabilmente bloccata all’anno 1956, che idealmente sembra non aver mai superato.
Per questo, ad un popolo di citrulli semianalfabeti e vecchi rincoglioniti nostalgici del Ventennio, il gran Barzellettiere di Arcore piace e continuerà a piacere. È il ritratto di una Giovinezza cantata tra moschetti e saluti… al duce! È l’illusione di salvezza, rivolta al passato, contro le minacce della modernità, nella nostalgia senile dei bei tempi che furono…
In pratica, sembra di assistere ad una parodia porno di Dorian Gray: il dandy depravato che grazie ad un patto col diavolo non invecchia mai, imprigionando i segni esteriori della corruzione e del decadimento fisico in un ritratto stregato
Più prosaicamente, il nostro Latin Laughter, senza scomodare il buon Lucifero, ha risolto l’annoso problema con ampie spennellate di cerone, forniture industriali di fondotinta, pompaggi seriali di botox e polipeptidi aggregati, trapianti pilliferi e pappagorgia grappettata via lifting, protesi idrauliche per la virilità artificiale del primo prostatico bionico e flebo di cialis per l’Utilizzatore finale di marchette…
E pazienza se, col susseguirsi dei lustri, il risultato finale assomiglia sempre più ad un make-up per l’imbalsamazione funebre. In quanto alla “corruzione”… ha sdoganato anche quella, facendo del marcio che appesta il paese un vanto nazionale.
Ormai le comparsate pubbliche, e soprattutto televisive, di questa mummia animata presentano inquietanti analogie con l’esposizione della salma del caro estinto: un horror-movie da anni ’50 con uno zombie arrapato in un’Italia da vomito.
(23) Cazzata o Stronzata?
Posted in Zì Baldone with tags Cazzata o Stronzata, Gennaio 2011, Liberthalia, Orge, Silvio Berlusconi, Vecchi on 30 gennaio 2011 by Sendivogius“Classifica GENNAIO 2011”
Dopo la serie di ammucchiate selvagge nei sotterranei di Arcore, crediamo che nulla possa eguagliare le gang-bang di un “vecchio dal culo flaccido” e dalla sessualità ossessiva. È evidente che dinanzi al titanismo compulsivo di un nano da monta ogni altra esternazione decade, ridotta a fenomeno marginale, destinata a sprofondare in un’orgia scomposta di poppe e mone nella porcineria palatina. Come si può rivaleggiare con le fantasie sessuali di un immaginario erotico da provincia anni ’50? Come competere con la più trita figura del bauscia che si fa chiamare papi, e si eccita alla vista delle sue servette-barracuda travestite da sexy infermiere o porno-poliziotte, che lo spolpano vivo alla stregua di un bancomat ambulante? Cosa dire dinanzi ad un maniaco sessuale che ha organizzato il più grande giro di mignotte di Stato a consumo privato dai tempi di re Dagoberto?
Pertanto, questo mese la nostra classifica aprirà in sordina per un nuovo anno che si preannuncia horribilis…
Hit Parade del mese:
01. ORRORI LETTERARI
[22 Gen.] «Mi fa letteralmente orrore che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della legalità, sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi. Il ‘mestiere di giustizia’ come lo chiama Saviano, e coloro che sono chiamati ad esercitarlo non dovrebbero avere nulla a che vedere con la persecuzione personale e il fondamentalismo politico che questa vicenda mette invece con spudorata evidenza sotto gli occhi di tutti»
(Marina Berlusconi, Papi travestito?)
02. INFORMAZIONE CORRETTA
[21 Gen.] «Il Tg1 ha dato un’informazione corretta e completa anche sul caso Ruby»
(Augusto Minzolini, il Correttore)
03. OSCURE MINACCE
[10 Gen.] «Proseguendo la mia riflessione non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione»
(J.Ratzinger, Papadrome)
04. DISSOCIAZIONE PREVENTIVA
[27 Gen.] «Mi dissocio a nome mio e dell’azienda da una trasmissione che potrebbe violare il codice di auto-regolamentazione»
(Mauro Masi, lo Sguattero)
05. VORREI MA NON POSSO
[18 Gen.] «Vorrei andare dai giudici, ma significherebbe legittimarli. Indagini e perquisizioni come contro i mafiosi, violata la Costituzione»
(Silvio Berlusconi, un uomo in fuga)
06. LA GRANDE FUGA
[28 Gen.] «Sia chiaro che io non ho alcun timore di farmi giudicare. Davanti ai magistrati non sono mai fuggito»
(Silvio Berlusconi, il Fuggitivo)
07. SERENITÀ
[21 Ott.] «Sono assolutamente sereno e mi sto divertendo»
(S. Berlusconi, Cuor contento)
08. SMOKING GUN
[17 Gen.] «Il referendum non l’ho chiamato io, né sono io che ho fatto le regole. Per me Mirafiori ha deciso e io sto al risultato»
(Sergio Marchionne, il Democratico)
09. NO GRAZIE!
[16 Ott.] «Credo che tutti debbano dire grazie a Marchionne che ha preso la Fiat in un momento di baratro e l’ha salvata»
(Carlo De Benedetti, l’Incensiere)
10. LA SCOSSA
[27 Gen.] «Mi ricandido nel 2013 ma potrei lasciare per dare una scossa»
(Gianni Alemanno, Podestà romano)
Il sugo della storia
Posted in Muro del Pianto with tags Alessandro Manzoni, Conflitto generazionale, Curzio Maltese, Disoccupazione, Futuro, Giovani, Istruzione, Lavoro, Liberthalia, Potere, Precariato, Promessi sposi, Scuola, Studenti, Vecchi on 5 luglio 2010 by SendivogiusSono molti gli Autori che leggiamo, più o meno volentieri, ma pochi (per i nostri gusti) posseggono l’incisività e la capacità proiettiva di un Curzio Maltese, capace di incidere là dove la carne si incista nel marcio della cancrena:
«Ma perché questi ragazzi non si ribellano? A chi serve andare avanti così? Essere giovani in Italia significa ormai rinunciare alla dignità di vivere. Il lavoro, quando c’è, fa schifo, è precario e sottopagato. Ma sempre più spesso non c’è. Gli hanno raccontato che con la flessibilità non vi sarebbe stata disoccupazione e se la sono bevuta, incredibilmente, hanno condiviso il finto liberismo dei padroni e sono diventati schiavi. Il risultato è che un giovane su tre è disoccupato. Comunque anche i fortunati, si fa per dire, con lo stipendio non riescono a mantenersi e devono pescare nella borsetta di mammà, come cantava Carosone. Ora si berranno pure la favola che la colpa di tutto è dei lavoratori più anziani, dei loro diritti acquisiti. Ma quei diritti le generazioni precedenti se li sono conquistati al prezzo di lotte durissime, mica abboccando alle balle dei presidenti di Confindustria o dei miliardari prestati alla politica.
L’Italia è un Paese di vecchi che odiano i giovani e le donne. Ma giovani e donne votano per una classe dirigente di uomini vecchi e quindi il cerchio si chiude. Il progressivo rimbecillimento della nazione si compie senza conflitti generazionali.
Da giovane detestavo chi parlava di “giovani”, senza distinguere, perché i “giovani” naturalmente non esistono come categoria. Eppure quanto avviene da noi nel rapporto tra generazioni merita attenzione, perché non accade altrove. Non esiste un Paese europeo dove il governo passa tagliare fondi all’istruzione senza provocare rivolte di piazza. I giovani europei sanno benissimo che l’unica speranza di avere un futuro nel mondo globalizzato consiste nel ricevere una buona formazione in scuole e università di eccellenza. Ora da noi le scuole pubbliche non hanno i soldi per la carta nei cessi e le università se la battono nella classifiche internazionali con l’Africa. Ebbene il governo demolisce quel poco che rimane e studenti stanno zitti e buoni. Ad aspettare che cosa? Un lavoretto per l’estate ed un altro per l’autunno? A prendersela con gli immigrati? In Italia non esiste sostegno ai giovani disoccupati; non esiste una politica della casa per le giovani coppie. Tutto è delegato a mamma e papà. Vi sta bene? Si fa davvero fatica a capirvi. Certo tutta quella televisione assunta fin dalla prima infanzia deve aver fatto parecchio male.
Ma, insomma, ragazzi svegliatevi, non fidatevi di delegare a qualche furbastro la protesta, scendete in piazza, fate qualcosa, arrangiatevi. Oppure smettetela di arrangiarvi. Che cosa avete da perdere?»Curzio Maltese
(02/07/2010)
L’Italia è soprattutto un Paese di finti ricchi che vivono nel terrore di sembrare poveri.
Di conseguenza, i diretti interessati fanno di tutto per nasconderlo. Ogni loro sforzo è concentrato nell’allinearsi al conformismo al ribasso dell’informe “gruppo dei pari”, attraverso le illusioni di una grande mistificazione. Questo è il Paese dove il precario con contratto a progetto si definisce consulente. La telefonista dei call center, costretta ad aprirsi la partita IVA, si fa chiamare libera professionista. Il piazzista porta-a-porta è agente monomandatario e la stagista addetta alle fotocopie sogna di diventare assistant.
Salvo rare eccezioni, si tratta di persone occupate in lavori a scadenza che detestano; che percepiscono paghe pessime, insufficienti a pagare gli affitti o i mutui dei loculi in cui vivono. Per questo, appena possono, corrono nel centro commerciale più vicino per fare incetta di stronzate inutili, magari acquistate a rate. Sono i feticci da esibire durante i tristissimi rituali crepuscolari dello spritz: la variante cool dell’antico cicchetto del nonno.
L’importante è che siano trendy, hi-tech…
Perché nel non-essere collettivo l’importante è apparire, omogenei alla massa dove la forma è sostanza.
È questo il Paese dove il “potere” va coccolato, vezzeggiato, assecondato, non disturbato e mai contestato, giacché il padrone di oggi può diventare il patrono di domani, nel ciclo di clientele che preludono all’eterno ritorno al sempre uguale.
Forse è per questo che nelle nostre scuole il romanticismo stucchevole di Alessandro Manzoni è elevato a caposaldo della letteratura italiana, con la sua visione accomodante e soprattutto innocua. Perché la Storia deve soprattutto rassicurare ed essere confermata nella sua immutabilità. Va servita secondo tradizione e col ‘sugo’ ribollito fino ad essere indigesto:
“Il bello era a sentirlo raccontare le sue avventure: e finiva sempre col dire le gran cose che ci aveva imparate, per governarsi meglio in avvenire. – Ho imparato, – diceva, – a non mettermi ne’ tumulti: ho imparato a non predicare in piazza: ho imparato a guardare con chi parlo: ho imparato a non alzar troppo il gomito: ho imparato a non tenere in mano il martello delle porte, quando c’è lì d’intorno gente che ha la testa calda: ho imparato a non attaccarmi un campanello al piede, prima d’aver pensato quel che possa nascere -. E cent’altre cose.
(…) Insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia.”Alessandro Manzoni
“I promessi sposi”
Cap. XXXVIII