Archivio per Troika

Sit tibi terra levis

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , on 24 giugno 2018 by Sendivogius

Un cappio al collo sarebbe stato più appropriato, visto che la Grecia rimarrà strozzata al nodo (scorsoio) del debito presumibilmente fino al 2060, per ripagare degli interessi passivi quei creditori (UE, BCE, FMI) che tanto generosamente l’hanno ‘salvata’, mettendogli dentro casa la Troika e declassando il paese al rango di colonia, in un mostruoso esperimento di ingegneria sociale, tra propedeutica neo-liberista e pedagogia del castigo a scopo intimidatorio contro terzi, nell’annichilimento dimostrativo di un’intera nazione attraverso l’umiliazione collettiva di un popolo.
Tuttora, la “cura” speciale riservata alla Grecia costituisce il più clamoroso fallimento della cosiddetta Unione europea (a sua vergogna perenne), la quale più ancora che matrigna si è comportata come un Saturno che divora i propri figli. Una cura al cianuro che è costata alla popolazione ellenica peggio di una guerra perduta, ma che almeno ha salvato le banche francesi e tedesche: le quali peraltro hanno potuto lucrare appetitose plusvalenze. E questo grazie anche al generoso contributo italiano con ritorno zero, salvo doverci pure sorbire le lezioncine di morale da parte di un Macron o una Merkel (!).

«Quando è esplosa la crisi della Grecia l’esposizione delle banche italiane verso quel paese ammontava a circa 1,9 miliardi. Oggi l’esposizione dello Stato italiano verso Atene è di 40 miliardi. […] La crisi Greca è stata gestita in modo da trasferire i crediti delle grandi banche soprattutto tedesce e francesi dai loro bilanci a quelli degli Stati, tutti gli altri Stati dell’Eurozona.
I cittadini tedeschi sono convinti che, come contribuenti, sia stato loro accollato il peso del salvataggio dei Greci pigri e corrotti. In realtà sono stati chiamati a salvare le loro banche che avevano incautamente ecceduto con i prestiti. Ma almeno erano le loro banche: che cosa dovrebbero dire i cittadini italiani, che sono stati pesantemente coinvolti nonostante che i prestiti delle nostre banche alla Grecia fossero poca cosa?
Ecco dunque il capolavoro tedesco: distribuire a tutti gli altri europei i problemi delle loro banche (e di quelle francesi) pretendendo poi che il disastro che ne è derivato sia colpa di tutti gli altri tranne che loro. E riuscendo a far passare l’idea che la successiva crisi dei debiti pubblici non sia stata provocata dalla gestione del problema greco – dissennata da un punto di vista generale, ma perfettamente funzionale ai loro interessi – ma dal fatto che gli altri paesi dovevano fare “i compiti a casa”

Carlo Clericetti
(02/10/2015)

In quanto alla “scommessa con l’Europa” (e la salvezza che da questa ne sarebbe derivata), sarà il caso di riportare qualche piccolo dettaglio, giusto per rendere l’idea di quanto sia stata ‘vincente’ la scommessa (o, per meglio dire, la capitolazione su resa incondizionata) della Grecia con la commissione europea, nella sua personale (di)partita con la morte. Perché anche ammesso che la cura sia riuscita, dopo otto anni di supplizio su sperimentazione terapeutica, è ovvio che il paziente sia deceduto (ma i conti adesso sono in ordine!)…
In otto anni di “austerità espansiva”, la Grecia ha perso un terzo del proprio PIL con una contrazione del 27% (crollando dai 214 miliardi del 2010, ai 174 miliardi di euro del 2017). La Sanità pubblica è stata smantellata, insieme ad ogni altro diritto sociale o tutela salariale, a partire dai contratti collettivi di lavoro che sono stati azzerati, con la totale liberalizzazione ed il dimezzamento del salario minimo, insieme alla revisione (ovviamente in senso restrittivo) del diritto di riunione e di sciopero. La francese Christine Lagarde (FMI) l’ha definito un incremento della “competitività”. Cosa che non ha impedito alla Grecia, così ligia ai diktat della Troika, di bruciare circa un milione di posti di lavoro (in un paese che ha poco più di dieci milioni di abitanti). Attualmente, la disoccupazione si aggira attorno al 21,6% ma raggiunge punte del 52% e oltre nella popolazione giovanile al di sotto dei 25 anni.
Sono stati falcidiati stipendi e pensioni, con tagli che vanno dal 37% nel settore pubblico (alleggerito con più di 250.000 licenziamenti che non hanno risparmiato nemmeno le università), e fino al 50% in quello privato. Il potere d’acquisto di una famiglia media è crollato del 28,5%. Mezzo milione di greci, soprattutto i più giovani, ha abbandonato il Paese.
È stato privatizzato tutto quello che poteva essere svenduto a prezzo di saldo: scali navali, ferrovie, autostrade, aeroporti, industrie manifatturiere, aziende elettriche, compagnie del gas e le reti di distribuzione idrica, miniere, impianti termali, ippodromi, persino camping e oasi turistiche (!), insieme a tutti i principali asset pubblici e strategici del Paese. Cosa che però non ha frenato la crescita del debito pubblico, il quale in rapporto al PIL ha raggiunto la soglia del 178%.
Secondo le statistiche dell’OCSE, il 22% dei greci versa in “gravi condizioni di deprivazione materiale”. La maggior parte della popolazione ha difficoltà ad accedere alle cure mediche e garantirsi i servizi primari; più di 400.000 nuclei familiari sono rimasti senza reddito, mentre negli ospedali scarseggiano farmaci oncologici, insulina, e persino gli antibiotici.
Il 13% della popolazione non ha ricevuto cure o trattamenti sanitari.
Il 15,4% della popolazione non ha accesso ad alcun trattamento odontoiatrico o preventivo.
Il 4,3% della popolazione non ha usufruito di servizi di salute mentale.
L’11,2% non è riuscito ad acquistare i medicinali prescritti dai dottori.
Il 40% dei bambini greci vive al di sotto della soglia di povertà (il 10% è a rischio denutrizione). Negli anni peggiori della crisi, la mortalità infantile è salita, di quasi il 50%, principalmente a causa dei decessi di bambini di età inferiore a un anno, tanto che il tasso di mortalità infantile è salito dal 2,65% nel 2008 al 3,75% nel 2014. Al contempo, il declino delle nascite ha comportato un crollo demografico pari a -22,1%.
La percentuale di bambini nati sotto peso (inferiore ai 2,5 kg) è aumentata nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 del 19%.
Sono aumentati i casi di persone affette da disturbi mentali, soprattutto dalla depressione. L’aumento è stato il seguente: si è passati dal 3,3% del 2008 al 6,8% del 2009, all’8,2% nel 2011 e poi al 12,3% nel 2013. Nel 2014, il 4,7% della popolazione sopra i 15 anni ha dichiarato di soffrire di depressione, contro il 2,6% del 2009.
Evidentemente, una simile catastrofe umanitaria non è mai stata considerata abbastanza grave (o mediaticamente spendibile), da suscitare la mobilitazione della moltitudine di ONG tedesche che affollano il Golfo della Sirte coi loro navigli.
Se tutto va bene, ci vorranno un paio di generazioni prima che i greci possano tornare ai livelli pre-crisi. La Germania però è riuscita a guadagnare dal “salvataggio della Grecia” qualcosina come 2,9 miliardi di euro dai tassi di interesse sul debito da rifondere.
Francamente, a fronte di simili risultati, non si capisce cosa mai abbia da giubilare l’ex premier Paolo Gentiloni quando si parla di Grecia e di Europa (lo specchio di una disfatta, rivenduta come successo), dal fondo delle macerie di ciò che resta di Piddinia, specie dopo la rottamazione renziana che ha condotto il centrosinistra sull’orlo dell’estinzione. Giusto a proposito di solidarietà europee e insorgenza dei nuovi nazionalismi.

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HYBRIS

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , on 12 febbraio 2015 by Sendivogius

MordorNell’autistico isolamento della gelida fortezza di Asgard, dove dimorano le vestali norreniche dei conti ordinati e dei compiti a casa, il riverbero del sole sui ghiacci deve aver finito con l’accecare gli spiriti minimi, che dall’alto dei loro piedistalli si ergono come statue di sale e di pietra, vegliando nella preservazione del dogma del rigore.

Beccamorto«Ha un’idea poco chiara della realtà chi dice di non vedere che noi, attraverso i due programmi di aiuto europei, finalmente abbiamo portato la Grecia sulla strada della crescita, della riduzione della disoccupazione e abbiamo reso progressivamente sostenibili sul lungo periodo le finanze pubbliche.»

  Wolfgang Schäuble
  (05/02/2015)

Se i bramini dell’Austerity di tanto in tanto sfogliassero i Classici invece di dare i numeri, scoprirebbero come gli dei confondono la mente di coloro che peccano di tracotanza, nella presunzione di poter diventare essi stessi divinità. Aristotele ed i poeti della tragedia greca la chiamavano Hýbris. E di solito si ritorceva sempre contro il superbo, con effetti terribili nell’ineludibilità del fato, dopo che questo era stato colmato di potere e ricchezze destinate a crollare.

Malcom Morley - Flight of IcarusPiù prosaicamente, nel caso di Schäuble siamo dinanzi all’ennesima forma di distorsione cognitiva, secondo il bias mutuato da una formazione che prima ancora che ‘culturale’ è religiosa, condizionata com’è da un rigidissimo impianto luterano nel più cupo protestantesimo evangelico. La mistica di Schäuble in fondo è semplice: si nutre di una dimensione tutta tedesca, che vive nell’etica della punizione attraverso la pedagogia del castigo, vissuto come momento di espiazione della colpa (il debito), nell’irrimediabilità del peccato per il quale non esiste perdono né redenzione possibile. La macchia rimane ed è indelebile. Per questo il castigo deve essere inflessibile, mortificante, ed il più severo possibile, servendo come esempio morale e monito per tutti i trasgressori.
Luca_signorelli,_compianto,_cortona,_predella,_04_flagellazioneQuello della Grecia non si configura infatti come un “contagio”, ma una forma di contaminazione mediterranea contro la purezza contabile dei laboriosi popoli norreni, minacciandone l’integrità morale. Ogni deroga al dogma del rigore è una forma di eresia, che va immediatamente ricondotta all’ortodossia monetarista.

Inquisizione Monaco

Schäuble è l’inquisitore che veglia sul mantenimento di un ordine che reputa immutabile. Ogni concessione è un intollerabile cedimento al peccato.
Wolfgang Schäuble Come poi questa brutta copia carrozzata di Gollum prestata alla politica, che a suo tempo paragonò Gorbaciov e la sua Perestroika (grazie al quale fu possibile la riunificazione tedesca) a Joseph Goebbels (!), invischiato in un giro di tangenti organizzato dal trafficante d’armi internazionale Karlheinz Schreiber, sia potuto diventare ministro plenipotenziario in Europa, tanto da condizionarne l’intera politica finanziaria, la dice lunga sullo spirito tedesco e sull’identità di questa UE mercatista a trazione franco-germanica.
Gollum Evidentemente, nei club esclusivi dove si danno convegno l’inflessibile ministro e tutti gli altri ragionieri contabili, che amano immaginarsi élite dominante, deve essere sfuggita qualche piccola variabile…
Vampires di John CarpenterNei cinque anni di prestiti a strozzo imposti dalla troi(k)a vampirica a tutti coloro che si sono rimessi alle sue ‘cure’ estreme, tra i principali segnali di una insostenibile ripresa, la Grecia può vantare primati eccitanti. Ad esempio, può godere dei benefici effetti di un PIL diminuito del 25% insieme alla distruzione del 18% dei posti di lavoro, su un tasso di disoccupazione del 27% che supera il 50% tra i più giovani. E per chi ancora non condivide la ritrovata libertà dalla schiavitù del lavoro, c’è sempre il taglio dei salari che per i più fortunati può arrivare anche ad una riduzione del 40% (insieme all’eliminazione di altri inutili privilegi come la “tredicesima”). In cantiere vi è pure la riduzione del 22% del salario minimo. Tanto per restare più ‘sereni’, sono stati cancellati i contratti collettivi di lavoro, avviate privatizzazioni di massa e smantellato l’intero sistema di tutele sociali, che certi lussi non ce li si può più permettere.

Matteo Renzi, Alexis Tsipras

Altrimenti bisognerebbe iniziare ad incidere sui margini di profitto dei grandi trust armatoriali e cominciare a far pagare le tasse ai super-ricchi, che invece hanno avuto tutto il tempo di far sparire i loro capitali all’estero. Soprattutto, Francia e Germania avrebbero dovuto rinunciare alle lucrose commesse militari, affidate loro in linea diretta dai compiacenti governi ellenici degli amici Karamanlis e Samaras, che tra reazionari ci si intende sempre.
Vacanze in Grecia - Karamanlis-MerkelCome risultato tangibile, circa 1/3 dei greci vive sotto la soglia di povertà, ed il 40% di questi sono minori, mentre il 20% manifesta problemi di denutrizione.
Secondo statistiche piuttosto contestate, la mortalità infantile sarebbe balzata al 43%. Ma solerti commentatori ‘liberali’ vi spiegheranno come questo non sia assolutamente collegabile ai tagli imposti alla spesa sanitaria. Sarà per questo che, a fronte di un crollo radicale della natalità, in un quinquennio il numero dei bambini abbandonati negli ospedali e negli orfanotrofi è aumentato del 336% (!): percentuali da quarto mondo nell’Europa dei G20.
Quantomeno, e nonostante i danni collaterali, le ricette macroeconomiche imposte dalla infamissima trinità BCE-FMI-UE sono servite almeno a rilanciare il tessuto produttivo ellenico, aiutando il paese a contenere i suoi deficit strutturali… E invece no. Sbagliato! Visto che il debito greco ha superato il 175% in rapporto al prodotto interno lordo di un paese schiantato da una depressione senza uscita.
Per questo bisogna perseverare negli errori con diabolica determinazione, continuando ad applicare pedissequamente i “programmi di aiuto europeo” (ma sarebbe più appropriati definirli piani di rientro bancario dalla truffa dei derivati) approntati a Berlino, con la collaborazione altrettanto interessata di Parigi.
Secondo gli osservatori più maliziosi, ovvero quel Wall Street Journal noto in tutto il mondo per il massimalismo marxista dei suoi editoriali, la concessione dei prestiti franco-tedeschi sarebbe stata condizionata dall’imprescindibile acquisto di dotazioni militari. Ad ogni nuova tranche della troi(k)a per il rifinanziamento del debito ellenico, uno stock di acquisti obbligati per una di quelle offerte che non si può rifiutare, secondo lo stile ‘austero’ dei Vito Corleone seduti nei board delle tecnoburocrazie europee.
Vito CorleoneSarà per questo che Berlino e Parigi si sono aggiudicati rispettivamente il 22,7% ed il 12,5% delle forniture belliche della Grecia, per oltre 10 miliardi di euro. In particolare, se la Francia si è accaparrata la vendita di sei fregate e 15 elicotteri per la Marina da guerra, a sbancare è la Germania che riesce a piazzare persino i suoi fondi di magazzino, sottraendoli alla rottamazione, come i 223 vecchi obici di artiglieria da dismettere. Ma anche 170 panzer Leopard-2-A6 di ultima generazione ed il fondamentale acquisto di quattro nuovi sottomarini a fabbricazione ThyssenKrupp: sì, proprio quella del rogo degli operai di Torino e nata dalla fusione con quelle Acciaierie Krupp, che furono tra i principali finanziatori (e beneficiati) dell’ascesa nel nazismo.
Gruppo KruppQuando l’effimero governo socialista ha provato a tagliare l’acquisto delle forniture, nell’ambito della politica di bilancio ed in ottemperamento ai tagli della spesa statale, ha ricevuto un secco NEIN! insieme all’ingiunzione a confermare l’acquisto e pagare quanto prima il saldo. In merito, a perorare la causa dell Thyssen, è intervenuta fraulein Merkel in persona, abbaiando qualcosa sul rispetto degli impegni, che culminarono con la pronta rimozione del premier disubbidiente. Perché ci sono spese che si possono tagliare (sanità e servizi sociali) ed altre invece che sono intaccabili; specialmente quando queste interessano Berlino.
nazi_uboot_grToglietegli tutto ma non il mio U-Boot!

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La Signora delle Mosche

Posted in Masters of Universe, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 7 febbraio 2015 by Sendivogius

Lord of the Flies by Greyflea«Perfino le farfalle lasciarono la radura dove quella cosa oscena ghignava e sgocciolava. Simone abbassò il capo, tenendo gli occhi ben chiusi, poi li riparò ancora con la mano.
Lord of the Flies[…] Il mucchio di budella era un grumo nero di mosche che ronzavano come una sega. Dopo un po’ le mosche scoprirono Simone e, ormai sazie, si posarono lungo i suoi rivoletti di sudore, a bere. Gli fecero il solletico sulle narici, gli saltellarono sulle cosce. Erano innumerevoli, nere, e d’un verde iridescente; e di fronte a Simone il “Signore delle mosche” ghignava, infilzato sul bastone. Alla fine Simone cedette e riaprì gli occhi: vide i denti bianchi, gli occhi velati, il sangue… e restò affascinato, riconoscendo qualcosa di antico, di inevitabile

Il signore delle moscheWilliam Golding
“Il Signore delle Mosche”
Mondadori, 1980

   Piccole, insignificanti, irrilevanti… sono le mosche che ronzano nel putrescente carnaio di un’Europa ridotta a squallida propaggine bancaria per esazione debiti, tra i bigattini impupati nelle ooteche di robotiche tecnocrazie consacrate alle divinità immutabili ed austere di un mercato divinizzato.
Il nulla che avanzaÈ la danza funebre di uno sciame avvitato attorno alla nera signora del Rigore, nella contemplazione estatica delle budella putrescenti di un capitalismo finanziario che si nutre di punizioni collettive e sacrifici di massa. Nella sua evanescenza pervasiva, costituisce l’idolo assurto a sommo feticcio di riti profani, nell’oscenità macabra di un’oligarchia mercatista che prostituisce le aspirazioni e la dignità di un intero continente, agli appetiti di una Troi(k)a specializzata nelle perversioni dell’austerità espansiva: ossimoro perdente di una stupidità reiterata a prassi di governo.
Troika PartyÈ una congregazione di elite schizofreniche, chiuse nell’autismo della loro autoreferenzialità dissociata. Sono monumenti all’inutile, stagliati verso il nulla siderale, nell’incapacità congenita di ritagliarsi un ruolo internazionale, di affrontare i problemi interni, e di risolvere qualsiasi situazione che non sia circoscritta alla fiscalità generale.
Angela MerkelSi umilia la Grecia (culla della civiltà europea) e si martirizza il popolo ellenico, ma si garantiscono sostegni economici ed aiuti militari ai nazisti dell’Ucraina, coi quali invece ci si intende benissimo. Evidentemente, ognuno si sceglie gli ‘amici’ a sé più affini.
Nazi UkesCi si piega docilmente alle ingerenze geopolitiche ed alle pressioni strategiche degli USA. Si scatena una guerra commerciale senza senso con la Russia. Si ventila con demenziale faciloneria la minaccia di risoluzioni militari, rischiando la deflagrazione di un conflitto armato su scala continentale nel bel mezzo dell’Europa. E al contempo si sottovalutano i rischi di una guerra, che le cancellerie europee non saprebbero minimamente come gestire. E con che alleati poi!
Nazisti ucraini del Battaglione AzovEsattamente, come non si possiede la più pallida idea su come affrontare la minaccia terroristica di matrice salafita; la pressione dei profughi provenienti dalle coste del Nord-Africa; il collasso della Libia, dopo la scalcinata avventura militare anglo-francese, e le infiltrazioni di gruppi armati sempre più radicali, ispirati ai simpaticoni dell’ISIS che imperversano indisturbati tra Siria e Iraq.
ISIS-Japanese-HostagesMa nemmeno si sa bene come gestire problemi più ordinari e di natura economica, come l’uscita dalla grande depressione europea ed il rilancio dell’occupazione.
Manifesto di propaganda nazistaÈ il modello neo-coloniale di una sedicente “unione”, mera pluralità di egoismi nazionali, sempre più simile ad una immensa zollverein per il libero transito delle merci tedesche, attraverso l’Europa La germania vi invitagermanizzata in una nuova confederazione anseatica, oggi come allora alla ricerca di manodopera a buon mercato. Per sopravvivere, un simile moloch ha bisogno di cannibalizzare gli anelli periferici, nell’espiazione del debito come peccato capitale, attraverso la riduzione della colpa su pagamento regolare e senza dilazioni. Perché i popoli vanno prima estromessi dai processi decisionali e poi rieducati, nello spirito propedeutico di un “rigore” elevato a immanenza metafisica. Si tratta di un potere effimero che si inebria degli effluvi mefitici del Deutschen Wesen: lo “spirito tedesco” che non ha mai guarito il mondo, ma che ogni volta l’ha trascinato verso gli orrori dell’eugenetica.
Archivio ANPI di Lissone In questa distopia mercantilista, ciò che più conta è la preservazione della purezza dei mercati santificati da ogni intervento regolatore, nell’illibatezza della quadratura contabile di bilanci purgati da ogni spesa sociale e dirottati verso le funzionalità di un mercato ‘liberalizzato’. Sullo sfondo, resta un continente diviso; dilaniato da una crisi sempre più irreversibile delle democrazie rappresentative.
Lord of the flies (fire-detail)È facile temere che non tarderanno a farsi sentire gli effetti di una simile cancrena, se questa non verrà curata per tempo…

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PACCATA & FUGA

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 21 marzo 2012 by Sendivogius

A chi serve la ‘strutturale’ riforma del lavoro, targata Monti-Fornero?
Certamente non ai ‘giovani’, la categoria più citata ed abusata da una elite siderale di septuagenari nati già vecchi; iperborei ‘tecnici’ lontanissimi anni luce dai problemi e dalle aspettative delle nuove generazioni, praticamente estromesse da ogni prospettiva futura.
Meno che mai tale Riforma migliorerà le condizioni dei forzati a vita del lavoro precario. E di sicuro cambierà ben poco le magre sorti dei disoccupati di lungo corso, estromessi ai margini più infimi del mondo del sub-lavoro.
A parte la fondamentale estensione dei licenziamenti facili a tutte le tipologie da lavoro dipendente, semplificando oltre misura le norme che rendono assai conveniente ed immediati i licenziamenti individuali (una sicurezza in tempi di disoccupazione cronica), svincolando i datori da ogni responsabilità sociale ed i lavoratori da ogni forma di tutela residua, non si avvertono miglioramenti di rilievo. Ovviamente, rimane esclusa la possibilità di ricorso ai licenziamenti discriminatori.
Come in una notte oscura in cui tutte le vacche sono nere, è evidente che nessun padrone si rivolgerà mai alle sue maestranze dicendo: ti licenzio perché sei negro… perché odio i terroni… perché ti sei iscritto al sindacato… perché sei rimasta incinta… È chiaro che i motivi ufficiali del licenziamento saranno sempre di natura rigorosamente “economica”. Perché non tutti sono coglioni come chi firma e vota simili leggi.
Per contro, vengono estese le tutele “a tutti i lavoratori”… ad eccezione di coloro che non raggiungeranno il tetto delle 52 settimane lavorative, ovvero la fascia più debole ed esposta dell’universo ultra-flex (ma senza security) delle occupazioni para-subordinate.
L’importo dei nuovi sussidi sarà inferiore a quelli attuali, per una minor durata di tempo, e vincolato all’accettazione obbligatoria di qualsiasi tipologia occupazionale provvisoria, a prescindere dal precedente background professionale, sul modello americano.
In sintesi, se si esclude la cancellazione parziale dello scandaloso “contratto di associato in partecipazione”, terrore delle commesse, ed una ipotetica verifica sulle partite IVA individuali, rimane praticamente intonsa l’intera pletora di contratti atipici, con tutte le relative forme di sfruttamento legalizzato, che umiliano e schiacciano l’occupazione giovanile. In fondo si tratta soltanto di 45 diverse tipologie contrattuali, le quali rimarranno quasi totalmente escluse dall’estensione dei nuovi ‘ammortizzatori sociali’, ossia la paccata di miliardi tutta da trovare. Però vuoi mettere la noia di un “posto fisso”, con l’ebbrezza di quasi 50 posizioni diverse, altamente flessibili… e senza protezioni!
In compenso ai famosi gggiovani laureati in cerca di impiego, dovrebbe essere garantita una retribuzione minima per gli stage. Il meglio che si può concedere ai famosi ‘cervelli in fuga’… Il condizionale tuttavia è d’obbligo. Infatti, tra le varie iniziative dei professoroni, si prevedeva anche un rimborso per i praticanti negli studi legali, costretti a lavorare schiavizzati a gratis per i milionari Principi del Foro… Naturalmente, al di là delle buone intenzioni, non se ne è fatto poi nulla.
Soprattutto ci sono i nuovi “contratti di apprendistato”, ulteriormente estesi negli anni. E l’inflessibile ministra Fornero si guarda bene dal rivelare che i sedicenti “apprendisti”, a parità di ore lavorate e di mansioni, percepiscono uno stipendio inferiore rispetto ai loro colleghi stabilizzati.
Non per niente, ci troviamo dinanzi al genio incompreso di menti superiori…

  Intelligenza Artificiale Governativa
  di Piergiorgio Odifreddi
  (19/03/2012)

«Maurizio Crozza ha fin da subito individuato, nelle sue imitazioni, la caratteristica principale del presidente del Consiglio: di essere un automa, in grado di simulare alcuni aspetti meccanici del pensiero, ma non i sentimenti di empatia e simpatia tipici degli umani: meno che mai, ovviamente, di provarli.
La sua ministra del Lavoro e delle Politiche Antisociali non è da meno, anche se la sua release al femminile conteneva agli inizi un bug, subito corretto, che le ha causato, alla sua prima simulazione pubblica, la perdita di liquido oculare (per rimanere all’imitazione di Crozza).
Entrambi i due automi governativi hanno in questi giorni confermato la loro natura meccanica, emettendo a Torino affermazioni sul mercato del lavoro che, se fossero uscite dalla bocca di qualche umano, sarebbero risultate agghiaccianti.
Monti ha spiegato, tanto suadentemente quanto può un robot, che la Fiat è sì “sempre stata governativa”, come diceva Gianni Agnelli. E dunque ha sì sempre ricevuto ingenti sovvenzionamenti statali, all’insegna del motto “i nostri guadagni sono privati, i nostri debiti pubblici”. Ma, ciò nonostante, non ha alcun obbligo di sentirsi in debito con la nazione. Anzi, ha non solo il diritto, ma addirittura il dovere, di andare a cercarsi altrove nuovi polli da spennare, visto che ormai noi di piume non ne abbiamo più.
Quanto alla Fornero, ha pure lei confermato che “a Fiat non può fare ciò vuole”: da intendere, ovviamente, nel senso che il mercato non è affatto “libero”, come i liberisti avevano proclamato fino a ieri, ma costringe i rapaci a comportamenti coatti. Quanto alla riforma del lavoro che sta preparando, la ministra ha concesso che l’accettazione del piano da parte delle parti sociali sarebbe ”un valore aggiunto”, ma non è comunque una necessità.
Persino il presidente della Repubblica, che pure è il primo responsabile della transizione da un governo di subumani a un governo di non-umani, ha dovuto ammettere che “sarebbe grave” se si facesse un accordo contro i lavoratori e i loro rappresentanti. Ma anche lui ha inteso le sue apparentemente ovvie parole non nel senso che il governo dovrebbe presentare un piano accettabile, bensì che i sindacati dovrebbero “far prevalere l’interesse generale su qualunque calcolo particolare”.
Che sia un ex-comunista a considerare “calcolo particolare” le lotte sindacali, e “interesse generale” quello dei mercati, è un segno dell’abisso nel quale siamo caduti, con la scusa della crisi economica. Da Rifondazione Comunista siamo passati alla Fondazione di Asimov, ma è ai romanzi di Philip Dick che dovremo ormai rivolgerci, per trovare descrizioni adeguate di un mondo che noi umani non potevamo immaginare, e meno che mai prevedere.»

A tal proposito, è interessante constatare l’iper-attivismo ritrovato di un Presidente della Repubblica, finalmente destatosi da un lungo sonno; specialmente se paragonato al torpore catatonico del suo imbalsamato predecessore: il silente e men che mai presente Carlo Azeglio Ciampi.

In seguito all’apparente dipartita di B., il presidente Napolitano, dopo anni di assoluto mutismo, sembra finalmente aver ritrovato la favella (e il coraggio), troppo a lungo smarrita durante la stagione felice della finanza creativa, all’ombra del bunga-bunga tra le mutandine delle nipoti di Mubarak. Prima evidentemente non aveva nulla da eccepire.
Seppellito prematuramente l’imbarazzante Pornonano, tutto ciò che ai tempi del berlusconismo dominante sembrava ai limiti dell’abuso di potere  oggi è diventato la norma, quasi che la sostanza prescinda dalla persona: esautorazione delle prerogative parlamentari; abuso della decretazione d’urgenza; cancellazione della famigerata “concertazione” (fintanto che ha fatto comodo a Fiat e confindustriali però andava bene); sostanziale approvazione di tutti i provvedimenti speciali in materia di lavoro, giustizia, libertà di stampa, del precedente governo… Il tutto reso possibile grazie alla straordinaria partecipazione dell’ormai irrecuperabile Partito Democratico, che ora garantisce il suo appoggio incondizionato a proposte di legge fino a pochi mesi fa considerate inammissibili. Infatti, senza alcun imbarazzo, il PD siede nella stessa maggioranza governativa insieme a Cicchitto e Gasparri, Verdini e Dell’Utri… ma il campionario è ben fornito. ‘Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei’. 
E comunque questa riforma del lavoro è indispensabile. Non parliamo poi del resto del companatico…
Ce lo chiede l’Europa, ovvero Angela Merkel che si guarda bene dall’imporre le stesse misure draconiane ai tedeschi.
Ce lo chiedono i mercati (finanziari) e certo mica puoi permetterti di scontentare le loro pretese. I “Mercati”… ovvero le banche d’affari in overdose da derivati… ovvero Goldman Sachs ed i vari emuli di Morgan il pirata… ovvero gli speculatori dei grandi fondi di investimento (hedge funds)… tutti insieme appassionatamente sotto l’ombrello munifico della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale, e della Banca Centrale Europea (la troika). Tutte così arcigne nei confronti del “debito sovrano”, inflessibili nei confronti degli anelli deboli dell’UE (si tratta di popoli da castigare in funzione rieducativa), ma così incredibilmente generose nell’erogare miliardi di euro con interessi irrisori a tutto vantaggio degli istituti del credito privato, all’origine della più devastante crisi economica degli ultimi 80 anni. Perché c’è debito e debito…
In pratica è come se, dopo essersi affidati incautamente ad una banda di strozzini per risolvere i propri problemi economici, magistratura e polizia imponessero al taglieggiato di ripagare con tanto di interessi centuplicati i proprie estorsori, con un’ulteriore aggravante: gli strozzini non si accontentano di ricevere indietro la somma maggiorata, ma pretendono di imporre anche COME procurarsela.
E si spaccia per “tecnica” una ricetta che in realtà è tutta politica, nella sua pretesa di validità universale, e che così straordinari risultati sta comportando in Grecia, ma anche al Portogallo: l’alunno modello della troika condotto per mano al collasso sociale….

  L’OBIETTIVO INDICIBILE
  di Carlo Clericetti
  (20 marzo 2012)

«Tra le misure imposte alla Grecia c’è stata anche la riduzione del 30% del salari minimi, oltre ai vari tagli a indennità e mensilità aggiuntive dei dipendenti pubblici. Per la Spagna non c’è stato bisogno di imposizioni così plateali: la riforma del lavoro approvata dal nuovo governo conservatore di Mariano Rajoy (tanto lodata dal nostro presidente del Consiglio) prevede tra l’altro che, dopo due trimestri di riduzione dei ricavi, le aziende possano decidere unilateralmente di ridurre le retribuzioni. Per i dipendenti c’è una finta scelta: o accettano, o se ne vanno ottenendo un modesto indennizzo monetario.
Vogliamo fare qualche ipotesi su come si comporteranno, in un paese dove la disoccupazione supera il 20%?
Se in Italia fosse rimasto Berlusconi, la cui credibilità era sottozero, anche a noi sarebbe stato imposto un diktat in proposito. Ora che c’è Monti, di cui la signora Merkel si fida, si può lasciare a lui il compito – che però resta lo stesso – in modo da salvaguardare almeno l’apparenza del mantenimento di una sovranità ormai di fatto evaporata.
[…] Quando un paese perde competitività (ed è il caso dell’Italia e di tutti gli altri paesi colpiti dalla “cura”), se non può svalutare la moneta – e nessuno dei paesi euro può prendere questa decisione – deve procedere a una “svalutazione interna”, cioè deve fare in modo che prezzi e salari si riducano fino a quando la sua economia non torna competitiva. A quel punto, sostiene questa teoria, il paese aumenta le esportazioni, la bilancia commerciale ritorna in equilibrio, l’economia riparte e tutti tornano felici.
Ma, appunto, di una teoria si tratta, e molti economisti di primo piano sostengono che è completamente sbagliata. Perché nel frattempo il paese in questione entra in recessione, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, cadono i redditi e il Pil, i conti pubblici peggiorano nonostante i tagli: si alimenta, cioè, una spirale perversa. Lo abbiamo visto in Grecia, lo stiamo vedendo in Portogallo, in Spagna, in Italia. Molto probabilmente tra poco la Francia si unirà al gruppo. Ma finché non se ne convincono i tedeschi, che in questa fase di fatto comandano in Europa, la linea non cambierà.
E veniamo alla nostra “riforma”. Al di là degli escamotage che saranno inventati dai sindacati per salvare la faccia, l’articolo 18 sarà reso completamente inefficace. Dal momento che è ormai scontato che il licenziamento potrà essere motivato da ragioni “economiche o organizzative”, nessun imprenditore sarà così sprovveduto da attuare licenziamenti discriminatori o persino disciplinari: un problema organizzativo – con la necessità di ristrutturazione che hanno tutte le aziende in questa fase – si trova molto facilmente. E allora, con i licenziamenti praticamente liberi, succederà una di queste due cose, o meglio tutt’e due. In parte verrà posta la scelta tra riduzioni di salario o un certo numero di licenziamenti; in parte ci si libererà di una parte di lavoratori più anziani per sostituirli, a minor costo, con giovani che nel migliore dei casi entreranno con il contratto di apprendistato, tre anni – estendibili a cinque – a salario ridotto e con la possibilità di esser mandati via. Ci saranno un po’ di ammortizzatori sociali, ma con una durata inferiore agli attuali e con meno gente che avrà la possibilità di passare – alla loro scadenza – alla pensione, visto che l’età è stata aumentata. Un meccanismo poco appropriato, ma che finora aveva sostituito, anche se non per tutti i lavoratori, le carenze delle protezioni dalla disoccupazione.»

Naturalmente, secondo la vulgata ufficiale, tutte le preoccupazioni sono per i “giovani” che i vari ministri del Governo Monti, tanto per non smentirsi, prendono per il culo un giorno sì e l’altro pure.
Bisogna dire che una parte consistente della categoria anagrafica in questione sembra però gradire il particolare ‘servizio’…

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