Archivio per Travestiti
Sotto il vestito niente
Posted in A volte ritornano, Muro del Pianto with tags Alfonso Bonafede, Angelo Tofalo, Costume, Fascismo, Fetish, Italia, Liberthalia, Matteo Salvini, Polizia, Sbirri, Travestiti on 20 gennaio 2019 by SendivogiusE finalmente da buon ultimo arrivò anche Alfonso Bonafede, il ghignante guardasigilli a cinque patacche, che ora può sfoggiare il suo sgargiante costumino di carnevale ed entrare a pieno titolo nel club feticista dei travestiti al governo, tra i quali ovviamente a dettare la moda è sempre LVI, il questurino d’Italia, e già guardiano padano in tenuta verde pisello, che da quando è ministro della polizia ha completamento rinnovato il proprio guardaroba, attingendo agli accantonamenti di servizio.
Come quell’altro demente lì alla Difesa, mentre tenta di capire (invano) come si imbraccia un arx 160, e intanto punta la canna contro la persona a lui più vicina…
Uomini o caporali?
Posted in Muro del Pianto with tags Afghanistan, Alessandra Daniele, Angelino Alfano, Caporali, Cazzaro, Costume, Esercito, Herat, Idioti, Ignazio La Russa, Italia, Liberthalia, Liguria, Matteo Renzi, PD, Politica, Società, Totò, Travestiti on 3 giugno 2015 by Sendivogius“La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l’autorità, l’abilità o l’intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque,dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera.”
Era dai tempi di Benito La Russa ministro, che non si vedeva uno di quegli inquietanti figuri in conto politico vestire una divisa militare; non sapendo che un’uniforme, in primo luogo, bisogna saperla portare, se non si vuole sembrare incredibilmente ridicoli…
E la cosa sembrava circoscritta lì, fintanto che Angelino Alfano non ha voluto rinverdire la discutibile pratica, in una fugace ma non meno imbarazzante esibizione. Anche lui a ciondolare dalle parti delle cucine da campo, intabarrato nella cerata policroma presa in prestito da qualche fondo di magazzino ad Herat, tra attempati attendenti delle CCS riunite in rivista. In entrambe i casi, non era certo un bello spettacolo a vedersi…
Cosa spinga poi questi costosi idioti a pubblico mantenimento, a travestirsi da guerrieri della domenica, infagottati in giubbe mimetiche palesemente troppo piccole che ne esaltano il fisico sformato, l’assoluta assenza di massa muscolare, ed il ventre prominente vergognosamente rilassato in un ingombrante cascame di ciccia superflua, resta una di quelle questioni irrisolte che rendono bene il livello di imbecillità a cui è scaduta la politica twittata con raffiche incontrollate di selfie.
Giacché è la pioggia di merda, come la figura, ad imprimersi nell’immaginario collettivo ogniqualvolta ci si imbatte in una tale desolazione dello spirito e dell’indecenza.
Siamo così passati dal ghignante La Russa beotamente gaudente nel suo colorato costumino di carnevale, all’intirizzito Alfano con tanto di cappellino per la gita marziale, fino all’immancabile performance del “Bomba” che certo non poteva sottrarsi alla gara dei travestiti, mentre sghignazza come suo solito, tutto eccitato dall’esordio in caserma, con le finte stellette appuntate sul petto da tisico riformato…
Quali siano state le impressioni della truppa riunita per assistere alla passerella esotica di questo ingibbonito bidone da parata, con tanto di gobbetta incipiente e pappagorgia al vento non è dato sapere. È certo che simili spettacoli, circoscritti a comparsate lampo, rendono assai più piacevole la lontananza dall’Italia, lasciando a noi l’intera prosecuzione della farsa.
RENZIMANDIAS
di Alessandra Daniele
(01/06/2015)
“Any man who must say “I am the king” is no true king at all”
«Renzi è un cazzaro.
Il suo petulante ottimismo è solo una sceneggiata per i media di corte.
Il suo presunto carisma è un prodotto sintetico di quegli stessi media.
Il suo pseudo consenso maggioritario in un anno s’è già praticamente dimezzato.
E come queste regionali hanno dimostrato, il suo personale potere effettivo non gli basta nemmeno a controllare il suo stesso partito. Un PD più dilaniato che mai dalla guerra fra bande, con arroganti capibastone che spadroneggiano alla faccia dell’immagine che Renzi vorrebbe spacciare, e cadaveri eccellenti pronti a cogliere l’occasione giusta per vendicarsi dell’usurpatore fiorentino.
Grazie a Cofferati, ne ha trovato il modo persino lo sparuto ex sodale Pippo Civati: dopo un anno di travagliati monologhi con in mano il teschio di Letta, il Principe Triste s’è deciso a lasciare il partito e riciclarsi come Principe del Popolo, sostenendo un candidato ligure inventato apposta per fottere – meritatamente – il PD. Un fuoco amico che Renzi non ha saputo fronteggiare, se non con inutili appelli al voto utile anti-berlusconiano, che da parte sua suonano particolarmente grotteschi, visto che Berlusconi è stato un suo grande elettore almeno quanto Marchionne.
E i califfati di Puglia e Campania, con Emiliano e soprattutto De Luca, minacciano d’essere per Renzi una zeppa nel culo persino peggiore della bruciante sconfitta ligure.
Anche a prescindere dall’assegnazione delle singole poltrone, queste regionali sanciscono comunque il tramonto di quell’apparente consenso plebiscitario manifestatosi alle elezioni europee, che non potrà più essere sbandierato dal premier come simulacro di legittimazione popolare per ogni sua porcata.
Come un reggente fantoccio insediato da un esercito occupante, Renzi non ha il controllo del territorio. Tutto il potere che ostenta deriva dalle lobby che lo sostengono al governo nazionale, e che alle amministrazioni locali sono in definitiva meno interessate.
Quello che a loro importa è controllare la politica economica nazionale, in modo che l’Italia continui a togliere ai lavoratori per dare agli speculatori, e che ogni ostacolo residuo sul percorso di questo denarodotto venga spazzato via.
Infatti l’attuale bersaglio privilegiato del premier, dopo l’istruzione pubblica, sono il diritto di sciopero e i sindacati, soprattutto quelli di base, che progetta di abolire.
Con tutta la sua vanagloria Renzi non è affatto un sovrano.
Per citare Apocalypse Now, è soltanto un garzone mandato dal droghiere a incassare i sospesi.
Politicamente parlando, Renzi è un killer.
E il suo obiettivo siamo noi.
La sua caduta però è già cominciata.»
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Kakkientruppen
Posted in A volte ritornano, Stupor Mundi with tags Disturbi mentali, Estrema Destra, Gaetano Saya, Italia, Liberthalia, Mentecatti, Neo-nazismo, Partito Nazionalista, Società, Travestiti on 23 agosto 2011 by SendivogiusIn tempi miserabili… c’è posto per tutti!
Per la legge sui pesi galleggianti, prima o poi, certi personaggi ritornano sempre alla ribalta, inesorabilmente fedeli all’antico Principio di Archimede.
Era da qualche anno ormai che (non) si sentiva la mancanza del formidabile Gaetano Saya, Gruppenführer dei nuovi “legionari” per l’Italia, e del quale avevamo già parlato QUI e pure QUI: un imbarazzante sfigato, feticista dei travestimenti con una passione insana per le mascherate vintage a tema hitleriano; punto di riferimento per ogni nazi-travestito in fuga dagli ex CIM, ha più partiti che iscritti. Dopo l’irrinunciabile ricostituzione del MSI-DN, il nostro nibelungo da parata ha infatti fondato pure il fondamentale Partito Nazionalista del Popolo Italiano.
Tuttavia, ad appassionarci non sono gli aspetti “intellettuali” (mai parola fu più impropria) del Saya pensiero, quanto le sue esibizioni pubbliche rigorosamente in costume amatoriale da perfetto otaku del nazi-moe.
In realtà, noi adoriamo Saya: una parodia vivente del nazismo, che condensa in un unico personaggio da operetta tutti gli stereotipi più beceri dell’ultra-destra razzista. In Casa Saya è sempre carnevale! E il costume da nazista-pazza è irresistibile…
Per quanto, pure la variante “Augusto Pinochet”, con tanto di mantellina e bastone da feld-maresciallo, fa la sua gran porca figura…!
Tra un travestimento e l’altro, il generalissimo dispensa insulti a tutti e non tralascia nulla: dalla vecchia paccottaglia mistico-ariana, al corporativismo da repubblica sociale di Salò; dall’antisemitimismo classico all’immancabile omofobia, per approdare ai toni apocalittici del più cupo millenarismo integralista…
“Nell’2012 si vedrà l’Abominazione nei luoghi santi. Nei conventi, i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diverrà quasi il re dei cuori. Coloro che si trovano a capo delle comunità religiose stiano attenti a quelli che ricevono, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone vicino al peccato, poiché il disordine e l’amore dei piaceri carnali saranno diffusi per tutta la terra.
La Francia l’Italia la Spagna e l’Inghilterra saranno in guerra. Il sangue scorrerà nelle strade. Il francese si batterà col francese, l’italiano con l’italiano, in seguito vi sarà una guerra generale che sarà spaventosa. Per un periodo di tempo, Dio non si ricorderà più della Francia né dell’Italia, perché il Vangelo di Gesù non sarà più conosciuto. I malvagi useranno tutta la loro malizia; si uccideranno, si massacreranno perfino nelle case.
Al primo colpo della sua spada folgorante, le montagne e tutta la natura tremeranno dallo spavento perché i disordini e i delitti degli uomini squarciano la volta dei Cieli. Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; diverse grandi città saranno scosse e inghiottite dai terremoti. Si crederà che tutto sia perduto. Non si vedranno che omicidi, non si sentirà che rumore d’armi e bestemmie.”
In attesa dell’Apocalisse prossima ventura, l’ispirato Saya, che da oggi può contare anche sul preziosissimo aiuto del (poco) onorevole Domenico Scilipoti, è impegnato a reclutare le truppe per l’Armageddon e con tanto di “Programma per la liberazione dell’Italia”, del quale è forse il caso di riportare alcune tra le più sfiziose delle pur numerosissime perle di saggezza:
3. Noi chiediamo la libertà di coltivare terra ed allevare bestiame ed esercitare la pesca per nutrire il nostro popolo;
Che ricorda un po’ i “Figli dell’Amore Eterno”, in frullato riscaldato völkisch, che tanto richiama il monologo di Ruggero-Verdone nel film ‘Un Sacco Bello’…
4. Può essere cittadino dello Stato solo chi sia connazionale. Può essere connazionale solo chi sia di sangue italiano;
Sarebbe interessante sapere come l’ematologo nero-camiciato intenda effettuare le misurazioni. E cosa intenda fare in caso si siano verificate trasfusioni interrazziali, in modo da bloccare la devastante contaminazione.
18. Noi chiediamo la lotta a fondo contro coloro che esplicano attività dannose per l’interesse della comunità. Coloro che commettono delitti contro il popolo. Gli usurai, i profittatori , i politicanti. devono essere condannati a morte dallo Stato, senza distinzione di confessione o di casta;
In tal caso, il generalissimo Saya e i suoi camerati brutti rischiano di estinguersi tramite suicidio di massa, per autodafé in coerenza col postulato.
19. Noi chiediamo che il diritto romano, che serve il mondo materialistico, venga sostituito da un diritto comune italiano;