Archivio per stato islamico

EMBEDDED

Posted in Kulturkampf, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 agosto 2016 by Sendivogius

Titoli

In Siria i “ribelli moderati” stanno perdendo la guerra. O quantomeno le cose non vanno esattamente secondo le aspettative dei principali sponsor di questi fieri guerrieri della libertà, che giocano al medioevo in una pletora di formazioni monotematiche: da Jaysh al-Islam (“Esercito dell’Islam”) a Jaysh al-Jihad (“Esercito della Jihad”); dalla “Armata dei Mujahedeen” alla “Unione islamica dei combattenti del Levante” (Islami Ajnad al-Sham); da Fatah al Islam a Jabhat Ansar al-Islam; dal “Fronte islamico” a Sham al-Islam… convenuti in Siria (al-Sham appunto) sotto i bandieroni neri della sharia, finalmente ripristinata quale unica legge dello stato (islamico) e tutti generosamente finanziati da indefessi campioni della democrazia votati alla laicità, come le monarchie del Golfo arabico e la sempre prodiga Turchia di Erdogan che negli anni non ha certo lesinato le armi e la fornitura di ordigni chimici (a tutt’oggi gli unici ad essere stati usati). Ovviamente, tra i compagni di merende beneficiati da patenti democratiche, dispensate con estrema prodigalità, non vanno dimenticati i galantuomini di Jabhat Fatah al-Sham (“Fronte per la conquista del Levante”), meglio conosciuto come Fronte (Jabhat) al-Nusra, e già costola siriana di al-Qaeda, nella giostra di formazioni salafite che entrano ed escono dalla porta girevole del sedicente “califfato”, tramite il gioco trasversale delle alleanze di comodo. Evidentemente, il cambio di nome è funzionale alla ritrovata verginità “moderata” [QUI], nella fiducia di poter avere insospettabili protezioni sotto cui agire.

A sinistra, miliziano di Jabhat al-Nusra. Al centro, miliziano Isis. A destra, miliziano del Fronte IslamicoLa nuova Siria democratica:
A sinistra, miliziano di Jabhat al-Nusra.
Al centro, miliziano dell’Isis.
A destra, miliziano del Fronte Islamico.
Trova le differenze…

Trattasi di quella sincera opposizione democratica, mediaticamente impresentabile, e che quindi bisogna rilanciare in qualche modo presso il grande pubblico che giustamente ne diffida con ragioni più che fondate.

La libera opposizione siriana si batte per la democrazia, per i diritti delle donne, per la libertà e una società più laica.

Questo perché fortunatamente tra le opinioni occidentali esiste ancora una sana repulsione verso chi taglia teste, come neanche nella Francia di Robespierre, distrugge i monumenti islamicamente non conformi e devasta con gusto gli antichissimi monasteri cristiani; imburqa le donne nei territori ‘liberati’ e ostenta i cadaveri dei nemici maciullati in compiaciuta esibizione di sé.

ALERT

L’arrivo dell’ISIS nella città curda di Kobane

Pertanto, bisognava assolutamente rilanciare l’appeal di simili La libera la città di Idlibfiguri in seria crisi di immagine, confezionando per loro un qualche pedigree accettabile… operazione già disperata di suo… infine ammansire gli scettici che ne biasimano le gesta e magari giustificare la prossima “ingerenza umanitaria” (a suon di bombe) nel conflitto siriano, per sostituire il regime nazionalsocialista di Assad con uno persino peggiore, purché sia in funzione anti-russa, secondo le linee guida della nuova guerra fredda e che ha in quella Hillary Clinton in corsa alla Casa Bianca il suo alfiere più convinto.
Nell’attesa, c’è già chi parla di “intervento umanitario” come in Bosnia o in Kosovo… E peccato solo per il fatto che i due staterelli artificiali precocemente falliti si siano trasformati in campi di addestramento terroristici a cielo aperto, per la penetrazione salafita in Europa; ampiamente conosciuti e tollerati, nella sostanziale acquiescenza della NATO che pure dovrebbe presidiarne il territorio.
NATOChe l’ISIS non sia mai stato un vero problema dell’Amministrazione USA è reso evidente dalla leggerezza con cui il fenomeno è stato ampiamente sottovalutato e lasciato crescere a dismisura, fintanto che poteva tornare utile nel great game mediorientale e ridisegnare le sfere geopolitiche di influenza. Adesso che il Dipartimento di Stato sta approntando i preparativi per la prossima guerra, bisogna predisporre il terreno emotivo per rendere più digeribile il nuovo conflitto, presso un’opinione pubblica quanto mai perplessa, data la natura dei nuovi “alleati”.
CucùE quindi cosa c’è di meglio dell’uso strumentale dell’ennesimo infante flagellato dagli orrori della guerra?!?
Omran DaqneeshPerché va da sé che i bombardamenti non sono tutti uguali. Per esempio, quelli perpetrati sullo Yemen, meglio se contro scuole e ospedali eletti ad obiettivi privilegiati dell’aviazione saudita, opportunamente rifornita di bombe dalle grandi democrazie occidentali (Italia in primis), non fanno assolutamente notizia. bombe-sardegna-arabiaLo Yemen è lontano; scarseggiano le coperture mediatiche; non produce flussi di profughi a getto continuo (e dove mai potrebbero fuggire, chiusi come sono tra il deserto arabico e l’Oceano Indiano?). La sua popolazione poi è scarsamente fotogenica (forse) e non interessa agli specialisti del pietismo telecomandato.
YEMENL’attacco sistematico delle strutture sanitarie costituisce d’altronde l’ultima grande novità delle guerre asimmetriche del nuovo millennio. A tutt’oggi resta insuperata la distruzione dell’ospedale di Kunduz in Afghanistan, gestito da “Medici senza frontiere”, e spazzato via dalle bombe intelligenti della USAF che, compiuta la missione, ha subito assolto se stessa, salvo preoccuparsi dei raid russi in Siria e non perdendo mai occasione di denunciare i crimini di guerra (degli altri).
Edward LuttwakAl netto delle ipocrisie, l’ineffabile Edward Luttwak, con tutta la consueta simpatia che ne contraddistingue le apparizioni pubbliche, ha sciolto ogni equivoco ribadendo come un ospedale che cura tutti i feriti senza distinzioni di fronte si configura come un legittimo obiettivo militare, con buona pace degli ultimi duecento anni di convenzioni belliche comunemente accettate, che mai avevano messo in discussione il ruolo universale delle strutture sanitarie in zona di guerra.
Anno 1904. Il corpo medico militare della Croce Rossa giapponese soccorre i feriti russi dopo la battaglia di Port ArthurIl dio biblico degli eserciti benedica dunque quest’uomo, che ha la capacità di dire le più ciniche abnormità, senza che nulla sfiori mai la sua spietata imperturbabilità!
LuttwakPertanto, il cannoneggiamento degli ospedali si configura come crimine variabile, a seconda di chi distrugge cosa, della latitudine, e degli schieramenti di appartenenza, nell’ambito assai flessibile dei “danni collaterali”.
Anche l’uso di bombarde improvvisate da parte del “libero esercito siriano”, che sparano a casaccio bomboloni caricati a mitraglia nei quartieri alawiti (e cristiani) delle città siriane, rientra nell’alveo delle operazioni militari moralmente corrette e strategicamente ineccepibili.
syrian-rebels-fire-mortarCi sono inoltre immagini ‘crude’ che possono essere mostrate, sbattute in prima pagina su tutti i quotidiani, ed altre invece no. Altrimenti bisognerebbe gettare nel pastone mediatico anche i neonati seppelliti vivi sotto le macerie di Gaza, i bambini devastati dalle schegge, durante i “bombardamenti chirurgici” dell’esercito israeliano. Ma non sarebbe opportuno…

Palestinian Children killed by Israeli raids (1)

Luglio 2014. Operazione “Margine di protezione”.
Israele bombarda i ‘terroristi’ di Hamas.

ALERT  ALERT

ALERT  ALERT

Se volete vedere una vera galleria degli orrori, disgustarvi sarebbe fin troppo facile…

ALERT   ALERT

Ma è assai sconveniente per i media embedded proporre immagini non compatibili con le loro narrazioni funzionali.
In fondo, la strategia di propaganda aveva già ripagato nel caso del piccolo Aylan: il bimbo curdo adagiato cadavere tra i flutti del bagnasciuga dai solerti gendarmi turchi ad usum fotografi, appositamente fatti convenire sul luogo dello scempio.

ALERT

Il corpicino di Aylan sulla spiaggia di Bodrum

L’immagine, una volta introiettata in ‘Occidente’ e oltre, è stata subito trasformata da tragedia in farsa, che gli istrionici coglioni non mancano proprio mai…
coglionidatemi un bulldozer!A Moroccan man adopts the position of the lifeless body of Syrian three-year-old Aylan Kurdi, who drowned while fleeing the Syrian war, during a rally to pay tribute to the tiny boy on September 7, 2015 on a beach in the capital Rabat. Aylan's body was photographed lying face down in the sand with red and blue clothing on a Turkish beach, in a bleak image that rapidly went viral on social media. AFP PHOTO / FADEL SENNA

Datemi un cazzo di bulldozer!!

In compenso, accesi i riflettori sul caso, la cosa ha permesso al sultano di Ankara, tra le altre, di intascare a fondo perduto i miliardi di una UE supina ai ricatti di un infame dittatorello asiatico, che ormai usa la Germania come il suo personale parco giochi, mentre nei distretti orientali dell’Anatolia (gli stessi che un secolo fa videro il genocidio degli Armeni e degli Assiro-Caldei) continua indisturbata la spietata repressione delle popolazioni curde (come il piccolo Aylan e la sua famiglia).
Al contempo, notizie come questa QUI non conquistano la prima pagina dei giornali, sempre per quella questione di opportunità, alleanze, e presentabilità.
È la stampa bellezza. E tu puoi fare molto più di niente…

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BOOTS ON THE GROUND

Posted in Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 dicembre 2015 by Sendivogius

Estate 2014 (Iraq). Ricordate la spietata pulizia etnica contro i cristiani di wpid-nunMosul?!? La distruzione delle ultime comunità nestoriane ed assiro-caldee, marchiate, depredate di ogni loro avere, scacciate via dalle loro case, costrette ad un esodo di massa nelle terre di nessuno e lì abbandonate ad una scomparsa silenziosa da consumarsi in lenta agonia?
marchioRammentate il massacro indiscriminato degli Yazidi (il primo vero etnocidio del XXI° secolo)?!? La caccia selvaggia agli ultimi sopravvissuti, perseguitati, inseguiti e braccati fin sulla cima delle montagne come bestiame da macellare; la riduzione in schiavitù delle donne e delle bambine, incatenate e rinchiuse nei bordelli del sedicente “Stato Islamico” per appagare le fregole sessuali dei boia del califfo, prima di finire interrate nelle fosse comuni?
daesh-girls-slaves-isisEppoi il genocidio culturale, la cancellazione sistematica, maniacale, ossessiva, di ogni vestigia o reperto archeologico su cui mettano le zampe; la Isl'Amici a Berlinodistruzione compiaciuta delle opere d’arte; il saccheggio delle biblioteche, con le pile di libri dati alle fiamme… perché non in linea coi furori iconoclasti dell’infervorata orda di capre mannare?
Distruzione dei cimiteriAll’epoca le cancellerie occidentali non mossero un dito, troppo impegnate come erano nel golpe greco e nel pretendere lo scalpo del refrattario Varoufakis. Le frontiere rimasero ermeticamente chiuse; a partire da quelle turche, così porose quando si tratta invece di lasciar filtrare armi e mujahidin per l’ISIS. E altrettanto chiuse rimasero quelle tedesche. Se ne deve dedurre che la carenza di copertura mediatica dei profughi di Mosul evidentemente contribuì allora al mancato scioglimento dei cuoricini teutonici.
Cristiani iracheniCon quell’impeto di orgoglio che sempre nei momenti più drammatici contraddistingue quel mercato degli affari globali che chiamano ‘Occidente’, tutti si affrettarono a dichiarare che MAI avrebbero inviato le proprie truppe Missione compiuta!nel ginepraio siro-iracheno (che Mosul valeva il requiem ma non la messa). E che le rogne seminate dalla Famiglia Bush se le grattassero via i Curdi arrangiandosi in proprio. L’Italia se la cavò, con ampio ritardo, rispolverando e quindi spedendo col contagocce dei vecchi residuati bellici della guerra in Jugoslavia, da tempo dimenticati nei suoi depositi militari e chissà se ancora funzionanti.
bootsongroundGli unici a mobilitare qualche elicottero per caricare sparuti gruppi di fuggiaschi (e strombazzare l’effimera “missione di salvataggio”) fu la tergiversante Amministrazione Obama, assai più interessata a sostenere i nazisti dell’Ucraina in funzione anti-russa e rifornire i tagliagole diversamente moderati del fronte anti-Assad in Siria, ma al contempo indecisi se bombardare o meno l’esercito regolare del governo legittimo, vista l’impresentabilità dell’alternativa al momento disponibile…

 Grigliata moderata - Ribelle arrostisce la testa di un elicotterista abbattuto a Maraat NoomanBarbecue tra amici a Maraat Nooman
“Ribelli moderati” del Free Syrian Army grigliano la testa di un elicotterista abbattuto

A pensar molto male, viene da sospettare che il cannibalismo tra i “ribelli moderati” del FSA (Free Syrian Army) sia più di un’illazione…

ALERT

Khalid al-Hamad, alias Abu Sakkar e meglio conosciuto come Abu The Cannibal, comandante delle Brigate Farouk, considerate “moderatamente islamiste” e responsabili dell’espulsione della popolazione cristiana di Homs. A seguire, altri schifosi a cui piace giocare con le frattaglie umane.

Con la frittata ormai fatta e più che imputridita, dopo le prime decapitazioni in mondovisione di ostaggi statunitensi, gli USA si sono decisi a condurre una campagna di attacchi mirati, rigorosamente dall’alto, contro obiettivi riconducibili al famigerato Califfato; peraltro con risultati assai contenuti nell’evidente difficoltà di distinguere il bersaglio giusto, visto il continuo cambio di casacche e l’ottima scelta degli “alleati” da finanziare…
radical_and_moderate_syrian_rePer dire, in poche settimane è riuscita ad ottenere più risultati la Russia di syria-rebelsPutin, calata in guerra con la mano pesante, piuttosto che il Pentagono dopo un anno trascorso grosso modo a sparacchiare contro le dune di sabbia, in un costosissimo tiro a segno, giusto per sollevare un po’ di polvere. Soprattutto, i (veri) raid russi sembrerebbero aver scoperchiato i fragili altarini, mostrando con evidenza chi finanzia lo Stato del Califfo e quali sono i suoi “misteriosi” protettori.
l'amico turcoE tutti giù a negare l’impegno diretto con l’invio di forze di terra contro l’orda nera. Che gli scarponi sul terreno ce li mettesse qualcun altro. Almeno fino a qualche giorno fa…
INSERT COINPer esempio, si distingue il formidabile contributo del governo italiano presieduto dall’ineffabile Matteo Renzi; quello che, non avendone alcuna, andava blaterando fino a qualche settimana fa come servisse “una strategia ed un approccio complessivo” contro l’ISIS, perché certe cose non si improvvisano in giorni ma si pianificano in mesi. Salvo cambiare repentinamente idea dalla sera alla mattina. Fu così che il Presidente del Consiglio per caso decise di mandare nella provincia di Mosul un primo contingente di 450 soldati (a cui se ne aggiungeranno altri 750!) in una delle Renzi e Vespazone più calde del conflitto. L’annuncio è stato fatto in diretta al “Porta a Porta” di Bruno Vespa, considerata da molti la “terza camera” del parlamento. Pertanto, non si è ritenuto necessario coinvolgere ed informare della decisione quello vero (e non sia mai!), mettendo piuttosto deputati e cittadini a fatto compiuto. Cosa ha convinto l’Esecutivo di Laide Intese a così impegnativa decisione nello scoccare dell’ora fatale, a diciotto mesi di nuundistanza dai fatti menzionati? Ovviamente non l’emergenza umanitaria (seee vabbé!).. non la pulizia etnica a spazzolata già bella che fatta.. meno che mai la tutela di patrimoni universali già polverizzati (che la “cultura” non si mangia; al massimo la si compra con 500 euro)…

distruzione epigrafe

La chiamata alle armi è arrivata direttamente da Mr O’Banana, che ha fatto contattare il grasso porcello di Rignano per interposta persona, comunicandogli telefonicamente (traduttore permettendo) la “call of duty”. Tanto è bastato a farlo scattare sugli attenti, uso a obbedir tacendo (è stato messo lì per questo) dopo la conferma della permanenza del contingente italiano in Afghanistan, senza che nemmeno ci fosse bisogno di agitare il ‘bastone’.
Sbrodolino e O'BananaCosa è cambiato a Mosul rispetto all’Agosto del 2014, quando ben più impellente sarebbe stato un qualche intervento per contenere la catastrofe? Be’ innanzitutto c’è la ‘carota’… Una ghiottissima commessa per la manutenzione e messa in sicurezza della diga di Mosul, che potrebbe portare tra i 250 milioni ed il mezzo miliardo di dollari nelle casse del Gruppo Trevi di Cesena, che s’è “aggiudicato” l’appalto, parrebbe, con l’intermediazione più che interessata del Dipartimento di Stato a stelle e strisce. Alla lieta novella, la TreviFin (la società finanziaria del gruppo) s’è vista sospendere le azioni in borsa per eccesso di rialzo.
Ne consegue che l’Italia sarà in pratica il primo paese occidentale ad inviare in via ufficiale i suoi soldati, boots on the ground, nel nuovo conflitto iracheno con un contingente di tutto rispetto, per una missione confezionata su misura, da inquadrarsi nell’ambito della già avviata e ben poco conosciuta operazione di contrasto pomposamente chiamata Prima Parthica.
logo_ktccAlla Difesa leggono i classici. E qualcuno deve aver scoperto Dione Cassio; o più probabilmente Edward Luttwak. Ogni riferimento alla Legio I Parthica dell’imperatore Settimio Severo è assolutamente voluto.
roman power emblemsSorvoliamo (per ora) sul fatto di mettere a disposizione un’intera brigata dell’esercito italiano e anche più, per tutelare gli interessi commerciali di Boba Fett.jpguna compagnia privata, alla stregua di mercenari non in affitto bensì in conto pubblico. L’Italia non è nuova a questo tipo di iniziative con soldati professionisti delle Forze Armate, utilizzati alla stregua di contractors per la tutela di gruppi privati. E la vicenda, tutt’altro che risolta, dei due fucilieri di Marina accusati di omicidio in India sta lì a dimostrare quanto ibride siano certe avventure e ambigue le regole di ingaggio.
Enrica LexieNaturalmente, l’iniziativa del premier in mimetica (armiamoci e partite) Capitan Pirlanon ha suscitato particolari clamori, subito liquidata dalla maggior parte degli italiani come l’ennesima fanfaronata di un pagliaccio in sovresposizione mediatica. Né si sono date troppa pena di approfondire la questione le opposizioni parlamentari, col dramma che Mario Michele Giarrussoin tal caso bisognerebbe poi relazionarsi con ben altri idioti a tutto tondo e pure dall’aspetto sudicioso, ma certificati col bollino, per meglio dare la misura di un’imbecillità persistente. E meno che mai hanno pensato di farlo gli onorevoli deputati, nonostante siano stati così clamorosamente scavalcati e messi a fatto compiuto. Intendiamoci bene: l’ISIS è quanto di più si avvicina all’essenza del male incarnato sulla terra; la negazione estrema di tutto ciò che dona bellezza alla vita e la rende degna di essere vissuta. Spazzarlo via con ogni mezzo possibile non è un’opzione; è un dovere morale. Tuttavia, se l’Italia proprio deve entrare in guerra (o meglio: fornire vigilantes per aziende in zona di guerra), che almeno non avvenga ad insaputa degli italiani.

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SURVIVAL HORROR

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , on 26 novembre 2015 by Sendivogius

Sharia_The

Dinanzi alla recrudescenza emergenziale creatasi attorno alle legittime aspirazioni del meraviglioso paese delle meraviglie ‘sharaitiche’ nella terra di Daesh e del magico Califfo di Baghdad, nella miope visione etnocentrica dei miscredenti d’Europa, ben pochi si sono interrogati sui tormenti e sui terribili patimenti che troppi spiriti puri, integralmente devoti alla legge del profeta, devono subire quotidianamente nella loro cattività europea, costretti come sono a subire le indicibili tentazioni dell’Occidente bieco e corrotto, vivendo nel terrore (quello vero) di poter essere in qualche modo contaminati da tanta empietà.
72VirginsPer questo girano in ‘rete’ da tempo manualetti pratici con le fondamentali istruzioni su come “sopravvivere in Occidente”, riservati ai pii musulmani deportati a forza nelle terre degli infedeli per essere sottoposti ad ogni forma possibile di oppressione, in attesa di una prossima reconquista islamica.
Gli esperti di settore e specialisti in counter-insurgency vi diranno che si tratta di materiale difficilmente reperibile, abilmente nascosto nelle pieghe del “deep-web”. Infatti a noi ci sono voluti ben 45 secondi per trovare in blocco tutta la collezione al gran completo.
black flagSi tratta di pubblicazioni propagandistiche, redatte a cura del sedicente “Stato Islamico”, e riservate ai propri militanti o aspiranti tali che si trovano a vivere per chissà quale alchimia del caso nelle nazioni popolate dai kuffar, ovvero chiunque (indistintamente dall’appartenenza religiosa) non sia abbastanza fanatico da rispondere con gioia ed abnegazione al grido di libertà che si leva alto da Raqqa. Ne esistono per tutti i gusti, confezionate con l’inconfondibile copertina nero catrame, e personalizzate per i mujaheddin fai-da-te a seconda del luogo di provenienza. Tra queste, la più gettonata sembra essere la premiata serie a puntate che va sotto il nome di “Black Flags” e che attualmente si compone di sei volumetti con tendenza alla crescita:

Black Flags from Khurasan (from the East)
Black Flags from Palestine
Black Flags from Syria

Black Flags from Arabia
Black Flags from Persia
Black Flags from Rome

Tutte insieme costituiscono opuscoletti imbarazzanti che raramente raggiungono il centinaio di pagine. Scritti in un inglese tanto approssimativo quanto elementare, sono un incredibile condensato di puttanate allucinanti, intrise di deliri mistici e profezie apocalittiche, speziate con qualche interpretazione coranica estrapolata dalla tradizione hanbalita e inzeppata nel mucchio con citazioni buttate ad cazzum di Ibn Taymmyya. Insomma, è un segno tangibile della modernità che avanza all’ombra della Mezzaluna..!
mahdiAvvincenti come un grappolo di emorroidi infiammate, narrano la storia futura e fantastica del prodigioso Dawla al-Islamiya, “la nazione più forte del mondo”, che non appena avrà vinto la sua guerra in Siria e conquistato lo Yemen, sommergerà coi propri vessilli neri e milioni di guerrieri la penisola arabica, per annunciare il ritorno del Mahdi ed instaurare il califfato mondiale: il Khilafah (l’aspetti). La proclamazione del lieto evento è prevista per il 2020 (segnatevelo sul calendario). E sostanzialmente dovrebbe coincidere con l’anno dello scontro finale, culminante nella grande battaglia di Dabiq quando un’armata di 100.000 ‘Romani’, unita sotto le bandiere di ottanta nazioni alleate coi persiani, affronterà l’esercito del Califfo dando inizio al Malhama al-Kubra (il Grande Armageddon) e terminerà con la conquista di Roma.
Ikramah during the Battle of YarmukLe modalità di invasione, che dovrà partire dalla costa nordafricana, prevedono l’uso esclusivo di un’enorme flotta navale (senza alcuna forza aerea), che non risalirà la Penisola via terra ma si muoverà unicamente per mare prima del grande sbarco. Non sapendo bene dove sia collocata la città e ignorando tutto o quasi della geografia italiana, i nostri barbuti saraceni hanno cercato di farsene un’idea su Google Earth, scovando altresì una formidabile ridotta strategica dove allestire una solida testa di ponte da cui far partire l’offensiva finale. Come base per l’attacco è stata quindi scelta (immaginiamo dopo attenta valutazione) una imprecisata isoletta dell’Arcipelago toscano che sembrerebbe essere Giannutri, in quell’inespugnabile bastione difensivo che è il “Vecchio Faro”, con supporto di artiglieria direttamente dalla costa tunisina.

the-fuck-is-going-on-with-isis_o_4552391

Il nome dell’isola non viene divulgato per ovvi motivi ‘strategici’..!

«Case study: Let’s take a look at Italy, it is likely that some Islamic fighters will depart from Tunis and go onto the Western islands neighbouring Italy. From there, they will enter the sea port….The picture of the il vecchio faro building is useful because it would give the fighters knowledge of the area/terrain, the building type, and how to use the building to their advantage etc. Once they capture that building, they can move forward deeper into Italy with more Google Earth satellite knowledge of the territory ahead

Sono letture demenziali, alla stregua dei Diari di Turner per intenderci, e costituiscono il frutto perverso di una mente gravemente disturbata, pervasa com’è da una arcana imbecillità. Al confronto, l’opera di Fratello Mahdi sulle magnifiche sorti del Califfato in Siria costituiscono un raffinato capolavoro promozionale. E infatti il marocchino El Madhi Halili (questo il suo vero nome) è stato subito scarcerato e opportunamente premiato con il conferimento della cittadinanza italiana. Perché l’Italia sa come rintuzzare la minaccia “jihadista” confezionata in casa.
Uccidi i pagani. E' un dovere per ogni musulmanoIl complesso di castronerie abissali, baggianate da citrullo esaltato, insieme alla totale assenza delle più elementare nozioni geografiche ed alla desolazione culturale che contraddistingue l’ignoranza assoluta di questi invasati caproni analfabeti, farebbe pensare ad una sorta di “fake”, perché una qualunque mente dotata di un minimo di raziocinio tende a dubitare che possano esistere davvero simili mandrie di imbecilli; almeno finché non li vedi all’opera…
Salah AbdeslamPer quanto riguarda la messa in pratica di un così avvincente quadro profetico, insieme a tutto l’armamentario per la sopravvivenza della perfetta “cellula dormiente”, esistono poi altre pubblicazioni di natura più pratica, raccolte nella nuova serie How to survive in the West, con istruzioni su come organizzarsi, mimetizzarsi, e “sopravvivere” in Occidente. Si segnala allo scopo la fondamentale Guida del Mujahid fresca di pubblicazione (2015).
How to survive in the WestAd una prima sfogliata, ci si rende conto che molto probabilmente i testi sono stati redatti in Gran Bretagna o comunque destinati ad un pubblico lì residente. La particolare attenzione che viene prestata ai media britannici, con ritagli e commento dei giornali inglesi, insieme ai continui riferimenti ai London’s riots del 2011 sembrerebbe confermarlo. L’autore dovrebbe essere di origine africana, non foss’altro per la cura con cui ama distinguere tra “bianchi”, “neri”, e “marroni”, con pignola degradazione di colore quando parla di “razze”. Ordunque, per conquistare l’Europa (che il misterioso autore percepisce come un blocco unico) e dunque la sua capitale (che viene identificata con Roma), il segreto risiede nella costituzione di gangs di soli musulmani, che ovviamente sono the most peaceful citizens of the world.
gli-islamici-e-la-democrazia-3 La premessa è delle più accattivanti… Siccome molti cittadini di fede islamica hanno speso svariati milioni di euro per propagandare la propria religione con pacifici inviti alla conversione (Da’wah), e poiché questi impenitenti di europei miscredenti (imboccati dai loro leader e dai media) di convertirsi alla vera fede proprio non ne vogliono sapere, un simile diniego ha costretto ogni vero musulmano a radicalizzarsi. E questo rifiuto alla conversione, nonostante la generosa offerta, è il motivo per cui gli infedeli verranno sconfitti e Roma conquistata. L’autore ama utilizzare anche la parola “liberata” (?!?).

«Le persone che detengono il controllo dei media hanno tenuto l’Europa ed il mondo occidentale come loro roccaforte per oltre 1000 anni. E non vogliono che l’Islam prenda il sopravvento. Pertanto vogliono continuare ad avere la loro autorità, il loro adulterio, vino e denaro, e non vogliono perderli. Così stanno facendo una campagna mediatica con miliardi di dollari per contro lo Stato islamico in Medio Oriente, per fermare l’ascesa del vero islam in Occidente. Tutte i principali produttori di alcol, gioco d’azzardo e le aziende di prodotti proibiti (haram) stanno finanziando questo progetto, perché se l’islam sorgerà in Occidente sanno che perderanno qualsiasi cosa. È una questione di vita o di morte per entrambi, perché solo uno potrà sopravvivere.
L’ultimo messaggero di Allah, Muhammad (che la pace sia su di lui) ci ha promesso che vinceremo e, alla fine prenderemo la capitale d’Europa (Roma), ma solo dopo che avremo conquistato la Persia (Iran).»

Che dire?!? Viene in mente la battuta meglio riuscita di Jessica Rabbit

jessica rabbit“Non sono cattiva… è che mi disegnano così”

Peccato che riguardo all’aspetto, il paragone non sia esattamente lo stesso…
islamicoPer sopravvivere alle insopportabili persecuzioni che opprimono i credenti della “vera fede”, bisogna pertanto organizzarsi nell’attesa dell’inevitabile guerra che ne scaturirà.
ISIS GOATÈ inutile dire che le fanfaronate dello stupracapre di turno raggiungono livelli unici, tanto è perso nella sua minchioneria senza speranza. Il Mujahid in incognito, prima della sua chiamata alle armi, dovrà agire alla stregua di un “agente segreto dalla doppia vita” al servizio della jihad globale. A suo modo costituisce una variante demente del mitico 007, ridotto ad una macchietta caprina che spreca il suo tempo a pregare col culo per aria; che non beve, non fuma, è votato al suicidio (il momento migliore della sua inutile esistenza) e che soprattutto non tromba mai. Il perfetto “agente” è un lupo solitario, un potenziale sociopatico senza amicizie né legami di sorta; più è giovane e meglio è (recruiting teenagers and children) perché più facile da indottrinare.
21 URITuttavia, alla luce dei recenti eventi parigini, qualche elemento può risultare interessante…

La tua sola connessione con lo Stato islamico sarà di tipo ideologico…
Imparerai come diventare una cellula dormiente pronta per essere attivata in ogni momento, non appena la Umma avrà bisogno di voi… dimostrandoti molto più amichevole e di mentalità aperta col pubblico occidentale…”

Allo scopo sarà bene tenere la propria vera identità segreta e scegliersi un soprannome, meglio se occidentalizzato, camuffando il proprio aspetto. Tingersi i capelli, usare parrucche e lenti a contatto… può tornare utile. Ovviamente la parte più esilarante riguarda come acquisire tutte le competenze necessarie, riguardo alle tecniche di combattimento e su come usare le armi. Il nostro esperto in jihad consiglia di addestrarsi giocando a GTA e Modern Warfare della serie “Call of Duty”; sorvoliamo sul fatto che in quest’ultimo videogame il cattivone da annientare in giro per il mondo sia un gruppo integralista islamico, alleato con una fazione di ultra-nazionalisti russi.

Non mancano consigli su come fabbricare ordigni in casa, cinture esplosive per l’aspirante “martire”, ed autobombe. Le istruzioni sono talmente approssimative, che c’è il concreto rischio di saltare in aria con tutto il garage.
Un po’ più complesse sono invece le modalità per la conquista delle metropoli europee. Dopo attenta spremuta di meningi gli autori del manuale hanno trovato la soluzione, attraverso la costituzione di gang islamiche (usbah), poste sotto il comando di un capo che abbia il controllo di una specifica città o di un quartiere e sia in grado di assicurarsi la fedeltà e la crescita della banda. L’autorità ed il potere del capobanda verranno cementate dalla sua capacità di imporre la “protezione” su una data porzione di territorio, garantendo assicurando servizi e tranquillità ai suoi “protetti” dai quali pretenderà il pagamento di una tassa in denaro, mentre fornirà lavoro e benefici agli affiliati della gang in cambio di fedeltà. Il leader deve essere rispettato e temuto da tutta la società. Deve dimostrare di saper controllare il suo territorio, da amministrare come un’entità autosufficiente ed in grado di funzionare come uno stato nello stato. Il leader dovrà inoltre attrarre quante più persone nel circuito della propria organizzazione, al fine di aumentarne il sostegno e le coperture.
Muslim-Gangs-copIn pratica, il mujahid di casa nostra ha inventato la MAFIA. Sarà per questo che il principale ostacolo alla conquista di Roma, viene identificato proprio con l’esistenza della mafia italiana quale pericolosa rivale.
Poi certo il riferimento ideale è sempre il medioevo in un deserto popolate di capre consenzienti, nell’evoluto mondo dei clan tribali…

A leader like this might be called a Tribal elder, a King, a President or a Caliph, while others will call him a Gang leader. The title doesn’t matter, what matters is he has Authority to enforce his commands over people.”

L’obiettivo è quello di creare una comunità chiusa ed isolata, che renda più difficile l’intervento della polizia o il controllo del territorio da parte delle istituzioni statali. La costituzione di quartieri ghetto a definizione etnica sarebbe l’ideale. L’autore li chiama Tawahhush e devono essere basati su una rigida segregazione in modo da non avere “nessuna misericordia per gli esterni“, in quello che deve essere un lento processo di separazione con l’assunzione diretta del controllo del territorio. In altri frangenti si chiamerebbe razzismo, e pure della specie peggiore, in una totalitaria volontà di dominio (peraltro in casa altrui) e nel rigetto incondizionato di ogni forma di integrazione. Perché, secondo il principio alla base del Tawahhush, ogni patto, legge o convenzione, stipulata al di fuori della legge coranica e che non riconosca la sharia, non ha alcun valore ed è nullo agli occhi di allah. Ma non ditelo agli ostensori assoluti dell’accoglienza ad oltranza… potrebbero rimanerne sconvolti.

Muslims-calling-for-Shariah-in-UK

Allo stesso modo, tra persone di sano buonsenso (a prescindere dal credo e dalla provenienza), non dovremmo mostrare alcuna comprensione né “tolleranza” per le pretese di questi idioti pericolosi.

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L’ennemi intérieur

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 19 novembre 2015 by Sendivogius

Architettura islamica in Iran

«Caro mondo musulmano,
[…]  Ti vedo in una condizione di miseria e di sofferenza che mi rende tremendamente triste, ma che rende ancora più duro il mio giudizio di filosofo! Questo poiché vedo che stai mettendo al mondo un mostro che preferisce essere chiamato Stato islamico e al quale qualcuno preferisce dare il nome di demonio: DAESH. La cosa peggiore è che ti vedo perdere il tuo tempo e il tuo onore, rifiutando di riconoscere che questo l’hai fatto nascere tu, è frutto dei tuoi vagabondaggi, delle tue contraddizioni, della tua interminabile scissione tra passato e presente, della tua duratura incapacità a trovare un posto nella civiltà umana.
daesh (isis)Che cosa dici davanti a questo mostro? Qual è il tuo discorso? Tu urli “Non sono io!”, “Non è l’Islam”. Rifiuti che i crimini commessi da questo mostro siano commessi sotto tuo nome (hashtag #NotInMyName). Sei indignato davanti ad una tale mostruosità, insorgi quando il mostro usurpa la tua identità, e hai sicuramente ragione di farlo. È indispensabile che davanti al mondo proclami, ad alta voce che l’islam denuncia le barbarie. Ma è assolutamente insufficiente! Poiché tu ti rifugi nel riflesso dell’autodifesa senza assumerti anche, e soprattutto, la responsabilità dell’autocritica. Ti accontenti d’indignarti, quando invece questo momento storico sarebbe stata un’occasione incredibile per rimetterti in discussione! E come sempre, tu accusi invece di prenderti la tua responsabilità: “Smettetela, voi occidentali e tutti voi nemici dell’Islam, di associarci a questo mostro! Il terrorismo non è l’islam, il vero islam, l’islam buono che non vuole la guerra, ma la pace!”.
Islam (2)Sento questo grido di rivolta che sale dentro di te e ti capisco, oh mio caro mondo musulmano. […] Ma dalla mia posizione distante, vedo anche qualcos’altro, qualcosa che tu non riesci a vedere o che non vuoi vedere… E questo suscita in me una domanda, La grande domanda: perché questo mostro ti ha rubato il volto? Perché questo mostro ignobile ha scelto il tuo viso e non un altro? Perché ha preso la maschera dell’islam e non un’altra? La verità è che dietro quest’immagine del mostro si nasconde un immenso problema che tu non sembri pronto a guardare in faccia. Tuttavia è necessario, è necessario che tu abbia il coraggio.
Daesh - Lezioni di decollazioneQuesto problema è quello delle radici del male. Da dove provengono i crimini di questo cosi detto “Stato islamico”? Te lo dirò, amico mio. E questo non ti farà piacere, ma è mio dovere di filosofo. Le radici di questo male che oggi ti ruba il volto risiedono in te, il mostro è uscito dal tuo ventre, il cancro è nel tuo corpo. E cosi tanti nuovi mostri, peggiori di questi, usciranno ancora dal tuo ventre malato, fintanto che tu ti rifiuterai di guardare in faccia questa verità e che impiegherai del tempo a ammettere e ad attaccare finalmente questa radice del male!
daeshAnche gli intellettuali occidentali, quando dico loro questo, lo vedono con difficoltà: la maggior parte ha talmente dimenticato che cos’è la potenza della religione, nel bene e nel male sulla vita e sulla morte, che mi dicono ” no, il problema del mondo musulmano non è l’islam, non è la religione ma la politica, la storia, l’economia, etc.”. Vivono in società cosi secolarizzate che non si ricordano per niente che la religione può essere il cuore del reattore di una civilizzazione umana! E che nel domani il futuro dell’umanità passerà, non soltanto attraverso la risoluzione della crisi finanziaria e economica, ma in maniera più essenziale anche attraverso la risoluzione della crisi spirituale che attraversa tutta la nostra umanità, senza precedenti! Sapremo unirci tutti, a livello planetario, per affrontare questa sfida fondamentale? La natura spirituale dell’uomo ha paura del vuoto, e se non trova nulla di nuovo per riempirlo lo farà domani con delle religioni sempre più inadatte al presente e si metteranno quindi a produrre dei mostri, come fa l’islam attualmente.
Islam[…] Nella Umma ci sono delle donne e degli uomini civilizzati che sostengono l’idea di un futuro spirituale per l’essere umano. Ma questi uomini non sono ancora abbastanza numerosi e la loro parola non è ancora cosi potente. Onoro la lucidità e il coraggio di tutti loro, i quali hanno capito perfettamente che la nascita dei mostri terroristici dal nome di Al Qaida, Al Nusra, AQMI o dello “Stato islamico” è il risultato della condizione generale della profonda malattia del mondo musulmano. Hanno capito bene che risiedono là, su di un immenso corpo malato, i sintomi più gravi e più visibili delle seguenti malattie croniche: incapacità di istituire delle democrazie durature nelle quali la libertà di coscienza sui dogmi della religione, è riconosciuta come un diritto morale e politico; prigione morale e sociale di una religione dogmatica, idiomatica e ogni tanto totalitaria; fatiche croniche nel migliorare la condizione delle donne riguardo a uguaglianza, responsabilità e libertà; incapacità di distinguere a sufficienza il potere politico dal suo controllo da parte dell’autorità religiosa; incapacità d’istituire un rispetto, una tolleranza e un vero riconoscimento del pluralismo religioso e delle minorità religiose.
Tolleranza islamicaSarebbe pertanto tutto ciò un errore dell’Occidente? Quanto tempo prezioso, quanti anni cruciali perderai ancora, o mio caro mondo musulmano, a causa di questa accusa stupida alla quale tu stesso non credi più e dietro alla quale ti nascondi per continuare a mentire a te stesso? Se ti critico in modo cosi severo non è perché sono un filosofo “occidentale”, ma perché sono uno tra i tuoi figli consapevoli di tutto ciò che hai perduto, della grandezza sbiadita da cosi tanto tempo che è diventata un mito!
Sergio ToppiIn particolare dal XVIII secolo, è giunto il momento di confessartelo insomma, sei stato incapace di rispondere alla sfida dell’Occidente. O ti sei rifugiato nel passato in modo infantile e mortificato, con l’intollerante e cupa regressione del wahabismo la quale continua a fare dei danni praticamente ovunque all’interno dei tuoi confini, un wahabismo che tu diffondi a partire dai tuoi luoghi santi dell’Arabia Saudita come un cancro che partirebbe anch’esso dal tuo cuore. Oppure hai seguito il peggio di questo Occidente, producendo com’esso dei nazionalismi e un modernismo che è caricatura della modernità, voglio parlare di questa frenesia di consumo o meglio ancora di questo sviluppo tecnologico incoerente insieme ai loro arcaismi religiosi, che rende le tue ricchissime “élites” del Golfo soltanto delle vittime consenzienti della malattia oramai mondiale che è il culto del dio denaro.
WahabismeChe cos’hai di ammirevole oggi, amico mio? Che cosa rimane in te che sia degno di suscitare il rispetto e l’ammirazione degli altri popoli e civiltà della Terra? Dove sono le tue persone sagge? Hai ancora una saggezza da proporre al mondo? Dove sono i tuoi grandi uomini, chi sono i tuoi Mandela, i tuoi Gandhi, chi sono i tuoi Aung San Suu Kyi? Dove sono i tuoi grandi pensatori, i tuoi intellettuali i cui libri dovrebbero essere letti nel mondo intero come al tempo in cui i matematici e i filosofi arabi e persiani facevano riferimento dall’India alla Spagna? In realtà sei diventato cosi debole, cosi impotente dietro la certezza che risiede sempre in te…..
Islam (1)Hai scelto di considerare che Mohammed fosse profeta e re. Hai scelto di definire l’islam una religione politica, sociale, morale che deve regnare come un tiranno tanto sullo Stato quanto sulla vita civile, tanto per strada e in casa quanto all’interno di ciascuna coscienza. Hai scelto di credere e d’imporre che l’Islam significa sottomissione quando invece il Corano stesso proclama che “non c’è costrizione nella religione” (La ikraha fi Dîn). Tu hai fatto del suo Richiamo alla libertà l’impero della costrizione! Come può una civiltà tradire il suo testo sacro, fino a questo punto? Penso che sia il momento, nella civilizzazione dell’islam, di istituire questa libertà spirituale, la più sublime e difficile di tutte, al posto di tutte le leggi inventate da generazioni di teologici!
toppi-tarots-04[…] Troppi credenti hanno talmente interiorizzato una cultura della sottomissione alla tradizione e ai “maestri della religione” (imams, muftis, shouyoukhs, etc.), che non capiscono neanche che si parla loro di libertà spirituale e non ammettono che si osi parlare loro di scelte personali a proposito dei “pilastri” dell’islam. Tutto ciò costituisce per loro una “linea rossa”, qualcosa di troppo sacro perché possano dare alla loro coscienza il permesso di rimetterlo in discussione! E ce ne sono tante di queste famiglie, di queste società musulmane nelle quali tale confusione tra spiritualità e servitù è radicata nelle loro menti dalla più giovane età e nelle quali l’educazione spirituale è talmente misera che tutto quello che riguarda la religione, in un modo o nell’altro, rimane pertanto qualcosa su cui non si discute!
Foto ricordoAdesso questo non è sicuramente imposto dal terrorismo di qualche pazzo, da qualche gruppo di fanatici inviati dallo Stato islamico. No, questo problema è infinitamente più profondo e infinitamente più vasto! Ma chi lo vedrà e chi lo pronuncerà? Chi vuole ascoltarlo? C’è silenzio a questo proposito nel mondo musulmano e nei media occidentali si sente solo più parlare di questi specialisti del terrorismo che aumentano giorno dopo giorno la miopia generale! Bisogna fare in modo che tu, amico mio, non ti illuda credendo e facendo credere che quando si finirà con il terrorismo islamico, l’islam avrà risolto i suoi problemi! Poiché tutto quello che ho evocato, una religione tirannica, dogmatica, letteraria, formalista, maschilista, conservatrice, regressista, è troppo spesso, non sempre, ma troppo spesso, l’islam ordinario, l’islam quotidiano che soffre e fa soffrire troppe coscienze, l’islam della tradizione e del passato, l’islam deformato da tutti coloro i quali lo utilizzano politicamente, l’islam che riesce ancora a mettere a tacere le Primavere arabe e la voce di tutti i giovani che chiedono qualcos’altro. Allora quando farai la tua vera rivoluzione?
niqab[…] Sicuramente nel tuo immenso territorio ci sono degli isolotti di libertà spirituale: delle famiglie che trasmettono un islam di tolleranza, di scelta personale, di approfondimento spirituale; dei contesti sociali nei quali la gabbia della prigione religiosa si è aperta o semi-aperta; dei luoghi in cui l’islam da ancora il meglio di sé che corrisponde ad una cultura della condivisione, dell’onore, della ricerca di sapere e una spiritualità alla ricerca di questo luogo sacro dove s’incontrano l’essere umano e la realtà ultima chiamata Allah. In Terra islamica e ovunque nelle comunità musulmane del mondo ci sono delle coscienze forti e libere, ma esse sono condannate a vivere la loro libertà senza certezza, senza riconoscenza di un diritto veritiero, lasciate a loro rischio e pericolo di fronte al controllo comunitario o addirittura talvolta di fronte alla polizia religiosa. Fino ad ora non è mai stato riconosciuto il diritto di dire “Io scelgo il mio islam”, “Ho il mio proprio rapporto con l’islam” da parte dell’ “islam officiale” di coloro che hanno una dignità. Questi ultimi invece si ostinano a imporre che “la dottrina dell’islam è unica” e che “l’obbedienza ai pilastri dell’islam è la sola soluzione”.
Egyptian SalafistQuesto rifiuto del diritto alla libertà religiosa è una delle fonti del dolore di cui tu soffri, o mio caro amico mondo musulmano, uno dei ventri oscuri dove crescono i mostri che fai infuriare da qualche anno davanti ai volti spaventati del mondo intero. Poiché questa religione del fare impone una violenza insostenibile interamente a tutte le tue società. Questa rinchiude sempre troppe delle tue figlie e tutti i tuoi figli in una gabbia di un Bene e di un Male, di un lecito (halâl) e di un illecito (harâm) che nessuno sceglie ma che tutti subiscono. Imprigiona le volontà, condiziona gli spiriti, impedisce o ostacola qualsiasi scelta di vita personale. In troppi dei tuoi paesi tu associ ancora religione e violenza, contro le donne, contro i “cattivi credenti”, contro le minoranze cristiane o altre, contro i pensatori e gli spiriti liberi, contro i ribelli, in modo tale da arrivare a confondere questa religione e questa violenza , tra i più squilibrati e i più fragili dei tuoi figli, nella mostruosità del jihad!
jihadPertanto, ti prego, non ti stupire, non fare più finta di stupirti che dei demoni come il cosiddetto Stato islamico ti abbiano rubato il volto! Poiché i mostri e i demoni rubano solo i volti già deformi a causa di troppe smorfie! E se vuoi sapere come fare per non mettere più al mondo tali mostri, te lo dirò. È allo stesso tempo semplice e molto difficile. Devi iniziare dal riformare tutta l’educazione che fornisci ai tuoi bambini, è necessario che tu riformi ciascuna delle tue scuola, ciascuno dei tuoi luoghi di sapere e di potere. È necessario che le riformi per dirigerle secondo dei principi universali (anche se non sei il solo a non rispettarli o a persistere nella loro ignoranza): la libertà di coscienza, la democrazia, la tolleranza e il diritto di cittadinanza per ogni diversità nella visione del mondo e nelle credenze, l’uguaglianza dei sessi e l’emancipazione delle donne sotto tutela maschile, la riflessione e la cultura critica del religioso nelle università, la letteratura, i media. Non puoi più tornare indietro, non puoi più fare di meno di tutto ciò! Non puoi più fare meno della rivoluzione spirituale la più completa! È il solo modo per te per non mettere più al mondo tali mostri e se non lo fai sarai ben presto distrutto dalla potenza della distruzione. Quando avrai correttamente portato a termine questo compito colossale, invece che rifugiarti ancora nella malafede e nell’accecamento volontario, allora più nessun mostro spregevole potrà venire a rubarti il volto.
All'asilo del califfo[…] Non sarei mai stato cosi severo in questa lettera se non credessi in te. Come si dice in francese: “Chi ama profondamente, castiga bene”. Al contrario, tutti coloro i quali non sono abbastanza severi con te attualmente, che ti scusano sempre, che ti voglio considerare sempre una vittima, o che non vedono la tua responsabilità in quello che ti accade, tutti loro in realtà non ti fanno del bene! Credo in te, credo nel tuo contributo nel fare del nostro pianeta un universo più umano e allo stesso tempo più spirituale! Salâm, che la pace sia in te

Abdennour BidarAbdennour Bidar
(15/10/2014)
Lettera aperta al
mondo musulmano
(trad. Stella Punzo)

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La Notte del Califfo

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 2 marzo 2015 by Sendivogius

Arabian Nights

Ognuno ha le sue “perversioni”… Noi abbiamo un debole per tutte le sfumature del trash: ci ricorda quanto il mondo sia pieno di inquietanti minchioni e come questi siano ansiosi di “comunicare” con noi, nell’incontenibile bisogno di condividere con qualcuno la propria follia.
Potevamo pertanto esimerci dal procurarci l’ultima spremuta di meningi degli stupra-cammelli dell’ISIS, nel vano tentativo di dare una parvenza ‘culturale’ alle loro alienazioni psicotiche?!?
Isl'Amici nel reame del CaliffoFu così che gli psicopatici in ciabatte e sottana al seguito del califfo nero, nella disperata ricerca di una qualche legittimazione presso le comunità musulmane in Italia, che evidentemente se li filano poco e per niente, decisero di estendere la loro opera di proselitismo pure nella lingua di Dante, magnificando le rivoluzianarie conquiste sociali del Dawla al-Islamiya, il sedicente “stato islamico”, ovvero: una realtà che ti vorrebbe comunicare (!?). E lo fa con una serie di dispense approssimative (come il titolo scelto), a metà tra l’opuscoletto propagandistico di una qualche setta religiosa ed un ciclostilato prodotto in proprio, per la promozione del manicomio autogestito di Raqqa in Siria (Al-Sham), a corto di tecnici e personale esperto (di cui ha disperato bisogno) in grado di far funzionare una qualunque struttura mediamente civile.
Borat Il testo è a cura di tal “fratello Mahdi” su un’idea probabilmente tutta sua, vista la grafica imbarazzante ed i contenuti elementari che non superano il quoziente intellettivo di un bambino di otto anni.
In pratica, si tratta di un micro-bignami in cui si cerca di illustrare al meglio il funzionamento del califfato, attraverso 64 paginette assai scarne dalla grafica asettica e anonima come una stanza per le lobotomie. Ma al di là delle intenzioni, quello che si evince tra le righe è che:

a) l’ISIS (o Daesh, o ad-Dawla, o ISIL, comunque lo si voglia chiamare) sta pesantemente sul cazzo alla stragrande maggioranza dei musulmani che abitano nelle regioni mesopotamiche.
b) Chiunque può, siano medici o ingegneri, se ne tengono rigorosamente alla larga o scappano via appena se ne presenta l’occasione.

E l’autore proprio non se ne capacità, chiedendosi chissà mai perché…

beheading-isisE per tutti coloro che non sono d’accordo…

In compenso, la premessa dell’opuscolo è quasi accattivante; nei suoi passaggi migliori, ad essere perfidi, ricorda le elucubrazioni del ‘grillino’ tipo, in stato di esaltazione mistica, mentre annuncia l’avvento del mondo nuovo all’ombra di Gaia.

«In questo testo ho riportato alcune parti delle riviste ufficiali dello Stato Islamico aggiungendo foto dei servizi da loro offerti ai cittadini, ampliando il tutto con alcune informazioni che ho raccolto comunicando con i Mujahidin stessi ed alcuni cittadini […] Allah ci ordina nel Suo Libro di verificare le notizie, e questo processo dev’esser effettuato anche se la notizia giungesse da un Musulmano credibile ed affidabile. Perfino i Sahaba (che Allah si compiaccia di loro) dovevano verificare le notizie che giungevano dai loro stessi compagni e quindi immaginiamoci come dovremmo adempiere a quest’obbligo!»

Il “cittadino informato” che disprezza i media e, appena gliene capitano qualcuno a tiro, decapita i giornalisti “servi del regime”. Insomma, è l’ennesima di un classico dell’informazione alternativa, confezionata in casa.
Perché, come dice il profeta Maometto, il dubbio e l’illazione in molti casi costituiscono peccato.

Sappi che anche se le accuse infondate che hai ascoltato magari da qualche sapiente fossero vere, questo non ti permetterebbe di condannare i Mujahidin.”

Mahdi brother ci tiene a ribadire che il califfato è e deve a tutti gli effetti essere considerato uno ‘stato’, certificato a misura di sharia, proprio come doveva essere la prima comunità maomettana nel VII° secolo, ma con l’aggiunta del Kalashnikov e dello smartphone per poter postare in rete i filmini amatoriali, con le decapitazioni di Jihadi-John e l’orgia di mannaie brandite da troppe mani sottratte alla masturbazione compulsiva. Insh’allah.
Dawla al-IslamiyaNella sua testolina bacata, Mahdi intuisce comunque che uno stato, per potersi definire tale, ha bisogno comunque di un minimo di struttura organizzata su base economica, che sappia garantire il mantenimento di una serie di servizi minimi. Ovviamente, nel caso del califfato, i risultati hanno effetti esilaranti…
kim-jung-un-ride-dell-isisDunque, per quanto riguarda la moneta, il califfato prevede il ritorno del Dinar e del sistema economico sulla metodologia profetica. Il riferimento è all’antico denarius dell’Impero romano: per inciso era la moneta in vigore ai tempi di Maometto e che il profeta presumibilmente usava. Quindi è in linea coi dettami della sharia.
DenarioCon raro slancio rivoluzionario, all’insegna della più audace modernità,

«lo Stato Islamico si sta preparando per un ulteriore progresso in shaa Allah: verrà riadottato in maniera completa il sistema economico finanziario adoperato dai Califfi che ci sono stati precedentemente

Il valore della “nuova” moneta verrà basato sul gold-standard, che agli Isl’Amici sembra una novità rivoluzionaria. Ragionando per assurdo su una base di presunta normalità, sorvoliamo sul fatto di come un sedicente ‘stato’ che non produce ed esporta nulla pensa di gestire i deficit commerciali nella bilancia dei pagamenti, per giunta in un sistema di cambi fissi, contenendo le spinte deflattive senza incidere sui prezzi al consumo. Sorvoliamo soprattutto dove gli Isl’Amici pensino di procurarsi milioni di tonnellate dell’oro necessario per il conio delle monete e la creazione di una congrua riserva aurea. E per questo gli imperatori alteravano la quantità di fino presente nella moneta, determinandone la svalutazione.
Aureo di AugustoPer gli Isl’amici del califfato l’introduzione del gold-standard è la soluzione definitiva all’inflazione, alla povertà, ed alle basse retribuzioni. In pratica, sono tutti i motivi per cui il sistema aureo è stato abbandonato senza troppi rimpianti.
mujaiddinMa in fondo si tratta di un problema secondario, perché la stabilità fiscale (chiamiamola così) del Dawla al-Islamiya si fonda su due istituzioni fondamentali, ovviamente in conformità con la legge coranica: il saccheggio (Fay’) e la rapina (Ghanina), in aggiunta alle estorsioni ed ai sequestri di persona a scopo di riscatto.
Per fortuna, tra i bottini di guerra dell’esercito dello Stato Islamico ci sono anche raffinerie di petrolio e centrali di gas”.
Con la scusa della raccolta della zaqat (l’elemosina), per l’approvvigionamento alimentare vengono invece imposte requisizioni forzate, con la raccolta di beni in natura.

«Come detto in precedenza, sono stati distribuiti in giro per i territori controllati dal Dawla al-Islamiya alcuni responsabili per la raccolta della Zaqat. I residenti, precedentemente informati del loro passaggio per la raccolta, pongono volontariamente davanti alle moschee dei villaggi i loro raccolti

È facile intuire quanto l’offerta sia “volontaria”…
E infatti, a scanso di equivoci, viene subito precisato:

“Questo tipo di dovere è fard ‘ayn, cioè obbligatorio su ogni singolo Musulmano maturo e sano”

Abu HamzaGente “matura e sana” che sembra uscita da una galleria lombrosiana

Nel complesso, grazie a questi sofisticati sistemi di finanziamento, l’ISIL può stipendiare le sue bande mercenarie di tagliagole, reclutate tra alienati falliti e psicopatici di tutto il mondo, e supportare alcuni servizi imprescindibili, a cura del “Comitato islamico” di Raqqa.
Per esempio c’è l’Ufficio della Protezione del Consumatore, per il controllo delle condizioni igieniche della conservazione degli alimenti: che costituisce davvero una novità assoluta che non ha eguali nel mondo civilizzato, che adesso guarda con invidia ad una così incredibile innovazione.
Non ci crederete, ma si tratta di un ufficio che si occupa della protezione degli acquirenti, facciamo effettuare ispezioni dei beni che vengono venduti nei negozi, mercati e centri commerciali andando a risalire eventualmente a prodotti rovinati o non opportuni alla vendita.
Operativo su un territorio grande grossomodo come la Gran Bretagna, per assolvere ai suoi compito, l’Ufficio può dispiegare un esercito di 12 (dodici!) ispettori, nei quali sono ovviamente compresi anche la “squadra medica” (si chiamerebbero ‘veterinari’, ma vabbé!) ed i telefonisti dell’ufficio reclami.

HisbahInvece, per il corretto funzionamento della macchina giudiziaria,

«lo Stato ha sempre dato il massimo per applicare la Legge di Allah sui territori da esso controllati; dal 2006 i Musulmani hanno assistito ai hudud (punizioni regolate dalla Shari’a) applicati nelle città dell’Iraq e in seguito nello Sham

Grazie all’istituzione di appositi tribunali religiosi, i fortunati Rogo del pilota giordanosudditi che hanno il privilegio di viverenei territori controllati dallo Sheykh Abu Bakr al-Baghdadi possono godere di una giustizia rapida e certa, col solito corollario di esecuzioni medievali: lapidazione per le adultere; decapitazioni per gli apostati; crocifissioni, prigionieri di guerra bruciati vivi…
Esecuzione di un omosessuale a RaqqaSoprattutto si segnala l’introduzione di un nuovo appassionante gioco: il lancio del ‘finocchio’ dalla torre. Un modo originale per giustiziare gli omosessuali. E finirli a sassate, se malauguratamente dovessero sopravvivere.

Questa è la politica dello Stato Islamico: chiara e pulita in sha Allah

Per la bisogna, sono stati istituiti organi di polizia differenti per poter esercitare il potere esecutivo.
ShurtatPer esempio, c’è la Shurtat murur, polizia organizzata per la gestione della circolazione del traffico. ‘Azzo! Lo stato islamico ha inventato i vigili urbani! Ci brillano gli occhi, mentre vibriamo per cotanta emozione.
Soprattutto, ben più importante, c’è la Hisba:

una tipologia di polizia Islamica atta ad ordinare il bene e proibire il male

E, inshallah, di cosa si occupa esattamente la Hisba?

«Uno dei compiti più importanti della Hisba è quello di eliminare qualsiasi forma di Shirk dai territori controllati dallo Stato Islamico, in modo tale da rendere il culto solo ad Allah.
A questo scopo la Hisba procede a distruggere qualsiasi tempio o tomba in cui viene adorato qualcun altro all’infuori di Allah, informando prima i Musulmani sull’importanza di quest’obbligo Islamico e chiarendo il tutto con le prove contenute nel Corano e nella Sunna

isis-irak-kultur-moscheeLa distruzione dei santuari religiosi, delle moschee sciite, delle chiese cristiane, di monumenti millenari, in aggiunta al rogo delle biblioteche ed alla devastazione delle opere d’arte, rientra per l’appunto nelle importanti mansioni di così rispettabile istituzione.
Perché come dice il saggio Ibn Qayyim al-Jawziyya:

Distruzione del museo di MosulNon è lecito far rimanere i luoghi dello Shirk e degli idoli neanche per un solo giorno se si ha la possibilità di distruggerli.”

Tuttavia, la vera piaga che sembra affliggere i territori del califfo e che l’Hisbah è chiamata a combattere costantemente in realtà e la stregoneria (non è uno scherzo!):

«Tra le varie forme della Fitna che han danneggiato la Comunità Islamica vi è lo Sihr (magia), un grave pericolo per la Ummah che, per grazia di Allah, sta scomparendo gradualmente nei territori controllati dallo Stato Islamico.
Esecuzione di uno stregoneCon il permesso di Allah, dopo aver investigato sul caso si risale al luogo dove sono state preparate o nascoste le opere del mago e si procede con il sequestro del materiale e con l’applicazione della Shari’a sul criminale.
In seguito all’investigazione e al giudizio del criminale vengono mostrati in pubblico i suoi misfatti e si citano le prove nella Sunna profetica per cui egli deve esser giustiziato

Ovviamente, per un così formidabile reato, la pena prevista è la morte per decapitazione.

isis-esecuzione-per-stregoneria-a-raqqa

Ma al contempo, tra un’esecuzione e l’altra, ci si preoccupa molto anche della salute dei propri cittadini, attraverso la persecuzione dello spaccio di “sostanze intossicanti” (tanto non ne hanno bisogno: sono già pazzi di loro) e la repressione del tabagismo.

«Lo Stato Islamico non si limita solamente a proibire e distruggere le sostanze intossicanti ma aiuta anche i suoi cittadini a capire che bisogna allontanarsi da ciò che Allah odia e avvicinarsi a ciò che Lo compiace. Per questo fine sono state create in giro per le città nell’Iraq e nel Levante delle graziose grafiche di propaganda contro tali sostanze

Allah odia i fumatoriSì, sono bellissime senza dubbio: solo un bimbo idrocefalo di due anni potrebbe far di meglio!

«Oltre ad ordinare il bene queste grafiche migliorano anche il look dei quartieri dando loro un aspetto puramente islamico

Perché il decoro è importante, meglio ancora se sharia-correct.
E l’autore ci tiene a ribadire il concetto:

Cartoline da Raqqa - l'emiro Abu Abdul Rahman saluta gli amici rimasti in Canada«In questo testo è stato ripetuto decine di volte il termine “Stato” perché appunto ad-Dawla al-Islamiya è un vero e proprio stato per grazia di Allah, e uno stato necessita di infrastrutture efficienti al servizio dei suoi cittadini, così anche ad-Dawla al-Islamiya provvede a costruire, ristrutturare, pulire e anche abbellire le sue strade e generalmente i suoi quartieri

Il califfato provvede a pulire le strade e svuotare i bidoni dell’immondizia. Soprattutto provvede ad abbellire le città come pochi altri sanno fare…

«Passiamo in shaa Allah a vedere nel prossimo capitolo come ad-Dawla cura i suoi quartieri e le sue strade con fantastiche grafiche islamiche rispettanti i limiti definiti da Qur’an e Sunnah

Le fantastiche grafiche islamicheE queste sono alcune delle “fantastiche grafiche islamiche”..!
Dite la verità: chi non vorrebbe avere simili capolavori dipinti sul muro di casa?!?

Esecuzioni a RaqqaNella monotonia del panorama urbano, certi originali tocchi di stile lasciano uno strano senso di non so che…

Prigionieri curdi dell'IsisEd in effetti il sovraffollamento delle carceri sembra essere l’ultimo dei problemi del califfato: un posto sicuro dove crescere i propri pargoli liberi e sani, al riparo dalle tentazioni, con una istruzione adeguata…

meglio ammazzarli da piccoli«Nel Dawla tutti ricevono istruzione, di tipo religioso o formativo per una professione, che sia il Musulmano giovane o meno giovane, maschio o femmina. È il primo stato veramente Islamico anche dal punto di vista dell’istruzione: ad-Dawla al-Islamiya ha modificato e ritoccato tutti i programmi delle varie scuole in modo che non venga insegnato nulla che vada contro i principi Islamici

child-beheading-prisoner Pertanto, è stato proibito l’insegnamento di materie inutili che traviano la mente dei giovani, come per esempio la filosofia, la musica, la storia dell’arte, il disegno, e gran parte delle materie umanistiche o altre cose abiette come la poesia, la sociologia, la psicologia, le scienze politiche.
Per quel che riguarda l’apprendimento delle materie scientifiche, circola una nuova teoria destinata a rivoluzionare la didattica: la terra è ferma e non gira attorno al sole.
In quanto alla libertà delle donne ed al rispetto della dignità femminile:

“La donna dal punto di vista islamico è considerata una regina, un gioiello da preservare”

Per questo viene seppellita viva sotto un sudario di stracci neri.
Donne prigioniereA vigilare sulla moralità dei costumi femminili, provvede la brigata al-Kansaa che gestisce tra l’altro i bordelli in cui vengono stuprate le prigioniere Yazide, a proposito di quella storia del “gioiello da preservare”.
In quanto allo spirito che pervade il nuovo “stato islamico” non ci sono dubbi:

«La strategia dello Sheykh Ibrahim al-Badri (Abu Bakr al-Baghdadi – che Allah lo protegga) è quella di pulire la Terra dai tiranni e la loro idolatria democratica, creare le fondamenta di uno stato e costruire la sua struttura, tutto ciò con il Corano che guida e la spada che supporta.»

isis-con-astronaveAdesso ci sentiamo molto più tranquilli: le solite demo-plutocrazie giudaiche!

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