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Ô Capitaine! Mon Capitaine!
Posted in Kulturkampf, Muro del Pianto with tags Articolo 18, CGIL, CISL, Costituzione, Diritti, Italia, Lavoro, Luigi Angeletti, Margherita, Marianna Madia, Matteo Renzi, Minoranza, Padroni, PD, Politica, Rottamazione, Savino Pezzotta, Sergio Marchionne, Silvio Berlusconi, Sindacati, Sindacato giallo, Società, Statuto dei Lavoratori, Tiziano Treu, Tutele, UIL on 22 settembre 2014 by SendivogiusLa Società dei Magnaccioni
Posted in Roma mon amour with tags ACEA, ACER, AMA, Antonio Lotti, Avanguardia Nazionale, Aziende municipalizzate, Beppe Dimitri, CISL, Claudia Gennari, Clientelismo, Comune di Roma, Dario Rossin, Edoardo Mamalchi, ELIS, Enzo Masia, EUR S.p.A., Eversione Nera, Fabio Macrone, Fabio Mericone, Fabio Rampelli, Fascisteria, Fernando Marturano, FIADEL, Franco Panzironi, Gianni Alemanno, Holding Comune di Roma, Irene Lo Prete, Laura Marsilio, Liberthalia, Luigi Palmacci, Massimo Carminati, Massimo Cicco, neo-fascisti, Obiettivo Lavoro, Opus Dei, Parassiti, Parentopoli, PdL, Pierluigi Borghini, raccomandazioni, Ranieri Mamalchi, Riccardo Mancini, Roberto Sergio, Roma, Schifosi, Sergio Marchi, Sindacato giallo, Sindaco di Roma, Stefano Cantarini, Terza Posizione, UGL, Ugo Maria Tassinari, UIL, Università Pro Deo on 16 gennaio 2011 by Sendivogius
Fresca per la benedizione papale, il podestà di Roma tiene a battesimo [14/01/11] la sua nuova giunta capitolina, dopo gli strabilianti successi della prima fase di governo tra i quali ricordiamo:
Il sostanziale azzeramento del piano regolatore con conseguente cementificazione selvaggia (nella Capitale il vero assessore all’urbanistica è la famiglia Caltagirone);
Lo scandalo degli appalti gonfiati per i mondiali di nuoto (Roma2009);
Le gesta declamatorie (dal gran premio dell’EUR alle demolizioni futuriste) in un profluvio di annunci roboanti e promesse solenni, che sono tra i numeri preferiti di Alemanno.
E naturalmente non manca il rilancio occupazionale, all’insegna della famiglia con oltre 2500 assunzioni più o meno pilotate nelle aziende municipalizzate in meno di 3 anni.
Il mini-rimpasto di (non) governo inaugura il secondo tempo della giunta Alemanno e, dopo la grande abbuffata di “Parentopoli”, segna un ridimensionamento dell’onnivoro clan De Lillo; il provvisorio accantonamento di Laura Marsilio, sorella dell’on. Marco; la definitiva rimozione di Sergio Marchi, (ex) assessore alla mobilità e recordman delle assunzioni per raccomandata all’azienda dei trasporti urbani (ATAC).
Peccato che la liquidazione dei ‘parenti stretti’ in giunta non presupponga altrettanto per le migliaia di raccomandati che a vario e più spesso senza alcun titolo sono imboccati ad libitum nelle numerose società controllate del Comune, con una particolare predilezione per l’ATAC di cui abbiamo già parlato diffusamente [QUI], così come all’AMA infeudata dal famelico Franco Panzironi [QUI].
Nella grande famiglia allargata delle libertà, questi sono intoccabili e soprattutto irremovibili… con Alemanno è per sempre… peccato che non parliamo di diamanti!
Ad integrazione di quanto scritto in passato, ricapitolamo:
AMA (Azienda Municipalizzata Ambiente)
A partire dall’Agosto 2008 sono stati assunti quasi 1500 dipendenti per mansioni, in massima parte, di basso profilo (operatori ecologici), ma in ogni caso posti di lavoro a tempo indeterminato: circa 900 euro mensili per 18 ore di lavoro settimanali. Di questi tempi è una manna, specialmente se paragonati ai nuovi contratti dei metalmeccanici!
Il reclutamento risponde in pieno al famoso “metodo Panzironi” già collaudato con esiti disastrosi durante la sua presidenza all’UNIRE di cui abbiamo parlato qui e ancora qui… in pratica, assunzioni per chiamata diretta, o con selezioni discrezionali, affidate a società private ed esterne, senza alcuna gara di assegnazione.
Tra le infornate più cospicue:
Nell’anno 2009 abbiamo 544 nuovi assunti selezionati dal Centro ELIS, consorzio integrato nella “Opera Apostolica della Prelatura dell’Opus Dei” che svolgerebbe le sue “iniziative di carattere civile senza scopo di lucro e con una finalità apostolica e di servizio”. E Cristo è morto di freddo!
Nell’anno 2010 le selezioni di altri 766 dipendenti vengono affidate alle agenzie interinali ‘Quanta’ e all’immancabile ‘Obiettivo Lavoro’, legata con doppio filo a Panzironi.
Naturalmente, gli impieghi amministrativi sono appannaggio esclusivo degli amici di famiglia, passando per Armando Appetito ovvero il genero dell’ad Panzironi.
«..Anche nell’organico dell’Azienda Municipalizzata Ambiente spuntano assunzioni “eccellenti” non certo per ricoprire il ruolo di operatore ecologico: una lunga lista di chiamate dirette per parenti e fidanzate, collaboratori di politici ed esponenti del “partito del Cavallo” ovvero i fedelissimi di Panzironi arrivati al galoppo dall’Unire (Unione nazionale incremento razze equine). Qualche esempio? Il segretario di Roberta Angelilli, la candidata PdL non eletta Irene Lo Prete e il figlio di Ranieri Mamalchi.
[…] Nel 2009 viene assunto all’Azienda municipalizzata Ambiente Fabio Magrone segretario dell’eurodeputata Roberta Angelilli: è lui l’assistente che prende parte a incontri e vertici nell’europarlamento. Poco prima è entrato Fabrizio Mericone, uomo vicinissimo a Fabio Rampelli. C’è poi Edoardo Mamalchi che entra in Ama a soli 23 anni. Avrà senza dubbio un ottimo curriculum vitae ma ha anche un papà che si chiama Ranieri Mamalchi che è stato presidente provinciale dei probiviri dell’ex Alleanza Nazionale.
Come per Atac anche l’Ama diventa la consolazione dei trombati alle elezioni: Irene Lo Prete, 36 anni, candidata per il Pdl al XV municipio, viene assunta in Ama nel 2009. E, proprio come in Atac, spuntano anche le “fidanzate eccellenti” come Francesca Frattazzi, compagna di Dario Rossin oggi capogruppo capitolino de La Destra ma nel 2008 a capo dei consiglieri del PdL. All’Ama oggi il partito che conta di più è quello del cavallo, ovvero quello di tutti gli uomini fidatissimi di Panzironi che li ha portati dall’Unire. C’è Giancarlo Santinelli e c’è anche Laura Rebiscini che si occupava della tanto discussa Unire Tv (il canale satellitare voluto all’epoca da Panzironi).»Davide Cesario
Il Messaggero
09/12/2010
A proposito di Ranieri Mamalchi, c’è da aggiungere che in passato è stato capo della segreteria di Gasparri e poi di Alemanno al ministero dell’Agricoltura, altresì consigliere della fondazione del sindaco ‘Nuova Italia’ (e soliti vizi antichi). Durante la sua permanenza all’UNIRE, Mamalchi impose la costituzione di un ufficio stampa di fiducia da 100.000 euro all’anno. Ultimamente, è diventato responsabile degli affari istituzionali di ACEA.
In merito alla lottizzazione dell’AMA, i sindacati emettono una dichiarazione durissima… contro ogni ipotesi di rescissione dei nuovi contratti o verifiche sulle assunzioni clientelari.
Forse perché tra i nuovi assunti ci sono i figlioli di prodighi sindacalisti della CISL, della UIL, della UGL e della FIADEL. Tra i firmatari del comunicato sindacale si distinguono:
Stefano Cantarini, segretario provinciale della UGL Ambiente, che ha piazzato il figlio Alessandro;
Luigi Palmacci, vice-segretario della UGL Ambiente, che perora l’assunzione del figlio Alessio;
Massimo Cicco, segretario della FIADEL, che ha sistemato il figlio Dario.
Ma anche i delegati di zona si danno parecchio da fare:
Enzo Masia, delegato CISL e caposquadra AMA per il XV Municipio, che si è visto assumere entrambe i pargoli. Ma c’è anche il figlio di Antonio Lotti, anch’egli delegato CISL, insieme con quello di Fernando Marturano, capo operaio degli autisti. E pure Claudia Gennari, figlia della signora Francimara, altra delegata CISL e capozona AMA.
Più travagliata l’assunzione del rampollo di Cantarini, sindacalista UGL. Suo figlio è stato scartato nella selezione del 2009 fatta dalla Elis, e poi ripescato grazie ad Obiettivo Lavoro.
Sono i nuovi sindacati gialli, specialisti in accordi sottobanco, sempre pronti a fare tabula rasa dei diritti: quando non firmano contratti capestro sotto dettatura padronale (come nel caso FIAT), passano il tempo a sistemare il parentado e rastrellare tessere sindacali a maturazione di crediti politici. Del resto, i venduti hanno i loro privilegi… Sembra che all’AMA solo chi prende la tessera della CISL abbia diritto ai premi di produttività [QUI]. E non è un caso che dei circa 1.400 assunti nella gestione Panzironi, solo in 2 abbiano preso la tessera della CGIL.
ACEA
È l’azienda municipalizzata, quotata in borsa e di prossima privatizzazione, che gestisce le reti idriche e (con Electrabel) l’erogazione elettrica della Capitale, ma controlla anche gran parte delle forniture idroelettriche del Centro Italia e non solo…
Sicuramente è il fiore all’occhiello delle società controllate dal Comune di Roma.
Solo nel corso del 2009, le spese di gestione del personale sono cresciute di ben 65 milioni di euro rispetto al biennio precedente. Infatti, in questi ultimi due anni, il costo del personale è passato dai 230 milioni del 2007 ai 295 milioni del 2009, con un aggravio del 33% delle spese sul valore aggiunto dell’azienda. Al contempo, l’ACEA ha visto un crollo dei rendimenti azionari con una perdita superiore al 40% con una sospensione dei dividendi. In compenso, le assunzioni schizzavano a 600 nuove unità, progressivamente con la perdita di quote di mercato.
Tuttavia, se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo andazzo s’era già capito nel 2008, al momento dell’insediamento di Alemanno a sindaco:
«Ne aveva mandati via 31, ne ha già assunti 33. Saranno anche le regole dello spoils system, ma il dato salta all’occhio: Alemanno, che appena insediato non aveva rinnovato il contratto ai nominati da Veltroni (tra i quali Danilo Eccher del Macro, Stefano Mastrangelo del Servizio Giardini e Eugenio La Rocca sovrintendente ai Beni Culturali) ha già battuto il suo predecessore. Le ultime nomine, deliberate dalla giunta il 20 dicembre, hanno sancito il sorpasso: 33 dirigenti di fresca nomina, compresi gli ultimi 12.
E così qualcuno, anche dentro il centrodestra, comincia a storcere la bocca: “Forse sono un po’ troppi…” si dice tra i corridoi del Campidoglio. In principio, per Alemanno, fu Antonio Lucarelli, capo della sua segreteria politica, ex militante dell’estrema destra. Poi, in ordine temporale, arrivarono gli altri fedelissimi: il capo ufficio stampa Simone Turbolente, il politologo Luigi Di Gregorio, il “fido” Raffaele Marra trasferito dall’Unire ed oggi responsabile dell’emergenza abitativa.
Poi mano a mano sono arrivati gli altri: il nuovo sovrintendente Umberto Broccoli (118mila euro lordi), Alex Voglino alle Biblioteche comunali e alcuni capi di dipartimento come Paolo Togni all’ambiente (ex Waste Italia ed ex capo di gabinetto di Altero Matteoli) e Alessandro D’Armini alla Mobilità (già alla Regione con Storace e Marrazzo). Tutta gente con stipendi tra i 108 e 118 mila euro lordi all’anno.
A fine settembre è toccato al generale Mario Mori, che si è portato due dirigenti (Giuseppe Italia e Mario Redditi) e alla responsabile della segreteria organizzativa del sindaco Laura Mangianti. E dopo l’addio di Sergio Santoro, ecco il nuovo capo di gabinetto Sergio Gallo (210mila euro lordi). Finita? Non è finita. Perché a ridosso delle festività natalizie, è arrivata la nuova ondata: altri 12 nomi, tutti con ruoli sub-apicali e retribuzioni da 96mila euro lordi all’anno.
Tra questi c’è anche il successore di Eccher al Macro: Luca Massimo Barbero, classe ‘63, critico e curatore di mostre. E poi Orazio Campo, architetto, professore a Valle Giulia, già in predicato di fare l’assessore all’urbanistica, l’ex dirigente del ministero dell’ambiente Fabio Tancredi, Alessia Petruzzelli, già responsabile della comunicazione dell’assessorato al commercio, e Luciano Lorenzini che va a rimpolpare l’ufficio extradipartimentale per la sicurezza.
Ma altre nomine pesanti sono state fatte in alcune municipalizzate. All’Ama è andato, come dirigente, Luca Panariello, già responsabile dell’Ufficio relazioni col pubblico del Campidoglio, fedelissimo di Alemanno. Ed è cambiato il capo-ufficio stampa, con l’arrivo di Daniele Petraroli.
Sempre all’Ama, entrano Giovanni D’Onofrio, come vice amministratore delegato; Costanza Drigo, che viene spostata dal gabinetto del sindaco, e la figlia dell’assessore ai lavori pubblici del XIX Municipio Carlo Pietropaoli (PdL). All’Acea, invece, arriva Ranieri Mamalchi, ex capo segreteria di Alemanno al ministero dell’agricoltura, presidente provinciale dei probiviri di AN e consigliere dell’alemanniana Fondazione Nuova Italia.»
Ernesto Menicucci
Corriere della Sera
13/01/2009
Negli ultimi due anni l’ACEA è stata infarcita con altre 600 nuove assunzioni delle quali 343 sono a tempo indeterminato. La scelta politica dei neo-assunti appare evidente:
Alessandra Sabatini, cognata del deputato ex AN e ora PdL, Fabio Rampelli (grande sponsor di Laura Marsilio), appena assunta e subito distaccata presso il gruppo del PdL regionale.
Ranieri Mamalchi, di cui abbiamo già detto prima.
Pier Guido Cavallina, ex portavoce di Francesco Storace quand’era ministro della Sanità ed ex responsabile per gli appalti esterni di Rai2, diventato direttore ufficio comunicazione e relazioni esterne di ACEA.
Salvo Buzzanca, ex capo ufficio stampa dell’ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma), insieme a Giancarlo Cremonesi che dell’ACER è stato presidente.
Last but not least, nell’assortito mazzo delle immissioni clientelari, c’è poi l’interessante caso della Roma-Eur s.p.a….
EUR S.p.A.
È la società che si occupa della gestione e della valorizzazione delle risorse patrimoniali del quartiere EUR di Roma. Con l’approvazione della legge per “Roma Capitale”, la EUR s.p.a. svolgerà un ruolo fondamentale, poiché ad essa verrà trasferita la gestione dei beni dismessi dallo Stato, come ad esempio le caserme.
L’azienda è controllata al 90% dal Ministero dell’Economia e al 10% dal Campidoglio che però determina le nomine. Pertanto, il 21/07/2009, opportunamente imbeccata, l’assemblea degli azionisti decide la composizione del nuovo Consiglio d’Amministrazione di quella che è una società strategica fondamentale.
I nuovi consiglieri di CdA sono dunque:
Luigi Lausi, un commercialista specializzato in gestione aziendale
Francesco Amato, un dirigente del ministero dell’Economia.
Roberto Sergio, in quota Udc, che già faceva parte del consiglio.
E rimane nella sua struttura di tre membri anche il collegio sindacale, dove il presidente è Antonio Mastropasqua con Nicandro Mancini e Alessandro Alessandrini come sindaci, oltre al delegato della Corte dei conti, Francesco Paolo Romanelli.
Il consigliere più interessante è sicuramente Roberto Sergio (Roma, 26/04/1960): giornalista, con un libera docenza in Scienze Politiche presso l’Università Internazionale di Studi Superiori Pro Deo; già direttore di Rai Nuovi Media e membro del CdA di RaiSat, RaiNet, RaiClick, ha assunto nel luglio 2007 l’incarico di presidente della Sipra S.p.A., la concessionaria per la pubblicità della RAI. Ha lavorato a lungo prima nella Sogei S.p.A. e poi al Gruppo Lottomatica, passando per vari consigli d’amministrazione (BNL; AMA; CIDIF fondi pensionistici; Fondazione Teatro Brancaccio; Federturismo…) ed è Commendatore dell’Ordine Ecumenico Ospedaliero Cavalieri di Malta.
Tuttavia, i personaggi sui quali vale davvero la pena di soffermarsi sono il nuovo Presidente e l’Amministratore delegato della società EUR…
Il presidente di EUR S.p.A. è Pierluigi Borghini (classe 1949), cattolicissimo, laureato in Scienze Matematiche a La Sapienza e specializzato in Ingegneria Elettronica, nel 1993 è stato presidente della Confindustria del Lazio. Nel 1997 si immola come candidato a sindaco per il centrodestra, contro Francesco Rutelli, venendo sonoramente battuto al primo turno.
Per gli estimatori, Borghini si presenta così:
“L’impegno privato e imprenditoriale non poteva che trovare lo sbocco naturale in un impegno civile, nella voglia fortissima di contribuire in prima persona al cambiamento, al raggiungimento, difficilissimo, del traguardo di una società più equa e solidale. un impegno che, nei quattro anni trascorsi in Consiglio Comunale come leader dell’opposizione, Pierluigi Borghini ha trasformato in atti concreti.”
All’atto pratico, in 4 anni di opposizione, dà vita alla fondamentale associazione “Orgoglio Roma” e al fantomatico “Laboratorio per la città”, attivando un frequentatissimo ‘sportello per il cittadino’. Ed in virtù di questi straordinari meriti promosso alla presidenza di una delle più importanti società partecipate dal Comune.
Amministratore delegato è invece Riccardo Mancini, con una laurea honoris causa in ingegneria meccanica alla ‘Pro Deo’ (la stessa università di Roberto Sergio). Mancini è un altro di quei camerati proveniente dai ranghi di Terza Posizione, che con Alemanno condivide legami ed interessi. I due si conoscono dai tempi della dirigenza nel Fronte della Gioventù.
Il suo è un curriculum notevole:
«Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.
È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l’anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all’Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato – insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo – e la Corte d’Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent’anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del “mitico” bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell’Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato.
Mancini, l’uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei NAR e leader della sezione dell’Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana.»Corriere della Sera
[L’articolo lo trovate QUI]
Con la solita dovizia di particolari, Ugo Maria Tassinari (uno che conosce assai bene la fascisteria romana) scrive sempre a proposito di Mancini:
«Riccardo Mancini è un altro dei fedelissimi di Dimitri e si ritroverà imputato con lui nel processo per la ricostituzione di Avanguardia nazionale. Vent’anni dopo Peppe Dimitri diventerà consigliere politico di Alemanno e sarà lui a portargli in dote il rapporto con centinaia di militanti più o meno duri e puri della “piazza romana”. E il leader postfascista li trainerà con sé nella lunga marcia nelle istituzioni. A questo gioco è del tutto estraneo Carminati. Il “Nero”, a sua volta, quando è colpito da mandato di cattura per i Nar e decide di fuggire all’estero, è in compagnia di un altro avanguardista-rapinatore, Mimmo Magnetta, che delle “guardie runiche” era stato addirittura il capo. La polizia li aspettava al valico di frontiera e apre il fuoco a freddo, convinta che nell’auto ci fossero i capi superstiti dei Nar (Francesca Mambro, Giorgio Vale e Cavallini). Carminati perderà un occhio ma visto la pioggia di piombo scaricata dall’antiterrorismo se la caverà bene. Ma quell’esperienza lo segnerà per il resto della vita.»
Ugo Maria Tassinari (10/12/2010)
L’articolo completo lo trovate QUI.
A proposito di Beppe Dimitri, recentemente scomparso in un incidente d’auto, Tassinari ricorda:
«Dimitri ha militato al liceo in Avanguardia Nazionale e dopo lo scioglimento del gruppo ha trasportato la lezione delle “Guardie Runiche” (il “corpo scelto” del gruppo) in Terza posizione. Alla fine degli anni ’70 è il leader più noto e più amato della “piazza nera” romana. Nell’estate del 1979 decide di organizzare una batteria di rapinatori per liberarsi dalla necessità del lavoro e finanziare la latitanza dei suoi amici avanguardisti. Mette a frutto la sua rete di amicizie politiche, che comprende funzionari di banca e guardie giurate, per assicurarsi buone “basi”. Carminati e un altro giovane “guerriero” destinato a una tragica fine, Alessandro Alibrandi, cresciuti all’Eur nel mito di “Peppe”, fanno parte del gruppo di fuoco. In due mesi compiono quattro-cinque rapine impeccabili per organizzazione.»
Non per niente, per il sindaco Alemanno (un altro degli sceriffi della Law & Order) il problema sono gli studenti che protestano contro la riforma Gelmini..!
In quanto alle competenze dei nuovi vertici, c’è da dire che per la prima volta in 10 anni EUR S.p.A. chiude il suo bilancio in passivo, con pesanti perdite:
Esercizio 2003: il bilancio 2003 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 3 milioni di euro
Esercizio 2004: il bilancio 2004 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 8,2 milioni di euro
Esercizio 2005: il bilancio 2005 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 8,1 milioni di euro
Esercizio 2006: il bilancio 2006 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 20,1 milioni di euro
Esercizio 2007: L’esercizio si chiude con 21,9 milioni di utile
Esercizio 2008: utile pari a 3,5 milioni; al netto delle imposte pari a 3,9 milioni.
Esercizio 2009: il bilancio si è chiuso, a livello consolidato, con una perdita d’esercizio pari a 16,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la Capogruppo EUR S.p.A. l’esercizio 2009 si chiude con una perdita d’esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 12,7 milioni di euro.Fonte: http://www.romaeur.it/index.php?id=40
In merito alle perdite enormi in un solo anno, l’ad Mancini sostiene: “In ordine alla citata passività di bilancio, la perdita è stata pari a 12,7 mln euro e non a 16,3 mln/euro, come riportato dalla stampa. Ciò è derivato da fattori strutturali riferibili agli esercizi degli anni precedenti”.
E le perdite sarebbero legate agli investimenti inerenti l’apertura di tre nuove società legate al core business: Eur Power; Eur Congressi Roma; Eur Tel.
Secondo Borghini e Mancini, si tratterebbe “di investimenti produttivi, in grado di generare ricchezza per gli azionisti pubblici di riferimento”. Di sicuro, come società saranno ottime per piazzare qualche altro parente in attesa di stabile occupazione, come Dario (il figlio di Panzironi) rimasto provvisoriamente disoccupato dopo la scadenza del contratto presso il gabinetto del sindaco e subito assunto alla EUR S.p.A. per chiamata diretta.
“Ciò stante, le previsioni per il bilancio d’esercizio 2010 puntano a realizzare un utile di 6 mln/euro, grazie a nuove partnership e nuovi investimenti.”
Sarà… Però al momento non è dato sapere se le previsioni di recupero (e di utile netto) siano state davvero rispettate, dal momento che non è possibile visionare una copia del bilancio consolidato al 31/12/2010. Attendiamo fiduciosi…
È inutile dire che attualmente la stragrande maggioranza delle società partecipate dalla holding del Comune di Roma hanno chiuso l’anno 2010 in passivo e versano in pessime condizioni finanziarie, segnando il declino di una intera metropoli sempre più allo sbando…
Continua.
Beni Culturali S.p.A.
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Alla fine ci sono riusciti! Dopo due anni di purghe tremontiane, protettorati proconsolari di Bertolaso, e pasticcini alla Bondi, cominciano a vedersi i primi effetti concreti sul nostro patrimonio artistico. E così, dopo i crolli della Domus Aurea a Roma, dopo la morte de L’Aquila, trasformata in sfondo coreografico per ‘new towns’ elettorali della propaganda di regime, è ora il turno di Pompei (una volta) gioiello inestimabile della cultura mondiale.
La disintegrazione dell’antica schola armaturarum juventutis pompeiani, impropriamente chiamata “Casa dei Gladiatori”, rappresenta l’annichilente metafora di un Paese in dissolvimento.
In merito alla vergognosa polverizzazione del complesso archeologico, il ministro-fantasma alla Cultura, il poetico Sandro Bondi, ha piagnucolato qualcosa sulla “necessità di disporre di risorse adeguate per provvedere a quella manutenzione ordinaria, che è necessaria per la tutela e la conservazione dell’immenso patrimonio storico-artistico di cui disponiamo”…
MERCANTI D’ARTE
Da quando Bondi scalda la poltrona al ministero, il suo governo ha già tagliato nel solo comparto culturale la bellezza di un miliardo e 200 milioni spalmati in tre anni, col solito decreto-legge di turno in un parlamento oramai ridotto al silenzio. Per l’esattezza, si tratta del DL 112/08 di cui avevamo già accennato in passato [QUI].
In compenso, in ossequio al nuovo corso mercantilista, l’ex manager McDonald’s Italia, attualmente pure nel CdA della Mondadori, Mario Resca [QUI] viene nominato “Direttore Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale”. Con esperienze pregresse nell’industria zuccheriera e nella gestione dei casinò, Resca non ha mai messo piede in un museo prima. In soldoni, la sua ricetta consiste nel rilancio delle attività di marketing e di merchandising, con campagne pubblicitarie e, soprattutto, la concessione in appalto dei servizi di accoglienza ai privati con l’affidamento separato dei servizi aggiuntivi a società di gestione.
In pratica, i comparti più redditizi vengono presi in concessione dal privato, mentre i settori in perdita vengono accollati al pubblico.
Tuttavia, l’aspetto più interessante dell’intero piano di rilancio, elaborato da Resca e dal ministero, consiste nell’affidare la conduzione dei nuovi poli museali a “commissari, che consentano di accorpare in un’unica figura competenze diverse, e le fondazioni, in grado di coinvolgere privati ed enti locali, responsabilizzandoli nei confronti delle realtà del loro territorio” (27/11/09).
Infatti, proprio nel caso degli scavi pompeiani, con una serie di ordinanze della Protezione Civile di Bertolaso (a partire dalla n.3692 dell’11/07/2008) viene disposto il Commissariamento dell’area archeologica di Pompei, con la nomina del prefetto in pensione Renato Profili, quale primo Commissario straordinario. Con una nuova Ordinanza (la n.3742), il 18/02/09 all’ex prefetto subentra il dott. Marcello Fiori del quale avevamo già parlato QUI.
Fiori (dirigente in aspettativa all’ACEA di Roma) è un sottoprodotto rutelliano, però in pianta stabile nella rete di Gianni Letta e tra i favoriti di Guido Bertolaso alla “sua” Protezione civile.
In dettaglio, il budget stanziato per la gestione commissariale ammonta a 79 milioni di euro.
Al prefetto Profili vengono affidati 40 milioni di euro: il 90% viene speso per restauri e messa in sicurezza del complesso monumentale con progetti redatti dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, guidata dal prof. Guzzo.
Al commissario Fiori vengono assegnati gli altri 39 milioni. In realtà, il commissario dispone ‘soltanto’ di 21 milioni di euro perché i 18 milioni a carico della Regione Campania, di fatto, non sono mai stati erogati. Dell’intera cifra, solo il 25% vengono spesi in restauri, mentre il grosso rientra nelle spese di gestione e nelle “iniziative mediatiche” di valorizzazione manageriale.
La gestione dei fondi, sotto la delega commissariale di Marcello Fiori, è diventata oggetto di un esposto alla Procura di Napoli (20/07/2010), da parte del sindacalista Gianfranco Cerasoli, segretario generale della UIL per i Beni e le Attività culturali:
«Per quanto riguarda le attività poste in essere dal Commissario delegato Marcello Fiori la scrivente organizzazione sindacale a più riprese ha richiesto informazioni in merito all’elenco dei lavori, forniture e servizi affidati con i relativi sistemi e procedure di assegnazione nonché di conoscere il numero e l’elenco dei nominativi dello staff, le specifiche competenze possedute da ciascuno ed i compensi percepiti. A tali richieste non abbiamo mai ricevuto risposte.»
Soprattutto, l’esposto sindacale si sofferma sui discutibili lavori di restauro e di sistemazione inerente l’anfiteatro di Pompei, affidata alla CACCAVO S.r.l, società di costruzioni di Pontecagnano, per un importo di quasi 6 milioni di euro….
Sulla vicenda, il Corriere della Sera pubblica un articolo (il 25/05/10) destinato a fare scandalo, tanto da diventare oggetto di interrogazione parlamentare al ministro Bondi.
Come e gestiti da chi, questi cantieri, non è dato saperlo. Perlomeno ci hanno provato a chiederlo i dirigenti sindacali, senza successo. Gianfranco Cerasoli della Uil ha inutilmente inviato lettere e lettere al commissario Fiori per avere lumi sull’elenco dei lavori, delle forniture, delle consulenze, dei servizi, contestando i ribassi delle gare per l’aggiudicamento dei lavori che per le rovine di Pompei sono arrivati anche al 40%. «Non spetta a Cerasoli farmi queste domande», ha così risposto ieri il commissario Fiori, seccato. E altrettanto seccata è stata la risposta di Cerasoli: «Fiori è semplicemente obbligato contrattualmente a dare le risposte nella logica della trasparenza». Fiori si è dichiarato «comunque disponibile a far vedere quello che serve, l’elenco di tutti i lavori e di tutte le procedure adottate». E sarebbe interessante vederle le procedure.
Soprattutto capire quali sono stati i criteri adottati nel ripristino dei disastrati scavi di Pompei, visto che alla fine di febbraio è stato lo stesso direttore degli scavi di Pompei, Antonio Varone, a scrivere un’accorata lettera al commissario Fiori. Segnalava Varone a Fiori «un notevole numero di edifici di Pompei antica che versano in condizioni di degrado statico», ma anche pregandolo «per l’incolumità del pubblico di provvedere alle identificazioni di murature ed immediato pericolo di dissesto statico». Quei problemi statici sono ancora lì. In compenso ora le strade a ridosso di Porta Stabia, lungo la via delle tombe pullulano di allegri cartelli colorati «Friendly Pompei», c’è scritto a segnalare un percorso di visita agli scavi realizzato con colate di cemento lungo la strada archeologica: adesso non si vedono più le lastre antiche. Ma si vedono i grandi cartelloni che segnalano la possibilità di visitare i meravigliosi cantieri della Casa dei Casti Amanti, sistemati con bob kart e betoniere, a dispetto della promessa di fare soltanto scavi a mano. Comunque sarebbe stato bello fare una visita in questi cantieri tanto celebrati. Ieri, chissà perché, erano assolutamente inaccessibili. Chiusi al pubblico.Alessandra Arachi
Corriere della Sera – 25/05/10
[articolo integrale: QUI]
La difesa dell’ex commissario Marcello Fiori, supportato dal ministro Bondi, assume contorni surreali…
«Il progetto di Restauro del Teatro è stato elaborato e approvato dall’ex Soprintendente di Napoli e Pompei, Pietro Giovanni Guzzo, e dal Consiglio d’Amministrazione in data 21/10/2003 con delibera n.1226»
E quindi si lascia supporre che l’intera responsabilità dei lavori sarebbe a carico della Soprintendenza, salvo poi specificare:
«Venne disposta, d’intesa con la soprintendenza [che però può solo protocollare gli atti commissariali senza metterli in discussione n.d.r], la redazione di un progetto di opere complementari, riguardanti prevalentemente gli allestimenti scenici e di servizio, atte a conferire al teatro Grande un’effettiva funzionalità per manifestazioni artistiche.
L’integrazione del progetto, unitamente all’accordo con la fondazione teatro di San Carlo di Napoli [teatro che però è sotto commissariamento pure lui n.d.r.] e altre istituzioni locali campane per l’organizzazione di manifestazioni permanenti di altissimo livello culturale ed artistico da tenersi presso il teatro Grande di Pompei, a partire dalla stagione estiva 2010, venne inserita nel piano degli interventi presentato dal commissario delegato ed approvato dalla commissione generale di indirizzo e coordinamento [cioé nella “struttura di missione” a nomina dipartimentale n.d.r]»
Da notare che tra le eccelse personalità, altamente competenti, della cosiddetta “commissione generale di indirizzo” fanno parte: il ragionier Giovanni Mirra, un funzionario del consorzio di gestione e manutenzione degli impianti di depurazione dei liquami; il vice-comandante della Polizia Municipale del Comune di Pompei; nonché il geometra Nicola Mercurio, sul quale torneremo fra breve….
EVENTI SPECIALI
Tra i vari beneficiati della gestione Fiori c’è anche la “Comunicare organizzando” di Alessandro Nicosia, inserita stabilmente nel circuito delle commesse della Protezione civile, e che per la realizzazione della mostra Pompei e il Vesuvio – Scienza, conoscenza ed esperienza, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e col Dipartimento della Protezione Civile, ha percepito un finanziamento di 394.100 euro.
La Srl che da tempo gestisce (bene) gli spazi espositivi del complesso del Vittoriano a Roma, è attiva altresì nell’ambito delle pubblicazioni specialistiche, nell’organizzazione di mostre ed “eventi speciali”. Nella sua mission si può leggere:
“Il patrimonio artistico e storico del nostro paese rappresenta un insieme di testimonianze irripetibili e di beni inestimabili di cui tutti devono usufruire.
Questa dimensione di fruizione collettiva è senz’altro un dato straordinario.
Il privato può supportare il pubblico non solo con interventi tecnici e strumentali, ma favorendo la fruizione di massa del bene culturale, nella ricerca quindi di una sua dimensione collettiva. Le finalità del rapporto pubblico-privato sono quindi assai ampie, e, in parte, ancora da esplorare, abbandonando logiche di tipo protezionistico, superando rapporti di tipo dialettico, e promuovendo utili sinergie fra le istituzioni, il mercato e le aziende.
L’interesse principale del Paese, infatti, non è solo quello di proteggere e salvaguardare al meglio il proprio patrimonio artistico e storico ma di attirare risorse umane e finanziarie per la valorizzazione di una creatività e di una immagine globale.
In questa filosofia si rispecchia l’attività di Comunicare Organizzando.
In ogni suo intervento, nella creazione e/o nella realizzazione di grandi mostre, conventions, iniziative di comunicazione integrata così come negli eventi di mediazione o di promozione di nuovi rapporti tra pubblico e privato.
È questa la ricchezza di competenze che Comunicare Organizzando può offrire oggi alla luce della sua lunga esperienza nel settore.”
Senza nulla eccepire sulla serietà professionale della società, in questa sinergia ideale tra pubblico e privato, con un fatturato superiore ai cinque milioni di euro annui, la “Comunicare organizzando” dal Pubblico attinge copiosamente, avendo ricevuto tra il 2004 ed il 2008 circa 5,3 milioni di euro (1.950.000 euro solo nel 2006) dalla ARCUS.
La ARCUS è quello straordinario carrozzone politico, invischiato nei finanziamenti occulti a Propaganda Fide e nello scandalo-case che ha coinvolto pure il solito Bertolaso. Della ARCUS e delle vicende ad essa correlate ci siamo occupati in dettaglio QUI e vi consigliamo vivamente la lettura. A suo tempo, la ARCUS è stata oggetto di una focosa interpellanza parlamentare del leghista Massimo Garavaglia (07/06/07), ma poi la maggioranza è cambiata e allora il problema non si è più posto.
I BONDI BOYS
Come si è visto, nonostante le ristrettezze economiche, a volerli cercare i soldi si trovano… Il problema è come vengono spesi!
Secondo la lungimirante visione culturale del pacioso Bondi, “solo professionisti con capacità manageriali possono gestire a dovere, soprattutto negli appalti”.
Se l’inquietante ministro fosse meno occupato a riverire il proprio sire, forse ricorderebbe che:
«La gestione del nostro patrimonio culturale, con buona probabilità il più ricco del mondo, è stata affidata dal Governo Berlusconi ad un manager bocconiano collezionista di poltrone ed incarichi: Mario Resca.
Mario Resca prima di diventare il supermanager dei Beni Culturali era presidente e amministratore delegato di McDonald’s Italia. La sua nomina fu contestata da un raffinato storico e critico d’arte, Salvatore Settis, preside della Normale di Pisa, che si dimise al grido “una cosa sono i panini, un’altra la cultura”, mentre il consiglio superiore che presiedeva si autosospese. Ma tutto ciò non smosse il prode Sandro Bondi tanto che lui, che si professa uomo di cultura, tra la ragion di Stato e la Cultura, scelse la linea Berlusconi.
Mario Resca ha chiesto sinora numerose consulenze. A beneficiarne sono state le solite società, non più di una decina che forniscono, a cifre astronomiche, la loro partnership e i loro consigli. I Beni Culturali si sono rivolti sinora principalmente a Roland Berger, Price Waterhouse Coopers e Boston Consulting Group.
Mario Resca ha ingaggiato anche altri tre nuovi consulenti, da aggiungere ai tanti già in organico: Claudio Strinati, Paolo Peluffo e Giuliano Urbani.
Claudio Strinati è stato soprintendente al Polo Museale romano; Giuliano Urbani è stato ministro dei Beni Culturali nel precedente governo Berlusconi; Paolo Peluffo è stato il responsabile stampa al Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi Presidente e consigliere della Corte dei Conti.
Questa attenzione alla Corte dei Conti, che ha il compito di vigilare l’amministrazione del denaro dei contribuenti, sembra essere una vera vocazione; in organico al ministero c’è infatti anche, con uno stipendio da circa 140mila euro, Marina Giuseppone, figlia di un altro magistrato della Corte dei Conti. Ma non finisce qui.
Il Capo di Gabinetto del ministero, Salvatore Nastasi, è anche lui figlio di un giudice della magistratura contabile, Enrica Laterza. E via via una pletora di altri consiglieri, consulenti ed esperti tra i quali si possono scorgere Angelo Lorenzo Crespi e Raffaele Iannuzzi, pupilli rispettivamente di Marcello Dell’Utri e Gianni Baget Bozzo [defunto n.d.r], per arrivare all’archeologa Elena Francesca Ghedini, sorella di Nicolò Ghedini.
Ma non c’è solo la destra. La nuova holding creatasi dalla fusione tra Cinecittà e Istituto Luce è terra di conquista del centrosinistra. Il fratello di Piero Marrazzo ha avuto una consulenza per esempio, e la nuova holding è gestita da Alessandro Nicosia, amico di Rutelli e marito della cugina di Bettini [Maria Cristina Bettini n.d.r]: omone ombra di Veltroni e uomo che conta nel Pd. Consulenze su consulenze, società che “figliano” altre società per controllare questa mostra, quell’evento, quel sito archeologico e così via.
Dimenticavo la longa manus del ‘cardinale’ Gianni Letta.
Salvo Nastasi non è solo figlio di un giudice, è anche fidanzato con la figlia di Gianni Minoli, ex direttore Rai. La fidanzata è anche nipote del potente Ettore Bernabei.
Salvo Nastasi fu lanciato da Gianni Letta. Dopo ciò che è venuto fuori intorno alla Protezione Civile la prossima linea degli sprechi scandalosi potrebbe riguardare l’amministrazione e la gestione del nostro bellissimo patrimonio culturale.»Massimo Bencivenga
[fonte originale: QUI]
In questo groviglio di parentele e ginepraio di familismi allargati, l’elemento più evidente è la sfacciata predominanza di un nepotismo bipartisan e di nomine clientelari, che molto devono avere a che fare con la millantata meritocrazia berlusconiana…
I risultati di questa lungimirante visione imprenditoriale, che mercifica il nostro patrimonio artistico alla stregua di un qualsiasi prodotto capitalizzabile e di largo consumo, sono evidenti:
“Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto“
Sandro Bondi
(07/11/2010)
In virtù di un così straordinario contributo, il ministro Bondi si è quindi augurato che una simile vicenda “non alimenti polemiche sterili e strumentali” (!!).
Di sterile c’è soltanto l’inutilità di un cortigiano in tutta la sua evidente perniciosità strumentale!
In merito agli interventi realizzati dalla gestione commissariale, il 25/02/2010 Antonio Varrone, Direttore degli scavi di Pompei, lamenta sconsolato:
“…come un notevole numero degli edifici di Pompei antica versino in condizioni di degrado statico dovuto alle malte stanche che li cementano e alle intemperie che ne sfaldano ancora di più la coesione, come frequenti rilevazioni hanno potuto appurare.
Si ravvisa la necessità di provvedere, a breve, per l’incolumità del pubblico e per la salvaguardia stessa del bene archeologico, all’identificazione di murature ad immediato pericolo di dissesto statico, onde procedere all’eliminazione dei pericoli richiamati, anche in relazione alla criticità della stagione”.(25/02/2010)
Occhio alle date!
Nel Maggio 2010 una nuova denuncia; Antonio Irlando, per conto dell’Osservatorio Patrimonio culturale, scrive al ministro Bondi, sempre a proposito dei lavori di restauro all’interno degli scavi di Pompei:
Egregio Signor Ministro,
Proviamo grande difficoltà e profonda amarezza nel denunziarle quanto incredibilmente abbiamo verificato e documentato negli scavi di Pompei durante una visita seguita a diverse segnalazioni pervenute all’Osservatorio Patrimonio Culturale.
Sono in corso nell’area archeologica lavori definiti nella tabella di cantiere, “Restauro e sistemazione per spettacoli del complesso dei teatri in Pompei scavi”, che hanno sin qui comportato evidenti stravolgimenti dello stato originario dei monumenti e dei luoghi archeologici, con gravi danni al loro stato di conservazione.
L’evidenza della gravità degli interventi è facilmente e banalmente dimostrabile attraverso una rapida ricognizione dell’attuale consistenza del teatro, in particolare della cavea, che, rispetto ad una qualsiasi foto o disegno di diversi momenti della vita degli scavi, risulta completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura.
L’intervento sul teatro è un vero e proprio inconcepibile scempio compiuto all’interno del monumento archeologico tra i più significativi al mondo.
Quanto maldestramente compiuto non può definirsi restauro (come indicato nella descrizione dei lavori) e nemmeno ricostruzione, a voler essere generosi verso le esigenze della fruizione, ma costruzione ex novo dell’intera gradinata, di cui è stata sempre ed unicamente documentata la sola presenza, ancora visibile in loco, di un tratto in pietra di colore chiaro che gli ottimi archeologi della Soprintendenza di Napoli e Pompei, ben conoscono.
Gli interventi compiuti sono in evidente contrasto con i principi internazionali sulla conservazione del patrimonio storico artistico e con le norme che regolano e tutelano il patrimonio archeologico italiano.
Altri interventi sul teatro e sull’area della “Caserma dei Gladiatori” hanno riguardato opere murarie particolarmente invasive, non classificabili tra le categorie del restauro conservativo. Sono evidenti, portandosi semplicemente nelle aree limitrofe al cantiere, alcuni spregiudicati interventi che sinteticamente descriviamo:
a) realizzazione di forature di muri per l’attraversamento di larghi tubi porta cavi;
b) scavi di trincee, ampie e profonde, a ridosso di murature strutturali e all’interno di ambienti del teatro romano, per la posa di svariati e particolarmente lunghi tubi e di numerosi ed ampi pozzetti di transito, il tutto ancorato, in area archeologica, con gettate di cemento necessarie per infrastrutturare il teatro antico come se fosse un teatro costruito ex novo;
c) realizzazione di un palco invadente e sovradimensionato rispetto allo spazio antico esistente, che travalica e sovrasta l’antica scena, occupandone prepotentemente anche l’emiciclo anteriore, rendendo impossibile la fruizione del teatro antico da parte delle migliaia di visitatori che quotidianamente visitano Pompei;
d) posa in opera di ampi ed invasivi tralicci tecnici;
e) Realizzazione di ampie e spesse platee di cemento, armate con reti metalliche elettrosaldate, tipiche di interventi di edilizia civile, lungo i lati del portico perimetrale, al di sotto delle quali sono stati posati numerosi cavidotti, affioranti a distanze prestabilite, dove , al momento del sopralluogo a distanza, erano in corso perforazioni del massetto cementizio con l’ausilio di martelli pneumatici, proprio a ridosso delle fragili murature antiche;
f) Realizzazione di numerosi locali prefabbricati, ancorati a basi di cemento, collocati nel perimetro degli antichi locali che si aprivano lungo il quadriportico, compromettendone la fruizione diurna del pubblico;
g) Realizzazione di moderni locali bagno, ricavati dalla trasformazione di ambienti archeologici. Gli scarichi dei nuovi bagni sono recapitati in un’area retrostante, interessata dalla presenza di ambienti archeologici, dove sono stati eseguiti due profondi scavi con l’ausilio di una pala meccanica, dove si ritiene che verranno allocati pozzi neri, di cui sono visibili su un lato del cantiere grandi anelli cementizi.
Ala luce di quanto segnalato Le chiediamo un immediato intervento per scongiurare ulteriori devastazioni e accertare le eventuali responsabilità dei danni causati al patrimonio culturale della Nazione. Si chiede altresì il ripristino dello stato originario dei luoghi e il conseguente restauro conservativo, necessario perché le esigenze legittime della valorizzazione degli scavi non prevarichino i fondamentali interventi di tutela e conservazione degli scavi di Pompei.
L’entità dello scempio è tale da lasciare esterrefatti. La qualità degli interventi indirizzati unicamente alle prospettive di cassa e di utilizzo potenziale nella più gretta ottica di mercificazione:
“Ci si comporta, in quella zona, come si farebbe in qualunque area di ristrutturazione. Insomma, in quel luogo si lavora, si ristruttura e si agisce con l’unico obiettivo di trasformare velocemente gli scavi in un business. Non siamo contrari al fatto di rilanciare l’area archeologica, anche in termini turistici e commerciali, ma ciò non può essere fatto a scapito della tutela di quei beni.
(…) Da quando gli scavi di Pompei sono stati commissariati, sembrano saltati tutti i meccanismi di normale procedimento: non si capisce bene chi ha il diritto di entrare e di uscire dagli scavi e chi deve dare conto di che cosa.”(Giugno 2010)
Luisa Bossa (PD)
Ex sindaco di Ercolano
Alle preoccupate rimostranze, che gli ultimi crolli dimostrano quanto siano giustificate, l’imperturbabile ministro Bondi rassicura:
«Credo necessario, inoltre, sottolineare che il responsabile unico del procedimento e il direttore dei lavori sono, rispettivamente, un archeologo e un tecnico della Soprintendenza, a loro volta affiancati da un direttore operativo e da un ispettore di cantiere, anch’essi interni all’amministrazione dei beni culturali.»
Nella fattispecie, è lecito temere che il buon Bondi stia alludendo al geometra Nicola Mercurio.
Mercurio fa parte di quelle straordinarie professionalità che affiancano il commissario Fiori nella struttura emergenziale di intervento. Nato il 12 dicembre 1973 a Sant’Antonio Abate, dove è capogruppo consiliare del locale PdL, nonché “imprenditore nel settore del commercio”… più prosaicamente, è titolare della cartolibreria del paese… è un galoppino politico che si arrabatta come meglio può.
Secondo l’agiografia ufficiale, “coerente con le sue idee di cattolico liberal-democratico, è politicamente un self-made man”; all’atto pratico sembra abbia lavorato come collaboratore e (secondo i più malevoli) come autista di Nicola Cosentino. Soprattutto, è coniugato con Filomena Mercuzio, accomandataria per la campagna elettorale alle regionali di Luciana Scalzi, caposegreteria di Denis Verdini.
A chi gli chiede di cosa si occupi esattamente all’interno dello staff commissariale risponde:
«Diciamo che seguo i lavori sui cantieri, mi occupo di rapporti con i sindacati, insomma tutto quello che il dottor Fiori mi chiede di fare, io faccio»
Tuttavia per le consulenze tecniche, circa gli interventi di restauro, Marcello Fiori ha potuto consultarsi anche con un’altro enfant prodige. Parliamo del dott. Salvatore Nastasi (classe 1973), barese trapiantato a Roma, funzionario amministrativo e capogabinetto del ministro Bondi. In qualità di responsabile della direzione generale per la gestione spettacoli, è specializzato nella conduzione commissariale degli enti teatrali. Già subcommissario di Angelo Balducci per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari…
“Egli stesso è stato commissario al Maggio Fiorentino e al teatro San Carlo di Napoli, dove ai lavori di restauro ha partecipato Pierfrancesco Gagliardi, quello che sghignazzava con suo cognato Francesco Piscicelli la notte del terremoto all`Aquila. Dipendente del ministero al settimo livello, questo Nastasi stava per diventare direttore generale senza concorso, per decreto, con un emendamento ad personam del senatore Antonio D’Alì.”
Alberto Statera
La Repubblica
(27/02/2010)
Salvo Nastasi è però anche commissario straordinario del Teatro S.Carlo di Napoli e dunque gestisce gli interventi strutturali sul restauro del teatro romano di Pompei, in rappresentanza della Fondazione S.Carlo.
E qualcuno ancora si meraviglia…
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