Archivio per Relazioni Internazionali

Grandi Problemi e Piccole Democrazie

Posted in Masters of Universe, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 agosto 2014 by Sendivogius

KILLZONE

A forza di occuparci dell’aspirante dittatorello di casa nostra, già condito a puntino e pronto per essere bollito entro Natale, rischiavano di tralasciare le questioni serie, trascurando le relazioni internazionali.
 Se la situazione non fosse tragica, ci sarebbe quasi da ridere ripensando al Nobel preventivo per la pace, accordato sulla fiducia al più grande piazzista di armi del pianeta e principale sponsor della peggior ciofeca mai uscita prima dagli hangar della Lockheed-Martin (l’economico aeroplanino F-35). Parliamo del pur volenteroso Barack Obama, presidente di belle speranze e nessuna sostanza, impantanato alla Casa Bianca, ostaggio com’è di una politica come quella americana che si nutre di suggestioni imperiali, pulsioni reazionarie e capitalismo selvaggio, senza possibilità di deroghe o eccezioni ad un corso considerato immutabile. E questo vale per qualsiasi amministrazione USA, a prescindere dal colore politico, che poi la scelta pur tenendo conto delle doverose (e ininfluenti) eccezioni si traduce in ben poca cosa: i nazi-fondamentalisti del Partito Repubblicano ed i liberal-fascisti di quello Democratico, con compressione delle estreme e convergenza al ‘centro’ nel raggiungimento di un equilibro di compromesso, secondo il più classico dei paradossi elettorali formulato a suo tempo dal Marchese de Condorcet.
Ad essere perfidi, parliamo in fondo di una nazione composta per i 2/3 da nevrotici compulsivi, ossessionati dall’accumulazione di denaro, e bigotti bambinoni semi-analfabeti con un culto malato per le armi ed una passione perversa per le esecuzioni capitali.
Ku Klux KlanNell’ambito dell’autoproclamata “grande democrazia americana”, quello che più disturba non è tanto l’aspirazione egemonica per volontà di potenza, ma l’insopportabile presunzione ‘morale’ di una timocrazia fondata sulla disuguaglianza, a cui fa da contraltare quell’ininfluente accozzaglia di oligarchie censitarie, confederate in una gilda mercantilista che chiamano UE, e che alcuni erroneamente confondono con l’Europa, unita nella sovranità del ‘Mercato’ sui popoli.
TroikaSu più vasta scala, il Grande Fratello americano si distingue per O'Bananaattivismo e pretese, intimamente convinto che il pianeta sia una sua proprietà esclusiva, graziosamente concessa in comodato d’uso presso terzi ed in ogni momento reclamabile come propria. In questo, O’Banana è irresistibile quando, impermeabile ad ogni ipocrisia come i suoi imperiali predecessori, blatera qualcosa a proposito di violazione del “diritto internazionale” e “disprezzo della vita umana”, denunciando sdegnato “l’incombente catastrofe umanitaria”. Ovviamente, non allude all’immane mattatoio in corso a Gaza (come sparare fucilate in un recinto di elefanti); certamente non alla Libia, dopo l’immenso casino nel quale è stato precipitato il paese, in seguito alla frettolosa rimozione dell’amico Gheddafi; meno che mai a solide democrazie alleate come il Pakistan o l’Afghanistan o l’Arabia Saudita, oppure l’Iraq liberato a suon di bombe intelligenti…
Perché come ebbe a dire Henry Kissinger a proposito della bestiale dittatura di Anastasio Somoza in Nicaragua, con le sue bande di baby torturatori addestrati a cavare occhi con un cucchiaio: è un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana.
Quando parla di crimini e violazioni, Mr President infatti si riferisce alla Russia del gelido Putin: il cattivone storico che da sempre costituisce il villain preferito dei supermen tutti strips & stars. E proprio non si capacita sul perché mai, per esempio, il solito orso russo abbia preso così a male l’idea di farsi piazzare a ridosso dei suoi confini, e direttamente puntati Star Warssotto al proprio naso, batterie missilistiche THAAD nell’ambito di follie come lo SDI e in flagrante violazione del Trattato ABM (per poco e per molto meno Kennedy e McNamara nel 1962 non scatenavano la terza guerra mondiale!). Quindi nella reiterazione della provocazione, si schiera senza se e senza ma col nuovo amichetto di turno: quella consolidata democrazia ucraina che si avvale dei paramilitari neo-nazisti di Pravy Sektor, da utilizzare come milizie ausiliarie per le operazioni sporche di pulizia etnica nei distretti orientali; si tratta di un’organizzazione talmente marginale da aver potuto esprimere un ministro della difesa nella nuova Ucraina democratizzata previo colpo di stato, per la pacificazione dell’Est a stragrande maggioranza russa.
WMD_Missile_Defense_lgPer motivazioni identiche ma su posizioni diametralmente opposte, USA e Europa hanno dapprima sostenuto lo smembramento della ex Jugoslavia e poi la guerra per la secessione del Kossovo dalla Serbia (storico protettorato russo).
Con ogni evidenza, le ragioni cambiano a seconda delle convenienze della realpolitik. Coerentemente, un secondo dopo l’abbattimento del jumbo malese sui cieli di Donetsk, il Dipartimento di Stato statunitense ha subito stabilito che ad abbattere l’aereo sono stati i “filo-russi”, invocando sanzioni e provvedimenti esemplari. Questa volta, dopo la figuraccia internazionale della smoking gun irachena, l’amministrazione statunitense non s’è nemmeno disturbata a produrre uno straccio di ‘prova’ ancorché fumosa. Ci SA-7 Grailsi è resi infatti conto che con i lanciarazzi a spalla di cui i “ribelli” certamente dispongono (i Grail-Strela) e coi quali abbattono i mastodontici elicotteri Hind di Kiev, difficilmente si può colpire un aereo di linea in alta quota, pertanto il missile dovrebbe provenire (quasi) sicuramente da una batteria anti-aerea di missili Buk-M1: postazioni talmente piccole e poco invasive da passare inosservate. Sono armamenti in dotazione standard dell’esercito ucraino (escluso a priori), ma non nella disponibilità degli insorti. E quindi il missile non può che essere stato sparato dai russi. Il che può essere ipotesi plausibilissima, che necessita però di essere provata fuori da ogni dubbio. E questo interessa molto meno a chi ha già decretato la sentenza di condanna a prescindere.
Buk-M1La strage di civili ad Odessa, linciati e bruciati vivi dai nuovi trawniki della ‘democrazia’ ucraina (a cui sono stati subito concessi sull’unghia e senza garanzie crediti sempre negati alla martirizzata Grecia), o i bombardamenti indiscriminati contro la popolazione civile di Sloviansk invece sono stati prontamente archiviati dalle cancellerie occidentali e frettolosamente dimenticati. Non sono infatti funzionali alla nuova propaganda di guerra.
L'intervento della TroikaIn fondo a Donetsk come a Gaza, in Siria come a Bengasi, è tutta una questione di prospettive…
Don Vito CorleoneCome diceva qualcuno che di relazioni pericolose e proposte che non si possono rifiutare se ne intendeva: “it’s just a business”. Sono soltanto affari. Per tutto il resto si tratta di semplici “danni collaterali”.

Homepage

Nano da legare

Posted in Muro del Pianto, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , on 27 aprile 2011 by Sendivogius

«L’accadimento giapponese, a seguito anche dei sondaggi che noi abitualmente facciamo sull’opinione pubblica, ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Il governo quindi responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per evitare il nucleare, per far sì che si chiarisca la soluzione giapponese, e per far sì che magari dopo un anno o dopo due anni si possa ritornare ad avere una opinione pubblica consapevole della necessità di ritornare all’energia nucleare

 S.Berlusconi(26/04/2011)

 

Nel 25esimo anniversario della catastrofe nucleare di Chernobyl,  uno spennellato Pornonano ci offre uno straordinario saggio sulla democrazia applicata ai tempi di Cesare, sottolineando involontariamente la differenza che separa il “popolo” (plebe) dai “cittadini”…
L’uomo del popolo sovrano ci conferma che la “volontà popolare” funziona a corrente alternata, secondo convenienza personale: come un interruttore, si accende e si spegne a comando; libera di applaudire ma non di decidere. Come i plebisciti, le elezioni sono una pura formalità (pilotata) per confermare situazioni di fatto, funzionali alla legittimazione fittizia di un potere già costituito.
 Se i despoti dell’antichità affidavano le loro decisioni al vaglio di astrologi e aruspici, il Pornocrate rimette tutto alle alchimie dei sondaggi d’opinione, elevati a scienza esatta e di governo. Siccome sui risultati referendari l’oracolo dei sondaggi non gli è favorevole, reputa bene di bloccare le consultazioni per decreto (emesso da Lui), rimandare le votazioni sine die (uno o due anni), e tornare alle urne solo quando i pronostici gli saranno favorevoli.
Un’ipotesi molto interessante, che potrebbe porre le basi di un utile precedente:
Siccome i sondaggi mi dicono che alle votazioni amministrative potrei perdere, sospendo le elezioni e le rimando almeno di un paio di anni, in attesa di convincere gli elettori a votare il mio candidato.
Siccome i sondaggi dicono che perderò le elezioni politiche, blocco le consultazioni fintanto che non sarò sicuro di essere rieletto. O eventualmente cambio la legge elettorale, con voto di fiducia, ad un mese delle elezioni. E infatti..!
Con strabiliante candore il Reuccio ci informa che, in Italia, per indire una libera consultazione su temi fondamentali, come il libero accesso all’acqua potabile e la costruzione di centrali atomiche, non basta raccogliere un milione e mezzo di firme, passare il vaglio di costituzionalità, aspettare il nullaosta della Corte di Cassazione, superare il quorum del 50,1% per rendere valida la votazione…
Questo perché se le tematiche della consultazione non piacciono al Sovrano, allora si prova a cancellarle con decreto governativo, scavalcando l’intero iter costituzionale e arrogandosi poteri che in realtà non ha. E infatti il Pornocrate già parla come se il referendum del 12 e 13 Giugno 2011 fosse stato eliminato, a suo insindacabile giudizio, e non fosse invece tuttora VALIDO.
Dinanzi ad una simile violazione della sovranità popolare, per definire un abuso senza precedenti, l’aggettivo più usato dalla stampa liberale (Corriere della Sera) è: “singolare”.
Capisci bene che con simili ‘gendarmi del potere’ hai la strada spianata per ogni porcata passata, presente e futura…

«Bisogna anche dire con chiarezza che non si tratta di bombardamenti. Dalla stampa di stamattina sembra che noi ci apprestiamo così come i nostri alleati a fare bombardamenti: quelli famosi con le bombe a grappolo. Non si tratta assolutamente di questo. Si tratta di interventi con dei razzi di estrema precisione su singoli obiettivi militari… Niente a che vedere con interventi su centri civili o là dove ci possono essere delle vittime civili.»

 S.Berlusconi (26/04/2011)

Giornata particolarmente ispirata questo 26 Aprile, Anno XVII dell’era berlusconiana
Più inceronato del solito, questo barile di fard, merda e viagra, non contento di svendere a tranci pezzi di sovranità nazionale, dopo aver smarrito ogni dignità, gira per le cancellerie mondiali a braghe calate, elemosinando un posto a tavola come cameriere.
Cede a Sarkò le Napoleòn su tutta la linea, in cambio dell’appoggio della candidatura di Mario Draghi alla BCE, in modo da poter affidare il posto di governatore della Banca d’Italia ad un uomo di fede tremontiana. Alla conferenza stampa dell’imbalsamato Pornonano sembrava di assistere al teatrino delle marionette con il braccio di un invisibile ventriloquo, infilato su per il.. perineo, a muovere il giullare travestito da statista.
Emarginato a livello internazionale come un paria politicamente impresentabile, Silvione lo Sporcaccione è pronto a prostituirsi a Francia e Britannia, perché la scampi. E ci porta in guerra, unilateralmente, con l’avvallo presidenziale del Bell’Addormentato sul Colle, senza nemmeno prendersi il disturbo di interpellare quel parlamento che tanto si vorrebbe ‘centrale’.
Siccome O’Banana sta terminando le “bombe intelligenti” ed il Tesoro statunitense è a rischio default, il Pornonano ha deciso bene di correre in aiuto svuotando gli arsenali della Difesa italiana, senza alcuna contropartita, ma non prima di aver accusato gli alleati di bombardamenti indiscriminati e uso criminale delle cluster bombs.
Tanto per dire, gli AIM-2000, i missili a guida laser in dotazione ai caccia bombardieri Tornado, hanno un costo approssimativo di 400.000 euro a pezzo. Una bazzecola rispetto ai 192 missili da crociera Tomahawk, lanciati dalla Marina USA al modico prezzo di un milione e mezzo di dollari cadauno! Ai quali si aggiungono quasi 500 ordigni a sistema integrato SALH.
Così il Porcellone di guerra, per potersi esibire in qualche altra foto ricordo, si accinge a bombardare l’amico Gheddafi, col quale l’Italia sarebbe ancora legata da un Tratto bilaterale di amicizia e di alleanza militare, attualmente “sospeso” ma ancora valido. Da applicare, come la legge, a targhe alterne a seconda delle circostanze in base alle convenienze del momento.

 «Ci sono situazioni in cui la miglior forma di comunicazione è tacere. La guerra è una di queste. Non è soltanto un fatto di sicurezza militare o di opportunità politica: in guerra ci sono cose pleonastiche, che se vogliono essere spiegate invece di chiarire confondono le idee e inducono a reazioni molto pericolose, per la pelle dei combattenti e molto imbarazzanti per la politica.
Siamo entrati in guerra contro la Libia trascinati dall’imbarazzo di stare dalla parte sbagliata, ma abbiamo spiegato che non era una guerra. Abbiamo sostenuto Gheddafi mentre allestivamo la flotta per colpirlo, abbiamo stretto patti inapplicabili e poi li abbiamo violati  spiegando che erano “sospesi”. Abbiamo cercato di scardinare la coalizione franco-britannica che sosteneva i ribelli, dicendo che era colonialista, e poi ci siamo schierati dalla sua parte. Abbiamo invocato l’intervento della Nato e ne abbiamo frenato l’azione. A chi deve imparare a combattere, abbiamo promesso istruttori “pacifici” e aiuti umanitari. Abbiamo escluso l’intervento militare europeo ed abbiamo chiesto che l’Europa ci aiutasse nell’emergenza profughi. Abbiamo messo a disposizione basi e bombardieri, dicendo che avremmo vinto una guerra terrestre dall’aria. Abbiamo detto che i nostri velivoli non avrebbero sparato un colpo, ben sapendo che avremmo indebolito l’alleanza e favorito Gheddafi. Oggi spieghiamo che gli attacchi sono una necessità e saranno “mirati” solo su obiettivi militari: una ulteriore promessa destinata a non essere mantenuta, visto che la guerra di Libia è combattuta da milizie irregolari e civili armati. La tragica routine della guerra, a forza di spiegazioni e giustificazioni surreali, è diventata una farsa. Che non fa ridere.»

 Gen. Fabio Mini
 (27/04/2011)

Homepage