Archivio per Stupro
GAME RAPE
Posted in Kulturkampf with tags Costume, Criminalità, Europa, Immigrazione, Italia, Liberthalia, Milano, Molestie di Capodanno, Stupro, Taharrush on 13 gennaio 2022 by SendivogiusLa riconoscete?! Specialità tipicamente nordafricana, rilanciata a nuova popolarità sulla piazza egiziana, dopo i grandi successi del 2005 che l’hanno resa nota al grande pubblico, è progressivamente diventata virale su scala globale, divenendo un tipico prodotto a certificazione garantita su esportazione diffusa, approdando infine nell’accogliente Europa, per un sicuro successo collaudato sul campo, e divenendo in fretta uno dei massimi intrattenimenti di Capodanno.
QUESTIONI DI PELLE
Posted in Ossessioni Securitarie with tags Carabinieri, Costume, Degrado, Italia, Liberthalia, Piacenza, Sbirri, Società, Stupro, Violenza istituzionale on 26 luglio 2020 by SendivogiusChe ci fosse qualche problemino circa la selezione e composizione degli effettivi in organico delle cosiddette “forze dell’ordine”, nonché una gestione discutibile delle procedure e la libera interpretazione delle regole di ingaggio, nella presunzione di credersi legibus soluti per sindrome di onnipotenza (insieme ad una certa ideologia prevalente…), avrebbe dovuto essere evidente fin dall’ormai lontano 2001, ai tempi allegri dell’impunita mattanza genovese.
Non che prima le cose fossero diverse, per carità! Al massimo, si è passati dall’istituzionalizzazione professionale della pratica, al fai-da-te su improvvisazione. Ma insomma si sperava (a torto) che nel paese che ha dato i natali a Pietro Verri e Cesare Beccaria ci si fosse affrancati da un’immagine da birraglia inquisitoriale, elevandosi al di sopra dei soliti standard medioevali.
Poi al principio di legalità ha prevalso lo spirito dei tempi. E l’abuso di potere è diventato sistematico e sfrontato nella certezza dell’impunità, in parallelo con la (ri)fascistizzazione crescente della società italiana, fino all’apoteosi di un ministro della polizia che collezionava casacche militari invocando i pieni poteri, mentre va sciacallando in giro travestito da gendarme. E chissà se ora andrà a citofonare pure a casa dei carabinieri spacciatori di Piacenza.
Nell’intermezzo, non ci siamo fatti mancare praticamente nulla, in quel mondo chiuso ed autoreferenziale che contraddistingue le “istituzioni totali”, dove la coesione del branco viene confusa in un distorto spirito di corpo, con l’immancabile campionario immaginifico di fratellanze e sodalizi guerrieri (tratte dall’antico minchione romano), fino a degenerare in coazione a delinquere…
Dai pestaggi punitivi come prassi ordinaria, sospinta a livelli massivi come negli eccessi della Lunigiana tra Aulla e Massa (37 carabinieri indagati per 189 capi di imputazione); passando per i più triti clichè
machisti da caserma, nell’erotismo malsano dei repressi sessuali, pronti ad esplodere in veri e propri stupri di gruppo: a Roma nella caserma del Quadraro… a Parabiago nella provincia di Milano… a Firenze, dove si usa la divisa per rimorchiare e la gazzella di servizio per scopare… Fino agli ancor più gravi casi di omicidio, come nelle più sordide storie di provincia (e dunque passate in sordina sui grandi media, opportunamente silenziate); ovvero estorsione e omicidio su associazione a delinquere… dove l’unica preoccupazione sembra lo stornare l’attenzione da ogni possibile coinvolgimento dei vertici gerarchici.
Se prima ci si indignava, adesso al massimo certi avvenimenti vengono derubricati a fattacci di cronaca e liquidati in fretta con la retorica ipocrita delle poche “mele marce”, che elide il problema e lo circoscrive alle rassicuranti pruderie dei benpensanti di nient’altro ansiosi se non di essere rassicurati, per tutto continuare come se nulla fosse stato.
Quella fossa biologica per la raccolta di bassi istinti nazistoidi che si fa chiamare “Libero”, dinanzi ai pestaggi di gruppo, gli arresti illegali, i festini a luci rosse negli uffici della caserma trasformata in una centrale organizzata dello spaccio all’ingrosso, che hanno portato alla ribalta nazionale la stazione “Levante” dei Carabinieri di Piacenza, convertita in una succursale di guapperia napoletana, parla con ammiccante compiacimento di “dolce vita” (!), tale è il livello a cui è sprofondata ancora l’inquietante cloaca gestita dal sempre più ripugnante Littorio Feltri.
E se questa è la comune sensibilità democratica, allora capisci anche il resto…
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Quis custodiet custodes?
Posted in Ossessioni Securitarie with tags Carabinieri, Castrazione chimica, Fascisti, Firenze, Liberthalia, Matteo Salvini, Stupro on 9 settembre 2017 by SendivogiusCerti silenzi sono più assordanti di mille chiacchiere…
Come un marciapiede infestato di deiezioni canine, non c’è giorno in cui un Salvini di turno non si senta in dovere di rilasciare la sua stronzata quotidiana, da spalmare mediaticamente per attirare le mosche nere che ronzano attorno alle cloache del fascioleghismo. Il loro tema preferito ovviamente sono gli stupri: reato odiosissimo, più che altro funzionale alla promozione di punizioni medioevali (e irreali), che tanto eccitano la fantasia malata del proprio elettorato di riferimento, rimestandone gli umori più fetidi. E va benissimo: uno stupratore non ha diritti. Basta con certo lassismo buonista!!
Per parafrasare il vecchio Marv in Sin City:
“Mi piacciono gli stupratori.
Non importa quello che gli fai, tanto non ti senti in colpa. Al contrario, peggio li conci, meglio è.”
Personalmente, sarei per la mazzolata con squarto, come ai tempi allegri delle “giustizie” del Papa-Re…
Peraltro, esistono specifici profili etnici e culturali che inchiodano alla responsabilità dei fatti intere categorie di allogeni, che rendono il colpevole sempre certo e mai presunto, ancor prima dell’arresto o della stessa identificazione, per estensione delle colpa su base ‘razziale’, nell’assioma collaudato di immigrato-negro-stupratore. Si tratta di una equazione semplice ma efficace, che ha sempre dato ottimi risultati in termini di ritorno elettorale, nella gara tutta al ribasso di chi la spara più grossa.



Ma che succede quando lo stupratore è “autoctono” (endogeno? o come cazzo si chiama!) e malauguratamente dovesse indossare anche una divisa?!! Ora, il caso non voglia, capita che in quel di Firenze due benemeriti Carabinieri siano indagati per il presunto stupro di due studentesse statunitensi di 20 anni e che la violenza sessuale si sia consumata mentre i due tutori dell’ordine erano in servizio. Qualora le accuse (tutte da confutare) venissero comprovate, sarà pure stato il testosterone a mille e qualche bicchiere di troppo, ma sempre di stupro si tratta. Perché si chiama così, quando il rapporto non è consensuale o la vittima non è capace di intendere e di volere. E la cosa è delle più gravi, non foss’altro per la ricchissima figura di merda che l’Arma ci fa.
Il fattaccio, di per sé inaudito, sarebbe relegato nella cronaca nera di fine estate e quindi dimenticato una volta appurate le dinamiche, se non fosse che un Matteo Salvini con queste notizie ci sguazza, passando in rassegna ogni singolo ritaglio di giornale, onde poter sparare i suoi tweet fotocopia e aizzare la canea nazistoide attratta dai suoi escrementi riciclati.


Ma in questo caso, quello che davvero colpisce è l’improvviso mutismo che sembra aver colpito il nostro Castratore seriale, con tutta la fascisteria di contorno e gli sciacalli da tastiera al seguito. Si attendono altresì le maratone televisive di Paolo Del Debbio, con le interviste alla gggente che non ne può più, insieme agli ispirati interventi di un Maurizio Belpietro e del nosferatu Sallusti. Niente marce dei camerati di Forza Nuova?!? Nessun sussulto di vibrante indignazione da parte di Giorgia Meloni, la pancetta nera dei Fascisti d’Italia?!?
Del resto, Salvini è uno che non manca mai di ripetere, quando non è troppo impegnato a stringere mani di nostalgici delle brigate nere di Salò ed incontrare nazisti in ogni anfratto d’Italia, che lui è “sempre con le forze dell’ordine, senza se e senza ma”. Anche quando dovessero stuprare (che a menare ci pensano già).
Com’è?!? Questa volta per gli “schifosi” niente “CASTRAZIONE CHIMICA e via!” ?!?
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Marocchinate
Posted in Kulturkampf with tags Buonisti, Capodanno, Colonia, Costume, Criminalità, Europa, Germania, Goumiers, Immigrazione, Italia, Liberthalia, Società, Stupro, Svezia on 6 gennaio 2016 by SendivogiusIncappando in un vecchio cliché di sicuro successo a cui i
tedeschi (e non solo loro..) sono parecchio sensibili, con conseguenze quasi sempre nefaste (che poi certe cose si sa come vanno a finire..), c’è da scommettere che l’assalto sessuale di massa contro donne preferibilmente sole, braccate in gruppo da mute arrapate di maschi in calore, non si esaurirà nelle notti brave di capodanno, tra le piazze di una Germania trasformata in serraglio esotico delle bianche per la caccia selvaggia alle “femmine” da montare, come sfacciato gesto di sfida e di dominio, ma anche di disprezzo e sottomissione sessista, nell’esercizio di un improbabile diritto di preda per chi sembra marcare il territorio come un animale.
Colonia… Amburgo… Stoccarda… il rituale si è ripetuto con modalità più o meno identiche, attraverso una violenza generalizzata nella molestia indiscriminata a sfondo sessuale, che certo non sarà organizzata, ma sembra comunque conformata ad un agire comune contraddistinto da una certa consuetudine nella pratica. Dinanzi alla viralità dello swarming di fine anno, le sbalordite autorità di polizia hanno farfugliato qualcosa a proposito di “reati di una dimensione completamente nuova”. In realtà si tratta di una tattica mutuata direttamente dalle tecniche della guerra asimmetrica; o quanto meno la ricorda parecchio… Invece, noterete la reticente ipocrisia, il peloso imbarazzo, con cui media e funzionarini pubblici hanno dovuto ammettere che nella quasi totalità si trattava di giovani uomini “dall’aspetto originari di regioni arabe o nordafricane”, che evidentemente hanno inteso il pacchetto accoglienza come all-inclusive. Ovviamente, il dato è tutto da vagliare, estrapolare, ponderare, sminuzzare, ridimensionare. Perché naturalmente certe evidenze generano correlazioni pericolose, e magari sollevano qualche interrogativo di troppo, mettendo in discussione questa variante melensa e auto-colpevolizzante, costruita attorno al “mito del buon selvaggio” che poi è quanto di più ipocritamente razzista (questo sì!) ha prodotto l’illuminismo settecentesco.
Che gli “arabi e nordafricani” queste cose non le fanno, tanto costituiscono appannaggio esclusivo del corrotto degrado dell’edonismo occidentale. E razzista sarebbe soltanto formulare il dubbio. In fondo, durante le strombazzate “primavere arabe” trasformatesi presto nell’inverno profondo
della civiltà, certe cose non avvenivano mica. Piazza Tahrir, coi suoi stupri di massa, rimane un modello tuttora insuperato di emancipazione femminile da diventare un caso internazionale.
Nel nostro piccolo, in Italia, avevamo già avuto un piccolo assaggino durante il Capodanno del 2008 nella centralissima Piazza Castello a Milano. Il fattaccio fu archiviato in fretta, senza troppi clamori e rimosso dagli archivi dei quotidiani on line, tanto che oggi la notizia (per chi non ha buona memoria) si riesce a reperire a fatica.. per esempio QUI. Perché non bisogna generare facili “allarmismi”. E chi si allarma?!?
In Svezia, pare che la cosa rientri quasi nella normalità… ma non si può dire, altrimenti si passa per “xenofobi” e dozzine di siti specializzati in bufale vi spiegheranno con dovizia di sofismi al posto delle statistiche che il fatto non sussiste, finendo però col convincervi del contrario e che la cosa, nonostante tutto, qualche fondamento ce l’abbia.
C’è da chiedersi se non dovremo abituarci a questa riedizione soft delle “marocchinate”; o almeno un tempo le chiamavano così…
Oggi magari verranno definite “goliardate”, più o meno simpatiche.
E per fortuna troverete sicuramente qualche “buonpensante” che correrà a spiegarvi come l’atto non sia di per se stesso
esecrabile, relativizzerà la gravità dello stupro in quanto tale, perché certi fenomeni sono giustamente inammissibili, se riferiti al singolo molestatore e/o stupratore ‘autoctono’, quale espressione di intollerabile sopraffazione di genere. Ma qualora riguardi una di queste irrinunciabili “risorse umane” di importazione venute a pagarci le pensioni e fare i lavori che “noi non vogliamo fare più”,
allora le violenze vanno estrapolate dal contesto per essere inserite in una più ampia cornice ‘interpretativa’ che tenga in debita considerazione le diverse “sensibilità culturali”, espresse (come dire?!) in una dimensione collettiva. E non mancherà tra i “giustificazionisti” chi paragonerà la sordida “mano morta” del maniaco solitario nei bus affollati, alla stessa stregua di una gangbang in pieno centro città e che certamente è da considerarsi meno grave. Vuoi mettere la differenza?!?
A proposito, per gli esemplari menzionati della categoria di cui sopra, moralisti della parrocchietta bella… troll in missione suicida… il primo stronzo che mi dà del “para-salviniano”… flamer riscaldati ed altri tarzanelli rimasti attaccati in coda, sono pregati di astenersi dai commenti: semplicemente verranno ignorati, o rimossi, o smerdati a piacere. E non ci guadagnate nulla.
Anno nuovo, policy nuova.
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La facevo quasi FRANCO
Posted in Ossessioni Securitarie with tags Costume, Gente di merda, Giuseppe Franco, Italia, Liberthalia, Marina militare, Matteo Salvini, Quartiere Prati, Razzismo, Roma, Sessismo, Società, Stupro, Violenza sessuale on 2 luglio 2015 by SendivogiusMa quanto dev’esserci rimasto male Il Felpa, non appena ha scoperto che lo stupratore di ragazzine nella Roma bbene, peraltro identificato e arrestato a tempo di record, è un ‘italianissimo’ marinaio di stanza all’Arsenale militare di La Spezia come “motorista”?
Per il Castratore chimico si tratta di un refrain di successo, declinato per nazionalità, etnia, religione…
C’è l’Equadoregno…
L’Egiziano…
Il Senegalese…
Il Tunisino…
E quanto dovevano essere imbarazzati gli italici giornalisti, che già pregustavano il solito immigrato clandestino, irregolare, rom, musulmano e pure negro, da dare in pasto ad una folla mediatica aizzata a comando, già pronta a sbraitare sui social fino alla ‘tragica’ verità?!?
Meravigliosa è stata la circonlocuzione usata per sfumare la scomoda rivelazione: “un dipendente del ministero della difesa impiegato presso l’arsenale di marina”. Il tutto per non dire: “militare di Marina”, un “vice-capo in seconda”; ovvero uno di quei maresciallotti tozzi e ottusi che di solito imperversano con fare autoritario nelle caserme, esibendo il loro piccolo grado e sfoggiando una contrita faccia da cazzo, per darsi il tono tipico della nullità rivestita da una divisa.
Al 31enne “vicecapo” Giuseppe Franco da Cassano Jonico, uno di quelli “fissati con la disciplina” (meglio se imposta agli altri) e la palestra coi troppi anabolizzanti che hanno finito per fottergli il poco di cervello da gallina che aveva, il circuire con l’inganno e minacce un gruppo di ragazzine minorenni, trascinarne via una per poterla stuprare a proprio piacimento, deve essere sembrato il modo più pratico e più economico (infatti, dopo la violenza sessuale, la massima preoccupazione era recuperare la bicicletta), per poter scaricare la tensione prima della partenza in “missione”, che l’avrebbe reso irreperibile per mesi nella certezza di farla franca. E chissà che il giochetto non sia stato messo in pratica con successo in altri casi di stupro rimasti impuniti…
Ma come corrono subito a specificare i suoi camerati: “Beppe è un motorista, un militare per vocazione, non uno che è entrato nella Marina perché non sapeva che fare”. E no, infatti sul fare cosa e a chi, ha le idee chiarissime. Per noi è solo un uomo di merda che, a taratura dell’infamia intrinseca della persona spregevole qual’è, va ora bofonchiando di “rapporto consensuale” come ogni bravo stupratore ripete quando viene colto con le brache calate e l’arnese fuori posto. E certo – va da sé! – lei lo avrà sicuramente ‘provocato’. E chissà che non portava pure la minigonna! Il bravo soldato Franco, per la sua difesa può sempre contare su un nutrito gruppo di degni fiancheggiatori, tra i quali predomina il tipico maschio italico da tastiera, che non potendosi sfogare contro il solito negraccio stupratore, come da miglior tradizione machista se la prende con la vittima nel suo esercizio di ordinario sessismo…
A questo nutrito campionario di repressi sessualmente frustrati, di solito si affianca come naturale complemento la vergine virtuosa di provincia, la costola domestica, affetta da quella che Martino Ragusa, psichiatra e gastronomo, nella sua casistica delle “regressioni infantili” definisce…
Sindrome della Piccola Fiammiferaia.
Il quadro clinico consiste in una insopportabile pseudo-umiltà e un’irritante finta innocenza, usate per nascondere un divismo sfrenato e un’ambizione smisurata. La Piccola Fiammiferaia “piange e fotte” e si riconosce a vista, perché porta stampata in faccia l’espressione di una che stia dicendo: “Mettetemelo in mano voi perché io, poverina, non ci vedo bene”.