Archivio per Rendiconto Generale dello Stato

Una pura formalità

Posted in Masters of Universe, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , on 12 ottobre 2011 by Sendivogius

In pieno rischio recessione, mentre all’orizzonte del fall-out finanziario si affaccia persino l’impensabile ipotesi di default per l’Italia, è davvero consolante sapere che il governo in carica non solo non ha approntato alcun vero piano di programmazione economica, ma non è nemmeno riuscito ad approvare il proprio bilancio consuntivo, boicottato dalla sua stessa maggioranza e perfino dal Ministro del Tesoro che si presenta in aula 30 secondi dopo la chiusura della votazione.
Nei cosiddetti ‘paesi normali’, la mancata approvazione del Rendiconto generale dello Stato, per l’esercizio finanziario e l’assestamento di bilancio, equivale ad un voto di sfiducia per il governo e ad una bocciatura implicita della sua politica economica. Ma noi viviamo in Italia, dove ad essere la norma sono le anomalie e l’Assurdo è il palcoscenico quotidiano di un teatrino che non conosce decenza…

Nella Pornocrazia di Arcore, tra bunga-bunga.. patonze e partiti della gnocca… Casini e pure un Bocchino, siamo ormai al puttanaio finale!
Quindi prevarrà la scelta peggiore: tirare a campare il più a lungo possibile, tra voti di fiducia ad oltranza, guerre intestine e ricatti trasversali, nel ventre molle del berlusconismo in declino, mentre tutti bussano al capezzale del pornocrate reclamando un pezzo del regno prima della fine. È evidente che al Pompetta Pazza della crisi in atto non gliene può fregar di meno, preoccupato com’è unicamente per la propria impunità.
Non per niente, tra le priorità del governo ci sono la sedicente “riforma della giustizia”, le ispezioni ministeriali presso le procure che si occupano dei mignottifici del premier; il blocco delle intercettazioni ambientali e il carcere per chi osa divulgare le notizie; un ulteriore taglio dei tempi di prescrizione, accompagnato però da un allungamento a dismisura dei tempi del processo. Giusto per essere sicuri che non si arrivi mai a sentenza, in un generale “tana libera tutti!”.
Il decreto sulla crescita economica e l’occupazione, lungi dall’essere una priorità, può invece aspettare. E, visto il calibro dei relatori, forse è persino meglio così!
Comunque si concluderà questa farsa indegna, quando tutto sarà finito, ci vorrà la fiamma ossidrica per staccarlo dalla poltrona… Oppure, più semplicemente, un codazzo di disponibili donnine che con profferte e ammiccamenti conducano il Pornonano all’uscita, come un sorcio in calore sulle note di un pifferaio di Hamelin in versione hot.
Sembra di assistere alla rappresentazione di una novella di Giovanni Verga, coi suoi personaggi tipici e così simili a moderni Sardanapalo, aggrappati alla “roba” ed alle concubine fino all’ultimo istante:

 «…Questa è una bella cosa, d’avere la fortuna che ha Mazzarò! diceva la gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortuna: quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di andare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato giorno e notte, meglio di una macina del mulino, per fare la roba;
[…] Di una cosa sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov’era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla!
[…] Sicchè quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: Roba mia, vientene con me!»

 La roba
 G.Verga – “Tutte le novelle”
 Mondadori, 2006.

Homepage