
Hai voglia a cercare di parlar d’altro! Hai voglia a volerlo considerare un fenomeno terminale, avviato al tramonto per trapassati limiti d’età… A 74 anni suonati, il Papi nazionale riesce ancora a stupire, assurto a barzelletta vivente di una Italietta postribolare perennemente arrapata.
Oramai ci eravamo (quasi) abituati alle transumanze settimanali del Pornonano nelle dacie russe dell’amico Putin, alle ammucchiate sull’omonimo “lettone”, ai festini organizzati nella sua tripla dozzina di ville, agli spettacolini carioca di lap-dance [QUI], agli sciami di farfalline, con l’immancabile seguito di lenoni e prosseneti per il rifornimento delle primizie di stagione e di primo pelo al mercato mercenario della carne… Ma il bunga-bunga davvero le supera tutte, segnando un nuovo primato nella pornocrazia berlusconiana.
Intendiamoci, da privato cittadino, il Signor B. ha tutto il diritto di improvvisare ‘fantasie africane’ importate da Gheddafi ed intrattenere incontri ravvicinati col gentil sesso a cadenza multipla, secondo una condotta di vita che certi arcigni porporati definirebbero “disordinata” salvo poi relativizzare il contesto in base al potente di turno…
Tuttavia, per nostra disgrazia, il Signor B. è soprattutto un personaggio pubblico, con un preciso ruolo istituzionale. Le sue azioni, lungi dal rimanere circoscritte nella sfera privatistica, hanno immediata risonanza pubblica e, quel che è peggio, si riflettono sull’Italia tutta, condizionandone l’immagine all’estero. Per parafrasare un dialogo tratto da “Il Gladiatore”, il celebre film di Ridley Scott:
Come pronuncerà il suo nome il mondo negli anni a venire? Sarà noto come il Corruttore? Il Puttaniere? Il Sessuomane? O forse il Porco?
E per che cosa sarà ricordato? Per le scarpe col rialzo? La bandana? I trapianti di capelli? Le spennellate di cerone? Le barzellette? Le gaffes internazionali a ciclo continuo? Le leggi ad personam? Gli scandali sessuali?
Non è passato nemmeno un anno dall’ambigua tresca con Noemi Letizia (eppure gli è costata un divorzio), che l’ingrifato ‘vecchione’ sempre a caccia di nuove ‘Susanne’ in erba già ricasca nell’incontrollabile vizietto, a riprova che il morboso interesse per le ragazzine minorenni non è una mania ma una malattia.
Pare che la ‘Bella’ di Casoria avesse conquistato la ‘Bestia’ di Arcore per la sua “purezza” virginale…
Nel caso della prosperosa ragazzina marocchina, il pezzo forte sembrerebbe connesso alle serate consacrate ai rituali scoperecci del Bunga-Bunga, una presunta pratica tribale che lo “Urban Dictionary” del 2004 spiega così:
Savagely brutal anal gang-rape.
Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe
Questa sorta di passione alla Brass per il famoso “lato B” delle donne, che sembra dominare le fantasie erotiche dell’anziano Pornonano, era già stata denunciata a suo tempo dal senatore (ex
PdL) Paolo Guzzanti. Variante politica del Cugino IT, astioso trombone liberale da inizi ‘900, il senatore Guzzanti è stato il valvassino riottoso, intenzionato a rivendicare l’autonomia baronale nella monarchia assoluta di Re Silvio, divenendo vittima inconsapevole di un equivoco generato dalla confusione dei ruoli… Tipico ‘domestico’ che si crede ‘consigliere’, nella superbia di un’autostima illimitata, tende a sopravvalutare la sua posizione; preso atto della propria irrilevanza, nell’Ottobre del 2008 se ne va via dalla reggia del sovrano, sbattendo sdegnosamente la porta.
Il 04/08/2009, dalle pagine del suo blog, il Guzzanti senior si lascia andare ad uno sfogo patriottardo-nazionalistico contro la Russia di Putin, sputando però tutto il suo astio contro la “mignottocrazia” emergente, con un supplemento aggiuntivo di commenti.
All’epoca della sua pubblicazione, il post dell’inkazzoso Guzzanti ci era sembrato il frutto amaro del livore di un Narciso frustrato e pertanto non ne avevamo tenuto conto, archiviandolo tra le menate estemporanee di cui la rete è prodiga. Tuttavia, appassionati ad ogni espressione del trash, avevamo conservato una copia… Certo, a rileggere quelle parole cariche di rancore, il testo assume oggi tutt’altro significato. Sarà forse il caso di rivalutare quello che sembrava un pettegolezzo dai risvolti inquietanti:
«Ho inoltre lasciato Berlusconi – prima ancora dei casi che ora sono sui giornali – per il suo atteggiamento puttaniero di disprezzo per le donne, tutte le donne, essendo un gran porco e una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto, sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario. Quest’uomo ai miei occhi corrompe la gioventù e mina le basi della società minando il rispetto nei confronti della donna.
Ciò è avvenuto in concomitanza delle voci, che io ho potuto verificare come purtroppo attendibili (non prove, ovviamente, altrimenti le avrei presentate io), secondo cui un famoso direttore ha mostrato e fatto leggere a un numero imprecisato di persone (deputati e deputate di Forza Italia per lo più) i verbali che tutti i direttori di giornale hanno, ma che avrebbero deciso di non usare su sollecitazione del Presidente Napolitano. Si tratta di trascrizioni da intercettazioni avvenute nell’ambito dell’inchiesta di Napoli e poi fatte distruggere da Roma, in cui persone che ora ricoprono cariche altissime si raccontano fra di loro cose terribili che la decenza e la carità di patria mi proibiscono di scrivere, anche se purtroppo sono sulla bocca di coloro che hanno letto i verbali. Io ne conosco almeno tre.
(…) Io dico, e lo confermo, che le cose che mi sono state raccontate da più fonti (e io sono uno dei mille e più di mille raggiunto dai dettagliati resoconti di chi ha letto) sono assolutamente disgustose: rapporti anali non graditi, ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino, discussioni sul prossimo set, consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio. I dettagli sono centinaia e non sono io che li nascondo, perché io sono soltanto uno cui alcuni lettori dei verbali (persone serissime, uomini e donne, tutti della stessa area di centro destra) hanno raccontato ciò che hanno letto, ovviamente con una massiccia concordanza dei dettagli stessi.»
Paolo Guzzanti
(04/08/09)
Il resto è cronaca recente…
Come ormai tutti sanno, tra la notte tra il 27 ed il 28 Maggio 2010, nella Questura milanese si consuma lo psicodramma, con tanto di abuso di potere.
Karima Keyek, in arte Ruby Rubacuori, è una ragazzina errante, senza fissa dimora, di origini marocchine, con grandi ambizioni e pessime frequentazioni, allontanata dalla casa paterna in Sicilia, fuggitiva dal centro protetto in cui è stata ospitata, infine arrestata per furto a Milano. Per il pronto rilascio della signorina Keyek, si mobilita niente meno che il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con ulteriore contributo del suo capo-scorta e di un consigliere PdL della Regione Lombardia.
A Milano, Karima/Ruby è finita seguendo il carrozzone circense di Lele Mora, guadagnandosi da vivere con serate in discoteca, come “ragazza-immagine”, ed altri impieghi non meglio definiti. Per di più, pare che la ragazzina sia entrata nel circuito di Mora, su segnalazione di Emilio Fede.
Sobria figura del giornalismo italiano, esperto in concorsi di bellezza, il Fido nazionale è lo stesso che un paio di anni fa, per una pura coincidenza, aveva dimenticato il book fotografico con le caste immagini di Noemi Letizia sulla scrivania del capo, ovvero il caro leader Silvio. E soltanto per uno strano capriccio del caso, stando alle rivelazioni della diretta interessata, Ruby sarebbe stata condotta nel villone di Arcore, accompagnata dallo stesso Fede, incassando 5.000 euro ed altre regalie per il disturbo. Sembrerebbe che in queste serate il bunga-bunga sia parte dell’intrattenimento degli ospiti. Sicuramente conserva il recapito telefonico del “Presidente del Consiglio italiano” e, all’occorrenza, non esita ad usarlo per chiedere aiuto al suo potente anfitrione…
Infatti, durante la notte del fermo della ragazza nella Questura meneghina, Berlusconi in persona telefona al Capo di Gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, caldeggiando la liberazione della ragazza, come si evince dal rapporto di servizio:
«Dottore, volevo confermare che conosciamo questa ragazza, ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri.»
[Pubblichiamo la foto non pixelata perché a partire da oggi Ruby è ufficialmente maggiorenne.. Auguri!]
Nicole Minetti, ex igienista dentale del S.Raffaele, anni di danza alle spalle con sporadiche comparsate televisive (Scorie; Colorado Café) è una delle ultime new entry nel vivaio personale del premier, che le ha fatto trovare una candidatura sicura al consiglio regionale della Lombardia.
Con i suoi 25 anni, la ragazza ha indubbie qualità nascoste che, opportunamente scoperte e valorizzate, vengono subito notate dall’occhio esperto del Sultano brianzolo, che di un bravo igienista ha certamente bisogno.. ma mentale!
La Minetti si presenta quindi in Questura accompagnata, non si sa a quale titolo, da certa Michelle Conceicao Santos Oliveira, 32enne brasiliana, ufficialmente cubista… Quindi, imbeccata dal “buon padre di famiglia” che dal telefono non perde un solo atto dell’intera vicenda, la neo-consigliera in prestito alla Presidenza del Consiglio si offre di prendere in affidamento la piccola Ruby, facendo da garante presso le autorità di polizia.
Nicole Minetti non fa in tempo a firmare le carte dell’avvenuto rilascio che una volta fuori dagli uffici della Questura appioppa subito la minorenne Karima/Ruby, alla sua accompagnatrice brasiliana dall’incerto mestiere, per defilarsi il prima possibile nel cuore della notte, dopo aver naturalmente rassicurato il Grande Capo dell’avvenuta consegna.
Inutile dire che la povera Nicole, per eccesso di zelo e per troppo fretta di togliersi dall’imbarazzante impiccio in cui padron Silvio l’ha cacciata, è quella che rischia le conseguenze più gravi della notte brava alla Questura, giacché a suo carico potrebbe profilarsi il reato di favoreggiamento della prostituzione e sottrazione di minore.
Niente male per una promettente carriera politica, appena agli inizi, all’ombra della pesante protezione del Sultano.
D’altra parte i poliziotti della Questura milanese, nell’esaudire i desiderata imperiali, incorrono in una serie di anomalie procedurali:
1) pare non procedano alla fotosegnalazione di rito, obbligatoria nelle fattispecie di reato, come nel caso della 17enne Ruby;
2) allertano il giudice minorile ma non tengono in alcun conto le disposizioni (obbligatorie) del medesimo: affido in comunità, o permanenza notturna in Questura qualora non ci sia immediata disponibilità nelle strutture protette;
3) nessuno dei funzionari coinvolti pensa minimamente di contattare i servizi sociali;
4) Non il questore Vincenzo Indolfi, non il capo-gabinetto Pietro Ostuni, non il commissario-capo Iafrate, osano contraddire la versione dell’Imperatore, anche quando ormai la nazionalità, i natali, e la famiglia naturale dell’intraprendente Ruby sono ormai evidenti a tutti, risultando palese il contrasto con le panzane spacciate al telefono da un preoccupato Pornonano.

Contro ogni evidenza, la sedicente nipotina di Mubarak, viene rimessa in strada ed alloggiata nel seminterrato di una conoscente brasiliana, attiva nel circuito notturno. Naturalmente, questo è il comportamento tipico di ogni “buon padre di famiglia”, degno di questo nome. E davvero Re Silvio non comprende dove sia il problema.
Crediamo avrà presto modo di capirlo nei prossimi giorni…
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