Archivio per Stato Italiano

MI CHICO LATINO

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , on 14 giugno 2010 by Sendivogius

 Nella cleptocrazia paramafiosa di don Silvio Corleone, com’è noto, a suscitare massimo scandalo non è il ‘peccato’ ma la sua pubblicità. Certe cose si fanno ma non si dicono, se non in confessionale nella sicurezza dell’assoluzione.
Infatti, è  sempre bene ricordare che nello spensierato
Sultanato di Berlusconistan il problema è chi denuncia (e pubblica), non certo chi delinque. Cancellando la notizia dal palinsesto, il delitto si estingue per prescrizione cum censura. È un esercizio vantaggioso che giova alla carriera e semplifica la vita, a parte i seri problemi di alitosi indotti dalla pratica prolungata. Lo sanno bene gli Scodinzolini, gli Emilio Fido, ed il resto della cucciolata accucciata ai piedi di Re Silvio, che dall’alto dei suoi tacchi non perde occasione per elucubrare il suo vangelo:

«Se trovo chi ha fatto le nove serie de “La Piovra” e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo giuro che lo strozzo!»

  Silvio Berlusconi
  29/01/2010

Eppur tuttavia, nonostante le salutari indicazioni dell’Imperatore, all’estero sembrano avere le idee chiarissime sulla natura e la sostanza del problema…
In tempo di mondiali, anche noi abbiamo i nostri campioni da esportazione. E nessuno come padron Silvio tiene tanto in alto la bandiera del prestigio nazionale nel mondo, mantenendo intatto l’antico primato italiano: pizza-spaghetti-mandolino con qualcosa in più…

Del resto, il padrino di Arcore rimane la fonte costante di ispirazione e stupore dagli Appennini alle Ande, dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno… È l’uomo che trascende il concetto stesso di “figura di merda”,  proiettandosi verso dimensioni fecali mai raggiunte prima dall’ardire umano.
Fuori dall’Italia, il ducetto brianzolo incuriosisce e diverte, in quanto caso patologico e fenomeno di costume. Tant’è che persino l’edizione statunitense di
GQ (Gentlemen’s Quarterly) dedica una speciale ode ‘A Silvio’ con un lungo reportage dal titolo significativo: “The Mussolini of Ass” (il Mussolini del culo). GQ è un mensile di intrattenimento per uomini, dedicato alle classiche passioni della categoria: donne, motori, e nuove tendenze in fatto di lifestyle. E, con un certo orgoglio patrio, siamo lieti di annunciare che il nostro presidente da esportazione è riuscito a conquistare le prime pagine di Giugno 2010.
Se vi fidate della traduzione, Liberthalia vi offre una piccola selezione in lingua italiana. Ad ogni modo, l’articolo integrale lo trovate QUI.


Di sicuro, si potrebbe focalizzare l’attenzione sul lato corrotto, fascistoide, del lungo regno di Silvio Berlusconi in Italia. Ma come vi diranno i suoi adoranti sostenitori, non è questo l’aspetto prevalente di “Silvio!”. Ciò che impregna una nazione sono i capelli tinti e l’indecente libidine dell’Uomo.
Devin Friedman va alla ricerca dell’auto-proclamato dittatore dell’imperseguibile piacere edonistico da macho.

«C’è un luogo dove tutte le tette sono grosse. Grosse, giovani, abbronzate e nude. Un posto dove ognuno fotte e fotte e fotte e non muore mai. Dove gli uomini sono ricchi e senza scrupoli; le donne sono belle e disponibili e giovani. Dove i tele-quiz sono spettacoli di spogliarello. Dove i talk show sportivi mostrano ragazze in bikini sopra un leggio. Le donne nel governo, anche loro, sono donne dalle tette sode e senza età. Fanno parte del parlamento. Sono le più sexy ministre nel mondo. In questo luogo, la maggior parte delle scolarette spera di ottenere un giorno un impiego facendo in TV quella speciale shimmy-dance, mentre si riprendono da sole davanti ad una telecamera, e poi forse riuscire a sposare un calciatore o ottenere un posto nel parlamento della bellezza. Non hai bisogno di pagare tasse in questo luogo, e le leggi sono tali fintanto che non limitano i tuoi sogni. Questo posto è stato inventato da un uomo, un uomo che ha cambiato il mondo della ragione e del castigo in una terra promessa nella quale potrai avere tutto ciò che vuoi e di cui hai bisogno senza temere di essere mai più punito. Questo uomo ha sognato la televisione, ha nominato i ministri, ha iniziato la rivoluzione ed è il più grande esponente vivente della sua visione. Un uomo che non invecchia mai, che non diventa mai calvo, che è perennemente abbronzato e non sembra così basso come invece è. Un uomo che mai e poi mai smette di sorridere»

L’articolo ricorda poi ai suoi lettori anglosassoni, per il pubblico ludibrio e comune sollazzo, le incredibili gesta del papi nazionale, concludendo sardonico:

«Voi potreste pensare che l’Italia sia l’amante di Berlusconi. (…) La moglie che non sa mai dove sia il marito, la fidanzata che consuma la sua esistenza aspettandone il ritorno, e lui che arriva in ritardo con uno e poi un altro regalino, come una collana o una farfallina in oro e diamanti. È il genere di relazioni nelle quali, se sei una donna, qualche volta puoi cadere (sedotta, abbandonata, dopo aver danzato sullo champagne in una sala sfarzosa) senza poter fare alcunché. Finché un bel giorno la nazione intera si sveglia e scopre che del Presidente è rimasta solo una traccia impressa nelle lenzuola. E scommetto che avrà lasciato una rosa, o forse un breve messaggio profumato con la sua acqua di colonia. Ma poi è tempo di alzarsi e vedi se c’è qualcosa per la colazione, ripensando alla notte prima. Allora il popolo italiano dovrà decidere se ha fatto l’amore o è stato semplicemente trombato.»

Sono grandi soddisfazioni.  Da andarci fieri!

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Donate generosamente

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , on 12 Maggio 2010 by Sendivogius


Freddo di maggio e caldo di giugno, ce n’è per la casa e per il frate ed ognuno

Soprattutto, ce n’è per la cassa… Alle prese con la consueta dichiarazione annuale dei redditi, molti italiani, e molti “inoccupati” falcidiati dalla crisi che non c’è, sono alle prese con la compilazione dei modelli 730 ed i Mini-Unico. Tra rimborsi, numeri ed aliquote, si arriva all’ambitissimo paginone finale con la destinazione dell’8 per mille sull’Irpef.
Meglio essere previdenti… Perciò, per orientare consapevolmente la scelta, la Santa Casta ha predisposto da tempo una campagna discreta, che inonda i media a tamburo battente e trasborda dai tubi catodici, praticamente a senso unico. Come ogni anno, immancabili come i nubifragi di stagione, puntuali come la morte, tornano a raffica i melensi spot pontifici, che spiegano con dovizia di particolari come NON verranno impiegati i fondi dell’8 per mille, percepiti dalla ricchissima romana Chiesa. Sono cifre che si aggirano attorno al miliardo di euro.
Grazie al contributo straordinario di Don Zauker, ora è finalmente disponibile una versione alternativa…

Se le vie del Signore sono infinite, quelle del Vaticano restano sostanzialmente occulte.
In teoria, la donazione è libera… tuttavia è la partita ad essere truccata. E il vincitore è sempre lo stesso, col mazziere che nicchia e passa gli assi sottobanco. Per sapere dove vanno a finire i soldini che costituiscono il versamento di questo autentico pizzo di Stato, potete cliccare QUI: l’articolo è sempre attuale.

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Il Moschettiere del Re

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 9 novembre 2008 by Sendivogius

 

moschettiereLA NERA CICALA

 

A Roma in queste ore campeggiano manifesti firmati dal Pd con la mia foto e su scritto ‘vergogna’. E’ uno stile più da Brigate Rosse che da partito democratico. Indicare un obiettivo con una foto in un momento in cui nelle piazze ci sono tensioni è irresponsabile. Sono più stupito che preoccupato da questi allievi di Goebbels e Stalin

(Maurizio Gasparri, Capogruppo PdL al Senato)

 

Infatti l’indignato Gasparri si attiene ai rigori della tradizione: lui è fedele solo alla memoria del Duce quale modello d’ispirazione, giacché “Il fascismo non è la parentesi oscura della storia” (2002).

Tra i nostalgici del glabro Mascellone, l’incontenibile Gasparri è solito distinguersi per i suoi preziosi contributi alla dialettica democratica e per l’attenta sensibilità che da sempre tempera la sua infiammante verbosità. Moralizzatore tra i moralizzatori, è finalmente pronto a colmare un antico trittico mussoliniano, rimasto troppo a lungo incompiuto, tra le sbiadite figure di Achille Starace “il cretino obbediente” e Giovanni Giuriati “l’austero fesso”. Purtroppo, Maurizio Gasparri non è austeroobbediente e, come tutti i dipendenti troppo zelanti, tende a strafare. Avvezzo alla mannaia più che al fioretto, la sua spada è la lingua che proprio non riesce a tener ferma. Instancabile imperversa con la persistenza molesta di uno sciame di zanzare. Esteta dell’invettiva, il Gasparri-pensiero travolge ogni ramo dello scibile come un torrente in piena, scorrendo in libertà con un profluvio di parole che sembra non conoscere limiti né pudori. Pronto ad esplodere fragoroso con la grazia di un peto ad un pranzo di gala, è l’ossesso indefesso dell’oltranzismo presenzialista. Nell’esercito dei portavoce a stipendio, è il mazziere che guida la fanfara dei cicisbei all’unto Cavalier serventi, insieme all’immarcescibile Fabrizio Cicchitto suo alter ego alla Camera. flicfloc-gasparricicchitto

Indimenticato Sottosegretario agli Interni nel 1994, Gasparri dà il meglio di sé nel 2004 quando, in qualità di Ministro delle Comunicazioni, regala a padron Silvio (ed al Paese tutto) la sua omonima legge. Vagliata con procedura di infrazione alle regole comunitarie, la Legge Gasparri è stata bocciata dalla bolscevica Unione Europea (alla quale l’Italia ancora aderisce), per l’occupazione abusiva delle frequenze di Stato da parte di Rete 4. La stessa UE, a luglio 2007 dà 2 mesi di tempo all’Italia per correggere le presunte storture della legge Gasparri sulla parte relativa al digitale terrestre. La richiesta di proroga del governo italiano è stata respinta, ciò vuol dire che con le regole in vigore lo Stato Italiano (e cioè noi tutti) dovrà pagare, a partire da gennaio 2009 e con effetto retroattivo al 2006, una multa di 300-400 mila euro al giorno. La stima iniziale di questa sanzione è tra 328,5 e 438 milioni di Euro. Non che la cosa abbia suscitato grandi preoccupazioni nel successivo governo Prodi o nella sua scalcinata maggioranza. E meno che mai nel Democratic Party de’ Noantri.

Coerentemente, declassato a capogrullo al Senato, Maurizio Gasparri invita a non pagare il canone RAI “che impedisce la libertà e la democrazia”. Uomo del fare, promette l’avvio di “una campagna contro la Rai delle guardie rosse che ha avuto un comportamente inaccettabile e che dovrà essere immediatamente stroncata dai vertici dell’azienda(24 Ottobre 2008 – Agi).

Oggetto dell’indignazione del Gasparri furioso è lo “stalinista” Santoro, reo di aver impedito il solito comizietto dell’ennesimo replicante del verbo berlusconiano, il solo realmente consentito (oltre, naturalmente, ai dispacci dei questurini: la voce della libertà).

La stessa sobrietà e ossequioso rispetto democratico si può naturalmente ravvisare nei confronti di tutti quei facinorosi irriducibili che si ostinano a manifestare contro l’intoccabile Decreto Gelmini: Quanto sta accadendo a Roma e in tante altre città d’Italia è vergognoso”, precisando che “non si è mai vista contestazione più ridicola, più bugiarda, e più manovrata dai partiti”. Altro? Sì certo! Si tratta di provocatori “istigati dai mestatori del Partito Democratico” e con coraggio denuncia i “vergognosi episodi di intolleranza”. Ovviamente Gasparri non si riferisce ai bastonatori fascisti di Piazza Navona, ma a “questa sinistra delle menzogne e della violenza fisica e verbale” che si augura sia definitivamente smascherata”. Presupponiamo che stia parlando della “natura criminogena della sinistra” (Ansa – 18 Ottobre 2008). Soprattutto non poteva mancare l’immancabile definizione di “coglioni” rivolta ai giovani contestatori, in omaggio allo stile aulico e raffinato del Cavaliere Nero di Arcore.

Del resto, Gasparri ha una predilezione particolare per il mondo accademico, il libero pensiero, ed il diritto di critica: “Dopo lo sconcio della Sapienza di Roma ci attendiamo che vengano assunte iniziative per allontanare dall’ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto. Questa dimostrazione di intolleranza non può restare priva di conseguenze” (16/01/08 – in occasione dell’opposizione universitaria al monologo papale per l’inaugurazione dell’anno accademico). Uomo d’ordine, il democraticissimo Gasparri consiglia sempre la stessa ricetta: “Epurare”; “Reprimere”; “Rimuovere”; “Punire”.

Ma Gasparri è altresì padre responsabile e genitore amorevole, perciò è molto comprensivo nei confronti dei ragazzi di sinistra, vittime innocenti di “genitori sconsiderati”. Si tratta dei “figli intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie” (18 Ottobre ’08 – Ansa).

Uomo delle Istituzioni, è anche un attento cerimoniere di corte: “Il CSM è una cloaca!” (18 Luglio 2008 – Intervistato su Radio Radicale).

Perciò proprio non si capisce la barbarie leninista con cui è stato attaccato il raffinato Maurizio Gasparri. che in fondo aveva semplicemente alluso ad una presunta collusione del nuovo presidente USA (l’è un negher!) con i terroristi di Al Qaeda. Su tutte, riportiamo la solidarietà del compagno Cicchitto:

Un manifesto incredibile con tanto di fotografia per indicare un bersaglio da colpire. Un manifesto di autentica barbarie che può provocare pericolosissime conseguenze. Il Pd deve solo vergognarsi e dovrebbe chiedere scusa”.

gasparri-on-liberthalia Nel 1296 Edoardo I Plantageneto, re d’Inghilterra, a chi gli faceva notare i rischi connessi con una guerra contro gli scozzesi, rispose: bon besoigne fait qy de merde se delivrer.  

Non prendiamocela perciò col suscettibile Gasparri, La quantità delle sue dichiarazioni è inversamente proporzionale alla qualità dei contenuti, dove le idee (poche e confuse) si perdono in un chiasmo crescente, crepitando nel calderone ribollente dell’iperbole linguistica e della provocazione semantica in una cacofonia inesauribile di castronerie, rumorose esternazioni e imbarazzanti puntualizzazioni. Un trionfo futurista.

Perciò sarà il caso di salutare virilmente lo scoppiettante Maurizio Gasparri con un futuristico vaffanculo.