«L’allegria demenziale che promana dai media si mescola al cinismo inarrivabile con cui viene elargita l’informazione e, aggiungendovi il grottesco, rende la situazione ancora più sinistra. La parola ipocrisia si mostra in questo caso inadeguata e ne servirebbe una nuova per sondare gli abissi che quella non è nemmeno in grado di sfiorare. Basta accendere la tv per assistere all’apoteosi della imbecillità spacciata per eroismo e della criminalità contrabbandata per aiuto umanitario, sfogliare un giornale per capire fino a che punto un padrone onnipotente possa indurre i servi perfino all’autolesionismo, dare un’occhiata al web per godersi la fiction in streaming degli ultimi giorni dell’umanità. Le ridanciane kermesse televisive – giochi a premi, scherzi, ricette di cucina, consigli per gli acquisti, gossip e schitarrate – proseguono 24 ore su 24, interrotte di tanto in tanto da un telegiornale che, tra una notizia sulla laboriosa esistenza dei reali d’Inghilterra e un aggiornamento sull’ultima attrice che s’è tagliata le doppie punte “a sostegno di…” ci comunica che siamo sull’orlo di una guerra nucleare che nessuno ha la minima intenzione di fermare perché fermarla non è nell’interesse del padrone che, dall’altra parte dell’oceano, ci guarda benevolo e severo. L’Europa potrebbe essere cancellata dalla faccia del pianeta ma, fino a quando Hollywood rimane al suo posto, il problema non si pone. Si spegne la tv e si va a fare la spesa spendendo il doppio di quello che si spendeva prima acquistando le stesse cose ma non fa niente perchè, sempre in tv, ci hanno spiegato che bisogna fare sacrifici per il signor Zelensky e per i suoi compagnucci di merenda. Quegli eroi infatti non lottano soltanto per la libertà degli ucraini di farsi derubare e affamare da loro ma anche per la libertà del nostro padrone di continuare a fare il padrone e sfruttarci in tutta tranquillità. E la cosa spaventosa è che, oltre ad andare a fare la spesa in un supermercato, non ci è concesso di fare altro che cambiare programma per guardare e sentire le stesse cose, visto che le trasmettono a reti unificate. Oppure andarcene a dormire aspettando che si decida a colpi di missili nucleari e sulla nostra testa chi deve vincere la mano di poker tra un’accolita di criminali che siede nella parte occidentale del tavolo – giocando la sua partita alle spalle di un clown imbecille ma strapagato – e un autocrate non meno criminale che siede nella parte orientale. Sotto il tavolo quella bagascia che chiamano Europa fa i pompini gratis a tutti. Chiunque vinca noi perdiamo. Anzi abbiamo già perso. Ne consegue un’indifferenza diffusa e impressionante che ricorda quella degli zombie che vanno avanti senza sapere dove vanno né perché; fino a quando non finiscono in fondo alla scogliera sfracellati e il mare se li porta. Tanto le cose veramente importanti permangono: cada grandine o missili nucleari la pausa pubblicitaria andrà in onda come da contratto. Già ora la trasmettono tra una bomba e l’altra…ma continueranno a farlo attraverso le ceneri radioattive fino a quando ci sarà un Mentana ad annunciarla in diretta. Dopo si provvederà in loop. L’impassibilità nella quale ci crogioliamo potrebbe trarre in inganno ed essere scambiata per temerarietà. In realtà non ha nulla a che vedere con il coraggio e la cosa peggiore è che non ha nulla a che vedere neanche con quella incoscienza giovanile che può anche fare tenerezza o riuscire affascinante – siamo un popolo di vecchi e l’ardimento adolescenziale se lo sono mangiato le tarme. E’ piuttosto l’ottusa tranquillità del cretino che mentre la nave affonda se la spassa con lo yo-yo. Ma d’altra parte convincersi che questa umanità castrata, inebetita e ridotta a utenza meriti di sopravvivere – per quante attenuanti le si vogliano concedere – è terribilmente difficile…»
«Ho sempre saputo che in questo paese è pericoloso avere delle opinioni. Un pericolo sottile ma controllabile… Almeno fin quando non ci inciampi»
(Alack Sinner)
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Denis Diderot
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«Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza»
(R.Bradbury – “Fahrenheit 451”)
«Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare»
(D.Buzzati – “Il Deserto dei Tartari”)
«Un sogno è una scrittura, e molte scritture non sono altro che sogni…»
(U.Eco – “Il Nome della Rosa”)
«…Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio»
(J.L.Borges)
“Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.”
(A.Gramsci - 'Lettere dal carcere')
“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero degno di ogni più scandalosa ricerca”
(P.P.Pasolini)
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”
(J. MADISON - 4 Agosto 1822. Lettera a W.T. Barry)
“Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.”
(Joseph Pulitzer)
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