Archivio per Tempo

TEMPO PREZIOSO

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , on 14 aprile 2021 by Sendivogius

«Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità.
Amo l’essenziale perché ora la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane.
Persone che sappiano sorridere dei propri errori, che non si gonfino di vittorie.
Che non si considerino elette, prima ancora di esserlo.
Che non sfuggano alle proprie responsabilità.
Che difendano la dignità umana.
E che desiderino soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta…
di vivere con l’intensità che solo la maturità mi può dare.
Pretendo non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza

Mário Raul de Morais Andrade

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Tutti giù per terra

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , , , on 11 novembre 2014 by Sendivogius

At- at-walker

25 anni dalla caduta del Muro di Berlino e altrettanti giorni trascorsi pigramente dai media, a menarcela con ‘celebrazioni’ che non interessano a nessuno, tra uno sbadiglio e l’altro di spettatori sempre più annoiati.
A tirar le somme, dopo cinque lustri dalla riunificazione della Germania, in Europa gli unici a passarsela bene sono i tedeschi, nella loro ritrovata egemonia continentale come ai bei tempi del Reich, ma senza bisogno delle panzer-division accompagnate dalla “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner. Oggi basta occupare i posti giusti in ‘Commissione’, imporre le proprie regole, e dettare i compiti a casa degli altri, che un aspirante gauleiter pronto ad obbedire si trova sempre…
Dall’altra parte del muro, la Russia continua ad essere un’autocrazia. Le ex province dell’impero sovietico hanno solo cambiato padrone. Non ingurgita vodka fino a stordirsi, ma mastica chewingum e beve Budweiser; in apparenza è più lontano, ma non meno invadente e arrogante. Per il resto, rimangono colonie di produzione con manodopera in condizione di semi-schiavitù, ma razionalizzate secondo le regole del ‘mercato’. In compenso, ogni quattro o cinque anni, con elezioni-farsa la popolazione è libera di legittimare oligarchie paramafiose di miliardari arricchitisi a velocità della luce e gruppi di nostalgici neo-nazisti.
Jobbik - UngheriaRigurgiti di ‘900… Lo chiamano il “secolo breve”. Tuttavia, a ben vedere, il suo transito è assai più lento di quanto non si creda, bloccati in un continuum spazio-temporale dove la realtà non scorre ma si sovrappone in strati concentrici e irregolari. O piuttosto si tratta di una gabbia con in mezzo una ruota per criceti, su cui correre per avere la sensazione di andare veloci, in un tempo ripiegato su se stesso…

time_loop

Libro  «Verso la fine degli anni Ottanta, il mondo pareva proprio sul punto di cascare e io nell’attesa mi limitavo a girare in tondo, giorno dopo giorno. Facevo sempre più o meno lo stesso percorso. Senza una meta. Ogni giorno le stesse vie. Le stesse vetrine. Le stesse facce. I commessi guardavano la gente fuori dai negozi come gli animali allo zoo guardavano i turisti. Rispetto a loro mi sentivo in libertà. Ma ero solo libero di non far niente.
[…] Quindi arrivarono le elezioni. Come sempre al governo non cambiò nulla. L’opposizione si era frantumata così docilmente da non esistere praticamente più. Le leghe invece misero insieme un bel mucchio di voti. L’italiano medio temeva che qualche negro si sposasse sua figlia o gli rubasse il portafogli. Evidentemente a molti era sfuggito che una cosetta come la mafia in America l’avevamo esportata noi, il popolo di santi, poeti e navigatori. Quanto alla sana imprenditoria lombarda pareva che di Seveso non si ricordasse più nessuno. Se avessi chiesto a un qualsiasi consumatore di musica una sera in discoteca che cos’era la diossina, questo mi avrebbe risposto mah, boh, non so, chissà, una nuova droga? Il dio denaro aveva vinto su tutti i fronti. Quelli dell’Est passavano all’Ovest in cerca di pornoshop e supermercati, finalmente liberi di comprarsi cazzi di gomma da mettersi nel culo e ritrovarsi disoccupati pure loro. Ma questo era il migliore dei mondi possibili, o comunque stava per diventarlo. Aumentavano i morti di AIDS e i deserti, il prezzo della benzina e l’uso di eroina, il debito pubblico e i topi nelle corsie degli ospedali, aumentava il divario tra i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, eppure avevamo il campionato di calcio più bello del mondo, perchè preoccuparsi?»

Giuseppe Culicchia
“Tutti giù per terra”
Garzanti, 1994

Per fortuna, oggi è tutto completamente diverso…

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